Tobin Tax: banca Sella la calcola a 0,22% (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
nel senso che...
se è Banca Sella mi metto al telefono e comincio ad ingiuriare


se invece sono i nostri governanti economisti [ricordo che la Tobin è stata introdotta dal governo tecnico formato da docenti in economia] devo dedurre che sono dei veri asini che non sanno produrre uno speciment di calcolo corretto.... sperando che siamo tutti ignoranti e privi di calcolatrice
 

tontolina

Forumer storico
Riprendo l'esempio e vedo di fare il calcolo che Per me dovrebbe essere corretto
Esempio:
acquisto di 10 contratti di opzioni su ENI CALL strike 16 al prezzo di eseguito di 1,51.


e naturalmente parto da UN contratto
Valore nozionale=1,51x500x16=12080
quello calcolato da Banca Sella è il premio


la tabella dice che la tobin tax su questo contratto mè 2,5€/5=0,5


pioche i contratti sono 10 se ne deduce che la tobin da pagare è di 5 euro
 

tontolina

Forumer storico
Ecco perché la Tobin Tax è incostituzionale

Sergio Paleologo
Caos normativo, volumi degli scambi in calo e un’assurdità: l’accertamento costa più del prelievo
Ecco perché la Tobin Tax è incostituzionale | Linkiesta.it
30 August 2013
La Tobin tax rischia di battere tutti i record. Voluta dal governo Monti in anticipo rispetto all’Europa, oltre a portare un gettito che ottimisticamente non supererà il 20% di quello dichiarato (1,1 miliardi di euro), viola alcune norme costituzionali (il risparmio va tutelato nelle sue forme che non possono avere tassazioni difformi a parità di sottostante).

Infatti la FTT (il vero nome della Tobin Tax è Financial Transaction tax) esclude alcune tipologie come i prodotti del risparmio gestito e assicurativo, quindi fondi comuni di investimento e unit linked per intenderci. Se non bastasse la Tobin tax distrugge il Pil perchè si applica non alla residenza ma al luogo di transazione.


Da marzo, quando è stata introdotta la media dei volumi giornalieri sulle azioni domiciliate in Italia è scesa a 2,8 miliardi di euro, dai 4,55 dei primi due mesi del 2013 (dati Thomson Reuters).

Ci saranno state altre cause, ma la coincidenza è troppo grande per non essere indicativa.

Fin qui nulla di nuovo, purtroppo.

L’ultimo record sta nell’incertezza prodotta.

A luglio doveva entrare in vigore la tassa sulle transazioni legate ai derivati. È slittata al primo settembre con pagamento a partire dal 16 ottobre.



Mancano poche ore all’avvio della seconda tranche della tassa ma lo Stato ancora non ha chiarito tutte le modalità e le specifiche tecniche. Il 22 agosto il dipartimento delle Finanze ha pubblicato on line una serie di risposte alle domande più frequenti e soprattutto uno schema di consultazione.
Entro il 30 agosto (oggi, ndr) operatori o semplici cittadini possono mandare suggerimenti non vincolanti per definire lo schema finale del decreto.

Immaginiamo che in un week end non possa essere definito nulla di preciso. Tanto meno decreti attuativi.

Altro caos, altri rinvii o ritardi. La maggior parte dei broker o delle società specializzate non ha certezze.

La stessa Borsa Italiana ci conferma di essere in attesa di delucidazioni. Così mentre si discute di nuove imposte transgeniche sulla casa (un terzo patrimonio, un terzo reddito e un terzo servizi) l’Italia conferma una perversione fiscale che non ha eguali.

Alcuni operatori finanziari che hanno declinato l’invito a commentare l’incertezza normativa auspicano che slitti in attesa che entri in vigore la tassa gemella europea. «Intanto l’incertezza è devastante», spiega a Linkiesta Massimo Siano responsabile delle attività commerciali in Italia, Francia e nel Principato di Monaco per Etf Securities.

«Stiamo registrando un crollo dei volumi sottostanti del 24%. Un dramma doppio.

L’Italia è all’avanguardia nel trading on line con aziende di ottimo livello tecnologico e questa tassa rischia di decapitare l’unico comparto bancario in crescita.


Inoltre l’imposta toglie volumi e liquidità e quindi in generale penalizza la Borsa e quelle società che sui listini avrebbero potuto cercare un credito alternativo.

Dal momento che le banche non finanziano più le imprese l’alternativa sarebbe stata appunto la Borsa».


