Analisi Intermarket Trend Mercati 2016 (1 Viewer)

Dogtown

Forever Ultras Ghetto
S&P500 e petrolio


https://trendmercati.wordpress.com/2016/02/07/sp500-e-petrolio/

Insieme al mercato obbligazionario ed agli spread delle obbligazioni corporate rispetto ai titoli di stato i due mercati che riteniamo chiave in questa fase di mercato sono sicuramente l’indice senior americano, l’indice che meglio rappresenta le corporation USA sui mercati mondiali e l’indice della materia prima che è stata una delle concause della discesa successiva dei mercati e dei timori della fase attuale.
Cominciamo dallo S&P500.
L’indice USA nel lungo termine ha ben delineati i supporti e le resistenze chiave che andiamo a riproporre. Nel breve termine l’indice si è arrestato venerdì su un livello di breve/medio importante perché la tenuta impedirà all’indice di andare al test dei minimi di gennaio.
Al contrario, al rialzo, vi sono diverse resistenze ma l’area intorno ai 2040/2050 secondo noi riveste più importanza della altre oltre naturalmente ai massimi assoluti.
Abbiamo visto che gli utili sono stati oramai rivisti pesantemente al ribasso nonostante i bay back che tendono ad ammortizzare la discesa degli utili con una riduzione delle azioni in circolazione. Abbiamo gli indicatori di sentiment in condizione di pessimismo molto elevato per cui le condizioni per un recupero sono dentro il mercato.
Ma come abbiamo tentato di riportare con le nostre analisi precedenti molto dipenderà dalle prossime mosse delle Banche Centrali.
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Passando invece al petrolio dobbiamo fare alcune considerazioni più approfondite.
Questa volta guardiamo il prezzo del Brent che è un benchmark maggiormente globale rispetto al WTI che comunque con certe differenze tende ad avere movimenti similari.
Come si può notare dai grafici il petrolio ha rimbalzato dai minimi con una certa forza ed è andato a consolidare su livelli di resistenza importante che sono da superare per invertire davvero la tendenza.
Superare i 36 per il brent diventa fondamentale per invertire le tendenze di breve periodo ed anche di medio e trovare dei prezzi più robusti.
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Riteniamo però che per il verificarsi di questa condizione necessitiamo di un movimento della curva dei tassi tale da far capitolare tutti gli operatori che riescono comunque a vendere la produzione a prezzi decenti o attraverso l’hedging o attraverso lo stoccaggio del greggio in giro per il globo.
Stiamo parlando della necessità che la curva del prezzo del petrolio tenda ad appiattirsi ulteriormente. In poche parole è necessario che i prezzi del petrolio sulle scadenze future tenda a scendere maggiormente rispetto ai prezzi attuali.
Sappiamo che non sempre l’appiattimento della curva è positiva per il prezzo del petrolio ma in una fase in cui l’hedging e lo storage sono spinti fino agli estremi, l’appiattimento della curva è necessario per rendere sempre meno profittevole ogni strategia carry ed hedging e liberare il mercato almeno da una parte della produzione in eccesso.
Legare il calo delle piattaforme petrolifere a livello globale e negli Stati Uniti in particolare con l’appiattimento della curva del future sul greggio aiuterà a liberarsi della produzione in eccesso.
Da notare che sul grafico monthly ci sono interessanti divergenze positive tra gli indicatori più classici che confermano che per il greggio potremmo essere vicini ad un punto di svolta.
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Hai/avete fatto un lavoro stupendo, sei/siete due professionisti e la qualità dei vostri report è di aassoluta eccellenza, grazie per tutto quello che fate :bow:
 

masopust

Nuovo forumer
buongiorno a tutti! mi associo ai complimenti agli autori per l'ennesimo approfondimento esaustivo!

in effetti dal punto di vista tecnico la situazione è davvero deteriorata, sul web sono ormai diffusissimi i post che evidenziano le somiglianze grafiche, quasi uguaglianze con il 2008!!
vorrei chiedere a tutti, quante probabilità vedete che si realizzi lo stesso scenario ? se le banche centrali non riescono a trovare un coordinamento, sarà così ?

