un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo (4 lettori)

mototopo

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29 marzo 2013 |
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Fonte: http://www.economiaepolitica.it/?s=la+bundesbank+compra+i+bund+tedeschi&x=9&y=8

Scritto da Manfredi De Leo il 07 Dicembre 2011


1. L’esito della recente asta dei titoli pubblici tedeschi ha sollevato un interessante dibattito intorno alle specificità del meccanismo di collocamento dei titoli pubblici che sembrano distinguere la Germania dagli altri paesi dell’eurozona. Il dibattito prende spunto dai dettagli presenti nel resoconto ufficiale della procedura d’asta, laddove si comunica che sono stati emessi tutti i 6 miliardi di euro di titoli inizialmente previsti dal governo, ma al contempo si afferma che – di questi – solamente 3,6 sono stati collocati presso investitori privati. Si tratta dunque di capire esattamente cosa è successo a quei 2,4 miliardi di euro di titoli residui, che sono stati dichiarati emessi, ma non sono stati sottoscritti dai partecipanti all’asta.


Il resoconto ufficiale dell’asta definisce quella particolare quota dell’emissione come “Ammontare messo da parte per operazioni sul mercato secondario”. Dunque il 40% dei titoli emessi è stato trattenuto con lo scopo di essere successivamente venduto sul mercato secondario: una quota consistente dei titoli è stata, in altri termini, emessa ma non collocata presso gli investitori privati. Una simile operazione sembra possibile solamente qualora si ammetta l’intervento della Bundesbank, che avrebbe sottoscritto una parte della nuova emissione – come suggeriscono numerosi commentatori[1].


Ciò significherebbe che la Germania opera al di fuori delle regole comuni dell’eurozona[2], ossia in deroga a quegli stessi principi che hanno impedito, ad esempio, alla Banca Centrale Greca di intervenire a sostegno dei titoli pubblici ellenici tra il Dicembre 2009 ed il Maggio 2010, quando la spirale nei tassi di interesse pretesi dai mercati finanziari internazionali in sede d’asta ha di fatto costretto Atene a ricorrere ad un prestito istituzionale, vincolato all’adozione delle cosiddette misure di austerità. L’“eccezione tedesca” alle regole europee sull’emissione di titoli del debito pubblico appare ancora più significativa se si considera che la pratica di trattenere una quota (anche consistente) dell’emissione “per operazioni sul mercato secondario” non costituisce affatto un’anomalia nelle ordinarie operazioni di collocamento dei bund, ma ne rappresenta piuttosto il regolare funzionamento: come illustrato dal seguente grafico, la Germania trattiene regolarmente una quota delle emissioni, esattamente come accaduto in quest’ultima, discussa, asta di bund decennali.




Cercheremo di dimostrare che la Bundesbank sostiene attivamente il collocamento dei titoli pubblici tedeschi, esercitando un’influenza dominante sul prezzo dei titoli di nuova emissione, senza però ricorrere alla sottoscrizione degli stessi sul mercato primario, ma articolando il proprio intervento in modo tale da aggirare i divieti imposti dal Trattato di Maastricht, e praticare di fatto il finanziamento diretto del debito pubblico tedesco.


2.Iniziamo col dire che il dibattito sull’asta dei titoli tedeschi ha il grande pregio di restituire il meccanismo di emissione dei titoli pubblici – fatto di regolamenti, prassi e rapporti di forza tra governi, banche private nazionali e internazionali – ad un contesto istituzionale più complesso di quella ‘forma di mercato’ che gli viene attribuita dalle istituzioni europee, e che giustifica il divieto di acquisto dei titoli pubblici imposto alle banche centrali, chiamate appunto a non interferire con il regolare funzionamento del mercato del credito.


Vogliamo capire come sia possibile che un titolo pubblico venga emesso, ma non collocato. Precisiamo innanzitutto cosa si intende per collocamento: un titolo si definisce collocato quando viene sottoscritto per la prima volta. L’ufficio governativo responsabile dell’emissione dei titoli del debito pubblico tedesco è l’Agenzia per il debito (Finanzagentur), la quale gestisce le procedure d’asta e poi trattiene i titoli non collocati presso quella platea di investitori privati che hanno l’accesso riservato al mercato primario, platea costituita da una quarantina di banche e società finanziarie tedesche ed internazionali. L’idea, suggerita da molti commentatori, che i titoli non collocati vengano di fatto sottoscritti dalla banca centrale tedesca è stata immediatamente contestata, poiché sembra scaturire da una errata interpretazione del particolare ruolo svolto da quest’ultima all’interno del processo di emissione dei titoli. Come vedremo, sebbene sia effettivamente possibile confutare la tesi secondo cui la Bundesbank sottoscrive i titoli pubblici tedeschi direttamente sul mercato primario, la banca centrale tedesca può contare su altri e diversi canali per intervenire sui titoli di nuova emissione, con risultati assolutamente equivalenti all’azione diretta sul mercato primario.


La Bundesbank agisce per conto dell’Agenzia per il debito tedesca in qualità di “banca custode e non di prestatore di ultima istanza”, come sostiene Isabella Bufacchi sul Sole 24 Ore del 26 Novembre 2011: i titoli trattenuti risultano in sostanza congelati presso la banca centrale tedesca, senza che questa corrisponda al governo alcuna somma di denaro in cambio, ossia senza che quei titoli risultino effettivamente sottoscritti. Spiega ancora la Bufacchi: “L`agenzia del debito tedesco riprende poi quei titoli invenduti e li ricolloca in tranche sul secondario, nell`arco di qualche giorno o in casi di mercati ostici di qualche settimana.” Dunque sembra, a prima vista, che la Germania non stia procedendo alla cosiddetta ‘monetizzazione’ del debito pubblico. A confermare questa interpretazione interviene anche la prestigiosa rivista The Economist, pubblicando sul proprio sito l’articolo Fun with bunds in cui, “per evitare che i bloggers passino molto tempo immersi nei meccanismi d’asta delle obbligazioni europee”, si affida la soluzione al dilemma alle parole di un rappresentate della PIMCO, una delle più importanti società private di investimento a livello internazionale: “La Finanzagentur ha emesso solamente 3,6 miliardi in cambio di liquidità. Loro hanno collocato 3,6 miliardi sul mercato ed hanno trattenuto 2,4 miliardi sui loro libri contabili. In futuro potranno vendere l’ammontare trattenuto sul mercato secondario, ottenendo la corrispondente liquidità. Potreste aver letto che la Bundesbank ha acquistato la quota dell’emissione che non è stata collocata in asta; ciò non è corretto. La Bundesbank non sta finanziando la Germania; opera semplicemente come un’agenzia per la Finanzagentur.”


La pratica dell’Agenzia tedesca per il debito, consistente nel trattenere una quota dell’emissione, viene dunque presentata, molto semplicemente, come un metodo per procrastinare il collocamento di quei titoli, in attesa di più favorevoli condizioni sui mercati finanziari: una mera questione di tempo, poiché i titoli emessi ma non anche collocati saranno, prima o poi, effettivamente collocati.


3. Dopo aver “passato molto tempo immersi nei meccanismi d’asta delle obbligazioni europee”, è forse possibile mettere in discussione la validità di questa lettura del problema, ed incentrare l’interpretazione del particolare meccanismo di emissione dei titoli pubblici tedeschi non tanto sul ‘quando’ i titoli trattenuti verranno sottoscritti, quanto piuttosto sul ‘dove’ quei titoli verranno poi, effettivamente, collocati.


La struttura istituzionale conferita generalmente agli odierni processi di emissione dei titoli del debito pubblico si fonda su una netta distinzione tra il mercato primario, dove i governi collocano i titoli di nuova emissione, ed il mercato secondario, dove i titoli già emessi possono essere liberamente scambiati. Tale distinzione è rilevante, all’interno della cornice istituzionale dell’eurozona, poiché il Trattato di Maastricht (comma 1 art. 101[2]) vieta esplicitamente alle banche centrali dell’eurozona l’acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi membri solamente sul mercato primario: la BCE e le banche centrali dei paesi membri sono dunque lasciate libere di acquistare titoli del debito pubblico dei paesi membri dell’eurozona sul mercato secondario, e siamo certi che stiano operando in questo senso quantomeno a partire dal Maggio 2010, nel contesto del Securities Markets Programme[4]. Si noti come la chiara distinzione tra mercato primario e mercato secondario, ovvero la regola per cui sul mercato secondario possono essere scambiati solamente titoli già emessi sul mercato primario, sia il presupposto della logica seguita dalle istituzioni europee, le quali prevedono contemporaneamente il divieto imposto da Maastricht, che si riferisce al mercato primario, ed il Securities Markets Programme, che limita al mercato secondario la libertà di intervento delle banche centrali. Nelle parole dell’allora Governatore della BCE Trichet: “le nostre azioni sono pienamente conformi al divieto di finanziamento monetario [del debito pubblico] e dunque alla nostra indipendenza finanziaria. Il Trattato vieta l’acquisto diretto, da parte della BCE, dei titoli del debito emessi dai governi. Noi stiamo acquistando quei titoli solamente sul mercato secondario, e dunque restiamo ancorati ai principi del Trattato”.[5]


Alla luce di quanto detto circa la pratica – operata negli anni dalla Germania – di destinare una quota rilevante delle emissione ad operazioni sul mercato secondario, risulta evidente che, quando consideriamo il mercato dei titoli pubblici tedeschi, la distinzione tra mercato primario e mercato secondario si fa quantomeno labile: tramite la quota di titoli di nuova emissione regolarmente trattenuta dall’Agenzia del debito, infatti, la Germania è in grado di collocare i propri titoli del debito pubblico direttamente sul mercato secondario. Ciò è rilevante perché se il mercato primario dei titoli pubblici è esplicitamente riservato, in tutti i paesi dell’eurozona, ad un gruppo di investitori privati, sul mercato secondario operano – accanto agli investitori privati – anche le banche centrali dei paesi membri. Questo significa che il tasso di interesse che si determina sul mercato primario può essere spinto al rialzo da una carenza di domanda di titoli che non ha ragione di esistere sul mercato secondario, laddove l’azione della banca centrale implica una domanda potenzialmente infinita per i titoli pubblici: sul mercato primario, dove non operano le banche centrali, può sussistere una situazione di eccesso di offerta di titoli che conduce ad un rialzo nei tassi di interesse, quale quello osservato in Grecia nei primi mesi del 2010, ed in Italia a partire dall’Agosto 2011, mentre sul mercato secondario l’intervento della banca centrale ha il potere di creare tutta la domanda necessaria a spingere al ribasso il rendimento dei titoli pubblici. Pertanto, il semplice fatto che il collocamento dei bund di nuova emissione avvenga, in parte, direttamente sul mercato secondario ha un impatto significativo sul tasso di interesse dei titoli pubblici tedeschi, garantendo alla Germania un minor costo dell’indebitamento pubblico, a prescindere dalla possibilità (pure presente) che i titoli di nuova emissione collocati sul mercato secondario vengano sottoscritti direttamente dalla Bundesbank. La particolare struttura istituzionale del processo di emissione dei titoli pubblici tedeschi sopprime di fatto la distinzione tra mercato primario e mercato secondario, aprendo lo spazio per il finanziamento del debito pubblico tramite la banca centrale – spazio negato agli altri paesi membri dell’eurozona.


