Tbond Bund (VM69) 2014: 2014 il ritorno di Smaug (1 Viewer)

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翠鸟科
Che il vertice di Ginevra fra russi, americani, europei e ucraini di Kiev sia durato molto più del previsto, è un buon segno: per mandarsi al diavolo basta meno di un’ora. Ma al di là dell’accordo che ha prodotto, la crisi geopolitica scoppiata nel bel mezzo di un’Europa in crisi economica - cento anni dopo il 1914, la madre di tutte le nostre crisi - pone al continente domande strutturali. «I momenti di distensione così caratteristici degli anni precedenti alla guerra - scrive lo storico Christopher Clark nel suo "I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra" (Laterza) - ebbero un impatto paradossale: facendo sì che una guerra continentale sembrasse svanire nell’orizzonte della probabilità, indussero i governanti a sottovalutare i rischi connessi ai loro interventi». Senza drammatizzare, ci sono molte similitudini con i giorni che viviamo.


Vladimir Putin è convinto che l’Europa a Ovest delle sue frontiere non entrerà mai in guerra per la libertà dell’Ucraina, che nemmeno tutti gli ucraini vogliono. Di più: sembra essere certo che dopo l’Abkhazia in Georgia, la Transnistria in Moldova, l’Armenia e la Crimea, gli europei non abbiano nulla in contrario che anche l’Ucraina rientri interamente nella sfera d’influenza russa.
Facendo lobbying contro le misurate sanzioni alla Russia, le grandi imprese e le multinazionali europee danno al presidente russo ragioni per rafforzare le sue convinzioni. Un bombardamento o un’invasione militare hanno effetti immediati. Come dimostrano quelle imposte all’Iran, le sanzioni economiche hanno bisogno di tempo per avere l’effetto desiderato, e determinazione. Noi continuiamo a pensare che le ragioni dell’economia abbiano la meglio su quelle della geopolitica. Putin invece non investe su un sistema pensionistico nazionale ma annuncia un programma di riarmo multimiliardario. È illuminante per capire stamina e compattezza dell’Unione europea, un sondaggio fatto dalla televisione pubblica a Berlino: il 49% dei tedeschi pensa che nella crisi ucraina la Germania debba mantenere una posizione intermedia fra Occidente e Russia. Come se in nome della preservazione del loro benessere, i tedeschi si ponessero al di fuori del loro stesso campo di appartenenza. Insieme alla gestione della crisi economica nell’Unione europea, quella ucraina è un clamoroso fallimento del ruolo guida che il più stabile e avanzato paese europeo avrebbe dovuto assumere nel continente.


Anche gli europei sono convinti che, come loro, nemmeno Putin abbia voglia di usare la forza: certi di questo fino a ignorare i suoi comportamenti da quando è tornato al potere nel 2012. L’Europa continua ad essere fondata sul sistema di Stati costruito dopo i due devastanti conflitti del XX secolo. Putin ha visioni e comportamenti imperiali: non c’è frontiera che non possa essere modificata in nome di quel disegno. Quello che sembra essere il risultato principale del vertice di Ginevra, è la modifica costituzionale ucraina che dovrebbe passare da Stato centralista a federale. Le obiezioni a questo sbocco sono poche: è giusto riconoscere l’eccezionalità dell’Ucraina, l’esistenza delle sue minoranze, la necessità di una forma di neutralità fra il blocco europeo e quello euro-asiatico che ha in mente Putin.
 

f4f

翠鸟科
Gipa !!! pag 23 zole 18/4


Senza Ue il surplus si sgonfia
Il sistema tedesco è competitivo, ma ha bisogno della domanda europea

GLI SNODI DEL TRAFFICO MERCI Il cosiddetto «effetto Rotterdam e Anversa» ha raggiunto dimensioni enormi e muta la percezione dei reali dati del commercio intra ed extra Ue
 

feliceanima

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Auguri doppi
Buona Pasqua a tutti ...
Buon Compleanno Christian sette anni di noi.....
 

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