Vaccini obbligatori: cosa c’è da sapere (1 Viewer)

tontolina

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IL CASO
Cupola dei vaccini, si sospende Marabelli
dirigente del ministero della Salute indagato

Cupola dei vaccini, si sospende Marabelli<br /> dirigente del ministero della Salute indagato


Dopo la chiusura dell'indagine Romano Marabelli lascia l'incarico di vertice del dicastero. Dove era stato messo dal ministro Beatrice Lorenzin, nonostante "l'Espresso" avesse rivelato il suo ruolo nel traffico dei virus

DI GIANLUCA DI FEO
16 luglio 2014

Ma non potevano pensarci prima? Non si poteva evitare un'altra figuraccia alla credibilità delle istituzioni?
Romano Marabelli si è infine autosospeso dalla carica di segretario generale del ministero della Salute.
Lo ha fatto due giorni dopo la chiusura dell'istruttoria nei suoi confronti per quella che i magistrati hanno definito “la cupola dei vaccini”, capace di trasformare le epidemie in un'occasione per alimentare affari e carriere, in una commistione tra uffici pubblici e aziende private senza precedenti. Che, secondo le contestazioni della procura di Roma, avrebbe anche contribuito a diffondere negli allevamenti italiani il devastante virus della lingua blu.

L'esistenza del procedimento contro Marabelli, per anni responsabile del settore veterinario del ministero, era stata rivelata da “l'Espresso” in un'inchiesta di Lirio Abbate pubblicata in copertina lo scorso aprile. Un articolo che aveva avuto grande eco, ripreso da tutti i media. Eppure un mese dopo il ministro Beatrice Lorenzin non ha avuto dubbi nel promuovere Marabelli sulla poltrona di segretario generale del dicastero, affidandogli il compito di coordinare tutte le attività nazionali in tema di sanità. Salvo poi accogliere ora l'autosospensione dell'alto dirigente «manifestando apprezzamento per la sensibilità istituzionale mostrata e certa che potrà dimostrare la sua estraneità ai fatti».

Marabelli ha motivato la sua scelta, accompagnata anche dal congelamento dello stipendio, con la volontà di «sollevare il ministro e il ministero da qualsiasi imbarazzo conseguente gli attacchi mediatici». Le questioni che l'indagine della procura ha messo sul tavolo però pongono problemi molto gravi, perché mettono in discussione un capitolo fondamentale per la vita del Paese: come sono state gestite le epidemie, reali o solo paventate, dell'ultimo decennio?

Nel procedimento giudiziario sono accusate 41 figure di spicco della sanità italiana, tra cui la virologa e ora deputato di Scelta Civica Ilaria Capua. Contro Marabelli spiccano le contestazioni di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e falsità ideologica nelle campagne per combattere la “lingua blu” negli anni dal 2006 al 2009, che ha decimato gli allevamenti ovini. In questo caso secondo i pubblici ministeri sarebbe stata favorita l'azienda Merial Italia, anche con “false attestazioni” attraverso al vendita di “ingenti quantitativi di vaccino non necessari al fabbisogno nazionale, ed in particolare alla Regione Sardegna, causando un danno patrimoniale di due milioni e mezzo di euro».

Non solo. Gli inquirenti sono convinti che l'introduzione nel 2003 di un vaccino di produzione sudafricana mai sperimentato in Italia abbia contribuito a spargere la lingua blu nel nostro Paese “cagionando la diffusione in gran parte degli allevamenti italiani del virus e provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale”. Una decisione che sarebbe stata presa da Mirabelli, all'epoca direttore generale del dipartimento veterinario del ministero, e da Vincenzo Caporale, direttore dell'Istituto zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise. [ma lo dice la scienza che non è democratica! ]