Il complesso meccanismo di emissione dei titoli pubblici appena descritto consente alla Germania di proporre, in asta, un tasso dell’interesse molto basso, come avvenuto il 23 Novembre: se gli investitori privati si rifiutano di sottoscrivere i titoli del debito pubblico tedeschi a quei tassi, giudicati poco remunerativi, lo Stato trattiene la quota dell’emissione non collocata e procede, successivamente, al collocamento di quei titoli sul mercato secondario, dove l’azione della banca centrale è in grado di orientare i livelli del tasso dell’interesse vigente, o addirittura di tradursi in un intervento diretto, con la Bundesbank che sottoscrive i titoli del debito non collocati sul mercato primario. In assenza di un simile meccanismo, i governi sono costretti ad accettare il tasso di interesse che gli investitori privati pretendono sul mercato primario, laddove la loro disponibilità a sottoscrivere i titoli pubblici rappresenta l’unica possibilità che lo stato ha di finanziare il proprio debito. L’“eccezione tedesca” può essere concepita come un metodo che permette di aggirare i divieti imposti dal Trattato di Maastricht, e viene da chiedersi per quale motivo gli altri paesi dell’eurozona non si siano dotati di un simile dispositivo, capace di arginare le pretese dei mercati finanziari internazionali sui rendimenti dei propri titoli pubblici.​

[1] Alesina e Giavazzi sul Corriere dela Sera del 24 Novembre 2011 affermano che “l’asta dei Bund è stata sottoscritta solo grazie alla Bundesbank che ha acquistato il 40% dei titoli offerti da Berlino.”. Lo stesso giorno, simili affermazioni compaiono sui più importanti quotidiani. Sul Sole 24 Ore Bufacchi sostiene che: “va scartata la maxi-quota, pari al 39% dei 6 miliardi, che è stata sottoscritta dalla Buba [Bundesbank] per essere rivenduta sul secondario per via del peculiare meccanismo usato fin dagli anni 70 nelle aste dei titoli di Stato tedeschi.”; Quadrio Curzio commenta che “senza l’intervento della Bundesbank poteva andare anche peggio” sul Messaggero; Tabellini afferma, sul Sole 24 Ore, che: “la Bundesbank di fatto continua ad agire come prestatore di ultima istanza quanto meno in via temporanea nei confronti dello Stato tedesco. I titoli non venduti in asta infatti sono stati assorbiti dalla Bundesbank, che da sempre svolge questo ruolo per garantire la liquidità dei titoli tedeschi.”
[2] “La banca centrale tedesca ha subito assorbito tutti i titoli invenduti. È esattamente ciò che la Bundesbank stessa non vuole che la BCE faccia con Italia e Spagna. […] ha comprato direttamente dal governo, un comportamento in apparenza illegale ai termini del trattato: finanziamento monetario del deficit.” Fubini, Corriere della Sera del 24 Novembre 2011.
[3] “È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle Banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate “Banche centrali nazionali”), a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle banche centrali nazionali.” (Cfr. Versione consolidata del Trattato che istituisce la Comunità Europea, Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee, 24/12/2002, corsivo nostro).
[4] “Nei termini definiti in questa Decisione, le banche centrali dell’Eurosistema possono acquistare […] sul mercato secondario titoli di debito […] emessi dai governi centrali o da enti pubblici dei Paesi Membri e denominati in euro.” (Cfr. Decision of the European Central Bank of 14 May 2010 establishing a securities markets programme, Official Journal of the European Union, 20/05/2010, corsivo nostro).
[5] Cfr. Speech by Jean-Claude Trichet, President of the ECB, at the 38th Economic Conference of the Oesterreichische Nationalbank, Vienna, 31 May 2010.
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mototopo

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tratto dal libro revelation di denis robert .le stanze di compensazione in lussemburgo
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si ho inserito la bibblioteca digitale per la pubblicazione dei conti della clearhuose

http://www.scribd.com/doc/29423114/38-000-Clearstream-counterparties-2004 qui i 38000 conti nella clear house di cui 17000 neri
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se son rose fioriranno,ma se son cachi............................. e lo sforzo continua:D




racconta che "tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali". Questo libro del secolo scorso dice una grande verità: vi sono sostanzialmente oramai due sole classi di persone. Quelli che, animali, per vivere debbono lavorare, e quelli che avendo raggiunto l'illuminazione, vivono semplicemente creando denaro "dal nulla". Ma chi ha il potere di creare denaro? Si tratta di un potere sovrano che, in quanto tale, spetta al sovrano. Banalmente: il vero sovrano è colui il quale crea moneta. Perché, subito dopo averla creata, la scambia ottenendo in cambio una vera ricchezza: i beni ed i servizi. Questo peccato originale è di somma importanza per capire come funziona il potere. Nel nostro sistema, ci sono principalmente tre creatori di denaro: lo Stato, la banca centrale, il cartello delle banche ordinarie. E' una vera e propria "conventio ad escludendum": nessun altro può "legalmente" creare moneta. Lo stato crea monetine metalliche, assieme a San Marino e al Vaticano, il che rappresenta un ben misero "signoraggio" Un misero guadagno tra quanto costano i metalli delle monete ed il valore facciale ivi rappresentatovi. La banca centrale stampa i foglietti di carta - e già questa moneta è illegale perché non emana dalla sovranità, ma da un fraintendimento: che la Banca d'Italia sia mai stata d'Italia - e li addebita allo stato complice che emette in cambio cambiali - buoni di stato - a nome tuo e mio. Per mascherare meglio il falso il bilancio, la banca centrale commissionava all'istituto poligrafico zecca di stato la stampa vera e propria delle banconote, che le venivano fatturate al costo, dopodiché la Banca d'Italia postava al passivo nel bilancio IL VALORE NOMINALE delle banconote, non semplicemente le fatture dei costi tipografici. Esattamente come se un proprietario di un Casinò postasse al passivo NON il costo di fabbricazione delle fiches, MA bensì il loro nominale valore facciale. Calcola quanto costa stampare un biglietto da 500 euro e la differenza col suo valore nominale ed hai già capito in che mani siamo finiti. Se quindi abbiamo capito questo, siamo già un buon passo avanti. Abbiamo due attori che si prendono il signoraggio: uno, lo stato, in cui crediamo perché ci dovrebbe difendere dai ladri, che si prende il guadagno dalla stampa delle monetine (ma non ci spiega perché i sovrani Vaticano e San Marino non péschino in altre tasche stampandosi la loro moneta sovrana),, il secondo, la banca centrale, che si appropria del signoraggio sulle banconote (estremamente più lucroso). E fin qui siamo alle scoperte del Prof. Giacinto Auriti, di Ezra Pound e di altri illustrissimi ben conosciuti. Ma ora arriva il terzo incomodo: il cartello delle banche, molte delle quali socie della Banca d'Italia. Il debito pubblico ammonterrebbe a 27mila euro a testa perché lo stato corrotto, avendo abdicato alla sovranità, si sarebbe fatto stampare le banconote in cambio di titoli di stato portatori di interessi e/o ceduti scontati. Ovvero: lo stato avrebbe potuto farsi stampare DIRETTAMENTE dal poligrafico i 27mila euro a costi tipografici. In soldoni: uno stato che stampa titoli credibili può benissimo stampare moneta, come avvenne durante il ventennio fascista con i "Biglietti di Stato a corso legale". Come avvenne dopo, fino alla strage di Piazza Fontana, con le 500 lire cartaceee "Biglietto di Stato a corso legale". Per essere ancora più chiari, l'ambasciata americana di Roma venne comprata con le "AM-Lire", i biglietti che permisero agli americani di conquistare l'Italia perché - colpa del fascismo - nessuno aveva capito cos'era la moneta, il signoraggio e la sovranità.
Diciamo quindi che il 2% della moneta emessa - monetine e banconote (ovvero false cambiali senza scadenza) - sono a signoraggio misto: stato più una - sedicente - Banca d'Italia. Quanto prelevato dallo stato potrebbe essere lecito - come tassa. Quanto prelevato dai signori privati del signoraggio - che falsuificano sistematicamente i bilanci - è sicuramente un pizzo. Ma da dove arriva il 98% della moneta restante? Il 98% della moneta che usiamo è moneta creditizia. Moneta virtuale. Moneta creata dal cartello bancario abusando della buona fede e dell'ignoranza della popolazione. Attraverso il meccanismo perverso della riserva frazionaria: versi 100 euro in banca, loro li mettono a "riserva", e ne stampano 5.000 (cinquemila). Cioè, le banche potrebbero prestare 50 volte quello che realmente hanno in deposito. Si chiama BANCAROTTA TECNICA. Se, per avventura, un governatore della banca centrale diventasse presidente della tua Repubblica, lo potresti incriminare di Alto tradimento, il più odioso crimine previsto dal nostro codice. Questo perché i proprietari del meccanismo del signoraggio, le BrigateRothschild e le Brigate Rockfeller, non sono cittadini italiani. Ma non solo: anche perché si sono ceduti la tua sovranità, cosa che è illegale. Illegittima. Invalida EX TUNC. Sto precisamente parlando del golpe di Maastricht. Un trattato tra sei monarchie corrotte e sei presidenti della Repubblica corrotti. Nel nostro caso, l'alto tradimento riguarda sia Cossiga che Scalfaro: certi tradimenti sono così grossi che bisogna essere in due.
Scusate la divagazione storica.
Tornando al signoraggio sulla moneta, come abbiamo spiegato ci sono tre pretendenti: lo stato (monetine), la Banca d'Italia (che avendo falsificato sistematicamente i bilanci ha aderito da sempre a tutti i condoni possibili...) ed il cartello bancario (emettendo moneta come credito).
Come non ci possono essere tre mariti per una moglie, così non ci possono essere TRE intestatari del diritto sovrano del signorasggio.
Lo stesso concetto di proprietà lo esclude: la proprietà di una cosa è mia solo se ne sono io l'esclusivo proprietario. La proprietà del signoraggio spetta al sovrano, che in Italia, ed in qualsiasi democrazia, è IL POPOLO.
Lo stato, abbiamo visto, ha tradito il mandato di garantire al cittadino la proprietà privata delle sue cose.
Questo è pericoloso perché si chiama PERDITA DELLO STATO DI DIRITTO:.
Ovvero: se qualcuno mi chiede la stessa cifra (tasse), o una minore, MA mi garantisce senz'altro di proteggere la proprietà dei miei beni, mi ci affiderò senz'altro. Questo è il fattore critico di successo di ogni mafia più economica dello stato.
E la mafia convenzionale non è altro, alla fin fine, che il tentativo della gente di sottrarsi ad uno stato traditore in combutta con dei banchieri autocrati.
Se quanto sopra esposto è vero, dovrebbero esistere da qualche parte i conti correnti dei traditori della sovranità monetaria del popolo, o almeno delle loro banche compiacenti: ESISTONO. Questi conti si trovano nelle società di clearing - società di compensazione. Ho scritto un libro intero per spiegarne il meccanismo (Bankenstein, ed. Nexus, 2006). Cercherò di riassumere: la società di compensazione CEDEL (poi Clearstream Bank) nacque con un meccanismo di riciclaggio inventato da Roberto Calvi e realizzato da Gerard Soisson, come tecnico informatico. Entrambi trovarono la morte anche se oggi si indaga solo su quella di Calvi. L'idea geniale di Calvi si basava sul sistema della riserva frazionaria. Cioè, quando devo compensare conti tra due istituzioni bancarie, posso limitarmi ad avere la riserva frazionale sulla differenza FINALE dello scompenso. Cioè, se riesco a cancellare la traccia delle transazioni (manomettendo le registrazioni nella cassa di compensazione), posso registrare molto di meno. Esempio: la Banca Bassotti è esposta con la Finanziaria IFIL per un miliardo. La IFIL deve alla Banca Bassotti un miliardo e cento. Differenza: CENTO. Se nascondo le transazioni sottostanti, posso impegnare riserva frazionaria sufficiente SOLO a garantire i CENTO. Ma se devo dichiarare le transazioni effettive, un miliardo PIU' un miliardo e cento, devo avere riserve frazionarie sufficienti per garantire un totale di 2,1 miliardi!
Roberto Calvi, dopo aver regalato una statuina in argento delle QUATTRO scimmiette (una si tappava la bocca, una gli occhi, una gli orecchi ed una il naso) a Gerard Soisson, venne suicidato sotto un ponte della City a Londra.
Gerard Soisson morì improvvisamente quarantenne in un Club Med in Corsica, durante le vacanze, ed il suo cadavere, eviscerato, venne inviato per aereo nel Lussemburgo. Clearstream ebbe anche il cattivo gusto di revocare telefonicamente l'assicurazione sulla vita di fronte alla vedova piangente.
Ma il diavolo veramente con i coperchi è un disastro.
Da allora, sono usciti dei libri che spiegano, poco per volta, come in una tortura medievale, il marcio del sistema.
Questo articolo vuole semplicemente accennare all'ultimo scandalo che sta travolgendo la Francia, il suo presidente ed il primo ministro.
Uno scandalo che potrebbe avvenire anche qui, domani, se si sapessero i coinvolgimenti della Cassa Depositi e Prestiti di Roma (Renato Tarantola).
Oppure i conti neri dello IOR.
Oppure quelli della Banca d'Italia. Oppure se si indagasse sulle decine di conti Clearstream denominati "Italian tax"...
Ma per ora limitiamoci a cosa sta succedendo in Francia.
Gli scandali che circondano Jacques Chirac, presidente della Francia, offrono un esempio molto esplicito di che cosa sia l'inflazione. Sei anni fa, quando Chirac era sindaco di Parigi, si sospettava che egli si fosse appropriato di una valigeta contenente 300mila FR dollari in contanti (Nota: dollari FR: dollari della Federal Reserve, non "United States Notes"...).
Ora l'accusa è che Chirac abbia un conto segreto in Giappone, presso la SAWA bank, con 50 milioni di FR dollari. Chi lo sta accusando è un veterano dei servizi francesi, tale generale Philippe Rondot, che aveva a suo tempo organizzato l'arresto di "Carlos lo sciacallo", e che si era occupato di negoziare il rilascio di ostaggi dal Libano e dall'Iraq. Chirac ha ovviamente negato le accuse che si riferiscono a conti presso Clearstream Bank, nel paradiso fiscale del Lussemburgo. Ma quello che i giornali francesi omettono di dire è che, quando venne instaurata una apposita commissionme d'inchiesta governativa, il governo francese dovette cadere, tempo fa.
Riportiamo sotto il capitolo 10 tratto dal nostro libro BANKENSTEIN:

Capitolo 10 - Riciclaggio di denaro e clearing interbancario

“Tra le numerose transazioni molto confidenziali che Ernest ha dovuto trattare durante i tredici anni passati in Cedel, quella che l'ha maggiormente colpito riguarda gli ostaggi americani trattenuti in Iran all'inizio degli anni 80. La Casa Bianca dove Ronald Reagan era stato appena eletto, ha sempre negato di aver versato un riscatto in cambio della loro liberazione. Ma Ernest era al posto giusto per sapere che era falso. Lo stratagemma era indecifrabile a meno di trovarsi nel cuore del sistema, che era appunto il caso suo. Egli ricorda l'ordine urgente ricevuto all'inizio del 1981. Il 16 gennaio la Federal Reserve e la Bank of England (le banche centrali americana ed inglese) gli intimarono congiuntamente l'istruzione urgentissima di trasferire a banche non aderenti a Cedel, sette milioni di dollari in valori mobiliari: cinque milioni da prelevarsi dal conto della Chase Manhattan Bank e due milioni dal conto della Citibank. Gli venne spiegato allora che si trattava di trasferimenti legati alla sorte dei 55 ostaggi americani detenuti da 15 mesi nell'ambasciata americana di Teheran.”
Tratto da: “Révélation$”, di Denis Robert e Ernest Backes, ed. Les Arènes, Parigi 2001

Negli ultimissimi anni, è venuto alla ribalta lo scandalo della società lussemburghese Clearstream (ex Cedel). Il brano di cui sopra implica un'operazione di riciclaggio: il riscatto venne pagato in base ad un accordo stipulato a Parigi, secondo il quale gli ostaggi avrebbero dovuto essere rilasciati SOLO dopo l'elezione di Ronald Reagan a presidente degli Stati Uniti. Clearstream è una società europea di compensazione interbancaria, come ad esempio lo sono Euroclear e SWIFT. Negli USA, ad esempio, troviamo la società di compensazione CHIPS.
Si tratta di “camere di compensazione” o “società di clearing”, secondo la denominazione inglese. Queste servono sia come “trasportatori” di denaro o titoli (azioni, obbligazioni e bond), sia come “notai” che ne registrano le relative transazioni. Le registrazioni sono conservate con cura per risolvere eventuali casi di contestazione da parte dei clienti. Grazie alla potenza informatica di queste società di clearing, un portafoglio titoli può cambiare di mano, anche trenta volte al giorno, viaggiando – virtualmente - attraverso una dozzina di piazze finanziarie diverse. Presso queste società vi sono conti aperti ufficialmente da banche ed istituzioni finanziarie che periodicamente effettuano delle transazioni informatiche per aggiornare le relative posizioni Dare-Avere. Si è scoperto che, oltre ai conti delle istituzioni finanziarie, in Clearstream vi erano conti di privati e di società multinazionali. Inoltre molti conti, più del 50%, erano "non ufficiali" o "non pubblicati". Il 4 agosto 2000, Cedel ha aperto una filiale in Svizzera, a Ginevra, in Rue du Rhône 118, la "Cedel International, Luxembourg, succursale de Genève". L'oggetto sociale era: "Investimento delle liquidità eccedenti sui mercati finanziari internazionali e gestione del relativo portafoglio titoli". Nel suo consiglio d'amministrazione troviamo un italiano: Roberto Civalleri, residente a Scarnafigi, in provincia di Cuneo. Il presidente ed il vicepresidente sono invece americani: Robert R. Douglass e David Van Pelt. La società venne radiata, dalla camera di commercio di Ginevra, prima dell'uscita di questo libro: il 13 luglio 2003. In un articolo recentemente apparso su "La lettre du blanchiment", un banchiere francese ha chiaramente detto, a proposito del riciclaggio, dell'esistenza di un “triangolo delle Bermuda” della finanza internazionale (Clearstream, Euroclear e Swift).

<!--[if !supportLists]-->l <!--[endif]-->Euroclear. Emanazione di JP Morgan, serve principalmente per riciclare quanto sottratto alla comunità europea tramite il signoraggio: circa 6.134 miliardi di euro - M3 - al dicembre 2003. Il debito pubblico della UE era pari al 61% di tale cifra, ovvero 3.795 miliardi. Euroclear si è fusa con la camera francese di compensazione SICOVAM.
<!--[if !supportLists]-->l <!--[endif]-->Clearstream. Questa cooperativa bancaria, che prima si chiamava Cedel, venne creata nel 1971 per facilitare gli scambi internazionali di azioni ed obbligazioni. Ha 1700 dipendenti in sette paesi, tra cui gli Usa, l'Inghilterra e la Germania. Nel 2000 è stata acquistata per metà da Deutsche Boerse Clearing, la camera di compensazione tedesca. Clearstream, nel 2000, trattava circa 450 volte il bilancio del Belgio, qualcosa come 50 trilioni di euro all'anno, una cifra paragonabile a quanto trattato annualmente da Euroclear. Nelle sue casse, nel 2000, aveva depositati qualcosa come 9000 miliardi di euro. Ha un esercito di consulenti profumatamente pagati, in particolare troviamo vari responsabili politici del Lussemburgo. Recentemente ha ammesso errori contabili per un totale di 1,7 trilioni di euro (l'equivalente del debito pubblico del terzo mondo), senza che nessuno sollevasse obiezioni. Serve per riciclare - principalmente con titoli - quanto indebitamente ottenuto dalle banche col meccanismo della riserva frazionaria-inflazionista [Nota: Il valore convenzionale totale delle banconote denominate in Euro è di circa 425 miliardi (M1). Il valore totale degli Euro circolanti, compresa la moneta bancaria (M3), è circa 6.134 miliardi. Le riserve d’oro fino della Banca Centrale Europea sono 9.404 tonnellate. Il prezzo dell’oro fino è di 11,569 Euro per grammo, pari a 327,9764 Euro per oncia. Il valore delle riserve d’oro fino della Banca Centrale Europea è di 108,8 miliardi di Euro. Quindi, il valore della garanzia (riserve d’oro) è pari al 25,6% delle banconote denominate in Euro ed al 1,773% degli Euro in circolazione.] Clearstream, comunque, non disdegna le banche centrali. La Federal Reserve ha sette conti su Clearstream, di cui 5 non pubblicati. La Banca d'Italia vi ha aperto almeno un conto non pubblicato. Anche la Banca centrale dell'Iran vi possiede un conto non pubblicato.
<!--[if !supportLists]-->l <!--[endif]-->SWIFT. Si tratta di una società d'instradamento finanziario che trasporta gli ordini di trasferimento di contante tra settemila istituzioni finanziarie. Trasferisce 3.000 miliardi di euro al giorno con sei milioni di ordini trattati quotidianamente. Il sistema permette dei trasferimenti a cascata, in una serie di paradisi fiscali, in pochi secondi. Swift conserva gli archivi delle transazioni solo per pochi mesi: si tratta di una decisione arbitraria. Questo sistema, completamente cieco poiché le informazioni trattate vengono cifrate, viene costantemente attaccato dalle autorità che si occupano di lotta contro il riciclaggio. Anche presso Swift esistono dei conti non pubblicati. Swift rappresenta l'hub di ingresso e di uscita della liquidità riciclata.

Partendo dall'assunto per cui queste istituzioni, create dalle banche stesse, sarebbero le principali artefici del riciclaggio, illustro i due casi “Clearstream” ed “Euroclear” riportando parti dei rispettivi verbali della commissione parlamentare francese sul riciclaggio.

Audizione di Régis Hempel, ex dirigente della società Clearstream, davanti alla commissione parlamentare francese sul riciclaggio

Estratto del verbale della seduta di mercoledì 19 settembre 2001 - Presidente: Vincent Peillon - Relatore: Arnaud Montebourg

Presidente: Signor Hempel, La ringrazio della Sua presenza. Questo incontro era stato previsto varie volte ma abbiamo dovuto rimandarlo per ragioni che Le competono [...]. Vorrei che Lei ci dicesse per quale motivo abbiamo incontrato così tante difficoltà per incontrarla, mentre eravamo così impazienti data la portata delle Sue dichiarazioni, fatte nel quadro del lavoro effettuato da Denis Robert.

Régis Hempel: La spiegazione è semplice. Una inchiesta giudiziaria era stata aperta contro i dirigenti di Clearstream. Il giudice istruttore voleva inizialmente sentirmi in quel quadro. Come vi ho scritto, mi mettevo innanzitutto a disposizione della giustizia lussemburghese prima di spostarmi all'estero.

Presidente: [...] Potreste indicarci perché potete, ora, incontrarci? A che punto è arrivata quell'inchiesta? Come l'avete vissuta? So che ci sono state delle perquisizioni a Clearstream. Come sono andate le cose. in relazione alle Vostre accuse?

RH: E' più semplice cominciare dalla fine. Da Clearstream i dirigenti e tutta la direzione sono stati cambiati. Il Sig. Lussi se n'è andato. I dirigenti non ci sono più. E' stata fatta una perquisizione da Clearstream, dal giudice istruttore e da me. Sono andato io stesso con lui nelle stanze di Clearstream per vedere, prendere e mettere al sicuro i documenti, cosa che è stata fatta. Quando è finita, ho continuato a lavorare per la polizia giudiziaria, anche di sabato e domenica. Leggevo i documenti. Erano già dieci anni che ero fuori dal giro e bisognava che mi aggiornassi con l'aiuto dei documenti. Passavo le mattinate, e talvolta i pomeriggi, dalla polizia giudiziaria a leggere i documenti e a prendere delle note per poterli guidare su una lista "tracciabile". E' lì che c'è il problema, da Clearstream, nelle tracce. Ma non sapevo che, dopo la perquisizione da Clearstream, ero anch'io sotto osservazione della polizia giudiziaria. Ero sotto ascolto. Non lo sapevo, mentre lavoravo per la polizia giudiziaria. Ero perseguito poiché, diciamo così, avevo dei documenti. Avevo comunque preso accordi con il giudice per far sì che potessi consegnare dei documenti senza essere colto in fallo io stesso. Avevamo pensato tre casi di facciata. Li abbiamo in qualche modo "fabbricati". Lui doveva fare una perquisizione a casa mia, una perquisizione nel mio ufficio ed una là dove si trovavano effettivamente i documenti, in un altro posto di lavoro. Era della connivenza con me. Avevamo già firmato gli accordi il 17 maggio scorso, quando ci siamo incontrati per la prima volta.

Presidente: Per capire meglio, si tratta di documenti precedenti al 1993, quando ancora eravate in funzione presso Clearstream?

RH: Esatto. Ho indicato alla giustizia tre transazioni da indagare, e così sono andati da Cedel-Clearstream a fare la perquisizione. Preciso che ho fatto delle confessioni su quello che avevo fatto, ma secondo la legge era tutto caduto in prescrizione. Secondo la legge lussemburghese, tutto era prescritto: non si potevano attaccare i dirigenti. All'epoca, il giudice mi chiese di cercare da Clearstream delle tracce nei programmi [informatici] per avere una visione degli elementi perseguibili. Lavoravo quindi su tutti questi elementi per trovare una transazione, o due o tre, per dimostrare la strada. Non volevo far uscire il nome di un cliente perché questo ricadeva sotto il segreto bancario ed io avrei infranto la legge. Mi avrebbero arrestato! E' così semplice come lo dico. Ma non potevo dire che non conoscevo il sistema. In effetti, dirigevo la divisione informatica e tutto quello che accadeva in Cedel passava obbligatoriamente dalla mia divisione. Non potevo dire "non so...". Abbiamo quindi fatto uscire dei documenti. Ho chiamato i programmatori che avevo conosciuto, nel tempo, e ho chiesto loro di far uscire dei listati, i sorgenti dei programmi. Eravamo nell'ufficio dell'amministratore delegato, che era stato allontanato, ed abbiamo avuto accesso al contenuto del suo computer. Abbiamo messo in ordine i listati di cui avevo bisogno per cominciare le mie ricerche. Erano abbastanza voluminosi ed è su quelli che ho lavorato tutto il tempo. Senza esagerare, posso dire di aver già scoperto delle cose. In quel momento, mentre lavoravo, ero sotto osservazione. Era un lunedì mattina. Avevo un appuntamento con un alto funzionario belga, un ministro belga. Il poliziotto mi telefonò a casa, alle otto meno un quarto. Ero già andato in ufficio a preparare la mia valigetta per partire. Telefonò a mia moglie che gli disse che ero andato in Belgio. Allora hanno detto "Azione!", e mi hanno intercettato sull'autostrada per prendermi i documenti che credevano destinati al governo belga e che stavo portando in Belgio. Volevano appropriarsi dei documenti utilizzando le carte che non avevano nemmeno il diritto di utilizzare per fare la perquisizione, che avevano fatto assieme a me.

