Una riflessione per tutti i progettisti di Trading system (1 Viewer)

Piedi a Terra

Forumer storico
Non ha senso. Quello che volevo semplicemente dire, che un trading system (obbligazionario? :D) che promette il 10% con volatilita' sensibilmente più bassa di quel titolo Generali e dei TDS italiani, a mio parere sarebbe sicuramente da preferire.

Cio' che scrivi e' lapalissiano.

Conosci un modello decisionale, una sorta di euristica, per confrontare i rendimenti dei trading system al relativo impiego alternativo di riferimento ?

Investment Performance Analysis & Risk Management - Stochastic Dominance

Sul fattore linguistico tutti siamo convenzialmente d'accordo ("sensibilmente piu' bassa") . Il problema sorge quando i gradienti non sono cosi' netti
 

Cren

Forumer storico
Carissimo, questa volta devo dirmi d'accordo con Il Conte Pedro e con frank73.

Se parliamo di performance aggiustate per il rischio, il criterio più immediato per confrontare un TS con il B&H di reddito fisso è il rapporto tra extra rendimento (rispetto ad un risk free che oggi è pressochè nullo) e rischio.

Fissiamo un orizzonte temporale:

  1. nel caso di un TS "rischio" è un concetto che si presta ad essere interpretato di volta in volta come VaR, ES, downside risk etc. con tutti i pregi e difetti del caso;
  2. nel caso di un'obbligazione "rischio" è il prodotto tra la probabilità d'insolvenza e la magnitudo della perdita (ristrutturazione).
Se un emittente finora non è ancora fallito, non è possibile assumere che il rendimento del suo debito sia privo di rischio: se il mercato non prezza quelle obbligazioni ad un rendimento nullo (o quantomeno pari al 'vero' risk free), è perchè la probabilità d'insolvenza può essere tutto meno che trascurabile.

Il passato ci è di poco aiuto, in questo caso.

O hai informazioni sull'emittente che il mercato non ha, e allora è tutt'altro discorso, oppure io paradossalmente a (quasi) parità di rendimento/rischio preferirei un TS (*), perchè c'è pur sempre la remota possibilità che l'ideatore abbia indovinato qualcosa che il mercato non conosce.

Del B&H di un'obbligazione si conosce tutto, meno che le informazioni privilegiate.

(*) Semmai il vero problema è trovarlo un TS che possa effettivamente garantire a mercato il rendimento che pubblicizza: un'obbligazione plain vanilla pagherà sempre cedola e rimborserà sempre 100% se non c'è insolvenza prima della scadenza; il TS magari vanta back test da favola e a mercato si pianta dopo un mese.

Quindi il mio discorso va letto nell'ottica di disporre di un TS che faccia realmente a mercato le performance che promette, altrimenti preferisco un portafoglio ben diversificato di obbligazioni.
 

Piedi a Terra

Forumer storico
A complicare le cose esiste poi sicuramente anche un effetto molto strano

Endowment effect

per cui se un trading system di propria produzione intellettuale ha prodotti dei rendimenti positivi a mercato in passato si e' portati a portarlo avanti e perseguirlo con ostinazione, rifiutando pervicacemente l'evidenza che i rendimenti dell'impiego alternativo sono molto cresciuti.

Semplicemente cerco di esprime il concetto che se un trading system rendeva il 5% nel 2003 con i titoli di stato al 2% oggi non e' piu' razionale utilizzarlo con i titoli di stato al 7,8%. Ma forse dico un'eresia, perche' il l'opinione comune nei forum e' che un trading system vada adattato alle particolare fasi o regimi di mercato, mentre io sostengo che invece vada adattato anche ai tassi di interesse
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Se parliamo di performance aggiustate per il rischio, il criterio più immediato per confrontare un TS con il B&H di reddito fisso è il rapporto tra extra rendimento (rispetto ad un risk free che oggi è pressochè nullo) .

