Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3 (18 lettori)

Sniper76

Forumer attivo
Notizia uscita ieri. Presumo isin sia questo
XS1043552188
ma qualcuno con accesso a bbg potrebbe verificare.
Grazie


Lloyds Bank Plc Announces Debt Tender Offer (BBG)

The company announces Debt Tender Offer, according to a statement issued today.

Key excerpts:

· Lloyds Bank plc has today launched a tender offer to repurchase any and all of its £750,000,000 7.625 per cent.
confermo. Leggo che si ha tempo fino al 11/08 per aderire. I termini sono: yield gilt GB00BLPK7110 + 170 basis points
 

marcob77

Moderator
BFF Bank – Utile netto contabile a 56,6 mln nel 1H 2022, acconto di dividendo di 0,37 euro
04/08/2022 14:26 MKI
Nel 1H 2022 i ricavi netti rettificati sono stati pari a 182,3 milioni, di cui 81,6 milioni provenienti dal Factoring, Lending & Credit Management, 28,5 milioni da Securities Services, 30,5 milioni da Payments e 41,7 milioni dal Corporate Center (incluse le sinergie).
I costi operativi totali rettificati, considerando anche gli ammortamenti, sono stati pari a 79,5 milioni e le rettifiche su Crediti e gli Accantonamenti per Rischi e Oneri sono stati pari a 5,3 milioni.
L' Utile Netto Rettificato e' pari a 68,5 milioni (+47% anno su anno), e l' Utile Netto Contabile si attesta a 56,6 milioni.
Il Gruppo continua a beneficiare di esposizioni molto basse verso il settore privato, con un rischio di credito trascurabile. Le Sofferenze (' non–performing loans' , ' NPLs' ) nette, escludendo i Comuni italiani in dissesto, si sono attestate a 7,3 milioni, pari allo 0,2% dei crediti netti (1,8% includendo i Comuni italiani in dissesto), con un Coverage ratio del 68%, in crescita di 1,1 milioni rispetto al 1° semestre 2021 (2,1% includendo i Comuni italiani in dissesto).
Il Costo del Rischio annualizzato sui crediti pari a 10,7 bps, in aumento rispetto ai periodi precedenti in relazione ad accantonamenti generici dovuti ad assunzioni piu' conservative sul modello dell' IFRS9 e ad accantonamenti per esposizioni verso il settore privato.
Il costo del rischio era pari a zero sia alla fine di dicembre 2021.
Gli NPLs netti totali ammontano a 80,7 milioni, incrementati di 8,5 milioni rispetto fine dicembre 2021 per effetto della crescita delle esposizioni di Comuni italiani in dissesto.

Il totale dei Crediti deteriorati netti (sofferenze, inadempienze e past due) ammonta a128,7 milioni (104,1 milioni a fine 2021), di cui l' 83% sono verso il settore pubblico. I crediti deteriorati netti, al netto dei dissesti, sono pari a 55,3 milioni alla fine del 1° semestre 2022 (erano 39,6 milioni a fine 2021).

Il Gruppo mantiene una forte posizione patrimoniale, con un coefficiente Common Equity Tier 1 (CET1) del 15,1% (rispetto al 7,85% SREP), e un Total Capital ratio (TCR) del 21,2% (molto al di sopra del TCR target del 15,0%, e del 12,05% SREP), con 152 milioni di capitale in eccesso rispetto al 15,0% di TCR target.

Entrambi i coefficienti escludono l' utile netto del 1° semestre 2022. Includendo tale utile netto gia' maturato, il CET1 ratio e il TCR sarebbero rispettivamente pari al 17,4% e al 23,5%. Il Total Capital Ratio e il Tier 1 Ratio hanno beneficiato anche dell' emissionedell' AT1.