Insomma come buttare il bambino assieme all’acqua pulita. Sul fronte europeo, dopo il fallimento della Ue nella ricerca di un consenso unanime sulla FTT, 11 Stati membri hanno presentato una richiesta alla Commissione europea di introdurre una tassa in base alla procedura cosiddetta della cooperazione rafforzata. «Così com’è, la proposta potrebbe imporre una tassa del 0,1% su tutte le transazioni finanziarie aventi ad oggetto azioni e obbligazioni e dello 0,01% su tutte le transazioni in derivati che si svolgono all’interno o che coinvolgono attori degli 11 Stati membri dell’Unione europea che prevedono di adottare la normativa», spiega Suzanne Van Dootingh, Head of European Regulatory Strategy di State Street Global Advisors.

«Questa è la prima volta che la cosiddetta "cooperazione rafforzata" viene utilizzata per una legge così importante». Per non dimenticare l’impatto a livello retail. «Il peso dell’imposta potrebbe , in effetti, essere passato all’investitore finale che quindi», conclude Suzanne Van Dootingh, «riceverebbe rendimenti netti inferiori per quasi ogni tipo di strategia di investimento e di prodotto (con un impatto più grande su reddito fisso e derivati)».



E se i dubbi restano per l’Europa, figuriamoci per l’Italia.


Ovviamente stiamo omettendo la difficoltà di applicare un’imposta come la FTT piena di tecnicismi ed esclusioni.

Tra l’altro la prima tassa il cui accertamento è più costoso del valore stesso del prelievo. Assurdo.

Non troppo, però, in un Paese dove gran parte delle imposte sono formate da stratificazioni successive di difficile interpretazione.

Pur non esistendo una correlazione numerica tra la difficoltà di calcolare una tassa, la percentuale di evasione e quella di riscossione.



Sicuramente usando un metro spannometrico si può vedere che il link sussiste. A complicare le cose c’è un altro aspetto. Nel nostro Paese, che, come abbiamo già scritto, fa principalmente propaganda anti evasione, il balletto dei numeri è formidabile e serve solitamente per sostenere tesi politiche. E la trasparenza diventa un miraggio.



Un esempio da letteratura risale agli inizi del 2011 quando l’allora ministro Giulio Tremonti dichiarò di aver recuperato 35 miliardi dalla lotta all’evasione citando dati relativi all’esercizio 2009 e mischiando due segmenti diversi tra loro. Circa 26 miliardi di euro si riferivano alla maggiore imposta accertata (Mia) nel 2009 e altri 9 agli incassi riscossi dall’attività di accertamento nello stesso anno. Circa un anno dopo il Nens (osservatorio fiscale vicino a Vincenzo Visco) ha fatto le pulci a quelle dichiarazioni. Innanzitutto sulla cifra di 9 miliardi spiega che, «poiché l’attività di accertamento ha un suo andamento nel tempo, non ha alcun senso attribuire i valori riscontrati in quell’anno interamente al recupero di evasione del medesimo periodo: ciò che conta è la variazione degli accertamenti e delle riscossioni da un anno all’altro».
Nel 2008 la Mia accertata era di 20 miliardi e gli incassi da accertamento 6,9. Il differenziale complessivo tra le due voci è stato di 8,6 miliardi (6,4 di Mia e 2,2 di accertamenti). «Tuttavia, neppure gli 8,6 miliardi possono costituire un riferimento definitivo, perché, come recentemente riportato dalla Corte dei Conti: «la maggiore imposta accertata definisce solo una pretesa erariale, che prima di acquisire il requisito della certezza e della stabilità (maggiore imposta definita) dovrà superare il vaglio di un contraddittorio e dell’eventuale contenzioso», aggiunge il Nens. Secondo l’Agenzia delle Entrate nel 2008 il rapporto tra Mia e imposta riscossa è stato circa del 10%. Nel 2009 si è avvicinato al 15%. Dunque su quei 6,4 miliardi di Mia l’introito vero non ha superato il miliardo di euro. Degli atri 2,2 miliardi da accertamento stando alla Corte dei Conti solo 1,7 è effettivamente legato a illeciti. Il rimanente arriva da errori di forma o ritardi. In sintesi sui 35 miliardi annunciati da Tremonti nel 2011 solo 2,7 sono recupero da evasione. Meno del 10 per cento.
Ogni anno la percentuale di incassi aumenta, ma la tara da fare in proporzione non si discosta da quella usata per Tremonti.

Nel 2011 la Mia è stata di circa 30 miliardi e l’incasso da accertamenti di 12,7 miliardi. Il 15,5% in più rispetto all’anno precedente.

