Vaccini obbligatori: cosa c’è da sapere (1 Viewer)

tontolina

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Carmelo Milazzo
Ieri alle 07:56
Vitamina K1

Condivido con voi questa informazione inviatami da un informatore medico..
Informate anche gli altri..

MENINGITE = Infiammazioni delle Meningi o di qualsiasi parte del corpo, i virus od I batteri non ne sono responsabili, anzi sono la conseguenza del tessuto infiammato !

Bambini/neonati, ragazzi
Questi soggetti erano stati, alla nascita, intossicati dalla
Vitamina K1 che li avevano già indeboliti e poi successivamente vaccinati con l'esavalente e/o x la meningite e le proteine virali (virus) introdotte con i VACCINI hanno creato l'infiammazione ASIA che è finita sulle meningi infiammandole e manifestando cio' che i medici impreparati chiamano "meningite".

Negli adulti
Nessun batterio è responsabile di meningite, ma è l'infiammazione del tessuto meningeo, che fa mutare i batteri che arrivano in loco, per tentare di riparare i tessuti danneggiati, ma se il terreno tissutale è molto acido, essi debbono per sopravvivere mutare, anche perché sono polimorfici, e non avendo antagonisti, proliferano e nelle analisi fatte, si evidenziano... ma NON sono la causa della meningite o di qualsiasi altro sintomo chiamato impropriamente malattia.

La causa è una forte infiammazione detta ASIA che arriva particolarmente dall'intestino alterato principalmente dai VACCINI (qualsiasi) precedentemente subiti. E dall alimentazione inappropriata è dall'uso di farmaci.

Tutti I VACCINI creano gravi disbiosi intestinali e quindi infiammazioni, che il corpo tende ad eliminare, se ci riesce, come nei casi dei cosiddetti "morbillo" o "varicella", "Rosolia", ....ecc.

Nei casi in esame, l'infiammazione non e' uscita dalle vie normali emuntorie: pelle e/o mucose, ed e' andata verso la testa infiammando le meningi....

Ecco spiegato il semplice meccanismo di questi sintomi, chiamati impropriamente "malattie".
La proteina virale o ceppo del virus ritrovato con le analisi, null'altro e' che la creazione di proteine virali dovute alla alterata produzione di sostanze anomale cellulari perché l'infiammazione circolante, dovuta ai vaccini subiti precedentemente ( 7) esavalente od altri + quello per la meningite, ha messo in stato di stress ossidativo ed in apoptosi le cellule, creando e distribuendo nel corpo quei "virus", che NON sono MAI causa, ma conseguenza della cosiddetta "meningite" o di qualsiasi altro tipo di sintomo, chiamati meningiti, morbillo, varicella, rosolia, pertosse, mali di gola, difterite ecc...

Tutti quei bambini sono stati gravemente intossicati dalla vitamina k1 e dai VACCINI subiti in precedenza, creando disbiosi ed infiammazioni intestinali, che possono arrivare fino alle meningi e/o escono dalla pelle/mucose specie buccali, generando vari problemi che I medici impreparati chiamano con i nomi piu diversi, per spaventare coloro che ignorano questi FATTI !
 

tontolina

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IL Grande Inganno
6 luglio 2017 ·
Si ammala di polio dopo vaccino anti-polio
VACCINO ANTI-PERTOSSE: ECCO COME ALIMENTA NUOVI CEPPI DI BORDETELLA PERTUSSIS
Luigi Quintavalle 10/06/2015 Inchieste
VACCINO ANTI-PERTOSSE: ECCO COME ALIMENTA NUOVI CEPPI DI BORDETELLA PERTUSSIS | quival.it
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di Cinzia Marchegiani.

