Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato (4 lettori)

stefanofabb

GAIN/Welcome
15:53:00 Wall Street contrastata: superano quota 21 milioni i licenziati a causa COVID-19
Wall Street contrastata dopo i dati macro che hanno confermato
il forte impatto della crisi corona virus e del conseguente
lock down sui fondamentali dell'economia americana. Il
dipartimento del Lavoro Usa ha reso noto che, la scorsa
settimana, il numero dei lavoratori che hanno fatto per la
prima volta richiesta per ottenere i sussidi di disoccupazione
è stato di 5,25 milioni. Dal dato emerge che i licenziamenti
legati al corona virus sono saliti al di sopra di quota 21
milioni in appena un mese. Gli economisti prevedono che il
balzo dei disoccupati porterà il tasso di disoccupazione a
salire al 15% circa, al record dalla Grande Depressione degli
anni trenta. Reso noto anche il dato sui nuovi cantieri, che
sono capitolati del 7% a un tasso annualizzato pari a 1,35
milioni di unità . Il Dow Jones arretra dello 0,65% a 23.348
punti; il Nasdaq avanza dello 0,88% a 8.467 punti. Lo S&P 500
fa +0,05% a 2784. Milano, Finanza.com

Fonte: FINANZAONLINE
 

Myskin

Forumer stoico
Soprannominato anche il "soffio della morte" .....................ma io spero di no.
LA questione andrebbe risolta in UE abbiamo una banca centrale e deve essere sufficiente.
IMHO

credo la faccenda abbia risvolti più ampi e ci siano di mezzo rapporti di forza che cercano di trovare un equilibrio a loro vantaggio, mi sembra che ci strattonino da una parte e l'altra, un po' fa comodo ma bisognerebbe avere uomini al potere di una certa levatura, cosa che non abbiamo ahinoi, si rischia di accontentarsi delle briciole
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
Grafici cambi:
upload_2020-4-16_17-44-16.png
 

Nemo trader

Forumer storico
Teleborsa) - Cassa Depositi e Prestitiancora in campo a sostegno delle imprese italiane e del territorio duramente colpiti dall'emergenza coronavirus dopo le misure straordinarie per oltre 20 miliardi di euro già varate. La società guidata da Fabrizio Palermo ha, infatti, lanciato sul mercato dei capitali il nuovo Covid-19 Social Response Bondche ha fatto il pieno con una domanda quasi doppia rispetto all'ammontare emesso di 1 miliardo di euro. Gli ordini superano gli 1,9 miliardi per due tranche,3 e 7 anni, con un taglio per ciascuna da 500 milioni. Un'emissione, sottoscritta da oltre 130 investitori istituzionali (il 17% esteri) destinata a sostenere le imprese e le pubbliche amministrazioni nella drammatica fase che il Paese sta vivendo.

Il nuovo Covid-Bond, ha evidenziato l’Amministratore delegato di CDP Fabrizio Palermo "conferma la propria vicinanza al Paese in un momento di grande difficoltà. Grazie a questa operazione CDP supporterà ulteriormente imprese e pubblica amministrazione, in un’ottica di rafforzamento della loro capacità di risposta alla situazione di crisi in atto e di rilancio". La domanda registrata, secondo Palermo, "dimostra la crescente attenzione degli investitori nei confronti di iniziative ad alto impatto sociale e ambientale, oltre a rappresentare un segnale positivo nei confronti dell'Italia".

I fondi saranno utilizzati per finanziare iniziative finalizzate sia a soluzioni di breve termine sia, in linea con la mission di CDP, per sostenere la ripresa economica attraverso investimenti di medio-lungo periodo. Tra le iniziative concrete rientrano la facilitazione dell'accesso al credito per le piccole e medie imprese, sia in forma diretta che indiretta per il tramite del sistema bancario e il supporto finanziario agli enti territoriali per rafforzare il sistema sanitario locale garantendo l'accesso da parte di tutti ai servizi sanitari.

