UNA COSA E'CONOSCERE LA STRADA GiUSTA,ALTRA COSA E'IMBOCCARLA!! (1 Viewer)

Ranger

Swing Trader
:eek::eek::eek: OK. voi tenetevi la simpatica vecchietta per i 17000. Io mi tengo lui e il burundimib vada pure dove "ie pare" :-o:baci::sbava::daisy:

Buongiorno cari :)

P.S. Ieri non si è fatto sentire Ranger ... :rolleyes:

eccomi :V sai essere sempre carina dany :bow::vicini::D

non vi nascondo che ieri il morale era sotto i piedi:( ...le prime notizie delle 9.00 di mattino mi avevano letteralmente destabilizzato :wall::wall:


ngiorno' rekkie da cantine aperte :D

merkati : mosci come il coso di silpla :D

indicazioni tenniche : :-o

telecom : bernabe' dice che è opabile:help: ...vista la cassa piena di soldi :eek:

astaldi partecipa alla costruzione del III ponte sul bosforo ....opera da 5 miliardi di euri :bow:

saras : adda' rimbalza' prima o poi :wall::D

per le eventuali entrate e uscite seguire sempre il contrario di silpla :lol:
 

DRIVE

Massaio di Voghera
il grande Monti..grandissimo Premier..Statista...

per il terremoto ha fatto una cosa speciale, nuova..

ha appena alzato le accise sulla benzina

non un taglio di un 1000 euro ai parlamentari..al Presidente della Repubblica..ai mille rivoli dei ladrones made in Italy...no...
 

DANY1969

Forumer storico
Riflessione del giorno :-o:
Ma sto famigerato rimbalzo ... non è che qualcuno sa dirmi esattamente "DOVE aa da rimbalzà" :-o:help::wall::wall::wall: Perchè inizia a sorgermi un dubbio :-?
 

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unlui

Cymbius !
Riflessione del giorno :-o:
Ma sto famigerato rimbalzo ... non è che qualcuno sa dirmi esattamente "DOVE aa da rimbalzà" :-o:help::wall::wall::wall: Perchè inizia a sorgermi un dubbio :-?

guarda gli spread e basta dany :up:

un'altra scossa e spread cosi' altro che rialzo. si dimettono per non commettere errori , scappano perche' non avranno soluzioni
 

unlui

Cymbius !
il grande Monti..grandissimo Premier..Statista...

per il terremoto ha fatto una cosa speciale, nuova..

ha appena alzato le accise sulla benzina

non un taglio di un 1000 euro ai parlamentari..al Presidente della Repubblica..ai mille rivoli dei ladrones made in Italy...no...

servono denari immediati robbe' non son riusciti a tagliarsi n'euro in sei mesi e credi che in un paio de giorni riesci a pigliargli mille euro a capa :D
7ti bloccheranno il conto a costo di tagliarsi n'euro :D

e' la democrazia amico :up::lol:

vedi che manco dall'iva arrivano denari.

m'aspetto n'altra bomba di stato in qualche scuola per depistarci e immetere paura :D
 
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DANY1969

Forumer storico
guarda gli spread e basta dany :up:

un'altra scossa e spread cosi' altro che rialzo. si dimettono per non commettere errori , scappano perche' non avranno soluzioni
:rolleyes:
De Grauwe: Una Crisi Autolesionista

Su Eurointelligence il professor De Grauwe continua a segnalare la cattiva gestione della crisi da parte della dirigenza politica Europea

30 maggio 2012 , ore 1:21 - 2 Commenti




http://www.investireoggi.it/estero/de-grauwe-una-crisi-autolesionista/de-grauwe/di Paul De Grauwe - Man mano che l’Eurocrisi va avanti, sta diventando sempre più evidente che si tratta di un atto di autolesionismo, una crisi resa possibile da una sistematica cattiva gestione da parte dei dirigenti Europei.
Ora si inizia a capire che i mercati finanziari in una unione monetaria possono portare i singoli governi al default, anche i governi che sono in grado di servire il debito e disposti a farlo. E’ sufficiente che gli investitori temano qualche difficoltà di pagamento, in una dinamica diabolica in cui titoli di Stato sono venduti massicciamente, per creare un arresto improvviso nel flusso di liquidità e rendere impossibile per i governi di servire il debito senza un aiuto esterno. Così, la paura e il panico possono condurre i paesi al default, in una dinamica auto-avverante. La paura e il panico sono ora le forze trainanti nell’Eurozona, la stanno dividendo in due, spingendo alcuni paesi verso cattivi equilibri caratterizzati da austerità e recessione, e altri verso buoni equilibri che permettono ai loro governi di finanziarsi quasi a costo zero.
Ancora oggi la BCE non sembra riconoscere il problema. Di conseguenza, la sua strategia è quella di aspettare e stare a vedere. Così, lo scorso anno ha atteso fino a che la crisi del debito sovrano non avesse sufficientemente danneggiato il sistema bancario e rischiato di portare ad un’implosione. Sull’orlo del precipizio, ha deciso di agire con una forte iniezione di liquidità alle banche, un multiplo di quello che sarebbe stato necessario se la BCE avesse agito prima. Oggi, mentre la zona euro è di nuovo sull’orlo del baratro, la BCE ancora una volta se ne sta in disparte e aspetta il peggio che deve ancora venire.

