un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo (1 Viewer)

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bce stampa soldi work in progress. anno 2013, spariscono i pezzi da 500. 200. 100.nei vari anni potete vedere le emissioni
 

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Moneta. Il teorema della cipolla

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Come risulta del tutto evidente ad una seppure superficiale riflessione, attraverso l’adozione degli accordi internazionali che definiscono la moneta convenzionalmente svincolata dalle riserve auree ed invece emessa correlandola alla sua capacità di misurazione del valore dei beni legati alla produzione (a sua volta concatenata ai principali elementi di risorsa produttiva, e cioè il know –how, le materie prime e soprattutto l’energia),
se ne deriva che:

1) Abbiamo una prima fase di benessere sociale derivante dalla aumento della disponibilità di liquidità e quindi, sulla base delle risorse, energia, know-how, un incremento sul mercato di risorse materiali, beni, oggetti, prodotti, manufatti, etc.,; abbiamo visto che una banconota da 10.000 lire faceva 14.000 passaggi di mano, ed analogamente (seppure con i dovuti distinguo derivanti dall’adozione sempre più massiccia della campagna persuasivo/coercitiva messa in atto dalle banche commerciali per vendere i loro prodotti- soprattutto carte di debito…) …possiamo ritenere che anche l’euro faccia almeno qualche migliaio di passaggi.

2) E questo è il teorema della cipolla: grosso modo in Italia ad ogni passaggio di mano di un bene (e quindi di un pagamento tramite banconote) si devono destinare al fisco circa il 50% del valore del bene “misurato” dalla banconota. Motivo per cui nel medio – lungo periodo la emissione di una sola banconota crea carenza di liquidità;

3) Inconcepibilmente (al contrario di quanto convenzionalmente accettato) la moneta integra in sé il valore del bene/risorsa/servizio/ prodotto scambiato solo la prima volta. Ma questo aveva un senso quando esisteva il corso della moneta convertibile in oro ed era l’oro e quindi la moneta che aveva il valore. E il bene era scambiato in un vicendevole baratto di un valore da una parte (l’oro rappresentato dalla moneta/banconota) e pari (o ritenuto tale) valore del bene/risorsa/servizio/ prodotto sull’altro versante dello scambio….

4) Ma oggi, con l’adozione del corso forzoso e non più convertibile della moneta, è stato stabilito che la banconota assume ed integra in sé il valore del bene scambiato…Si immagina così e si concepisce l’immagine ideale di un flusso del valore che promani dal bene/risorsa/servizio/ prodotto e si insedi ed attecchisca nella banconota per poi permanervi indissolubilmente fino alla distruzione della banconota.

5) Sarebbe però da domandarsi perché mai la banconota citata dovrebbe integrare il “valore” solo la prima volta… Quando sappiamo da dati certi che la banconota da diecimila lire faceva circa 14.000 passaggi di mano e presumibilmente altrettanti dovrebbe farne la banconota da 10 o 20 euro…. Ma: e gli altri 13.999 scambi? Perché la banconota non assume su di sé il valore anche di questi scambi?
6) E forse non assume il valore di questi beni, perché i secondi beni/risorse/servizi/ prodotti non hanno valore? E che forse le merci scambiate non hanno alcun valore e non possono essere integrate e aggiunte al valore preesistente della moneta?
Questo è un ossimoro … una contraddizione in termini ed autentico paradosso in quanto non può esistere un bene/risorsa/servizio/prodotto che in quanto derivato da un rendimento energetico di una macchina o dell’ingegno e dall’ azione dell’uomo che non assorba quantomeno il valore del “costo di produzione”. Quindi comunque deve avere un seppure minimo valore … e questo DEVE essere integrato ed aggiunto al valore preesistente della banconota o “moneta” utilizzata per lo scambio…

7) E comunque invece tutte le volte che avviene una transazione commerciale caspita se viene valutato e quantificato il valore della merce scambiata!

8) Oppure avviene che, al contrario di quanto convenzionalmente statuito, detti beni/risorse/servizi/prodotti hanno sì un valore, ma questo valore non viene integrato dalla banconota e non viene immesso nel circuito economico…. E si invola per altre vie??

