un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo (2 lettori)

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derivati
Il fatto disastroso è che nell'ultimo decennio il pendolo, certo più altrove che in Italia, non ha oscillato all'interno del quadrante, ma è uscito dal quadrante del diritto. Quello che può e deve ora essere fatto è perciò riportare il pendolo dentro il quadrante, non essendoci alternativa allo Stato di diritto.
- Giulio Tremonti, Corriere della Sera, 17 marzo 2009Una storiella, con l'ambizione di spiegare il sistema finanziario attuale, narra quanto segue. Un uomo legge un annuncio che dice:"Vendo un asino per 100 euro". Ottimo prezzo, pensa. Chiama il proprietario e fissa un appuntamento a casa sua, dove si reca conuna banconota da 100 euro. Il proprietario la prende e dice: "Benissimo, ora andiamo nella stalla". Appena entrati, però, l'acquirentesi accorge che l'asino è a terra. "Ma è morto!", dice. E l'altro: "Mica avevo scritto che era vivo!" A quel punto, l'acquirente dice: "Lo prendo lo stesso." E l'altro: "Per fare che?" "Ne farò una lotteria..." Dopo qualche giorno si rincontrano per strada e l'ex-proprietariodell'asino gli chiede com'è andata. E lui: "Benissimo. Ho stampato 100 biglietti da dieci euro per sorteggiare l'asino e li ho vendutitutti." E l'altro: "Ma non si è lamentato nessuno?" "Sì, quello che ha vinto. Ma ho subito sistemato la cosa: gli ho restituito il doppiodei soldi del biglietto e mi son tenuto gli altri 980 euro!". Se il biglietto della lotteria fosse stato un contratto derivato per la consegnafutura dell'asino vivo, le cose però potevano andare diversamente. Il vincitore poteva chiedere la consegna effettiva dell'asino vivo, ese l'altro rifiutava, allora avrebbe potuto chiedere di diventare proprietario dell'azienda dell'incauto organizzatore di lotterie.Tecnicamente, il venditore di biglietti era "naked short", ovvero scoperto a breve per la consegna di asini vivi. Questo può succederese per esempio si acquistano contratti ETF su oro o argento, contratti per la consegna futura dei metalli. Se il compratore poi non siaccontenta - alla data prestabilita - di incassare o perdere la differenza monetaria tra il valore all'acquisto e quello alla consegna, ma pretende la consegna della merce, che è un suo diritto, allora il venditore è costretto a consegnarla pena la perdita del proprio patrimonio. Gente come George Soros ci ha fatto i miliardi con questo trucchetto, sconosciuto a chi non opera nel settore. Ladefinizione di wikipedia dei derivati recita:
"In finanza, uno strumento derivato è considerato ogni titolo il cui valore è basato sul valore di mercato di altri beni (azioni, indici, valute, tassi ecc.). I titoli derivati hanno raggiunto solo recentemente una diffusioneenorme nel mondo grazie alla globalizzazione dei mercati e alla contestuale introduzione dei computer per la trasmissione degliordini. Esistono derivati strutturati per ogni esigenza e basati su qualsiasi variabile, perfino la quantità di neve caduta in unadeterminata zona. Gli utilizzi principali sono: arbitraggio, speculazione e copertura (detta hedging). Le variabili alla base dei titoliderivati sono dette attività sottostanti e possono avere diversa natura; possono essere un'azione, un'obbligazione, un indice, unacommodity come il petrolio o anche un altro derivato."
Il "guru di Omaha" Warren Buffett, il 4 marzo 2003, li definì «armi didistruzione di massa». Nella trasmissione REBUS su Odeon-TV del 27 aprile 2009, ho accennato al fatto che le banconote in eurosono dei derivati di derivati di derivati di derivati. Intendevo dire che le banconote in euro, emesse dalla privata BCE, derivano il lorovalore da titoli di stato posti a riserva presso la banca centrale. Questi titoli di stato, a loro volta, derivano il loro valore dalla garanziadi essere coperti nel futuro dal prelievo fiscale, dalle tasse dei rispettivi cittadini dei paesi d'emissione. A loro volta, le tasse"derivano" dal reddito dei cittadini che a sua volta "deriva" dal lavoro degli stessi. Il lavoro deriva dal tempo che i cittadini visacrificano, una bella parte della propria vita. Che, una volta passato, ciao. In sostanza, le banconote della Banca Centrale Europea, adifferenza di quelle dei falsari, derivano il loro valore dagli stessi cittadini come fossero false cambiali tratte, cioè senza il consensoinformato e l'accettazione da parte dei trattari. Quindi, ogni volta che un trattario (cittadino) riceve questi pezzi

