baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
I tatuaggi non mi piacciono e mi interessano di per sé ben poco. Tuttavia mi sono interrogato sul significato del farseli. Da quello che so, nascono in ambito o carcerario o di navigazione. Sono comunque situazioni particolari, dove l'individuo si trova in condizioni spesso di inferiorità, limitato e magari sottoposto alla volontà altrui.
Breve, per dare una spiegazione tendenzialmente profonda, mi sembra che il tatuaggio serva a chi se lo fa per reagire ad una situazione di inferiorità, per affermare il proprio io e "sbatterlo in faccia" alla situazione stessa.
Oggi, ad esempio, il calciatore, tatuandosi (ce ne sono molti) vuol forse "spaventare" l'avversario, esibendo una maggior forza (rispetto alla sua reale). Un rinforzo narcisistico Un presentarsi come guerriero. Eccetera.
Direi che vale anche nelle donne: decorandosi si intende magari anche superare la nudità indifesa del corpo. Per altri aspetti è una forma di auto-aggressione e ricorda i patti di sangue dell'antichità, o delle cosche: mostro in questo modo quanto io sia forte (resistente al dolore).
A questo punto, credo che l'aspetto estetico permanga secondario, nonostante il valido pittore Carlos Calderon, citato in questo forum - per fare un esempio - si sia ricoperto di disegni non disprezzabili. Però direi che nella pratica ho visto solo decorazioni, non arte.
In sostanza, dunque, il diffondersi odierno del tatuaggio potrebbe anche essere la spia di un disagio, individui che si sentono deboli e cercano di reagire (ma, così facendo, a chi sappia leggere la situazione, non mostrano la propria forza, bensì la propria debolezza ).
Breve, per dare una spiegazione tendenzialmente profonda, mi sembra che il tatuaggio serva a chi se lo fa per reagire ad una situazione di inferiorità, per affermare il proprio io e "sbatterlo in faccia" alla situazione stessa.
Oggi, ad esempio, il calciatore, tatuandosi (ce ne sono molti) vuol forse "spaventare" l'avversario, esibendo una maggior forza (rispetto alla sua reale). Un rinforzo narcisistico Un presentarsi come guerriero. Eccetera.
Direi che vale anche nelle donne: decorandosi si intende magari anche superare la nudità indifesa del corpo. Per altri aspetti è una forma di auto-aggressione e ricorda i patti di sangue dell'antichità, o delle cosche: mostro in questo modo quanto io sia forte (resistente al dolore).
A questo punto, credo che l'aspetto estetico permanga secondario, nonostante il valido pittore Carlos Calderon, citato in questo forum - per fare un esempio - si sia ricoperto di disegni non disprezzabili. Però direi che nella pratica ho visto solo decorazioni, non arte.
In sostanza, dunque, il diffondersi odierno del tatuaggio potrebbe anche essere la spia di un disagio, individui che si sentono deboli e cercano di reagire (ma, così facendo, a chi sappia leggere la situazione, non mostrano la propria forza, bensì la propria debolezza ).