9) E magari viene da sospettare che tutto questo marchingegno della moneta – unità di misura del valore sia stato architettato in questo paradossale modo proprio al fine ultimo di creare volàno dinamico di liquidità immediata e praticamente illimitata sempre disponibile e sconosciuta del tutto alla massima parte della popolazione, che nel silenzio e nell’oscurità più totale loro solita i banchieri della finanza internazionale da molti decenni stanno utilizzando per i loro sporchi comodi, drenando linfa vitale e ricchezza dall’economia reale prodotta dai cittadini utilizzando questa immane massa di “valore” per la guerra fra bande nel mondo finanziario virtuale…

SECONDA DERIVATA

10) Infatti viene subito il concreto sospetto che, come diceva Andreotti : <a pensare male si fa peccato… ma quasi sempre ci si azzecca>, tutta questa messinscena sia stata creata ad esclusivo uso e consumo delle banche..
11) Basta riflettere sul fatto di come avviene il percorso della banconota. Schematizziamo :

a) I clienti vanno nelle banche commerciali e richiedono aperture di credito;

b) Le banche raccolgono le richieste e le passano alla Banca d’Italia;

c) BdI raccoglie tutte le richieste e passa a sua volta la richiesta alla B.C.E.;

d) vengono stampate le banconote che il poligrafico dello Stato consegna alle banche commerciali;

e) le quali banche le consegnano ai loro clienti secondo le loro necessità e richieste;

f) il cliente della banca utilizza le banconote assegnategli che incominciano a girare;

g) fanno circa 10.000/ 14.000 passaggi di mano e alla fine tornano in banca;

h) tornano in banca…. e siccome convenzionalmente integrano il valore dei beni scambiati solo la prima volta)…. avendo integrato una sola volta il valore dello scambio. Su una reale, effettiva e concreta somma di valore dei beni scambiati in realtà pari a 10.000/14.000 volte il valore facciale della banconota.

i) ne risulta che nel circuito economico (non usato dai reali produttori di tale valore – che addirittura ne sono inconsapevoli) è disponibile e “DA UTILIZZARE” 9.999/ 13.999 volte il valore delle banconote che a fine carriera rientrano in banca per andare al macero ed essere reintegrate come valore reale sotto forma di nuove banconote o altre forme di valore. Come ad esempio titoli di scambio interbancari da utilizzare per pagamenti interbancari o da accumulare e capitalizzare in qualche banca di qualche “paradiso fiscale” o magari da usare da cespite per creare riserva frazionaria per emettere nuovo denaro per 500.000 volte il valore della banconota da 10 €.

12) La persona comunque resta sbigottita, incredula, sconcertata, sbalordita dalla dimensione e gravità dei queste incredibili ma fondatissime riflessioni. E’ come passare da una fase di inconsapevolezza ad una fase di coscienza; ma, anche, contemporaneamente, a una nuova catarsi della mente, della morale, della ragione e della coerenza. Il passaggio da una fase di conoscenza consapevole ad una successiva fase di più profonda e sofferta consapevolezza.

13) E’ da prendere in seria e grave considerazione che mentre la moneta/banconota da 10 o 20 € che sta viaggiando nel “mercato” è sempre la stessa per definizione e in tasca ai cittadini sempre una e una sola banconota da 10 o 20 € viaggia da una tasca all’altra dei “temporanei possessori”… Nel contempo …. REGGETEVI FORTE …ogni volta che passa di tasca da un consumatore ad un operatore economico crea un fatturato di evidenza e portanza fiscale … motivo per cui viene emessa una fattura od uno scontrino.

TERZA DERIVATA

14) Sul quale scontrino o fattura l’operatore commerciale o professionista, industria paga oggi in Italia ben oltre il 50% dell’importo totale della transazione…

15) Ogni passaggio di una banconota da 10 euro provoca agli imprenditori un aggravio di 10 € al 50% = 5 € x 10.000 = 50.000 € di debito della collettività dei consumatori/imprenditori/cittadini verso il fisco!

16) La quintessenza della follia allo stato puro.

17) Mentre nel contempo, come già visto, le banche si possono incamerare la straordinaria somma di 10 € x 10.000 = 100.000 €.