Il rapporto con la Merial è anche quello che ha fatto nascere l'istruttoria. Un procedimento partito da molto lontano.
Nel 1999 infatti le autorità statunitensi hanno scoperto un traffico di virus importati clandestinamente negli States. L'obiettivo dei contrabbandieri era quello di studiare subito antidoti e immetterli sul mercato prima della concorrenza. Negli Usa un manager della Merial Italia, Paolo Candoli, ammise il suo ruolo nella vicenda in cambio dell'immunità. Poi è tornato nel nostro paese e ha ripreso per anni il suo lavoro. Ma il rapporto trasmesso dagli Usa nel 2005 ha fatto scattare gli accertamenti dei carabinieri del Nas, che grazie anche a lunghe intercettazioni telefoniche, hanno messo in luce le operazioni italiane di questa presunta “associazione per delinquere”. Per i carabinieri, da alcune intercettazioni “appare evidente come il contrabbando dei ceppi virali dell’influenza aviaria, posto in essere dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, nelle persone di Ilaria Capua, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli, con il concorso del marito della dottoressa Capua, Richard William John Currie, costituisca di fatto un serio e concreto pericolo per la salute pubblica per il mancato rispetto delle norme di biosicurezza”.

Il filone di indagine relativo alla Capua – che ha sempre respinto le accuse – riguarda proprio l'epidemia che negli scorsi anni ha creato enorme allarme: l'aviaria, micidiale per gli allevamenti di polli e, in alcune specifiche forme, pericolosa anche per l'uomo. La procura di Roma ritiene che ci fosse proprio un'associazione per delinquere finalizzata all'uso di “virus altamente patogeni dell'influenza aviaria del tipo H9 e H7N3, di provenienza illecita, al fine di produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali ad uso veterinario procedendo successivamente, sempre in forma illecita, alla loro commercializzazione e somministrazione ad animali avicoli di allevamenti intensivi».[lo fanno anche per i vaccini umani .. non a caso nelle vicinanze di una ditta farmaceutica toscana si verificano molti casi di Meningite]

Tra gli indagati per i vari capitoli ci sono tre scienziati al vertice dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Padova (Igino Andrighetto, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli); funzionari e direttori generali del mistero della Salute (Gaetana Ferri, Romano Marabelli, Virgilio Donini ed Ugo Vincenzo Santucci); alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario (Gandolfo Barbarino, della Regione Piemonte, Alfredo Caprioli dell’Istituto superiore di sanità, Francesco Maria Cancellotti, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana, Giorgio Poli della facoltà di Veterinaria dell’università di Milano, Santino Prosperi dell’università di Bologna); coinvolta anche Rita Pasquarelli, direttore generale dell’Unione nazionale avicoltura.

Insomma, l'inchiesta dovrebbe servire ad aprire una riflessione profonda sui confini tra l'attività dei custodi della nostra salute e gli affari delle aziende.
Anche perché altre istruttorie della magistratura stanno andando a fondo sul modo in cui le epidemie si sono trasformate in un business senza scrupoli. Un mese fa la procura di Siena ha messo sotto inchiesta per truffa aggravata l'amministratore delegato della branca italiana di Novartis Vaccines ipotizzando che sia stato gonfiato il costo di un vaccino anti-influenzale e di un altro contro il virus dell'aviaria H1N1. Secondo i pm toscani nel 2012 Francesco Gulli avrebbe “indotto in errore con artifici e raggiri i componenti della commissione incaricata dal ministero della Salute in ordine alla veridicità dei costi legati allo stop della produzione del vaccino per l'H1N1".
Il danno per le casse dello Stato sarebbe stato di 16 milioni di euro. Ma in quanti altri casi la minaccia delle epidemie si è trasformata in un business d'oro?

Il business segreto della vendita dei virus che coinvolge aziende e trafficanti

 

tontolina

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post nel gruppo: Uniti per la Libera Scelta.

eggete bene come i ceppi virali vaccinali della poliomielite (Oral Polio Virus) possono diffondersi nella popolazione attraverso le fognature. Sebbene da noi venga usato il vaccino antipolio inattivato (IPV), non dobbiamo dimenticare che la diffusione, anche nel nostro Paese, è comunque possibile a causa della presenza di soggetti provenienti dai Paesi in cui si usa ampiamente il vaccino a virus vivo.