Stanno facendo un baccano assordante le notizie che riguardano l’inefficacia del vaccino anti-pertosse. L’Osservatore d’Italia come sempre cerca di fornire strumenti di informazioni validi per profondere concetti ed informazioni che siano più chiari e semplici possibili per i nostri affezionati lettori. Della pertosse si sa che è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. Un altro batterio della stessa famiglia, la Bordetella parapertussis, è all’origine di una malattia simile, la parapertosse, che si manifesta però con sintomi più lievi. La pertosse viene annoverata fra le malattie infantili, come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite, e colpisce prevalentemente bambini sotto i 5 anni. L’uomo è l’unico serbatoio noto del batterio, di conseguenza la trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani. Un adeguato e precoce trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni. A differenza delle altre malattie infantili, l’immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina col tempo. Esiste un vaccino che dovrebbe immunizzare e proteggere soprattutto i bambini da questa malattia, ma dal portale dell’Epidemiologia della sanità pubblica si apprende però che nelle popolazioni vaccinate si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità e, in effetti, quando è stato introdotto il vaccino 30 anni fa non venivano utilizzate le dosi di richiamo. In Italia la pertosse viene obbligatoriamente notificata alle autorità sanitarie.

Intervistiamo il nostro affezionato dr Girolamo Giannotta, in merito al vaccino anti-pertosse che lui stesso ha presentato con una frase che non lascia incertezze: “La requiem per un defunto vaccino”.

Nell’assordante silenzio che pervade il mondo accademico e le nostre massime Autorità Sanitarie, la sua voce nell’arco di un mese si è sollevata ben tre volte per dire che questo vaccino è morto ed andrebbe sepolto al più presto prima di amplificare a dismisura i danni già prodotti.
Cosa sta accadendo?

Poiché la storia ha un senso, devo preliminarmente ricordare che l’ho detto anche nel corso di un’intervista radiofonica il 30 aprile, l’ho ripetuto ad un convegno il 23 maggio, ed ora sono qui per il terzo appello. Purtroppo, per il concorso di diverse cause, questo vaccino non solo non funziona più, ma rende i vaccinati ospiti privilegiati per i nuovi ceppi di Bordetella Pertussis che infettano preferibilmente i soggetti vaccinati adolescenti e giovani adulti, che, a loro volta, diffondono la malattia in seno alla popolazione della quale sono parte.

Dove risiede la causa di questo fallimento vaccinale?
La prima causa del fallimento risiede nella ridotta durata dell’immunità evocata dal vaccino. A prova e testimonianza di quello che dico, il 4 maggio 2015, Acosta et coll. del CDC affermano che: “La protezione da vaccino DTPa diminuisce entro 2-4 anni. La mancanza di protezione a lungo termine, dopo la vaccinazione, ha probabilmente contribuito all’aumento della Pertosse tra gli adolescenti”. Quindi, è lapalissiano che l’immunità, evocata dalla pratica vaccinale, svanisce abbastanza rapidamente, fino al punto da rendere gli adolescenti suscettibili alla malattia.
Il secondo elemento, che chi produce i vaccini non ha mai considerato, è il comportamento del microbo sotto la pressione selettiva esercitata dalla vaccinazione. La pressione selettiva esercitata dal prodotto vaccinale, che contiene tre antigeni della Bordetella (Pertactina, tossina della pertosse detossicata ed emoagglutinina filamentosa), ha spinto i ceppi dominanti attuali a privarsi della pertactina. Tale strategia microbica ha consentito la diffusione dei ceppi pertactina-negativi (PRN-) che ora dominano la scena mondiale. Questi ceppi trovano, per oscure ragioni, i loro ospiti privilegiati che sono i giovani vaccinati nei quali si replicano e producono la malattia. Questi stessi soggetti, attualmente sono quelli che diffondono la malattia nella comunità d’appartenenza.

Insomma ci sta dicendo che si continua a vaccinare pur sapendo della sua inefficacia e potenzialità di trasmettere i nuovi ceppi di “Bordetella pertossis” ad altri individui, il vaccino è una sorta di untore?
Purtroppo una veloce consultazione della letteratura scientifica recente consente di articolare un’analisi critica sullo stato dell’arte in cui versa il mondo scientifico, come al solito capace solo di reiterare le iniezioni vaccinali come unico ed esclusivo rimedio a tutti i mali del mondo. Però sono particolarmente felice di iniziare questo viaggio partendo da un matematico e da un biologo. Nel 2015, Riolo and Rohani, sostengono che un richiamo vaccinale (booster) non va bene per tutti. Ma non è questa la materia del contendere. In tutta coscienza questi autori si pongono il problema dell’efficacia finale dei programmi di richiamo del vaccino (boosters), invitando ad individuare correttamente le cause reali della ricomparsa della pertosse, poiché con una diagnosi errata del problema tutto diventa inefficace e costoso.
Che sia costoso è lapalissiano, e che sia inefficace lo dimostrerò.
Poiché il mondo della scienza in campo vaccinale ha il suo dogma centrale nel concetto di “una fiala per tutti”; non è nella concezione mentale di costoro considerare che esistono due costi con i quali fare i conti: il sistema immunitario del soggetto e la strategia di sopravvivenza del patogeno sotto la pressione selettiva determinata dal programma vaccinale.