QUARTA DERIVATA

18) E quindi a consuntivo si hanno :
a) i cittadini, consumatori, imprenditori che dopo 10.000 passaggi hanno sempre la stessa identica ed unica banconota da 10 € ;

b) il fisco che pretende 50.000 € dai cittadini, consumatori, imprenditori;

c) le banche che alla fine dei giochi da una sola e unica banconota iniziale da 10 € ne ricavano ben altre 9.999 per un totale di 100.000 €

d) che ovviamente non dichiarano al fisco in quanto essendo di provenienza indefinibile e comunque truffaldin – latronesca può essere dichiarata al fisco e quindi utilizzata per affari molto, molto loschi, infami e riprovevoli…. Come ad esempio finanziamento di guerre, rivoluzioni, e cosette del genere.

CONCLUSIONE
Da rilevare che la cifra della liquidità M1 in Italia negli ultimi anni si aggira abbastanza stabilmente sui 110 miliardi circa di euro…. /anno…. E se il P.I.L. è di 1500 miliardi l’anno, dove andranno a finire gli altri 9.500 miliardi di euro?
Evasione dei baristi che non rilasciano scontrini fiscali per i caffè?
Gli idraulici che non rilasciano fattura?
Ma va là...
 
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ANNO I NUMERUS I DIES·VENERIS·XXI·DECEMBER·MMDCCLXV·A·V·C

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25.11.2012​
Misteri svelati dell'alta rendita

a cura di Marco Saba *

( Authorization number VFF. 3012-EC/ 16.12.2012 )
Original document written in Italian
on 25/11/2012 ( last revision )




Basilea: la Spectre del sistema bancario ?

Il professor Carroll Quigley, il fu docente di storia, scienze politiche e geopolitica a Princeton, Harvard e Georgetown, così descrisse la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI o BIS, Bank for International Settlements) di Basilea, nel suo libro Tragedy and Hope, uscito nel 1966 da McMillan:
"(Dopo la prima guerra mondiale) i poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo remoto, di creare nientemeno che un sistema mondiale di controllo finanziario concentrato in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ciascun paese e l'economia mondiale. Questo sistema doveva essere controllato con criteri feudali dalle banche centrali del mondo, che agivano di concerto grazie ad accordi segreti ai quali pervenivano nel corso di frequenti incontri e conferenze private. Il vertice del sistema doveva essere la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, una banca privata di proprietà e sotto il controllo di banche centrali mondiali, esse stesse società private di capitali (corporations).

[ ... ] La BIS., in quanto istituzione privata, era proprietà di sette direttori di altrettante banche centrali e operava attraverso di loro che ne formavano allo stesso tempo il gruppo direttivo [ ... ]. Essi si accordavano su tutti i maggiori problemi finanziari del mondo, come pure su molti problemi economici e politici, specie in riferimento a prestiti, pagamenti e al futuro economico delle aree più importanti del globo... ”.


Come prolungare la crisi

La BIS è generalmente considerata il vertice della struttura del capitalismo finanziario, il sancta sanctorum dove i banchieri decidono le regole che deve seguire il sistema bancario. E' in quella sede che, con le regole di Basilea 3, si sono creati i presupposti teorici di una crisi che durerà fino al 2019. Infatti, innalzando il livello delle riserve obbligatorie delle banche dal 2% al 10,5%, da qui al 2019, assisteremo ad una perdita di PIL del 2% annuo ed all'avvitamento della crisi senza apparente rimedio Le previsioni ci dicono che nel 2012 l'Italia ha già perso il 2,4 % del PIL.
L'innalzamento dei coefficienti di riserva crea i presupposti teorici per una strozzatura del credito di quattro quinti. Da 100 a 20, nell'aggregato.
Se prima con depositi pari a 10,5 euro si potevano creare 525 euro, o sostenere posizioni passive equivalenti, con Basilea 3 con 10,5 euro le banche possono sostenere posizioni passive per soli 100 euro, 425 euro in meno.
Per mantenere le aperture di credito esistenti immutate, occorre aumentare la riserva in termini assoluti quintuplicandola per ogni istituto.
Se questo non avviene, occorre diminuire corrispondentemente le linee di credito dell'80% col blocco progressivo della liquidità del SEBC.
Ma le due cose possono anche avvenire in parallelo, rallentando la velocità della diminuizione del credito corrente, da qui al 2018. Tagliare l'80% del credito in una economia già in recessione è come dare il colpo di grazia al moribondo. Gli Stati Uniti hanno appena comunicato che non aderiranno a "Basilea 3".
Il sistema bancario applica periodicamente queste ricette malefiche - quasi una specie di anno sabbatico al contrario - proprio per provocare una ecatombe di fallimenti ed escutere dalla collettività le garanzie in beni reali all'epoca messe a disposizione per ottenere il credito. Se si pensa che il credito bancario è semplicemente il monopolio di creare denaro contabile e che creare moneta è un diritto del popolo sovrano, diventa evidente che abbiamo dato le chiavi della ghigliottina al nostro boia.



