Uno/a sconosciuto/a nel web mi ha regalato una poesia! (1 Viewer)

doncraudio

intellettuale stronzissimo
Abbiamo letto con grande interesse il nuovo volume poetico dell'ammiratore di Claire: ogni parola apre recessi vibranti e strepiti dell'anima. Abbiamo avuto la sensazione di rivivere come trasfigurati in un'aura poetica alcionica. E' aggressivo e nello stesso tempo religiosamente olimpico: il fluire dannunziano alcionico della parola del clairofilo si sta piegando castamente verso un'espressione essenziale, non priva talvolta di efficaci nudità semantiche, verso risoluzioni strumentali di sintesi e di scorcio, per usare la terminologia pittorica, solenni.Queste modalità sono oggi attualissime presso il linguaggio della poesia post-dannunziana, ma il clairofilo, a questa presenzialità di forme espressive che è aggiornata al 2011 aggiunge un sentimento profondo di partecipazione corale alla vita delle cose e degli uomini che è tutto suo. L'impegno suo, così si rivela dai suoi versi è di acquisire un ubi consistam di religiosità e di catarsi. La poesia di questo clairofilo è tipica per capire come sia ancestrale, sotto l'influenza leopardiana, in tutti i clairofili, l'esigenza di captare, quasi attraverso un raptus mistico, il clima numinoso di una soteriologia cosmica e umana-personale insieme,
Traspare anche da tutto il brano poetico chiaramente l'espressione di una severa compostezza e talvolta di una olimpica contemplazione al di là del rogo delle vicende umane, serenità nella quale si purificano gli scontri di passioni profonde, la cui descrizione è sempre resa scultorea dalla proprietà e direi statuarietà di termini condensati e risolutivi, nel loro continuo essenziale significato metafisico. Lo stato di questa compostezza non sarebbe dispiaciuto a Croce al quale la cristallinità e la purezza degli strumenti espressivi rappresentavano la conditio sine qua non dell'arte. Con questa citazione crociana termino la mia breve analisi critica, rallegrandomi con l'autrore della sua opera ed augurandogli di conseguire per il futuro, nelle sue rielaborazioni poetiche sempre più alte vette di catarsi religiosa e spirituale.
 

great gatsby

Guest
l'altro giorno ho scritto catarsi alla seconda e ultima riga e uno mi ha mandato a cagare

vorrei farvi conoscere
 

Claire

ἰοίην
Abbiamo letto con grande interesse il nuovo volume poetico dell'ammiratore di Claire: ogni parola apre recessi vibranti e strepiti dell'anima. Abbiamo avuto la sensazione di rivivere come trasfigurati in un'aura poetica alcionica. E' aggressivo e nello stesso tempo religiosamente olimpico: il fluire dannunziano alcionico della parola del clairofilo si sta piegando castamente verso un'espressione essenziale, non priva talvolta di efficaci nudità semantiche, verso risoluzioni strumentali di sintesi e di scorcio, per usare la terminologia pittorica, solenni.Queste modalità sono oggi attualissime presso il linguaggio della poesia post-dannunziana, ma il clairofilo, a questa presenzialità di forme espressive che è aggiornata al 2011 aggiunge un sentimento profondo di partecipazione corale alla vita delle cose e degli uomini che è tutto suo. L'impegno suo, così si rivela dai suoi versi è di acquisire un ubi consistam di religiosità e di catarsi. La poesia di questo clairofilo è tipica per capire come sia ancestrale, sotto l'influenza leopardiana, in tutti i clairofili, l'esigenza di captare, quasi attraverso un raptus mistico, il clima numinoso di una soteriologia cosmica e umana-personale insieme,
Traspare anche da tutto il brano poetico chiaramente l'espressione di una severa compostezza e talvolta di una olimpica contemplazione al di là del rogo delle vicende umane, serenità nella quale si purificano gli scontri di passioni profonde, la cui descrizione è sempre resa scultorea dalla proprietà e direi statuarietà di termini condensati e risolutivi, nel loro continuo essenziale significato metafisico. Lo stato di questa compostezza non sarebbe dispiaciuto a Croce al quale la cristallinità e la purezza degli strumenti espressivi rappresentavano la conditio sine qua non dell'arte. Con questa citazione crociana termino la mia breve analisi critica, rallegrandomi con l'autrore della sua opera ed augurandogli di conseguire per il futuro, nelle sue rielaborazioni poetiche sempre più alte vette di catarsi religiosa e spirituale.

:eek: :mmmm: :lol:
 

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