Il Cda di BFF ha deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo lordo, sulla base dei risultati al 30 giugno 2022, di circa 0,37, per azione. Il pagamento avra' luogo a partire dal giorno 24 agosto 2022, con data di stacco della cedola il 22 agosto 2022, e record date (cioe' data di diritto al pagamento del dividendo stesso) il 23 agosto 2022.
 

Vet

Forumer storico
E brava Moody’ che ha già cominciato a piazzarci una bella bombetta sotto il ns culo :


Moody's ha confermato il rating a Baa3 ma indica tre motivi della revisione dell'outlook: i rischi per il profilo di credito dell'Italia a causa dell'impatto economico dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e degli sviluppi politici interni.

Secondo l'agenzia, vi sono rischi maggiori che il contesto politico ostacoli l'attuazione delle riforme strutturali, comprese quelle contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Inoltre, aumenta il rischio che i problemi di approvvigionamento energetico indeboliscano le prospettive economiche; infine, vi è il rischio che la solidità fiscale dell'Italia sia ulteriormente indebolita da una crescita lenta, da costi di finanziamento più elevati e da una disciplina fiscale potenzialmente più debole.

Fine governo Draghi e voto aumentano incertezza
"La fine del governo Draghi il 21 luglio e le elezioni anticipate del 25 settembre 2022 (anticipate dalla primavera 2023) aumentano l'incertezza politica e programmatica in un contesto economico e di mercato difficile". E' una delle motivazioni fornite da Moody's per la decisione di rivedere al ribasso l'outlook sul rating dell'Italia. Il governo uscente - sostiene l'agenzia - ha compiuto progressi significativi nel rispettare pienamente e puntualmente le tappe e gli obiettivi contenuti nel Pnrr dell'Italia, richiedendo due rate per un totale di 42 miliardi di euro, pari al 2,4% del PIL (oltre al prefinanziamento erogato nell'agosto 2021 per un valore di 25 miliardi di euro, pari all'1,4% del PIL). Tuttavia, è probabile che le elezioni anticipate ritardino il raggiungimento di alcune tappe e obiettivi che dovevano essere raggiunti entro la fine del 2022; questi risultati sono necessari per sbloccare l'accesso alla prossima tranche di finanziamenti, che ammonta a 19 miliardi di euro (1,0% del PIL). Secondo Moody's, "esiste inoltre il rischio concreto che anche le tappe e gli obiettivi previsti per il 2023 possano subire ritardi".

La replica del ministero dell'Economia

Immediata, la reazione del governo italiano."Sebbene il peggioramento dell’outlook, come noto, non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi la decisione appare opinabile". Lo afferma il ministero dell'Economia in una nota.

"Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre - prosegue il Mef - le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento".

"Superata la fase più acuta della crisi economica causata dalla pandemia - fa notare il Mef - l’Italia ha conseguito tassi di crescita del PIL fra i più elevati dell’Unione Europea. Dopo il 6,6 per cento registrato lo scorso anno, la crescita annuale acquisita del PIL per il 2022 è pari al 3,4 per cento, superiore alle previsioni elaborate in aprile nel DEF. Nel 2021 l’indebitamento netto è sceso significativamente e in misura superiore alle attese. Nei primi sette mesi dell’anno il fabbisogno del settore statale è stato pari a 34,4 miliardi, in miglioramento di circa 45 rispetto allo stesso periodo del 2021; si è fortemente ridotto anche al netto delle sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility (10 miliardi). Dopo essere sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021, al 150,8 per cento, anche quest’anno il rapporto debito/PIL è atteso diminuire in misura significativa".

