Svizzera accordo fiscale vicino (1 Viewer)

great gatsby

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MONDO | POLITICA - 11:13
Austria difende il segreto bancario
Lo ha ribadito oggi il ministro Fekter al suo arrivo a Bruxelles

BRUXELLES - "Non approveremo un mandato di trattative con Stati terzi come ha fatto la Svizzera sulla tassazione del risparmio". Le parole sono della ministra delle finanze austriaca Maria Fekter. "Noi non cambieremo la nostra posizione", ha affermato Fekter oggi al suo arrivo a Bruxelles.

I ministri delle finanze devono discutere nel corso del loro incontro odierno della concessione alla Commissione Ue di una delega per negoziare un eventuale accordo con Paesi terzi sulla tassazione del risparmio.

Concretamente per la Svizzera si tratterebbe di ampliare il campo d'applicazione dell'accordo bilaterale sulla fiscalità del risparmio, che prevede una ritenuta alla fonte del 35% per i clienti europei delle banche elvetiche.

L'accordo dovrebbe per esempio essere allargato anche alle assicurazioni vita. La Svizzera ha segnalato ultimamente che in via di massima è pronta a queste trattative.

La concessione del mandato è bloccato da mesi da Austria e Lussemburgo. Fekter ha rilevato oggi di difendere «esattamente le stesse posizioni» del collega del Lussemburgo Luc Frieden. «Sono assediata da tutte le parti», ha precisato la ministra austriaca riferendesi alla pressione fatta dagli altri 25 paesi dell'Unione. Ma ha assicurato che non cederà.

I due piccoli paesi dell'UE temono di dover passare ad un sistema di scambio automatico d'informazioni e perdere così il loro segreto bancario.
 

great gatsby

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Gli accordi fiscali sono condivisi
Commissione degli Stati: convenzioni con Germania, Gran Bretagna e Austria OK

BERNA - Sì agli accordi fiscali siglati dalla Svizzera con Germania, Gran Bretagna e Austria. La commissione dell'economia del Consiglio degli Stati raccomanda a larga maggioranza alla Camera dei Cantoni di approvare le convenzioni. La decisione dei «senatori» dovrebbe cadere nel corso della prossima sessione. Gli accordi con Berlino e Londra sono stati accolti per 7 voti a 2. Quello sottoscritto con Vienna ha ottenuto 9 pareri favorevoli, senza opposizioni.

I trattati prevedono l'introduzione di una tassa per regolarizzare i fondi depositati «in nero» in Svizzera, così come l'imposizione alla fonte dei futuri redditi da capitale. Dovrebbero entrare in vigore in gennaio. Presentati dal Consiglio federale come una soluzione che permette di conservare il segreto bancario, evitando lo scambio automatico di informazioni chiesto dall'Unione europea, gli accordi, e in particolare quello con Berlino, sono criticati in Svizzera soprattutto dall'UDC. I democentristi non digeriscono la possibilità, concessa all'autorità tedesca di sorveglianza dei servizi finanziari, di procedere a controlli in Svizzera e la mancanza di garanzie solide contro l'utilizzo di dati bancari rubati. Minacciano pertanto di impugnare l'arma del referendum. Il PS si augura che questi trattati siano una tappa intermedia verso lo scambio automatico di informazioni e chiede al parlamento di posticipare la propria decisione in attesa che il Consiglio federale esponga la propria strategia in materia di denaro pulito.



15.05.2012 - 20:34ats
 

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Gli accordi fiscali sono condivisi
Commissione degli Stati: convenzioni con Germania, Gran Bretagna e Austria OK

BERNA - Sì agli accordi fiscali siglati dalla Svizzera con Germania, Gran Bretagna e Austria. La commissione dell'economia del Consiglio degli Stati raccomanda a larga maggioranza alla Camera dei Cantoni di approvare le convenzioni. La decisione dei «senatori» dovrebbe cadere nel corso della prossima sessione. Gli accordi con Berlino e Londra sono stati accolti per 7 voti a 2. Quello sottoscritto con Vienna ha ottenuto 9 pareri favorevoli, senza opposizioni.