I conti sono presto fatti.

Lungi da noi sminuire chi lotta quotidianamente contro l’illegalità (il plauso va alle Fiamme Gialle) vorremmo però trasparenza sui numeri. Solo così si potrà dare un corretto giudizio al sistema impositivo. Se invece le leggi vengono costruite come il gioco delle tre carte è chiaro che alla politica non conviene né fornire dati esatti sulla lotta all’evasione né numeri precisi sul gettito di certi sistemi impositivi. Come quello inventato sul lusso lo scorso anno o come la Tobin tax quest’anno. Che non finirà di riservare sorprese. D’altronde in una democrazia parlamentare i cittadini dovrebbero permettere solo ai parlamentari di occuparsi della cosa più importante: il Fisco. In Italia non avviene.
 

indice

Forumer storico
Il mercato italiano con le opzioni era gia' il più difficile ed il meno conveniente da tradare ora con la tobin tax e' proprio da dimenticare.
Ci sono tanti mercati, che non applicano le furbate dell' amico degli yenki, che si e' venduto a loro, per cui tradiamo altrove ..... :) altri mercati meno esasperati.
 

tontolina

Forumer storico
Il mercato italiano con le opzioni era gia' il più difficile ed il meno conveniente da tradare ora con la tobin tax e' proprio da dimenticare.
Ci sono tanti mercati, che non applicano le furbate dell' amico degli yenki, che si e' venduto a loro, per cui tradiamo altrove ..... :) altri mercati meno esasperati.
io facevo opzioni e la mia operatività ora è scesa del 90%

adesso spero che facciano dei certificates su azioni ed indici stranieri... almeno provo con quelli


ma sono lenta.... faccio fatica a cambiare .....
anche le mibo ed il fib sono nel dimenticatoio
 

indice

Forumer storico
io facevo opzioni e la mia operatività ora è scesa del 90%

adesso spero che facciano dei certificates su azioni ed indici stranieri... almeno provo con quelli


ma sono lenta.... faccio fatica a cambiare .....
anche le mibo ed il fib sono nel dimenticatoio

Lenta, tu ? ....... Non farmi ridere......, sei troppo modesta.......
Se ti piace fare le opzioni spostati in Europa su
Eurostoxx, dax e bund e non pagherai nulla oltre le commissioni.
alla faccia dei nostri venduti, mangia pane a tradimento che
Ci hanno portato solo alla rovina;
contrattazioni migliori e meno manipolazione del ftsemib.
lascia perdere i certificates :)
 
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
da Al via la Tobin tax anche sui derivati

tobintaxderivati.png
Nel dettaglio:​
- Future Ftse Mib: 0,15 euro ( per l’acquisto di 1 contratto )​
- Mini future Ftse Mib: 0,075 euro ( per l’acquisto di 1 contratto )​
- Stock future su azioni: 0,10 euro​
- Opzioni Mibo e Iso Alfa: 0,015 euro​
- Certificates sull’indice Ftse Mib: 0,015 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
- Certificates sulle azioni italiane: 0,10 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
- Cw sull’indice Ftse Mib: 0,015 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
- Cw sulle azioni italiane: 0,10 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
Un modo per evitare la Tobin tax sui derivati è quello di usare strumenti che abbiano come sottostante indici stranieri, ad esempio il Dax, l’S&P 500 oppure l’Eurostoxx.
In tema di Tobin tax sul mercato azionario vi consiglio di leggere anche il mio precedente articolo cliccando su questo link
Solo una classe politica di ignoranti poteva concepire una tassa così autolesionista.
Non è mai troppo tardi per cambiare idea ed abolire questo ennesimo balzello che penalizza l’Italia!​
Ricordo ai nostri parlamentari che cambiare idea non è un segno di debolezza ma al contrario di forza e di intelligenza…​
 

tontolina

Forumer storico
da Al via la Tobin tax anche sui derivati

tobintaxderivati.png
Nel dettaglio:​
- Future Ftse Mib: 0,15 euro ( per l’acquisto di 1 contratto )​
- Mini future Ftse Mib: 0,075 euro ( per l’acquisto di 1 contratto )​
- Stock future su azioni: 0,10 euro​
- Opzioni Mibo e Iso Alfa: 0,015 euro​
- Certificates sull’indice Ftse Mib: 0,015 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
- Certificates sulle azioni italiane: 0,10 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
- Cw sull’indice Ftse Mib: 0,015 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
- Cw sulle azioni italiane: 0,10 euro ( per 10.000 euro di controvalore )​
Un modo per evitare la Tobin tax sui derivati è quello di usare strumenti che abbiano come sottostante indici stranieri, ad esempio il Dax, l’S&P 500 oppure l’Eurostoxx.
In tema di Tobin tax sul mercato azionario vi consiglio di leggere anche il mio precedente articolo cliccando su questo link
Solo una classe politica di ignoranti poteva concepire una tassa così autolesionista.
Non è mai troppo tardi per cambiare idea ed abolire questo ennesimo balzello che penalizza l’Italia!​
Ricordo ai nostri parlamentari che cambiare idea non è un segno di debolezza ma al contrario di forza e di intelligenza…​

