Educational e FAQ Trading su Obbligazioni (un cruscotto per i bond) (1 Viewer)

Erunion

Nuovo forumer
Però per verificare bisognerebbe fare qualche studio sulle serie storiche, questione pratica dove si trovano le quotazioni dei CDS corporate, anche solo il grafico, su Bloomberg (il sito libero) non riesco a trovarle facilmente, ad esempio Alcatel.

Altra questione per P.A.T., una volta costruito il sistema come lo alimentiamo? Nel senso che con poche decine di obbligazioni l'aggiornamento con Excel diventa un delirio, figuriamoci con centinaia.

Questi sono due temi molto interessanti, infatti.
Finchè si tratta di tassi IRS e prezzi di bond presenti su tlx e mot, grossi problemi non ce ne sono.
Quotazioni free e continuative dei cds, però, non sono facili da trovare, specie per quelli sub (qualcuno conosce qualche fonte?), ed affidarsi unicamente al crowdsourcing può portare a dei vuoti nelle quotazioni per diversi giorni.

Riguardo al sistema, penso sia importante capire quale sia l'obiettivo finale. Un cruscotto che analizza il singolo bond (alla maino, per intendersi)?
Un cruscotto che sia la sintesi di un database di bond?
Un qualcosa di web che, una volta censito il titolo, sia in grado di autorefresharsi ogni x ore?
 

Erunion

Nuovo forumer
Mi permetto poi di mettere altra carne al fuoco.

Carne al fuoco chiamata Discount Margin per valutare le FRN.

Non è stato affrontato per scelta o, semplicemente, non ci siamo ancora arrivati? :up:
 

Cren

Forumer storico
E due parole sulle conseguenze di ciò non le vogliamo spendere?

Ti do due chiavi di lettura, P.A.T.: l'una complottista, l'altra naive.

Naive

Nessuno comprerà più titoli di Stato di Paesi traballanti stile PIIGS, semplicemente perchè non avrà più modo di assicurarsi.

Conseguenze:
  • sell off prossimo venturo di titoli di Stato PIIGS?
  • Difficoltà a raccogliere capitali alle aste per Paesi "cicala"?
  • Fallimento per difficoltà di finanziamento a tassi crescenti (circolo vizioso)?

Complottista

I grossi fondi che hanno un bel po' di peso politico sostituiscono i CDS con... l'austerity sregolata.

Il banchiere di turno:

«Se non posso assicurarmi con i CDS per via finanziaria, io comunque non rinuncio a quei rendimenti prelibati perchè ci campo. E allora vaffanculo, cittadini! Politicanti corrotti e pressioni sulla classe politica faranno sì che l'austerity sia il mio vero CDS per i tempi a venire».
 

Erunion

Nuovo forumer

Scusa però, sulla questione ho letto tutto e il contrario di tutto, tra cui:

The ISDA ruling is NOT on whether bondholders being forced to take part in restructuring is credit event - that has not happened... yet

Quelli di Markit (Gavan Nolan, nello specifico) ci stanno andando giù pesante con queste risposte ai giornalisti. Hanno anche cinguettato un pdf sulle due domande poste all'ISDA...

Cos'è che mi sfugge, quindi? :D
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Secondo me tutti i modelli basati sulla teoria del doppio leg (ogni obbligazione puo' essere scomposta in una somma algebrica di due parti) vengono a cadere dopo l'ISDA 2012.


Tu compreresti il Portogallo 2037 oggi a 44 sapendo che potrebbero importi in futuro il PSI senza che tu possa coprirti dal rischio ?

Per ora il consensus è che se CACcano gli hold out allora l'ISDA dichiara il credit event con tutte le conseguenze del caso (pagamento CDS ecc).

Per l'entrata in una nuova epoca direi di attendere ancora qualche giorno. ;)
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Per ora il consensus è che se CACcano gli hold out allora l'ISDA dichiara il credit event con tutte le conseguenze del caso (pagamento CDS ecc).

Per l'entrata in una nuova epoca direi di attendere ancora qualche giorno. ;)

Direi che e' un consensus tipicamente Foliano, tipico di chi perdura da mesi e mesi su posizioni oltranziste di "furbi noi" e fessi gli istituzionali.
Oggi ha parlato con maggior realismo sul tema Da Rold su Radio 24: penso sia possibile downladare dal sito il podcast.
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Direi che e' un consensus tipicamente Foliano, tipico di chi perdura da mesi e mesi su posizioni oltranziste di "furbi noi" e fessi gli istituzionali.
Oggi ha parlato con maggior realismo sul tema Da Rold su Radio 24: penso sia possibile downladare dal sito il podcast.

In caso di CACata collettiva & credit event gli unici furbi sono coloro che hanno acquistato i CDS.
E non penso che frequentino in massa il FOL (e nemmeno questo forum). ;)
 

Piedi a Terra

Forumer storico
In caso di CACata collettiva & credit event gli unici furbi sono coloro che hanno acquistato i CDS.
E non penso che frequentino in massa il FOL (e nemmeno questo forum). ;)

L'holdout con il 3/12 che quota 24 ? :V
Questo prezzo mostra che la Cacata la faranno anche se supereranno la soglia minima di adesione. Anche con l'Argentina chi ha pensato di non aderire subito ha fatto poi una brutta fine, passando dalla pentola del PSI di allora alla brace di Stock.
Da Rold non e' un fesso.
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
L'holdout con il 3/12 che quota 24 ? :V
Questo prezzo mostra che la Cacata la faranno anche se supereranno la soglia minima di adesione. Anche con l'Argentina chi ha pensato di non aderire subito ha fatto poi una brutta fine, passando dalla pentola del PSI di allora alla brace di Stock.
Da Rold non e' un fesso.