Le due tranche del "COVID-19 Social Response Bond" – emesso ai sensi delDebt Issuance Programme (DIP), il programma di emissioni a medio-lungo termine di CDP dell'ammontare di 10 miliardi di euro – hanno le seguenti caratteristiche: 500 milioni euro, durata 3 anni (aprile 2023) con una cedola annua lorda pari a 1,500%; 500 milioni di euro, durata 7 anni (aprile 2027) con una cedola annua lorda pari a 2,000%. Banca IMI (Gruppo Intesa Sanpaolo), BNP Paribas, Morgan Stanley, MPS Capital Services, Santander, Société Generale eUniCredit hanno agito da Joint Lead Managers e Joint Bookrunners dell’operazione.
 

paul kersey

Nuovo forumer
Ue, Macron: “È il momento della verità, senza un fondo che emetta debito comune il progetto rischia di crollare e vinceranno i populisti”
variant-med_1200x630-obj19421781-1050x551.jpg

Intervistato dal Financial times, il presidente francese ha detto che ora si decide "se l'Unione è un progetto politico o solo un progetto di mercato". Se non diventerà realtà il Recovery fund proposto dalla Francia e appoggiato da Roma "i populisti vinceranno oggi, domani, dopodomani, in Italia, in Spagna, forse in Francia e altrove". Come quando "cento anni fa la Francia, dopo la fine della prima Guerra mondiale, disse che la Germania doveva pagare" le riparazioni: "un errore colossale, fatale". Poi "ci fu il piano Marshall e la gente ne parla ancora oggi"

di F. Q. | 16 Aprile 2020

“È ora di pensare l’impensabile“, titola il Financial Times. E’ la sintesi del pensiero di Emmanuel Macron: intervistato dal quotidiano finanziario nel giorno in cui l’Europarlamento sta votando una risoluzione a favore dei Recovery bond, il presidente francese avverte che l’Ue chiamata a prendere decisioni per rispondere ai danni economici del coronavirus è di fronte a un “momento della verità“. Il momento in cui “decidere se l’Unione europea è un progetto politico o solo un progetto di mercato“. Riecheggiando gli appelli di Giuseppe Conte e Pedro Sanchez alla solidarietà, Macron ammonisce che se non appoggerà le economie più colpite come quella dell’Italia il progetto politico rischia di crollare.

Il presidente francese ricorda che “ogni volta che nella storia abbiamo affrontato una situazione del genere abbiamo fatto errori. Cento anni fa la Francia, dopo la fine della prima Guerra mondiale, disse che la Germania doveva pagare” le riparazioni. “Errore colossale, fatale, che provocò la reazione populista tedesca e l’odio nel resto d’Europa e 15 anni”. Ma “alla fine della Seconda guerra mondiale non ripetemmo l’errore, ci fu il piano Marshall e la gente ne parla ancora oggi”.

“Se ora non facciamo questo – spiega riferendosi al fondo finanziato con debito comune proposto dalla Francia e appoggiato da Roma – io vi dico che i populisti vinceranno. Oggi, domani, dopodomani, in Italia, in Spagna, forse in Francia e altrove. E’ ovvio, diranno se “questi non ci proteggono quando c’è una crisi, non ti proteggono dopo, non c’è solidarietà, quando arrivano i migranti ti dicono di tenerli nel tuo Paese e davanti al virus ti dicono di fare da solo…””. Per lui è esclusa, chiarisce, ogni scelta diversa dalla creazione di un fondo che “possa emettere debito comune con una garanzia comune” per finanziare gli Stati membri in base alle loro necessità e “non in base alla dimensione dell’economia”. Una proposta la cui importanza è stata ribadita anche durante l’Ecofin di oggi da Francia, Italia, Spagna e Portogallo.

I Paesi ricchi hanno una “particolare responsabilità” nei modi di affrontare la crisi, argomenta Macron. Saranno loro a determinare se la Ue è solo “mercato” oppure un progetto politico. “Tutti stiamo dando forti garanzie alle imprese, ma Grecia, Spagna e Italia oggi possono dare gli stessi aiuti di Stato che danno Germania e Olanda? No”. E dopo l’emergenza queste disparità peseranno ancora di più: “Ci vorrà un piano di ripresa coerente dal punto di vista ecologico e sanitario e questo non può essere lasciato al livello nazionale. Angela Merkel e Mark Rutte tengono molto alla nozione di azzardo morale, al fatto che alcuni Paesi hanno fatto sforzi e non possiamo trattarli come gli altri…ma io non sto dicendo di cancellare i debiti del passato, solo che oggi dobbiamo avere un obiettivo comune”.

