Unipol (UNI) Unipol-fonsai interviene la procura di milano (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
FonSai, la Gdf perquisisce l’Isvap, indagato Giannini

Lo scandalo Ligresti si abbatte sull’Isvap. Su mandato della Procura di Torino, la Guardia di finanza ha notificato un avviso di garanzia a Giancarlo Giannini, capo dell’Isvap, l’autorità di vigilanza delle assicurazioni. Ipotizzato il concorso nel falso in bilancio di Fondiaria Sai.

Leggi il resto: FonSai, la Gdf perquisisce l

23 ottobre 2012 - 13:36 La Guardia di finanza ha perquisito questa mattina la sede dell’Isvap, l’autorità di vigilanza delle assicurazioni, su mandato della Procura di Torino, che indaga su Fondiaria Sai. Le operazioni sono ancora in corso. I pm titolari dell’inchiesta, Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, hanno iscritto nel registro degli indagati Giancarlo Giannini, già presidente e ora commissario straordinario dell’Isvap, per l’ipotesi di reato di concorso in falso in bilancio (di FonSai). È stata perquisita anche l’abitazione di Giannini. «Si cercano riscontri – si legge in una nota della Gdf – in ordine a presunti inadempimenti e ritardi dell’Authority delle assicurazioni, negli anni 2009-2011, nell’esercizio dell’azione di vigilanza sul gruppo Fondiaria-Sai. Sono state inoltre notificate informazioni di garanzia per concorso in falso in bilancio». A breve, «i dirigenti dell’istituto in grado di riferire sui fatti, saranno sentiti direttamente dai due magistrati».
Fra il 2009 e il 2011 Fondiaria Sai ha bruciato quasi 2,5 miliardi di euro. Parte delle perdite del 2010 e dell’ultimo esercizio deriva dall’emersione di un’insufficienza delle riserve tecniche, ovvero gli accantonamenti effettuati dalle compagnie di assicurazione per far fronte agli impegni verso gli assicurati. Giannini è presidente dell’Isvap dal 2002 e aveva già autorizzato l’aggregazione della Fondiaria da parte della Sai della famiglia Ligresti. Da luglio, in seguito al varo della riforma dell’Isvap, che sarà posto sotto l’ala della Banca d’Italia e ridenominato Ivass, Giannini ha assunto il ruolo di commissario straordinario. La fase di transizione dovrebbe chiudersi il 4 novembre con l’approvazione dello statuto dell’Ivass e la nomina dei suoi organi di vertice.
L’inchiesta della magistratura torinese è una delle due in corso sullo scandalo che ha investito la Fondiaria Sai sotto la gestione dei Ligresti. A Torino si indaga in relazione all’ipotesi di falso in bilancio ed ostacolo all’attività di vigilanza per gli anni 2009-2011. In questo periodo la società era guidata dalla presidente Jonella Ligresti e, dal punto di vista operativo, prima dall’amministratore delegato Fausto Marchionni e poi, da inizio 2011, da Emanuele Erbetta, che è poi il manager rimasto al comando fino a oggi, in attesa del passaggio definitivo a Unipol. Nell’ambtio di questa indagine, il 2 agosto, sono stati perquisiti gli uffici di FonSai a Torino e Milano e sono stati iscritti nel registro degli indagati i componenti del comitato esecutivo e del consiglio di amministrazione in carica negli esercizi finiti sotto i riflettori della magistratura.
A Milano, invece, il pm Luigi Orsi indaga per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza in relazione ai movimenti anomali dei titoli Premafin e alla proprietà dei trust esteri (The Ever Green e The Heritage) riconducibili secondo la Consob e gli inquirenti alla famiglia Ligresti. Per tali ipotesi di reato, lo scorso luglio Salvatore Ligresti è stato iscritto nel registro degli indagati. L’inchiesta milanese sta indagando anche sul fallimento delle holding immobiliari-edili dei Ligresti (Imco e Sinergia) e sul patto occulto che i Ligresti avrebbero raggiunto con Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, anche lui indagato per ostacolo all’autorità di vigilanza. In cambio del loro sì all’intervento di Unipol nella ricapitalizzazione di Premafin-FonSai, e alla successiva fusione fra i due gruppi, i Ligresti avrebbero ottenuto 45 milioni. Mediobanca ha negato valore contrattuale al foglio su cui compare la firma dell’a.d. Nagel e le richieste della famiglia Ligresti.
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MARCO12

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fonsai, la gdf perquisisce l’isvap, indagato giannini

lo scandalo ligresti si abbatte sull’isvap. Su mandato della procura di torino, la guardia di finanza ha notificato un avviso di garanzia a giancarlo giannini, capo dell’isvap, l’autorità di vigilanza delle assicurazioni. Ipotizzato il concorso nel falso in bilancio di fondiaria sai.