Presidente: Così avete la sensazione di aver fatto un accordo col giudice...

RH: Ho fatto un accordo, da buon cittadino lussemburghese.

Presidente: ...e siete stato tradito.

RH: Esattamente!

Presidente: Vi siete lamentato di quest'episodio?

RH: Non ho fatto una denuncia ma ho scritto a tutte le istanze per dire che era finita e che non mi sarei mosso né sotto minaccia né sotto ricatto. Ho fatto una deposizione ed ho subito un interrogatorio. Da allora, c'è stata la calma. In tutti i casi, vi dico la mia impressione: posso dire di essere stato strumentalizzato. Sapevano che conoscevo il sistema. L'ho costruito e sono uno dei pochi che può ritrovarci le cose. Adesso sono convinto che lo scopo era di screditarmi, di appropriarsi dei documenti e che la mia testimonianza ed il mio lavoro veniva annientato.

Presidente: Avete potuto lavorare qualche giorno, sui documenti?

RH: Sì.

Presidente: Avete potuto stabilire qualcosa su quei documenti?

RH: Ho avuto il tempo di stabilire alcune cose, ma mi hanno sequestrato tutto durante la perquisizione. Non ho fatto delle copie, innanzitutto per prudenza, ed in secondo luogo perché non potevo certo immaginare... Erano al sicuro, nel mio ufficio. Sia io che i poliziotti sapevamo dove erano. Sono stato preso alla sprovvista. Non avevo fatto copie. Hanno portato via tutto durante la perquisizione. Veramente tutto! Compresi tutti i computer di casa e dell'ufficio. Era abominevole. Non avevo più niente . [...]

Presidente: Dopo che Lei ha fatto delle accuse, nel film di Denis Robert, avete subito pressioni, Lei e la sua famiglia, da parte del sistema giudiziario o finanziario?

RH: Non sulla mia famiglia, ma su di me. Non erano minacce, ma dei "consigli di buoni amici"... Se avessi fatto un nome, sarebbe stato diverso... Ma visto che non parlavo, nessuno si è arrabbiato con me... [...]

Relatore: Si considera tradito dalla giustizia lussemburghese che, alla fine, si è rivoltata contro di Lei. Pensa che sia messa in dubbio la sua credibilità? [...]

RH: Non hanno fatto molte indagini. Bisogna che dica innanzitutto che questo sistema [informatico] è molto difficile da capire, e per i comuni mortali è quasi impossibile. E' molto tecnico. Tutti i poliziotti e gli altri che si erano occupati della faccenda, non ci hanno capito niente. Dipendevano da me. E' per questo che ci lavoravo, per fornire loro una specie di vade-mecum per ricercare sui microfilm o altrove, per guidarli. Non erano capaci di farlo. Dall'inizio non avevano a disposizione degli esperti. Una volta sola, il procuratore e la polizia giudiziaria [hanno organizzato una riunione] con l'audit del controllo bancario ed il suo segretario generale. Gli ho fornito spiegazioni. Il procuratore ed i poliziotti non ci capivano niente, cosa normale, non ci sono rimproveri da muovergli contro. Quelli del controllo bancario hanno seguito le mie spiegazioni. Hanno detto che la tal cosa o la talaltra erano possibili. Hanno confermato per iscritto alla polizia giudiziaria le spiegazioni che avevo fornito loro. Ho spiegato come funzionava il tutto, ma senza fare nomi! Tutto questo è stato consegnato per iscritto.

Relatore: Considerate quindi che le conclusioni dell'inchiesta sono soggette al discredito?

RH: Assolutamente! Non mi hanno permesso di fare il mio lavoro ed hanno cercato di screditarmi. Quando ho cominciato a trovare degli "imbrogli", era finita.

Relatore: Come spiega il comportamento dei magistrati?

RH: Bisogna conoscerli, i magistrati! Io li considero persone oneste e non bisogna denigrarli. Il libro Révélation$, lui stesso, ha provocato uno choc nel Lussemburgo. Ci sono tre forze: Euroclear a Bruxelles, la Deutsche Boerse [Clearing] in Germania e Clearstream. Si battevano per avere il clearing universale. Tutto questo oggi è provato. La cosa era pianificata dalla Deutsche Boerse per appropriarsi di Clearstream. Hanno utilizzato il libro ed il mio intervento per cercare di accaparrarselo. Hanno eliminato i dirigenti di Clearstream e ci hanno messo i loro uomini. Tutto questo oggi è provato! Esistono dei documenti della Deutsche Bank e Der Spiegel li ha pubblicati... Ci sono ora le prove che tutto era stato pianificato in anticipo. Come spiegare l'attitudine dei funzionari, mi domandate? [Conosco il nome di] due funzionari i Sigg. X e Y. Prima dell'istruttoria, sono andati a Francoforte presso la direzione di Deutsche Boerse. Era giovedì. Il venerdì sera hanno avviato l'istruttoria. Io lo so perché la polizia giudiziaria era da me, nel mio ufficio... ed abbiamo ricevuto l'informazione per telefono... Quando si ricostruisce la storia, si scopre che tutti erano un po' manipolati, me incluso [...].

Relatore: Volete dire che, nel Lussemburgo, la giustizia è subordinata agli interessi finanziari?

RH: Stiamo parlando di un quarto del budget nazionale!

Relatore: Sicuro! Se Lei considera che i magistrati sono onesti, tuttavia non sono indipendenti. E' la Sua posizione...

RH: Su questo sono tassativo.

Relatore: Avete conoscenza di interventi del Ministro della Giustizia, il Sig. Frieden?

RH: No. Solamente da parte di terze persone...

Relatore: Terze persone vi hanno fatto capire che il Ministro della Giustizia stesso era intervenuto?

RH: Ho saputo questo, ma non posso dire di saperlo direttamente.

Presidente: Partiamo dall'inizio prima di arrivare alla spiegazione del sistema al quale Lei ha collaborato e che ha costruito, un sistema di riciclaggio, come Lei lo definisce. Inizialmente, potrebbe precisare quale è stata la Sua funzione all'interno di Cedel all'epoca, le Sue responsabilità nell'organigramma e nel funzionamento? In quali condizioni si è separato da Cedel e che attività svolge oggi?

RH: Cedel, divenuta Clearstream, è stata fondata nel 1970. Io ci sono entrato nel 1972, quando è veramente iniziato il tutto, per mettere in opera, con altri, il sistema informatico. Cedel è stata costruita in una maniera completamente inversa rispetto alle società esistenti. Cedel-Clearstream è stata costruita intorno ad un concetto informatico al quale tutti si sono dovuti adattare. Era l'informatica che dirigeva tutto. Due o tre persone della squadra iniziale, sono ancora a Clearstream. Prima che io me ne andassi, ero vice-presidente di Cedel, con l'amministrazione delegato. Dirigevo l'informatica, il telex, lo SWIFT - i pagamenti - e la spedizione. Avevo la maggior parte di Cedel sotto di me, con il maggior numero di dipendenti.

Presidente: Da quando a quando?

RH: Ho cumulato tutte queste funzioni dal 1990 fino alla fine. All'inizio ne svolgevo solo una parte, ma poi me le hanno aggiunte. Swift è stato collegato totalmente all'informatica - raggiungendo automaticamente il mio reparto - mentre prima si usava il telex. Quasi metà delle persone erano sotto di me.

Presidente: Avendo delle responsabilità così importanti, in quale occasione e perché avete lasciato Cedel-Clearstream?

RH: Non l'ho lasciata! Mi ha licenziato l'amministratore delegato André Lussi, in condizioni dubbie, cosa che non nascondo. Sono un po' nazionalista... Ero nel Lussemburgo e, date le mie conoscenze in Cedel, sapevo che Lussi e tutta un'altra squadra stavano pianificando di spostarsi a Londra. Tutto era previsto per fare questo spostamento. La messa in moto di una nuova informatica a Londra implicava che Clearstream si sarebbe trovata [di fatto] a Londra. Se invece si fosse fatta qui [nel Lussemburgo], sarebbe rimasta qui. Essendo nell'informatica, ero in una posizione di forza ed ho cortocircuitato le cose affinché Clearstream restasse nel Lussemburgo. Non sono in molti a saperlo, quello che ho fatto. In seguito, divenne impossibile spostarla. A quel punto ero "cotto". Mi hanno inviato un giornalista ad intervistarmi. Era insomma una cosa montata.

Presidente: Potete essere più preciso su quest'episodio?

RH: Si tratta di David Cowan, che in seguito è stato assunto da Clearstream come giornalista di Lussi. All'epoca, era giornalista in non so più quale giornale inglese. Interrogava tutti in Cedel. Venne anche da me perché, in quel momento, ero rappresentante del personale. Il Signor Simmet, anche lui nominato nel libro, mi telefonò dicendomi: "L'ho controllato. E' una persona a posto... Puoi parlargli". E' stato l'unico errore che ho fatto nella mia vita: non ho "ricontrollato". Ho preso le parole di Simmet per vere e mi sono incastrato. Abbiamo discusso assieme come si fa con i giornalisti. Non ho parlato di cose che ricadevano sotto il segreto o quant'altro. Ma è stato sufficiente! Il giorno dopo l'ho capito: un usciere mi si è presentato con il licenziamento ad effetto immediato.

Presidente: E dopo questo giornalista è stato assunto?

RH: Si tratta di Cowan. Anche lui poi è stato licenziato [dopo l'apertura dell'inchiesta giudiziaria]. Per la cronaca, devo dire che tutti quelli che mi hanno messo in disgrazia, sono stati licenziati. La polizia giudiziaria ed il mondo bancario lasciano capire ovunque che io ho organizzato il libro. Avrei fatto parte dell'orchestra ed avrei condotto questo giochino per mettere in essere la mia vendetta. Ringrazio che mi si accordi cotanta intelligenza. Non dico che mi dispiace. In ogni caso, gli interessati dicono che ho organizzato io l'uscita del libro, in un modo o nell'altro.

Presidente: Arriviamo al punto che è molto complicato e tecnico, come avete detto. Avete parlato di riciclaggio effettuato attraverso il sistema di Clearstream. [...] Vorrei che Lei ci precisasse esattamente, e nel modo più semplice, qual'era questo sistema che era stato messo in opera e che permetteva il riciclaggio.

RH: Cercherò di riassumere. Ho impiegato venti ore a spiegare ad altri specialisti il modo del funzionamento, e solo allora hanno cominciato a capire. Riassumerò senza entrare troppo nei dettagli. Bisogna innanzitutto sapere che nel sistema Cedel, solo le banche sono clienti. Almeno inizialmente, poiché ora ci sguazzano un po' tutti [NdT: multinazionali, clienti privati e banche centrali...] Semplifico molto: quando una banca voleva far passare una transazione [occulta], parlava con un dirigente di Cedel, e noi, noi "correggevamo". Facevamo dell'hard-coding: nel programma, correggevamo l'istruzione che stava per passare. Prendiamo una istruzione di acquisto, una vendita, un movimento di fondi o di titoli. La facevamo sparire o la spostavamo su un altro conto. Era questo l'hard-coding: delle correzioni nel programma sorgente. Era per questo che avevo stampato in Cedel i programmi sorgenti. Potete informarvi, perché è l'aspetto più proibito dell'informatica. Facevamo il programma la mattina. Sapevamo che istruzioni sarebbero arrivate: "Se succede questo, tu fai così e così...". Erano delle eccezioni. In seguito, quando tutto era fatto, rimettevamo il programma precedente e toglievamo l'eccezione. Era come se non fosse successo niente.

Presidente: Sto cercando di capire. Questo aveva la funzione di di fare sì che la transazione chiesta a Cedel non apparisse nelle registrazioni sistematiche di tutte le transazioni.

RH: Esatto.

Presidente: Essendo preavvisati della transazione, bisognava eseguire una operazione informatica in modo tale che non fosse più possibile rintracciare l'operazione effettuata.

RH: Esatto.

Presidente: Questo accadeva per piccole o grandi transazioni?