Una misura anticiclica necessaria
Quindi, per dare indicazioni concrete, occorre sostituire ed ampliare quell'80% di credito che mancherà nei prossimi anni con qualche alternativa, sempre che la situazione non si deteriori al punto che si decida di nazionalizzare tutte le banche.
Quello che possono fare i singoli governi - senza uscire né da Euro né da Europa - è di emettere moneta di stato a circuito nazionale per esempio tramite biglietti di stato a corso legale. Questi biglietti - come le United States note emesse da Kennedy, non comportano aumento del debito né violazione dei parametri del patto di stabilità. Occorre però un gran coraggio politico per prendere questa decisione perché l'ultimo che emise biglietti di stato in Italia - 450 miliardi di lire tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso - fu Aldo Moro, poi rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse...e - ma sarà solo un caso - il terrorismo in Italia è scomparso con la firma del trattato di Maastricht.
Quindi Aldo Moro aveva trovato la chiave per mantenere allo Stasto il guadagno da signoraggio sulla cartamoneta da 500 lire (900 milioni di biglietti emessi). In Italia, con l'introduzione dell'Euro, questo potere sovrano è stato usurpato da una società commerciale privata, la Banca Centrale Europea (già: Istituto Monetario Europeo).
Allo stato rimane solo il signoraggio sulle monetine, ma definiamo meglio il termine signoraggio.




Rendita monetaria effettiva o signoraggio


La definizione di signoraggio, secondo l'Académie Française: "se dit du droit que prenait un souverain sur la fabrication des monnaies"(Dizionario della lingua francese, 1935).
Ovvero: "del diritto che prendeva un sovrano sulla fabbricazione delle monete".
In pratica, dedotte le spese di coniazione, o monetaggio, la differenza tra il valore nominale della moneta ed il suo valore intrinseco (metallico) di mercato.
Con la creazione di strumenti monetari sempre meno intrinsecamente costosi, come cartamoneta o scritture contabili, tale valore è aumentato fino a coprire la quasi totalità del valore nominale o numerario.
Nel frattempo però sono spariti i sovrani, in senso storico, cioè gli imperatori, i re, gli zar, etc. Nel sistema statuale occidentale attuale la sovranità si intende attribuita al popolo, ma il diritto di signoraggio rimane allocato ad entità, di fatto sotto controllo privato, denominate "banche centrali" o "banche commerciali" (nel caso della moneta creditizia).

Con la crisi del 2008-2009, specialmente in Italia e negli Stati Uniti, è nato un vasto movimento su internet che rivendica la sovranità popolare o statale/governativa sul diritto di signoraggio.
Questo movimento rivendica la redistribuzione del signoraggio direttamente ai detentori di sovranità e, nel caso del popolo, attraverso un reddito universale di cittadinanza. Alcune comunità esercitano direttamente il diritto di signoraggio emettendo monete locali o complementari a corso libero, come nel caso del WIR in Svizzera o dello WE in Italia.
Per chi rimane scettico, rimandiamo alla Comunicazione ufficiale della Commissione europea alle istituzioni dell’UE e al Rappresentante generale UE Javier Solana, il 5 gennaio 2007 (http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/07/st05/st05068.it07.pdf) che non sembra mettere minimamente in discussione né l’esistenza né la definizione esatta di “signoraggio” laddove, al paragrafo sulla rendita monetaria da banconote e moneta metallica, viene specificato al punto 3.5:


Reddito monetario proveniente da banconote e monete in euro

Il contante in circolazione costituisce una fonte di reddito (denominato in generale reddito monetario o signoraggio) per l'ente di emissione. Nel caso delle banconote in euro, questo reddito viene messo in comune e successivamente ripartito tra le banche centrali nazionali dell'area dell'euro secondo uno schema specifico basato sul PIL e sulla popolazione di ciascun paese. La situazione cambia per quanto riguarda le monete in euro, in quanto il reddito (che corrisponde grosso modo al valore nominale della moneta meno i costi di produzione e messa in circolazione) è percepito dal paese che emette la moneta. Questo approccio dovrebbe essere altrettanto soddisfacente, purché non vi siano flussi migratori "netti" di monete in euro tra Stati membri (ad esempio afflussi sistematici in taluni paesi o deflussi sistematici da altri), nel qual caso occorrerebbe prevedere determinati aggiustamenti (specifici o generali) al sistema attuale.