Test di reazione a catena della polimerasi qualitativa per la rilevazione del Poliovirus vaccinale in campioni ambientali.

Sfondo:
Attualmente, il meccanismo principale per il rilevamento di poliovirus è la sorveglianza della paralisi flaccida acuta (AFP), con il campionamento ambientale che funge da complemento. Tuttavia, quando i casi di AFP diminuiscono, la sorveglianza ambientale diventerà sempre più critica per il rilevamento di poliovirus.
Il Messico fornisce un ambiente naturale per lo studio della tras...
Altro...
 

tontolina

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Studio sul vaccino MPVR: eventi avversi per 4 bimbi su 100 (!)
Studio sul vaccino MPVR: eventi avversi per 4 bimbi su 100 (!) –

Durante le audizioni in Senato per discutere il nuovo decreto legge Vaccini (Ddl 770) è uscita una notizia bomba. Per la prima volta è stato condotto in Puglia uno studio di farmacovigilanza attiva su un solo vaccino, l’anti MPVR (morbillo, parotite, varicella, rosolia).

Finora gli eventi avversi gravi dopo una vaccinazione sono stati calcolati prendendo in considerazione le segnalazioni spontanee (denominate passive), di medici, genitori e operatori. Con la farmacovigilanza attiva, invece, si osserva nel tempo un gruppo di bambini vaccinati chiamando i genitori e registrando periodicamente lo stato di salute dei piccoli.

In Puglia sono stati reclutati 1.672 bambini, tutti seguiti per un anno. I risultati sono evidenti qui. La tabella di pag 26 mostra che le segnalazioni degli eventi avversi gravi correlati alla vaccinazione hanno avuto un’incidenza del 40,69 su mille (significa 4 su cento!). È spiegato, poi, che circa tre quarti di queste segnalazioni è DOVUTA alla vaccinazione.

Il risultato è stato paragonato all’incidenza osservata con farmacovigilanza passiva (stesso vaccino e stesso periodo di tempo) pari allo 0,12 su mille (un caso ogni 12.000). Di queste segnalazioni circa un terzo è dovuto alla vaccinazione. La differenza è enorme: i casi gravi raccolti con lo studio superano di 339 volte le segnalazioni ricevute spontaneamente.

Stupisce che non siano stati gli autori dello studio a rivelare queste conclusioni. L’indagine si è conclusa a maggio (si suppone perciò che le Asl siano ora informate e di conseguenza anche i genitori a cui viene proposto quel quadrivalente e che firmeranno il consenso informato).

I dati sono trapelati dall’intervento esposto in Commissione Sanità da Antonio Affinita, direttore generale del movimento italiano genitori (Moige) che, in passato si è speso per la gratuità vaccinale e per aver promosso la Confederazione Como delle organizzazioni mondiali contro la meningite.

Ecco quanto è stato esposto in parlamento.

Come ha saputo dello studio pugliese?

“Me lo hanno segnalato alcuni genitori che hanno sempre vaccinato i loro figli. Ho un dialogo costante con molte famiglie italiane, è stato questo il senso del mio intervento in parlamento: dar voce alle loro perplessità”.

Ci sono state reazioni quando ha esposto i dati pugliesi? Quattro eventi avversi gravi su 100 – per un vaccino solo – sono reazioni importanti…

“Le audizioni sono un momento di ascolto reciproco. Sono stato ascoltato con vivo interesse”.

Lei si è espresso contro l’obbligo vaccinale.

“I genitori non comprendono perché un atto sanitario come quello della vaccinazione sia stato pesantemente condizionato, “se non vaccini tuo figlio, niente scuola materna” oppure “non potrai iscrivere il bambino al centro estivo o a quello sportivo”, fino all’assurdo “però se paghi una sostanziosa multa, il minore dai 6 anni in su potrà restare in classe”. Non si può fare di un atto medico un ricatto perché – ce lo insegna il consenso informato – qualsiasi terapia, farmaco o vaccinazione va compresa e scelta. In questo caso poi si è toccato il diritto all’istruzione e alla socialità garantiti dalla nostra Costituzione”.

