Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo. (3 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Torniamo all'inizio.
Tutto questo non può farci dimenticare "il governo dei migliori".


Offerta speciale: si distribuiscono nuove poltrone ai tecnici che in questi due anni

han fatto da foglia di fico ai deliri di Speranza e Draghi.

Contratti a tempo indeterminato per tutti, per essere stati zitti e buoni, assolutamente inascoltati e soprattutto inutili.

Si rilanci.



L’ultimo decreto prevede la sistemazione a tempo indeterminato degli esperti che hanno supportato il Governo durante questi due anni di pandemia.

Si occuperanno di lotta alle epidemie e approvvigionamento di farmaci e vaccini.

Le task force peseranno sul bilancio pubblico.








Rilanciamo dal sito www.IlParagone.it:
Si assegnano le poltrone


Il Governo procede con l’assegnazione delle poltrone per tutte quelle squadre di esperti che, fino ad oggi, hanno supportato la gestione pandemica.

Lo stato d’emergenza volge al termine e esso anche le strutture commissariali,
così il ministro della Salute Speranza si è subito premurato di far inserire nell’ultimo decreto un comma
che consentirà di costruire una task force permanente per l’ordinaria amministrazione.

Con essa, il suo ministero dovrà gestire una serie di compiti,
oggi temporaneamente assegnati ad un’Unità ministeriale della Difesa,
istituita sempre dall’ultimo DL.

Il Direttore di quest’ultima verrà nominato a breve, tramite apposito dpcm, su proposta di Lorenzo Guerini.


La bozza della norma

Dalla bozza della norma si apprende che

«al fine di rafforzare l’efficienza operativa delle proprie strutture
per garantire le azioni di supporto nel contrasto alle pandemie in favore dei sistemi sanitari regionali,
assicurando gli approvvigionamenti di farmaci e vaccini per la cura delle patologie epidemico-pandemiche emergenti
e di dispositivi di protezione individuale, anche in relazione agli obbiettivi e agli interventi connessi, nell’immediato,
all’attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini […],

il ministero della Salute è autorizzato ad assumere, a decorrere dal primo ottobre 2022,

con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato,

in aggiunta alle vigenti facoltà assunzionali, un contingente di personale».


Questa la composizione:

«Quattro dirigenti di seconda fascia, sei dirigenti sanitari»,

più un numero imprecisato di «unità di personale non dirigenziale con professionalità anche tecnica».




Le cifre della spesa pubblica

Ovviamente nessuno di lor signori lavorerà gratis.

Sarà quindi necessario stanziare una certa somma per poi metterla a bilancio nelle casse pubbliche.

Proviamo a fare una stima.

I dirigenti di seconda fascia percepiscono tra gli 80.000 ed i 97.000 euro lordi l’anno.

I dirigenti sanitari 66.551,96 euro lordi l’anno.

Il personale non dirigenziale, con trattamento economico F1 (quello identificato dal decreto) riceve 19.584,14 euro annui.



Ne deriva che, tenendosi bassi, i dieci professionisti che sicuramente verranno reclutati dallo Stato dovrebbero costarci circa 720.000 euro l’anno.


Cifre non astronomiche ma che fanno storcere il naso se si pensa al fatto che dal 31 marzo in poi, salvo proroghe specifiche,

gli ospedali manderanno a casa il personale assunto in virtù dello stato d’emergenza.


Mentre nelle stanze dei Palazzi del potere si spartiscono le poltrone,

nessuno si occupa della cronica carenza di personale dei nosocomi italiani.




La nuova “normalità”

Roberto Speranza, dunque, allarga le proprie fila e predispone le basi per quella dovrà essere la “nuova normalità”.

Benché possa essere concettualmente passabile l’essere preparati a nuove emergenze, vista la gestione scellerata degli ultimi due anni
diventa lecito porsi delle domande sulla reale funzione di questa nuova squadra.

Il timore è che si diventi troppo disinvolti nell’utilizzare nuove ondate epidemiologiche come pretesto per dichiarare future emergenze,

attuando nuovamente le consolidate prassi restrittive che sono state adottate nei due anni di pandemia,

moltiplicando le strutture tecniche in deroga a quell’amministrazione ordinaria che uno Stato di diritto

dovrebbe essere in grado di assicurare alla propria cittadinanza.