"A ciò - prosegue il ministero - si aggiungono l’avanzamento nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (tutti gli obiettivi sono stati finora raggiunti, inclusi quelli riguardanti le riforme), l’andamento degli investimenti fissi lordi (cresciuti nel 17 per cento nel 2021 e del 13 per cento nel primo trimestre dell’anno rispetto al primo trimestre 2021. Quest’ultima dinamica dovrebbe confermarsi anche nel secondo trimestre), l’evoluzione del mercato del lavoro (l’occupazione in giugno segna un aumento dell’1,8 per cento rispetto all’anno precedente), i progressi compiuti nel conseguimento della sicurezza energetica del Paese (la percentuale di stoccaggio delle riserve di gas naturale ha raggiunto il 74 per cento e continua a crescere regolarmente). Nella giornata di ieri il Governo è nuovamente intervenuto per calmierare il costo dell’energia per imprese e famiglie e per sostenere le fasce più deboli della popolazione – senza modificare l’obiettivo di disavanzo pubblico fissato dal DEF per il 2022".

"L’elevato livello del debito pubblico italiano a confronto con altri paesi è già pienamente riflesso nel rating assegnato all’Italia da Moody’s. Inoltre, il peggioramento delle aspettative economiche segnalato dalle indagini congiunturali di luglio accomuna tutte le economie avanzate.

Riguardo ai fattori politici, le elezioni anticipate non costituiscono un’anomalia nel contesto delle democrazie europee. Restiamo fiduciosi - conclude il Mef - che l’attuazione del PNRR, delle politiche di rilancio degli investimenti e dell’innovazione e della strategia di sicurezza energetica continuerà in modo spedito dopo le prossime elezioni".

Moody's stima debito a 145% del Pil
Il debito dell'Italia continuerà a diminuire nel 2022 grazie alla forte crescita nominale e alla riduzione del deficit. Sono le stime di Moody's, secondo cui il rapporto debito/PIL si attesterà al 145%, in calo rispetto al 151% del 2021, ma superiore di circa 11 punti percentuali rispetto a prima della pandemia. Il debito - sottolinea l'agenzia di rating, che ha rivisto al ribasso l'outlook dell'Italia - diminuirà ulteriormente nel 2023 e si stabilizzerà al di sotto del 143% del PIL in seguito, a causa del rallentamento della crescita nominale e dei maggiori pagamenti di interessi.

Impatto energia, bene diversificazione
La significativa dipendenza energetica dal gas espone l'Italia a ulteriori tagli delle forniture dalla Russia e a un aumento dei prezzi dell'energia. Lo sottolinea Moody's nello spiegare la revisione dell'outlook del rating. L'agenzia sottolinea però anche gli sforzi significativi fatti dall'Italia per diversificare le forniture di gas e la posizione migliore rispetto ad altri Paesi europei.
 

russiabond

Contadino della finanza
Lima dallask qualcosa

O mettiti in bid in Germania mid price

Dipende che banche hai... L'intermediario fa la differenza

Non serve a molto pagare poco ed avere poco ;)
Screenshot_20220808-071014_Chrome.jpg
 

bia06

Listen other's viewpoint avoid conflicts & wars.
Grazie. Ho provato a contattare Negus per capire come manutenere e mantenere aggiornato il file a pagina 1. A beneficio di tutti.

Qualcuno sa come fare? Devo contattare l'amministratore del sito? Questo ed altri eventi andrebbero aggiornati, altrimenti nel giro di qualche mese il file sara' obsoleto.
Grazie
confermo. Leggo che si ha tempo fino al 11/08 per aderire. I termini sono: yield gilt GB00BLPK7110 + 170 basis points
 

samantaao

Forumer storico
Grazie. Ho provato a contattare Negus per capire come manutenere e mantenere aggiornato il file a pagina 1. A beneficio di tutti.

