Macroeconomia Trend Mercati 2015 novembre (1 Viewer)

Trend Mercati 2015 novembre
Buongiorno!
vi invitiamo a leggere il nuovo Trendmercati, aggiornato a ieri

in questo numero:

tensioni geopolitiche e lori riflessi sui mercati
analisi dei mercati azionari
analisi dei mercati obbligazionari
analisi del cross eurodollaro e commodity
i nostri indicatori Eulero, Codvo e Herakles sulle varie asset class
e per il Laboratorio, la costruzione di un Trading System con le opzioni - parte prima


siete tutti invitati a leggere i report, e a mandarci le vostre domande di approfondimento, su questo thread o in forma privata alla nostra email

buona lettura! :)
 

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  • trend mercati 201511.pdf
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Con un mondo di Yield governativi negativi la domanda che ci dovremmo porre e se servono rendimenti negativi su duration ancora più lunghe?
Per molti economisti keynesini e neo Keynesiani questo intervento dovrebbe colpire i risparmiatori che con i rendimenti nulli o negativi dovrebbero tendere a spostare i propri investimenti sugli asset di capitale e/o più rischiosi (HG e HY) e le banche dovrebbero essere costrette a fare più prestiti.

Purtroppo a nostro avviso ci sono degli elementi negativi che vanno presi in considerazione.
In primo luogo i prestiti crescono se c'è domanda e non solo offerta.
E con le nuove regole introdotte sui cuscinetti di capitale la domanda deve essere di qualità e di questi tempi la qualità scarseggia.

Inoltre tassi negativi vanno a colpire i rendimenti dei fondi pensione e delle assicurazioni e tendono ad abbassare inesorabilmente la percezione dei risparmiatori sul fatto che il proprio capitale non riesce a remunerare adeguatamente le proprie aspettative di rendimento e quindi tende a far aumentare ulteriormente la propensione al risparmio facendo ulteriormente ritardare investimenti.

Occorre quindi valutare con attenzione le prossime scelte della BCE di ulteriore espansione del QE in un periodo di tassi negativi.
 

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Le divergenze in atto sul mercato azionario si riverberano anche nel mercato obbligazionario.
A titolo di esempio la performance settoriale del leveraged institutional loan index con ampie divergenze tra settori.
Uno dei motivi per le sotto performance degli hedge fund tra l'altro
 

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Il mercato corporate europeo di dimensioni ridotte rispetto a quello USA e con un flusso di investimenti senza precedenti pilotato da gestori consulenti ecc. ha raggiunto livelli di valutazione preoccupanti.
Da monitorare i prossimi sviluppi
 

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avvicinandosi la fine dell'anno, si cominciano a fare i bilanci sulle scelte del 2015 e a trarre delle riflessioni per il 2016

il mercato dei bond non può che essere penalizzato dalle aspettative sulle mosse delle Banche Centrali e sulle attese per l'inflazione, e stiamo assistendo a ritorni del fly-to-quality in opposizione a posizioni più favorevoli ad accettare rischi pur di ottenere i rendimenti che molte gestioni devono garantire ai loro sottoscrittori, il tutto in un ambiente falsato dagli eccessi di liquidità immessa nel sistema dai regolatori

la chiave per risolvere questo dilemma non può che essere la gestione del rischio, sola strada che permette l'equilibrio tra rendimenti e attuali opportunità sui mercati
rischio che per altro sta diventando esso stesso una asset class da monitorare e gestire: seguiranno presto alcuni grafici su questa ottica

per ora, riprendiamo i cicli economici secondo la metodologia di Merrill Lynch, che forniscono una guida semplificata ma efficace sugli scenari futuri delle asset class
 

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il problema delle scelte 'obbligate' che spingono gli investitori sulle asset class più rischiose, è proprio quella della misurazione del rischio e delle eventuali manovre di correzione da compiere
se il 'mantra', come noi lo chiamamo dato che viene ripetuto da tutti i private bankers e dalle cosiddette riviste specializzate, è quello di andare verso i rendimenti più alti confidando sulla abbondante liquidità sistemica (una volta erogata dalla FED, ora dalla BCE) , il problema è di gestire il rischio

su questi aspetti è difficile operare, dato che la gestione qui si appoggia anche sulla differenziazione e sulla correlazione interna fra le varie componenti di ciascun singolo portafoglio: ma almeno cercheremo nei prossimi giorni di pubblicare qualche misurazione sul rischio effettivo di alcune classi di obbligazioni
 
due delle principali scelte cui i private bankers stanno spingendo i risparmiatori sono le obbligazioni degli Emergenti ( da qui : EMER) e le obbligazioni High Yeld (da qui : HY)

sul lato dei rendimenti, non v'è questione che rendano di più delle obbligazioni statali europee o amricane: ma per il rischio?
abbiamo trovato serie storiche abbastanza significative, tali da comprendere almeno la crisi del 2008: ecco il grafico
 

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abbiamo calcolato il VAR con 50 giorni di lookback e holding period di 10 giorni:
il lookback serve a rendere abbastanza reattivo, per osservare la variazione dei corsi,
e lo holding period rappresenta abbastanza la capacità operativa di reazione di un investitore medio


dal grafico del VAR vediamo che gli EMER sono più volatili rispetto agli HY
e che il VAR del 2008 degli EMER è stato di circa -40%
mentre gli HY nel 2008 hanno avuto un VAR di circa -20%

questa è la misutazione 'standard' per comprendere quali siano i rischi a cui ci si espone con queste due asset class, nel caso di una grave crisi

ma oltre alla ipotesi di vendita, vediamo se le due asset class siano correlate direttamente o se investire in entrambe crei un vantaggio per la diversificazione
 

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