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tontolina

Forumer storico
Tesla costruisce microfabbriche di RNA per il vaccino contro il COVID-19
03 Luglio 2020 6

Tesla sta costruendo "microfabbriche di RNA" per CureVac, azienda farmaceutica che sta lavorando sul vaccino anti-COVID-19 che sfrutta l'RNA messaggero (mRNA). La notizia decisamente clamorosa arriva dallo stesso Elon Musk che ha evidenziato come si tratti di un progetto parallelo della sua società.

Non si tratta di un'attività in esclusiva in quanto Tesla è disponibile a fare la stessa cosa anche con altre realtà di questo campo. Elon Musk ha poi evidenziato il grande potenziale che possa avere l'RNA sintetico. Il CEO di Tesla ha sempre tenuto posizioni contraddittorie sulla pandemia e quindi colpisce molto l'annuncio di questo progetto che sostanzialmente fa entrare Tesla nel campo delle biotecnologie. In realtà, però, l'intesa tra queste due aziende non è recente.

La collaborazione tra il marchio americano e l'azienda farmaceutica, infatti, è più vecchia di quello che si potrebbe immaginare e sarebbe iniziata prima dello scoppio della pandemia. Electrek, a tal proposito, ha scovato un brevetto congiunto depositato nel giugno del 2019 che descrive un sistema automatizzato per la produzione di RNA. Si può leggere di come gli attuali processi di produzione delle molecole di RNA richiedano molto lavoro e diverse apparecchiature. La soluzione ideata da Tesla / CureVac andrebbe a risolvere questi problemi, permettendo l'accelerazione della produzione di RNA che risulterebbe importante, soprattutto in contesti di scenari pandemici.
La produzione viene portata avanti da Grohmann Engineering, società tedesca rilevata da Tesla nel 2016 e che in passato aveva già svolto attività nel settore medico. CureVac è un'azienda con sede in Germania sulla quale, di recente, il Governo tedesco ha investito 300 milioni di euro. A metà giugno ha ottenuto il via libera per iniziare i test clinici del vaccino su candidati volontari.
 

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Tesla stupisce con conti brillanti, titolo a + 6% negli scambi after hours

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Musk infila il quarto trimestre positivo di fila e annuncia una nuova mega fabbrica in Texas
Tesla (NASDAQ:TSLA) batte nettamente le attese e infila la quarta trimestrale positiva di seguito. Nel secondo trimestre 2020 l’azienda di Elon Musk ha fatto registrare profitti per 104 milioni di dollari, utili per azione pari a 2,18 dollari per azione (contro i 3 centesimi per azione attesi) e entrate per 6,04 miliardi, anche qui oltre le aspettative che erano di 5,37 miliardi.

INGRESSO NELL’S&P 500
Ancora una volta l’azienda leader nella produzione di auto elettriche stupisce gli esperti e infila il quarto profitto trimestrale di seguito, una condizione che per Tesla significa la possibilità di entrare nel listino S&P 500 con l’occasione di attirare nuovi investitori. Dopo essere diventata la casa automobilistica con la più grande capitalizzazione al mondo, Musk è quindi pronto a tagliare altri traguardi con la sua Tesla...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge
 

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Forumer storico
Ieri l’annuncio dell’aumento di capitale
Ieri Tesla aveva annunciato un nuovo aumento di capitale, il più grande di sempre per il colosso guidato da Elon Musk, per complessivi 5 miliardi di dollari volto a ridurre il debito e che sarà curato da un pool di banche tra cui Goldman Sachs, Bank of America, Citigroup Global Markets e Morgan Stanley. Le banche offriranno le azioni di volta in volta in funzione dell’andamento della domanda degli investitori.
La decisione sulla ricapitalizzazione è arrivata il giorno seguente allo split azionario 5 a 1 a seguito del boom in Borsa (nel 2020 il titolo ha aumentato di quasi sei volte il valore).
Dall’annuncio del frazionamento azionario (l’11 agosto) Tesla ha segnato oltre +70%.
Oltre allo split azionario, Tesla in questi mesi ha cavalcato i riscontri oltre le attese dai conti trimestrali e le prospettive di una forte crescita in particolare sul mercato cinese. Gli investitori si aspettano che Tesla presto venga inserita nell’indice S&P 500 in virtù del fatto che ha raggiunto i quattro trimestri consecutivi di conto economico in utile.
 

