There's no free lunch (1 Viewer)

Fleursdumal

फूल की बुराई
There’s no free lunch ( www.usemlab.com )

(22/11/02) Una delle lezioni che i mercati insegnano sistematicamente è che non esistono pasti gratuiti. Al fondo di ottobre la quantità di short era estremamente elevata. Tempo fa alla CNBC Maria Bartiromo, piuttosto sconsolata, si chiese: in questo mercato sembra che l’unica maniera per fare soldi sia shortare. Nessun contrariaran indicator migliore di questo. Molti dei trader che alla stessa maniera del 1999-2000 pensavano di avere scoperto il modo facile di fare soldi, allora comprando e rivendendo più alto, oggi vendendo e poi ricomprando più basso, sono stati delusi e puniti duramente. La modalità con cui il rally attuale ha seguito le orme di quello dell’anno scorso è stata tanto spettacolare quanto incredibile. La violenza e la resistenza del movimento alle notizie negative ha fatto senza dubbio molto male a tutti coloro che avevano frainteso ancora una volta il mercato come un distributore di biglietti al portatore.

Il rally è a nostro avviso insano come lo fu quello dell’anno scorso, i fondamentali sono peggiori di allora e destinati a peggiorare nel futuro. Si respira un’aria di bubble mania che sembra riportarci indietro di qualche anno. I “maiali” volano mentre le azioni di società che dovrebbero anticipare la ripresa rimangono indietro. Il settore tecnologico vorrebbe essere la guida di un’altro mercato bull come era stato negli anni novanta, ma con molta probabilità si fermerà, si troverà nel mezzo del niente e sarà attratto dalla solita forza gravitazionale che vuole un prezzo coerente agli utili attesi. Leggiamo che tra le azioni del Nasdaq100 ben 46 non hanno utili e le rimanenti 54 hanno un p/e medio di 89. Siamo sicuri che gli investitori di lungo periodo che stanno giocando le loro puntate al casinò del Nasdaq non otterranno ciò che credono di ottenere sperando in un prossimo miracolo della tecnologia.

Con molta probabilità i minimi di ottobre non saranno i minimi di questo mercato bear e verranno rotti nuovamente nel 2003. Tuttavia il rally c’è stato e continua ad avere il momentum in grado di spingerlo ancora più in alto. Il target dell’S&P sembra essere quello dei massimi di agosto dove completerà il doppio bullback di cui avevamo parlato tempo fa.

I flussi in entrata o uscita dai mutual fund ci diranno se gli investitori si faranno ingannare ancora una volta oppure se approfitteranno del rimbalzo per chiudere le posizioni in perdita. Purtroppo, pur sperando nella seconda delle ipotesi, temiamo che si realizzerà la prima. La storia, come al solito, insegna poco e niente. Agli occhi di molti il re dell’economia e dei mercati continua ad indossare splendidi abiti. Qualcuno più saggio sta ridendo dietro le quinte e presto o tardi un bambino innocente esclamerà con innoncenza che invece il re è nudo.

Al di là di dove potrebbero andare i mercati nelle prossime settimane, dominati nel breve periodo più dal sentimento che dalla ragione, restano da considerare degli importanti fattori che accompagnano questo ennesimo rally di mercato bear.

Abbiamo già parlato del rialzo dei tassi di interesse di lungo periodo, dovuto al riflusso di capitali dai bond alle azioni, che finirà con lo spezzare le dinamiche di estrazione del reddito dal mercato immobiliare. Negli ultimi giorni, oltre a una tenuta dell’inclinazione della curva 2-10 anni sopra i 200 basis points, si è potuto notare anche un rialzo dei tassi a breve termine: il rendimento a due anni è passato dai minimi di 1.72% del dopo taglio ai valori attuali di 2.07%. Un movimento molto significativo che tende a inficiare lo stimolo monetario fornito con l’ultimo taglio dei tassi.

Rendimento dei T-Note a 2 anni


Inoltre, data la violenza del rally e la punizione inflitta ai molti ribassisti in circolazione, il prossimo storno è suscettibile di ritrovarsi con un numero inferiore di speculatori dal lato short. I ribassisti vendono allo scoperto ma dovendo riacquistare per chiudere le posizioni in utile forniscono al mercato, soprattutto nei momenti peggiori e più critici, la domanda necessaria a sostenerne i corsi. Questa parte della domanda potrebbe un domani venire a mancare creando un vuoto importante. Dal lato dell’offerta si aggiungerà invece la vendita delle posizioni accumulate in questi giorni da tutti coloro che stanno comprando sul solito scenario della ripresa, stranamente sempre a distanza di sicurezza di un paio di trimestri, e dagli speculatori più abili che stanno cavalcando l’irrazionale esuberanza di questa fase rialzista.

Infine, il rally delle azioni ha abbattuto i prezzi dei bond ma non è riuscito a scalfire il mercato bull delle commodities. L’indice CRB, toccando il valore di 231.79, ha fatto oggi nuovi massimi.

Nonostante la forza odierna del dollaro, sceso nuovamente sotto la parità con l’euro e tornato sopra i 106 punti del Dollar Index, si sta formando sui mercati finanziari una strana combinazione: dollaro debole, commodities al rialzo, tassi in rialzo e borse in rialzo: lo stesso che precedette il crash del 1987.

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