Occorre notare che ad oggi non abbiamo dati certi sulla quantità di euro circolante poiché la BCE rifiuta di comunicare quanti euro virtuali sono stati creati nel SEBC attraverso l'apertura di linee di credito. [1]


Europa: democrazia o democrazismo ?

Il controllo totalitario del sistema Europa attraverso la BCE è talmente stretto che, ancorché gli stati conservano il risibile signoraggio delle sole monete metalliche, la quantità annuale di monete da coniare, stato per stato, viene comunque stabilita dalla BCE.
E si tratta ancora una volta di criteri completamente aleatori, apparentemente slegati da ogni logica, come ha scoperto la ricercatrice Nicoletta Forcheri [2].
Altrimenti uno stato potrtebbe coniare tutta la moneta di cui ha bisogno senza necessità di debito pubblico e di mantenere i banchieri/redditieri internazionali sedicenti "mercato".
Infatti attualmente i titoli del debito pubblico sono acquistati direttamente da banche che creano denaro dal nulla tramite false scritture contabili. Ma il dolore di questa usura lo paga la collettività e la produzione italiana: 80 miliardi all'anno oltre al rinnovo dei titoli scaduti realizzando così, per soprammercato, il reato di anatocismo.


* Marco Saba, già membro dell'osservatorio sulla criminalità Organizzata a Ginevra, è il responsabile della ricerca al Centro Studi Monetari in Italia e membro dell'Advisory Board di MONETATIVE, in Germania.
Indirizzo email per contattare l'autore: info(AT)studimonetari.org
 

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svendono la Grecia al miglior offerente
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7 luglio 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
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di Agnès Rousseaux

E’ tempo di saldi. La più grande promozione del XXI secolo. Tutto deve sparire ! Per cercare di ridurre il suo debito, la Grecia liquida tutti i suoi beni pubblici : energia, trasporti, compagnie d’acqua, università, coste protette… il paese cade sempre più in una crisi economica senza fondo, nonostante i « piani di salvataggio » europei. Questi portano profitti in gran parte al settore finanziario, mentre per i greci l’austerità è diventata uno stile di vita. Reportage ad Atene, presso un popolo vittima del trattamento choc imposto dal «capitalismo del disastro»
« Più di un terzo della popolazione greca non ha più accesso alla sanità nazionale » stima Giorgos Vichas, cardiologo. Alla clinica autogestita di Hellinikon, in periferia d’Atene, un centinaio di medici curano gratuitamente un numero sempre crescente di pazienti. Leggi il resto di questo articolo »

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STAMPA LIBERA ha aggiunto I debiti del piano Marshall non li possiamo pagare in eterno al blog 19 ore fa
1:34
4/7/2013 Alex Di Battista "Solidarietà a Evo Morales ed Edward Snowden"

di M5SParlamento • 4.782 visualizzazioni Alessandro Di Battista chiede che il ministro degli Esteri Emma Bonino riferisca in aula sulla decisione di negare lo spazio aereo italiano al presidente boliviano Evo Morales che ha offerto asilo politico a Edward Snowden...





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UNA COMUNITÀ LOCALE COMBATTE LA BANCA CENTRALE DEL KENYA
Postato il Domenica, 07 luglio @ 14:19:30 CEST di davide
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DI ELLEN BROWN
webofdebt.wordpress.com

L’ex volontario delle Forze di Pace Will Ruddick e diversi altri cittadini di Bangladesh (Kenya) rischiano sette anni di prigione per aver messo a punto un modo efficace per alleviare la povertà nelle più povere comunità africane. La soluzione da loro elaborata: una valuta complementare emessa e garantita dalla comunità locale.
La Banca Centrale del Kenya ha già sporto denuncia di contraffazione valutaria.