Ricatti no, e come giudica i premi a chi si vaccina? Fra le proposte sul nuovo ddl abbiamo sentito parlare di “aggiungere crediti agli universitari” o “punti alla patente”.

“I premi sono condizioni come i ricatti, oltre ad essere diseducativi (il messaggio è che puoi non studiare o passare in auto con il rosso, se ti vaccini va bene tutto!) fanno a pugni con la libera adesione al trattamento sanitario”.

Lei pensa che la rigidità contenuta nella legge 119 abbia fatto crescere il numero delle famiglie esitanti a vaccinare?

“Ne sono certo. Mi faccio portavoce non di famiglie ideologicamente ostili alle vaccinazioni ma di persone che, non comprendendo il senso di queste maniere forti (assenza di epidemie), ora dubitano della bontà delle vaccinazioni. Il dubbio, che prima non c’era, è arrivato dopo queste imposizioni. C’è stato poi l’aspetto increscioso della “caccia al bambino untore”, discriminante e insostenibile che rischia di vanificare tutti gli sforzi di inclusione verso bambini portatori di malattie trasmissibili, come Aids e epatite”.

Ha ricordato che abbiamo 11 leggi che regolano il consenso informato. Solo per questo la parola “obbligo” non si può applicare in materia di salute.

“Chi firma un consenso informato accetta tutti i benefici, ma anche i rischi di una terapia. Senza questa adesione non si può procedere a nessun trattamento sanitario. Non si capisce perché solo in questo caso si debbano ignorare le leggi dello Stato. Oltrettutto il ruolo dei genitori nelle scelte di salute dei propri figli come in quelle educative è fondamentale”.

C’è poi l’aspetto del rischio di un trattamento sanitario e degli eventi avversi delle vaccinazioni.

“Proprio per questo non si può costringere nessuno. Quanto agli eventi avversi ho richiamato l’attenzione sulla necessità di avviare una farmacovigilanza attiva, come quella che è stata fatta in Puglia. Quanto sono sicure le vaccinazioni plurime? Come facciamo a saperlo senza studi di farmacovigilanza attiva a campione e costanti nel tempo? È da irresponsabili obbligare ampie fasce di popolazione a 10/12 vaccinazioni senza preoccuparsi di osservarne gli effetti. Ho citato anche lo studio Signum sui militari che invita al principio di precauzione: non più di 5 vaccini per volta…”

Pensa che gli eventi avversi da vaccinazione siano sottostimati?

“Lo studio della Puglia va in questa direzione. Ci dice quanto sia importante avviare una farmacovigilanza attiva. Finora ci siamo basati sul report di Aifa, effetto di segnalazioni passive che, tuttavia non si possono ignorare. (Cliccate qui). Attenzione, però il 70% delle segnalazioni arriva da una sola regione (Veneto): è evidente che non possiamo considerare affidabile questo sistema di raccolta dati”.

Quali sono le proposte di modifica del ddl che il Moige ha presentato?.

1.“Eliminare l’obbligatorietà; inserire la raccomandazione per un numero di vaccini da stabilire ogni tre anni dal Consiglio superiore di sanità, alla luce di considerazioni di rischi sia epidemiologici sia vaccinali oltre che di politica sanitaria.

2. Creare un sistema di farmacovigilanza attivo su tutte le vaccinazioni condotto da esperti che non abbiano conflitti di interessi.

3. Impegno da parte del Ministero della salute di indire ogni tre anni una conferenza nazionale sulle vaccinazioni aperta a medici per analizzare le profilassi e valutare le criticità. Il confronto dovrebbe coinvolgere anche i genitori, su modello della Regione Veneto.

4. Apertura delle farmacie alla profilassi vaccinale per facilitare le famiglie.

Cosa ne pensa del fatto che i medici si vaccinano contro l’influenza solo al 15% come ha detto il ministro Grillo?

“Per un genitore sapere che circa 8 medici su 10 non si vaccinano rafforza perplessità e preoccupazioni”.

Campagna dell’Ordine dei Medici di Como
 

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