RH: Per tutte! Noi, i programmatori ed io stesso, non ci facevamo caso. Lo avevamo fatto spesso all'inizio perché esistevano dei bachi e degli errori nei programmi. Non facevamo caso se erano 100 o 50 milioni di dollari! Ad un certo punto, si perde la nozione dei milioni di dollari. Per noi, 50 milioni erano come 50.000 dollari... Abbiamo passato transazioni enormi...

Presidente: Parliamo della persona che Le passava un ordine. Questa dissimulazione di transazioni avveniva ogni due mesi o era una pratica quotidiana?

RH: Forse non quotidiana, ma ogni due o tre giorni. In ogni caso, era frequente. Era il motivo per cui questa pratica non scandalizzava più nessuno, nel dipartimento informatico. Non ci facevamo nemmeno caso. Eliminavamo la transazione; la mettevamo in un altro conto titoli. Era una manipolazione, e ci accontentavamo di assicurarci che aveva funzionato. Punto e a capo!

Presidente: Queste transazioni particolari, poiché cancellate dal sistema informatico, erano legate in modo particolare a certe banche o società? O lo facevano tutti?

RH: Non era specifico di banche in particolare.

Presidente: Era dunque un sistema molto aperto.

RH: Era un sistema molto aperto. Per capire meglio, devo parlare anche dei conti non-pubblicati. E' un sistema che ha degenerato, ma all'inizio non era che un'eccezione del sistema bancario. I conti non pubblicati vennero inventati per la Banca Commerciale Italiana, che aveva un centinaio di banche, di filiali indipendenti. Essa non voleva un conto solo, ma che ognuno avesse il suo conto. La cosa era difficile, ma nessuna agenzia doveva sapere cosa faceva l'altra. Abbiamo messo in atto questo sistema dei conti non pubblicati per la Comit.

Presidente: [Per quanto riguarda le transazioni cancellate,] chi riceveva l'ordine? Era al Suo livello?

RH: Chi lo trasmetteva? Arrivava sempre dal servizio-operazioni o dal servizio-clienti, ma sempre da quelli che erano in contatto con i clienti. Noi ricevevamo dall'alto l'ordine di eseguire l'operazione. E non in forma scritta, ma per telefono!

Presidente: Era lavoro quotidiano! Lei dice: "dall'alto"! Ma Lei era già in alto. Chi è quindi che era in alto?

RH: E' un modo di dire, perché nella prassi l'informatica sta sempre in cantina. (Sorrisi) "Dall'alto" vuol dire da quelli che erano a contatto con i clienti, a qualunque livello.

Presidente: A qualunque livello! Questo vuol dire che tutti i quadri che erano in relazione con i clienti potrebbero, oggi, se fossero sinceri nelle loro dichiarazioni, confermare quello che Lei dice?

RH: Sì [...]

Presidente: Riprendiamo quello che significa una cancellazione delle traccie e della tracciabilità che faceva, Lei, nel sistema informatico.

RH: Ho confessato.

Presidente: Potrebbe spiegarci esattamente come funziona? Prendiamo una transazione, per esempio di vendita di titoli. Questo vuol dire che in un certo momento questa operazione sparisce dal sistema.

RH: Sparisce. Non c'è differenza nei saldi se si controllano i saldi. E' esattamente la stessa cifra.[...] Quando si controlla il saldo globale, è tutto a posto ed è solo quello che viene controllato.

Presidente: Avete dunque l'impressione che questa pratica, di cui si può pensare che si tratti di dissimulazione - e quindi di riciclaggio, come avete detto Voi stesso, varie volte - non era riservata ad alcune banche vicine ad alcune mafie. E' dunque una pratica corrente dei clienti di Clearstream e dunque del mondo bancario internazionale!

RH: Sì, del mondo bancario. Non ci ho fatto neanche molto caso. I conti cambiavano continuamente. Noi avevamo il numero del conto ma non sapevamo di chi si trattasse, perché quello non riguardava il nostro settore informatico. Per noi informatici era molto semplice: si trattava di una riga di programmazione.

Presidente: Per esempio, le grandi banche francesi che abbiamo visto essere clienti di Clearstream - Société Générale, Paribas, Crédit Lyonnais - utilizzavano questo sistema come tutte le altre banche?

RH: Non glielo posso dire altrimenti direi dei nomi (sorrisi).

Presidente: Da quello che ci dite, appare molto plausibile. Se tutti i livelli della gerarchia erano coinvolti in questo funzionamento - da quello che ci avete detto - ci saranno quindi quelli che l'hanno concepito. All'inizio qualcuno dice: "Metteremo questo in opera...". Voi che siete entrato in Cedel abbastanza presto, dovreste sapere chi ha concepito questo sistema.

RH: Diciamo che è un sistema che è degradato. All'inizio, creavamo e lanciavamo un nuovo sistema; avevamo parecchi "bachi". In quel periodo si trattava di creare Cedel e lavoravamo giorno e notte. Dovevamo effettuare molte manipolazioni per aggiornare le schede, perché tutto funzionasse. Durante gli anni, abbiamo creato tutta una serie di programmi e non li abbiamo mai distrutti. Ad un certo punto, il sistema perfezionato era lì! Anche se non era stato concepito per il riciclaggio. Ma ad un certo punto, il sistema ideale per farlo era lì. Non era stato pianificato, è successo per caso. Pianificato? No!

Presidente: In una politica commerciale, in situazione di concorrenza -Euroclear o altri - forse era un argomento commerciale in più, per Cedel, per proporre i propri servizi ai suoi clienti?

RH: Non so a quale livello questo servizio veniva proposto o doveva essere proposto. Ma era ad un livello molto alto. E' stata un'evoluzione nel tempo. Non posso fare che delle supposizioni poiché non ero nel settore commerciale, ma in quello esecutivo.

Presidente: Lei ci sta dicendo, in fondo, che ci siete arrivati quasi per caso a mettere in opera questo sistema che in seguito è divenuto un sistema ordinario. Ma ad un certo punto avreste dovuto accorgervene? Vorrei proprio sapere a che punto vi siete accorto che quello che stavate facendo al sistema informatico poteva servire per il riciclaggio. L'avete capito subito?

RH: No! Molto dopo.

Presidente: In retrospettiva, anni dopo?

RH: E' anche indicato nel libro: quando ho visto dei conti non pubblicati che non conoscevo. Questo mi ha incuriosito! Ad un certo punto, ero curioso di sapere quello che stava succedendo poiché c'erano dei conti che non conoscevo. Allora ho cominciato a curiosare tra i conti non pubblicati e quando mi sono interessato maggiormente alle transazioni, ho capito. Ma all'inizio, nel settore informatico, non avevamo nessuna idea sulla questione.

Presidente: Che legame c'è tra i conti non pubblicati e le operazioni di cancellazione delle traccie delle transazioni, di cui ci avete parlato?

RH: Sono complementari. Per fare del riciclaggio, si può usare il sistema normale, il sistema dei non pubblicati e quell'altro. Se ci si mette d'impegno, si può fare anche con il sistema normale. Bisogna solo conoscerlo molto bene, tutto qui. Nel Lussemburgo questo non è stato capito. Si credeva che fosse solo l'hard-coding che lo permetteva, il riciclaggio, e invece no! Il sistema in se, per come funziona, da la possibilità di fare tutto. Ho chiesto alla commissione bancaria se avevano fatto dell'audit informatico. Non esiste! Finché non c'è l'audit, tutto è possibile. La struttura informatica, che ha ormai trent'anni, è sempre lì.

Presidente: Se si facesse un audit informatico serio, oggi - un po' il tipo di lavoro che vi era stato richiesto - si potrebbero ritrovare le traccie delle transazioni cancellate?

RH: Sono categorico. Se si cerca, si può trovare tutto. Avevo cominciato a trovare, ma la procedura giudiziaria è stata subito chiusa. Non sono io che mi sono messo da parte. Da dieci anni non ci avevo più a che fare. Mi hanno chiesto: "Cercate una traccia dove si possa trovare...". E' così che ho cercato, ed in poco tempo sono andato parecchio avanti.

Presidente: A parte Lei, pensate che altre persone avrebbero oggi la competenza necessaria?

RH: Ma non la volontà!

Presidente: L'ho capito bene.

RH: Ci sono tutti dentro... (sorrisi)

Presidente: Ma la competenza? Nel Lussemburgo, al di fuori della gente che lavora nella società di clearing, ci sarebbero persone - per esempio, presso la commissione bancaria - che ne sarebbero tecnicamente capaci?

RH: Se lo vogliono sì. E' fattibile. Avrei dovuto capire subito che quello che mi stavano facendo fare non era una cosa seria. nel Lussemburgo, giuridicamente, un testimone non può anche essere un perito. Se la polizia giudiziaria ed il giudice istruttore non mi avessero fatto fare il testimone, mi avrebbero potuto assumere ufficialmente come perito, senza violare la legge. Da testimone, non potevo. Non mi hanno quindi lasciato fare con i microfilm quello che serviva. E questo perché ero testimone. Ero andato con loro a prendere tutto. A mio avviso, si è trattato di un alibi. Erano abbastanza preoccupati perché eravamo usciti con parecchio materiale. Allora avrei dovuto capire che non mi avrebbero lasciato fare. Solo dopo ci ho riflettuto. Se mi avessero lasciato vedere i microfilm... ma non me l'hanno permesso!

Presidente: All'inizio del nostro incontro, avete citato dei documenti che sarebbero in Vostro possesso e che arguisco rappresentino una specie di assicurazione sulla vita. In che condizioni siete partito con questi documenti? Al di là dei microfilm, che vi hanno sequestrato, sareste in grado di fare del lavoro con i documenti che ora possedete?

RH: E' quello che ho fatto. E gli ho fornito tre piste, su tre diverse banche.

Presidente: Mi parlate di documenti che ERANO in vostro possesso?

RH: Sì.

Presidente: ... e non di documenti che vi hanno richiesto...

RH: Quelli veri non li hanno avuti. Avevo dei documenti che mi erano stati dati, che riguardavano soprattutto banche russe. Quando ho cominciato a guardarci dentro, era davvero impressionante.

Presidente: Si parla oggi di realtà europea; i nostri ministri si riuniscono per lavorare meglio assieme. Se esistesse una volontà giudiziaria reale, oggi, di approfondire questa questione, abbiamo, attraverso Lei, sia le competenze che le prove documentarie che permetterebbero di stabilire che c'è stato un sistema di dissimulazione delle traccie!

RH: Che C'E' un sistema! Non ho detto che C'ERA. Non sono più lì da dieci anni, ma gli ho dato due o tre traccie di operazioni che si stanno svolgendo OGGI.

Presidente: Oggi!

RH: Gli ho fornito informazioni attuali.

Presidente: A partire da quali fonti?

RH: Ho ancora delle conoscenze in Cedel, e le ho utilizzate. D'altra parte, ho fatto l'errore della mia vita. Mi avevano promesso il segreto della persona che mi dava le informazioni. Sono andati a trovarla in vacanza. Ho perso di sicuro questa amicizia. Si trattava di casi concreti, molto concreti.

Presidente: Le accuse del libro di Denis Robert sono inquietanti. La sua tesi è, in fondo, che questo sistema venne organizzato scientemente. In particolare, indica il Signor Lussi come il responsabile, l'istigatore di questo sistema che avrebbe potuto, d'altra parte, servire interessi importanti. Cosa pensate in rapporto a quest'analisi? Pensate che effettivamente sia stato possibile concepire, al livello di Lussi, di utilizzare Clearstream per fini delinquenziali per non dire criminali?

RH: Devo stare attento a quello che dico (sorrisi). Si può pensare che io non sia amico di Lussi, ma non gliene voglio. E' una guerra giusta... Sono anche uno di quelli che sa un po' di cosa è capace e dove aveva le sue relazioni. Se si volesse veramente cercare, si troverebbe facilmente e velocemente. Se ci si interessasse un po' di più al personaggio Lussi, alle sue frequentazioni e relazioni. Ma per me, è veramente troppo...(sorrisi)

Relatore: Che volete dire?

RH: Scherzo un po', ma si va ad un livello dove io rischio troppo. All'inizio lo avevo detto a Denis Robert: "Siete cosciente di dove stiamo mettendo il naso?" "Sì", mi disse lui, "e sveleremo tutto". Gli ho risposto: "Se non è voluto, non riusciremo a svelare niente!" Insomma, è quello che è successo [dopo l'apertura dell'inchiesta giudiziaria]. A quali livelli scattano i blocchi? Per trovare, bisogna "divertirsi" con Lussi ed il suo entourage.

Relatore: Che frequentazioni?

RH: Non lo posso dire!

Relatore: Ve ne prego.

RH: Io li conosco, ed anche altri lo sanno: è molto spirituale.

Relatore: Spirituale, dice?

RH: Molto spirituale! E molto facile da trovare!