di carta, non sa chedovrà rimborsarli oltre agli interessi. E se muore, saranno i suoi figli, nipoti, pronipoti, etc. a doverle rimborsare - sotto forma didebito pubblico - tramite tasse da pagare ai governi governi che verranno. Giustamente il compianto prof. Giacinto Auriti sostenevache "non si può mai saldare un debito con un altro debito!" Era meglio l'asino morto, credetemi. Ma torniamo ai derivati, citando un passaggio tratto da La storia segreta dell'impero americano, di John Perkins, che ci fa da utile cornice:
"Le lezioni apprese dalla storia dell'Iran erano chiare: un impero può essere costruito senza il rischio di una guerra e a costo molto inferiore. Le tattichedella CIA (la Central Intelligence Agency, un'agenzia di manovali dei servizi segreti americani) potevano essere applicate nei casi incui esistevano le risorse che la corporatocrazia
(NdA: il sistema del potere corporativo)
avesse voluto. C'era solo un problema. Kermit Roosevelt era un impiegato della CIA. Se fosse stato catturato, le conseguenze sarebbero state gravi. Venne presa ladecisione di rimpiazzare gli operatori del governo con agenti del settore privato. Una delle società che era nella lista era la mia, laMAIN. Molto presto noi che eravamo dei sicari dell'economia, scoprimmo che non avevamo bisogno di aspettare che i paesinazionalizzassero i campi petroliferi come scusa per manipolare la loro politica. Abbiamo trasformato la Banca Mondiale, il FMI, ele altre istituzioni "multinazionali" in strumenti di colonizzazione. Abbiamo negoziato affari lucrosi per le società degli Stati Uniti,abbiamo stabilito accordi di "libero" commercio che palesemente servivano ai nostri esportatori, a scapito di quelli del TerzoMondo, e abbiamo afflitto gli altri paesi con debiti ingestibili. In effetti, abbiamo creato governi surrogati che sembravanorappresentare il loro popolo, ma in realtà erano nostri agenti. Alcuni dei primi esempi furono: Iran, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait, Egitto e Israele. Il primo alleato di Washington, nella lotta per difendere la sovranità del dollaro. è stato Israele. La previsione di Jake Dauber che il valore del dollaro sarebbe stato determinato dal petrolio si rivelò corretta. Quando Tel Aviv eWashington spinsero il mondo arabo in un angolo, gli arabi avevano poca scelta, ma dovettero reagire colpendo, nella guerra delloYom Kippur
(1973)
e attraverso l'embargo dell'OPEC. Questo spinse all'azione il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Venneroarruolati dei sicari economici con lo scopo di stringere accordi con l'Arabia Saudita che sposarono il dollaro col petrolio. Il dollarovenne incoronato re, e da allora ha sempre regnato supremo."
Questo oggi fa sorridere, tenuto conto che, dal 2008 al 2009, laquantità di dollari è più che raddoppiata e che si prevede, da più parti, l'implosione del sistema. Ma il senso era che, se si volevacomprare petrolio, bisognava usare dollari, cedendo il signoraggio alla privata Federal Reserve e, quindi, ai suoi misteriosi proprietari. La recessione indotta nelle economie avanzate dallo shock dei prezzi del petrolio del 1973, spinse le bancheinternazionali a trovare clienti per i prestiti nelle economie in via di sviluppo, per poter riciclare i petrodollari. Questo segnò l'iniziodella finanza globalizzata che, tra le altre cose, rimpiazzò gli aiuti esteri con dei prestiti esteri ai paesi in via di sviluppo. All'inizio, ilriciclaggio dei petrodollari serviva a compensare l'improvviso aumento del prezzo del petrolio nei paesi sviluppati. In seguito,
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l'eccedenza di dollari derivanti dal petrolio, che non veniva assorbita dal mercato occidentale, venne offerta agli ignari governi delterzo mondo sotto forma di prestiti in petrodollari per lo sviluppo, portando così il mondo sviluppato nell'abisso senza fondo deldebito estero. Non solo non venne realizzata la crescita del mondo sviluppato attraverso le esportazioni guidate dal debito estero, mail ripagamento del debito divenne sempre più punitivo nelle economie domestiche. Le nazioni che prestavano, dovettero adottaremisure contro l'inflazione alla fine degli anni 1970. Le negoziazioni tra i paesi debitori e le maggiori banche internazionali, che eranocreditrici, vennero intermediate dall'accettazione di programmi di aggiustamento strutturale (austerità) imposti dal FMI (FondoMonetario Internazionale). Questo significava riduzione delle spese governative (ammortizzatori sociali), svalutazione della moneta e promozione di politiche orientate all'esportazione che distorcevano e rovesciavano lo sviluppo domestico. L'austerità domesticadivenne il biglietto d'ingresso per ottenere nuovi prestiti con i quali pagare i vecchi prestiti (ed i vecchi sàtrapi corrotti dei governiche subivano passivamente) ed il servizio dei nuovi debiti a sua volta richiedeva maggiore austerità domestica, portando le economiedel terzo mondo verso una spirale discendente di accelerata contrazione e maggiore indebitamento estero. Ma la pressione oppressivada parte del FMI, negli anni 1980, non era ancora così severa come quella dopo le crisi degli anni 1990. Le crisi finanziarie affrontatedalle nuove economie industrializzate, negli anni 1990, erano significativamente differenti dalle crisi del debito estero nei paesi invia di sviluppo del decennio precedente. Le forme e le tipologie di finanziamento erano differenti. Infatti, i derivati assunsero unruolo chiave negli anni 1990. I derivati giocarono un ruolo chiave senza precedenti nella crisi asiatica del 1997, assieme alla crescitadel flusso dei fondi alle economie industrializzate dell'Asia, come parte del processo finanziario di globalizzazione sugli sregolatimercati globali delle valute, dei capitali e dei debiti. I derivati favorirono la crescita dei flussi di fondi privati dissociando il rischioassociato ai veicoli finanziari, come i prestiti bancari, le azioni, i titoli e l'investimento fisico diretto, riallocando il rischio piùefficientemente attraverso l'espansione della distribuzione e del livello del rischio aggregato. Essi facilitavano anche gli sforzi dimolte entità finanziarie per aumentare il rapporto rischio/capitale, per aggirare le regole di salvaguardia e manipolare la contabilitàallo scopo di evadere le tasse. I contratti di cambio a termine e gli swap (scambi di flussi di cassa tra due controparti) vengono usati per assicurarsi contro la variazione dei tassi di cambio, ma anche per speculare sulla vulnerabilità dei tassi di cambio fissi, mentre iTRS [1] sono usati per catturare il profitto da "carry trade", definito come differenza di tasso d'interesse tra valute fisse. I contrattistrutturati, conosciuti anche come strumenti ibridi, sono una combinazione tra uno strumento del mercato creditizio (come titoli odazioni) con un derivato tipo un contratto "future" [2] o una "opzione" [3] e vengono utilizzati per aggirare le norme contabili e leregole prudenziali in modo da offrire agli investitori maggiori guadagni, ma anche maggiori rischi. A livello macroeconomico, iderivati rendono inizialmente l'economia più suscettibile alle crisi finanziarie, per poi accelerare ed aggravare la crisi una volta che siè prodotta. Poiché gli investitori possono essere indotti a prendere maggiori rischi solo da maggiori possibilità di guadagno, la ricercadi alti profitti aumenta il rischio aggregato nel sistema finanziario. Ma gli investitori richiedono sempre un profitto maggiore delrischio, il che lascia una certa percentuale di rischio che non viene coperta, nel sistema finanziario. Si tratta, in sostanza, di unasocializzazione del rischio a fronte di una privatizzazione dei relativi profitti incrementali. I flussi globali dei fondi privati che hanno portato alla crisi degli anni 1980, erano in gran parte prestiti sindacati da grandi banche, ad interesse variabile e denominati in dollari,effettuati a prestatari sovrani (stati o governi), per riciclare il surplus di petrodollari derivanti dalle operazioni dell'OPEC [4]. Laformazione di sindacati tra prestatori, per sottoscrivere i prestiti, aiutò a legarli tra loro e, attraverso clausole di collegamentoincrociato del default nei contratti di prestito, ridusse i rischi per le singole banche passando questi rischi al sistema bancario nel suoinsieme. La sindacazione dei prestiti rappresentava un monopolio del prestito con un sistema di fissazione dei costi tra banche che prima erano in competizione. Un cartello dei prestiti. Per ridurre l'esposizione collettiva delle banche rispetto al rischio di mercato eribaltarne i costi sulla clientela, questi prestiti erano emessi con tassi d'interessi variabili (normalmente corrispondenti ad un aumentosul LIBOR [5] o a qualche tipo d'interesse a breve termine che rifletteva i costi di finanziamento delle banche), ed erano denominatisoprattutto in dollari o in altre valute del G5 [6] che riflettevano le valute delle fonti di finanziamento delle banche stesse. I fondiesteri che arrivano sotto questa forma, spostano molto del rischio di mercato sui prestatari. Questi ultimi potrebbero non aver capitomolto bene di rischiare sia sul fronte dei cambi esteri che su quello del tasso degli interessi e che, l'effetto esacerbato e combinato deidue rischi l'uno con l'altro, ovvero l'innalzamento del tasso di cambio dei dollari, svaluta le loro valute locali che, a loro volta, fannorialzare i tassi d'interesse locali. In questo modo, un cosiddetto "libero" mercato del debito si trasformava in un mercato bilaterale tra prestatari impotenti ed un potentissimo monopolio dei prestiti. Era il colmo dell'ipocrisia il fatto che, in un'epoca di manifestomonopolio finanziario, il fondamentalismo del mercato finanziario neoliberale raggiungesse un'ascendenza intellettuale senza precedenti. Il cambiamento nella distribuzione del mercato del rischio a sfavore dei paesi del terzo mondo pose le fondamenta per una crisi che iniziò nell'agosto del 1982 (poco dopo l'assassinio del banchiere Roberto Calvi). La crisi iniziò quando la FederalReserve, la privata banca centrale statunitense, rialzò i tassi d'interesse a breve termine del dollaro per combattere la stagflazione [7]galoppante negli USA. Gli alti tassi d'interesse sul dollaro, che serviva come valuta base per il pagamento dei prestiti a tassovariabile, aumentò sia le rate dei pagamenti dei prestiti che il costo dei dollari stessi in valuta locale. I paesi debitori venneroobbligati ad aumentare enormemente i prestiti esteri per poter ridurre il peso di dover ripagare improvvisamente il costo del debitoestero, portando ad una inevitabile crisi. Nell'agosto del 1982, il governo messicano annunciò che non era più in grado di adempiereai pagamenti prestabiliti sul debito estero. In risposta, i governi delle economie sviluppate, le banche dei maggiori centri finanziari, ilFMI e la Banca Mondiale, cominciarono a cercare disperatamente delle politiche di recupero della crisi. Inizialmente riarrangiaronole rate di restituzione del debito esistente, organizzando nuovi prestiti e richiedendo che i governi delle economie in via di sviluppoadottassero delle politiche fiscali e monetarie austere, per rendere possibile l'eventuale ripagamento del pesante debito crescente, main effetti impedendo alle economie in via di sviluppo qualsiasi prospettiva di crescita futura con cui ripagare l'ammontare crescentedel debito estero. I creditori esteri erano protetti; le nazioni debitrici persero quel po' che avevano guadagnato nel decennio precedente ed alcune rimasero senza la prospettiva futura di uscire mai dalla tirannia del debito estero. Gli economisti neoliberalicitavano Shakespeare: meglio aver amato ed aver perduto che non aver amato mai, mentre i loro clienti paganti se la ridevano allagrande. Le crisi finanziarie asiatiche del 1997 furono abbastanza differenti. Si trattava di fenomeni causati da "moneta scottante",cioè da crediti esteri a breve termine basati su tassi di cambio sopravvalutati, difesi ad oltranza dalle autorità monetarie dei paesi delterzo mondo, avvelenate dall'ideologia neoliberista. Il commercio di derivati tramite i mercati OTC [8] non era, e non è, registrato nésegnalato sistematicamente al mercato. Così il rischio pieno di esposizione non è conosciuto finché non arriva la crisi. In terminimacroeconomici, i derivati hanno l'effetto strutturale di privatizzare l'efficienza incrementale (profitti) mentre socializzano i rischi (le perdite) associati a questi profitti. Questo si ottiene estraendo valore attraverso l'innalzamento del rapporto rischi/profitti pompando
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via la parte del rendimento incrementale a favore di alcuni privati ben noti, mentre la perdita, il pieno rischio incrementale, viene passata a persone terze e sconosciute sparpagliate nel sistema. Poiché il vantaggio è minuscolo, l'incentivo al profitto spinge a trattarevolumi ingentissimi di derivati. I movimenti di fondi privati stranieri che hanno preceduto la crisi finanziaria del 1997, sono andati asoggetti privati asiatici e non solo per i mutuatari sovrani, come invece avveniva nel 1980. I prestiti delle banche commerciali nel1990, misurati nella percentuale del totale dei flussi di fondi stranieri, sono stati sostanzialmente meno importanti di quanto non lofossero nel 1980. Infatti, i flussi di fondi per l'Asia andavano dagli investimenti esteri diretti agli investimenti di portafoglio azionario(intesi con meno del 10 per cento di proprietà), per le obbligazioni sia sovrane che delle aziende, nonché strumenti strutturati, pronticontro termine, oltre ai tradizionali prestiti bancari a mutuatari pubblici e privati. Questo flusso di fondi più diversificato, ha generatouna diversa distribuzione dei rischi a livello degli investitori istituzionali mondiali, soprattutto i fondi pensione nei mercati avanzatidel debito e del capitale. Gli investimenti azionari ed obbligazionari, in Asia, hanno spostato il rischio di mercato e del credito versogli investitori stranieri istituzionali che hanno sostenuto il rischio di variazione dei tassi di interesse, dei prezzi dei titoli e dei tassi dicambio. Gli investimenti esteri diretti, in capitale fisico e nell'immobiliare, hanno analogamente spostato il rischio di mercato e delcredito verso gli investitori stranieri istituzionali. Anche le obbligazioni denominate in dollari emesse dai governi asiatici hannospostato il rischio del tasso di interesse, così come il rischio del credito, verso gli investitori stranieri istituzionali. La finanzasocializzata nelle economie ricche, quello che il Wall Street Journal chiama affettuosamente "capitalismo di massa", è stata chiamataa finanziare un vetusto capitalismo d'acquisizione nelle nuove economie industriali. L'effetto è stato quello di esporre questeeconomie al rischio di variazione dei tassi di interesse negli Stati Uniti o del valore di cambio del dollaro, non come fondamentalieconomici, ma come tendenze tecniche percepite dall'istinto gregario dei gestori dei fondi nei mercati progrediti. Così l'attenzioneneo-liberale sulla necessità di risolvere i prestiti non performanti delle banche nazionali interne, come presupposto per generare lacrescita, è, a dir poco, fuori luogo. Il problema dei prestiti non performanti, in Asia, è una finzione inventata dalla Banca deiRegolamenti Internazionali (BRI) per preparare le banche private nazionali come maturi obiettivi d'acquisizione da parte di grandi ecomplesse organizzazioni bancarie, occidentali e predatrici. La negoziazione dei derivati è cresciuta a fianco di nuove forme di flussidi capitali come parte di uno sforzo per gestire meglio i rischi degli investimenti globali. I derivati facilitano una nuova composizionedei flussi di capitale separando il rischio e ridistribuendolo in un rapporto commisurato di ritorni/rischio ad un ampio mercato. Allostesso tempo, i derivati creano nuovi rischi sistemici che sono potenzialmente destabilizzanti sia per le economie avanzate che per quelle in via di sviluppo. Mentre la funzione di trasferimento del rischio dei derivati è inizialmente servita all'utile ruolo di coperturae quindi a facilitare i flussi di fondi, la prevalenza di strumenti derivati sta ora minacciando la stabilità dell'economia globale nel suocomplesso.Gli strumenti derivati sono diversi dagli strumenti finanziari e da altri beni, poiché non viene scambiato un bene od un titolo. Nellaloro essenza, nulla è di proprietà a parte la pura esposizione ai prezzi sulla base di valori "fittizi". Questi sono solo dei contratti divalutazione. Il loro prezzo è derivato da una merce sottostante, un'attività, un tasso, un indice o un evento, e questa malleabilità permette loro di essere usati per creare una leva e per cambiare l'aspetto delle transazioni. I derivati possono essere utilizzati per operazioni di ristrutturazione, in modo che le posizioni possono essere spostate fuori dai bilanci. I tassi variabili possono esseremodificati in tassi fissi (e viceversa). Le denominazioni di monete possono essere cambiate, gli interessi o i dividendi possonodiventare plusvalenze (e viceversa). Le passività possono essere trasformate in attività o utili, i pagamenti possono essere spostati in periodi diversi al fine di manipolare le passività fiscali. I rapporti sugli utili ed i titoli ad alto rendimento possono essere travestiti per sembrare investimenti convenzionali di grado AAA (ultrasicuro, paragonabile al grado dei titoli di stato di paesi molto solvibili). Lacontabilizzazione dell'IRU (Indefeasible Right of Use) della capacità delle reti di di telecomunicazioni, in particolare il "commercioin nero" della capacità inutilizzata della fibra ottica, largamente impiegata nel settore delle telecomunicazioni, ha gonfiato le entrate per l'intero settore, contabilizzando future entrate come fosse reddito corrente e le relative passività future, come spese in contocapitale futuro "fuori bilancio". Gli swap differiti (a termine) e sulle valute estere, non sono sempre molto collateralizzati(misurandoli come percentuale del capitale). La garanzia collaterale è meno suscettibile di essere utilizzata per la negoziazione tra i principali distributori o partecipanti del mercato, e le garanzie collaterali sono minori per strumenti finanziari meno volatili come lamoneta. Questo espone le controparti dei derivati di cambi esteri, al rischio del credito.La principale fonte di rischio di perdite creditizie, nei mercati dei derivati degli ultimi anni, fino ai recenti fallimenti nel commerciodelle telecomunicazioni e dell'energia, è dovuta alle inadempienze sugli scambi differiti di valute estere in Asia e in Russia. Leoperazioni di cambio a termine e di swap, in Asia, sono state utilizzate sia da investitori esteri che nazionali, per coprire il rischio dicambio. Gli investitori stranieri dei mercati progrediti di capitali, che hanno acquistato titoli denominati in valute asiatiche locali, potevano utilizzare cambi esteri differiti e swap a copertura della loro esposizione lunga sulle valute locali. Allo stesso modo, gliinvestimenti diretti in immobili, impianti o attrezzature fisiche, sono stati esposti al rischio di deprezzamento della valuta locale. Gliinvestitori asiatici che hanno preso in prestito in dollari, yen o valute europee ed hanno investito in attività in valuta locale, sono statiesposti anch'essi al rischio dei cambi esteri. Le operazioni di cambio a termine e gli swap sono stati utilizzati anche per specularesulle valute asiatiche. I derivati hanno consentito agli speculatori di sfruttare il loro capitale, al fine di adottare posizioni più ampie intermini di valore di moneta locale. Questo significa che le banche centrali asiatiche hanno dovuto controllare il tasso di cambio neidue mercati, a pronti e a termine, al fine di mantenere fissi i loro tassi di cambio.Il termine swap è talvolta utilizzato per fare riferimento a strumenti derivati OTC in generale. Questo senza dubbio venne dal fattoche la stragrande maggioranza dei derivati OTC sono, in un modo o nell'altro, degli swap. Un TRS è un contratto in cui almeno unaserie di pagamenti è basato sul tasso di rendimento totale (la variazione nel prezzo di mercato maggiorato degli interessi o dal pagamento dei dividendi) su alcuni assetti di base, strumenti finanziari o indici di strumenti finanziari. L'altro pilastro dello swap è disolito basato su di un tasso di interesse variabile come il LIBOR, ma può essere anche un tasso fisso o il tasso totale di rendita diqualche altro strumento finanziario. I dati pre-crisi relativi all'Asia mostrano che i TRS, in queste situazioni, di solito scambiano ilLIBOR contro il TRS su di un titolo governativo. Un TRS replica la posizione del prestito a condizioni LIBOR per finanziare il possesso di un titolo o di un indice azionario. I rendimenti sono gli stessi, ma a differenza del mercato delle transazioni in contanti,non comporta la proprietà o il debito. L'unico capitale coinvolto in un TRS, invece, è il deposito di una garanzia. Oltre alla riduzionedella necessità di impegnare del capitale per l'operazione, un TRS non ha alcun impatto sul bilancio della società né è soggetto arestrizioni regolatorie dell'esposizione sul mercato dei cambi esteri. Esso dovrebbe comportare un requisito patrimoniale solo sedovesse trasformarsi in denaro. In breve, il TRS consente alle istituzioni finanziarie ed agli investitori di aumentare i loro rischi ed i
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ricavi potenziali, rispetto al capitale. Uno degli usi del TRS, in Asia, è stato quello di catturare i guadagni del carry trade o del carry business. Un carry trade redditizio esiste quando sono stati fissati i tassi di cambio ed il differenziale sul tasso di interesse persiste trale due economie. E' allora possibile prendere in prestito in una valuta, a basso tasso d'interesse, e prestare nella valuta ad alto tasso diinteresse senza rischio, a parte quello di un fallimento del tasso di cambio fisso. Tuttavia, quando un gran numero di partecipanti almercato capiscono il gioco, il tasso di cambio fisso non può tenere. Quando una banca centrale difende il tasso di cambio fisso inqueste condizioni, deve sostanzialmente dare soldi gratis a chiunque arriva. Questo è esattamente il tipo di situazione sfruttata piùvolte, ad esempio, dallo speculatore George Soros.Le banche dei centri finanziari esteri erano desiderose di prestare le valute del G5. Le banche asiatiche locali erano ansiose diacquisire gli utili del carry trade derivanti dal differenziale del tasso di interesse. La redditività e, in definitiva, la solvibilità delleistituzioni finanziarie che svolgevano il carry business, dipendeva dalla capacità delle banche centrali asiatiche di mantenere fisso iltasso di cambio o, almeno, di impedire che la valuta si deprezzasse oltre al differenziale del tasso di interesse. Ma la combinazione di prestiti dall'estero e di prestiti nazionali all'interno creò un disallineamento delle valute estere nei bilanci. I regolamenti del mercatofinanziario limitano la portata di questo disallineamento oppure rendono necessari capitali supplementari in proporzioneall'esposizione sui tassi di cambio. Le banche estere hanno anch'esse dei limiti per paese e dei limiti di prestito ad una singolaistituzione finanziaria asiatica, cosa che ha creato dei disincentivi, per i mutuatari, a gonfiare i bilanci (riducendo il guadagnodenunciato sulle attività). In questo contesto, i TRS sono stati fatti su misura per quelle istituzioni finanziarie che intendono evitare lenorme prudenziali, tenendo fuori bilancio le loro posizioni "carry".L'uso dei TRS ha modificato la forma dei flussi dei fondi ai paesi in via di sviluppo. Se le banche si fossero impegnate nel carry trademediante l'assunzione di prestiti all'estero, allora i flussi di capitale sarebbero avvenuti sotto forma di prestiti a breve termine ed invaluta forte. Se le banche avessero inseguito la stessa opportunità di profitto utilizzando i TRS, allora avrebbero generato flussi dicapitale indiretti come controparti di posizioni swap, di solito come concessionari del mercato avanzato dei capitali di swap, eavrebbero acquistato l'attività sottostante come copertura per la propria posizione nei TRS. Come risultato, il flusso dei fondi era informa di titoli denominati in moneta locale invece che di un prestito bancario di dollari. Tuttavia, il titolo in valuta locale non haavuto l'effetto di trasferire il rischio del cambio estero agli investitori del mercato progredito del capitale. Anzi, ha funzionato, incombinato disposto con i TRS, in modo da lasciare agli investitori locali, del paese in via di sviluppo, il rischio di cambio (le posizioni in dollari a breve termine),