Le valute complementari possono contribuire realmente a ridurre la povertà. E’ difficile riuscire a dimostrare questa cosa nelle economie complesse, a causa dei numerosi fattori che influenzano i risultati. Ma in un piccolo villaggio africano che detiene un’infinitesima parte della valuta nazionale, fornire ai residenti una valuta alternativa non può che avere un effetto positivo ovvio, immediato e indiscutibile.

Questo è stato dimostrato chiaramente (1) quando Will Ruddick, un medico, economista ed ex-volontario delle Forze di Pace americano, introdusse una valuta complementare in un piccolo insediamento in Kenya chiamato Bangladesh, vicino alla città costiera Mombasa.

L’organizzazione di sviluppo locale di Will, Koru-Kenya (2), ha lavorato insieme a più di cento piccole imprese locali di Bangladesh, che si erano accordate nel riconoscersi reciprocamente l’equivalente di 400 scellini (circa €3.5 o $4.60) di credito reciproco, sotto forma di voucher commerciali chiamati Bangla-Pesa (3). Metà di questi voucher sarebbero stati disponibili per l’acquisto reciproco di prodotti e servizi, e l’altra metà sarebbe servita a finanziare progetti pubblici per la comunità, come raccolta dei rifiuti e servizi sanitari.

Le assegnazioni delle risorse furono decise in modo democratico e trasparente, e la nuova valuta fu completamente finanziata dalla comunità locale stessa e assicurata da un sistema di garanti, senza alcun esborso o avallo da parte del governo del Kenya o di un’agenzia di sviluppo nazionale.

Il progetto fu avviato in Maggio 2013 ed ebbe come effetto immediato un aumento del 22% delle vendite. Questo corrispose a un incremento dei profitti e del potere d’acquisto del 22%.

Gli scambi erano di beni e servizi che senza la presenza di una valuta alternativa sarebbero stati non utilizzati o sprecati, e non perché non fossero commerciabili, ma perché i potenziali acquirenti non avevano il denaro per poterli acquistare.

L’introduzione del Bangla-Pesa riuscì a dare un forte e decisivo impulso all’economia locale, creando un link diretto tra la comunità e le sue risorse, senza il vincolo di quel pezzo di carta chiamato “denaro”. A questo indirizzo internet : link (4) potete trovare un video molto significativo su questo progetto.v Il successo dell’esperimento di Bangladesh ha suscitato il plauso dalle Nazioni Unite, dell’Aja (5) e dell’ Associazione Internazionale dello Scambio Reciproco (6). Bisogna dirlo: nessun altro programma di riduzione della povertà di governi locali può competere con l’efficacia di un simile approccio che, oltretutto, è facilmente replicabile in innumerevoli piccole altre comunità africane. Il progetto era di estenderlo ad altri villaggi in maniera semplice e democratica, così da creare uno strumento locale di scambio per la gente di tutto il continente.
Tutto avviene tramite telefoni cellulari con un sistema fornito da Community Forge, (7) un’organizzazione con sede a Ginevra che sostiene lo sviluppo delle valute locali in tutto il mondo.

Ma il piano fu inspiegabilmente interrotto il 29 maggio scorso, quando Will e cinque altri partecipanti al progetto sono stati arrestati dalla polizia del Kenya e messi in prigione. Oltre a Will, che è sposato con una donna del Kenya impegnata in attività umanitarie ed è padre da poco, tra gli altri arrestati ci sono due piccoli imprenditori locali (genitori e nonni), un giovane attivista, una mamma volontaria e il tutore di sette orfani. (8)

All’inizio la polizia ha accusato il gruppo di ordire un complotto per capovolgere il governo, sostenendo che il Bangla-Pesa fosse collegato al MRC, un gruppo di terroristi secessionisti.

Quando tale collegamento si dimostrò infondato, entrò in scena la Banca Centrale del Kenya con le sue accuse formali di falsificazione valutaria. Will e i suoi compagni di sventura per ora sono stati rilasciati dietro una cauzione di 5,000 euro e sono in attesa del processo, previsto per il 17 luglio prossimo. Se saranno condannati, li attendono sette anni di reclusione in Kenya.

Ma nonostante la difficile situazione, Will rimane ottimista: “La cosa più emozionante” dice “è che questi sistemi hanno dimostrato la capacità di ridurre la povertà – e la mia speranza è che dopo questa vicenda sarà permesso di estenderli a tutti i paesi e i villaggi del Kenya. Ormai l’uso delle valute complementari sarà affermato e riconosciuto come ottimo strumento per combattere la povertà, non ci saranno più dubbi al riguardo”.