I trattati prevedono l'introduzione di una tassa per regolarizzare i fondi depositati «in nero» in Svizzera, così come l'imposizione alla fonte dei futuri redditi da capitale. Dovrebbero entrare in vigore in gennaio. Presentati dal Consiglio federale come una soluzione che permette di conservare il segreto bancario, evitando lo scambio automatico di informazioni chiesto dall'Unione europea, gli accordi, e in particolare quello con Berlino, sono criticati in Svizzera soprattutto dall'UDC. I democentristi non digeriscono la possibilità, concessa all'autorità tedesca di sorveglianza dei servizi finanziari, di procedere a controlli in Svizzera e la mancanza di garanzie solide contro l'utilizzo di dati bancari rubati. Minacciano pertanto di impugnare l'arma del referendum. Il PS si augura che questi trattati siano una tappa intermedia verso lo scambio automatico di informazioni e chiede al parlamento di posticipare la propria decisione in attesa che il Consiglio federale esponga la propria strategia in materia di denaro pulito.



15.05.2012 - 20:34ats
 

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ACCORDI FISCALI
La Commissione approva tutti i trattati

■ Sì agli accordi fiscali siglati dalla Svizze­ra con Germania, Gran Bretagna e Austria. La Commissione dell'economia del Con­siglio degli Stati raccomanda a larga mag­gioranza di approvare le convenzioni. La decisione dei senatori dovrebbe cadere nel corso della prossima sessione. I trattati con Berlino e Londra sono stati accolti per 7 vo­ti a 2, quello con Vienna senza opposizio­ni. Tutti prevedono l'introduzione di una tassa per regolarizzare i fondi depositati «in nero» in Svizzera e l'imposizione alla fon­te dei futuri redditi da capitale. Dovrebbe­ro entrare in vigore a inizio gennaio.
Presentati dal Consiglio federale come la soluzione per conservare il segreto banca­rio, evitando lo scambio automatico di in­formazioni chiesto dall'Unione europea, gli accordi, e in particolare quello con Ber­lino, sono criticati in Svizzera soprattutto dall'UDC, che minaccia il referendum.
 

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ACCORDI FISCALI
La Commissione approva tutti i trattati

■ Sì agli accordi fiscali siglati dalla Svizze­ra con Germania, Gran Bretagna e Austria. La Commissione dell'economia del Con­siglio degli Stati raccomanda a larga mag­gioranza di approvare le convenzioni. La decisione dei senatori dovrebbe cadere nel corso della prossima sessione. I trattati con Berlino e Londra sono stati accolti per 7 vo­ti a 2, quello con Vienna senza opposizio­ni. Tutti prevedono l'introduzione di una tassa per regolarizzare i fondi depositati «in nero» in Svizzera e l'imposizione alla fon­te dei futuri redditi da capitale. Dovrebbe­ro entrare in vigore a inizio gennaio.
Presentati dal Consiglio federale come la soluzione per conservare il segreto banca­rio, evitando lo scambio automatico di in­formazioni chiesto dall'Unione europea, gli accordi, e in particolare quello con Ber­lino, sono criticati in Svizzera soprattutto dall'UDC, che minaccia il referendum.
 

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BRUXELLES
Il segreto bancario difeso da Austria e Lussemburgo

■ Austria e Lussemburgo hanno impedi­to ieri a Bruxelles ai ministri delle Finanze dell'Unione europea di trovare un accor­do sul dossier della fiscalità del risparmio. In questo modo la Commissione europea non potrà ancora trattare con la Svizzera su questo tema. I ministri delle Finanze avevano in programma la discussione del­la concessione alla Commissione UE di una delega per negoziare un eventuale ac­cordo con Paesi terzi sulla tassazione del risparmio. Per la Svizzera si sarebbe trat­tato di ampliare il campo d'applicazione dell'attuale accordo bilaterale sulla fisca­lità del risparmio, che prevede una ritenu­ta alla fonte del 35% per i clienti europei delle banche elvetiche. L'intesa dovrebbe per esempio essere allargata anche alle as­sicurazioni vita. I due Paesi europei riten­gono che la Commissione cerchi con la sua richiesta di far saltare il segreto bancario.
 