proprio come se si fosse trattato di un prestito in valuta forte. Non solo l'esposizione sul cambioestero dell'economia in via di sviluppo è rimasta la stessa, ma la strategia del carry sui TRS la espone ad un rialzo ancor maggioredella valuta estera che se si fosse trattato di prestiti bancari a breve termine. I prestiti bancari, eccetto che quando hanno delle opzioni"put" allegate, sono determinati per tutta la durata del prestito. Tuttavia, gli accordi sulla garanzia sul TRS possono portare ad ungrande aumento immediato, nell'overnight (periodo notturno) se non nell'intraday (periodo diurno), dei trasferimenti in valuta estera.Se i prestiti bancari a breve termine sono considerati denaro "scottante", allora i pagamenti a margine, per soddisfare i requisiti digaranzia, sono da considerarsi come denaro "a microonde".L'uso dei TRS aumenta anche il rischio di contagio. Questi TRS implicano spesso assetti e pagamenti a valute incrociate e possono,quindi, trasferire più facilmente le interruzioni da un mercato all'altro. Uno dei motivi per cui le banche coreane si sono impegnate intanti TRS indonesiani, è stato che erano in cerca di maggiori tassi di rendimento in risposta ad un aumento dei loro costi difinanziamento. Alla fine di questo processo, le banche coreane erano esposte al rischio del credito indonesiano. Questo tuttavia, non èvisibile nei loro bilanci. Questa situazione non solo crea la possibilità di contagio, ma può anche rendere il contagio imprevedibile egrave.La stessa situazione si applica agli investitori brasiliani in TRS coreani. La crisi coreana valutaria e del debito, del 1998, venne risoltadal Tesoro degli Stati Uniti e dal Dipartimento di Stato che chiesero alla Federal Reserve degli Stati Uniti di consentire alle banche dirinnovare i prestiti coreani, non-performanti, attraverso prestiti a lungo termine, senza richiedere penali o adeguamenti di capitale. Il New York Times riferì che la decisione amministrativa venne raggiunta dal Segretario del Tesoro Robert Rubin negli ultimi minuti prima di un default coreano, a causa della sorprendente scoperta che le banche brasiliane erano in possesso di molti titoli e contrattiTRS coreani. Un default coreano si sarebbe rapidamente diffuso, in America del Sud, con un più diretto impatto sull'economia degliStati Uniti di quanto si fosse capito in precedenza. Le banche internazionali e le autorità di regolamentazione dei paesi prestatori,collusero per segretare i prestiti non performanti, in Corea, per motivi di "regolamentazione". Ma le banche locali della Corea nongodettero di tale flessibilità.Gli strumenti ibridi comprendono degli strumenti finanziari convenzionali come i titoli convertibili (stock option) [9], le obbligazioniconvertibili [10] e le obbligazioni "callable" [11]. Questi sono stati a lungo tra la serie di titoli tradizionali emessi e negoziatiregolarmente nei mercati finanziari statunitensi. Gli strumenti strutturati, in Asia, sono stati di solito strutturati in modo da legarne ilrendimento al valore di una o più delle valute o degli indici borsistici delle economie in via di sviluppo. Le emittenti di tali notestrutturate erano le istituzioni finanziarie dei mercati progrediti dei capitali e gli investitori erano spesso le istituzioni finanziarieasiatiche e gli investitori che erano più disposti a tenere il proprio rischio di cambio o quello dei paesi, in via di sviluppo, a lorovicini. Un motivo per cui questo accade è che sono più consapevoli delle proprie economie e mercati rispetto agli investitori deimercati dei capitali più avanzati. Un ulteriore motivo è che essi sono di per sé su posizioni lunghe nella propria valuta, nel senso che,se il regime di tasso di cambio fisso dovesse fallire, allora l'intera economia si contrarrebbe e quindi la percezione del costo diun'ulteriore esposizione ai cambi esteri sarebbe comparativamente minima rispetto al peggioramento della situazione generale.Quando tutta la casa è in fiamme, chi si preoccupa se in cucina fa un po' troppo caldo?Le istituzioni finanziarie dei mercati dei capitali più avanzati, erano interessate all'emissione di tali strumenti al fine di creare "future"a lungo termine e posizioni sulle opzioni in valute e titoli di paesi in via di sviluppo. I mercati delle operazioni a termine in valuta edegli swap, sono mercati a breve termine; la stragrande maggioranza delle transazioni in questi mercati ha una durata inferiore oduguale ad un anno, la maggior parte di soli sette giorni o meno. Di fronte alla mancanza di altre alternative, questi strumenti ibridisono stati concepiti per creare un derivato pluriennale sui cambi esteri. L'emittente di norma tiene una posizione corta a lungotermine nella valuta di un paese in via

di sviluppo, al costo di 100 o 200 punti base, per anno, sul capitale principale. Il più noto diquesti derivati,chiamato PERL (principal exchange rate linked note), è un titolo legato al tasso principale di cambio. Questi strumenti
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erano denominati in dollari, ma il valore dei loro pagamenti era collegato ad una posizione lunga nel valore della valuta di un paesein via di sviluppo. La compensazione o il premio per il mantenimento di questa esposizione sul tasso di cambio, era un rendimentosuperiore al normale rispetto ad un titolo analogo denominato in dollari. Se il tasso di cambio in valuta estera rimaneva fisso, o nondiminuiva troppo in termini di valore, allora veniva realizzato il più alto rendimento. Una svalutazione o un sostanzialedeprezzamento, tuttavia, poteva causare la diminuzione del valore del titolo al di sotto della norma e, in caso di grave deprezzamento,il titolo strutturato avrebbe realizzato un rendimento negativo (una perdita).Le istituzioni finanziarie nei paesi in via di sviluppo erano interessate ad acquistare assetti denominati in valuta forte, perché avevano bisogno di valuta forte per bilanciare le passività in valuta estera nei loro bilanci. Mentre è stato osservato che, in generale, i derivatifacilitano i flussi di finanziamento delle economie in via di sviluppo, in questo caso si è avverato il contrario. Quando un investitoreoperante in un'economia in via di sviluppo, o una istituzione finanziaria, acquista un titolo strutturato ad alto rendimento, come ilPERL del precedente esempio, il flusso dei fondi viene invertito ed il capitale principale viene trasferito nei mercati dei capitali piùavanzati.I derivati portano a dei problemi di trasparenza in due modi: in primo luogo, alterano il significato dei bilanci come base per lamisurazione del profilo di rischio delle imprese, delle banche centrali e dei conti della nazione; nel secondo, quando vengonoscambiati OTC (over-the-counter), i derivati hanno un insufficiente obbligo di rendicontazione e di sorveglianza governativa. La proposta degli accordi di Basilea II, da parte della BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali, mira ad affrontare questi problemi.Le norme contabili sono utilizzate per il calcolo degli utili e delle perdite, per designare attività e passività e per determinare gli onerifiscali ed i requisiti patrimoniali. Un sondaggio sulle imprese degli Stati Uniti, prima del fallimento della Enron, rivelò che il 42 per cento dei prodotti derivati veniva utilizzato principalmente per "gestire i guadagni dichiarati", spostando i redditi, derivanti da un periodo, ad un altro periodo. In questo caso, la mancanza di trasparenza nei risultati distorce le informazioni di mercato. La mancanzadi trasparenza causata dalle posizioni fuori bilancio è un problema anche per i partecipanti al mercato: vanifica i loro sforzi volti avalutare la capacità di intervento da parte di una banca centrale sul mercato dei cambi. La capacità di intervenire è fondamentale nelcontesto di un regime di cambio fisso, ma è importante anche nel contesto di un sistema a tasso variabile, al fine di stabilizzarel'economia a seguito di un attacco speculativo o di altre perturbazioni del mercato finanziario. Il problema si pone quando una bancacentrale dichiara con precisione il valore delle sue riserve in valuta estera, ma non riporta l'ammontare che si è impegnata a vendere,nel futuro, attraverso contratti deferiti e swap. Questo scollegamento del rischio totale di esposizione dai bilanci si verifica anche inrelazione ai bilanci di una nazione, vale a dire, della sua bilancia dei pagamenti. Tutte queste considerazioni ci mostrano un'immaginedel "libero mercato" molto diversa da quella vendutaci dalla propaganda di regime. E' un "libero mercato" in cui tutti i partecipanti, più o meno legalmente, sono impegnati nel tentativo di manipolarlo. Il vantaggio delle banche centrali private, che non hanno nessunlimite teorico nella creazione del denaro, se non quello della distruzione totale della valuta e dell'economia nella quale operano,almeno fino a quando il pubblico non se ne accorge e si rivolta, si trasferisce direttamente da queste ai loro possessori e sodali.Cosicché, quello che dovrebbe essere uno strumento principe della sovranità, la politica economica e monetaria, viene gestito da una banda di oligarchi che manovra dietro le quinte. L'arroganza e la presunzione con la quale le autorità preposte si ostinano a difenderesistematicamente questo modello corrotto, è pari forse solo alla loro profonda e letale corruzione che, una volta nota al grande pubblico, ne determinerà la loro stessa fine come un peto floscio. L'esposizione di un paese al rischio del mercato, una volta, sirifletteva nella maturità e nella denominazione delle attività e passività, in moneta estera, in conto capitale. Oggi non è più così. Lavaluta di denominazione delle attività e delle passività, come nel caso dei prestiti esteri, può essere modificata tramite i derivati suicambi. Gli swap su tassi di interesse possono modificare l'esposizione ai tassi d'interesse nelle attività e nelle passività. I prestiti alungo termine possono diventare a breve termine, se vengono esercitate le opzioni "put" che vengono allegate. Anche la forma delcapitale o il veicolo di investimento, possono subire una trasformazione a causa dei derivati. I TRS possono far apparire dei prestiti indollari a breve termine (passività) come se fossero investimenti di portafoglio. Inoltre, l'obbligo di soddisfare il margine di garanzia ola richiesta di garanzie collaterali sui derivati, può generare improvvisi e notevoli flussi di valuta estera, che non saranno indicatidall'importo del debito estero e dei titoli, nella bilancia dei pagamenti di una nazione. Di conseguenza, la contabilità stessa della bilancia dei pagamenti non può più servire per valutare il rischio paese. La principale sfida che attende il Fondo MonetarioInternazionale, a causa della diffusione degli strumenti derivati, è su come ristrutturare il sistema contabile della bilancia dei pagamenti dei suoi principali paesi membri. Le posizioni sui derivati, incrociate tra i vari paesi, hanno creato il caos nelleinformazioni sulla bilancia dei pagamenti. Una stima interna del FMI sostiene che le posizioni fuori bilancio stravolgono i dati deimercati economici emergenti, di almeno il 25 percento. I derivati creano problemi di trasparenza anche in altri modi.La mancanza di rendicontazione e di sorveglianza governativa, limita l'abilità del governo e dei partecipanti al mercato nel valutaresia la quantità di interesse dimostrato per un dato mercato e le grandi posizioni, detenute da singole entità, che l'adeguatezza dellegaranzie e dei capitali. Questo impedisce una corretta valutazione della stabilità di questi mercati, nonché dei mercati ad essicollegati. In questo modo, la presenza di derivati rende difficile alle imprese di fare una valutazione accurata dell'affidabilitàcreditizia delle loro controparti. Allo stesso modo, la mancanza di informazioni e di dati sugli strumenti derivati OTC significa che leautorità di regolamentazione non possono individuare e scoraggiare le manipolazioni, nel mercato di riferimento o in quelli ad essocollegati. Inoltre, le autorità di regolamentazione non possono conoscere le posizioni aperte - sia misurate al lordo che al netto - deiloro settori finanziari o dei maggiori partecipanti nel settore finanziario. Pertanto esse non potranno sapere a quanto rischio sonoesposti, i mercati finanziari, rispetto al capitale che è realmente disponibile. Di conseguenza, per i regolatori governativi o divigilanza, è difficile monitorare la sensibilità dell'economia ai cambiamenti in alcune variabili chiave del mercato, come quelle deitassi di interesse e dei tassi di cambio. L'aumento dell'uso dei derivati, nelle economie in via di sviluppo, rende sempre più difficilesia la piena divulgazione di informazioni pertinenti, che la piena interpretazione delle informazioni correntemente divulgate.Le norme contabili distinguono i vari tipi di attività e di titoli attraverso il loro rating [12] e la valutazione del credito. Tali normeassegnano un valore di capitale in base al loro rischio di credito e, in alcuni casi, i regolamenti governativi vietano alle istituzionifinanziarie la detenzione di talune categorie di beni. Ad esempio, gli strumenti strutturati sono talvolta progettati per manipolare leregole contabili in modo che i titoli ad alto rendimento (ed alto rischio) possano essere trattati come strumenti di credito di altaaffidabilità e rating, allo scopo di assegnarle in conto capitale. Il risultato è che l'esposizione in valuta estera non è trattata come taleai fini normativi. Questi tipi di strumenti strutturati sono stati anche utilizzati per aggirare la normativa statunitense che vieta agliinvestitori istituzionali, come i fondi pensione e le compagnie di assicurazione, di detenere attività in valuta estera.
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Alcune delle disposizioni fiscali sono state progettate per migliorare la sicurezza intrinseca, aumentando i costi relativi di alcuneattività finanziarie ritenute meno produttive. Ad esempio, i guadagni di capitale a lungo termine sono tassati ad un ritmo inferiorerispetto ai guadagni a breve termine, allo scopo di aumentare la vantaggiosità di investimenti a lungo termine. Usando gli strumentiderivati, si possono spostare da un periodo all'altro i pagamenti, le entrate ed il reddito. Le operazioni possono essere ristrutturate inmodo che sembrino verificarsi come plusvalenze invece di pagamenti di interessi (o viceversa), o come plusvalenze a lungo termine,invece che a breve termine. Questo problema è doppiamente importante per le economie in via di sviluppo la cui base