Dr. Giannotta, il vaccino anti-pertosse ha fallito il suo obiettivo?
E’ un concetto semplice da dimostrare, il principio su cui si regge la filosofia vaccinale è quello di evocare una risposta immune adattativa di durata illimitata nel tempo (spesso con eccessiva enfasi ed ottimismo, si dice a vita), tramite la somministrazione di un preparato vaccinale; ne consegue che se la risposta evocata è evanescente o sparisce nel tempo, il vaccino ha miseramente fallito il suo unico obiettivo.

Importanti affermazioni dr. Giannotta, da quali studi ha dedotto questa importante affermazione sul vaccino antipertosse?
Un rapido cammino analizzando gli studi sulla durata dell’immunità evocata dal vaccino anti-pertosse, ci permette di comprendere meglio questo vaccino.
Nel 2012, Klein et coll. affermano che l’immunità contro la pertosse diminuisce nei 5 anni successivi alla quinta dose di vaccino.
Nello stesso anno, Witt e coll. si accorgono che l’immunità vaccinale dura poco e propongono una serie addizionale di dosi boosters prima dell’adolescenza.
Lo studio però non ha tipizzato i ceppi in causa nell’epidemia.
Come prima riferito, Acosta et coll. affermano che la protezione da vaccino DTPa diminuisce entro 2-4 anni.
Come unica e sola risposta all’evanescenza dell’immunità specifica nel tempo, vengono solo proposte dose boosters a varie età. Infatti, Freitas e coll. nel 2011 affermano che una dose booster a 12 anni di età è la migliore strategia per ridurre l’impatto nei bambini più suscettibili alle complicanze della pertosse.
Gli italiani Carlino e coll., nel 2013 sostenevano che per ridurre l’incidenza e le complicazioni della pertosse nei neonati e nei soggetti immuno-compromessi, erano raccomandate dosi vaccinali di richiamo.

Leggermente più rassegnati, ma comunque insistenti, sono Barlow et coll., che nel 2014 affermano che i bambini vaccinati e gli adolescenti che contraggono la pertosse hanno una malattia meno lunga e meno severa. A fronte di questo evidente insuccesso vaccinale, gli autori sostengono che bisogna comunque vaccinare gli individui ad alto rischio.
Per sintetizzare queste correnti di pensiero monotematiche, potrei dire che: comunque vada vacciniamo ancora con altre dosi supplementari.

Cosa sappiamo del ceppo “Bordetella Pertussis”, responsabile della pertosse anche nei soggetti vaccinati? E’ logico continuare a vaccinare anche se i ceppi sono mutati?
La Bordetella pertussis ha adottato le sue strategie vincenti sotto la pressione selettiva operata dalla campagna vaccinale contro la pertosse. Nel 2014 Lam et coll. hanno analizzato i ceppi di B. pertussis nel corso di un’epidemia australiana di pertosse, verificatesi tra il 2008 ed il 2012. Il 30% dei ceppi isolati non contenevano l’antigene vaccinale pertactina, ed hanno dimostrato che la B. pertussis è in continua evoluzione in risposta alla pressione selettiva esercitata dal vaccino. Nel 2012, Theofiles et coll. hanno studiato i ceppi coinvolti nell’epidemia del Minnesota ed erano tutti ceppi senza pertactina. A dispetto delle evidenze, Gambhir e coll., nel 2015 dicono che l’epidemia americana del 2012 si spiega con una ridotta durata della protezione immunitaria, e lo dicono ricorrendo ad un loro modello matematico. Come risulta evidente, la vera causa dell’epidemia del 2012 nel Minnesota erano i ceppi PRN- (pertactina negativi) e non la ridotta riduzione della protezione immunitaria che è il preambolo al tema monocorde: ancora una dose di vaccino. È sempre assodato che l’immunità specifica anti-pertosse è evanescente, ma continuare a vaccinare in presenza di ceppi mutati è una vera follia, un non senso scientifico, un voler far pagare agli adolescenti futuri il prezzo delle nostre scellerate decisioni.