Qualcuno sa come fare? Devo contattare l'amministratore del sito? Questo ed altri eventi andrebbero aggiornati, altrimenti nel giro di qualche mese il file sara' obsoleto.
Grazie
se Negus non risponde credo che l'unico modo sia di postarlo in un altro post partendo dall'ultima versione che forse qualcuno ha salvato sul pc
 

marcob77

Moderator
BFF – Riceve i nuovi requisiti SREP
08/08/2022 16:38 MKI
BFF Bank ha ricevuto dalla Banca d' Italia la comunicazione dei nuovi requisiti di capitale, a conclusione del periodico processo di revisione prudenziale (' SREP' ). La comunicazione prevede che, a decorrere dalla prossima segnalazione sui fondi propri, BFF adotti i seguenti coefficienti di capitale a livello consolidato:

Common Equity Tier 1 (CET 1 ratio) pari al 9,00%, composto da una misura vincolante del 6,50% (di cui 4,50% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 2,00% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati a esito dello SREP) e, per la parte restante, dalla componente di riserva di conservazione del capitale;
Tier 1 (Tier 1 ratio) pari al 10,50%, composto da una misura vincolante del 8,00% (di cui 6,00% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 2,00% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati a esito dello SREP) e, per la parte restante, dalla componente di riserva di conservazione del capitale;
Total Capital Ratio (TC ratio) pari al 12,50%, composto da una misura vincolante dell' 10,00% (di cui 8,00% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 2,00% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati a esito dello SREP) e, per la parte restante, dalla componente di riserva di conservazione del capitale.

La banca, a livello consolidato, al 30 giugno 2022, presentava un CET 1 ratio del 15,1% (vs. un requisito SREP del 9,0%), e un Tier 1 ratio e TC Ratio del 21,2% (rispettivamente vs requisiti SREP pari a 10,5% e 12,5%).
 

bia06

Listen other's viewpoint avoid conflicts & wars.
Nel futuro il nostro rapporto debito/PIL scendera'.
Certo, come no.
Nel futuro.

Dopo averlo promesso,
sistematicamente fallendo,
negli ultimi 15 anni,
a che livello e' la nostra credibilita'?


E brava Moody’ che ha già cominciato a piazzarci una bella bombetta sotto il ns culo :


Moody's ha confermato il rating a Baa3 ma indica tre motivi della revisione dell'outlook: i rischi per il profilo di credito dell'Italia a causa dell'impatto economico dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e degli sviluppi politici interni.

Secondo l'agenzia, vi sono rischi maggiori che il contesto politico ostacoli l'attuazione delle riforme strutturali, comprese quelle contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Inoltre, aumenta il rischio che i problemi di approvvigionamento energetico indeboliscano le prospettive economiche; infine, vi è il rischio che la solidità fiscale dell'Italia sia ulteriormente indebolita da una crescita lenta, da costi di finanziamento più elevati e da una disciplina fiscale potenzialmente più debole.

Fine governo Draghi e voto aumentano incertezza
"La fine del governo Draghi il 21 luglio e le elezioni anticipate del 25 settembre 2022 (anticipate dalla primavera 2023) aumentano l'incertezza politica e programmatica in un contesto economico e di mercato difficile". E' una delle motivazioni fornite da Moody's per la decisione di rivedere al ribasso l'outlook sul rating dell'Italia. Il governo uscente - sostiene l'agenzia - ha compiuto progressi significativi nel rispettare pienamente e puntualmente le tappe e gli obiettivi contenuti nel Pnrr dell'Italia, richiedendo due rate per un totale di 42 miliardi di euro, pari al 2,4% del PIL (oltre al prefinanziamento erogato nell'agosto 2021 per un valore di 25 miliardi di euro, pari all'1,4% del PIL). Tuttavia, è probabile che le elezioni anticipate ritardino il raggiungimento di alcune tappe e obiettivi che dovevano essere raggiunti entro la fine del 2022; questi risultati sono necessari per sbloccare l'accesso alla prossima tranche di finanziamenti, che ammonta a 19 miliardi di euro (1,0% del PIL). Secondo Moody's, "esiste inoltre il rischio concreto che anche le tappe e gli obiettivi previsti per il 2023 possano subire ritardi".

