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tontolina

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Telefonia low cost, Iliad sbarca in Italia con abbonamenti a 2 euro al mese
Telefonia low cost, Iliad sbarca in Italia con abbonamenti a 2 euro al mese | Wall Street Italia

PARIGI (WSI) – Promette di diventare il quarto operatore del nostro paese Iliad che sbarcherà in Italia entro l’estate.

Il lancio in Italia dell’operatore francese di telefonia mobile, previsto inizialmente entro la fine del 2017 o all’inizio del 2018, sarà un test importante per la società francese, fondata e partecipata in maggioranza dal miliardario Xavier Niel. L’ Italia è la prima iniziativa internazionale di Iliad, dopo un’offerta fallita di 15 miliardi di dollari per T-Mobile US.
L’arrivo di Iliad eserciterà forti pressioni sul più grande gruppo telefonico italiano Telecom Italia e sugli altri operatori del paese, Vodafone e Wind Tre. Ogni operatore controlla circa un terzo del mercato mobile italiano.

Il nostro obiettivo è sempre stato quello di arrivare entro quest’estate, con il marchio Iliad. L’idea è quella di prendere le distanze dagli operatori tradizionali. Faremo tutto in modo diverso e migliore, con tariffe che saranno più economiche e trasparenti, senza trascurare la qualità.

Così ha dichiarato Benedetto Levi, CEO di Iliad Italia, criticando altri operatori e dicendo che Iliad non dovrebbe essere definita ” low cost “, aggiungendo che l’operatore francese mira a diventare “importante” nel paese. Iliad sta cercando di conquistare un quarto del mercato italiano della telefonia mobile utilizzando gli stessi prezzi interessati e contratti diretti che hanno conquistato la Francia, come hanno reso noto due fonti vicine al dossier parlando alla Reuters.

Tra questi prezzi interessanti vi è la tariffa più bassa prevede un abbonamento per smartphone da 2 euro al mese, per lo meno negli altri paesi dell’area euroed è probabile che la stessa tariffa venga proposta anche in Italia.

In borsa dopo il calo del 10% di ieri, che ha pagato il rallentamento della conquista di abbonati nell’Internet a rete fissa, oggi il titolo Iliad a Parigi è in flessione dello 0,37%.
 

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Tim, multa Antitrust da 4,8 milioni per pubblicità ingannevole sulla fibra

Secondo l'Autorità, l'offerta sulla fibra ottica è stata pubblicizzata senza informare i consumatori dei limiti e del fatto che sarebbero stati necessari servizi ulteriori a pagamento per raggiungere il massimo della velocità reclamizzata

Tim, multa Antitrust da 4,8 milioni per pubblicità ingannevole sulla fibra

MILANO - Mentre impazza la battaglia societaria con il fondo Elliott che si porta sopra il 5% del capitale e dichiara guerra alla gestione di Vivendi, Telecom incassa una sanzione da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: è colpevole di pratica commerciale scorretta e viene punita con una sanzione da 4,8 milioni di euro.

"Nelle campagne pubblicitarie inerenti l’offerta commerciale di connettività in fibra ottica (cartellonistica, sito web, below the line e spot televisivi), Telecom Italia, a fronte del ricorso a claim volti a enfatizzare l’utilizzo integrale o esclusivo della fibra ottica e/o il raggiungimento delle massime prestazioni in termini di velocità e affidabilità della connessione, ha omesso di informare adeguatamente i consumatori circa le reali caratteristiche del servizio offerto e le connesse limitazioni (in particolare i limiti geografici di copertura delle varie soluzioni di rete, le differenze di servizi disponibili e di performance in funzione dell’infrastruttura utilizzata per offrire il collegamento in fibra)", si legge in una nota dell'Agcm che informa della sanzione.

Secondo la ricostruzione dell'Autorità, "le diverse campagne pubblicitarie oggetto del provvedimento hanno, inoltre, omesso o indicato in modo non sufficientemente chiaro che, per raggiungere le massime velocità pubblicizzate, fosse necessario attivare un’opzione aggiuntiva a pagamento. Tale circostanza ha, dunque, vanificato l’indicazione del prezzo dell’offerta contenuta nei claim principali".