Seguendo i dettami di questo particolare mondo scientifico approderemo a queste conseguenze:

1. Il vaccino anti-Pertosse rimarrà inefficace.
2. Si amplierà la sub-popolazione suscettibile alla Pertosse.
3. La Bordetella pertussis troverà molto ospitali i soggetti vaccinati.
4. I soggetti vaccinati diffonderanno la Pertosse poiché ospiti privilegiati dei nuovi ceppi batterici PRN-.


Dr. Giannotta, lei invita il mondo sanitario all’obbligo e necessità di capire cosa sta accadendo con questo vaccino senza pregiudizi, ancorandosi seriamente alla deontologia del medico, che non deve nuocere al paziente
Certo, concludendo, posso dire che dal matematico e dal biologo è arrivata l’unica cosa sensata, che l’ambiente medico dimostra di non aver considerato visto com’è impegnato a promuovere dosi aggiuntive di un vaccino incamminato sul viale del tramonto.

fonte: http://osservatoreitalia.it/index.asp?art=4628
 

tontolina

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Mia bevanda alcalina osso seppia
Francesco Paolo Ruggieri
18 luglio alle ore 19:33

Toh, ci sono i danneggiati (gravi) da vaccino

osmed 2015osmed
Potrebbero essere duemila i bambini italiani che l’anno scorso hanno subito un danno da vaccino importante. E sono stati ignorati. Poco clamore anche sugli altri 5.397 – non solo bimbi, anche adolescenti e anziani – che hanno avuto una conseguenza post vaccinazione non considerata seria.

Già. Nel rapporto Osmed di Aifa sono calcolati 7.892 effetti collaterali. (Cliccate qui leggendo da pag 549).
Si dice poi che “analogamente agli anni precedenti, circa un terzo, (il 32%), delle segnalazioni è stato definito grave”. Ma poi si scopre che la percentuale dei casi gravi, il 32%, si riferisce a farmaci e vaccini insieme.

Come mai non sono riportati i numeri esatti e c’è – soltanto per la gravità – una percentuale con-fon-den-te?
Mistero.

E perché ai genitori che stanno per vaccinare i loro figli non si mostrano questi numeri?
Come mai i giornali non hanno mai riportato la notizia di un solo effetto collaterale da vaccino considerato grave?


Abbiamo visto qui che la Fnomceo dichiara che i vaccini sono sicurissimi e che sono sottoposti a studi randomizzati e controllati quando non è vero.

Ora scopriamo che gli effetti collaterali gravi provocati dai vaccini superano di dieci volte i casi di meningite da meningococco che sono “appena” 163 all’anno. Eppure l’eco di questi ultimi è talmente amplificata che, ad ogni infezione, pare di rivivere la peste bubbonica descritta dal Manzoni.

Quali sono questi effetti? Mistero numero due. Sono indicati solo il ricovero in ospedale, non i motivi. Incredibile come si riescano a riempire più di 500 pagine facendo lo slalom per evitare accuratamente …i fatti.

Non si dà voce alla tragedia che fa svoltare all’improvviso dalla salute alla malattia.

Non è tutto. Nella tabella di pag 549 del rapporto Osmed si nota che l’80% degli effetti collaterali avviene sotto i due anni di età. Come mai? È una delle spiegazioni che ci potrebbero arrivare ora che il ministero sta investendo 495.500 euro nella campagna pro-vaccini. Intanto, tre ipotesi: o i bambini sono più delicati o affrontano un numero più alto di vaccinazioni rispetto agli adulti. O entrambe le cose.

Andando poi a spulciare i dati degli anni passati emerge che i danni da vaccino sono in crescita galoppante. Nel 2003 vi erano in tutto 740 casi, nel 2015 si è passati a 7.892. Se i numeri non sono un’opinione, l’aumento è del 966%!

Nel 2014 i casi di reazioni avverse sono stati 8.182; nel 2013: 3.727; nel 2012: 2.555; nel 2011: 2.430; nel 2003: 750.

