Thread @ personam: f4f, è vero che ci son troppi avvocati in Italia? (1 Viewer)

Ignatius

sfumature di grigio
Non ho letto l'articolo, ma se qualcuno ce l'ha con gli avvocati è una cosa buona a prescindere e va condivisa. :up: :up: :up:
 

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f4f

翠鸟科
Ci vorrebbe una disinfestazione mirata su base federale?


:up: hai ragione

pare, forse, magaripuòdarsi, che sia un retaggio della dominazione spagnuola
Predominio spagnolo in Italia - Wikipedia

autorevoli fonti ( il web ) sono espliciterrime :-o

Il Mezzogiorno d’Italia non è sempre stato misero. Era uno stato floridissimo al tempo della monarchia sveva che aveva abolito il feudalesimo, che poi è ricomparso con le successive dominazioni. La cultura vi fioriva con lo Studio napoletano e la scuola medica di Palermo. Erano state abolite le dogane interne, tre secoli prima che in Europa. C’erano grandi porti e potenti arsenali a Napoli, Brindisi, Salerno, Amalfi e Messina. Vi prosperava l’industria del cotone e dello zucchero. Lo Stato cedeva quasi gratuitamente le terre perché vi si piantassero le viti. Con la dominazione spagnola tutto cambia: ogni decisione è rimessa alla volontà del re; un rigido sistema di tutele e di divieti impediva che nel paese si formasse una borghesia industriosa. Due furono le cause principali della rovina del Mezzogiorno: la prima fu l’enorme estensione delle proprietà ecclesiastiche, la seconda la politica tributaria del governo vicereale. “Le vaste e smisurate ricchezze degli ecclesiastici-scrive lo storico meridionale Pietro Giannone-sono una evidente cagione della nostra miseria”. Giannone calcolava che se si fosse diviso tutto il regno in cinque parti, si sarebbe visto che gli ecclesiastici ne possedevano i quattro quinti. “Come si poteva formare il Terzo Stato se la Chiesa sequestrava tutta la terra?”, si domandava Arturo Labriola, socialista napoletano.


L’unico ceto medio che si era potuto formare era quello degli avvocati che il Colletta chiama “la peste del reame di Napoli”. Gli avvocati crescevano in misura del disordine delle leggi e dell’arbitrio governativo e padronale. Era questa la sola borghesia del Mezzogiorno. Alla fine del Settecento soltanto a Napoli se ne contavano 6.214. In tutto il regno i “tribunalisti”, gli avvocati, i “mozzaorecchi”, erano 26.000.
 

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