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23 ottobre 2012 - 13:36 la guardia di finanza ha perquisito questa mattina la sede dell’isvap, l’autorità di vigilanza delle assicurazioni, su mandato della procura di torino, che indaga su fondiaria sai. Le operazioni sono ancora in corso. I pm titolari dell’inchiesta, vittorio nessi e marco gianoglio, hanno iscritto nel registro degli indagati giancarlo giannini, già presidente e ora commissario straordinario dell’isvap, per l’ipotesi di reato di concorso in falso in bilancio (di fonsai). è stata perquisita anche l’abitazione di giannini. «si cercano riscontri – si legge in una nota della gdf – in ordine a presunti inadempimenti e ritardi dell’authority delle assicurazioni, negli anni 2009-2011, nell’esercizio dell’azione di vigilanza sul gruppo fondiaria-sai. Sono state inoltre notificate informazioni di garanzia per concorso in falso in bilancio». A breve, «i dirigenti dell’istituto in grado di riferire sui fatti, saranno sentiti direttamente dai due magistrati».
fra il 2009 e il 2011 fondiaria sai ha bruciato quasi 2,5 miliardi di euro. Parte delle perdite del 2010 e dell’ultimo esercizio deriva dall’emersione di un’insufficienza delle riserve tecniche, ovvero gli accantonamenti effettuati dalle compagnie di assicurazione per far fronte agli impegni verso gli assicurati. Giannini è presidente dell’isvap dal 2002 e aveva già autorizzato l’aggregazione della fondiaria da parte della sai della famiglia ligresti. Da luglio, in seguito al varo della riforma dell’isvap, che sarà posto sotto l’ala della banca d’italia e ridenominato ivass, giannini ha assunto il ruolo di commissario straordinario. La fase di transizione dovrebbe chiudersi il 4 novembre con l’approvazione dello statuto dell’ivass e la nomina dei suoi organi di vertice.
l’inchiesta della magistratura torinese è una delle due in corso sullo scandalo che ha investito la fondiaria sai sotto la gestione dei ligresti. A torino si indaga in relazione all’ipotesi di falso in bilancio ed ostacolo all’attività di vigilanza per gli anni 2009-2011. In questo periodo la società era guidata dalla presidente jonella ligresti e, dal punto di vista operativo, prima dall’amministratore delegato fausto marchionni e poi, da inizio 2011, da emanuele erbetta, che è poi il manager rimasto al comando fino a oggi, in attesa del passaggio definitivo a unipol. Nell’ambtio di questa indagine, il 2 agosto, sono stati perquisiti gli uffici di fonsai a torino e milano e sono stati iscritti nel registro degli indagati i componenti del comitato esecutivo e del consiglio di amministrazione in carica negli esercizi finiti sotto i riflettori della magistratura.
a milano, invece, il pm luigi orsi indaga per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza in relazione ai movimenti anomali dei titoli premafin e alla proprietà dei trust esteri (the ever green e the heritage) riconducibili secondo la consob e gli inquirenti alla famiglia ligresti. Per tali ipotesi di reato, lo scorso luglio salvatore ligresti è stato iscritto nel registro degli indagati. L’inchiesta milanese sta indagando anche sul fallimento delle holding immobiliari-edili dei ligresti (imco e sinergia) e sul patto occulto che i ligresti avrebbero raggiunto con alberto nagel, amministratore delegato di mediobanca, anche lui indagato per ostacolo all’autorità di vigilanza. In cambio del loro sì all’intervento di unipol nella ricapitalizzazione di premafin-fonsai, e alla successiva fusione fra i due gruppi, i ligresti avrebbero ottenuto 45 milioni. Mediobanca ha negato valore contrattuale al foglio su cui compare la firma dell’a.d. Nagel e le richieste della famiglia ligresti.
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concorso in falso in bilancio...ma cosa è una barzelletta !!!
Ma non sanno che siamo in italia dove non esiste il reato in falso in bilancio...ancora la settimana scorsa tutti i partiti ,se avete ascoltato report lo ha spiegato,hanno votato tutti contro i loro tagli e contro il falso in bilancio....
Ma è ovvio come si puo a chiedere ai ladri di chiudersi in galera...mi immagino i politici che se la ridono come quello che esultava quando lo hanno avvisato che c'era stato un forte terremoto all'aquila....sono sempre gli stessi....