Un trend in impennata che il presidente di Aifa, Luca Pani, commenta così: “Nel 2015 è stata dedicata particolare attenzione alle attività volte a garantire maggior trasparenza e vi è più tempestività nel registrare le informazioni di farmacovigilanza”.

Allora, è lecito pensare che gli effetti collaterali, compresi i duemila casi gravi, si verificavano anche gli altri anni ma non venivano censiti.

A quante migliaia ammontano i bimbi danneggiati negli anni passati?

Altrimenti, dobbiamo pensare che sia successo qualcosa ai vaccini. Sono diventati, negli anni, più pericolosi? O, forse, a creare problemi è il fatto di farne da tre a sei per volta?

Ps. Oltre al genericissimo rapporto Osmed, sui vaccini esiste anche un dettagliato rapporto di sorveglianza post marketing. L’ultimo risale al 2013. Cliccate a pag 28 per vedere l’andamento degli effetti collaterali negli anni. Curioso che anche in queste pagine ricche di dettagli e di sigle, non si specifichino gli effetti gravi.

A pagina 26 si illustrano i criteri di gravità stabiliti per legge (ricovero in ospedale, menomazione permanente, esito fatale) ma quando si entra nel merito mostrando il numero dei casi gravi vaccinazione per vaccinazione (da pagina 43 in poi), il redattore sceglie di illustrare soltanto gli effetti collaterali più frequenti. La vaccinazione antimeningococcica è presentata così: “Nel 2013 ci sono state 328 reazioni avverse, di cui 43 gravi”. E poi l’elenco di reazioni avverse “a carico della cute, del tessuto sottocutaneo, irritabilità eccetera”. Dunque stop. Che è come proiettare un film giallo senza il finale.

Vogliamo far finta di credere che a un genitore che deve decidere se vaccinare il proprio figlio non interessino i casi gravi anche se sono “solo” 43 su 328?

Se vogliamo proteggere i bimbi sani dal remoto rischio di una meningite abbiamo il diritto di sapere se l’incidenza di un effetto collaterale grave è più frequente della malattia stessa!

Ps. Ringrazio i medici che mi hanno fornito numeri e tabelle. In attesa che arrivino risposte a queste cruciali domande, auguro a tutti voi buone vacanze.



Tag: Aifa, Luca Pani, rapporto Osmed, vaccinazioni, vaccini effetti collaterali


Questo articolo è stato scritto giovedì 11 agosto 2016 alle 16:07 nella categoria vaccinazioni.
Toh, ci sono i danneggiati (gravi) da vaccino –
 

tontolina

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Immunodepressione e vaccini: una voce fuori dal coro e un punto di vista diverso

Immunodepressione e vaccini: una voce fuori dal coro e un punto di vista diverso

Sono una ragazza di 28 anni, mi chiamo Giorgia Scataggia e sono immunodepressa.
Desidero esporre la mia opinione riguardo l'obbligo vaccinale, portando la mia testimonianza di persona con seria compromissione del sistema immunitario.
Pur non avendo figli la questione mi sta particolarmente a cuore, in quanto ritengo che le persone nella mia particolare condizione vengano oggi estremamente strumentalizzate per giustificare una legge che ritengo essere ingiusta.
Per questo, da qualche tempo, faccio attivismo nel mio piccolo, per offrire almeno un punto di vista diverso.
Essere gravemente immunodepressi è una condizione assolutamente invalidante: ciò che per gli altri è normale, per te diventa pericoloso. Ci sono tanti, tantissimi virus, batteri, funghi che possono causare seri problemi ad una persona immunodepressa e che con le vaccinazioni non c'entrano veramente nulla.
Per una persona immunodepressa, spesso, anche i propri "commensali", che normalmente non sono ostili, possono diventare pericolosi. Parliamo quindi di un handicap serio.
La logica deduzione è che il fatto che ad un immunodepresso sia consigliato o meno di frequentare luoghi pubblici ed affollati dipende dallo stato di salute dell'immunodepresso, non certo dalla presunta eliminazione di 10 malattie... che sono sì pericolose se l'organismo non è in grado di combatterle, ma si tratta della minima percentuale di un mondo di microrganismi patogeni estremamente più ampio.
In poche parole, per usare una similitudine, sarebbe come esporsi a raffiche di mitra con solo un elmetto in testa.
Naturalmente, non essendo un medico, non entro nel merito dell'efficacia delle vaccinazioni.
Ma, come immunodepressa che ha rischiato più volte la vita e sempre per patologie non vaccinabili, posso sicuramente testimoniare che si sta veramente male... e che far passare il messaggio che gli immunodepressi siano al sicuro grazie alle vaccinazioni di massa per convincere le persone che l'obbligo è giusto, oltre ad essere moralmente discutibile, è disinformativo, in quanto la realtà dell'immunodepressione non è questa.