imponibile nonè ben stabilita e quando le minacce alla loro base imponibile possono effettuare una pressione fiscale sui governi che può portare aduna maggiore espansione monetaria o a prestiti esteri. L'uso dei derivati volto ad eludere o aggirare la regolamentazione prudenziale,è stato riconosciuto da parte del FMI, della Banca Mondiale e dell'OCSE [13], tra gli altri.Un altro problema è la tendenza dei prodotti derivati ad essere utilizzati per aumentare il livello di rischio rispetto al capitale. Ciò puòverificarsi anche all'interno della struttura di regolamentazione. I derivati sono stati progettati per creare l'esposizione ai prezzi inmodo che il rischio possa essere trasferito da un partito all'altro senza le spese di trasferimento del titolo principale, come inveceviene richiesto per l'acquisto o la vendita a breve. Se il pagamento iniziale viene considerato come capitale o costo, allora ladimensione del capitale nozionale rispetto al capitale reale è il grado di leva dello strumento derivato. Questa leva permette agliinvestitori di assumere un grado di rischio molto maggiore per ogni dollaro di capitale rispetto a quello che sarebbe disponibile conl'acquisto diretto del bene a titolo definitivo o anche col prestito al fine di acquistare il bene a titolo definitivo. L'effetto leva èun'arma a doppio taglio. La leva permette ai derivati di offrire un uso più efficiente dei capitali per la copertura o l'investimento, eallo stesso tempo riduce la quantità di capitale necessario a garantire un determinato importo del costo di esposizione (ovvero, delladimensione di una posizione). L'aumento del rapporto rischio/capitale indebolisce la stabilità di ogni investitore, e, a sua voltaaumenta l'esposizione di tutti gli altri a seguito della ripercussione di un eventuale fallimento dell'investitore. In breve, si aumenta Ilrischio sistemico socializzando il rischio individuale, mentre i guadagni vengono privatizzati. La presenza di un mercato dei derivatiin valuta estera può minare la stabilità di un sistema di tassi di cambio fisso in vari modi. I derivati garantiscono una maggiore leva(bassi costi in capitale) e inferiori costi di transazione per gli investitori che scommettono contro il successo del tasso di cambio fisso.Tali investitori sono spesso descritti come speculatori, aggressori o gestori di hedge fund [14]. La riduzione dei costi dellescommesse contro il tasso di cambio fisso può solo incoraggiare questo comportamento e rafforzare gli effetti di tali sforzi. Maggioreè il volume delle posizioni a breve sulla moneta, vale a dire, contro il regime di tasso fisso, maggiore è la dimensione del necessariointervento da parte della banca centrale, o dell'aumento del tasso di interesse, per difendere la moneta.La presenza dei mercati dei cambi significa che la banca centrale si trova ad affrontare un compito più grande nel dover fissare iltasso di cambio in due mercati: i mercati "spot" e quelli differiti o di swap in valuta estera. Considerato che il mercato a pronti ègeneralmente molto ampio in rapporto alla quantità di riserve, in valuta estera, presso la banca centrale e, quindi, il potenzialed'intervento della banca centrale è limitato in confronto alla dimensione globale del mercato, la dimensione del mercato dei derivati èvirtualmente illimitata. Insieme, essi aumentano la dimensione critica dell'azione necessaria per il successo di un intervento della banca centrale.Un altro problema posto dalla presenza dei mercati dei derivati di cambio è che il processo di scoperta dei prezzi in tali mercati, invarie circostanze, indicherà una futura svalutazione. Ci sono due motivi per cui questo avviene. In primo luogo, i tassi di interesse nei paesi in via di sviluppo, nella maggior parte dei casi, sono superiori a quello dei mercati dei capitali più avanzati o delle economiesviluppate. Questo differenziale dei tassi di interesse significa che l'equilibrio dei tassi a termine o swap sarà sempre superiore altasso di cambio a pronti - indicando così che la valuta si deprezza al tasso uguale al differenziale dei tassi di interesse. In secondoluogo, se il mercato del credito nel paese in via di sviluppo non è perfettamente efficiente, allora i responsabili del mercato dei cambinon forniranno contratti a termine, o di swap, a tassi che non includano un premio sul rischio del mercato. Se viene aggiunto un premio sul rischio di mercato, il differenziale dei tassi di interesse di tassi differiti e swap indicherà un maggiore tasso dideprezzamento.In caso di una svalutazione o di un brusco calo dei prezzi dei titoli, i derivati, come quelli a termine sui cambi esteri, gli swap ed iTRS, funzioneranno da acceleratore del ritmo e dell'impatto della crisi.Le operazioni sui derivati, con le istituzioni finanziarie dei mercati emergenti, comportano generalmente delle severe garanzie e deirequisiti di margine. Le imprese asiatiche che scambiano TRS in un titolo locale contro il LIBOR, usano dollari o titoli del TesoroUSA come garanzia collaterale; il tasso di collateralizzazione è stato stimato a circa il 20 per cento del capitale nozionale dello swap.Se il valore di mercato della posizione di swap diminuisce, l'impresa est-asiatica deve aggiungere altre garanzie collaterali, al fine direnderle compatibili con il nuovo livello di esposizione. Pertanto, un forte calo del prezzo del titolo sottostante, come siverificherebbe all'inizio di una svalutazione o durante una crisi finanziaria, richiederebbe all'azienda asiatica di aggiungereimmediatamente attività in dollari a garanzia, in proporzione alla perdita del valore attuale della loro posizione di swap. Questofarebbe scattare un immediato deflusso di riserve di valuta estera mentre la valuta locale e le altre attività verrebbero scambiate indollari, al fine di soddisfare le esigenze di garanzia. Ciò non solo accelera il ritmo della crisi, ma aggrava l'impatto della crisiesercitando un'ulteriore pressione al ribasso sul tasso di cambio e sui prezzi delle attività, aumentando così le perdite del settorefinanziario.Il "Rapporto Lamfalussy" della Banca dei Regolamenti Internazionali definisce il rischio sistemico come "il rischio che la illiquiditào il fallimento di un istituto, e la sua conseguente incapacità di far fronte ai propri obblighi, porti all'illiquidità o al fallimento di altreistituzioni". Allo stesso modo, il contagio è il termine coniato sulla scia della crisi finanziaria asiatica, del 1997, per descrivere latendenza di una crisi finanziaria in un paese ad incidere negativamente sui mercati finanziari in altri paesi e, talvolta, su economieapparentemente non collegate. E' il concetto del rischio sistemico elevato al livello dei mercati nazionali ed internazionali.La presenza di un grande volume di transazioni in derivati, in una economia, crea la possibilità di una rapida espansione del rischio dicredito delle controparti durante i periodi di stress. Tali rischi di credito potrebbero quindi diventare obbligazioni e debiti insolutidelle controparti nel corso di una crisi economica. L'implicazione è che, anche se i derivati sono utilizzati per ridurre l'esposizione alrischio di mercato, questi potrebbero comunque portare ad un aumento del rischio di credito. Ad esempio, una banca che presta ad untasso variabile potrebbe decidere di ridurre la sua esposizione a breve termine sulla variabilità dei tassi di interesse, quindi sullavolatilità del suo reddito, entrando come ricevente in un contratto di swap sui tassi d'interesse a tasso variabile. Se, a breve termine, itassi dovessero aumentare, allora il valore di mercato della posizione swap della banca aumenterebbe, e così aumenterebbe anche
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l'esposizione creditizia lorda della controparte, al di sopra di quella già associata con i prestiti che sono stati oggetto della copertura. Nella misura in cui i derivati aumentano l'esposizione creditizia della controparte in tutta l'economia, essi aumentano l'impatto di ununico ente che non è più in grado di soddisfare i suoi obblighi. E nella misura in cui i derivati non sono utilizzati per ridurrel'esposizione delle imprese sul mercato, allora la maggiore leva favorisce investimenti speculativi che aumentano la probabilità di untale fallimento. In questo modo, i derivati accrescono il livello di rischio sistemico nel sistema finanziario.La presenza dai derivati può aumentare anche l'esposizione del sistema finanziario mondiale al contagio, a causa del carattereinternazionale dei mercati. Molti derivati coinvolgono le controparti in un modo incrociato e quindi le perdite del valore del mercato,ed il rating di un paese, interesserà le controparti negli altri paesi. Il secondo canale di contagio deriva dalla pratica delle istituzionifinanziarie, di rispondere ad un calo in un mercato con le vendite in un altro. Questa domanda di beni a garanzia può essere notevoleed improvvisa, quando ci sono grandi oscillazioni sui mercati finanziari, e, quindi, questa fonte di contagio può essere particolarmente forte e veloce.Il processo di formazione delle politiche è stato molto più diretto sulla scia della crisi del debito degli anni 1980. La maggior partedei beneficiari del credito sono stati i governi mentre i finanziatori privati erano le grandi banche dei centri finanziari. Questosignificava che un unico rappresentante per il mutuatario di ciascun paese debitore era rappresentato da un singolo mutuatario, ed i principali finanziatori potevano incontrarsi tutti in un'unica stanza. Assieme con le istituzioni multilaterali, tutte le parti interessate potevano negoziare un piano di ristrutturazione dei pagamenti del debito. Il processo decisionale, tuttavia, è diventato molto piùcomplesso nel 1990. C'erano diversi debitori pubblici e privati e vari emittenti di valori mobiliari. C'erano molti investitori e diversitipi di crediti nei confronti dei clienti dei paesi in via di sviluppo. I flussi di capitale in forma di azioni, obbligazioni strutturate etitoli, mostravano che c'erano centinaia di grandi investitori e milioni di investitori minori. Le richieste erano tutte molto complicate acausa dei contratti derivati. I derivati si sommavano al numero delle controparti potenziali e sorgevano problemi su chi potevavantare diritti per primo sui crediti e sulle altre obbligazioni.Inoltre, le perdite sugli strumenti derivati non sono le stesse del caso dei ritardi di pagamento sui prestiti. I problemi di pagamento deldebito non devono necessariamente tradursi in perdite per entrambi i lati. Alcuni problemi di ripagamento del prestito sono problemidi liquidità a breve termine che possono essere risolti semplicemente con la ristrutturazione della scaletta dei pagamenti del prestito.Le perdite sui derivati, invece, sono immediate e non possono essere mitigate. Queste perdite devono essere saldate subito, anche se i pagamenti possono essere adeguatamente finanziati con l'acquisizione di ulteriori titoli di debito. In più, i cambiamenti nel mercatodei tassi di interesse e dei tassi di cambio, può causare perdite sui derivati che si manifestano improvvisamente, si accumulano inmodo più rapido e ammontano a somme maggiori rispetto alle perdite associate con i prestiti bancari a tasso variabile denominati indollari. In Turchia, una banca di medie dimensioni, la Demirbank, fece affari con grandi banche turche e grandi scommesse sul programma anti-inflazione del governo per portare i tassi di interesse ancora di più verso il basso. Ad un certo punto, la Demirbank aveva il 10 per cento del debito interno della Turchia. Ma si stava finanziando attraverso i mercati monetari a breve della Turchia, cheerano riforniti dalle stesse grandi banche del denaro con le quali aveva scommesso. Queste grandi banche turche, a loro volta, prendevano fondi a breve termine dal mercato dei pronti degli Stati Uniti, profittando dal differenziale sul tasso d'interesse delle duevalute. Quando un grave ritardo colpì un grande prestito estero sindacato della Demirbank, nel dicembre del 2000, la banca si trovòimprovvisamente tagliate le sue linee di credito da parte delle grandi banche. La Demirbank venne costretta a scaricare sul mercato i buoni del tesoro turco vendendo in perdita pur di soddisfare le richieste di margine e gli altri obblighi finanziari. Allora cominciò unavendita sfrenata, in una situazione non molto diversa da quella in cui si trovò il fondo Long Term Capital Management (LTCM) [15],negli Stati Uniti, un anno prima. Normalmente, la banca centrale turca avrebbe potuto intervenire per facilitare la Demirbank nella sua crisi di liquidità, come fece laFederal Reserve di New York nel caso analogo del fondo LTCM, allentando lo sfintere delle sue regole normative. Ma unacondizione fondamentale del programma anti-inflazione del Fondo monetario internazionale, poneva un limite al totale di valutalocale ed estera in circolazione in Turchia. Così, quando la crisi della Demirbank provocò una piccola corsa per l'acquisto di dollarida parte della banca centrale, la lira turca venne drenata dalla circolazione proprio quando era più necessaria per facilitare i prestiti trale banche. Già scossi dai problemi di produzione in Argentina, che era il ragazzo prodigio dell'economia monetarista neoliberale, gliinvestitori scapparono dalla Turchia il 22 novembre 2000, poco prima del lungo week-end festivo della festa del Ringraziamentoamericano. Siccome i rendimenti sul patrimonio interno turco calarono dal 35 per cento al 4,5 per cento, calcolati in dollari, moltiinvestitori - ovvero le banche - cominciarono a vendere i buoni del Tesoro turco per tagliare le loro perdite. Queste cercavano unrifugio nel dollaro, succhiando ulteriormente dalla riserva di moneta estera della banca centrale. La sola Deutsche Bank vendette buoni del Tesoro turco per 700 milioni di dollari in un sol giorno, in gran parte per conto dei suoi clienti (leggi: gli hedge funds), maanche per proprio conto. In breve, rompendo con il piano del FMI, la banca centrale turca fornì di valuta locale le banche locali. Maera troppo tardi. I mercati turchi si fermarono e precipitarono in un avvitamento da panico. Ci rimisero tutti, inclusi i clienti delle banche internazionali, alcuni dei quali (gli hedge fund) riuscirono a ribaltare le perdite sul sistema finanziario, ma le bancheinternazionali stesse continuarono comunque a raccogliere cospicue provvigioni sulle operazioni. Dal 2001 ad oggi, il mercato deiderivati si è ulteriormente sviluppato creando nuovi strumenti collegati al mercato dei mutui subprime [16]. In pratica, mutui didiversa categoria di rischio sono stati impacchettati assieme e venduti a vari clienti e fondi d'investimento. Nella figura seguente sievidenzia l'aumento degli attori economici all'interno del meccanismo dei titoli derivati sui mutui.
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Poiché il titolo cartaceo viene smaterializzato e svanisce nel processo di cartolarizzazione, negli USA sono state smontate varie causeintentate dalle banche contro i clienti inadempienti, chiedendo alle stesse di dimostrare col titolo cartaceo la legittimità della causastessa. Queste cause sono state vinte dai clienti perché la banca è stata trovata in "difetto di legittimazione attiva" [17]. Visto che inItalia almeno il 70% dei mutui si trova in una condizione simile, si capisce bene il rischio che corrono gli istituti di credito: che sifaccia, cioè, giustizia. Oltre al problema dei derivati sui mutui, esiste anche quello dei derivati che sono stati offerti dalle banche alle pubbliche amministrazioni. La cosa venne denunciata pubblicamente nel 2007 durante una trasmissione della Televisione di stato[18]. Lo scandalo nello scandalo è che si tratta di derivati sui tassi, scommesse su tassi che sono direttamente stabiliti dalle banchestesse attraverso le banche centrali. E' chiaro che, stando così le cose, la banca vince sempre. Gli amministratori pubblici però non sene sono preoccupati molto, contando anche sul fatto che le conseguenze sarebbero ricadute sulle amministrazioni pubblichesuccessive... Il 22 maggio 2009, su Repubblica, il giornalista Walter Galbiati scriveva:
"Mentre il Comune di Milano si incameravauna perdita di circa 100 milioni di euro sui derivati, i manager di Unicredit festeggiavano per aver incassato un profitto di 2 milionie 40 mila euro in poche ore. "Grandi ragazzi, bisogna che facciamo un aperitivo o una cena per sta cosa qua", "due milioni equarantamila, ah *****, buttali via, si lavora una settimana...". È una nuova pagina che emerge da una telefonata depositata al Tribunale del Riesame nell'ambito dell'inchiesta sul buco creato nelle casse comunali dai derivati legati alla ristrutturazione del debito di Palazzo Marino. Un'operazione, "curata" da Jp Morgan, Ubs, Deutsche Bank e Depfa, e finita sotto la lente del pm Alfredo Robledo che ha già provveduto a sequestrare 400 milioni di euro di presunti profitti, per riottenere i quali le banche hanno fattoricorso al Riesame."
[19] In un articolo-inchiesta di Moyra Longo (20) si spiega come Ubs e Merril Lynch - con i derivati - abbianoviolato ampiamente le