In pratica, il consumatore raggiunto dai messaggi pubblicitari "non è stato messo nelle condizioni di individuare gli elementi che caratterizzano, in concreto, l’offerta. A ciò si aggiunga che sui mezzi di comunicazione diversi dal sito web, il professionista ha omesso un adeguato richiamo alla necessità di verificare le effettive funzionalità dell’offerta nella zona di interesse dell’utente". Alla fine del processo scorretto, il consumatore non ha gli strumenti per "prendere una decisione consapevole sull’acquisto dell’offerta in fibra". E, annota l'Autorità, "la condotta ingannevole e omissiva risulta assumere particolare rilievo in considerazione dell’importanza del settore economico interessato, caratterizzato da modelli di consumo ed esigenze degli utenti che stanno mutando radicalmente a fronte di una crescente offerta di servizi digitali".
 

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I cinque obiettivi del fondo Elliott nella grande partita di Tim
Il fondo Elliott, dopo aver chiesto la revoca dal consiglio Telecom di sei amministratori considerati non indipendenti, ha pubblicato sul sito www.transformatingtim.com il suo “manifesto”, cioè i motivi della sua iniziativa su Tim e gli obiettivi che vuole raggiungere. Di seguito i punti cardine dell'offensiva.

1. Conversione delle azioni di risparmio
Il fondo attivista che si propone di ribaltare la governance “alla francese” di Telecom Italia ritiene la struttura del capitale della compagnia telefonica “obsoleta”. Tradotto: vuole che tutte le azioni abbiano gli stessi diritti di voto e patrimoniali, trasformando in ordinarie anche le azioni di risparmio. Due anni fa, nell'assemblea straordinaria del dicembre 2015, fu proprio l'astensione di Vivendi, che già allora era il primo azionista di Telecom, a bloccare la conversione delle azioni senza diritto di voto. Un'operazione che deve passare da un'assemblea straordinaria, dove le delibere sono valide se approvate dai due terzi del capitale presente. L'astensione di Vivendi aveva fatto mancare il quorum deliberativo e la mozione, proposta allora dalla società di cui era amministratore delegato Marco Patuano, non passò. Oggi, con quasi il 24% del capitale ordinario, Vivendi ha ancora il potere di bloccare la conversione: senza un accordo, in altre parole, la conversione non sarebbe possibile. C'è anche un altro punto. Per essere nell'interesse della società, la conversione a pagamento (che permetterebbe di incassare risorse a riduzione del debito e/o a sostegno degli investimenti) dovrebbe essere fatta quando lo spread - il differenziale di prezzo tra le due categorie di azioni, ordinarie e di risparmio - è pari ad almeno il 20%. . Con la conversione delle azioni di risparmio la quota di Vivendi si diluirebbe dal 23,94% al 17,15%.



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2. Scorporo della rete
Il consiglio Telecom del 6 marzo scorso ha già dato mandato all'ad Amos Genish di avviare il processo di separazione della rete d'accesso in una società ad hoc, in accordo con le Autorità preposte, in primis l'Agcom (l'Authority delle comunicazioni). Nei programmi dell'ad la società della rete resterebbe, almeno inizialmente, al 100% di proprietà Telecom. Per arrivare a renderla operativa, secondo gli esperti, potrebbero occorrere da uno a due anni. Elliott vorrebbe tempi più rapidi, ma soprattutto una separazione più radicale. Non più però la scissione, che era la prima opzione sul tavolo. Per due motivi. Il primo: la scissione dovrebbe essere approvata da un'assemblea straordinaria e, come nel caso della conversione delle risparmio, sarebbe indispensabile il consenso di Vivendi, senza il quale l'operazione non passerebbe. Il secondo: benchè la scissione sia l'operazione che, più di tutte, permetterebbe di massimizzare i ritorni finanziari per gli azionisti, dal punto di vista industriale priverebbe l'ex monopolista del suo asset più redditizio (margine operativo lordo intorno al 52% dei ricavi), ponendo dubbi sulla sostenibilità della Telecom restante. Senza trascurare che la rete è anche il principale asset “fisico” a garanzia dell'ingente debito di Telecom e che dividere in due parti la società potrebbe comportare la perdita di parecchi posti di lavoro (non a caso i sindacati sono contrari). Elliott ha perciò virato su una proposta più soft, che va incontro agli auspici del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: quotazione in Borsa con cessione di una parte del capitale, pur continuando a detenere una partecipazione (non specificata la quota).

3. Cessione (totale o parziale) di Sparkle
È una variante dello schema precedente, relativo a Sparkle, la società 100% Telecom che detiene la rete di cavi internazionali e che è stata dichiarata strategica ai fini della sicurezza e difesa nazionale, secondo il primo decreto governativo che ha esercitato il golden power sulla compagnia telefonica.


