FTSE Mib Trading PITCHFORK (2 lettori)

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Giorgietto

Forumer attivo
Treasury a 10 anni: segnali di forza
by RICCARDO FRACASSO on 01/12/2022 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI TITOLI OBBLIGAZIONARI, TBOND
A fine ottobre, esaminando il TBOND, si scriveva così:
“I prezzi hanno raggiunto il ritracciamento del 38,2% del vettore A-B, peraltro convergente con i minimi del 2013 (aspetto che ne avvalora l’importanza).”.
Per poi concludere:
“Magari non sta succedendo, ma non mi stupirei se la mano primaria a questi livelli stesse comprando qualcosa.”.
A distanza di un mese:

Da allora i prezzi sono saliti da 111 a circa 114 punti.
Si osservi la formazione di un hammer mensile proprio in corrispondenza di un’area di supporto (aspetto che avvalora l’affidabilità della figura rialzista stessa).
Il tutto in un contesto in cui si affievolisce il rischio tassi che il mercato potrebbe aver sovrastimato.
Inoltre, il mercato obbligazionario è stato protagonista di un notevole picco della volatilità che, pur restando a livelli elevati, è in calo:

In più occasioni, parlando del mercato azionario, ho affermato che il quadro non è coerente con quello di un’inversione rialzista.
Bene, per il treasury lo è e, a mio avviso, potrebbe essere smentito solo nel caso di rialzi dei tassi oltre le aspettative (ipotesi possibile nel caso di ulteriori fiammate dell’inflazione e persistente forza del mercato del lavoro).
Si parla sempre di scenari più probabili e mai di certezze, ed è proprio sulle probabilità che poggiano le strategie d’investimento.
In altre parole: il contesto è tale per indicare l’inversione rialzista come probabile per il mercato obbligazionario e improbabile per quello azionario.
Riccardo Fracasso
come sai a me sto qua non e' mai piaciuto , il tlt si avvia al target del canale week rotto e us10y a quello del tsp ribassista
 

OLDRADA

Forumer storico
non si può più fare nulla su questi mercati...sono totalmente fuori da ogni canone di logica, anche post introduzione QE...

io mi fermo qui e mi trasferisco al casinò...credo di avere più chances lì...
 

ironclad

Pitchfork + Harmonic patterns
come sai a me sto qua non e' mai piaciuto , il tlt si avvia al target del canale week rotto e us10y a quello del tsp ribassista
vabbè i gusti son gusti.........a me non mi pare che abbia detto fesserie sull'obbligazionario, anzi. Comunque al di là di ciò mi pare che sul t bond qua è stata intercettata l'area 119 come zona bottom e i successivi segnali long stiano andando nella direzione giusta. Sul nostro decennale pure, le indicazioni finora si stanno rivelando corrette. Credo siano queste le cose importanti ma sono sicuro che tu ne sei consapevole ;)
 

ironclad

Pitchfork + Harmonic patterns
PIL USA: non c’è trucco non c’è inganno
by RICCARDO FRACASSO on 03/12/2022 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI MACROECONOMICHE, DATI MACROECONOMICI E INDICATORI
I primi 2 trimestri negativi (-1,6% e -0,6%) del PIL hanno significato recessione tecnica per gli Stati Uniti.
Nel terzo trimestre il PIL ha registrato un sorprendente +2,6% (dato pubblicato a fine ottobre e recentemente rivisto persino al 2,9% con la seconda lettura).

Il PIL reale è dato dal PIL lordo al netto dell’inflazione.
Andando in profondità, si scopre che il dato dell’inflazione considerato è il 4,1%:

L’inflazione, quindi, magicamente è scesa al 4,1% dopo mesi trascorsi al 9%.
Nel giro di un mese, simili cali non sono credibili (tant’è che l’ultima rilevazione CPI è del 7,8%) per un indicatore che, tra l’altro, dopo essersi impennato poi scende lentamente.
Appare evidente che per qualche motivo (le elezioni di Mid Term dell’8 novembre alimentano qualche sospetto) il dato è stato distorto per consentire una sovrastima del PIL reale che, altrimenti, avrebbe offerto la terza rilevazione trimestrale consecutiva negativa.
Com’è evidente che i mercati non stiano scontando uno scenario recessivo con cui prima o poi dovranno fare i conti.
Giustamente c’è grande attenzione per la pressione sui prezzi, ma in futuro potrebbero essere altri dati (recessione, disoccupazione in salita, utili aziendali in calo, ecc.) a costringere la FED a modificare la propria politica monetaria pur in presenza di un’inflazione ampiamente superiore al target del 2%.
Riccardo Fracasso
 
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