anche gli ETF sono esenti da Tobin
vero?
 

tex65

Forumer storico
Provo a riprendere in mano l'applicazione della t.t. parlando della sua applicazione pratica nel reale, lasciando da parte la lettura soggetta a molte interpretazioni della normativa, riferendomi al solo caso del MINIFIB partendo dagli addebiti sul mio c/c:
B.Sella
02/09 2 ctr (1 op.)
03/09 2 ctr (2 op.)....PI IMP DER IV WAR E CW 0,08 e.
04/09 2 ctr (1 op.)....PI IMP DER IV WAR E CW 0,16 e.
05/09 4 ctr (3 op.)....PI IMP DER IV WAR E CW 0,08 e.
06/09 7 ctr (4 op.)....PI IMP DER IV WAR E CW 0,24 e.

Fineco
02/09 9 ctr (6 op.)
03/09 4 ctr (3 op.)
04/09 4 ctr (4 op.)
05/09 4 ctr (2 op.)
06/09 4 ctr (2 op.) FINORA NESSUN ADDEBITO

Considerazione 1:
Mi sembra che B.Sella sia stata tempestiva sia nel dare documentazione (seppur di difficile interpretazione e non per colpa loro) che nell'addebito.
Pero' mi sembra che il costo, addebitato il giorno seguente:
- da 0,075 sia arrotondato sempre a 0,08 (a loro vantaggio).
- ma non doveva essere 0,04 per il MINI e 0,075 per il FIB grande?
- che questo costo 0,08 * X sia riferito non al n° di ctr scambiati ma al n° di operazioni (!).
Fineco invece vive ancora nel mondo dei sogni e ci addebiterà poi tutto insieme, magari copiando quello che fanno gli altri.
Considerazione 2
Mi sembra che sul MINIFIB il peso tra acquisto e vendita sia ridicolo = 1,6 pp. indice PER NOI, non so se sia superiore al costo della contabilità (pensiamo ai nuovi software per le banche e al personale che si occupa di contabilità nelle amministrazioni statali), e a chi vanno questi spiccioli (speriamo vadano a chi ne ha bisogno e non ai soliti politici).
Chiaro che viene voglia anche solo per protesta di utilizzare il future e.stoxx50 che costa c.a 1,5 volte il mini e che ha comportamento molto simile, e credo leva un pochino piu' elevata (10 e. per pp.).
Spero di aver cosa gradita ed attendo anche le vs esperienze e commenti. bye
 
Ultima modifica:

Tatanka

Forumer storico
Buongiorno , premesso che non ho parole per l'ennesima cagata all'italiana..

ma secondo me anche l'esempio e' sbagliato
parlo del primo relativo a 2 contratti fib

il valore nozionale del fib = 16505 *5= 82525 quindi soggetto a una tassa di 0,75 che divisa/5 poche su mercato regolamentato =0.15
a questo punto dovrei moltiplicare 0.15* 2 ( contratti)= 0,30

secondo me e' cosi il metodo corretto altrimenti ci sarebbe differenza tra comprare 2 fib con un'operazione e comprarne 2 con due operazioni distinti da 1 contratto l'una.

correggetemi se sbaglio.



Banca Sella comunica....
https://www.sella.it/ita/other/tobin-tax.jsp
TOBIN TAX



Aggiornamento al 12/08/2013


Introduzione dal 1° settembre 2013 della tassa sulle transazioni finanziarie applicata agli strumenti derivati