Precedenti casi di successo, dalla Svizzera al Brasile

Le valute complementari sono adottate da diversi governi del mondo. Il sistema più antico e diffuso è il WIR della Svizzera, un sistema di scambio tra 60,000 imprenditori - in pratica più del 20% di tutto il sistema di imprese svizzero (Switzerland). Questo tipo di valute hanno dimostrato di avere un effetto anti-ciclico che contribuisce a stabilizzare l’economia Svizzera, rendendo disponibili liquidi e prestiti in quei momenti in cui scarseggia per le piccole imprese il credito convenzionale. Il Brasile è un leader mondiale nell’uso delle valute complementari mirate alla riduzione della povertà. Un fatto interessante è che la sua esperienza è iniziata più o meno nello stesso modo che per il Kenya: la più famosa valuta alternativa del paese, chiamata “Palmas”, rischiò di essere soppressa sul nascere per mano della Banca Centrale del Brasile. Come andarono i fatti ce lo raccontano Margrit Kennedy e i co-autori di People Money:(9)

“Dopo l’emissione delle prime Palmas nel 2003, l’organizzatore locale Joaquim Melo fu arrestato per sospetto riciclaggio di denaro in banche non ufficiali. La Banca Centrale del paese avviò un’azione legale contro di lui, sostenendo che la sua banca stesse coniando denaro falso.
Gli accusati chiesero aiuto per la difesa a testimoni esperti del settore, come l’organizzazione olandese per lo sviluppo “STRO”. Infine, il giudice stabilì che era un diritto costituzionale dei cittadini avere accesso alla finanza e che la Banca Centrale stesse facendo ben poco per quelle aree povere del paese che utilizzavano le valute locali. Emise quindi un giudizio a favore del Banco Palmas.
Ciò che avvenne dopo mostra il grande potere che ha il dialogo. La Banca Centrale creò un gruppo di riflessione e invitò Joaquim a unirsi alle discussioni per capire come poter aiutare la gente più povera. Il Banco Palmas creò quindi l’Istituto Palmas per condividere e diffondere la sua metodologia tra altre comunità e nel 2005 il ministro per “l’economia solidale” creò una partnership con l’Istituto per finanziare la diffusione del metodo. Il sostegno alle banche per lo sviluppo locale che emettono nuove valute fa parte ormai delle politiche di stato.


Il dibattito legale: Credito Reciproco o Contraffazione valutaria?

Se il tribunale del Kenya seguisse l’esempio del Brasile, questo potrebbe essere l’inizio di un approccio molto promettente nella lotta alla povertà in Africa. Il Bangla-Pesa era finanziato da risorse locali, e i locali erano molto felici di averlo per poter far circolare loro prodotti e acquistarne da altri all’interno della loro comunità.

Tuttavia, se sarà giudicato un caso di falsificazione valutaria, esiste purtroppo un precedente storico che fu duramente punito. Nella metà del diciottesimo secolo, quando la Banca d’Inghilterra era detenuta da privati e aveva il diritto esclusivo di emettere la valuta nazionale, la falsificazione delle banconote della Banca d’Inghilterra era considerata un crimine punibile con la pena di morte.(10) Erano i tempi in cui sono ambientate le storie di Charles Dickens “Tale of Two Cities e di “Bleak House”, tempi in cui l’aver affiancato alla valuta nazionale una valuta alternativa avrebbe certamente aiutato a sollevare le masse dalla profonda povertà in cui versavano; ma era proprio interesse della Banca controllare il mercato valutario e mantenerlo “scarso”, proprio per garantire una costante richiesta di prestiti.

Quando nel sistema scarseggia il denaro necessario per soddisfare le esigenze di scambi commerciali, le persone devono contrarre dei prestiti dalle banche pagando degli interessi, assicurando così un bel profitto alle banche stesse. E’ vero anche il contrario: quando gira denaro sufficiente per coprire le esigenze di scambio, cala drasticamente il livello dei debiti e della povertà. In questo caso, il voucher Bangla-Pesa non ha niente a che vedere con una falsificazione della valuta nazionale. Quindi, le accuse fatte sono del tutto infondate.

