sono d'accordo, anche io la vedrei in ottica contrarian
tornando al vostro trend mercati di novembre....quante probabilità date alla realizzazione dell'analogia col 2011 ?
possibile che il prossimo calo, se ci sarà, sia una giuntura di acquisto di medio lungo periodo ?
io lavoro nella manifattura, orientata quasi tutto in export, la difficoltà del mercato emergente è pesante, l'onda lunga si sta facendo sentire
siamo vicini alla fine di questo lungo periodo deflazionistico o dobbiamo rassegnarci a conviverci per ancora molto ?
grazie
La risposta ad una simile domanda necessita di un certo tempo.
A nostro avviso al momento lo scenario 2011 è il più probabile sul breve/medio mentre sul lungo penso che rispetto al 2011 siamo molto più tirati e quindi i ritorni non saranno elevati.
Però come già detto non è una scommessa da tutto dentro tutto fuori in quanto la conformazione da top di diversi indici ed in particolare USA deve essere negata attraverso la realizzazione di nuovi massimi.
A nostro avviso il calo verificatosi in queste ultime sedute ha avuto una profondità maggiore di quello che ci attendevamo, ci attendevamo in sintesi un andamento lateral ribassista a scaricare la forza del rally precedente.
Ma riteniamo che dicembre sarà chiave perchè li le decisioni delle due banche centrali che sembrano essere in totale asincronia tra di loro dovranno trovare un adeguata sintesi dai banchieri centrali e dal mercato per essere accettate entrambe senza causare contraccolpi.
L'ipotesi attuale più probabile è che il bear market si sia sfogato cosi come nel 2011. Allora soprattutto verso una parte dei paesi europei, ora verso gli emergenti e che quindi quando questi facessero un bottom il mercato tutto potrebbe ripartire (insieme alle materie prime).
Ma come detto la posizione del mercato leader per eccellenza pone delle riserve a questo scenario così come le valutazioni delle obbligazioni
e gli altri parametri presi in considerazione per cui è una scommessa da fare con una parte modesta del proprio portafoglio o con le dovute coperture nei punti più esposti.
Per quanto riguarda il periodo deflazionistico solitamente esso termina in catastrofe, cioè con una crisi sistemica che costringe le banche centrali a stampare talmente tanto da far ripartire l'inflazione in maniera eccessiva rispetto alle aspettative e questo causa uno spike dei prezzi delle obbligazioni legato al rischio default. In questi anni si sono approntati dei correttivi che sembrano aver limitato questo rischio a spese di una bassa crescita di lungo periodo che però dal punto di vista strutturale pone meno problemi di una crisi violenta.
Ma occorre verificare che i correttivi continuino a funzionare.
Personalmente però la possibilità da parte delle multinazionali di snidare nuove sacche di produzione a basso costo in giro per il globo non si è ancora esaurita mentre in contemporanea la spinta alla contrazione dei redditi in occidente è ancora in corso.
Inoltre una popolazione globalmente più vecchia pone degli ulteriori problemi alle spinte inflazionistiche sui prezzi a favore dell'inflazione degli asset.
Per cui sebbene le quotazioni delle obbligazioni forse hanno raggiunto dei bottom importante dal punto di vista dell'inflazione dei prezzi vedo una ripresa della stessa ma molto molto lenta.
Lo so che non sono stato categorico e non ho dato indicazioni precise ma io e Cesare non vogliamo dare indicazioni ma solo quadri operativi e probabilistici dove muoversi. Le certezze non sono degli uomini.