Strumenti finanziari soggetti alla tassazione
A decorrere dal 01/09/2013 la tassa verrà applicata in misura fissa, ed in base alla tipologia di strumenti e del valore del contratto (valore nozionale), sull'acquisto e sulla vendita di strumenti finanziari derivati che abbiano come sottostante prevalentemente azioni e/o altri strumenti finanziari partecipativi emessi da società residenti nel territorio dello Stato, inclusi warrants, covered warrants e certificates. Gli strumenti finanziari ed i valori mobiliari sono soggetti ad imposta a condizione che il sottostante, o il valore di riferimento, sia composto per più del 50 per cento del valore di mercato degli strumenti assoggettati a Tobin Tax, ovvero azioni di Società italiane aventi capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro (al 30 Novembre 2012) a prescindere dal paese o dal mercato in cui tali società sono quotate.
Definizione di Valore Nozionale
Il Valore Nozionale è il valore dell'attività finanziaria a cui si riferisce un contratto derivato.
Modalità di applicazione tassa
In base alla tipologia di strumento, l'importo fisso (espresso in Euro), determinato per il calcolo della Tobin Tax, viene applicato in merito al valore del contratto (valore nozionale) come descritto nella seguente tabella ed è prevista una riduzione dell'imposta a 1/5 per le operazioni disposte sui mercati regolamentati o MTF (sistemi multilaterali di negoziazione)
Valore nozionale del contratto

tobin-tax-derivati.png


Modalità di calcolo del Valore Nozionale ed esempi di applicazione dell'imposta
Le modalità per determinare il valore nozionale degli strumenti derivati, warrants, covered warrants e certificates, ai fini dell'applicazione dell'imposta è:
- Per i contratti future su indici, il numero di contratti moltiplicato per il numero di punti indici in base ai quali è quotato il contratto per il valore assegnato al punto indice;

Esempio:
vendita di 2 contratti FIB al prezzo di eseguito di 16505
Il calcolo è il seguente: 2 (numero contratti) x 16505 (prezzo di eseguito) x 5 (valore del punto indice) = 165.050 Valore Nozionale.
Tassa applicata = 3,75/5 (vedi tabella applicazione imposta) = 0,75€

- Per i contratti future su azioni, il numero di contratti standard moltiplicato per il prezzo del future per la dimensione del contratto;

Esempio:
vendita di 3 contratti di stock future su ENI al prezzo di eseguito di 17,05.
Il calcolo è il seguente: 3 (numero contratti negoziati) x 17,05 (prezzo di eseguito) x 500 (titoli sottostanti/dimensione del contratto) = 25.575 Valore Nozionale.
Tassa applicata = 2,5/5 (vedi tabella applicazione imposta) = 0,5€

- Per le opzioni su indici, il numero di contratti moltiplicato per il prezzo del contratto espresso in punti indice moltiplicato per il valore assegnato al punto indice;

Esempio:
vendita di 10 contratti MIBO CALL strike 16.000 al prezzo di eseguito di 1140.
Il calcolo è il seguente: 10 (numero contratti) x 1140 (prezzo di eseguito ) x 2.5 (valore del punto indice) = 28.500 Valore Nozionale.
Tassa applicata = 0,375/5 (vedi tabella applicazione imposta) = 0,075€ (arrotondato a 0.08€)

- Per le opzioni su azioni, il numero di contratti moltiplicato per prezzo del contratto moltiplicato per la dimensione del contratto:

Esempio:
acquisto di 10 contratti di opzioni su ENI CALL strike 16 al prezzo di eseguito di 1,51.
Il calcolo è il seguente: 10 (numero contratti) x 1,51(prezzo di eseguito) x 500 (titoli sottostanti/dimensione del contratto) = 7.550 Valore Nozionale.
Tassa applicata = 0,5/5 (vedi tabella applicazione imposta) = 0,1€

- Per i warrants/covered warrants/certificates, il numero di warrants/covered warrants/certificates, acquistati, sottoscritti o venduti moltiplicato per il prezzo di acquisto o vendita;

Esempio:
vendita di 200.000 CW emessi da Unicredit, sottostante Ftse Mib CALL 15.000 al prezzo di eseguito di 0,24.
Il calcolo è il seguente: 200.000 (numero contratti) x 0.24= 48.000 Valore Nozionale.
Tassa applicata = 0,375/5 (vedi tabella applicazione imposta) = 0,075€ (arrotondato a 0.08€)

Gli esempi riportati hanno carattere puramente indicativo.
La tassa applicata è ridotta ad un quinto perchè i derivati dell'esempio sono trattati su mercati regolamentati.
Addebito in conto corrente
Provvederemo ad addebitare quotidianamente l'imposta dovuta per le operazioni disposte dal 1° settembre 2013.
Sarà presente in conto corrente una sola voce di addebito per ogni singolo strumento derivato negoziato, indipendentemente dal numero di operazioni eseguite sullo stesso prodotto. La descrizione del movimento contabile sarà "PI imposta deriv war e cw".
 

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