Il contendere non è se l'holdout sarà premiante bensì se l'ISDA dichiarerà o meno il credit event in caso vengano esercitate le CAC.
Ora il consensus degli analisti (non solo quelli che scrivono sul FOL) è:
nel caso, molto probabile, che le CAC vengano esercitate, l'ISDA dichiarerà il credit event e quindi ci sarà il trigger dei CDS.

Più chiaro così?

Per inciso, martedì temevi che l'ISDA dichiarasse il credit event già il giorno successivo, ora temi che non lo dichiari affatto: credo che avendo la pazienza di aspettare un po' avrai più certezze e meno timori. :up:
Intanto godiamoci questo fine settimana che si preannuncia all'insegna del bel tempo. :cool:

PS:
mi corre l'obbligo di correggere le mie previsioni: sereno sabato, nuvoloso domenica...
 
Ultima modifica:

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& I will remove the world
I Cds Grecia segnalano default in cinque anni al 99%. Ma Atene non è Buenos Aires. Ecco perché

di Vittorio Da Rold
2 marzo 2012


I contratti di Credit-default swap (Cds) sul debito greco a cinque anni sono volati a livelli record, segnalando il 99% di probabilità di default entro il quinquenno sugli schermi Bloomberg.
In presenza della più grande ristrutturazione della storia moderna (cinque volte il default argentino che era solo di 90 miliardi di dollari rispetto ai 357 miliardi di euro di debito greco), che cosa vuol dire questo dato del 99% di probabilità di default, visto che entro l'8 marzo i detentori dei 206 miliardi di euro di bond greci in mano ai privati (gli altri sono 76 miliardi di euro in prestiti Ue-Fmi, 60 miliardi di euro anticipazioni della Bce, 15 miliardi di TBill) dovranno dire se aderiscono o meno allo scambio volontario o ristrutturazione del debito con perdita (haircut) del 53,5% del valore facciale dell'obbligazione?

Atene, nonostante la rassicurazioni di importanti politici europei come il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, che nel maggio 2010 in occasione del primo piano da 110 miliardi di euro dicevano che la Grecia non sarebbe fallita, ora è alle prese con una ristrutturazione del debito, parola più cauta di bancarotta, perché così si pensa di non far scattare (per il momento come detto dall'Isda) il "credit event" e i successivi pagamenti dei Cds di copertura.

Il debito di Atene è una questione molto complessa, perché discutendo del destino di appena 3,25 miliardi di Cds greci netti e di 70 miliardi di euro lordi, si decide, in realtà, della sorte di tutti i Cds del mondo, una montagna di derivati pari a 2.900 miliardi di dollari.
Ecco perché Atene è diversa dalla crisi argentina o di quelle che l'hanno preceduta: 1) ora abbiamo un paese Ocse e dell'eurozona nell'occhio del ciclone; 2) ci sono i derivati e le leve finanziarie a multipli inimmaginabili, nel caso argentino non erano presenti; 3) nel 2005 l'Ecofin, dietro pressioni di Germania e Francia, decise di indebolire lo «stupido» Patto di Stabilità che impediva deficit eccessivi dei paesi eurozona. Oggi a Buxelles 25 paesi su 27 firmano il Fiscal compact, cioè il ritorno all'originario Patto di stabilità che prevede rigore nei conti, sanzioni e pareggio di bilancio.
E Atene? Standard & Poor's ha dichiarato che la Grecia è in uno stato di "selective default", ma le 10 banche e cinque fondi che hanno pertecipato al comitato dell'International Swaps e Derivatives Association (Isda) giovedì 1° marzo 2012 hanno deliberato che per il momento non c'è nessun credit event sui bond greci. Non è una sorpresa. Per ora. Ma il diavolo è spesso nei dettagli e in questo caso è proprio nei dettagli che si annida la sorpresa.

L'Isda si è espressa su due questiti: il trattamento privilegiato riservato alla Bce, che non subirà perdite dalla ristrutturazione, non rappresenta un credit event né tantomeno l'inserimento delle clausole di azione collettiva (Cac) fatto retroattivamente dal parlamento greco nei giorni scorsi. Bene? Cautela. Se non ci fosse un elevata adesione entro la sera del'8 marzo allo swap (scambio) da 206 miliardi di euro con taglio del 53,5% del valore facciale, le cose potrebbero cambiare. L'Isda ha già detto, in passato che l'uso obbligatorio delle Cac per ridurre il debito e cambiare i tassi di interesse potrebbe innescare i Cds.

Se l'Isda, anche in questo caso, non lo farà, allora, ma solo in quel momento, gli investitori avranno seri motivi per mettere in discussione il valore del contratto di assicurazione sul debito sovrano operato dai Cds in generale. Tuttavia c'è ancora tempo per scoprirlo. Almeno fino alla sera dell'8 marzo. La sensazione è che ci siano due fronti contrapposti in battaglia: quelli che si sono assicurati con i Cds sulla Grecia in caso di default e vogliono far scattare il credit event e quelli che hanno assicurato il rischio e che vogliono una ristrutturazione ordinata senza credit event.
Dall'esito di questa battaglia dietro le quinte dipenderà la sorte dei 14-16 miliardi di bond in mano ai piccoli investitori retail privati, di cui 1 in Italia. Si tratta di 7 miliardi di perdite in tutto per i retail, ma saranno un costo politico enorme. Non sarebbe stato meglio alzare dal 53,5% al 55% l'haircut per gli istituzionali e lasciare i piccoli investitori fuori dalle perdite? Chi gestirà la rabbia del piccolo investitore tedesco beffato sui suoi bond greci mentre il suo Governo finanzia la Grecia?
 

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