Un’altra legittima preoccupazione è che le future “emergenze” possano essere trasformate in veri e propri assumifici.



Le strutture emergenziali diventano prassi

Dopo che il commissario, Generale Francesco Paolo Figliuolo, lascerà la sua di poltrona,
ecco che le prerogative della gestione delle crisi sanitarie verrà assegnata a due ministeri, Salute e Difesa.

Il primo si doterà della squadra di cui sopra, mentre il dicastero di Guerini, dal 2023, avrà a disposizione un

“nucleo iniziale di un’Unità di gestione delle emergenze”.




Ecco che allora il Governo legittima l’emergenza ordinaria,

introducendo una serie di squadre che saranno legittimate ad operare con poteri straordinari,

visto che i nostri impianti ordinari come la Protezione Civile, a questo punto, si occuperanno di altro.


D’altro lato molti dei nostri politici e lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante vari interventi,

ci avevano messo in guardia su quella che sarebbe stata l’eredità del covid:


una “nuova normalità”, ovviamente a tempo indeterminato come i contratti degli esperti.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Sostengo, sin dall’inizio della tragedia democratica causata dalle misure restrittive per l’insensata guerra al Sars-Cov-2,
che l’obbligo della mascherina rappresenta ben altro che un semplice strumento di protezione individuale.

Quest’ultima, insieme al vaccino/elisir di lunga vita,
ha assunto sin da subito un valore simbolico di appartenenza in ossequio all’ortodossia politica dominante.

Qualcosa di molto vicino all’uso politico che, sin dall’inizio dei tempi, si è fatto dei simboli religiosi.

Tant’è che, malgrado essa sia stata sostanzialmente abbandonata in gran parte del mondo civile,
noi continuiamo a prescriverla in molti contesti;
così come sono tuttora in parecchi i cittadini che, pur caduto l’obbligo di indossarla all’aperto,
la portano spontaneamente e nei modi più assurdi non appena mettono piede fuori di casa.


D’altro canto, se i messaggi in tal senso sono quelli che continua a mandare in onda la televisione di Stato,
non possiamo poi stigmatizzare i poveretti che, ancora preda di un profondo terrore virale,
non hanno alcuna intenzione di separarsi dalle loro amatissime Ffp2.



A questo proposito, alcuni giorni orsono il tg di Rai 3 delle 19
ha trasmesso un servizio sulla guerra in Ucraina
che ha toccato livelli di preoccupante ridicolaggine,
soprattutto perché si tratta del servizio pubblico profumatamente pagato dal contribuente.

Fabio Bucciarelli, inviato di guerra della stessa Rai 3,
si è coraggiosamente recato all’interno di una fabbrica di surgelati devastata da un bombardamento russo, nei pressi di Kiev.

Ebbene, l’impavido cronista non indossava un elmetto protettivo, come sarebbe stato logico aspettarsi,
bensì la magnifica, summenzionata mascherina Ffp2.


Ora, è anche possibile che il nostro se la sia messa per proteggersi dal fumo, che comunque nelle sue vicinanze non c’era,
oltre al fatto che le persone inquadrate mentre cercavano di salvare il salvabile non avessero alcuna mascherina.

Tuttavia, il messaggio per gli sprovveduti che si sono bevute tutte le balle governative sul virus risulta devastante,

facendo passare in modo subliminale il concetto secondo cui il medesimo virus sia più pericoloso delle bombe.


Pertanto, dovendo optare, è preferibile anche in zona di combattimenti proteggersi dal Coronavirus piuttosto che dai proiettili.


Dopodiché, lo stesso Tg3 ha dedicato ampio spazio alla manifestazione per la pace di Firenze,
con la presenza dell’intero stato maggiore del centrosinistra.

Anche qui tutti rigorosamente mascherati, ma con una evidente sfumatura di rosso tra Roberto Speranza ed Enrico Letta.



Infatti, nelle relative interviste, mentre il primo, da solerte talebano sanitario,
ha sempre parlato con la mascherina d’ordinanza rigorosamente calcata in viso,

il segretario dem ha pronunciato la sua fuffa pacifista a volto completamente scoperto.