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BRUXELLES
Il segreto bancario difeso da Austria e Lussemburgo

■ Austria e Lussemburgo hanno impedi­to ieri a Bruxelles ai ministri delle Finanze dell'Unione europea di trovare un accor­do sul dossier della fiscalità del risparmio. In questo modo la Commissione europea non potrà ancora trattare con la Svizzera su questo tema. I ministri delle Finanze avevano in programma la discussione del­la concessione alla Commissione UE di una delega per negoziare un eventuale ac­cordo con Paesi terzi sulla tassazione del risparmio. Per la Svizzera si sarebbe trat­tato di ampliare il campo d'applicazione dell'attuale accordo bilaterale sulla fisca­lità del risparmio, che prevede una ritenu­ta alla fonte del 35% per i clienti europei delle banche elvetiche. L'intesa dovrebbe per esempio essere allargata anche alle as­sicurazioni vita. I due Paesi europei riten­gono che la Commissione cerchi con la sua richiesta di far saltare il segreto bancario.
 

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BERLINO - Protranno brindare gli evasori tedeschi grazie all'accordo fiscale elvetico-tedesco . E' questa, in sintesi, l'opinione che emerge tra gli esperti di fisco in Germania.

Mercoledì scorso, alla trasmissione plus-minus del primo canale pubblico tedesco ARD, è andato in onda un servizio che ripropone lo spinoso tema di un accordo che in Germania divide gli animi.

Tra gli evasori tedeschi regna una certa apprensione. Secondo plusminus, da quando le autorità hanno deciso di acquistare cd rom contenenti dati di evasori tedeschi e la firma tra i due governi è cosa fatta, sono molti gli evasori che cercano di riportare in Patria i propri averi. Anche i controlli alle frontiere si stanno intensificando. Nel 2011 sono stati 2295 i sequestri di valuta alle frontiere tra i due Stati. Un record.

I tedeschi che hanno un conto in Svizzera, tuttavia, hanno poco o nulla da temere. Anzi. L'offerta del governo federale tedesco fatta agli evasori tedeschi è molto generosa. "Chi ha nascosto soldi in Svizzera - è stato riferito a plusminus - li potrà legalizzare a un prezzo molto vantaggioso, in modo anonimo e senza conseguenze penali". Un accordo che prevede un'imposta liberatoria che va dal 21 al 41%.

Il parere del professore - E' il professor Frank Echtner, esperto in materia fiscale, a spiegare perché quello firmato tra i due stati, è un regalo agli evasori tedeschi. Il professore ha dimostrato che, dopo essere riuscito a districarsi in formule di calcolo complicatissime, in verità quasi nessuno degli evasori pagherà oltre il 33 per cento di tassa liberatoria. Plus-minus fa l'esempio concreto: chi, nel 2002, è riuscito a portare in Svizzera 100mila euro non dichiarati, pagherebbe, al netto, soltanto la metà delle tasse rispetto a quelle che deve versare un contribuente onesto.

Giustizia fiscale "à la Schäuble - Il contribuente onesto pagherebbe 61.400 euro, 34.200 in più rispetto a colui che non ha dichiarato i propri redditi al fisco tedesco. Plusminus l'ha chiamata "giustizia fiscale à la Schäuble", riferendosi al ministro delle finanze tedesco che ha firmato l'accordo con la Svizzera. Secondo Frank Hechtner, questo accordo non rappresenta altro che una sorta di amnistia che non considera gli aspetti della giustizia ed etici, che, invece, dovrebbero essere presi in considerazione.