“Per me la Ue è un progetto politico”, conclude, “abbiamo bisogno di trasferimenti finanziari e solidarietà, solo così l’Europa regge”. Il “fattore umano è la priorità e ci sono nozioni di solidarietà che entrano in gioco, le economie devono essere conseguenti. E non dimentichiamo che l’economia è una scienza morale”.
 

camaleonte

Forumer storico
16 aprile 2020 In un'intervista al Financial Times il presidente francese, Emmanuel Macron, ha messo in guardia su un crollo dell'Unione Europea come "progetto politico" se non appoggerà le economie più colpite, come quella italiana, aiutandole a recuperare dopo l'epidemia da coronavirus. Macron ha detto di aver escluso ogni altra scelta diversa dalla creazione di un fondo che "possa emettere debito comune con una garanzia comune" per finanziare gli stati membri in base alle loro necessità". Per Emmanuel Macron, l'Unione è di fronte a un "momento della verità", "se non facciamo questo oggi - ha detto al Financial Times parlando dei fondi comuni - io vi dico che i populisti vinceranno oggi, domani, dopodomani, in Italia, in Spagna, forse in Francia e altrove". L'Unione Europea "è un progetto politico", ha continuato, "il fattore umano è la priorità e ci sono nozioni di solidarietà che entrano in gioco, le economie devono essere conseguenti. e non dimentichiamo che l'economia è una scienza morale" "Non può esistere un mercato unico in cui alcuni vengono sacrificati", ha detto Macron, "non e' più possibile avere finanziamenti non mutualizzati per le spese che facciamo nella battaglia contro il covid-19 e faremo per la ripresa economica", ha aggiunto. Sarebbe un errore storico da parte dell'Europa pensare che "chi ha sbagliato paghi", ed ha ricordato "l'errore colossale, fatale" che fece la Francia imponendo riparazioni alla Germania dopo la grande guerra, qualcosa che provocò la reazione populista tedesca e il disastro che ne segui'. "E' l'errore che non ripetemmo alla fine della seconda guerra mondiale - ha aggiunto Macron -. del piano Marshall la gente parla ancora oggi". Il presidente d'oltralpe al quotidiano britannico affida un commento anche sulla gestione del virus in Cina che tanto ha fatto parlare di sè in merito alla mancanza di tempestività sulle informazioni "sono successe cose che non sappiamo", ha detto. - See more at: Macron al Financial Times: fondo comune su emergenza o in Europa vincerà il populismo

Macron al Financial Times: fondo comune su emergenza o in Europa vincerà il populismo
 

camaleonte

Forumer storico
"
Come cambia, e come cambierà, il mercato mondiale dell’energia, durante la grande recessione che abbiamo davanti. A offrire interessanti chiavi di lettura è il rapporto del Cer – Centro Europa Ricerche analizza così lo scneario energetico globale, curato dall'analista di geopolitica e energetico Demostenes Floros, autore di "Guerra e Pace dell'energia" e noto ai lettori de l'AntiDiplomatico per un'intervista che ha riscosso molto successo recentemente.


In sintesi, ecco gli elementi principali dell’analisi. Siamo dinanzi alla più grande riduzione della domanda di petrolio mai verificatasi, e l’accordo OPEC plus plus raggiunto il 12 aprile 2020 riduce la sovrapproduzione evitando che i prezzi crollino sotto i 10 $/b, ma non riporta il mercato in equilibrio. Nella seconda metà del 2020, la domanda di petrolio della Cina supererà il livello pre crisi.

Per un gigante che tornerà presto ad andare a gonfie vele, un altro vede scenari foschi davanti a se. I tagli Usa non sono vincolanti, ma il crollo del fracking allontana la leadership estrattiva di petrolio e gas, nonché il sogno dell’agognata indipendenza energetica.


Di contro l’Arabia Saudita non ripete gli errori del passato e si affida al proprio Fondo Sovrano, mentre la Federazione Russa fa leva sulla propria stabilità finanziaria e sulla flessibilità del rublo.




Il tutto, all’interno di un mercato dell’energia destinato a profondi cambiamenti: dalla proprietà privata si tenderà ad andare verso quella pubblica, ci saranno molte fusioni, e le compagnie statali e i Fondi Sovrani acquisteranno una centralità sempre maggiore.

Rapporto Cer - La geopolitica del petrolio
 

Users who are viewing this thread

Alto