La replica del ministero dell'Economia

Immediata, la reazione del governo italiano."Sebbene il peggioramento dell’outlook, come noto, non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi la decisione appare opinabile". Lo afferma il ministero dell'Economia in una nota.

"Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre - prosegue il Mef - le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento".

"Superata la fase più acuta della crisi economica causata dalla pandemia - fa notare il Mef - l’Italia ha conseguito tassi di crescita del PIL fra i più elevati dell’Unione Europea. Dopo il 6,6 per cento registrato lo scorso anno, la crescita annuale acquisita del PIL per il 2022 è pari al 3,4 per cento, superiore alle previsioni elaborate in aprile nel DEF. Nel 2021 l’indebitamento netto è sceso significativamente e in misura superiore alle attese. Nei primi sette mesi dell’anno il fabbisogno del settore statale è stato pari a 34,4 miliardi, in miglioramento di circa 45 rispetto allo stesso periodo del 2021; si è fortemente ridotto anche al netto delle sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility (10 miliardi). Dopo essere sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021, al 150,8 per cento, anche quest’anno il rapporto debito/PIL è atteso diminuire in misura significativa".

"A ciò - prosegue il ministero - si aggiungono l’avanzamento nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (tutti gli obiettivi sono stati finora raggiunti, inclusi quelli riguardanti le riforme), l’andamento degli investimenti fissi lordi (cresciuti nel 17 per cento nel 2021 e del 13 per cento nel primo trimestre dell’anno rispetto al primo trimestre 2021. Quest’ultima dinamica dovrebbe confermarsi anche nel secondo trimestre), l’evoluzione del mercato del lavoro (l’occupazione in giugno segna un aumento dell’1,8 per cento rispetto all’anno precedente), i progressi compiuti nel conseguimento della sicurezza energetica del Paese (la percentuale di stoccaggio delle riserve di gas naturale ha raggiunto il 74 per cento e continua a crescere regolarmente). Nella giornata di ieri il Governo è nuovamente intervenuto per calmierare il costo dell’energia per imprese e famiglie e per sostenere le fasce più deboli della popolazione – senza modificare l’obiettivo di disavanzo pubblico fissato dal DEF per il 2022".

"L’elevato livello del debito pubblico italiano a confronto con altri paesi è già pienamente riflesso nel rating assegnato all’Italia da Moody’s. Inoltre, il peggioramento delle aspettative economiche segnalato dalle indagini congiunturali di luglio accomuna tutte le economie avanzate.

Riguardo ai fattori politici, le elezioni anticipate non costituiscono un’anomalia nel contesto delle democrazie europee. Restiamo fiduciosi - conclude il Mef - che l’attuazione del PNRR, delle politiche di rilancio degli investimenti e dell’innovazione e della strategia di sicurezza energetica continuerà in modo spedito dopo le prossime elezioni".

Moody's stima debito a 145% del Pil
Il debito dell'Italia continuerà a diminuire nel 2022 grazie alla forte crescita nominale e alla riduzione del deficit. Sono le stime di Moody's, secondo cui il rapporto debito/PIL si attesterà al 145%, in calo rispetto al 151% del 2021, ma superiore di circa 11 punti percentuali rispetto a prima della pandemia. Il debito - sottolinea l'agenzia di rating, che ha rivisto al ribasso l'outlook dell'Italia - diminuirà ulteriormente nel 2023 e si stabilizzerà al di sotto del 143% del PIL in seguito, a causa del rallentamento della crescita nominale e dei maggiori pagamenti di interessi.

Impatto energia, bene diversificazione
La significativa dipendenza energetica dal gas espone l'Italia a ulteriori tagli delle forniture dalla Russia e a un aumento dei prezzi dell'energia. Lo sottolinea Moody's nello spiegare la revisione dell'outlook del rating. L'agenzia sottolinea però anche gli sforzi significativi fatti dall'Italia per diversificare le forniture di gas e la posizione migliore rispetto ad altri Paesi europei.
 

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