Una poesia al giorno leva il virus di torno (1 Viewer)

vecchio frank

could be worse...
Ho sognato il Tour. Ero io
lo stranito corridore in giallo
che sfilava à la danseuse sopra i gioghi
vasti aspri assolati
del Peyresourde, del Tourmalet?
In fuga, o, forse,
sempre più lento, imballato, alla deriva
tra gli ultimi, ultimo forse, solo, ormai
fuori tempo massimo? Ma com'è
che corridori non ce n'erano, e gente
per le strade neanche,
né macchine, né suiveurs,e che tutto
pareva così silente e sospeso
sull'orlo di un dirupo immane, scheggiato
di voli minacciosi, solitari? Eppure
quanta luce, ancora, e quanto ardore
se solo, nel sonno, la macchina
degli occhi si muoveva
verso i colli, le giogaie, i cieli
altissimi, imprendibili
des Pyrénées sauvages, e quanta
vita segreta pulsava nelle cose, brillava
nel sudore dei polpacci, nella bava
della bocca che si disfa, si traduce
in fiamme e splendori... Che fosse lui
il viandante solitario, beato, che nella fossa
del sonno si nasconde
al tempo, alla discesa
immedicabile degli anni
che se ne vanno, infimi e affannosi,
incontro al loro destino
e si sfanno
in polvere di secoli, in pulviscoli
di brezzee di
sabbie?
-
Giancarlo Pontiggia: Ho sognato il Tour. Ero io
 

sans souci

Nuovo forumer
Dato che Frank ha richiamato la bravissima Daniela Attanasio,
una sua composizione breve anche qui con cenno milanese a Largo Cairoli:

E’ un giorno così avaro da non farti vedere
niente di quello che passa nelle strade
da non farti sentire la luce che colpisce i capelli
strisciando sulle foglie dei platani
eppure la bellezza del giorno resiste in questo dolore

e tu corri il rischio di farti superare dal tempo
c’è un silenzio liquido nell’ora estiva
l’acqua nella fontana di Largo Cairoli parla lentamente.
Ascoltando le sue parole hai provato una scossa
come se un vento di sabbia t’incidesse la pelle.
L’acqua diceva non rinunciare, scrivi
non lasciare che il tempo ti uccida.
 

vecchio frank

could be worse...
In matematica non sono brava.
Perdo il conto delle foglie dei rami
e per le stelle ogni volta ricomincio da capo.
Non riesco a misurare il salto delle cavallette
e non so la formula per il perimetro delle nuvole.
Il calcolo di quanta neve sia caduta mi sfugge
e anche di quanta ne possa reggere un filo d'erba.
La somma dei passi per arrivare al mare non mi riesce
e mi chiedo se per il ritorno devo fare una sottrazione.
Ho diviso il numero dei semi per i frutti
il risultato è una nuova foresta e ne avanza qualcuno.
Se moltiplico le giornate di sole per quelle di pioggia
ottengo più di sette stagioni e non so quante settimane.
La matematica mi confonde. Come misura del mondo è strana.
Per quanti conti si facciano qualcosa non torna mai pari.
Due finestre fanno una vista? quattro muri sono una casa?
Noi siamo i nostri centimetri, chili, litri? quanto pesa un segreto?
quanto misura una risata? e l'area del cuore come si calcola?
-
Azzurra D'Agostino: La misura del mondo
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
La donzelletta vien dalla campagna

Cade, e tutta si bagna

T’amo pio bove, bestemmia, e in un momento

S'inzuppa sino al mento

Romagna solatìa dolce paese

Ma perché sta diluviando da un mese?

Nel mezzo del cammin di nostra vita

In una pozza di letame è finita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

Di merda si coprì la sua figura

Silvia, rimembri ancora?

Ti facesti la doccia per un’ora!

Su le dentate scintillanti vette

poi appendesti ad asciugar le tette.

Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io

potessimo ammirar quel luccichio.

(poesia composta da un carcerato in isolamento perpetuo ricercato da polizia e carabinieri, scritta in un foglietto buttato dalla finestra dentro una bottiglia, il che dimostra la confusione mentale del soggetto e la sua pericolosità. Si consegna alla polizia del forum con preghiera di evitarne la diffusione)
 

sans souci

Nuovo forumer
La donzelletta vien dalla campagna

Cade, e tutta si bagna
........

