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Se si vuole continuare l’esperimento dell’Unione europea e dell’euro devono accadere due cose simultaneamente: che i Paesi del sud si adeguino alle richieste dell’Europa e che l’Europa, in quanto tale, si faccia carico della crescita e della redistribuzione. Questo implica che il cittadino tedesco accetti che l’Europa raccolga tasse per dare un sussidio di disoccupazione a un greco o per costruire una fabbrica o un ponte ad Atene, come faceva un veneto per la Calabria. Al di fuori di questo è pura follia ipotizzare che la distanza tra Grecia e Germania si possa accorciare quando, via austerity, è ormai chiaro a tutto il mondo che può solo allargarsi.
Senza questo cambiamento non solo l’euro finisce, ma finisce malissimo con la Germania circondata dalle macerie in Italia, Spagna, Portogallo, Grecia (140 milioni di europei - mezza Europa) e forse anche in Francia. Se l’Italia accetta di inserire in Costituzione il pareggio di bilancio trasferendo sovranità alla Germania via Europa, la Germania deve accettare che l’Europa tassi i tedeschi per pagare i sussidi di disoccupazione, deve accettare che i greci abbiano qualcosa da dire sulle tasse dei tedeschi esattamente come i tedeschi decidono le riforme in Grecia. Altrimenti la Germania si tiene, lecitamente, i suoi soldi e l’Italia ritorna alla lira con cui ha dimostrato di saper vivere benissimo con i suoi pregi e i suoi difetti. Nel contesto attuale non c’è nessuna possibilità che l’euro sopravviva nel lungo periodo e non lo diciamo noi, ma Padoan quando dice che nessuna unione monetaria funziona senza redistribuzione interna."
SPILLO/ Padoan svela la fine dell'euro sul Financial Times
SPILLO/ Padoan svela la fine dell'euro sul Financial Times
Il Financial Times ha pubblicato ieri un’intervista al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Che ha usato parole molto chiare sul futuro dell’euro, spiega PAOLO ANNONI