norme etiche e di trasparenza, “assistendo” la Regione Lombardia e altri enti italiani nella creazione di undebito che, in teoria, avrebbe dovuto tutelare la cittadinanza e le casse pubbliche. Il sistema viene descritto così: l’ente locale emetteun bond a 20 o 30 anni e la legge impone la creazione di un fondo di ammortamento per evitare di scaricare sulle generazioni futurel’intero onere del rimborso; a questo punto intervengono le banche che stipulano con l’Ente un contratto derivato, in teoria,trasparente: l’Ente versa l’ammortamento nel corso degli anni e le banche si impegnano a rimborsare l’importo alla scadenza; le banche investono i soldi nel cosiddetto "sinking fund" (tradotto letteralmente: «fondo che va a fondo») in obbligazioni varie. Tuttaviaè l’Ente locale a garantire la banca contro il rischio di default dei titoli acquistati dal sinking fund; dunque: se qualche bond è andatoin default l’Ente incassa la perdita, ma se il sinking fund ha realizzato un rendimento, il guadagno lo incassa la banca; le banche inquestione, Merril Lynch e Ubs, hanno riempito il sinking fund di obbligazioni da loro emesse o su cui avevano un interesse. In particolare, nel caso della Lombardia, in bond di altre regioni (Lazio, Sicilia), di altri Paesi (la Grecia) o di società come la Telecom,naturalmente senza che la Lombardia ne fosse a conoscenza; le banche hanno quindi creato una catena di Sant’Antonio che introduceun forte rischio sistemico tra le regioni e gli enti italiani. Se solo uno va in default, tutti ne risentono. Nel 2006 era entrata in vigoreuna riforma che limita la libertà dei sinking fund, ma il rischio sui contribuenti rimane, perché il derivato stipulato in precedenza èancora valido. Sono centinaia gli enti locali coinvolti e non si sa bene come andrà a finire. Mentre i derivati cominciano a minacciarel'economia globale, il loro effetto sulle economie emergenti è catastrofico. Il rapporto tra la bolla dei derivati dei mutui subprime e la bolla del totale dei derivati in circolazione, è mostrato nella figura seguente:
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Gli interventi che fanno e faranno le banche centrali per salvare quei fondi speculativi che usano i derivati, considerati troppo spessotroppo grandi e troppo importanti per lasciarli fallire, si traducono in un incentivo sia al comportamento irresponsabile ed alle fusionied acquisizioni tra istituti bancari, che ad un enorme esproprio del potere d'acquisto dei cittadini a favore dei grandi speculatori.Questo esproprio - che è un vero e proprio signoraggio, ovvero quella rendita monetaria che le banche dovrebbero dichiarare ma cheinvece non dichiarano - rappresenterebbe una tassa perfetta, nelle mani dello stato. Perché colpirebbe automaticamente tutti i possessori di una valuta anche se questa fosse su conti esteri o in paradisi fiscali. Ma purtroppo, almeno per ora, questo non avviene.Forse, per recuperare questa rendita monetaria, la si dovrebbe monetizzare proprio tramite un derivato, in attesa di una sorta digiudizio universale in cui le banche rendessero il maltolto... In fondo, si tratterebbe di un modo elegante per utilizzare finalmentequesti strumenti derivati a vantaggio di tutta la società. Note:[1] Il TRS, total return swap, è una operazione in base alla quale un soggetto cede ad un altro soggetto tutto il rischio e rendimento diun
sottostante (un patrimonio o assetto di riferimento)
, a fronte di un flusso che viene pagato a determinate scadenze. Il flussomonetario periodico è collegato ad un indicatore di mercato sommato ad un tasso prestabilito (euribor + TRS Spread).[2] Il contratto "future" è un accordo che prevede un pagamento oggi per qualcosa che verrà consegnato nel futuro ad una datastabilita. Può servire ad un imprenditore per procurarsi nel futuro materia prima ad un costo assicurato, in modo da non subiresorprese, ma viene spesso utilizzato per speculare sulla previsione del prezzo futuro. E' chiaro che chi dispone di informazioniriservate dal di dentro (insider), può facilmente guadagnare a scapito di chi non le conosce. Questo giochetto era il tema centrale delfilm comico "Una poltrona per due" (Trading places), con Eddy Murphy e Dan Akroyd, dove viene spiegato in modo eccellente.Siccome i più grandi manipolatori "autorizzati" del mercato sono le banche centrali, è facile capire da chi si possono ottenere queste
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informazioni...[3] Le opzioni sono strumenti che prevedono di poter comprare (call) o vendere (put) nel futuro delle azioni ad un prezzo prefissato.Un'opzione call è uno strumento derivato in base al quale l'acquirente dell'opzione acquista il diritto, ma non l'obbligo, di acquistareun titolo (detto sottostante) a un dato prezzo d'esercizio (in inglese strike price). Al fine di acquisire tale diritto, l'acquirente paga un premio. Esempio: il Titolo A ad oggi vale € 3; pagando € 0.5 vi è la possibilità di acquistarlo fra un mese a € 3,60. Se fra un mese iltitolo varrà più di € 3,60 sarà stato conveniente acquistare il titolo potendo rivenderlo sul mercato ad una cifra più alta. Se il titolovarrà più di € 4,10 (€ 3,60 + € 0,50) si avrà un reale guadagno. Attraverso l'opzione call vengono costruiti molti contratti derivati incui la base comune è il diritto di acquisto del sottostante. Il diritto può essere esercitato a seconda del tempo in più modi: alla fine del periodo, ad intervalli regolari o durante tutto il periodo. Un'opzione put è uno strumento derivato in base al quale l'acquirentedell'opzione acquista il diritto, ma non l'obbligo, di vendere un titolo (detto sottostante) a un dato prezzo d'esercizio (strike price). Alfine di acquisire tale diritto, l'acquirente paga un premio. Esempio: il Titolo A ad oggi vale € 3; pagando € 0.5 vi è la possibilità divenderlo fra un mese a € 2,70. Se fra un mese il titolo varrà meno di € 2,70 sarà stato conveniente acquistare l'opzione, per poter rivendere il titolo a un prezzo superiore a quello prevalente sul mercato. Se il titolo varrà meno di € 2,20 (€ 2,70 - € 0.50) si avrà unreale guadagno. Attraverso l'opzione put vengono costruiti molti contratti derivati in cui la base comune é il diritto di vendita delsottostante. Il diritto può essere esercitato a seconda del tempo in più modi: alla fine del periodo, ad intervalli regolari o durante tuttoil periodo.[4] L'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio meglio conosciuta come OPEC (Organization of the Petroleum ExportingCountries), fondata nel 1960, comprende attualmente dodici paesi che si sono associati, formando un cartello economico, per negoziare con le compagnie petrolifere aspetti relativi alla produzione di petrolio, prezzi e concessioni. La sede dell'OPEC,inizialmente stabilita a Ginevra, a partire dal 1º settembre 1965 è stata trasferita a Vienna.Gli stati membri OPEC controllano circa il78% delle riserve mondiali accertate di petrolio, il 50% di quelle di gas naturale e forniscono circa il 42% della produzione mondialedi petrolio ed il 17% di quella di gas naturale. L'OPEC nacque come risposta dei paesi produttori di greggio al predominioeconomico delle aziende petrolifere straniere, principalmente anglo-americane, che fin dagli anni '20 e '30, attraverso una serie diconcessioni per l'estrazione, esercitavano un controllo pressoché assoluto sulla filiera produttiva (riserve, estrazione, raffinazione,commercializzazione).Le compagnie straniere, conosciute come «sette sorelle» - termine coniato dall'italiano Enrico Mattei, dirigentedell'Agip - tra il 1950 ed il 1970 arrivarono a controllare la quasi totalità del petrolio mediorientale, definendo in maniera unilateralele quote di estrazione ed il prezzo da pagare ai paesi produttori. Al fine di bilanciare l'offerta e la domanda per evitare negativefluttuazioni nel prezzo e mantenere così lucroso il loro business, le sette sorelle imposero spesso quote di estrazione inferiori allacapacità massima dei paesi produttori con ovvie ricadute sugli introiti degli stessi. (da: Wikipedia)[5] L'abbreviazione LIBOR o Libor indica il London Interbank Offered Rate (inglese, tasso interbancario 'lettera' su Londra), untasso di riferimento per i mercati finanziari. Si tratta di un tasso variabile, calcolato giornalmente dalla British Bankers' Association in base ai tassi d'interesse richiesti per cedere a prestito depositi in una data divisa (tra le altre, sterlina inglese, dollaro USA, francosvizzero ed euro) da parte delle principali banche operanti sul mercato interbancario londinese. Il Libor è il tasso di riferimentoeuropeo al quale le banche si prestano denaro tra loro, spesso durante la notte (in batch notturno), dopo la chiusura dei mercati. Essoè maggiore del tasso di sconto che gli istituti di credito pagano per un prestito alla banca centrale.[6] G5, o Gruppo dei 5, era l'organizzazione dei cinque paesi più industrializzati del mondo, precursore dell'attuale G8: Francia,Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.[7] In economia, per stagflazione (combinazione dei termini stagnazione ed inflazione) si intende indicare la situazione nella qualesono contemporaneamente presenti - su un determinato mercato - sia un aumento generale dei prezzi (inflazione) che una mancanzadi crescita dell'economia in termini reali (stagnazione economica). Un po' quello che sta avvenendo nell'occidente in questo 2009.[8] Gli OTC, sono i mercati Over the Counter, caratterizzati dal non avere i requisiti riconosciuti ai mercati regolamentati. Sonomercati la cui negoziazione si svolge al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali.[9] Le stock option sono opzioni call europee o americane che danno il diritto di acquistare azioni di una società ad un determinato prezzo d'esercizio (detto strike). Le stock option riguardano solo le società per azioni che sono quotate in Borsa. Nelle opzioni call,tale diritto è esercitato se il prezzo d'esercizio è inferiore al valore corrente dell'azione quotata. Tuttavia, le stock option sono un caso particolare. Esse sono conferite gratuitamente ai manager e (più raramente) ai dipendenti, come incentivo ad aumentare la loro produttività. Entrambi non pagano alcun prezzo d'acquisto; l'opzione perde ogni valore dopo la scadenza e, dunque, prima dellascadenza viene esercitata se il prezzo d'esercizio (strike price) è inferiore al valore di mercato cui è quotata l'azione sottostante. Se ildipendente/manager non investe in Borsa e non dispone di un portafoglio già diversificato, le azioni conferite direttamente o tramiteopzioni esercitate entro la scadenza sono associate al rischio specifico dell'impresa e del settore, oltre a quello non eliminabile legatoall'alta volatilità dei titoli azionari anche nel breve termine.[10] Le obbligazioni convertibili sono obbligazioni a reddito fisso che consentono al sottoscrittore dell'obbligazione di chiederne ilrimborso oppure di chiedere la conversione del titolo in azioni secondo un rapporto prestabilito. Le obbligazioni "convertiblereverse" sono obbligazioni che consentono all'emittente dell'obbligazione di rimborsare il capitale all'investitore oppure di convertireil titolo obbligazionario in titolo azionario secondo un rapporto prestabilito.[11] Le obbligazioni "callable" sono delle obbligazioni a tasso fisso che includono una clausola di rimborso anticipato (call provision) da parte dell’emittente del titolo. Ciò per consentire all'ente emittente del titolo di rimborsare l'obbligazione quando iltasso risultasse più elevato di quello di mercato con un aggravio del prestito per lo stesso. Chiaramente questo comporta che
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all'emissione il tasso sia mediamente più elevato di quello di mercato, per compensare l'investitore del rischio di rimborso anticipato.[12] Il rating è un metodo utilizzato per classificare sia i titoli obbligazionari che le imprese, in base alla loro rischiosità, tramite unvoto espresso in lettere, da AAA a D. Il problema è che le agenzie di rating vengono pagate, per il servizio, dalla stessa impresa chedeve essere quotata, con evidente rischio di conflitto d'interesse, aggiotaggio ed insider trading.[13] La creazione dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, da cui l'acronimo OCSE (o Organisation for Economic Co-operation and Development - OECD e Organisation de coopération et de développement économiques - OCDE in sedeinternazionale), nasce dall'esigenza di dar vita a forme di cooperazione e coordinamento in campo economico tra le nazioni europeenel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale. Tra gli obiettivi vi è soprattutto quello di usufruire al megliodegli aiuti statunitensi dell'European Recovery Program, meglio conosciuto come Piano Marshall. Nell'aprile del 1948 si giunge cosìalla firma di una prima convenzione per la cooperazione economica, entrata in vigore il 28 luglio 1948 e ratificata da 16 stati europei:Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo,Svezia, Svizzera e Turchia. La Repubblica Federale Tedesca ne divenne membro solo dopo la fine del periodo di occupazione dei paesi alleati, e la Spagna vi aderì nel 1959. La sede dell'organizzazione, inizialmente denominata Organizzazione Europea per laCooperazione Economica (OECE) fu fissata a Parigi. La cooperazione economica tra gli aderenti fu essenzialmente sviluppataattraverso una liberalizzazione dei rispettivi scambi, attuata puntando alla liberalizzazione degli scambi industriali e dei movimenti dicapitali. Nel 1950 in particolare i paesi membri dell'OECE diedero vita all'Unione Europea dei Pagamenti (UEP) che introduceva unsistema di pagamenti multilaterali, permettendo una compensazione dei crediti in una moneta europea di uno stato membro versol'altro. Questo sistema si trasformò nel 1959 in un regime di piena convertibilità delle monete, con la trasformazione dell'UEPnell'accordo monetario europeo.[14] I fondi speculativi (in inglese hedge funds) detti anche in italiano fondi hedge, nascono negli Stati Uniti negli anni '50. Il primofondo hedge fu fondato da Alfred Winslow Jones nel 1949. La legge statunitense prescrive che gli investitori abbiano un patrimoniodi almeno un milione di dollari o entrate nette per oltre 200.000 dollari. Il numero dei soci non può essere superiore a 99.Si caratterizzano per:* l'utilizzo di tecniche e strumenti di gestione avanzati, spesso non adottabili dai fondi comuni (o direzionali) per motivi legati allaregolamentazione;* la struttura commissionale, basata su una commissione di gestione annua ed una commissione di performance (tipicamente erispettivamente pari a 2% e 20%);* l'investimento nel fondo speculativi di una quota rilevante di capitale da parte degli stessi gestori.[15] Il fondo LTCM doveva consegnare più di 300 tonnellate d'oro che non aveva. Chi aveva comprato il derivato a termine, pretendeva la consegna fisica del metallo, rischiando di far implodere il COMEX, la borsa merci americana. Considerato "troppogrande per poter fallire", venne salvato attraverso un triplo salto mortale carpiato, con capriola alll'indietro: un interventomanipolatorio della Federal Reserve che obbligò le banche creditrici a salvarlo. La perdita totale ufficiale fu di 4,6 miliardi di dollari.Il fondo venne comunque poi liquidato all'inizio del 2000. Il gruppo che si occupa di denunciare la manipolazione bancaria del prezzo dell'oro (da parte di Goldman Sachs e Morgan Stanley), attraverso i derivati e gli swap, è il Gold Anti-Trust Action Committee(GATA):InvestireOggi - La guida agli investimenti finanziari e di Borsa l'esperienza, possiamo tranquillamente affermare che le autorità di controllo, di fatto, impediscono solo quellemanipolazioni che sono contrarie agli interessi dei loro manipolatori-capi, i burattinai dei banchieri centrali.