Evidentemente, ci viene da pensare, nei partiti più grandi il virus manifesta un certo riguardo,
contrariamente a ciò che capita ai derelitti politici dello zero virgola o giù di lì.


In questo caso, anche la miracolosa mascherina non può fare molto per bloccare il virus letale dell’irrilevanza politica.


.
 

Val

Torniamo alla LIRA
I sussidi a pioggia stanno sostituendo gli investimenti pubblici.


Ogni studente di economia sa bene che l’intervento pubblico è utile nei momenti di stagnazione
per compensare la diminuzione degli investimenti privati.

Ma l’investimento dovrebbe riguardare opere durevoli nel tempo, come le infrastrutture.

Sono evidenti, a esempio, i vantaggi che sono derivati dalla costruzione della rete autostradale e ferroviaria
ed il contributo offerto per la crescita dell’Italia.

I sussidi, invece, agiscono in altro modo: agendo sul reddito disponibile e perciò sulla domanda di beni,
dovrebbero spronare anche la produzione e, con essa, l’occupazione.


Purtroppo, però, i sussidi spesso vanno a incrementare l’acquisto di beni di consumo d’importazione,

per cui non producono effetti benefici sull’economia e non contribuiscono ad arricchire il patrimonio della nazione.



Il sussidio pubblico è necessario per ragioni di equità sociale, ma non deve prevalere sugli investimenti,
che sono gli unici in grado di garantire opere infrastrutturali durevoli nel tempo.

Sono evidenti i motivi per i quali l’elargizione di sussidi si sta diffondendo come pratica.

Le motivazioni vanno ricercate nella necessità di adottare misure di sostegno per far fronte alla crisi,

nel consenso che possono assicurare e anche nella loro semplicità di erogazione
.


È sotto gli occhi di tutti che, in Italia, costruire un asilo richiede tempi paragonabili a quelli che sono stati necessari per costruire il tunnel sotto la Manica.


Il patrimonio strutturale italiano è vecchio rispetto a quello di altri Paesi,
certi ospedali sono scandalosamente fuori tempo e l’edilizia scolastica lascia spesso a desiderare.


Se la situazione non cambierà, il rischio è di trovarsi nei prossimi anni con strutture ancora più fatiscenti e inadeguate.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Esiste più la libertà di opinione?


Dopo l’omologazione,

la cancel culture

il politicamente corretto

si è aggiunto l’ideologismo bellico.



Siamo tutti ucraini. Così sembra, leggendo i giornali e seguendo la comunicazione.
Oggi, poi, da Kiev parla alle Camere italiane, riunite a Montecitorio, Volodymyr Zelensky, il presidente.

Ad ascoltarlo istituzioni e Governo quasi al completo: dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati
all’omologo della Camera, Roberto Fico, il premier Mario Draghi e – ospite in aula – l’ambasciatore ucraino, Yaroslav Melnyk, oltre ai parlamentari.


Addio democrazia nostra, addio dissenso.

Nei giorni scorsi gli ucraini avrebbero manifestato preoccupazione sui rischi di qualche contestazione a Zelensky.

Non sono abituati ai nostri “buuu”, ai fischi, agli applausi, al barometro dell’Aula,
a quegli eccessi per cui a volte sono costretti a intervenire i commissari,
lo scampanellio del presidente di turno senza esclusione di allontanamenti,
come è capitato per esempio al deputato Vittorio Sgarbi.

La democrazia post-sovietica non ammette o non comprende queste manifestazioni,
russi o ucraini che siano, questa è la loro cultura, la loro storia, intransigente e totalitaria scivolata nel marketing e nel consenso.


Mi preoccupa tanto, il nostro dono più grande, la libertà,
dissolto così alle nevi di quella parte di mondo che non è ancora uscita dal passato.

Che usa quelle sirene che rendono le città spettrali, le cacciano indietro
nessuno di noi pensava di rivederle dal vivo dei telegiornali.


Non c’è più libertà di pensiero,

al punto che se dici Lev Tolstoj

o affermi di non voler rinunciare alla vodka

sei schedato “putiniano” e tacitato
.

Assurdo.