Il problema di comunicazione e' che mentre tu affermi che il risk free oggi e' nullo - e certamente le aste francesi e tedesche negative vorrebbero portare delle prove a tali affermazioni - io sostengo che dal 2002-2005 all'attuale 2012 il free-risk e' cresciuto tantissimo !! Se fallisse l'Italia, ti ritroveresti con i titoli di stato francesi a rotoli, nonostante il loro -0,03% di yield. La frase corrente piu' diffusa sulla bocca di tutti e che immagino rappresnti le piu' intime convinzioni, e' che il free-risk non esista piu', mentre assegnargli un valore nullo per contingenze del momento significa non attribuire un giusto rilievo alla corretta percezione dei fatti che avvengono nel mondo.

Ma a prescindere dalla diversa opinione che noi abbiamo sull'entita' del free-risk da computare in qualsiasi forma di modello decisionale, la domanda di fondo rimane: perche' non valutare i backtesting dei trading system nel tempo attraverso lo z-spread (o credit-spread sul rischio Italia) piuttosto che attraverso i rendimenti assoluti nominali, cosi' da poter avere un valido sistema di riferimento costituito dalll'impiego alternativo del denaro in attivita' altamente remunerative, anche se non visti proprio come free-risk dal mondo accademico?
 
Ultima modifica:

Cren

Forumer storico
Se parliamo di performance aggiustate per il rischio, il criterio più immediato per confrontare un TS con il B&H di reddito fisso è il rapporto tra extra rendimento (rispetto ad un risk free che oggi è pressochè nullo) e rischio.
Aggiungo, per completezza e come spunto di riflessione semiserio, che un conto deposito che rende il 5.30% lordo su base annua (con aliquota al 20%) che usufruisce del fondo di garanzia interbancario presente in Italia teoricamente vanta un rapporto tra rendimento e rischio che fa impallidire, ci scommetto, la maggioranza dei TS o delle obbligazioni :D

La probabilità di fare 100%(1 - R) di perdita, dove R è il recovery rate, è quella di default dell'intero sistema bancario italiano ed esaurimento del fondo di garanzia interbancario, con corsa ai depositi; quantificatemi questa probabilità aiutandovi con gli spread dei CDS e/o le matrici di transizione di Moody's o S&P, non ultimo considerando che la BCE si muove praticamente solo quando c'è da salvare qualche banca europea :lol:

Trovatemi un'obbligazione o un TS il cui rapporto tra rendimento e rischio su base annua è migliore :D
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Aggiungo, per completezza e come spunto di riflessione semiserio, che un conto deposito che rende il 5.30% lordo su base annua (con aliquota al 20%) che usufruisce del fondo di garanzia interbancario presente in Italia teoricamente vanta un rapporto tra rendimento e rischio che fa impallidire, ci scommetto, la maggioranza dei TS o delle obbligazioni :D

Da sottoscrivere in toto ! :up:
Esistono sui forum - immagino questo forum ma soprattutto il forum di Finanza On Line che conosco meglio- decine e decine di trader che vanno a caccia ogni giorno di obbligazioni in scadenza di Merril Lynch, Mediobanca, Pioneer, Dexia, etc., per portare a casa rendimenti periodalizzati ben lontani dal 5,30% lordo.
L'altra settimana ho proposto nella sezione principale del FOL, in sticky, la valutazione di un titolo di stato italiano scadente al 15 settembre 2012 che offriva un rendimento sull'ordine dei conti correnti bancari e di molto superiore ai bond bancari.
Ebbene, ci e' mancato poco che venissi crocifisso per aver proposto un titolo di stato il cui rendimento era superiore alle varie obbligazioni bancarie !

Purtroppo non tutti sanno riconoscere i rendimenti degli impieghi alternativi, o per disinformazione o per pregiudizio. Avere una mentalita' aperta aiuta non poco a districarsi nella difficile scelta degli investimenti.
 

Cren

Forumer storico
Ma a prescindere dalla diversa opinione che noi abbiamo sull'entita' del free-risk da computare in qualsiasi forma di modello decisionale, la domanda di fondo rimane: perche' non valutare i backtesting dei trading system nel tempo attraverso lo z-spread (o credit-spread sul rischio Italia) piuttosto che attraverso i rendimenti assoluti nominali, cosi' da poter avere un valido sistema di riferimento costituito dalll'impiego alternativo del denaro in attivita' altamente remunerative, anche se non visti proprio come free-risk dal mondo accademico?
Con me, su un tema come questo, sfondi una porta aperta: al rendimento nominale prodotto su base annua da un TS non si può non sottrarre in primo luogo l'inflazione, per trasformare il rendimento nominale in reale (sappiamo che è un'approssimazione, ma per le nostre esigenze è perfetta).