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4. Ritorno al dividendo
Da diversi anni Telecom remunera col dividendo solo le azioni di risparmio. Gli azionisti ordinari sono rimasti a bocca asciutta. Il motivo sottostante è quello di trattenere gli utili per finanziare l'attività, considerato che da quando Telecom è diventata privata non sono stati promossi aumenti di capitale a pagamento. L'unica operazione di rafforzamento di capitale è stata l'emissione di un prestito convertendo, che, con la conversione obbligatoria dei bond nel novembre 2016, ha aumentato il capitale azionario di 1,3 miliardi. Per tornare a distribuire il dividendo anche alle azioni ordinarie, occorre perciò crearne le condizioni migliorando la redditività della gestione.

5. Public company
La riforma della governance non è un obiettivo finanziario, ma la premessa che pone il fondo Elliott per realizzare i suoi obiettivi. L'attivista Usa ritiene che con un consiglio composto da consiglieri indipendenti si potrebbero fare gli interessi di tutti gli stakeholder e non solo quelli del maggiore azionista francese che negli ultimi anni, secondo le critiche del fondo, ha gestito la società con molteplici potenziali conflitti d'interesse. Gli investiori istituzionali, in gran parte di matrice anglosassone, hanno in mano più del 60% del capitale, mentre la quota in mano agli investitori retail è stimata intorno al 13%.
 

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MA LA CONSOB QUANDO SI SVEGLIA? - I CONSIGLIERI DI MINORANZA DI TIM VOGLIONO PRESENTARE UN ESPOSTO ALL'AUTHORITY SOSTENENDO CHE, CON LE DIMISSIONI DEGLI 8 MEMBRI DEL CDA (TRA CUI IL PRESIDENTE DE PUYFONTAINE), VIVENDI HA DIMOSTRATO DI AVERE IL CONTROLLO DI TIM NON SOLO “DI FATTO” MA ANCHE “DI DIRITTO”. UNA TESI QUESTA CHE POTREBBE ANCHE COSTRINGERE I FRANCESI (CUI FA CAPO IL 24% DEL CAPITALE) A...
Maddalena Camera per “il Giornale”
i consiglieri di minoranza non dimissionari di tim vogliono presentare un esposto alla consob

ARNAUD DE PUYFONTAINE

Consob alza il livello di guardia dopo che Vivendi ha fatto «decadere» il cda di Telecom Italia come risposta all' attacco sferrato dal fondo Elliott. E gli stessi consiglieri di minoranza non dimissionari potrebbero presentare un esposto proprio all' Authority sostenendo che, con le dimissioni degli 8 membri del cda avvenute giovedì (tra cui il presidente Arnaud de Puyfontaine, che è anche ad di Vivendi), il gruppo francese ha dimostrato di avere il controllo di Tim non solo «di fatto» ma anche «di diritto».
Una tesi questa che, se portata alle estreme conseguenze, potrebbe anche vedere i francesi (cui fa capo il 24% del capitale) costretti a promuovere una offerta pubblica su Tim.

Non solo, lo stesso Elliott - secondo indiscrezioni - starebbe valutando un' azione contro gli amministratori di Tim se dovesse emergere che sono venuti meno ai loro doveri. Per gli analisti, dietro alla mossa di Vivendi c'è l' obiettivo di «spostare il confronto in assemblea dalla governance al management». La lista dei francesi dovrebbe infatti riproporre Amos Genish come ad, verso cui Elliott aveva aperto una linea di fiducia. Elliott ora dovrà individuare un nuovo ad capace di portare avanti la sfida della nuova rete.
PAUL SINGER FONDO ELLIOTT

Dietro la mossa di Vivendi, ci potrebbe poi essere il tentativo di «allontanare» Assogestioni da Elliott, affinché non si coalizzino in assemblea. Il fondo Usa però dovrà studiare bene le possibilità di alleanza con Assogestioni, dato che, per prassi, l' associazione presenta una lista di soli indipendenti non destinati a assumere deleghe operative. Vivendi invece presenterà dieci candidati e, anche se battuta, potrà nominare cinque consiglieri di minoranza.