[16] I subprime, o "B-Paper", "near-prime" o "second chance" sono quei prestiti che vengono concessi ad un soggetto che non puòaccedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime sonorischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia esituazioni finanziarie poco chiare, associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito. La tipologia subprime comprendeun'ampia varietà di strumenti di credito, quali i mutui subprime, i prestiti d'auto subprime, le carte di credito subprime. (Da:Wikipedia) Occorre precisare che, se per subprime si intendono mutui che probabilmente andranno in default, allora anche tutti imutui italiani a tasso variabile rischiano di diventare subprime, quando l'importo della rata viene aumentata unilateralmente dalla banca emittente. Questo perché i pensionati ed i lavoratori non vedono le pensioni e gli stipendi aumentati al tasso di aumentodell'interesse sui mutui, e quindi si trovano spesso nell'impossibilità di coprire rate più alte. Questo è uno dei tanti motivi per cui ladisciplina dei mutui andrebbe completamente rivisitata per adeguarla a dei parametri legali equitari e condivisi.[17] MUTUI: SENTENZA SHOCK CONTRO BANCHE USA, COLPITI PIGNORAMENTI(AGI) - Roma, 22 nov. - Sentenza shock negli Stati Uniti contro le banche: il giudice federale Christopher A. Boyko ha respinto lerichieste della Deutsche Bank di pignorare gli immobili ipotecati a fronte dei mancati pagamenti delle rate di mutuo. La notizia pubblicata nei giorni scorsi dal New York Times rappresenta un precedente importante alla luce dei sempre maggiori casi diinsolvenza che si stanno verificando. La sentenza, emessa il 31 ottobre scorso e relativa a 14 casi di pignoramento, sferra un durocolpo al sistema bancario perché', sostenendo il difetto di legittimazione attiva, stabilisce che l'ordinaria documentazione addottadalle banche in queste fattispecie non e' idonea a provare che sono le effettive titolari della ipoteca e del credito che vantano. Inquesto modo si mette in discussione il modo ordinario di operare delle banche stesse sostenendo che non sono in grado di dimostrarela titolarita' dell'ipoteca e del credito. Il tribunale colpisce inoltre il sistema contabile delle banche con particolare riferimento almodo in cui iscrivono nei loro bilanci le somme che erogano nei mutui o nei fidi.22/11/2007 - 13:31[18] "IL BANCO VINCE SEMPRE", di Stefania Rimini, REPORT-RaiTRE, andata in onda il 14 ottobre 2007 alle 21.30.
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http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1074824,00.html[19] "Scandalo derivati, ecco le telefonate dell'inganno al Comune di Milano", di Walter Galbiati, Repubblica, 22 maggio 2009.http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/crisi-32/unicredit-milano/unicredit-milano.html[20] "Quella catena di Sant'Antonio dei bond regionali", di Moyra Longo, Il Sole 24 Ore, 17 giugno 2009.
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A5) Il mistero del mistero del capitale
"La IBBC è una banca, il loro obiettivo non è il controllo del conflitto, è il controllodel debito che il conflitto produce. Vedete, il grande valore di un conflitto, il verovalore, sta nel debito che genera. Se controlli il debito, controlli tutto quanto. Voilo trovate inquietante, vero? Ma è questa la vera essenza dell'industria bancaria: faredi tutti noi - sia che siamo nazioni o individui - schiavi del debito."
- Luca Barbareschi, nel film "The International", 20 marzo 2009Dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989, a distanza di vent'anni precisi si ha la sensazione che questo 2009 sia l'anno dellacaduta del muro di Wall Street (che dall'inglese si traduce appunto: la "strada del muro"). Alle radici della crisi economica globaleche stiamo attraversando, sta soprattutto l'asimmetria dell'informazione, presso il grande pubblico, rispetto alla natura della monetaed al modo in cui viene emessa, tema centrale della mia annosa ricerca. Una volta capito il razionale della creazione della moneta edel credito, sappiamo che più del 90% del circolante viene emesso "a debito". Ovvero, contro garanzie collaterali. Questo perché - per la precisione - esistono tre metodi di emissione monetaria che tradizionalmente NON avvengono "a debito":- le monete metalliche, il cui valore nominale risulta un falso passivo nel bilancio dello stato;- la moneta contraffatta dai falsificatori e contraffattori, oggetto delle indagini delle forze di polizia;- la moneta cartacea o virtuale utilizzata dalle banche - centrali e non - per acquisti diretti.Il fenomeno delle monete locali e complementari, che anch'esse iniettano liquidità, è davvero ancora troppo marginale per essere preso in considerazione in senso significativo (a parte in Svizzera dove essendo il Wir, una moneta complementare al franco svizzero,in vigore dal 1930 ed avendo a disposizione una banca propria, si stanno producendo risultati apprezzabili).Le monete metalliche rappresentano un'appropriazione di potere d'acquisto da parte dello Stato senza ulteriore tassazione (alcontrario di quando lo Stato si approvvigiona di moneta emettendo titoli del tesoro). Le monete e banconote false rappresentanoun'appropriazione di potere d'acquisto da parte dei falsari che, nel caso delle monete metalliche, va a danno dello Stato (è un mancatointroito). Nel caso delle banconote, va a danno delle private banche centrali d'emissione. E comunque, senza dovere direndicontazione né supervisione, salvo le conseguenze penali. Le monete cartacee e virtuali emesse dalla banca centrale ed utilizzate per acquisti diretti - come ad esempio le operazioni di mercato aperto in borsa e fuori borsa, ma anche l'acquisto di arredi per unafiliale - sono anch'esse un'appropriazione indebita di potere d'acquisto ma hanno il vantaggio di iniettare liquidità nel mercato libereda debito ed interessi. Tutto il resto della moneta viene emesso a debito più interessi, il che vuol dire che genera una quantità dimoneta inferiore a quanta dovrà essere restituita. E' importante capire che la somma delle quantità delle tre emissioni suscrittegarantirebbe un regolare flusso monetario se, e solo se, corrispondesse almeno alla quantità di interessi che vengono richiesti daglioperatori finanziari nello stesso periodo di tempo. Se la quantità nell'aggregato è minore degli interessi richiesti (o è inizialmenteadeguata ma è composta in parte da moneta falsa che viene scoperta e distrutta), allora si crea una scarsità artificiale dei mezzi di pagamento nel mercato. In sostanza, alla fine dell'anno chi non riuscirà a pagare gli interessi per MANCANZA FISICA del mezzomonetario in circolazione, si vedrà costretto a cedere beni reali per soddisfare il debito. In caso di impossibilità di coprire la sommadel debito, si assiste a fallimenti, suicidi, sparatorie, rapine, etc. Questa, purtroppo, è la situazione normale. Questo è anche il motivo per cui ho una posizione fortemente critica nei confronti del microcredito, quando sia praticato contro interessi, ovvero sia usuraio, perché nella migliore delle ipotesi mette in competizione i poveri portandone una parte alla disperazione, per forzata inadempienza,mentre quelli più "fortunati" accederanno al mercato bancario tradizionale, continuando ad alimentare la pompa della disperazione post-sovietica della vita moderna del debito inesigibile. Il microcredito potrebbe invece funzionare egregiamente con l'utilizzo dimonete locali distribuite senza interessi, allora sì che il discorso cambierebbe, e parecchio! Ma allo scopo della trattazione in questocapitolo, supponiamo che, effettivamente, le tre emissioni di cui sopra riescano a compensare perfettamente la richiesta di interessi, portando ad un pareggio tra la moneta emessa a debito ed il riflusso dei ripagamenti dei debiti comprensivi di interessi. Questa premessa era necessaria per inquadrare il problema dal punto di vista della persona che legge questo testo come una specie di"Manuale del piccolo Rothschild". Nel caso quindi di un equilibrio monetario, rimane il problema di quanti sono tagliati fuiori dalcircuito del credito (supponendo che non esistano persone escluse a causa di precedenti fallimenti, discriminazioni nelle banche-datidei creditori, o per altri motivi): si tratta di chi non ha accesso alle garanzie collaterali. Ovvero, alle garanzie che vengono richiestedal prestatore per effettuare il prestito. Il motivo per cui non si ha accesso alle garanzie può essere dovuto alla mancanza sostanzialedei requisiti: non ho un lavoro, una busta paga con cui garantire il rimborso, oppure non ho dei beni, degli assetti da mettere agaranzia come ad esempio degli immobili; ma anche, e questo è il caso più comune, non ho il titolo fisico che dimostra la proprietàdelle garanzie (ad esempio, lavoro in nero e non ho una busta paga, oppure possiedo beni mobili e/o immobili ma senza un titololegale opponibile a terzi). Esiste anche il caso che il finanziatore comunque non ci voglia prestare i soldi, ed allora accamperà lascusa che manca sempre qualcosa per mandare avanti la pratica. Queste considerazioni non devono ingannare il lettore facendo pensare solo a situazioni di paesi del terzo mondo, o come si dice oggi, in via di sviluppo: da un recente studio della Banca Mondiale,l'Italia risulta al 63esimo posto in una lista di 181 paesi per l'accesso al credito! Altro che i prefetti a vigilare delle banche, comevuole il ministro Tremonti... Non esiste di fatto un Tribunale d'appello o una procedura di tutela del consumatore, se ci viene negatoun prestito. Ma non divaghiamo. L'economista peruviano Hernando De Soto (da non confondere con l'economista della ScuolaAustriaca Jesus Huerta De Soto) ha studiato a fondo dei fenomeni interessanti relativi al problema della creazione del capitale nei paesi in via di sviluppo e del relativo accesso al credito. Il periodo temporale che De Soto analizza data dalla caduta del muro diBerlino, un momento storico che, con la caduta del regime sovietico, si vuol far rappresentare la "vittoria" del sistema capitalistaoccidentale. Secondo il De Soto,
"La caduta del muro di Berlino ha posto fine a oltre un secolo di competizione tra capitalismo ecomunismo. Il capitalismo è rimasto, da solo, l'unico modo fattibile di organizzare razionalmente un'economia moderna. In questomomento storico non vi è nessun paese responsabile che possa ritenersi davanti a una scelta. Di conseguenza, con gradi dientusiasmo diversi, i paesi del Terzo Mondo e i paesi ex comunisti hanno pareggiato i loro bilanci, tagliato i sussidi, accolto con favore gli investimenti esteri e abbassato le barriere doganali. I loro sforzi sono stati ripagati con un'amara delusione. Dalla Russiaal Venezuela, i cinque anni successivi sono stati un periodo di crisi economica, crollo dei redditi, ansia e risentimento; di "fame, sommossa, saccheggio", secondo le taglienti parole del primo ministro della Malaysia, Mahathir Mohammad. In un recente
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editoriale il "New York Times" scriveva: "In gran parte del mondo, al mercato come luogo d'incontro, esaltato dall'Occidente negliultimi bagliori della vittoria della guerra fredda, è subentrata l'idea della spietatezza dei mercati, la diffidenza verso il capitalismo,il senso di instabilità". Ma il trionfo del capitalismo unicamente in Occidente potrebbe essere la ricetta per un disastro economico e politico"
. Nel suo libro sul mistero del capitalismo, da cui ho tratto il titolo di questo testo, il De Soto individua alcune problematichetipiche:
IL MISTERO DELL'INFORMAZIONE PERDUTA
Le organizzazioni caritative hanno talmente enfatizzato le miserie e la desolazione dei poveri del mondo che nessuno ha pensato didocumentare accuratamente la loro capacità di accumulare attività patrimoniali. Negli ultimi cinque anni, insieme a un centinaio dicolleghi di sei paesi diversi, De Soto ha chiuso i libri, aperto gli occhi, ed è uscito all'aperto, nelle strade e nelle campagne di quattrocontinenti, per calcolare quanto hanno risparmiato i settori più poveri della società. La quantità è enorme. Ma, per la maggior parte, sitratta di capitale morto.
IL MISTERO DEL CAPITALE
È il mistero chiave, ed è al centro della ricerca del De Soto. Il capitale è un tema che ha affascinato molti pensatori negli ultimi tresecoli. Marx ha detto che occorre andare oltre la fisica per toccare "la gallina dalle uova d'oro"; Adam Smith riteneva che si dovessecreare "una specie di strada carreggiabile attraverso l'aria" per raggiungere la stessa gallina. Ma nessuno ci ha detto dove questagallina si nasconda. Che cos'è il capitale, come è prodotto, e come è collegato alla moneta?
IL MISTERO DELLA CONSAPEVOLEZZA POLITICA
Se esiste tanto capitale morto nel mondo, in possesso di tantissimi poveri, perché i governi non hanno cercato di attingere a questaricchezza potenziale? Semplicemente perché l'evidenza che essi cercavano è diventata disponibile solo negli ultimi quarant'anni,quando miliardi di persone in tutto il mondo sono passati da una vita organizzata su piccola scala alla vita organizzata su scala piùgrande. Questa migrazione verso le città, l'inurbamento, ha rapidamente introdotto la divisione del lavoro e ha diffuso nei paesi più poveri di una grande rivoluzione industriale/commerciale, che però, incredibilmente, è rimasta virtualmente ignorata.
LE LEZIONI DIMENTICATE DELLA STORIA
Ciò che sta avvenendo nel Terzo Mondo e nei paesi ex comunisti è già accaduto in Europa e nell'America del Nord.Disgraziatamente, siamo stati talmente condizionati dall'insuccesso di tanti paesi nel compiere la transizione al capitalismo, cheabbiamo dimenticato l'esperienza dei paesi che hanno avuto successo. Per anni, dai tecnocrati e politici dei paesi avanzati, dall'Alaskaa Tokyo, non è venuta alcuna risposta. Era un mistero. Alla fine De Soto trova la risposta nei loro libri di storia, con l'esempio più pertinente che è fornito dalla storia degli Stati Uniti.
IL MISTERO DEL FALLIMENTO GIURIDICO: PERCHÉ IL DIRITTO DI PROPRIETÀ NON FUNZIONA AL DI FUORIDELL'OCCIDENTE
A partire dal xix secolo, molti paesi hanno copiato le leggi dell'Occidente per dare ai loro cittadini il quadro istituzionale necessario per produrre ricchezza. Ancora oggi continuano a copiare quelle leggi ma, ovviamente, qualcosa non funziona. La maggior parte deicittadini non può ancora usare la legge per convertire i propri risparmi in capitale. Perché accada ciò e che cosa occorra per far funzionare le leggi resta misterioso.Un ovvio punto di partenza è l'inadeguata documentazione delle attività patrimoniali. In Occidente, ogni particella di terreno, ogniedificio, ogni elemento di un impianto o magazzino di scorte è rappresentato da un documento di proprietà che è il segno visibile diun vasto processo nascosto che