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Tesla Germania: la green economy che distrugge la natura

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La foresta che sta per essere distrutta dalla costruzione del nuovo stabilimento Tesla

di Matteo Melani

Abbattere gli alberi ma vantarsi di essere ecosostenibili.
Sembra una contraddizione, invece è la realtà. A Grünheide, in Germania, sta nascendo Gigafactory, la prima fabbrica europea di auto elettriche a marchio Tesla, ma per costruirla l’omonimo stabilimento sta disboscando 92 ettari di foresta.
Secondo gli ultimi studi, l’intera foresta ha le dimensioni di circa 150 campi da calcio e, per l’intera regione tedesca rappresenta una grande risorsa naturale per la quantità di specie di fauna e di flora presenti nel bosco. Oltre a essere un polmone contro l’inquinamento, è una fonte di materie prime per la filiera legno.
Così, preoccupati per la propria città e per il proprio futuro, gruppi ambientalisti e residenti della zona hanno protestato contro la costruzione dell’impianto.
Un altro timore da non sottovalutare riguarda il consumo dell’acqua per far funzionare la fabbrica.
Senza parlare del consumo di suolo che, qualora Gigafactory dovesse espandersi, interesserebbe anche una riserva naturale vicina.
Dopo le manifestazioni di protesta, il tribunale di Berlino ha sospeso la costruzione dell’impianto.
All’inizio di febbraio, però, Tesla ha fatto ricorso alla Corte amministrativa, vincendo la causa.
Le proteste a questo punto sono riprese nei giorni successivi anche in maniera violenta e per ripristinare l’ordine è servito l’intervento della polizia.
Da questa settimana i lavori sono ripartiti e ogni giorno si possono vedere operai e ruspe che attaccano gli alberi. Altro che Amazzonia.
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Ruspe la lavoro nella foresta di Grünheide

Dal canto suo Elon Musk, cofondatore e l’amministratore delegato di Tesla, difende la propria iniziativa.
L’investimento, pari a 4 miliardi di euro, porterà 10.000 posti di lavoro.
Poi, per la Germania e l’intera Europa, ha detto, si tratta di un “fiore all’occhiello” dato che nel mondo esistono solo altre 3 fabbriche Tesla: una a Shangai, in Cina, e due negli Stati Uniti. L’apertura della Gigafactory è prevista per il luglio 2021 e produrrà più di 500mila auto e batterie ogni anno.
Dalla sua fondazione avvenuta nel 2003, Tesla ha sempre dichiarato di essere un’azienda attenta all’ambiente. L’intento di Musk e dei suoi soci investitori è quello di realizzare automobili ibride e elettriche destinate al mercato di massa. In parte ci sta riuscendo, tanto che nel 2016 il SUV Model X, a propulsione elettrica, è stato il veicolo più venduto in Norvegia.