In secondo luogo esiste il problema del costo opportunità del capitale: il tasso interno di rendimento di un'obbligazione è una misura che incorpora dentro tutto: la "base" priva di rischio e il "costo del capitale di rischio" (che in questo caso è il costo di funding dell'emittente).

Giustamente tu citi lo Z-spread perchè con esso separi la componente di impiego alternativo del capitale (premio per il rischio) dai tassi IRS sull'interbancario; io, molto più prosaicamente che non inventandomi una misura analoga per un TS, mi limito ad osservare che già il vetusto CAPM ci diceva che la covarianza di un TS/titolo/portafoglio doveva produrre un rendimento extra rispetto al risk free di una certa magnitudo.

Banalmente: maggiore la volatilità rispetto al mercato, maggiore il rendimento richiesto rispetto a quello offerto dal mercato: il che si riassume nel fatto che nessuno di noi accenderà mai un TS che rende meno del sottostante su cui è scritto con maggior volatilità.

In definitiva, per TS apparentemente caratterizzati da uno Sharpe migliore del B&H, mi limiterei a sottrarre al rendimento nominale l'inflazione registrata su base annua e il tasso risk free.
 
Ultima modifica:

Piedi a Terra

Forumer storico
In definitiva, per TS apparentemente caratterizzati da uno Sharpe migliore del B&H, mi limiterei a sottrarre al rendimento nominale l'inflazione registrata su base annua e il tasso risk free.

Riterrei questo approccio sostitutivo dei rendimenti nominali validissimo per l'asset allocation, i planning previdenziali, oppure i modelli lifecycle.

Per i trading system che e' un'attivita' prettamente speculativa e' diverso : l'impiego alternativo del capitale in attivita' finanziarie di stati e banche, sebbene in un'impostazione accademica non prive del tutto di elementi di rischio, e' il miglior benchmark dei trading system e lo si dovrebbe fare in concreto attraverso qualche modello di valutazione, come ad esempio un modello di dominanza stocastica di primo ordine (non sto a spiegarlo, si trovano in Excel tanti modelli sulla rete), al massimo di secondo ordine (oltre si complica troppo e non si apportano vantaggi).

Capisco quanto possa essere difficile accettare l'idea che un proprio trading system possa dimostrarsi inadeguato. Ma in questo discussione e' sorprendentemente emerso che sarebbero piu' probabili accadimenti come il fallimento di stati nazionali e di banche piuttosto che del proprio trading system di cui si e' gelosi ... :)
 

Cren

Forumer storico
...in questo discussione e' sorprendentemente emerso che sarebbero piu' probabili accadimenti come il fallimento di stati nazionali e di banche piuttosto che del proprio trading system di cui si e' gelosi ... :)
E' vero, e credo fermamente dipenda dal fatto che tutti noi (Il Conte Pedro, frank73 e il sottoscritto) fin dall'inizio abbiamo implicitamente accettato l'ipotesi che il TS che usiamo al posto del reddito fisso conservi immutati nel tempo i suoi parametri di rendimento, varianza etc. (aggiungere momenti a piacere).

Se accettiamo invece la possibilità che il TS si "rompa", allora è chiaro che questo rischio va ben oltre un semplice VaR, perchè ci ritroveremmo ben altro rendimento e ben altra volatilità rispetto a quelli progettati, e in quella eventualità credo proprio che il rapporto rendimento/rischio del TS in questione precipiterebbe negli abissi.

A voler essere sincero, ripeto che mi sentirei molto più tranquillo con un portafoglio di obbligazioni pescate a caso (anche con una cospicua frazione HY) opportunamente bilanciato piuttosto che con un TS, come i soliti con bande di Bollinger, RSI e MACD, che non sfrutti qualche anomalia, informazione o inefficienza strutturale nota a pochi.

E' un'opionione personale, beninteso.
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Alto