Thread serissimo Macroeconomico: Liquidità, Inflazione e Asset (2 lettori)

Ignatius

sfumature di grigio
Dopo che IQF è stato lanciato (ed è in fase di sonno REM, pardòn di sedimentazione) un accurato studio collettivo per rivedere alla radice il concetto di PIL,
ebbene,
ora m'è venuto un altro dubbio.

Sull'inflazione.

Prendiamo il caso statunitense.

La Banca centrale sta fabbricando ogni mese 85 miliardi di liquidità, per aiutare lo Stato a indebitarsi più facilmente e le Banche a ripulire i propri bilanci dei mutui prime o subprime che siano.

Da giovane, mi avevano detto che se
in un sistema economico ci sono 10 pere e 10 euro di banconote in circolazione,
e ogni pera vale 1 euro,
e improvvisamente la banca centrale fabbrica altri 10 euro,
visto che le pere son sempre 10,
quello che s'ottiene è che ogni pera vale 2 euro.

Inflazione.




Ma ora gl'indicatori ci dicono che, controintuitivamente rispetto a quello che c'aspetteremmo, la clamorosa immissione di liquidità negli USA non sta causando (particolare) inflazione.

Come mai?
1) L'inflazione potenziale viene compensata dalla maggior efficienza (i costi di produzione scendono grazie all'automazione e all'informatica, e ciò assorbe la spinta inflattiva), oppure
2) la teoria che le masse monetarie influiscano sull'inflazione è una qazzàta, oppure ancòra, la scelta che piace di più ad uno studioso rivoluzionario come me,
3) l'inflazione, attualmente, viene misurata col qulo.


Ovvero: le masse monetarie incontrollate generano inflazione, come previsto, ma l'inflazione non viene rilevata.
"Com'è possibile?" chiederanno i tre lettori di questo thread che ancòra non si sono addormentati.

La mia ipotesi - da cui nasce l'idea di riformare il concetto di inflazione dopo quello di PIL - è la seguente (e potrebbe essere coerente coi fatti rilevati).


Le masse monetarie della Banca Centrale arrivano alle banche.
Le masse monetarie vengono investite - direttamente e indirettamente, in modo strutturato o plain vanilla, con leva o senza - nelle borse e nell'immobiliare.

I prezzi di borsa e delle case salgono (oppure non scendono, cosa che magari in un mercato meno allagato di liquidità accadrebbe).


Ma è possibile tutto ciò? Non s'era detto che il mercato ha sempre ragione, che i prezzi riflettono gli utili futuri, e che quindi la moneta disponibile non c'entra niente con le quotazioni di borsa?
Stocàzzo, direi io accademicamente. La storia ci insegna che esistono le bolle e i crolli di liquidità.



Pertanto, secondo me, occorre provare a suggerire proposte volte a includere, nell'inflazione, le variazioni "artificial/bollistiche" dei prezzi degli asset finanziari e non.




Per ora mi congedo, conscio di aver illuminato molte menti che brancolavano nelle tenebre, ma poi ritornerò (magari non sùbito, ché debbo preparare il mio discorso di accettazione dell'imminente premio Nobèl per l'Economya).



Augh.



Prot.
 

Ignatius

sfumature di grigio
troppo lungo Igno, fai un sunto di 6 righe max

ke sta mattina ciò kodesto da smanettare

Vedi l'allegato 256621

Speravo fosse l'ultimo numero di Penthouse. :( :sad:

In 6 righe:
1) Mi insegnarono che stampare moneta fa aumentare l'inflazione, ma negli USA ciò non si sta verificando.
2) Quindi qualcosa non torna. Deve esistere - si ipotizza - un'inflazione che non viene misurata.
3) Si noti che l'inflazione "ufficiale" misura solo il prezzo dei beni di consumo
4) La stampa di dollari sta gonfiando i prezzi delle azioni e degli immobili (o sta evitando che i prezzi correggano)
5) Occorrerebbe trovare un modo di includere nell'indice dell'inflazione gli effetti distorsivi/bollistici delle reiterate iniezioni di liquidità
6) L'inflazione così rielaborata IQF non dovrebbe più chiamarsi CPI (consumer price index) bensì GPI (global price index).
 

superbaffone

Guest
c'è un errore alla base, aumentano gli euro ma aumentano anche le pere, non vedi quanti iphone e ipad vendono? :-o
 

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