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Forumer storico
WALL STREET: E' DISFATTA TOTALE
Dal fronte macro sono arrivate indicazioni a due velocità con le nuove richieste di sussidi di disoccupazione scese meno del previsto nell’ultima settimana. Buone notizie invece per le scorte di magazzino all’ingrosso che ad agosto sono aumentate dello 0,8%, a fronte di una previsione di crescita dello 0,4%.
Come già accaduto però nelle ultime giornate, il mercato ha del tutto ignorato gli aggiornamenti sul versante macro, concentrando la sua attenzione sui timori sempre più accentuati di una recessione globale. A nulla sono serviti per ora gli interventi adottati per fronteggiare la crisi, basti pensare all’azione congiunta di ieri delle Banche Centrali che hanno ridotto il costo del denaro in quasi tutto il mondo.
Ad alimentare le vendite ha contribuito senza dubbio il venir meno del divieto di vendite alle scoperto su quasi un migliaio di titoli, la maggior parte dei quali appartenenti al settore finanziario. La scadenza del provvedimento ha così provocato una nuova debacle anche se le vendite hanno colpito quasi indistintamente un po’ tutti i settori.
A fine giornata così la piazza azionaria americana consegna un vero e proprio bollettino di guerra, con il Dow Jones sprofondato al di sotto della soglia dei 9.000 punti, per la prima volta in cinque anni, con una flessione del 7,33%. Affonda anche l’S&P500 che lascia sul parterre il 7,62%, mentre è riuscito a limitare in parte i danni il Nasdaq Composite arretrato del 5,47% a 1.645,12 punti, dopo aver toccato un minimo a 1.634,88 punti e un massimo a 1.787 punti.
http://www.trend-online.com/adm/pics/upload/clankiPICTURE-195061
Tra i titoli del Dow Jones, si è difeso meglio degli altri IBM che ha chiuso in rosso dell’1,71%, aiutato in buona parte dalla positiva trimestrale diffusa ieri a mercati chiusi. I dati, pubblicati in anticipo di una settimana, hanno evidenziato una crescita degli utili superiore alle attese, a fronte di un fatturato salito meno del previsto.
Tengono meglio di altri Microsoft, Hewlett-Packard e Intel, con ribassi compresi tra il 3% e il 4%, mentre per tutti gli altri titoli del paniere si registra una flessione non inferiore ai sei punti. In rosso di quasi l’8% General Electric, alla vigilia dei risultati trimestrali, mentre il calo del prezzo del petrolio ha affondato Exxon Mobil e Chevron, in caduta dell’11,69% e del 12,45%.
Tra i finanziari Jp Morgan arretra del 6,67%, mentre Citigroup ha perso il 10,21%, preceduto da Bank of America che ha accusato un ribasso dell’11,18% nonostante la promozione arrivata da un broker che ora consiglia di acquistare.
Ancora una seduta nera per Alcoa che ha perso il 15,3% del suo valore, sulla scia della pessima trimestrale diffusa martedì sera. Ad indossare la maglia nera è stata General Motors, con un affondo di oltre il 31%, scendendo sui minimi da oltre 60 anni. Il titolo è stato sepolto dalle vendite in seguito alla decisione di Standard & Poor’s di mettere in credit watch con implicazioni negative il rating sul credito del colosso automobilistico.
elettronico del Nasdaq Composite, in controtendenza Applied Materials e Research in Motion che hanno guadagnato rispettivamente il 2,65% e il 2,48%. Quasi indenni Dell e Apple che hanno chiuso in calo dello 0,52% e dell’1,17%, mentre Google ha ceduto il 2,7% dopo che Soleil ha ridotto la raccomandazione sul titolo da “buy” a “hold”, rivedendo il prezzo obiettivo da 580 a 350 dollari.
Ben diverso il bilancio di Yahoo che ha terminato gli scambi in rosso di oltre otto punti, distinguendosi tra i peggiori titoli del listino, insieme ad Amazon.com che è crollato dell’8,23%.