L' azzeramento del vertice Tim ordito direttamente dal patron di Vivendi, Vincent Bollorè, è stata giudicata un' azione «cinica ed egoista» dal fondo Usa che voleva sostituire sei consiglieri espressi dai francesi con altrettanti suoi nell' assemblea del 24 aprile. Il fondo ha detto di «non essere sorpreso di vedere le dimissioni di sette membri del board collegati a Vivendi. Incapace di avanzare argomenti validi, il cda ha semplicemente abbandonato il proprio posto per prendere tempo. Ma l' azione ritarda la possibilità degli azionisti di Telecom di esprimere il proprio voto alla prossima assemblea». Elliott ha anche ricordato di aver investito nel gruppo tlc fin dal 1999 e che l' approccio verso Tim è coerente con quello di altri suoi investimenti.

Come atteso, Franco Bernabè è stato intanto nominato vice-presidente con deleghe sulla sicurezza e su Sparkle, incarichi prima affidati a Giuseppe Recchi. L' assemblea del 24 aprile a questo punto si limiterà ad approvare il bilancio 2017 e a rinnovare il collegio sindacale mentre l' elezione del cda avverrà con una nuova assemblea convocata per il 4 maggio. Resta la preoccupazione anche tra i sindacati per il drastico piano esuberi firmato da Genish.

La tensione rimane quindi alle stelle e ieri Tim ha contenuto le perdite all' 1% in Borsa, anche perché Elliott ora dovrebbe incrementare la sua quota (5,74%) per garantirsi la vittoria in assemblea. Per gli analisti di Jefferies le dimissioni dei consiglieri e la decadenza del cda significa che «Vivendi prende la minaccia di Elliott alla governance di Tim molto seriamente. Crediamo che Elliott e i suoi sostenitori restino ben posizionati per assicurarsi che il cda dopo l' assemblea del 4 maggio non sarà controllato da Vivendi».
 

tontolina

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Store Iliad Italia a Roma Est centro commerciale. Tariffe cellulari a 2,99 tutto senza limiti a 50 GB
Iliad sta per iniziare davvero la sua avventura in Italia e il primo negozio aprirà a Roma. Le tariffe per i cellulari saranno strabilianti assicurano

Store Iliad Italia a Roma Est centro commerciale. Tariffe cellulari a 2,99 tutto senza limiti a 50 GB

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Pronti per la rivoluzione? Ecco il primo negozio Iliad a Roma!



Svelata l'ubicazione del primo store fisico di Iliad che si avvicina dunque a gradi passi verso l'apertura in Italia.

Negozi fisic, ecco il primo
Ma nel frattempo Iliad prepara il terreno con l'apertura dei primi negozi fisici. Ebbene, stando alle anticipazioni che stanno circolando sul web, in rampa di lancio c'è adesso la città di Roma. O meglio, il Centro Commerciale Roma Est. Al suo interno è atteso il primo store del gestore francese Iliad. E a conferma di come si tratti di un suo negozio c'è l'affissione "Pronti per la rivoluzione?" che in realtà copre l'ingresso e non fa intravedere il suo interno. E allo stesso tempo è pur vero che non compare il logo del gestore. Tuttavia, stando ai curiosi ovvero a chi, arrivato sul posto, ha cercato di vederci chiaro, sembra proprio che si tratta di uno store Iliad. Vale la pena ricordare come stiamo parlando di uno dei più grandi centri commerciali di Roma, meta di migliaia di visitatori per via della presenza di oltre 210 negozi.

Iliad a Giugno in Italia
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Ormai ci siamo e Iliad è pronto ad arrivare in Italia. Quando? Prima dell'estate. Il gruppo francese si porrà come quarto operatore mobile e propone investimenti per un miliardo di euro. Insomma, punta a fare le cose in grande, anche se trapela che le tariffe per cellulari possano essere un po' più alte (o meno vantaggiose, dipende dai punti di vista) rispetto a quelle applicate in Francia. In fin dei conti, l'esperienza italiana è solo la prima fuori confini transalpini.
Il problema fino a questo momento, come evidenziato da Xavier Niel, fondatore del colosso francese delle telecomunicazioni, sono i tanti piccoli costi nascosti, come quello degli sms o la segreteria telefonica (parole sue) che fanno arrivare la spesa media mensile per abitante nel mobile a 19,1 euro contro i 17,6 euro della Francia.

Le tariffe che saranno applicate


I tempi sembrano finalmente maturi e dopo un gran parlare che si è fatto in questi massi, l'operatore telefonico Iliad è pronto a sbarcare in Italia. Perché se ne parla così tanto? Perché si tratta del gestore low cost che nella natia Francia ha fatto incetta di consumatori a suon di tariffe e offerte convenienti. Ed ecco allora che anche in Italia punta a fare il botto. Mancano ancora conferme ufficiali, ma le anticipazioni che stanno circolando in queste ore riferiscono di una proposta che, almeno sotto il profilo del rapporto tra prezzo e contenuti, non regge il confronto con gli altri gestori telefonici: minuti di conversazione illimitati, SMS illimitati e 30 GB di traffico web in 4G a 1,99 euro al mese.