Perché, fino all’inizio di questo scempio bellico,

l’informazione grondava di immagini di parlamentari, ministri e alte cariche

tutti “amici di Putin”, a cui sono stati resi omaggi ufficiali e rassegne militari.



Eppure, non eravamo “tutti russi”,
ma noi italiani siamo fatti così,
ci piace l’amicizia al posto della tirannia
e soprattutto salutavamo di buon occhio la cordialità a un presidente russo.

E pensavamo “alla cortina di ferro”,
un popolo chiuso e relegato dentro i confini segnati dalla Guerra Fredda.

Pensavamo a quei giovani come noi, che però non potevano viaggiare, lasciare il Paese, scambiare cultura, parlare, avere idee diverse.
 

Val

Torniamo alla LIRA
"Probabilmente è indice del fatto, e dobbiamo tutti augurarcelo,
che dietro le quinte proseguono in qualche modo e su qualche tavolo trattative segrete.
Non solo, Zelensky sa anche perfettamente che il nostro Paese
è quello che ci rimette maggiormente con le sanzioni inflitte alla Russia

e che quindi è quello più interessato alla pace in tempi rapidi".

Con queste parole Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia,
risponde alla domanda sull'intervento a Montecitorio
del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel quale ha parlato di pace e non di guerra.


"Ad esempio, la Gran Bretagna non ha alcun interesse a che si arrivi rapidamente alla pace
perché non subisce alcuna conseguenza dalle sanzioni economiche
ed infatti durante il suo intervento al Parlamento britannico
Zelensky ha parlato di guerra e della necessità di sconfiggere la Russia
".


Quanto al premier Mario Draghi, che ha detto che l'Italia è favorevole all'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea
e che invieremo altri aiuti militari alla resistenza di Kiev, Cacciari sottolinea:

"Segue la linea dell'Europa, abbastanza scontato.
Dopo che l'Unione ha accolto tutti dovremmo dire no agli ucraini?
Sarebbe riprovevole, sia eticamente sia politicamente".


"Il problema vero è capire se gli interventi degli attori, da Biden in giù,
coprono l'intero sviluppo delle trattative o se c'è altro in ballo.
In uno scontro come questo le dichiarazioni pubbliche sono una cosa,
poi, solitamente e possiamo augurarcelo, ci sono anche trattative che non conosciamo
per arrivare alla fine del conflitto. Altrimenti qual è l'alternativa?
Una guerra che durerà chissà quanto tempo".


"Come in tutte le guerre in pubblico si recita la commedia

e dietro le quinte ci sono i tavoli per le vere trattative
.

Ci sono anche in questo caso? Speriamo.

I russi non usciranno mai sconfitti,

nemmeno l'anima bella più candida e ingenua

può immaginare un ritiro unilaterale delle truppe di Mosca.

Se aspettiamo che ci sia un vincitore dal punto di vista militare avremo solo un Paese devastato, l'Ucraina,

e l'effetto boomerang delle sanzioni per alcuni Paesi occidentali, non per tutti.

E tra questi in prima fila Italia e Germania, non certo Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia".


"E' positivo che ci siano posizioni differenziate,

vuole dire che non c'è ancora il pensiero unico per tutti

e che non tutti hanno il cervello all'ammasso
.


Alcune posizioni le condivido, altre per niente, ma il fatto che ci siano posizioni differenziate
e non solo il richiamo alla guerra è un fatto certamente positivo.


Ne abbiamo le palle piene dei ministeri della verità, prima il Covid e ora la guerra.


E' molto positivo che gli italiani abbiano ancora un minimo di autonomia nel giudicare e valutare gli accadimenti".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ora, il Sig. Pasini dice belle cose.

