Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato IV° (Gennaio 2012 - Dicembre 2012) (12 lettori)

Baro

Umile contadino
Io sono di Roma.:)

Pima di staccare volevo dirvi che mi trovo molto bene su questo Forum, di gran lunga più leggibile, interessante, competente, serio e frequentato da tante brave persone. Leggevo tutti e due i forum e non ho avuto dubbi nell'iscrivermi qua. Il trading è il mio unico lavoro e quindi sarò sempre presente. Spero di non infastidirvi più di tanto!:)

Ho chiuso la seconda operazioncina e adesso esco a subirmi un pò di caldo asfissiante :(:lol:

:ciao: a presto!
Non è così semplice...devi pagare pegno:lol:...cosa dire di Roma,la città eterna...quindi quando ritornerò mi darai delle dritte sugli alberghi...
 

Prospero

Io speriamo...
La quiete prima della tempesta?
Ad ogni modo anche oggi sono riuscito a recuperare un pò di liquidità che prima o poi penso servirà a comprare alla prima ridiscesa.
Già mi sa che c'è poco da star allegri: attenti ai trappoloni che ultimamente sono aumentati sia in frequenza che il potenza ;).

Comunque sia io quando vedo Fbund che scende, cosa volete che vi dica, mi si allarga il cuore!
 
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blackmac

Forumer storico
MILANO, 8 agosto (Reuters) - La crescita del costo del debito in Italia, nel 2011, e la riduzione del credito bancario, dal 2008 al 2011, hanno inciso e talvolta reso insufficienti le possibilità di remunerazione del capitale d'impresa da parte degli imprenditori. Il risultato è una "distruzione" di ricchezza che colpisce in particolare le grandi imprese, mentre migliori sono i risultati del 'made in Italy' e delle aziende medie e medio-grandi. Negli ultimi dieci anni, inoltre, sono cambiate le modalità di finanziamento delle imprese italiane, la cui esposizione debitoria nei confronti delle banche è calata di oltre il 25%.
Questa analisi è contenuta nel rapporto annuale dell'Ufficio studi di Mediobanca, il quale prende in esame i dati cumulativi di 2032 società con sede in Italia, nelle loro attività con ricaduta sull'economia domestica.
Secondo lo studio, nel 2011 il costo del debito è salito dal 5,6% al 6%. Nel contempo, il rendimento netto del capitale (Roi - return on investment) realizzato dalle imprese italiane è stato del 5,8%, ossia insufficiente a remunerare il capitale impiegato nell'industria, sia proprio che preso a debito, il cui costo medio è stato del 7,2%. La differenza tra le ultime due cifre, si legge nell'analisi, costituisce una "distruzione di ricchezza" pari a 1,4 punti percentuali.
Questa tendenza negativa ha colpito in particolare i gruppi più grandi, il cui gap nel 2011 è stato del 5,2%. Inferiore la distruzione di valore sulle imprese medie e medio-grandi (il cosiddetto 'IV capitalismo': -1,3%), mentre le imprese a controllo estero hanno visto una creazione di ricchezza pari a +1,5%, grazie alla elevata redditività del capitale.
Nel 2011, inoltre, il Roe (return on equity) è stato inferiore al rendimento netto degli impieghi finanziari in Btp, passati dal 3,4% al 4,9%. Il differenziale è negativo di 1,5 punti, eccetto per il 'made in Italy' e il 'IV capitalismo'.
Nonostante un aumento del credito bancario nel 2011, la tendenza del triennio 2008-2011 è stata quella di una riduzione dei finanziamenti in arrivo dalle banche italiane pari a 11,5 miliardi di euro in meno, con una "importante contrazione del debito bancario a medio lungo termine" e una contemporanea espansione di quello a breve.
A fronte del credit crunch, poiché negli ultimi tre anni i debiti finanziari complessivi sono comunque aumentati di 6 miliardi di euro, l'ufficio studi di Mediobanca calcola 17,5 miliardi reperiti su circuiti di debito non bancario. In particolare, si tratta di 13 miliardi raccolti con obbligazioni e 4,5 miliardi attraverso finanziamenti intercompany. Di questi ultimi avrebbero beneficiato sopratutto le divisioni italiani di multinazionali o di consociate internazionali.
In totale, nell'ultimo decennio, l'esposizione debitoria delle imprese italiane alle banche è diminuita, passando dal 50,8% del debito finanziario nel 2002 al 37,2% nel 2011.
 

pxfour

Forumer storico
Ancora poco e potrei liberarmi da un paio di incastri (che cedolano è vero ma mi limitano nell'operatività). Il dubbio è : vendere in pari e/o in piccolo gain oppure aspettare per tentare di guadagnare di più ma rischiando (se non si può costantemente monitorare) di continuare a restare incastrati.
Se superano il mio pmc del titolo penso proprio che venderò...
 

ditomito

So di non sapere
Non voglio tirare in ballo il film pulp fiction con frasi del tipo:
"Non è ancora il momento di cominciare a farci i ******** a vicenda."
ma qui togliersi dagli incastri e sudare solo per il caldo basterebbe...

nel senso:
che cosa pensate nei prox giorni (in assenza di importanti market movers)
che farà il mercato ... un possibile rintraccio????

più che un consiglio ... un sondaggio
un saluto a tutti

Ps toh gli stessi dubbi di pxfour....
 
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