Solo una imposizione dell'europa puo salvare ,forse l'italia da questi ....innominabili....il peggiore marcio della società...possibile che non si possano scacciare come si scacciano le carogne....
Prima di votare pensate bene chi votate....se sono gli stessi che permettono tutto questo....ci vorrebbe veramente la nuova rivoluzione francese....solo cosi li togli di mezzo...o con un intervento militare come contro saddam ..speriamo che ci aiutino...o che i giovani italiani trovino la forza x scendere con decisione in piazza....guardate anche al pirellone cosa è successo solo un cambio di sedie ma pensate che sia uscita la mafia e la corruzione...pensate che è stata fatta giustizia?? Come nel lazio e in sicilia...è veramente opprimente vivere con questa iniquità e ingiustizia..mi dispiace x monti che puo fare ,spero non apposta,solo quello che puo...
W italia
 
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tontolina

Forumer storico

MARCO12

Forumer storico
fondiaria, buonuscita di 3,6 milioni per il figlio del ministro cancellieri

piergiorgio peluso era entrato nella disastrata società del gruppo ligresti appena un anno fa. L'arrivo dei "salvatori" di unipol ha determinato la rescissione del contratto. 1,7 milioni al suo braccio destro gianandrea perco


di redazione il fatto quotidiano | 22 ottobre 2012

fondiaria, buonuscita di 3,6 milioni per il figlio del ministro cancellieri - il fatto quotidiano


è uno schifo......
è qui che monti deve far vedere se è dalla parte dei cittadini e andare a prendere i soldi ai ladri e metterli in galera o se li appoggia...come tutti gli altri politici
 

tontolina

Forumer storico
Economia


I Ligresti devono 25,7 milioni. Il Fisco chiede il conto a Unipol


Giovedì, 29 agosto 2013 - 16:25:00
I Ligresti devono 25,7 milioni. Il Fisco chiede il conto a Unipol - Affaritaliani.it

Sei in: Il Fatto Quotidiano > Economia & Lobby > Il Fatto Quotid...
Il Fatto Quotidiano si occupa delle Coop rosse. E Unipol toglie la pubblicità

Il gruppo assicurativo ha scelto di replicare così alle nostre inchieste. Anzichè rispondere agli interrogativi dei nostri giornalisti, ha deciso di sospendere la campagna pubblicitaria sul nostro giornale online. Scelta legittima, che però non ci intimorisce. E anzi ci offre l'occasione per ringraziare i nostri abbonati e gli utenti sostenitori che contribuiscono a rafforzare la nostra indipendenza


di Peter Gomez | 22 ottobre 2013Commenti (176)

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Più informazioni su: Famiglia Ligresti, FonSai, Giuseppe Vegas, Mediobanca, Unipol.



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In queste settimane ilfattoquotidiano.it e Il Fatto Quotidiano si sono occupati spesso di Unipol e delle cooperative rosse che controllano il grande gruppo assicurativo di Bologna. La discussa fusione, voluta da Mediobanca, tra la compagnia di via Stalingrado e la FonSai, devastata dalla gestione Ligresti, si avvicina.

Raccontarla, svelando anche notizie inedite e pubblicando sul web i nostri articoli dopo aver dato alle parti in causa la possibilità di parlare, è stato per noi un dovere.

Per tutta risposta il gruppo Unipol ci ha tolto la pubblicità.
La cosa, è bene dirlo subito, non ci sconvolge. Il nostro web giornale fa cronaca, scrive quello che gli altri non dicono e mai come in questo caso è stato orgoglioso di farlo.
Dietro alla quotata Unipol spa ci sono infatti le storie, i volti e le passioni di circa 6 milioni di soci di 28 cooperative di consumo, produzione e lavoro. Ci sono cioè persone in carne ed ossa che attraverso Finsoe, l’azionista di maggioranza del gruppo emiliano, legano la loro esistenza alle sorti di un colosso assicurativo non privo di criticità.

Ci sono famiglie perbene che, quando entrano in un supermercato Coop, si vedono proporre il deposito dei loro risparmi, come se fossero in banca, seguendo lo schema del prestito soci.

Ci sono risparmiatori spesso non in grado di capire che il loro denaro verrà impiegato anche in rischiose operazioni finanziarie.


Informare loro e tutti i lettori di quanto sta accadendo vuol dire tener fede all’impegno preso dai nostri giornalisti economici che, da sempre, tentano di raccontare la realtà con gli occhi dei cittadini consumatori.

Così, dopo aver visto cancellare a metà ottobre una campagna di una società del gruppo, in corso su ilfattoquotidiano.it, e aver saputo che una seconda, già in programma, non sarebbe mai partita, possiamo ora solo constatare che tutto ha un prezzo nella vita:

anche la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di sapere.



Del resto fare pubblicità sul nostro web giornale non è un obbligo. E anche se a fine anno ci verranno a mancare quasi ventimila euro noi qui continueremo a fare il nostro lavoro.


In questa storia però qualcosa non torna.