Questa è la mia esperienza. Ma ciò che di più mi preme, è la questione etica... perché credo che lo Stato, in questa vicenda, abbia toccato veramente il fondo. Lo Stato ha creato malati di serie A (gli immunodepressi) e malati di serie B (i danneggiati da vaccino), lo Stato ha messo i genitori gli uni contro gli altri, strumentalizzando l'immagine di un bimbo immunodepresso e malato, che giustamente suscita empatia, per far credere che eliminare diritti fondamentali sia giusto. Un paese civile ha ovviamente il dovere di tutelare le persone come me, le persone più fragili, questo è indubbio. Ma ogni essere umano, anche se sano, ha il sacrosanto diritto di ricevere trattamenti sanitari che siano adeguati alle proprie esigenze ed alla libertà di cura, dato che il rischio di effetti collaterali c'è sempre.
Nel momento in cui un genitore entra dal pediatra, deve avere il diritto di pensare prima di tutto a ciò che è meglio per suo figlio e non può essere costretto a basare le proprie scelte sui problemi dei figli degli altri. Ed è assurdo che questo, oggi, venga chiamato egoismo... quando si tratta semplicemente di diritti fondamentali, perché tutti desideriamo che la nostra salute venga tutelata e nessuno, giustamente, deve essere trattato come lo scarto della società che viene sacrificato per questo presunto "bene comune".
I bambini sono sacri, tutti. È vergognoso che lo Stato abbia creato questo clima di odio, strumentalizzando per scopi politici bambini e genitori che soffrono e mettendoli contro ad altri genitori che vogliono solo fare il bene dei loro figli... creando divisioni che non ci dovrebbero essere, perché noi tutti dovremmo lottare per un diritto alla salute che sia universale, non lottare gli uni contro gli altri cercando di togliere diritti al prossimo.
Io, a marzo scorso, mi sono auto-dimessa dall'ospedale contro parere medico, in quanto volevo assolutamente frequentare un corso al quale tenevo tantissimo. Sapevo perfettamente ciò che rischiavo... mi sono messa la mia mascherina, ho raccattato i miei due globuli bianchi sgangherati e sono andata. Non ho mai nemmeno pensato di violare la privacy dei miei compagni di corso, pretendendo di visionare i loro dati sensibili per sapere se fossero vaccinati o portatori di qualche patologia per me potenzialmente pericolosa. E mi sembra assurdo doverlo raccontare, oggi, come se avessi fatto chissà cosa... era lo loro privacy e non avevano colpe per la mia immunodepressione.
Mi dissocio e mi dissocerò sempre dalla strumentalizzazione degli immunodepressi come giustificazione dell'obbligo.
Non pretendo di avere la verità della giustizia in tasca, ma invito tutti gli immunodepressi e i genitori di bimbi immunodepressi che la pensano come me e che non vogliono essere involontariamente "complici" di un'ingiustizia, a non rimanere nell'ombra ed a fare sentire la propria voce.
L'unica cura per l'immunodepressione è non essere più immunodepressi!
Giorgia Scataggia.
 

tontolina

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Alessio Di Benedetto
Ieri alle 17:56 ·
A chi dice che i vaccini non provocano reazioni anche gravi chiedete: come mai i piddioti hanno stabilito che il 27 ottobre sia la giornata dei danneggiati da vaccino??? https://www.change.org/p/alla-corte-europea-dei-…/u/23102432


QUOTIDIANOSANITA.IT

Vaccini. Barillari (M5S): “Politica viene prima della scienza. Non si accettino le parole degli scienziati mainstream come dogmi religiosi” - Quotidiano Sanità
Il consigliere pentastellato della Regione…
 

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