Inarrestabile la discesa della piazza azionaria americana che si lascia alle spalle un’altra seduta da panico, dopo essere riuscita in parte a contenere le perdite ieri. Anche quest’oggi si è avuta l’illusione di assistere ad un rimbalzo che si è materializzato sin dalle prime battute, con gli indici in progresso di oltre un punto percentuale. Gli acquirenti però hanno avuto margini di manovra decisamente esigui tanto che a meno di un’ora dalla partenza sono stati subito messi all’angolo dai loro antagonisti. I listini hanno così ripiegato in territorio negativo, affondando proprio nell’ultima mezz’ora di scambi, fermandosi così sui minimi di seduta, con una delle peggiori performance di quest’anno. Dal fronte macro sono arrivate indicazioni a due velocità con le nuove richieste di sussidi di disoccupazione scese meno del previsto nell’ultima settimana. Buone notizie invece per le scorte di magazzino all’ingrosso che ad agosto sono aumentate dello 0,8%, a fronte di una previsione di crescita dello 0,4%.
Come già accaduto però nelle ultime giornate, il mercato ha del tutto ignorato gli aggiornamenti sul versante macro, concentrando la sua attenzione sui timori sempre più accentuati di una recessione globale. A nulla sono serviti per ora gli interventi adottati per fronteggiare la crisi, basti pensare all’azione congiunta di ieri delle Banche Centrali che hanno ridotto il costo del denaro in quasi tutto il mondo.
Ad alimentare le vendite ha contribuito senza dubbio il venir meno del divieto di vendite alle scoperto su quasi un migliaio di titoli, la maggior parte dei quali appartenenti al settore finanziario. La scadenza del provvedimento ha così provocato una nuova debacle anche se le vendite hanno colpito quasi indistintamente un po’ tutti i settori.
A fine giornata così la piazza azionaria americana consegna un vero e proprio bollettino di guerra, con il Dow Jones sprofondato al di sotto della soglia dei 9.000 punti, per la prima volta in cinque anni, con una flessione del 7,33%. Affonda anche l’S&P500 che lascia sul parterre il 7,62%, mentre è riuscito a limitare in parte i danni il Nasdaq Composite arretrato del 5,47% a 1.645,12 punti, dopo aver toccato un minimo a 1.634,88 punti e un massimo a 1.787 punti.
http://www.trend-online.com/adm/pics/upload/clankiPICTURE-195061
Tra i titoli del Dow Jones, si è difeso meglio degli altri IBM che ha chiuso in rosso dell’1,71%, aiutato in buona parte dalla positiva trimestrale diffusa ieri a mercati chiusi. I dati, pubblicati in anticipo di una settimana, hanno evidenziato una crescita degli utili superiore alle attese, a fronte di un fatturato salito meno del previsto.
Tengono meglio di altri Microsoft, Hewlett-Packard e Intel, con ribassi compresi tra il 3% e il 4%, mentre per tutti gli altri titoli del paniere si registra una flessione non inferiore ai sei punti. In rosso di quasi l’8% General Electric, alla vigilia dei risultati trimestrali, mentre il calo del prezzo del petrolio ha affondato Exxon Mobil e Chevron, in caduta dell’11,69% e del 12,45%.
Tra i finanziari Jp Morgan arretra del 6,67%, mentre Citigroup ha perso il 10,21%, preceduto da Bank of America che ha accusato un ribasso dell’11,18% nonostante la promozione arrivata da un broker che ora consiglia di acquistare.
Ancora una seduta nera per Alcoa che ha perso il 15,3% del suo valore, sulla scia della pessima trimestrale diffusa martedì sera. Ad indossare la maglia nera è stata General Motors, con un affondo di oltre il 31%, scendendo sui minimi da oltre 60 anni. Il titolo è stato sepolto dalle vendite in seguito alla decisione di Standard & Poor’s di mettere in credit watch con implicazioni negative il rating sul credito del colosso automobilistico.
elettronico del Nasdaq Composite, in controtendenza Applied Materials e Research in Motion che hanno guadagnato rispettivamente il 2,65% e il 2,48%. Quasi indenni Dell e Apple che hanno chiuso in calo dello 0,52% e dell’1,17%, mentre Google ha ceduto il 2,7% dopo che Soleil ha ridotto la raccomandazione sul titolo da “buy” a “hold”, rivedendo il prezzo obiettivo da 580 a 350 dollari.
Ben diverso il bilancio di Yahoo che ha terminato gli scambi in rosso di oltre otto punti, distinguendosi tra i peggiori titoli del listino, insieme ad Amazon.com che è crollato dell’8,23%.