Presidente: Siete depositario d'informazioni pesanti da portare da solo, cosa che si capisce considerando le pressioni a cui siete stato sottoposto. Come pensate che le cose possano andare avanti? Chi avrà il coraggio, all'infuori di Voi e forse di qualcun altro - penso a Backes - di continuare a spiegare le cose per come funzionano?

RH: Nel Lussemburgo, ho completamente rotto per quanto riguarda Clearstream, e non ho alcuna informazione in proposito. Diciamo che con tutto quello che stanno facendo, e dopo l'uscita del libro, sono successe molte cose. Bisognerebbe che la commissione bancaria mettesse in atto dei controlli effettivi. Ma la Deutsche Boerse si sta "ingoiando" Clearstream, e la prenderà! E' messa bene per prenderla. Clearstream non sarà più Clearstream ma Deutsche Boerse, ovvero un'altra cosa. Conosco quelli che stanno arrivando, alcuni più o meno bene, ma li conosco. L'avversario che era prima Clearstream è quasi scomparso. Si tratta ora di tutta un'altra gestione che ha preso o prenderà piede. Di conseguenza è molto difficile attaccare poiché "il nemico" è cambiato. Non ci sono più gli stessi uomini ai loro posti.

Presidente: Pensate - l'avete precisato ora ed è importante - che quelle pratiche potrebbero continuare ancora?

RH: E' difficile immaginarlo nel Lussemburgo! Conoscendo l'ambiente degli uomini politici nel Lussemburgo, posso dire che verranno effettuati dei controlli. Ne sono quasi sicuro perché non hanno altra scelta. Uno di questi giorni, lo scandalo scoppierà. Spero che segua poi un adeguato audit informatico. Se non lo fanno, potete dimenticarvi tutto quello che vi ho detto finora!

Presidente: Credete che Clearstream fosse la sola centrale ad adottare quelle pratiche? O pensate che i concorrenti ne abbiano di simili, dalle vostre informazioni? Immagino conosciate anche quelli che lavorano nella concorrenza.

RH: Se un concorrente offre di tali servizi, vedo male che anche gli altri non lo facciano. Perderebbero mercato. E' una risposta!

Presidente: Avete varie intuizioni, nevvero? Pensate che si tratti effettivamente di una pratica...

RH: Non è stata adottata unicamente da Cedel-Clearstream.

Presidente: Ad esempio, Euroclear poteva avere le stesse pratiche?

RH: Non ne ho le prove. E' difficile immaginare che non sia così. Ma bisogna provarlo! E' questa la difficoltà in tutti questi sistemi! Le cifre sono talmente enormi: il numero delle transazioni, il volume di denaro in ballo. Si parla di trilioni di dollari. Non so nemmeno quanti zeri ci vogliono. Queste cifre sono inimmaginabili.

Presidente: Sono soldi che girano, ma non è necessariamente del denaro di cui si fanno sparire le traccie?

RH: No, ma andate a trovarlo in questo bailamme di transazioni. Ci potreste annegare quello che volete. Anche un miliardo di dollari passa inosservato! [...] In questo mare non si nota niente, sapendo che il tutto ha fatto tre o quattro volte il giro del mondo prima che ci svegliamo la mattina! [...]

Presidente: Nel tragico contesto della settimana scorsa, creato dagli attentati [dell'11 settembre 2001], si vede bene che si pone comunque la questione di un controllo pubblico sulle transazioni finanziarie. La tracciabilità di queste transazioni permetterebbe di identificare delle reti, tra cui reti molto criminali come quella di Bin Laden. Pensate che sarebbe possibile instaurare un controllo pubblico su queste centrali di transazioni? In seguito questo permetterebbe, ad esempio ai giudici, di risalire le traccie delle transazioni?

RH: Assolutamente e molto facilmente. I controlli da effettuare non sono molto complicati. [...] E' molto facile da avere, ma bisogna volerlo. A livello mondiale!

Presidente: Quando eravate nelle vostre funzioni, siete mai stato preso ed interrogato dall'autorità giudiziaria?

RH: Neanche una volta!

Presidente: Non ci sono mai state delle richieste di indagini a Cedel quando eravate...

RH: Vado ancora più avanti: ancora cinque o sei anni fa non veniva effettuato nessun controllo in Cedel. Non sapevano che cosa fosse! Non era una banca e non c'erano controlli! Davamo solo il bilancio.

Presidente: I controlli che ci sono oggi sembrano parecchio insufficienti.

RH: Si controlla il bilancio. Nel bilancio di una società, non si controllano le transazioni! Nel tempo, facevo io stesso un controllo di auditing. Era tanto per fare! Mi davano un foglio di una decina o una ventina di transazioni. [...] L'audit durava un quarto d'ora. Non si sono mai seguite le transazioni. Ho sempre degli standard [di audit] che sono adattati alle banche, ma nessuno specifico per il lavoro di Cedel o Clearstream.

Presidente: Vorrei che Lei mi spiegasse, poiché non è semplice da capire, la Sua motivazione. Avete parlato, beninteso, del fatto che non si tratta di vendetta. Avete spiegato che non eravate per niente in una costruzione organizzata, con altri.

RH: No.

Presidente: Malgrado tutto, vi siete imbarcato in una storia della quale tenete il filo, visto che dite la stessa cosa dall'inizio. Qual'è il motivo che vi anima?

RH: Avete usato la parola giusta, mi sono "imbarcato" in questa storia. Ero a Metz e stavo facendo shopping, fu allora che Denis Robert mi ha acchiappato. Abbiamo parlato in un bar e poi l'ho rivisto solo una volta, quella che si vede nel film. A casa, gli ho spiegato la cosa. Questa è stata la mia unica collaborazione per il libro! In seguito, il tutto ha preso una tale ampiezza che se ne è interessata la giustizia... In seguito si pretese che io non stessi dicendo la verità... [...] Sono stato "imbarcato" in questa storia. Avevo confuso le traccie, nessuno riusciva a trovarmi. Non avevo neanche il telefono a casa mia: era intestato a mia moglie. Avevo avuto parecchie noie per quello che Lussi mi aveva fatto negli anni. Ho dovuto ricominciare daccapo la mia esistenza.

Presidente: Oggi avete in progetto di lasciare il Lussemburgo, entro la fine dell'anno. E' perché pensate - dato quello che avete fatto e detto negli ultimi mesi - che vi sarebbe difficile vivere nel Lussemburgo?

RH: No, l'avevo pianificato già da tempo. Ma è vero che ho subito delle pressioni da parte di Lussi e di tutti. Ad un certo punto, la mia situazione finanziaria non era all'altezza. Ho superato i miei problemi ed ho costituito delle società, cosicché oggi sono autonomo. Non dipendo più da nessuno e me la cavo bene! Grazie alle nuove tecnologie, posso continuare a lavorare partendo dalla Francia, soprattutto nel mio campo d'attività. Il tempo in cui bisognava lavorare fissi in un posto, è finito.

Presidente: Senza mancare di discrezione, che state facendo?

RH: Sicuramente riderete! Da una parte, mi occupo di consulenze per gli investimenti; dall'altra, ho varie società nel Belgio e nel Lussemburgo, che si occupano di questioni ambientali. Infine, faccio quello che mi viene meglio: ristrutturazione e consulenza alle imprese. [...]


Ed ora veniamo ad EUROCLEAR:

Assemblea Nazionale (Francia), undicesima legislatura, Documento n. 2311
Missione d'informazione comune sugli ostacoli al controllo ed alla repressione della delinquenza finanziaria ed al riciclaggio dei capitali in Europa

Presidente: Vincent PEILLON
Relatore: Arnaud MONTEBOURG

Audizione di Pierre FRANCOTTE, Direttore generale di Euroclear Bank (estratto del verbale della seduta del 24 aprile 2001)

(....)
Pierre FRANCOTTE: (...) Nel gruppo Euroclear - Parigi e Bruxelles - trasferiamo valori attivi per 82.000 miliardi di euro all'anno. Presso Clearstream, si tratta di circa 30.000 euro all'anno, ossia relativamente meno. Due centrali di compensazione, in Inghilterra ed in Svizzera, si sono consociate in un accordo che rappresenta 63mila miliardi di euro. Un certo numero di altre istituzioni rappresentano cifre dello stesso ordine di grandezza. E' importante sottolineare che queste cifre impallidiscono di fronte ai trasferimenti quotidiani sul mercato Forex, per esempio, che è dieci volte più imponente. Si tratta più o meno dello stesso ordine di grandezza, ma un po' inferiore, forse del 20%, rispetto ai movimenti su TARGET che è il sistema di connessione tra le banche centrali europee che permette i movimenti di pagamento puro, senza contropartita in titoli, tra le banche centrali, sia a livello nazionale che transfrontaliero.
(...)
Che cosa è accaduto presso Euroclear? Poco a poco il principio di una lista di conti pubblicati si è sviluppato poiché i nostri clienti trovavano utile che le loro controparti abituali potessero rapidamente controllare o identificare, in un libro aggiornato regolarmente, i conti verso i quali essi potevano effettuare dei trasferimenti. Si tratta di una agevolazione operativa che si è realizzata con la pubblicazione di questa lista. In seguito, sono apparsi dei conti non pubblicati su richiesta scritta dei clienti. Senza tale richiesta, la regola prevede solo dei conti pubblicati. Abbiamo interrogato un certo numero di clienti e sono emerse due motivazioni principali. La prima, riguarda un certo numero d'istituzioni che amano conservare una confidenzialità sul fatto che esse intervengono, in particolare le banche centrali. Occorre sapere che Euroclear è probabilmente la centrale di compensazione privilegiata dalle banche centrali. Più di trenta banche centrali mondiali ci utilizzano per le loro attività, principalmente per l'investimento del loro portafoglio di riserve. Piuttosto che conservarle nella cassaforte, esse lo investono normalmente in titoli di stato di altri paesi. Ma è necessario che esse si rivolgano ad un intermediario e, spesso, si rivolgono a noi. Come regola generale, le banche centrali sono molto preoccupate di non dire presso chi lavorano poiché subirebbero una pressione politica per aprire dei conti presso tutti quanti. Io non posso affermare che tutte le banche centrali sarebbero a loro agio all'idea di aprire dei conti in tutte le società di compensazione esistenti. La seconda ragione attiene al fatto che le banche centrali utilizzano spesso questi conti per realizzare delle operazioni relative alla loro politica monetaria. Esse possono allora adottare delle precauzioni per evitare che le loro controparti possano capire la loro posizione di banche centrali in termine di banche di riserva per sostenere la moneta locale o, al contrario, acquistare delle riserve per il caso inverso. Esse si preoccupano di evitare che chicchessia, sapendo che si tratta di banche centrali, possa tentare di fare delle analisi potendo osservare le tendenze su varie settimane o vari mesi. Le banche centrali e anche un certo numero di altre istituzioni molto attive nel trading - alcune banche d'investimento molto guardinghe sulle loro tendenze in materia - preferiscono certamente evitare che le loro controparti possano indovinare quello che esse fanno.
(....)
Il Presidente: Quanti conti avete, pubblicati e non?

Pierre FRANCOTTE: Abbiamo in tutto 1.864 clienti ed un totale di 6.880 conti di cui 4.376 sono non pubblicati, ossia i due terzi, e 2.504 sono pubblicati.

Il Presidente: Questo vuol dire che tutti i conti non pubblicati sono legati ad un conto pubblicato e che si tratta di sottoconti?

Pierre FRANCOTTE: Abbiamo circa 140 conti per dei clienti che non hanno nessun conto pubblicato. In gran parte si tratta di banche centrali. E' perché queste preferiscono che non si sappia assolutamente che esse utilizzano quei conti.

Il Presidente: Ci sono dunque dei conti che non appaiono da nessuna parte. Sarebbero quei 140 conti che, secondo voi, appartengono alle banche centrali.

Pierre FRANCOTTE: E' così! Non ci sono solo delle banche centrali, ma si tratta soprattutto di banche centrali, come anche di altri clienti che non vogliono risultare come utilizzatori del sistema Euroclear. Questo significa che generalmente la controparte non li vedrà nella sua lista. Ma questo non vuol dire che essi siano segreti per altre necessità.
(...)
Il Relatore: Avete parlato di una reazione delle vostre autorità di controllo in Belgio. Avete conoscenza di reazioni simili da parte dell'autorità di controllo lussemburghese verso Clearstream?