Però sbaglia quando dice che la tassazione su 4.750 mensiil è del 40% ;

Però sbaglia quando dice che non si vive con 2000 Euro netti al mese ;

Però sbaglia quando dice che a milano si pagano 1500 euro di affitto al mese,
certo si pagano, ma all'interno ci sono "studi associati".
Il mio medico di base, affitta un appartamento in centro, ma sono dentro in 5
5 locali, cinque studi. 2 sole impiegate. 1 solo numero di telefono.
stai in attesa anche 40/50 minuti per parlare con l'operatore;

Però sbaglia - perchè non può dirlo - che quando chiami il tuo medico di base
per una visita al domicilio, poi gli paghi il disturbo. E quello è contante ;

Però sbaglia quando non dice che le case farmaceutiche "agevolano" la prescrizione di quel medicamento,
altrimenti non esisterebbe la categoria degli informatori farmaceutici, che vivono di commissioni, sul venduto.
Certo, non pagano in denaro contante, ma pagano in ELARGIZIONI. Viaggi gratis.
Vacanze gratis. Etc.etc.etc. Suvvia siamo obiettivi.

Non conosco medici di base che facciano "la fame".
Anzi, cercano di andare in pensione il più tardi possibile.
Ci sarà un perchè ? .....o no ?


"Sono Andrea Pasini un imprenditore di Trezzano Sul Naviglio
e sono ogni giorno sempre più convinto che la pandemia purtroppo ci ha insegnato ben poco.
Parlo del nostro sistema sanitario.
Nemmeno questi due anni trascorsi con il Covid-19 ci hanno aiutato a prendere coscienza
delle falle del nostro sistema sanitario ed in particolare dell’importanza che avevano e hanno i medici di base.

Quest’ultimi sono il primo anello della catena sanitaria nazionale, nonché uno dei più sensibili e importanti.

Una nozione che straordinariamente sembra ancora sfuggire ai nostri legislatori.

Il numero di medici di base è sempre minore ed è diventato difficile trovare nuove leve che vadano a sostituire i medici in età pensionabile.

Perché, vi starete chiedendo.

La risposta è molto semplice: il lavoro è mal pagato e gli oneri burocratici sono infiniti.

Un medico di base massimalista, ovvero che raggiunge il tetto massimo di 1.500 pazienti consentiti,
prende 38 euro lordi a paziente all’anno per un totale di circa 4.750 euro lordi al mese,
cui bisogna togliere il 20% di ritenuta d'acconto più un altro 20% di tasse.

A questo bisogna sottrarre il costo dello studio: ad esempio a Milano si spende minimo 1500 euro al mese di affitto,
cui vanno aggiunte le bollette, il costo della segretaria ed eventualmente dell'infermiere.
In sostanza guadagnano meno di 2000 euro al mese
.

Chi andrebbe a fare un lavoro del genere, con questo stipendio e con tutti i rischi annessi?

Chi andrebbe a intraprendere questa professione conoscendo quella che è la mole di lavoro che lo attende?

Nonostante i proclami negativi di una certa parte politica e la campagna di cattiva stampa che è stata lanciata,
secondo cui i medici di base sarebbero impegnati pochissimo tempo, c’è da dire invece che
questa categoria lavora tutto il giorno e molto spesso è costretta a portarsi il lavoro a casa e a lavorare durante i weekend.

Questi professionisti devono assolvere a una mole di pratiche burocratiche che hanno ormai superato la parte clinica,
cioè le segnalazioni all'Ats, la prenotazioni, i certificati, i portali da compilare, tutti compiti impossibili da svolgere durante l'orario di lavoro.

Ci sono poi le telefonate, le mail e i messaggi Whatsapp dei pazienti cui rispondere.

Una serie di azioni che per qualcuno che non fa nulla tutto il giorno sembrano di facile risoluzione
ma che invece per chi conosce il lavoro e il sacrificio sono un impegno costante e faticoso.

Un medico oggi va avanti quasi esclusivamente grazie alla passione che nutre per il suo lavoro e le persone che si è impegnato a curare.

Oggi più che mai intraprendere questa professione ti porta a vivere più criticità che positività.


A una campagna mediatica sfavorevole si aggiungono le informazioni errate in ambito burocratico e sanitario che ogni giorno devono interpretare.

Parlo proprio di green pass e vaccini, due strumenti fondamentali su cui però si è indubbiamente creato un caos inaccettabile.

Si creano delle false aspettative o idee sbagliate, su quelle che sono le competenze dei medici di base, che portano ad avere attriti con i pazienti.

In buona sostanza vengono trattati come se fossero dei punti informazione.


A Milano e provincia si registrano almeno due casi a settimana di aggressioni: fisiche e atti di vandalismo agli studi.