(poesia composta da un carcerato in isolamento perpetuo ricercato da polizia e carabinieri, scritta in un foglietto buttato dalla finestra dentro una bottiglia, il che dimostra la confusione mentale del soggetto e la sua pericolosità. Si consegna alla polizia del forum con preghiera di evitarne la diffusione)

:clap::clap::clap:

E tutto ciò dopo un solo mese di clausura da virus.
Non possiamo immaginare cosa potrà produrre il soggetto a Ferragosto.:)
 

vecchio frank

could be worse...
I vapori lenti che sull'altra sponda
ancora stagnano
disegnano il profilo dell'America
Latina, con il Mar del Plata
su un piccolo golfo del Ticino.
Ma non è un paesaggio,
questa è solo una mappa dall'alto
e il fiume un punto di riferimento
per chi dal cielo mezzo cielo a pista 3 Malpensa giunge.
Lucida pioggia scivola sull'ala
grigia argentata con la scritta nera.
Scende la sera e scende l'aeroplano
sulla brughiera. Dall'oblò
sta il campanile di Crenna in una mano.
-
Franco Buffoni: I vapori lenti
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Covid 19 : a tutti i costi


Tanto gentile e tanto onesta pare

La polizia che mi aspetta là fuori

Che quasi me la sento di scappare

Così furenti sono ormai i miei ardori.


Rinchiuso dentro casa avrei da stare

Senza conforto e senza i dolci amori

Ma temo mi sapranno catturare

“Ahi, maledetto, che vuoi fare? Muori!”


Son talmente capaci nella mira

Che con un colpo attraversano il cuore

E nessuno più scappa né ci prova


Questa è una cosa che mi rompe le uova

Io voglio uscire, e vivere d’amore

Però se vado fuori quello tira.



Breve componimento di un dantista che voleva andare dal dentista ma era atteso dalla polizia che non lascia nessuno andare via
 
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baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
"Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.


Inizio ultimo canto del Paradiso. S.Bernardo si rivolge alla Madonna. L'umiltà con cui lo fa è riflessa nell'accento sdrucciolo. L'accento corrisponde all'io, S.Bernardo si "tira indietro" con il suo io di fronte alla maestà della Madonna. Vèrgine, ùmile tèrmine: + altre espressioni con rimo ternario simile. Corrispondono al "tenersi rispettosamente indietro". Perfetto.
Il suo contrario è l'accento tronco, sull'ultima sillaba, che denota invasività. I francesi lo mettono sempre là, non a caso :pollicione:.
Papè Satàn papè Satàn aleppe
dimostra che Dante tutte queste cose le sapeva bene. il Mostro diabolico parla con parole tronche (e parla in francese :pollicione: perché, nonostante le mille interpretazioni cervellotiche, significa "Pas paix Satan pas paix Satan a l'épée" cioè non dar pace, Satana, no pace, alla spada.). E noi lo percepiamo aggressivo, in quanto il suo io-accento ci "viene addosso".
Scusate la pappardella, ma ci tengo.

Anzi aggiungo :D
I primi e ultimi 3 versi hanno 4 accenti principali, i tre di mezzo solo tre.
La musica sacra al tempo doveva avere ritmo ternario, mentre quella profana usava anche il binario, vietato per la sacra.
Si noti come il soggetto delle terzine 1 e 3 comporti anche dei riferimenti fisici, materiali.
La seconda è invece tutta un "ragionamento" sul divino.
Non è un caso, ecco.
 
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sans souci

Nuovo forumer
Dopo una simile "botta di cultura" balenghiana, torniamo alle nostre piccole emozioni terrestri con Neruda:

Qui ti amo

Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.

La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.

O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.

Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.

La mia vita s’affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei cosi distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.

Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.

.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Dopo una simile "botta di cultura" balenghiana, torniamo alle nostre piccole emozioni terrestri con Neruda:

Qui ti amo
..........
.
Caro @sans souci , ci tengo a precisare una cosa, anzi due o tre, e solo per evitare equivoci, non certo per prendermela con te.
Quella che ho postato non è "cultura", soprattutto non cultura da schiaffare in faccia alla gente :eeh: come purtroppo spesso [anche a ragione] si intende. Se vogliamo è scienza, nel senso che è farina del mio sacco. Cultura ne ho poca, e sempre meno, vista la situazione. Ma ricercare ascoltando non è così difficile, e rendere partecipi gli altri perché possano godere maggiormente della poesia che leggono è il mio unico intento. Diciamo che mi ha preoccupato il termine "botta", che in qualcuno avrebbe forse potuto far sospettare un'aggressività che non ho.
Grazie per la bella poesia di Neruda (poeta del Purgatorio più che del Paradiso, e quindi non tra i miei preferiti, ma si sa che la cultura sudamericana tende ad essere più sanguigna e meno spirituale - e per questo "io sto con Borges" :ola: ).
 

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