Lo scopo delle valute complementari, come dice il loro stesso nome, non è di imitare o competere con la valuta nazionale, ma di completarla, permettendo un aumento degli scambi commerciali di prodotti e servizi disponibili nelle comunità locali, prodotti e servizi che, altrimenti, sarebbero rimasti invenduti e sprecati. Oggi, la Banca d’Inghilterra stessa riconosce ufficialmente il ruolo di complementarietà di queste valute(Bank of England | Banknotes | Local Currencies).

L’esperienza del Bangla-Pesa dimostra quello che la classe politica spesso ignora: il Prodotto Interno Lordo è misurato in beni e servizi venduti, non in beni e servizi prodotti; e affinché i prodotti siano venduti, gli acquirenti devono avere il denaro per comprarli. Provate a dare alla gente denaro supplementare da spendere e vedrete che il PIL salirà. (In Kenya, dove quasi la metà della popolazione vive in stato di povertà e di disoccupazione estrema, gli aumenti del PIL riflettono più le pratiche estrattive che le condizioni locali).

Un’idea diffusa è che aumentando gli strumenti di scambio si avrà come unico effetto la svalutazione monetaria e l’aumento dei prezzi; ma i dati mostrano che questo non avviene se prodotti e servizi restano invenduti e i lavoratori rimangono disoccupati. Aggiungere liquidità, in circostanze del genere, dà impulso alle vendite, alla produttività e all’occupazione, più che ai prezzi.

Questo è stato dimostrato in un grande esperimento condotto in Argentina nel 1995, un momento in cui il paese era colpito da una grave crisi bancaria. La mancanza di fiducia nel Peso e la fuga di capitali provocò l’assalto alle banche da parte dei risparmiatori, tale da fargli praticamente chiudere i battenti in poco tempo. Quando iniziò a scarseggiare la valuta nazionale, la gente rispose creandosela da sola. Queste valute locali pian piano si evolvettero nel Global Exchange Network (Red Global de Trueque, detto anche RGT), che alla fine divenne la più vasta rete di valute locali nel mondo. Il modello si diffuse in tutta l’ America centrale e meridionale, raggiungendo i sette milioni di membri e un giro d’affari di milioni e milioni di dollari USA l’anno. A livello locale, anche le province in cui scarseggiava la valuta nazionale, ricorsero all’emissione di una loro “moneta”, pagando gli impiegati con ricevute cartacee chiamate “Buoni di Cancellazione di Debiti”, in unità valutaria uguale al Peso Argentino.

Anche se tutte queste misure aumentarono la quantità di denaro in circolazione, i prezzi non salirono. Al contrario, in alcune province che adottavano oltre alla valuta nazionale quella locale, i prezzi addirittura calarono (11) rispetto ad altre province argentine. I sistemi locali di scambio permettevano la commercializzazione di quei beni e servizi che altrimenti non avrebbero avuto alcun mercato.

Anche a Bangladesh si sono riscontrati questi effetti positivi. “Con il Bangla-Pesa,” dice Ruddick, “abbiamo notato che un credito circolante senza interessi, finanziato dalla comunità locale è uno strumento economico ed efficace per aumentare la liquidità locale e ridurre la povertà”.
Gli accusati quindi devono riuscire a dimostrarlo in tribunale. E’ stata organizzata una raccolta di fondi generale per poter pagare i loro difensori: ecco il link. Per firmare la petizione avviata da una delegazione dell’Aja che sostiene Bangladesh, cliccare qui.

Ellen Brown è un avvocato, presidente dell’Istituto Bancario Pubblico, autrice di dodici testi, tra cui “La ragnatela del Debito” ed il seguito, di recente pubblicazione: “La soluzione della Banca Pubblica”

Fonte: WEB OF DEBT BLOG | ARTICLES IN THE NEWS . . . . . . . . . . . . . . . . COMMENTS, FEEDBACK, IDEAS
Link: The Crime of Alleviating Poverty: A Local Community Currency Battles the Central Bank of Kenya | WEB OF DEBT BLOG
28.06.2013

All’articolo ha contribuito anche Jamie Brown

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

Le pagine internet di Ellen Brown:

Web of Debt - How Banks And The Federal Reserve Are Bankrupting The Planet...
Home - The Public Bank Solution
Public Banking Institute - Banking in the Public Interest.
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