Pierre FRANCOTTE: Non conosco se non quello che ho letto sui giornali e quindi non ho informazioni supplementari. Ho letto che il Ministro delle Finanze e la Banca Centrale del Lussemburgo avevano organizzato una riunione ad altissimo livello, nei giorni seguenti. C'era la notizia che la Banca Centrale del Lussemburgo vi avrebbe dato seguito. Non ne so piu niente ora;)
__________________
se son rose fioriranno,ma se son
 

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se la francia stampa euro
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25 maggio 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
Di Maurizio Blondet Fonte: http://polemos-war.blogspot.it/2013/05/se-la-francia-stampa-euro.html




L’eurocrazia ha concesso alla Francia ( e Spagna e Portogallo) due anni di proroga per il rientro dal deficit entro il 3% del Pil, e ha negato lo stesso sollievo all’Italia. Enrico Letta va da Angela Merkel a Berlino ad implorare il favore (il ministro Schauble aveva detto no ancor pochi giorni fa). Ma Berlino ha fatto a Parigi un favore più grande, alla chetichella: in pratica, ha permesso alla sua Banca Centrale di stampare euro.
Lo ha scritto l’8 aprile scorso addirittura Paul Krugman sul suo blog presso New York Times, con un titolo più che ironico: «La Francia ha di nuovo la sua divisa» (France Has Its Own Currency Again). Scarne le notizie che Krugman dà. Si limita a notare che gli interessi che la Francia paga per indebitarsi sono crollati. Parigi non è più a corto di soldi, i mercati non sono più preoccupati di un suo fallimento… Un giornale economico online francese, Atlantico, poco dopo ha ipotizzato: i tassi bassi a cui la Francia si indebita sarebbero effetto di una politica «generosa e discreta» da parte della Banque de France (la loro Banca Centrale) di acquisto di attivi discutibili dalle banche francesi. E spiega che se l’Europa ha una moneta unica, non ha un’unica Banca Centrale. Sì, c’è la BCE; ma le banche centrali nazionali esistono ancora «e dispongono di una certa autonomia per aiutare le proprie banche». Possono aiutare le loro banche commerciali, appunto decidendo quali «attivi» accettare come garanzia, ossia quali titoli di credito che le banche vantano, e contro le quali sganciare i fondi liquidi. Crediti andati a male, titoli di Stati in difficoltà eccetera, insomma pretesi «attivi» che il mercato non tocca nemmeno con un dito, che la Banque de France accetta come buoni dalle sue amate banche nazionali. La transazione avverrebbe nel cosiddetto sistema Short Term European Paper (acronimo: STEP): che consente a ciascuna Banca Centrale di rifinanziare le sue banche, ma che è usato soprattutto dalla Francia. Parigi, con quasi 500 miliardi, rappresenta da sola più della metà del mercato europeo STEP, ed è il secondo del mondo dopo quello americano. Inoltre, è in forte aumento: da 300 miliardi di metà 2012, era già a 483 a fine 2012. Leggi il resto di questo articolo »




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Derivato con Morgan Stanley, una bomba da 2,6 miliardi nei conti pubblici dal 1994

Il mistero di un buco nei conti: a gennaio il Tesoro chiude un contratto con la banca americana a causa di un accordo sottoscritto quasi vent'anni fa. Secondo quanto risulta al Fatto, questa soluzione era la meno onerosa per l'Italia


di Stefano Feltri | 20 marzo 2012Commenti (4)



Più informazioni su: Bankitalia, Barucci, Borghesi, Carlo Azeglio Ciampi, Derivati, Lamberto Dini, Mario Draghi, Ministero del Tesoro, Morgan Stanley.






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Poche cose in Italia sono coperte da segreto come i contratti derivati che riguardano il debito pubblico italiano. Per questo c’è stata grande sorpresa e nessuna comunicazione ufficiale, quando si è scoperto che il ministero del Tesoro aveva pagato 2, 5 miliardi alla banca americana Morgan Stanley, in gennaio, per la chiusura di alcuni contratti derivati. L’informazione è arrivata dalla Sec, la Consob americana, mentre il governo si è trincerato dietro il silenzio, i derivati sembrano questioni di sicurezza nazionale o segreti troppo pericolosi per essere rivelati.
Sono arrivate interrogazioni parlamentari da più fronti e giovedì, alla Camera, finalmente il governo ha risposto alle domande del deputato Antonio Borghesi, Idv. Stranamente a rappresentare l’esecutivo c’era Marco Rossi Doria, ex maestro di strada, sottosegretario all’Istruzione, non certo uno specialista di finanza e derivati. Ma il testo dell’intervento riassume la posizione ufficiale del Tesoro. Nelle parole di Doria ci sono alcune novità abbastanza clamorose. Anche sul caso Morgan Stanley: “Alla fine del 2011 e con regolamento il ministero dell’Economia e delle Finanze, in data 3 gennaio 2012, ha proceduto alla chiusura di alcuni derivati in essere con Morgan Stanley (due interest rate swap e due swaption) in conseguenza di una clausola di “Additional Termination Event” presente nel contratto quadro (ISDA Master Agreement) che regolava i rapporti tra la Repubblica Italiana e la banca in questione”.
La chiusura dell’operazione è costata 2, 567 miliardi, poco più della somma che ora manca per la riforma degli ammortizzatori sociali. Fonti del Tesoro spiegano che l’input a chiudere il contratto è venuto dalle autorità di vigilanza americane che hanno chiesto a Morgan Stanley di rivedere alcune sue posizioni in derivati “e ormai i rapporti del Tesoro con la banca sono ai minimi termini”. Ma se le cose stessero così, se la colpa fosse tutta americana, non si capirebbe perché il salasso sia stato a carico dello Stato. Secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, la scelta di chiudere in anticipo lo swap con Morgan Stanley è stata presa dal Tesoro dopo aver valutato che questa era la soluzione meno onerosa. Perché evidentemente quel contratto rischiava di costare ancora più caro.
Nella risposta parlamentare Rossi Doria rivela che la clausola capestro che ha imposto al Tesoro la perdita di 2, 5 miliardi risale “alla data di stipula del contratto, nel 1994, era unica e non presente in nessun altro contratto quadro vigente tra il ministero e le sue controparti, e non è stato possibile, nel corso degli ultimi anni, rinegoziare la stessa”. Un contratto scritto male o troppo spregiudicato, frutto, probabilmente, della frenesia con cui all’epoca il ministero cercava di rispettare i parametri europei di Maastricht appena approvati per poter poi entrare nell’euro, ipotizza una fonte che ha lavorato al Tesoro. Nel 1994 si alternano al ministero prima il professor Piero Barucci, con il governo Ciampi, poi Lamberto Dini, con il primo governo Berlusconi. Nella casella chiave del ministero, la direzione generale, c’era sempre Mario Draghi, oggi alla Banca centrale europea. I derivati servono a rendere più prevedibile il costo del debito, ma spesso nascondono brutte sorprese dietro contratti molto complessi. Lo strumento standard è lo swap sul tasso di interesse “con i quali tipicamente il Tesoro riceve da una controparte bancaria un tasso variabile e paga un tasso fisso su un nozionale convenzionale prestabilito”. Così il ministero sa quanto gli costerà un certo stock di debito in anticipo e riduce l’incertezza.
Nel migliore dei casi risparmia pure, nel peggiore la scommessa va male e lo Stato paga. Quanto? Non si sa. Per la prima volta, grazie alla risposta di Rossi Doria scritta dal Tesoro, scopriamo che “a oggi il nozionale complessivo di strumenti derivati a copertura di debito emessi dalla Repubblica italiana ammonta a circa 160 miliardi di euro, a fronte di titoli in circolazione, al 31 gennaio 2012, per 1. 624 miliardi di euro [... ] circa il 10 per cento dei titoli in circolazione”. Ma questa non è un’indicazione decisiva: significa soltanto che a 160 miliardi di debito sono abbinati derivati, nulla si sa sulle perdite potenziali che si rischiano.
Il disastroso derivato del 1994, assicura il Tesoro, è un caso unico, che non si ripeterà mai più. Bisogna crederci sulla parola, perché i cittadini e gli investitori non hanno alcun modo di verificare. La Banca d’Italia censisce soltanto i derivati delle banche italiane, stipulati su 593, 1 miliardi di euro (in giugno 2011). Tutto il resto è top secret, si scopre soltanto quando è troppo tardi. Stando agli attuali valori di mercato, ha scritto ieri Bloomberg, l’Italia potrebbe perdere sui suoi derivati fino a 31 miliardi di dollari, 23, 5 miliardi di euro.
da Il Fatto quotidiano, 17 marzo
 
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Il Comex Sta Esaurendo l'Oro Fisico? Seguiamo l'evoluzione dei Contratto Giugno 2013 (-4 Giorni)




(il mio garage
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)​
Salve a tutti questo è un post che verrà aggiornato ogni giorno per seguire l'evoluzione del contratto futures Giugno 2013 sull'Oro.
Direte voi: che ce ne importa?
E invece importa e molto, dovete sapere che la borsa dei futures sui metalli preziosi americana (il COMEX) è a consegna fisica. Ovvero chi si ritrova con una posizione aperta alla scadenza di ciascun contratto è obbligato a Consegnare o Ritirare dietro pagamento 100 oncie di oro (per contratto).
Si da il caso però, che la gran parte di posizioni aperte "short", cioè al ribasso siano nelle mani di poche banche di investimento (5 per la precisione) e che la quantità di metallo fisico che attualmente è depositata nei magazzini del Comex è limitata e di gran lunga inferiore alla quantità di posizioni aperte oggi, a 9 giorni di contrattazione dal "first notice day", ovvero dal giorno in cui chi si ritrova un futures aperto in mano può essere chiamato a consegnare oppure a pagare per 100 oncie di oro (per contratto).
Senza entrare in tecnicismi troppo fini sappiate che l'oro depositato nei magazzini del Comex si divide in registrato ed eleggibile, il primo è a garanzia della consegna di oro fisico da parte del consorzio di banche che gestiscono il Comex, il secondo ha le caratteristiche di finezza e forma per diventare oro registrato ma che è semplicemente depositato nei magazzini del Comex.
La domanda è: Cosa succede se ad una scadenza non c'è abbastanza oro per soddisfare la consegna dei futures?
In quel caso il Comex Fallisce con inevitabili enormi conseguenza sul ruolo di questa borsa nella determinazione dei prezzi "ufficiali" dell'oro.
La parte interessante è che ogni giorno il Comex pubblica i dati su contratti aperti e quantità di oro nei suoi magazzini...



Inviato da iPhone

Pubblicato daMaurizio Barbero *****************
 

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GANGSTER DI STATO & VENDITE SPECIALI NEL MERCATO DELL'ORO
Postato il Giovedì, 23 maggio @ 07:30:00 CEST di ernesto
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Gold-Bars-in-Fort-Knox-500x300.jpg
DI PAUL CRAIG ROBERTS
globalresearch.ca

Ci sono molti segnali di gangster di stato in America. Uno di questi è la collusione tra autorità federali e bankster in una cospirazione criminale per manipolare il mercato dell'oro e dell'argento.

La mia spiegazione è che l'improvvisa messa in vendita a breve della bellezza di 400 tonnellate d’oro in Comex lo scorso mese di aprile è stata una manipolazione progettata per proteggere il dollaro dalla politica di QE della Federal Reserve ed ha trovato consenso tra chi investe in oro e chi gestisce gli hedge fund.

La vendita è stata naked short: Chi vendeva non aveva nessun oro da vendere. La COMEX ha dichiarato che nei suoi depositi c’era solo la metà dell’oro messo in vendita a breve, e una buona parte non era nemmeno disponibile per la consegna. Nessun’altro se non la Federal Reserve avrebbe potuto fare un’operazione di questa portata, e l'ordine è venuto proprio da una delle banche milionarie della FED, una di quelle "troppo grandi per fallire."

Bill Kaye del Greater Asian Hedge Fund di Hong Kong e Dave Kranzler di Golden Returns Capital hanno messo in fila i dettagli di come è stata fatta la manipolazione. Kaye e Kranzler sono persone che, dall’alto della loro esperienza pluriennale, capiscono bene come la stampa finanziaria riesca a raccontare solo le storie che è autorizzata a far filtrare, perché siano funzionali alla riuscita del gioco che si sta mettendo in atto.
Gli investitori istituzionali che hanno in portafoglio lingotti d’oro vogliono spendere in tutta sicurezza, senza correre nessun rischio. Invece adesso stanno comprando dei fondi (Exchange Traded Funds - ETF) per avere i loro lingotti nella forma di un credito cartaceo. Il fondo più importante, lo SPDR Gold Trust o GLD, è quotato alla Borsa di New York. Il fiduciario e depositario di questo fondo è un bankster, e solo altri bankster sono in grado di riconvertire gli investimenti da titoli in lingotti fisici. Solo le azioni da 100.000 dollari possono essere scambiate con lingotti d’ oro.

Il prezzo del metallo prezioso non è stabilito nel mercato reale, dove le persone fisiche possono comprare i lingotti d’oro.