Il problema di questa strategia è che viene fatto un danno immenso alla fiducia nella sostenibilità della zona euro. E ad ogni nuova crisi le paure esistenziali sul futuro dell’eurozona diventano più intense. Niente mina la stabilità più del crescente timore che l’Eurozona non abbia futuro. E la BCE, che è l’unica istituzione che potrebbe calmare questi timori, non sta facendo nulla. Le paure esistenziali sono quindi autorizzate a fare il lento lavoro distruttivo di minare la zona euro.

La Commissione Europea ha dimostrato la stessa capacità di cattiva gestione della crisi. Spinta dai paesi creditori e dal panico dei mercati finanziari, vuole costringere i paesi della zona euro ad accelerare le misure di austerità nel bel mezzo di una recessione. Come risultato, il rapporto debito PIL aumenta, in quanto il denominatore di questo rapporto si contrae più velocemente del numeratore. I paesi finiscono con l’avere un livello di indebitamento più elevato, che innesca reazioni di panico ancora più forte nei mercati.

Anche in questo caso vi è l’incapacità di capire cosa sta succedendo. L’accumulo del debito in eccesso nel Sud è accompagnato da un eccessivo accumulo di crediti del Nord. La risposta corretta sarebbe quella di forzare i paesi in deficit a ridurre la spesa e i paesi in surplus ad aumentarla. La strategia della Commissione Europea, tuttavia, concentra tutto l’aggiustamento sui paesi in deficit, senza imporre un aggiustamento simmetrico e opposto ai paesi in surplus. Come risultato, la zona euro è costretta in una camicia di forza deflazionistica.
Questa strategia è destinata a fallire, perché coloro che sono sottoposti al trattamento deflazionistico mostrano sintomi di rigetto. Essa porta anche ad antagonismo e conflitto all’interno dell’eurozona. I paesi del Sud sono contro i paesi creditori del Nord. La Commissione Europea, che dovrebbe promuovere gli interessi del sistema nel suo insieme, è diventata l’agente che rappresenta gli interessi dei paesi creditori. Invece di unificare la zona euro, la Commissione Europea contribuisce alla disunione e al conflitto.
La risposta corretta alla crisi consiste di tre elementi, e tutti elementi chiave. In primo luogo, la BCE dovrebbe intervenire per fermare il panico sull’instabilità della zona euro. Può farlo, annunciando che non sarà consentito ai tassi dei titoli di Stato dei paesi solventi, ma illiquidi (Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda), di superare un certo livello (ad esempio, 300 punti base sopra il tasso dei titoli di stato Tedeschi). La BCE è l’unica istituzione che può garantire questo, e che può fermare il dilagare della paura esistenziale che distrugge la zona euro. L’EFSF e il futuro ESM dispongono di risorse limitate e non possono impegnarsi credibilmente per un tale risultato.

In secondo luogo, la Commissione Europea dovrebbe chiedere di apportare le modifiche necessarie sia ai paesi in deficit che a quelli in surplus. Per i paesi in deficit questo significa austerità, anche se spalmata su un periodo più lungo. Mentre la Commissione Europea predica austerità ai paesi in deficit, dovrebbe anche rivolgersi ai paesi in surplus ed esortarli a smettere di cercar di pareggiare il bilancio quando l’eurozona rischia di entrare in una recessione. Il messaggio della Commissione Europea dovrebbe essere che i deficit di bilancio in questi paesi vanno bene sia per loro stessi che per il sistema.

Infine, un’unione fiscale è un ingrediente chiave di uno sviluppo sostenibile dell’Unione monetaria. L’unione fiscale, però, è una prospettiva a lungo termine. Ci sono poche possibilità di raggiungerla velocemente. Quel che si può fare rapidamente, tuttavia, è l’emissione di Eurobonds comuni. Questo approccio ha il merito di segnalare al mercato che sono stati intrapresi dei passi irreversibili verso l’unione fiscale, eliminando così le paure esistenziali che destabilizzano la zona euro.
Paul de Grauwe è professore presso la London School of Economics.
 

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