ho letto anche un'ipotesi interessante che si rifa al 1994, dove la stessa composizione tecnica, sull'orlo del baratro, si risolse in senso opposto, vi sono similitudini non solo tecniche con quel periodo temporale ?
 
buongiorno a tutti! mi associo ai complimenti agli autori per l'ennesimo approfondimento esaustivo!

in effetti dal punto di vista tecnico la situazione è davvero deteriorata, sul web sono ormai diffusissimi i post che evidenziano le somiglianze grafiche, quasi uguaglianze con il 2008!!
vorrei chiedere a tutti, quante probabilità vedete che si realizzi lo stesso scenario ? se le banche centrali non riescono a trovare un coordinamento, sarà così ?

ho letto anche un'ipotesi interessante che si rifa al 1994, dove la stessa composizione tecnica, sull'orlo del baratro, si risolse in senso opposto, vi sono similitudini non solo tecniche con quel periodo temporale ?

In questo momento assegnamo probabilità basse allo scenario simile al 2008 ma mano a mano che il tempo passa e non c'è accordo tra le aree sulle politiche monetarie il rischio della fine della bolla del credito emergente si avvicina (che sarebbe la cosa che potrebbe scatenare una recessione globale).

In un mondo multipolare le decisioni unilaterali possono fare danni ingenti... quando la FED disse che ritardava il rialzo a causa della situazione globale il mercato reagì positivamente..... al rialzo molto meno.

Non ho visto l ipotesi 1994 se ci metti un link gli diamo un occhiata.
 

masopust

Nuovo forumer
In questo momento assegnamo probabilità basse allo scenario simile al 2008 ma mano a mano che il tempo passa e non c'è accordo tra le aree sulle politiche monetarie il rischio della fine della bolla del credito emergente si avvicina (che sarebbe la cosa che potrebbe scatenare una recessione globale).

In un mondo multipolare le decisioni unilaterali possono fare danni ingenti... quando la FED disse che ritardava il rialzo a causa della situazione globale il mercato reagì positivamente..... al rialzo molto meno.

Non ho visto l ipotesi 1994 se ci metti un link gli diamo un occhiata.

eccola, anche se di una settimana fa ormai
Bulls' One Last Fight: In-Depth Technical Analysis - Traders Club
 

Sì possono trovare similitudini grafiche in ogni ambito.... possiamo dire che da un punto di vista tecnico quella configurazione si presenta spesso sui top ma viene anche negata soprattutto su indici molto volatili come il Russell.
Tra l altro i tempi di sviluppo attuali assomigliano di più al 2001/2002 piuttosto che al 2008 o al 1994. Noi che facciamo analisi intermarket vediamo più analogie con il 1997/1998 ma dal punto di vista tecnico i due movimenti si sono diversificati perché il peso degli emerging ora è nettamente superiore.
 