collega tutti questi beni al resto dell'economia. Grazie a questo processo di rappresentazione, leattività patrimoniali possono condurre una vita invisibile, parallela alla loro esistenza materiale. Possono essere usate comecollaterale per il credito. La più importante fonte di fondi per l'avviamento delle nuove imprese è l'ipoteca sulla casadell'imprenditore. Questo perché, in sostanza, dobbiamo guardare a come si realizza in pratica il prestito bancario. La banca, abbiamodetto anche altrove - "crea denaro dal nulla". Ma la maggior parte di questo denaro che crea - e che genera debito - in realtà è unamonetizzazione delle garanzie offerte da colui che chiede il prestito. Nel caso della garanzia immobiliare, la banca usa il contratto del prestito firmato dal cliente come fosse un bene da scontare: le da un valore e lo monetizza accreditando il relativo importo sul contocorrente del cliente oppure, ma più raramente, tramite assegno bancario. Questo è un punto fondamentale: la banca NON usa denaroche già possiede o che le è stato prestato, ma lo crea contabilmente all'occasione sulla base del bene impegnato. In sostanza, si può ben dire che E' LA GARANZIA DEL BENE DEL CLIENTE CHE GENERA IL DENARO che la banca gli accredita. La bancaquindi - sulla base degli accordi stipulati - chiederà, per soprammercato, che il cliente ripaghi quella stessa quantità di denaro -oggetto del contratto - più gli interessi, per svincolare e liberare la garanzia. La banca si fa pagare a caro prezzo la contabilizzazioneeconometrica delle garanzie perché quando riceve in cambio il denaro guadagnato dal cliente, nel cosiddetto meccanismo del riflusso bancario, questi soldi comprensivi di interessi vengono "inverati" e la banca ne potrà disporre come meglio crede. Le banchesostengono che, quando ricevono indietro i soldi, tengono solo la quota parte degli interessi (che nel caso di un mutuo possonosuperare del 100% il capitale) mentre il capitale "lo distruggerebbero". E' evidente che si tratta di una asserzione ridicola e, quandomai il vostro direttore di banca organizzasse un barbecue dove in un gran falò bruciasse tutti questi soldi provenienti dal riflusso delcapitale, chiamatemi: sono proprio curioso di venire a vedere. Le banche non sono quindi dei puri intermediari del credito, comevorrebbero far credere e come avviene - o dovrebbe avvenire - nel caso delle finanziarie, ma sono dei veri e propri enti d'emissione
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(di denaro virtuale). Questo semplice fatto occorre che sia ben chiaro al lettore, perché ho trovato funzionari di banca che, in tuttaapparente buona fede, non l'avevano assolutamente "capito". La considerazione è importante, perché, in caso di default, nel caso incui il cliente non riesca a rimborsare il prestito, spesso a causa della carenza artificiale di denaro circolante poiché il riflusso viene perlopiù immediatamente riprestato ad interesse, la perdita secca per la banca è sostanzialmente circoscritta alle spese della pratica edal mancato "guadagno". Teniamolo ben chiaro: se tutti i prestiti venissero improvvisamente condonati da un governo ispirato, congrande sollievo economico della popolazione, la perdita per le banche sarebbe solo minima e "virtuale". In compenso però si potrebbe rimettere in moto l'economia. E' chiaro che, per arrivare a questo, ci vorrà una grande disponibilità a mettere in luce queimeccanismi gelosamente custoditi dalla casta dei banchieri, un bello sforzo psicologico di "outing". Ma se c'è un momento giusto per farlo, quello attuale parrebbe proprio quello adatto. Fatta questa dovuta premessa, e capito il meccanismo della creazione monetaria, possiamo tornare a prendere in considerazione il lavoro del De Soto e "la vita invisibile parallela" - ora illuminata - dei titoli relativialla proprietà privata all'interno del circuito del credito. Queste considerazioni sono importanti perché possono servire per elaborareun sistema più trasparente di erogazione dei prestiti a favore ANCHE del consumatore o dell'imprenditore. Pare che i paesi del terzomondo non abbiamo molta confidenza con il processo rappresentativo della proprietà e dei patrimoni. Questo porta ad unasottocapitalizzazione poiché non riescono a "monetizzare" le garanzie di cui non dispongono concretamente sulla carta, allo stessomodo in cui è sottocapitalizzata un'impresa quando emette meno titoli di quanto il suo reddito e il suo patrimonio giustificherebbero.Le imprese dei poveri sono molto simili a società che non possono emettere azioni o obbligazioni per ottenere nuovi investimenti enuovi finanziamenti. Senza rappresentazione, le loro attività patrimoniali sono capitale morto. Questo capitale morto è stato calcolatoin cifre ingentissime dal De Soto, e quindi rappresenterebbe un'occasione perduta per queste popolazioni. In sostanza, c'è difficoltà adavere titoli validi di proprietà di terre che comunque vengono coltivate, o di casupole che vengono abitate. I poveri che vivono inquesti paesi — la stragrande maggioranza — possiedono beni ma sono esclusi dal processo che dà modo di rappresentare la loro proprietà e di creare capitale. Hanno case ma non titoli, raccolti agricoli ma non atti legali, imprese ma non statuti societari. È lacarenza di queste forme essenziali di rappresentazione a spiegare la difficoltà di formazione del capitale nei paesi o nelle aree povere. Naturalmente occorre spiegare perché gli occidentali, rappresentando le attività patrimoniali mediante titoli, sono in grado diricavarne capitale. Lungo tutta la loro storia, gli esseri umani hanno inventato sistemi di rappresentazioni — scrittura, notazionemusicale, contabilità a partita doppia — per afferrare con la mente ciò che mani umane non avrebbero mai potuto toccare. Allo stessomodo, i tecnici del capitale, dai creatori del sistema integrato di titoli e azioni di società, ai grandi finanzieri, sono stati capaci dirivelare ed estrarre capitale, dove altri vedevano solo spazzatura, immaginando modi nuovi di rappresentare il potenziale invisibileche è racchiuso nelle attività che accumuliamo. Bisogna dire che - rileggendo oggi il testo del 2001 del De Soto, scopriamo chemolti di questi alchimisti della finanza alla fine hanno preso anche dei giganteschi granchi. A mio avviso questo dipende proprio dalfatto che da una parte abbiamo gli esperti del settore che usano strumenti sofisticati, dall'altra abbiamo una gran massa di pubblicoignorante dei meccanismi più elementari. Quando arriva il momento che, per il meccanismo dei vasi comunicanti - e anche grazie adinternet - questa conoscenza e coscienza diventa di dominio pubblico, è ovvio che la gente perderà fiducia in un gioco d'azzardo doveil banco vince sempre - barando. Il De Soto analizza varie situazioni in vari paesi e suggerisce tutta una metodologia ed un percorso per arrivare a rappresentare tutto il "capitale morto" che altrimenti potrebbe essere messo in gioco, nel gran Luna Park della finanza.Ed asserisce:
"L'assenza di questo processo, nelle più povere regioni del mondo dove vivono i cinque sesti dell'umanità, non è laconseguenza di una cospirazione monopolistica occidentale. Piuttosto, gli occidentali danno talmente per scontato questomeccanismo da smarrire la consapevolezza della sua esistenza. Benché sia enorme, nessuno lo vede, compresi gli americani, glieuropei, i giapponesi che devono tutta la loro ricchezza all'abilità con cui lo usano. Si tratta di un'infrastruttura legale profondamente nascosta nel loro regime proprietario, di cui la proprietà non è che la punta dell'iceberg. Il resto dell'iceberg è unintricato processo costruito dall'uomo che trasforma beni posseduti e lavoro in capitale. Questo processo non è stato creato a bella posta e non è descritto in nessun pieghevole in carta patinata. Le sue origini sono oscure e il suo significato è sepolto nell'inconscioeconomico dei paesi occidentali capitalistici."
Benissimo, certo. E poi ancora, critica il sistema della "mafia" dei notai, una casta di persone nata - come gli avvocati - al tempo in cui la gente era davvero analfabeta ed occorreva qualcuno che sapesse davvero leggeree scrivere. Ma io mi chiedo: a che serve la scuola dell'obbligo se poi i meccanismi-chiave non sono nemmeno ben noti a chi li utilizzanell'attività quotidiana? Ed ancora, e questa è la domanda da un milione di...MONETE NOSTRE: a che serve creare tutta questaquantità di titoli di rappresentazione della proprietà privata se il vero meccanismo di creazione del capitale - una cifraconvenzionalmente scritta su di un terminale di una banca - rimane oggetto di un oligopolio e non è un bene comune? Voglio dire, seil banchiere sono io e se utilizzo il sistema di creazione "dal nulla" con gli interessi - intrinsecamente truffaldino perché impossibileda saldare nella realtà attuale e perché si appropria beffardamente del pubblico potere d'acquisto - è chiaro che più titoli voi metteretenero su bianco e più proprietà potrò espropriare "legalmente" tramite il meccanismo del debito... Guardate che sta già avvenendosotto i vostri occhi: la privatizzazione dell'acqua, i semi OGM che si suicidano e che devono essere ricomprati per ogni nuova seminae, infine, l'ARIA. Certo! Cosa credete che sia la CO2 se non ARIA? La tassa sull'aria di Kyoto, che rappresenta il culmine di questodelirio di appropriazione delle cose altrui, della cosa pubblica, è l'ovvio risultato di tutto quel lavorio invisibile che il De Sotovorrebbe spacciarci per un gran progresso dell'umanità. Una volta che tutti i contadini abbiano registrato il loro piccolo pezzetto diterra, arriverà il banchiere dei poveri a fargli un piccolo prestito, poi a pignorarglielo e poi a sequestrarlo... Questo è il pericolo cheDe Soto non denuncia, ma che - se ci pensate un attimo - fa quasi dire: meglio così! Almeno a questi quattro quinti della popolazionenon sono ancora riusciti a sequestrargli legalmente tutto quel poco - o tanto - che possiedono. Più che di "capitale morto" allora parlerei di "capitale sopravvissuto". Ora capite perché alcuni stati - dopo periodi di privatizzazione selvaggia - ricorrono, come ilVenezuela, alla nazionalizzazione o rinazionalizzazione delle risorse primarie essenziali per l'economia della nazione. Allo stessomodo, sul piano opposto, troviamo i grandi biscazzieri della finanza bancaria che si lamentano perché in Cina e Russia non gli dannouna licenza per aprire o comprare una banca locale! Ovviamente il discorso sarebbe molto diverso se, invece, si facesse una riformadel sistema che attuasse una giustizia redistributiva delle rendite monetarie. Dove la monetizzazione avesse un costo minimo dimercato, senza monopoli, e dove il rapporto con le banche fosse a reciproco beneficio coi clienti. L'ideale sarebbe, quindi, unamoneta distribuita senza interessi dove la rendita monetaria eccedente le spese bancarie, venisse ridistribuita alla società con formeda convenire (principalmente: sostituendo le imposte). Sarebbe davvero la libera concorrenza, in questo caso, ad abbassare alminimo il costo del capitale, invece di rarefarlo o renderlo inaccessibile ad arte. Per finire: l'economista Hernando De Soto, oltre cheal peruviano Istituto per la Libertà e la Democrazia (ILD), lavora anche alla Commissione per il Riconoscimento Giuridico dei Poveri
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del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (laCommission on the Legal Empowerment of the Poor dell'United NationsDevelopment Program, UNDP) a capo della quale troviamo una vecchia conoscenza: l'ex-segretario di Stato USA MadeleineAlbright, la signora che diceva che... mezzo milione di bambini morti in Iraq poteva essere un prezzo giusto da pagare per rincorrereSaddam. Non mi stupisce, a questo punto. Come diceva qualcuno, a pensar male si fa peccato, ma, spesso, ci si indovina.Madeleine Albright e, a destra, Hernando De Soto
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A6) La posizione delle forze speciali americane ed inglesi in tema di moneta e finanza
Se volete la pace, dovete capire la guerra, in particolare la guerriglia e le forme sovversive di guerra.
- Sir Basil Henry Liddell Hart, 1961Questo capitolo è abbastanza inedito nei testi che affrontano il tema della moneta, dell'economia e della finanza. Tuttavia rappresentaun passaggio fondamentale di cui tener conto, in questo momento di transizione, perché le forze speciali potrebbero assumere un lororuolo significativo sia che vengano impiegate per favorire che per ostacolare il cambiamento. Ci sarà un momento in cui dovrannoscegliere da che parte stare e quindi è opportuno capire come la pensano. Il modo migliore è estrapolarlo dai loro manuali dicontroinsorgenza e di intelligence che non sono destinati al grande pubblico e che quindi rappresentano uno spaccato interno particolarmente interessante. Che poi le indicazioni fornite nei manuali vengano effettivamente seguite ed in che modo, questorimane da discutere. Comunque, abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione testi americani ed inglesi [1] e possiamo subitonotare una differenza: mentre gli statunitensi si preoccupano di identificare e definire il ruolo dell'economia e della finanza in modo particolareggiato e completo, anche dal punto di vista della cittadinanza locale, nel testo inglese troviamo riferimenti alla questionedei soldi e dei fondi specialmente nell'ottica di identificare, per eliminarle, le fonti di finanziamento degli insorgenti locali, dando per scontato che il sistema che gli inglesi imporranno sia già conosciuto ed accettato. Più probabilmente si glissa sull'argomento perchénel Regno Unito i servizi segreti sono una specie di protuberanza diretta degli interessi finanziari della City di Londra e della Bancad'Inghilterra, due istituzioni che tengono effettivamente in mano le sorti del paese, dietro al paravento degli organi parlamentari. In particolare, una piccola società a responsabilità limitata - la
Bank of England Nominees Limited
(BOEN Ltd) [2] - rappresenta la punta di diamante della piramide aristocratica del potere occulto ed è nei suoi soci che si possono individuare i burattinai di quelsistema, compresa la famiglia reale. Più che in altri paesi, è proprio in Inghilterra che esiste una porta girevole tra i servizi segreti edil sistema finanziario-bancario, tant'è che - addirittura - i giovani agenti e matricole vengono inviati sotto copertura come colletti bianchi, a far pratica in finanziarie, banche, società di assicurazione, società di rating, etc. Negli USA qualcosa del genere avvienecon la CIA - ma anche con la più segreta NSA - per cui è importante capire qual'è la dottrina sottostante. Cominciamo con gli StatiUniti. In un manuale di controinsorgenza del 2004 [3], nel capitolo intitolato "Minacce allo sviluppo ed alla difesa interna del paeseospite", si legge:
"Le minacce possono essere specifiche, come nel caso di insorgenti o di droghe illecite, o possono essere più generali come in casodi instabilità e moti sociali. Questo richiede che i capi militari e civili debbano anche mirare alle cause a lungo termine piuttosto cheai sintomi a breve termine. Nell'evento di una insorgenza, i pianificatori debbono identificare le basi dell'insorgenza in modo dadeterminarne la forma, il centro di gravità e le radici. Questo è un fattore chiave perché la forma ed il centro di gravità determinanoil tipo di forza più adatto da impiegare (polizia, milizia, militari o principalmente militari e polizia) e di identificare le vulnerabilitàdegli insorgenti. Un piano di controinsorgenza descrive il concetto delle operazioni per reclamare qualsiasi paese o città che sono state perse e per stabilire una priorità di sforzi ed un calendario. Nello stesso tempo, vanno identificate e messe in sicurezza leinfrastrutture critiche della stato e dei centri governativi del potere."
Qui si nota l'interesse per le cause a lungo termine dell'insorgenza della popolazione, tra cui sicuramente la disparità della ricchezzadelle varie classi della popolazione e l'ingiusta distribuzione rappresenta un punto fondamentale. Tra le infrastrutture critiche del paese, la banca centrale occupa di norma la posizione preminente. Nel manuale "Tattiche nella controinsorgenza" [4], troviamo infattiun capitolo intitolato: "Usa la moneta come un sistema d'arma", preceduto dalle seguenti considerazioni che sembrano prese di pesoda un discorso che potrebbe fare anche Chavez, il presidente bolivariano del Venezuela: "
...le unità militari da sole non possono scongiurare un'insorgenza. Molto del lavoro riguarda la scoperta e la soluzione dei problemi della popolazione, ovvero, le causealla radice della sua insoddisfazione con il presente sistema di potere politico. Affrontare questioni diverse come la riforma dellaterra, la disoccupazione, una classe dirigente oppressiva e le tensioni etiche, rappresenta un vantaggio per quei capi tattici che possono non solo avvicinarsi al nemico, ma anche negoziare accordi, operare con agenzie non militari ed altre nazioni, riavviare i servizi di base, parlare la lingua nativa (straniera), orchestrare accordi politici e fare in modo che il messaggio arrivi alla popolazione."
E poi, in seguito:
"Usa la moneta come un sistema d'arma. Esperienze recenti hanno mostrato l'efficacia dell'uso dei soldi per vincere l'appoggio popolare e per portare avanti gli interessi e gli obiettivi delle unità che conducono le operazioni dicontro-insorgenza. I soldi vanno usati con cura. In molti casi, una autorità superiore controllerà da vicino i fondi attraverso strettemisure contabili in modo da assicurare che i soldi siano usati appropriatamente. Quando vengono usati con efficacia, e con uno scopo in mente, i soldi possono essere un mezzo effettivo per mobilizzare il supporto pubblico per la causa della controinsorgenza e per alienare gli insorgenti dalle simpatie della popolazione. Una forza di controinsorgenza può usare i soldi per:- finanziare progetti sanitari e di igiene civica e dell'equipaggiamento per completare questi progetti;- finanziare miglioramenti dell'infrastruttura su piccola scala;- finanziare progetti agricoli per migliorare il lavoro delle fattorie e la salute nell'allevamento degli animali o per aiutare aimplementare progetti di fattorie cooperative;- riparare siti e strutture civili e culturali;- riparare istituzioni e infrastrutture critiche per il governo e l'esercizio della legge come prigioni, tribunali e stazioni di polizia;- comprare forniture per l'istruzione e riparare le infrastrutture critiche per l'educazione della popolazione locale;- pagare taglie a cittadini che forniscono informazioni sulle attività nemiche e le loro basi;- promuovere la creazione, l'addestramento e l'operatività delle forze di sicurezza della nazione ospite;- finanziare eventi e attività che creino relazioni tra gli ufficiali della nazione ospite e la cittadinanza;- riparare i danni che risultino dalle operazioni combinate e della coalizione;- pagare ai civili le spese funerarie che risultino dalle operazioni combinate e della coalizione.
Già da questo programma si intravede una certa saggezza e verrebbe polemicamente da chiedersi perché gli americani non loapplichino anche nella loro nazione, oltreché nella nazione "ospite"... Ma andiamo avanti e riportiamo testualmente due capitoliimportanti e più completi tratti dal manuale della "Guerra non convenzionale delle forze operative speciali militari" [5],commentandoli brevemente quando opportuno:
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mototopo