La scelta di rispondere in questo modo a dei pezzi che, sulla base di documenti esclusivi, pongono interrogativi del tutto legittimi sul ruolo ricoperto nell’operazione Grande Unipol dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, dallo studio di commercialisti di Giulio Tremonti e dal generale Emilio Spaziante, ex numero due della Guardia di Finanza, appare una mossa da ottocenteschi padroni delle ferriere.
Non la reazione di una realtà economica e sociale, indirettamente disciplinata dall’articolo 45 della Costituzione, che dovrebbe farsi vanto del confronto trasparente con l’opinione pubblica e con la Rete (ilfattoquotidiano.it è il quarto giornale on line italiano e il terzo sui social network).
Sempre, è ovvio, che abbia le carte in regola per farlo. Anche per questo pensando ai milioni di soci delle coop, molti dei quali sono nostri lettori o addirittura collaboratori, viene da sorridere mentre si rilegge il passaggio in cui la Costituzione recita: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”.
Peggio, comunque, per Unipol.


In questi ultimi mesi più di 90 diversi investitori hanno acquistato spazi pubblicitari su ilfattoquotidiano.it. Ben pochi di loro perseguivano, direttamente o indirettamente, finalità di tipo sociale. C’erano, e ci sono, banche, assicurazioni, case automobilistiche, grandi industrie specializzate in energia. Alcune di queste aziende sono state protagoniste di articoli ancor più duri rispetto a quelli pubblicati sulla compagnia controllata dalle cooperative rosse. Ma, dopo aver guardato la qualità lettori de ilfattoquotidiano.it e apprezzato la nostra scelta (che vale per loro come per tutti) di dare voce a tutte le parti in causa, le loro campagne pubblicitarie online non le hanno mai sospese.


Così nel 2014 questo web giornale, che costa alla nostra società editrice circa 2 milioni e mezzo di euro, raggiungerà probabilmente il punto di pareggio.

Lo farà grazie agli investitori pubblicitari e grazie agli utenti sostenitori che hanno scelto di abbonarsi proprio per garantire la nostra indipendenza. Per questo ai lettori chiediamo una volta ancora di valutare la possibilità di diventare sostenitori. Pagare qualcosa (3,99 euro al mese) per garantirsi il diritto di essere informati, in giorni come questi è uno sforzo, ma in fondo anche un privilegio. Prima della fine del mese, anzi, tireremo un primo bilancio della nostra campagna utenti sostenitori.
E, alla faccia di Unipol, brinderemo.

Potete starne certi.
 

tontolina

Forumer storico

tontolina

Forumer storico
UnipolSai, perquisizioni Gdf in inchiesta concambi, due nuovi avvisi garanzia

giovedì 13 novembre 2014 12:49





MILANO (Reuters) - La Guardia di Finanza di Torino ha notificato due avvisi di garanzia e sta eseguendo perquisizioni negli uffici milanesi di Ernst & Young, Gualtieri & Associati e Boston Consulting Group nell'ambito dell'inchiesta sui concambi nella fusione tra Fondiaria Sai, Unipol Assicurazioni, Milano Assicurazioni. Fusione per cui le tre società perquisite erano advisor.
Una nota delle Fiamme Gialle precisa che sono stati notificati due avvisi di garanzia per le ipotesi di reato di concorso in manipolazione del mercato e falso in bilancio a Paolo Gualtieri, titolare dello studio Gualtieri & Associati, e a Enrico Marchi, partner di Ernst & Young, estensore della relazione per il Tribunale di Torino sulla congruità dei concambi.
Al momento non è stato possibile avere un commento da nessuna delle società interessate, contattate da Reuters.



Le Fiamme Gialle aggiungono che sono in corso a Torino e Milano "numerose deposizioni - in qualità di persone informate sui fatti - di advisor finanziari che hanno preso parte alle attività consulenziali".
Le perquisizioni - precisa la nota - mirano "alla ricerca dei documenti, delle carte di lavoro e della corrispondenza intercorsa tra consulenti e referenti societari, a partire dal febbraio 2012, allorquando si iniziarono ad ipotizzare i primi rapporti di cambio in relazione alla fusione, poi approvati definitivamente il 22 dicembre 2012".
L'indagine - arrivata da Milano ai sostituti procuratori di Torino Marco Gianoglio ed Eugenia Ghi - punta "a chiarire, anche alla luce dei bilanci d'esercizio 2012 dei gruppi assicurativi interessati, se vi siano state delle alterazioni nei bilanci stessi e delle forzature nelle valutazioni societarie, che hanno poi contribuito a determinare i rapporti di cambio nell'ambito della fusione".
L'inchiesta, che vede indagati tra gli altri anche l'AD di UnipolSai Carlo Cimbri per aggiotaggio, ipotizza che siano state fornite false comunicazioni al mercato riguardo i derivati in mano a Unipol al momento della fusione, valutandoli più del reale.
(Ilaria Polleschi)
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