Così anche gli esposti sono triplicati negli ultimi due anni arrivando alla cifra di 30 al giorno per 27000 medici tra Milano e provincia:
si tratta di richieste di sanzioni disciplinari contro gli iscritti da parte dei pazienti.

Due anni di pandemia hanno incrinato il rapporto medico-paziente invece che far riscoprire il vero valore di questi professionisti.


Chi vorrebbe mai lavorare in queste condizioni?

I risultati sono davanti agli occhi di tutti, su 600 borse di studio in Lombardia, si sono presentati in 530 partecipanti.

Un problema è che una legge degli anni Novanta che non equipara le specialità mediche al corso di formazione per medico di medicina generale,
con ricadute sotto il profilo del titolo (non è un corso gestito dall'università), e del compenso:

se uno specializzando, infatti, percepisce 1400 euro netti al mese, chi frequenta il corso regionale prende 800 euro lordi.


Ora la domanda da sollevare al legislatore è la seguente:

il sistema sanitario territoriale rappresenta un valore per la politica?

E se sì, si può continuare a gestirlo in questo modo?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Roberto Speranza è intoccabile: è veramente protetto dai poteri forti che rappresenta.

Proprio lui, insieme al Pd, avrebbe appena impedito a Draghi di eliminare definitivamente il Green Pass:
il primo ministro, infatti, avrebbe voluto abolirlo dal 1° aprile, con la fine dello stato d’emergenza.

Ed invece, niente da fare: c’è chi vuole che la “schedatura digitale” resti in vigore a tutti i costi.

Fonti vicine al governo riferiscono addirittura di pressioni, in questo senso, da parte del Vaticano: rendetevi conto.


Spero quindi che questo esecutivo cada al più presto,
e che i suoi componenti poi rispondano, anche a livello giudiziario, dei crimini che hanno commesso.


Oramai, un buon 30% degli italiani ha compreso di essere stato vittima della farsa pandemica.


Ed oggi, lo stesso potere che fino a ieri ha sottomesso la popolazione col pretesto del Covid,
si è inventato il nuovo virus con cui terrorizzare tutti: la Russia.


Notare: mentre Francia e Germania stanno già trattando sottobanco per limitare i danni delle sanzioni,
l'Italia procede verso il precipizio.


Di questo passo saremo gli unici a subire conseguenze devastanti: ed è la precisa volontà demolitrice di questo governo di servi.


L’operazione Covid e la disinformazione sulla crisi in Ucraina hanno gli stessi mandanti e la stessa matrice,
basata sulla frode sistematica e sul capovolgimento della verità.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Tanto per cominciare, sul suolo ucraino,
la Russia sta colpendo decine di laboratori destinati a produrre armi biologiche e batteriologiche,
anche con l’impiego di virus: laboratori finanziati dallo stesso Deep State statunitense
che sta dietro alla farsa pandemica che ci ha attanagliato negli ultimi due anni.

Ridicolo, poi, che i nostri media parlino delle difficoltà che starebbero incontrando le forze russe.

Mosca non ha mai pensato a una guerra-lampo, concentrata su un unico fronte da sfondare rapidamente:

al contrario, l’operazione russa – accuratamente pianificata – prevedeva fin dall’inizio la “bonifica” dell’Ucraina,
agendo contemporaneamente su 10 fronti ben distinti.

E' emersa la presenza, sul territorio ucraino, di oltre una ventina di installazioni Nato. (per nato si indendono quelli di là)

Dal golpe del 2014, che ha deposto il presidente Yanukovic e portato al regime
che ha prodotto prima Poroshenko e ora l’attuale pagliaccio,
la Nato non ha fatto che moltiplicare, in chiave anti-russa, le sue installazioni militari in Ucraina.