L'anonimato - A destare un certo scalpore in Germania è il fatto che le tasse prelevate dai correntisti tedeschi, che giungono da banche e istituti finanziari svizzeri, arrivino sotto forma anonima. Ma non solo. Al nord del Reno ci si interroga anche sul fatto che l'accordo fiscale tra i due stati riguarda soltanto le persone fisiche, mentre sono escluse persone giuridiche e fondazioni.

L'esperto fiscale - Markus Meinzer rappresenta "tax justice network", associazione internazionale costituita da tecnici che operano a favore della giustizia fiscale. Secondo Meinzer, l'accordo non è accettabile per due motivi: premia gli evasori e offre molte scappatoie. Un accordo che, inoltre, non impedirebbe l'evasione fiscale neppure in futuro. Soprattutto l'evasione di coloro che dispongono di ingenti patrimoni continuerebbe ad essere la normalità, in quanto per queste persone sarà più facile dirottare i loro averi in fondazioni (come per esempio quelle del Liechtenstein) che non dovranno sottostare agli accordi elvetico-tedeschi. Meinzer, inoltre, aggiunge che quei tedeschi, persone fisiche, che hanno un conto in Svizzera, hanno tempo fino al primo gennaio del 2013 per dirottare i fondi dal proprio conto corrente verso conti intestati a persone giuridiche o a fondazioni, proprio per evitare che i propri denari siano riconducibili al titolare del conto.

L'ex manager del "fisco creativo" - A plusminus all'intervento è stato chiamato anche Rudolf Elmer, ex manager bancario e specialista in quello che è chiamato "fisco creativo". Secondo lui l'intero accordo è semplicemente una "farsa". Elmer dice che il governo tedesco, di facciata, vuole dimostrare al popolo il suo impegno nella lotta ai fondi neri, ma con l'accordo tra Germania e Svizzera, di fatto, aumenterà l'evasione fiscale.

L'accordo non vale per fondazioni e persone giuridiche - Elmer ha aggiunto che, attraverso la verifica fiscale limitata soltanto alle persone fisiche, i grandi capitali verranno risparmiati dall'accordo. Grandi capitali che, di fatto, sono già da tempo nascosti in società irraggiungibili al fisco tedesco. Questa situazione è data dal fatto che fino a quando ci sarà il segreto bancario, questi fondi resteranno inviolati. Elmer paragona questa situazione a un pollaio: con l'accordo è come se si mettesse a capo del pollaio una volpe alla quale viene dato il compito di assicurare che le uova vengano consegnate al contadino.

Con Rubik Unione Europea divisa e indebolita - Un altro aspetto di questo accordo riguarda l'Unione Europea e la sua forza. Con Rubik l'Unione Europea viene indebolita e a trarne vantaggi è soltanto la Svizzera. Questo perché il governo tedesco, firmando questo accordo, ha indebolito la posizione dell'Unione europea, che spingeva per l'introduzione dello scambio automatico dei dati, come hanno preteso gli Stati Uniti.

Markus Meinzer ritiene che la minaccia dell'introduzione di uno scambio automatico dei dati a livello europeo abbia spinto la Svizzera a lanciare questo tipo di accordo fiscale per dividere e quindi indebolire l'Unione europea nella lotta contro l'evasione.

Chi ci guadagna? La Svizzera - La Svizzera, quindi, ne esce vittoriosa. La Confederazione, grazie all'accordo, riuscirà a mantenere e rafforzare il suo ruolo di paradiso fiscale nel cuore dell'Europa. Poco importa se il governo tedesco è contrario al divieto di acquisto di cd rom contenenti i dati di evasori fiscali. E' un rischio che molti evasori correranno volentieri.
 

tontolina

Forumer storico
guardo un po' cosa anticipava alcuni mesi fa

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=Za39bczW51w&feature=channel&list=UL"]IL FURTO DI MONTI: 150 MILIARDI SENZA FATTURA - YouTube[/ame]
 

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