Btp da record e tesoretto spread: governo M5S-Pd può far 13 (mld) già prima di iniziare
Non conosce soste il rally dei Btp. La carta italiana fa proseliti anche oggi, questa volta all’unisono con gli altri bond governativi globali complice il riacutizzarsi dei timori recessivi. Il rendimento del Btp a 10 anni è così sceso per la prima volta sotto la soglia dell’1%. Il rendimento del titolo decennale è sceso fino allo 0,97%%, ben sotto il precedente record minimo di 1,039% toccato il 12 agosto 2016. Lo
spread Btp-Bund è sceso fino a 170,8 pb , minimo da maggio 2018.
Dallo scoppio della crisi per mano del leader della Lega, Matteo Salvini, che inizialmente portò all’acuirsi delle tensioni per il rischio elezioni anticipate, lo spread si è successivamente assottigliato con decisione. Circa 70 pb in meno considerando anche il calo odierno che si traducono in consistenti risparmi in termini di spesa per interessi sul debito. Stando a quanto riporta oggi La Repubblica,
uno spread a 100 porterebbe risparmi importanti in termini di minore spesa per interessi: 1,8 miliardi il prossimo anno, 4,5 nel 2021 e 6,6 nel 2022. Un totale di quasi 13 miliardi di euro.
I risparmi non finiscono qui. La correzione dei conti da 7,6 miliardi concordata con l’Europa tra risparmi su quota 100 e reddito di cittadinanza, entrate tributarie extra, maggiori dividendi di Cdp e utili di Bankitalia si ripeteranno nel 2020 per 5,7 mld per effetto trascinamento (calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio), a cui aggiungere 1,9 miliardi di minori interessi sul debito per lo spread a 200. Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari indica poi una possibile flessibilità da chiedere in Europa per altri 12 miliardi:
“Molto più di un tesoretto, per coprire l’Iva e fare politiche per la crescita, rimettere in moto il Paese. Fantascienza? Non proprio. A Bruxelles l’aria è cambiata. E un governo giallo-rosso sembra in grado di rassicurare non solo i mercati, ma anche i vertici europei – a partire dalla presidente Ursula von der Leyen, votata da Pd e M5S – molto più inclini a sconti sulle regole, visto che l’Eurozona si sta avvitando sulla recessione della sua locomotiva: la Germania”. Un triplo assist (Eredità gialloverde, flessibilità dell’Europa, spread a 100) che potrebbero creare le basi per una manovra Pd-M5S più aggressiva del previsto tra taglio delle tasse (cuneo fiscale) e
possibile innalzamento del bonus Renzi da 80 a 125 euro al mese.
Secondo Il Sole 24 Ore la riduzione del cuneo fiscale, il rilancio del pacchetto Impresa 4.0 e su misure concentrate sui redditi bassi, anche da opporre politicamente alla Flat Tax «per i ricchi» di marca leghista, saranno i tre punti dell’agenda di un possibile governo M5S-PD. “In campo c’è l’idea di un «assegno unico» per le famiglie in cui potrebbero confluire le agevolazioni oggi sparse in varie misure scoordinate fra loro. Sul tavolo c’è anche “l’estensione del bonus 80 euro agli «incapienti», cioè ai redditi troppo bassi (fino a 8mila euro) per ottenere lo sconto attuale. Tra le opzioni c’è anche l’
«imposta negativa», un assegno che cresce al diminuire del reddito, mentre perde quota il taglio della prima aliquota Irpef”. [...]
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