Le attese della Yellen



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Questo grafico è datato 5 dicembre e ci mostra un report prodotto da Thomas Lee ex strategist di JPMorgan passato poi a Fundstrat.
Il buon Lee è considerato un perma bull, uno di quegli analisti sempre positivi che fanno da specchio ai sempre negativi Faber & C.
Lee con questa slide voleva dimostrare che nonostante la divergente politica della FED e della BCE il dollaro ed i mercati azionari nel passato hanno reagito diversamente dal pensiero comune. In diversi casi il dollaro si è indebolito in presenza di questa politica divergente e in molti casi la borsa sei mesi dopo la decisione dei tassi è risultata positiva.
I sei mesi non sono ancora passati, siamo solo a due mesi e quindi tutto è ancora possibile ma attualmente i mercati hanno reagito negativamente a questa divaricazione marcata.
A nostro avviso Lee ha mancato alcuni punti chiave delle ultime decisioni di politica monetaria della FED:
1)Come abbiamo detto più volte la restrizione di liquidità è in corso da tempo in quanto il QE ha di fatto spinto i tassi, la curva dei tassi molto sotto il livello dello zero ed ora sta tornando sopra la parità come mostra anche il modello presentato dalla FED e chi vi abbiamo già mostrato un paio di volte.
2)L’indebitamento esterno in dollari ha raggiunto livelli inimmaginabili rispetto al passato e quindi la sua influenza è nettamente superiore nonostante parte di questo debito abbia riscontro nell’economia reale.
3)Il livello dei tassi raggiunto ha spinto molto più in la la ricerca del rischio rispetto al passato innalzando i valori degli asset sopra il livello di equilibrio anche se non su livelli da bolla.
4)Il ciclo economico globale è in rallentamento, rallentamento causato dalla caduta delle materie prime e dall’aggiustamento dell’economia cinese, di per se fenomeni non necessariamente negative ma che hanno aumentato le divergenze tra le varie aree e il mancato coordinamento delle politiche monetarie.
Domani la Yellen farà la testimonianza semi annuale alla commissione finanza.
Cosa sarebbe auspicabile per far tranquillizzare i mercati?
A nostro avviso la Yellen dovrebbe spostare le decisioni di politica monetaria dal dollaro domestico al dollaro internazionale. E’ la valuta americana utilizzata internazionalmente che sta causando i maggiori problemi sia a livello di debito che a livello valutario.
Orientare la politica monetaria USA ad una maggiore visione internazionale, cosa che sembrava acquisita quando a settembre la FED decise di rimandare il rialzo dei tassi, e che poi è stata smentita a dicembre. Sostenere che la politica monetaria della FED sarà ancorata non solo alla crescita economica USA ma che la stessa crescita economica USA potrebbe essere minacciata da eventi che avvengono esternamente per le recenti decisioni della FED potrebbe segnare un passaggio importante per ricostruire la fiducia dei mercati.
Esporre anche la possibilità di una politica coordinata dei tassi da parte delle principali autorità monetarie potrebbe togliere quell’aurea di guerra monetaria che prima la decisione della BCE (implementazione del QE e tassi negativi sui depositi aumentati) e poi la risposta della BOJ (tassi negativi) hanno confermato ai mercati.
Probabilmente il mercato USA si può permettere un ulteriore approfondimento della crisi ma prima o poi i conti arriverebbero anche li e nonostante un sistema finanziario ripulito le difficoltà di accesso al mercato del credito e dei capitali di questo inizio 2016 devono suonare da campanello di allarme ad imprese che hanno aumentato le leva finanziaria grazie ai bassi tassi.
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masopust

Nuovo forumer
buongiorno a tutti! ho seguito i movimenti dei mercati di ieri e letto qualche nota di agenzia, ma poco approfondita: che opinione vi siete fatti di quanto ha detto la Fed ? come interpretate la reazione dei mercati ? vedo lo Yen in discesa netta
 
buongiorno a tutti! ho seguito i movimenti dei mercati di ieri e letto qualche nota di agenzia, ma poco approfondita: che opinione vi siete fatti di quanto ha detto la Fed ? come interpretate la reazione dei mercati ? vedo lo Yen in discesa netta


buongiorno Masopust

in breve, per adesso sono state dette le cose giuste ma non abbastanza

è stato riconosciuto che la FED deve guardare anche i mercati nel loro complesso prima di fare una prossima manovra, ma si è lasciata troppa enfasi alla economia cinese quasi ad addossare tutta la 'colpa' ad agenti esterni senza ammettere, nemmeno implicitamente, il proprio ruolo fra le concause della crisi
non si è voluto rinunciare alla strategia di rialzo, si è solo detti disponibili a modularlo in relazione ai dati
non si è fatto cenno alla situazione economica interna USA, come se fosse tutto a posto e fosse indipendente al resto del mondo: e quindi, le manovre FED potrebbero tornare a guardare solo il proprio mercato, invece che seguire una strategia concertata con le altre banche centrali

la reazione dei mercati ad ora non è entusiasta: ieri lo SP500 è stato tiepido, anche in rispetto al potere della FED... vedremo se si manterrà calmo nei prossimi giorni
gli europei ... beh si vede

comunque stiamo scrivendo il Trendmercati in cui avremo spazio per un pò di riflessioni più a freddo
( e dopo aver letto con maggior profondità le minute del discorso di ieri)

a presto :)
 

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