Il prezzo viene stabilito nel mercato dei future, dove le vendite allo scoperto possono far scendere il prezzo, anche se la domanda di acquisto di oro fisico è in aumento.

Il mercato dell'oro-di-carta è anche il mercato dove si può speculare e sfruttare la posizione dominante, fare ordini per evitare le perdite, e dare spazio alle margin calls (1).

Quando la COMEX vede arrivare queste enormi quantità di ordini allo scoperto e a breve, butta sul mercato altri ordini per ridurre le perdite, ma così facendo aumenta ancora il volume delle vendite e i prezzi scendono ancora. Tutti gli investitori che non fanno parte della cricca che mette in piedi questa manipolazione perdono un sacco di soldi.

Le vendite di azioni GLD vengono accumulate dai bankster a lotti da 100.000 dollari e quindi possono riscattare in oro luccicante i titoli GLD, acquistati ad un prezzo che loro stessi hanno guidato al ribasso.

La vendita allo scoperto serve a chi manipola gli ordini per bloccare le perdite e a chi usa le “margin calls” per spremere maggiori profitti, conoscendo prima degli altri come si muoveranno le banche. I bankster poi guadagnano ancora di più, perché rivendono l'oro (quello che si fanno consegnare contro i titoli di carta) nel mercato fisico, soprattutto lo vendono in Asia, dove la domanda è stata stimolata dal forte calo del prezzo dell'oro e dalla perdita di fiducia nella moneta fiat. I prezzi in Asia arrivano di solito ad un premio più alto dei prezzi spot di New York o di Londra.

Alcuni lettori hanno detto "Non bisogna mai scommettere contro la Federal Reserve, la manipolazione potrebbe continuare per sempre." Ma dobbiamo crederci? Sia gli ETF che i GLD non rappresentano oro-reale e la loro capacità di rispettare gli obblighi che hanno assunto con gli investitori diminuisce sempre più. A mio parere, questi ETF sono come il sistema bancario a riserva frazionaria. I crediti emessi sull'oro superano enormemente la quantità di oro che le stesse banche hanno in affidamento. Se i bankster saccheggiano l’oro degli ETF, il prezzo dell'oro dovrà esplodere, perché la domanda di oro fisico supererà ampiamente l'offerta.

Kranzler dice che i contratti futures di giugno prossimo corrispondono a 12,5 volte la quantità di oro disponibile. Se solo l’8% di questi titoli dovesse chiedere la consegna di oro fisico, la COMEX andrebbe in DEFAULT. Il fatto che un frangente di questa specie sia una possibilità indica un totale fallimento della regolamentazione finanziaria federale.

Quello che ha fatto la FED per mantenere la sua politica di breve periodo e proteggere le "banche troppo grandi per fallire" è stato solo rendere l’inevitabile resa dei conti più costosa per l'economia americana.

Un altro paradosso è chi sta veramento godendo dei vantaggi della vendita di oro fisico che i bankster si sono aggiudicati facendosi cambiare gli ETF. L'Asia è il beneficiario, in particolare India e Cina. L’ "uscire fuori dalla gold line", come spiega la stampa finanziaria USA, consente alla Cina di disfarsi del suo eccesso di dollari, accumulati con gli affari dell’economia off-shore degli Stati Uniti, comprando oro-vero sul mercato ad un prezzo “scontato”.

Kranzler fa notare che non è solo la manipolazione della Fed che ha permesso all’Asia di sbarazzarsi dei suoi dollari per comprare l’oro a prezzi bassi, ma è anche l'evidente mancanza di fiducia nel dollaro che, come ha dimostrato la manipolazione, ha fatto venire in mente alle ricche famiglie europee di chiedere la riconsegna delle loro riserve auree alle “banche dei lingotti” (le bullion bank sono essenzialmente le "banche troppo grandi per fallire").

Kranzler dice ancora che dal 1° gennaio, più di 400 tonnellate di oro sono state prosciugate dalla Comex e dal Portafoglio ETF oro, per soddisfare la domanda mondiale di possesso dei lingotti. Ancora una volta vediamo che le istituzioni del governo degli Stati Uniti si stanno muovendo rigorosamente contro gli interessi dei cittadini USA.

Ma chi è che deve rappresentare il governo degli Stati Uniti ?

Paul Craig Roberts
Fonte: www.globalresearch.ca
Link: www.globalresearch.ca/gangster-state-america-naked-short-in-the-gold-market/5334950
13.05.2013

Traduzione per ComeDonChisciotte a cura di BOSQUE PRIMARIO

NdT :

1. ”Margin call” si ha quando qualcuno ci informa che il mercato non andrà come vorremmo e che il nostro margine di guadagno potrebbe essere inferiore alle nostre attese. Il nome “margin call” deriva dal fatto che il trader originariamente avvertiva per telefono, ma oggi molti broker, invece di contattare il cliente ed informarlo escono direttamente dalle negoziazioni. La pratica sarebbe vero “fiuto commerciale”, se fosse dettata da intuizioni del broker, ma in genere è da considerarsi anti-etica perché il broker agisce solo dopo aver ricevuto una soffiata per uscire o entrare in una negoziazione, prima di tutti quelli che non fanno parte della cricca di chi manipola il mercato.
 

gilles1

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GANGSTER DI STATO & VENDITE SPECIALI NEL MERCATO DELL'ORO
Postato il Giovedì, 23 maggio @ 07:30:00 CEST di ernesto
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DI PAUL CRAIG ROBERTS
globalresearch.ca

Ci sono molti segnali di gangster di stato in America. Uno di questi è la collusione tra autorità federali e bankster in una cospirazione criminale per manipolare il mercato dell'oro e dell'argento.

La mia spiegazione è che l'improvvisa messa in vendita a breve della bellezza di 400 tonnellate d’oro in Comex lo scorso mese di aprile è stata una manipolazione progettata per proteggere il dollaro dalla politica di QE della Federal Reserve ed ha trovato consenso tra chi investe in oro e chi gestisce gli hedge fund.

La vendita è stata naked short: Chi vendeva non aveva nessun oro da vendere. La COMEX ha dichiarato che nei suoi depositi c’era solo la metà dell’oro messo in vendita a breve, e una buona parte non era nemmeno disponibile per la consegna. Nessun’altro se non la Federal Reserve avrebbe potuto fare un’operazione di questa portata, e l'ordine è venuto proprio da una delle banche milionarie della FED, una di quelle "troppo grandi per fallire."

Bill Kaye del Greater Asian Hedge Fund di Hong Kong e Dave Kranzler di Golden Returns Capital hanno messo in fila i dettagli di come è stata fatta la manipolazione. Kaye e Kranzler sono persone che, dall’alto della loro esperienza pluriennale, capiscono bene come la stampa finanziaria riesca a raccontare solo le storie che è autorizzata a far filtrare, perché siano funzionali alla riuscita del gioco che si sta mettendo in atto.
Gli investitori istituzionali che hanno in portafoglio lingotti d’oro vogliono spendere in tutta sicurezza, senza correre nessun rischio. Invece adesso stanno comprando dei fondi (Exchange Traded Funds - ETF) per avere i loro lingotti nella forma di un credito cartaceo. Il fondo più importante, lo SPDR Gold Trust o GLD, è quotato alla Borsa di New York. Il fiduciario e depositario di questo fondo è un bankster, e solo altri bankster sono in grado di riconvertire gli investimenti da titoli in lingotti fisici. Solo le azioni da 100.000 dollari possono essere scambiate con lingotti d’ oro.

Il prezzo del metallo prezioso non è stabilito nel mercato reale, dove le persone fisiche possono comprare i lingotti d’oro.

Il prezzo viene stabilito nel mercato dei future, dove le vendite allo scoperto possono far scendere il prezzo, anche se la domanda di acquisto di oro fisico è in aumento.

Il mercato dell'oro-di-carta è anche il mercato dove si può speculare e sfruttare la posizione dominante, fare ordini per evitare le perdite, e dare spazio alle margin calls (1).

Quando la COMEX vede arrivare queste enormi quantità di ordini allo scoperto e a breve, butta sul mercato altri ordini per ridurre le perdite, ma così facendo aumenta ancora il volume delle vendite e i prezzi scendono ancora. Tutti gli investitori che non fanno parte della cricca che mette in piedi questa manipolazione perdono un sacco di soldi.

Le vendite di azioni GLD vengono accumulate dai bankster a lotti da 100.000 dollari e quindi possono riscattare in oro luccicante i titoli GLD, acquistati ad un prezzo che loro stessi hanno guidato al ribasso.

La vendita allo scoperto serve a chi manipola gli ordini per bloccare le perdite e a chi usa le “margin calls” per spremere maggiori profitti, conoscendo prima degli altri come si muoveranno le banche. I bankster poi guadagnano ancora di più, perché rivendono l'oro (quello che si fanno consegnare contro i titoli di carta) nel mercato fisico, soprattutto lo vendono in Asia, dove la domanda è stata stimolata dal forte calo del prezzo dell'oro e dalla perdita di fiducia nella moneta fiat. I prezzi in Asia arrivano di solito ad un premio più alto dei prezzi spot di New York o di Londra.

Alcuni lettori hanno detto "Non bisogna mai scommettere contro la Federal Reserve, la manipolazione potrebbe continuare per sempre." Ma dobbiamo crederci? Sia gli ETF che i GLD non rappresentano oro-reale e la loro capacità di rispettare gli obblighi che hanno assunto con gli investitori diminuisce sempre più. A mio parere, questi ETF sono come il sistema bancario a riserva frazionaria. I crediti emessi sull'oro superano enormemente la quantità di oro che le stesse banche hanno in affidamento. Se i bankster saccheggiano l’oro degli ETF, il prezzo dell'oro dovrà esplodere, perché la domanda di oro fisico supererà ampiamente l'offerta.

Kranzler dice che i contratti futures di giugno prossimo corrispondono a 12,5 volte la quantità di oro disponibile. Se solo l’8% di questi titoli dovesse chiedere la consegna di oro fisico, la COMEX andrebbe in DEFAULT. Il fatto che un frangente di questa specie sia una possibilità indica un totale fallimento della regolamentazione finanziaria federale.

Quello che ha fatto la FED per mantenere la sua politica di breve periodo e proteggere le "banche troppo grandi per fallire" è stato solo rendere l’inevitabile resa dei conti più costosa per l'economia americana.

Un altro paradosso è chi sta veramento godendo dei vantaggi della vendita di oro fisico che i bankster si sono aggiudicati facendosi cambiare gli ETF. L'Asia è il beneficiario, in particolare India e Cina. L’ "uscire fuori dalla gold line", come spiega la stampa finanziaria USA, consente alla Cina di disfarsi del suo eccesso di dollari, accumulati con gli affari dell’economia off-shore degli Stati Uniti, comprando oro-vero sul mercato ad un prezzo “scontato”.

Kranzler fa notare che non è solo la manipolazione della Fed che ha permesso all’Asia di sbarazzarsi dei suoi dollari per comprare l’oro a prezzi bassi, ma è anche l'evidente mancanza di fiducia nel dollaro che, come ha dimostrato la manipolazione, ha fatto venire in mente alle ricche famiglie europee di chiedere la riconsegna delle loro riserve auree alle “banche dei lingotti” (le bullion bank sono essenzialmente le "banche troppo grandi per fallire").

Kranzler dice ancora che dal 1° gennaio, più di 400 tonnellate di oro sono state prosciugate dalla Comex e dal Portafoglio ETF oro, per soddisfare la domanda mondiale di possesso dei lingotti. Ancora una volta vediamo che le istituzioni del governo degli Stati Uniti si stanno muovendo rigorosamente contro gli interessi dei cittadini USA.

Ma chi è che deve rappresentare il governo degli Stati Uniti ?

Paul Craig Roberts
Fonte: www.globalresearch.ca
Link: www.globalresearch.ca/gangster-state-america-naked-short-in-the-gold-market/5334950
13.05.2013

Traduzione per ComeDonChisciotte a cura di BOSQUE PRIMARIO

NdT :

1. ”Margin call” si ha quando qualcuno ci informa che il mercato non andrà come vorremmo e che il nostro margine di guadagno potrebbe essere inferiore alle nostre attese. Il nome “margin call” deriva dal fatto che il trader originariamente avvertiva per telefono, ma oggi molti broker, invece di contattare il cliente ed informarlo escono direttamente dalle negoziazioni. La pratica sarebbe vero “fiuto commerciale”, se fosse dettata da intuizioni del broker, ma in genere è da considerarsi anti-etica perché il broker agisce solo dopo aver ricevuto una soffiata per uscire o entrare in una negoziazione, prima di tutti quelli che non fanno parte della cricca di chi manipola il mercato.

grazie Moto!
sempre utile
 

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