Intanto, nel 2017, Tesla ha superato per la prima volta Ford e General Motors in capitalizzazione azionaria diventando l’azienda automobilistica statunitense di maggior valore.
Fa sorridere il fatto che, per produrre vetture “non inquinanti” perché riducono le emissioni di anidride carbonica, si debba distruggere una foresta che, da sola, converte in ossigeno più anidride carbonica di quella che le auto elettriche possono evitare.
Il tutto avviene nel silenzio assordante dell’Unione Europea di Ursula Von Der Leyen, che pure si riempie la bocca con il suo “European Grean Deal”.
Eppure, di “green economy” parlano tutti e la sostenibilità dovrebbe essere una prerogativa obbligatoria a qualsiasi livello. A prescindere dal dibattito fra chi crede o meno alla responsabilità umana del surriscaldamento climatico; è un fatto che i cittadini dei Paesi occidentali sono oggi più attenti ai problemi ecologici e pretendono altrettanta sensibilità da parte delle imprese.
Negli ultimi anni la sostenibilità è diventata anche una strategia di marketing, attraverso la quale diversi marchi propagandano il proprio impegno (vero o presunto) verso l’ambiente per attirare sempre più clienti. Il caso di Tesla, in Germania, dimostra però quale sia l’idea che muove un certo “turbocapitalismo” a cavalcare il green marketing solo al fine di implementare il proprio business, senza avere, in realtà, alcun autentico rispetto per l’ambiente o amore per il Creato.
 

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IL MONDO APPARTERRÀ AGLI UMANOIDI?
ELON MUSK LANCIA IL ROBOT TESLA BOT PER SOSTITUIRE GLI UMANI NEL LAVORO

20 Agosto 2021
Edoardo Gagliardi
IL MONDO DEGLI UMANOIDI. ELON MUSK LANCIA IL ROBOT TESLA BOT


Fino a qualche tempo fa si sarebbe relegato Elon Musk a personaggio di fantasia, magari protagonista di qualche storia fantastica o distopica.
Ma realtà costringe a fare i conti con un fatto: non si può più ignorare che, forse molto presto, noi esseri umani non saremo gli unici esseri razionali sul pianeta.

Certo, all’arrivo di robot pensanti ed in grado di agire (e reagire) come esseri umani ci vorrà ancora tempo, ma la creazione di umanoidi in grado di eseguire le più svariate azioni è oggi già realtà.

La Tesla di Elon Musk ha infatti lanciato Tesla Bot, un robot umanoide, alto 1,77 metri, pesa circa 57 chilogrammi e ha il viso coperto da un display su cui mostrare informazioni relative alle mansioni da svolgere.

Optimus è il nome in codice utilizzato in fase di creazione.
In questo video la presentazione del robot.

Da Tesla non hanno dubbi, il robot potrà sostituire l’essere umano, per il momento solo nelle mansioni lavorative.

Potrà muoversi raggiungendo una velocità di 8 chilometri orari, sollevare da terra fino a 68 chilogrammi (4,5 con le braccia allungate) e trasportare 20 chilogrammi. Lo scopo è quello di mettere a disposizione un umanoide in grado di sostituire gli operatori in carne e ossa nell’esecuzione di compiti pericolosi, ripetitivi o noiosi.

Ma cosa accade se quei compiti definiti pericolosi, ripetitivi e noiosi sono svolti da esseri umani che, nel momento in cui saranno sostituiti da un robot, perderanno il lavoro?

Perché le questioni relative allo sviluppo dell’intelligenza artificiale applicata ai robot sono almeno 2:

1 Come si rapporteranno gli umanoidi con gli esseri umani? Come evitare conflitti o che i robot prendano da soli iniziative che potrebbero mettere in pericolo la vita umana?

2 Come salvaguardare milioni di persone che, a causa dell’intelligenza artificiale, potrebbero perdere il lavoro?

Ovviamente, per chi è costretto a lavorare in condizioni di schiavitù e con paghe da fame, ben venga l’umanoide che potrebbe liberare dall’oppressione del padrone-schiavista.

Ma il lavoro dovrebbe anche nobilitare l’individuo, oltre a provvedere a risorse economiche per la sopravvivenza. Per questo è necessario, prendendo coscienza del fatto che la robotica e l’intelligenza artificiale fanno parte di uno sviluppo inevitabile, che si inizi a pensare a come sostenere (economicamente e psicologicamente) la popolazione del pianeta nel momento in cui buona parte degli ‘antichi’ mestieri saranno svolti dai robot.
 

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