In un mercato poco favorevole alle cessioni di rami d’azienda, visti i multipli poco interessanti in circolazione, che rischiano di penalizzare chi vende, Telecom Italia potrebbe cedere uno dei suoi asset. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani stranieri, infatti,
Vodafone e Telefonica potrebbero presentare un’offerta non vincolante per rilevare le attività della controllata tedesca HanseNet. Alla società sarebbero interessate anche United Internet (il terzo operatore nella banda larga in Germania) ed un fondo di private equity. Le offerte non vincolanti dovranno essere presentate entro il 20 aprile.
Le prime cifre indicano una valutazione dell’ordine degli 1,1 miliardi di euro, ma alcuni rumors parlano di cifre vicine agli 1,8 miliardi. La vendita della società, acquisita qualche tempo fa da FastWeb, permetterebbe alla società guidata da Franco Bernabè di ridurre la sua esposizione. Le tensioni sulla struttura finanziaria sono da sempre, infatti, uno dei problemi del gruppo telefonico. Oltre ad HanseNet la società dovrebbe cedere anche Etecsa e TI Sparale, per arrivare alla fine della campagna di cessioni a una cifra incamerata tra i 2 e i 3 miliardi di euro.
HanseNet è un internet provider tedesco, con 2,8 milioni di clienti, di cui 2,3 milioni con una connessione a banda larga. Nel 2008 ha registrato ricavi per 1,2 miliardi di euro e un margine operativo lordo di 238 milioni.
Nella giornata di ieri, intanto,
Goldman Sachs ha alzato a “buy” (acquistare) dal precedente “neutrale” il suo giudizio, alzando il target price sulle ordinarie da 1,06 a 1,34 euro per le azioni ordinarie e portando a 1,06 euro il prezzo obiettivo sulle risparmio. Secondo gli analisti l’opera di cessione di asset (stimata intorno ai 2 miliardi di euro) e un certo miglioramento dello scenario competitivo nella telefonia fissa e mobile daranno una spinta al titolo, pur in assenza di rilevanti catalizzatori dal punto di vista del business.
In precedenza anche
Royal Bank of Scotland ha alzato la sua raccomandazione da “sell” (vendere) a “hold” (mantenere), con un target price passato da 0,95 a 1 euro.
Ubs ha invece confermato il suo “buy” (acquistare) e il target price di 1,4 euro, definendo “poco probabile” lo scenario di un aumento di capitale. Ma non solo. Gli elevati cash flow, la liquidità e le linee di credito dovrebbero consentire a Telecom Italia di non affacciarsi sul mercato del debito per quasi tre anni.
Novità anche dal punto di vista tecnico. Il rialzo che, nella seduta di ieri, ha spinto Telecom verso una chiusura superiore a quota 1 euro, ha portato il titolo al test della resistenza individuata dal minimo del 5 settembre 2008, in area 1,03. La presenza di tale ostacolo e l’eccessiva forza del movimento potrebbero lasciare spazio ad un parziale ritracciamento dei prezzi, che dovrebbe favorire l’inizio di una nuova pausa. Segnali negativi si avrebbero solo in caso di chiusura inferiore a quota 0,97.