Un sito web di orientamento religioso, “VeritasLiberabitVos.it”,
presenta una mappa aggiornata della presenza militare Usa e Nato in Ucraina,
evidenziando le basi principali, a partire dal sito operativo navale Ochakov
che è stato completamente distrutto dai russi il 25 febbraio.
Oppure l’Isola dei Serpenti, un centro di intelligence della Cia,
catturata dai russi sempre il 25 febbraio, senza neppure dover combattere.
Un’altra installazione ad uso e consumo della Nato è il porto di Yuzhny, nella regione di Odessa,
utilizzato anche dalla marina militare britannica: nel centro portuale di Yuzhny (non ancora raggiunto dalle forze russe)
era prevista la costruzione di una vera e propria base Nato.
E non è tutto: sono stati censiti 241 campi di addestramento, per “armi combinate”, nella regione di Kherson,
ora occupata dalle truppe della Federazione Russa.
Quindi, come dimostrano le prove documentali: parliamo di 241 campi, con addestratori americani.
A Mariupol, invece – dove i russi stanno ormai finendo di “bonificare” i residui quartieri ancora in mano alle truppe fedeli a Kiev –
c’erano centri di addestramento per cecchini.


Tra gli altri siti in dotazione alla Nato, c’era il “Centro internazionale per la pacificazione e la sicurezza” di Yavorov, nella regione di Lvov (Leopoli):
è stato distrutto il 13 marzo dai missili russi.

Un altro centro di addestramento, sempre con istruttori americani, era quello di Malaya Lyubasha, nella regione di Rovno:
qui, gli Usa addestravano le unità ucraine della X Brigata dei Fucilieri da Montagna.

Al momento risulta che tutti gli istruttori americani abbiano lasciato l’installazione, che ora sarebbe allo sbando.

Buona parte di queste strutture, ormai, sono state completamente disabilitate dall’intervento russo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Che dire?

Viviamo tempi davvero difficili.

La situazione economica non rifiorirà certo da un giorno all’altro.

Probabilmente, nelle prossime settimane avremo ulteriori rincari dei generi alimentari, ulteriori spinte inflattive.

Ci saranno problemi determinati dall’aumento del costo dei carburanti.


Ma è quello che vuole il sistema: vuole le persone spaventate (e oggi distratte dalla cronaca bellica).


Tutto dipende da quando l’Occidente autorizzerà i suoi fantocci di Kiev a trattare.

In Ucraina vorrebbero già negoziare: ma la trattativa è bloccata,
perché i veri padroni impediscono agli ucraini di scendere a patti.

La Russia non ha l’interesse di uccidere cittadini ucraini.

Impariamo a riconoscere le “false flag” e non legittimiamo questa grande ondata di follia russofobica.


Manteniamo alta la bandiera della libertà:

in Italia non c’è più un solo politico che parli di libertà.


Ce ne rendiamo conto?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Per quelli che hanno tanto da ridire sui notax, novax, no cipeciop
invito loro a leggere il primo articolo del nuovo decreto covid
ed a chiedersi :

Come mai l'Italia è l'unico paese al mondo ad aver dichiarato lo stato d'emergenza per la guerra ?

Ed averlo fatto - stranamente - poco prima che scadesse quello sanitario ?

Forse perchè gli serviva per gettare sabbia negli occhi, così ad occhi chiusi
tutto si accetta ?


Leggete bene e capirete.
Oh, poi, se il Vs. cervello è ridotto ai minimi termini,
fatevelo spiegare, perchè è ora di svegliarsi e capire.


ART. 1

1. Allo scopo di adeguare all’evoluzione dello stato della pandemia da COVID-19 le misure di contrasto in ambito organizzativo,

operativo e logistico emanate con ordinanze di protezione civile

durante la vigenza dello stato di emergenza dichiarato con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020,

da ultimo prorogato fino al 31 marzo 2022, preservando, fino al 31 dicembre 2022,

la necessaria capacità operativa e di pronta reazione delle strutture durante la fase di progressivo rientro nell’ordinario,

possono essere adottate una o più ordinanze ai sensi di quanto previsto dall’articolo 26 del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1.


Le citate ordinanze, da adottare su richiesta motivata delle Amministrazioni competenti,

possono contenere misure derogatorie negli ambiti suindicati,

individuate nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico e delle norme dell'Unione europea,

con efficacia limitata fino al 31 dicembre 2022
.

Le ordinanze di cui al presente articolo sono adottate nel limite delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente

e sono comunicate alle commissioni parlamentari competenti per materia entro sette giorni dalla data della loro adozione.
 

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