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davidrossimps-300x225.jpg
Il 6.3.2013 verso le 20,43 è stato chiamato il 118 a Siena perché è stato trovato morto in un cortile del suo ufficio in piazza Salimbeni, MPS a Siena, David Rossi, 51 anni, capo comunicazione dell’ufficio dell’ex presidente della banca, Mussari. Ma prima di ripetere come in un gioco di specchi che si è suicidato, vorrei capire le circostanze e cosa spinge i giornalisti ad affermare che si è suicidato, con tanta sicumera. Con chi era in quella sala, era con qualcuno o solo, qualcuno lo ha visto cadere di sotto? In tal caso, chi lo ha visto? Chi ha chiamato il 118? No, perché concorderete che qualcuno potrebbe benissimo averlo buttato di sotto. O potrebbe esserci caduto. Perché tutti si affrettano a dire che si è suicidato?

Non era indagato ma era stato perquisito il 19 febbraio dalla magistratura, che gli aveva requisito pc, palmare, cellulari e documenti ecc. nell’ambito delle perquisizioni che avevano coinvolto Lorenzo Gorgoni e Michele Briamonte, nel cda di MPS nonché l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni, entrambi indagati.
Non so voi, ma una notizia a sto modo, poi pappagallata da tutti i media di regime, mi sa tanto di sospetta, perché prima di dire che “si è ucciso questa sera gettandosi da un ufficio della sede dell’istituto a Rocca Salimbeni” (cfr. lastampa) un giornalista decente direbbe:
“E’ stato trovato morto forse caduto dalla finestra David Rossi. Bisognerà accertare se si è trattato di un suicidio, se vi sia stato costretto o se sia un incidente”
Leggendo le varie agenzie si scopre che avrebbe lasciato nel suo cestino (?) un foglietto accartocciato con su scritto “Ho fatto una cavolata”. Ma perché nel cestino?
Si apprende dal Messaggero che i “pm Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, titolari dell’indagine, sospettavano che potesse avere messo in contatto gli ex manager indagati con altri dipendenti della banca rimasti in Mps che avrebbero dovuto testimoniare.” Aveva rapporti personali stretti con Giuseppe Mussari e aveva curato varie campagne promozionali affidandone la realizzazione dei video a registi come Virzi, Tornatore e Marco Bellocchio, che ha firmato ironicamente lo spot “Monte dei Paschi, una storia italiana”.


Insomma Bankenstein ha colpito ancora, Bankenstein colpisce continuamente, Bankenstein trasforma l’eden in inferno. Gli altolocati che non vengono mai sfiorati neanche dalle indagini possono essere ricercati tra i proprietari delle banche interessate dalle frodi – ma nessuno lo fa mai – in questo caso i controllori di Santander, ABN Amro e advisor, oltre che i padroni occulti di MPS, ricostruendo la reale e occulta catena di comando, che appare lampante, e l’aggiotaggio, i falsi di gara, gli abusi di posizione dominante, i conflitti di interesse, che sono onnicomprensivi, forse per questo nessuno indaga su questi? Rotschild è stato Advisor della ABN AMRO per la ‘vendita’ dell’Antonveneta e nel contempo è azionista di riferimento di Santander in conflitto di interessi, aggiotaggio e quant’altro, la quale senza neanche fare la due diligence della banca ha buttato la bad company, l’Antonveneta smembrata, svuotata e piena di debiti (8 miliardi) addosso a MPS, che ha sborsato 3 miliardi di troppo, eseguendo semplicemente degli ordini mafiosi, e depauperando le casse della città di Siena.
Si, perché, prima della privatizzazione di MPS, Siena e la banca erano una cosa sola. Lo statuto della fondazione era cooperativa pubblica, la banca era controllata dalla città, e tutti gli utili redistribuiti obbligatoriamente tra i soci di cui la Città di Siena e il territorio. Ma poi vi fu il 1992, Maastricht e il dogma dell’indipendenza delle BC dalla “politica”: delle BC, ma in Italia divenne la privatizzazione di tutti i nostri enti creditizi pubblici. Cominciò la manfrina che la banca MPS miliardaria, una chicca, doveva essere quotata in borsa per affrontare il mondo della finanza globale, in realtà MPS e il suo territorio, i suoi asset, facevano gola a chi sta diventando il nuovo padrone di Siena, che proprio italiano non è, tanto per rimarcare ironicamente il messaggio dello spot, perché non è più una storia italiana. Siena e territorio diventeranno francesi, o meglio francorotti, dalla bancarotta fraudolenta alla frode dei franco-Rot. Axa o BNP fate voi, tanto sono più o meno la stessa cosa, o meglio Axa è uno spin off di BNP Paribas – o viceversa? – dove per nostra sfortuna è rappresentato un paese colonialista che si dice tanto amico e cugino ma che in realtà non ha mai perso il vizio di trattarci come la discarica di casa, la Francia.
Ora sono da poche settimane entrati nella proprietà di MPS tre fondi avvoltoi, Fidelity, Vanguard e Rotschild, per fare compagnia alle loro consociate (?) già presenti in MPS, Morgan e soprattutto il colosso assicurativo AXA, che annovera nel suo cda il presidente onorario di BNP Paribas, Michel Pebereau, e la vice presidentessa di Suez Gaz de France Isabelle Kocher, il presidente del comitato esecutivo di Solvay cioé Suez nonché la presidentessa di Coca Cola Europa: tutti amichetti del duo Monti/Bassanini, colleghi cooptati nel comitato del banchiere Jacques Attali per la “liberazione della crescita economica della Francia” non mi stancherò mai di ripeterlo, visto che gli indizi dell’alto tradimento sono tutti contenuti in queste dubbie appartenenze e missioni in conflitto con il bene della nostra collettività e del nostro paese. Non che la crescita della Francia ci sia nemica, ma lo è chi serve quella e non la nostra, di crescita, in conflitto perché al soldo della ‘crescita’ di quei fondi e banche semisovrane imperniate sulla finanza speculativa e predona, e lo fa essendo stato paracadutato da quegli stessi mai sfiorati dalle indagini in posti chiave del nostro paese lautamente ed esageratamente e smaccatamente pagati da noi.
Ce ne sono tanti di indizi. Nello stesso cda di AXA ad esempio era stato cooptato anche Mussari, a ribadire chi è stato in questi anni il vero padrone occulto di MPS e quindi di Siena, AXA la consociata di BNP Paribas, con partecipazioni incrociate di azioni di riferimento. Quando un presidente di una azienda importante italiana viene cooptato nel cda di una partecipante apparentemente minima al capitale significa questo: che quel presidente va a prendere gli ordini dai padroni occulti e futuri acquirenti. E’ successo così con il presidente di Alitalia in Air France, con Scaroni di Eni in Edf, o De Benedetti in.. Rotschild.
Contrariamente a quanto hanno diffuso i media, le disgrazie di MPS sono iniziate con la privatizzazione, nel 1996, della banca che era un istituto di diritto pubblico e che persino la statalizzazione di Mussolini aveva tollerato come banca pubblica comunale durante il fascismo, sfuggendo alla scure del centralismo mussoliniano.
Sospetto che la creazione della fondazione nel 1996 fu un modo per frenare i danni della privatizzazione, attraverso il prolungamento del controllo della politica sulla banca che essa consentiva, onde evitare il dissanguamento dei forzieri fuori dalle mura della città, in altri paesi, solo che il PD che ha governato la città è il partito per eccellenza che dovrebbe chiamarsi PB, quello che ha svenduto il paese per avere avuto salvo Napolitano da Manipulite e poi, dopo la quotazione in borsa, lo statuto della fonazione, che cambiò nel 2001 come effetto della Legge Amato/Carli del 30 luglio 1990, n.218 per assumere uno statuto privato ma “senza fini di lucro”, espressione antinomica che per una banca fa proprio ridere i polli. Nel frattempo sono entrate le Unicoop e il patron di Menarini, Alberto Aleotti…
La Legge Amato/Carli, firmata da Cossiga, Andreotti e Carli consente agli enti creditizi pubblici che erano stati nazionalizzati da Mussolini con il regio decreto legge del 12 marzo 1936, anno in cui il nostro “dittatore” nazionalizzò anche Banca d’Italia, di trasformarsi in SpA. Consente, o comunque spiana la strada a qualcosa che era vietato dalla legge del 1936, la privatizzazione dei maggiori enti creditizi pubblici del paese che sarebbero annoverati “all’art. 29″ del regio decreto legge 12 marzo 1936, n.375, convertito dalla legge 7 marzo 1938 n.141, ma che sono però irreperibili. Si trattava della lista delle casse di credito, degli enti creditizi pubblici, delle banche di interesse nazionale, degli istituti previdenziali e assicurativi pubblici. Introvabili.
Sempre a riprova del fatto che i “dittatori” sono coloro che si espongono mentre i traditori sono coloro che si nascondono, fu sempre Carli che il 24 giugno 1992 – anno cruciale – firmò un decreto per mutare il sistema di contabilità di tali enti creditizi pubblici, perché si adeguasse alle norme dettate da Banca d’Italia, la quale obbedisce ad altri organismi di contabilità internazionale e alle direttive dell’UE, in modo da consentire alle società controllate da case madri altrove di esibire bilanci d’esercizio e consolidati secondo le modalità previste dal Paese della sede delle controllanti.
Questo excursus per risalire alle origini della nostra situazione odierna. Ordini calati dall’alto e tecnicismi che cambiano tutto, che si ammantano di specificità per non fare capire la fregatura ai cittadini. Decisioni fondamentali come la Legge Amato/Carli – Amato che si difende in questi giorni di non appartenere alla casta ahahah – per imporre la privatizzazione dei nostri enti di credito pubblici e spianare la strada al drenaggio di risorse finanziarie verso l’estero, la City, Parigi, Lussemburgo o le Cayman, e seguendo le norme e le regole del paese della casa madre. Che poi è poco diverso da quello che è successo in Grecia dove il debito pubblico è passato addirittura sotto la giurisdizione del diritto inglese…Essendo diventata una semplice provincia della…. “casa madre”…


Nicoletta Forcheri 6 marzo 2013
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Fermato l'euro-golpe, Italia al bivio: democrazia o guerra

L'Unione Europea nacque come progetto di pace e di solidarietà sociale raccogliendo l'eredità della cultura socialista e internazionalista che si oppose al fascismo. Negli anni '90 le grandi centrali del capitalismo finanziario hanno deciso di distruggere il modello europeo, e dalla firma del Trattato di Maastricht in poi hanno scatenato un'aggressione neoliberista. Negli ultimi tre anni l'anti-Europa della Bce e della Deutsche Bank ha preso l'occasione della crisi finanziaria americana del 2008 per trasformare la diversità culturale interna al continente europeo (le culture protestanti gotiche e comunitarie, le culture cattoliche barocche e individualiste, le culture ortodosse spiritualiste e iconoclaste) in un fattore di disgregazione politica dell'unione europea, e soprattutto per piegare la resistenza del lavoro alla definitiva sottomissione al globalismo capitalista. (continua…)
 

mototopo

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L'euro? Un fallimento prima ancora di nascere. Prove dal 1971

Riportiamo alcuni passaggi del testo scritto dall'economista post Keynesiano Nicholas Kaldor nel 1971 in "Effetti dinamici del mercato comune". Importante notare come egli avesse già previsto esattamente le cause della crisi dell'euro, già trent'anni prima della sua creazione.

Un giorno le nazioni d'Europa potranno essere pronte ad unire le loro identità nazionali e creare una nuova Unione europea - gli Stati Uniti d'Europa. Se e quando lo faranno, ci sarà un governo europeo che assumerà tutte le (...)
 

aquilarealeatapple

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coerente , perchè hai un intendimento quasi appropriato ,
ma il maggiore , mototopo , quello del signoraggio , il furto che potrebbe sembrare supremo , non lo è .. quando le persone avvinghiate a tal punto dai difetti intrinseci coesi negli strumenti di misura si abbandonano e " la fanno finita " orbendunquando
quello è il furto supremo , e chi ha cuore e mente per intendere ...
le ore di lavoro rappresentano sudore e fatica ed è un furto comunque secondario all'importanza stessa dell'esistenza in armonia con tutte le cose ....
ti dicessi che materialmente potresti avere zero tondo ed invece avere infinitamente di più di chi avesse mille miliardi di euro o dollari o franchi svizzeri , diamanti , iridio oro argento , ci crederesti ?
E' così difficile bloccare le borse e tutti gli strumenti finanziari illeciti ? Si , è vero , se glieli-e blocchi , gli togli l'unico gioco manipolatore che hanno i farabbutti per imporre la schiavitù ..
Rinegoziare l'illegittimo debito ? Chi vogliono prendere in giro ?
Annullare senza ritorno ...
Le persone che non hanno mai concorso all'aumento del debito
che non chiamerò più pubblico , ma privato , non avendo mai lucrato essi stessi interessi con bot o bond e non avendo mai costruito inflazione e depauperazione del sistema sempre coi suddetti interessi non sono imputabili a codesto debito presso nessuna corte e sono anzi parte lesa !
Ogni transazione sui futures o su materie prime od altro priva la popolazione del tutto ed inoltre !
se proprio si vuol capire la motivazione di ciò che accade ai giorni d'oggi , i numeri sono troppi , le persone che hanno tanto sono troppe rispetto a quelle che producono e che non arrivano ad accantonare niente le quali lavorano celatamente per i " ricchi " , = celatamente tramite le altissime tasse = in sostanziale veridicità dei fatti l'ingranaggio creato dai furbi delle 13 familie , che prelevano da " quasi " tutti i popoli

North Dakota, il miracolo fatto in casa - IlGiornale.it

quella percentuale per vivere a sbafo " il sangue " del popolo , non è più sostenibile , perchè ... è logico ....
un esempio su tutti in italia , ma non cambia nel resto del mondo : quante persone milionarie in italia su 60 milioni ?
Quanti interessi a queste persone che utilizzano la rottura delle barriere dei popoli , gli interessi , per sbafeggiare a tradimento sui lavoratori ?
 

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