Si tratterebbe dunque di una tariffa per cellulari estremamente conveniente, a cui se ne affiancherebbe una seconda che farebbe salire a 50 i GB la quantità mensile per navigare sulla Rete. In attesa di conferme e dell'arrivo dell'operatore, attese nell'arco di poche settimane, c'è chi domanda come farebbe Iliad a mantenere i costi così bassi. E la risposta, sostengono gli scettici, andrebbe ricercata nella scarsa qualità del servizio proposto. Almeno è quanto succederebbe nella vicina Francia e in Italia la situazione potrebbe essere addirittura più complicata per via della conformazione del territorio non proprio lineare.
 

tontolina

Forumer storico
l'ho postato di là ma credo sia di interesse di tutti .... gli operatori telefonici e media
IL CONTROLLO ORWELLIANO DEI GIGANTI DEL WEB
 

tontolina

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Promozioni Iliad a 5,99 € e Ho Mobile a 6,99 € ma con una connessione più lenta
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I francesi di Iliad propongono un'offerta da 5,99 euro: Ho. Mobile risponde con 6,99 euro ma con una velocità di navigazione inferiore.
Negli ultimi mesi Iliad e Ho Mobile hanno preso posto fra le nuove aziende telefoniche in Italia. La prima è una compagnia telefonica proveniente dalla Francia, attualmente sostenuta dalla rete wind-Tre, che ha rivoluzionato il mercato proponendo un'offerta a 5,99 euro mai vista prima d'ora. La seconda invece è un operatore virtuale che appartiene alla ben rinomata vodafone, nata molto probabilmente con l'obiettivo, nel suo piccolo, di contrastare altri operatori [VIDEO] virtuali (come Kena Mobile ad esempio) e la neo arrivata Iliad con interessanti promozioni. Le blasonate aziende telefoniche come Vodafone, tim e Wind hanno ovviamente accusato il colpo e dunque proposto nuovi pacchetti per convincere i clienti a tornare al vecchio operatore e lasciare Iliad.

Offerte Iliad e Ho. Mobile: i francesi fanno il boom di attivazioni
Tutti conoscono ormai la promozione Iliad: 5,99 euro al mese con sms illimitati, minuti illimitati e sopratutto 30 giga di navigazione dal web in 4G. Questo pacchetto è valso alla nuova compagnia francese un boom di richieste di attivazioni di nuove sim, ma il colosso adesso dovrà però vedersela con Ho. Mobile. L'arrivo sul mercato di quest'ultima potrebbe leggermente far calare la media attivazioni della compagnia francese, poiché Ho. Mobile si poggia su Vodafone, per molti sinonimo di sicurezza e affidabilità indipendentemente dalle promozioni offerte [VIDEO], mentre è la Wind-Tre a collaborare con la neo compagnia Iliad.

Iliad e Ho Mobile: una 'sfida' fra due new-entry
Attualmente, i pareri sull'azienda francese sono stati contrastanti, visto che chi non ha attivato la sim l'ha fatto probabilmente perché non crede molto nella copertura che ha Iliad: diversi utenti però, anche attraverso alcuni speedtest, hanno dimostrato che la copertura, come storicamente avviene, dipende dai settaggi dello smartphone e dalla zona nella quale si usa la sim.


Detto ciò, la promozione dei francesi dovrebbe aumentare a 9,99 euro al mese non appena verrà raggiunto e superato il primo milione di utente, rimanendo a 5,99 per tutti coloro che in questi giorni l'hanno attivata.

Per ciò che concerne invece Ho. Mobile, c'è da precisare che l'offerta di punta costa 6,99 euro al mese e promette gli stessi servizi di Iliad, ovvero: sms illimitati, minuti illimitati e 30 giga di navigazione in 4G. La velocità massima di Ho. Mobile è dunque leggermente inferiore (max 60 mega) rispetto a quella garantita da Iliad e per molti questo potrebbe fare la differenza nella scelta. L'offerta da 6,99 euro al mese può essere attivata entro il 31 di luglio, non sapendo se poi il prezzo aumenterà o arriverà una nuova promozione ma magari più conveniente per convincere nuovi clienti a passare ad Ho. Mobile
 

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