ciak47 ha scritto:
BUON GIORNO A TUTTI
Ciao Jazzy! ciao Giulia!!
oggi operativita' e alcune faccende extraborsistiche mi hanno tenuto lontano dal forum...domani dovrei essere un po' + presente....
vi posto il resoconto del close di Wally....................di male in peggio........
Pesante calo a Wall Street: la crisi del credito spaventa il mercato
In linea con quanto accaduto per le Borse europee, anche a Wall Street la settimana è partita male, con indici che hanno registrato perdite ancor più pesanti rispetto a quelle di venerdì scorso. Solo per alcuni istanti i listini sono riusciti a vedere il segno più, con variazioni percentuali minime, e le vendite hanno subito preso il sopravvento, per nulla frenata dalle positive indicazioni arrivate dal fronte macro. Nel mese di gennaio infatti le scorte di magazzino all’ingrosso sono cresciute più delle attese, evidenziando un progresso dello 0,8%, rispetto allo 0,5% previsto. Un dato che però non ha avuto alcun impatto sul mercato, i cui riflettori sono rimasti accesi sulla difficile situazione del mondo del credito.
Un’ondata di cattive notizie è arrivata infatti per alcuni protagonisti del settore finanziario, per i quali sono previste nuove svalutazioni che hanno portato a rivedere al ribasso le stime sugli utili per l’anno in corso. A rendere ancora più pesante l’umore degli investitori è stato il crollo di Bear Stearns che è stata scambiati con volumi decisamente elevati. Secondo alcuni rumors la casa di investimento avrebbe problemi di liquidità a tal punto che alcuni si sono spinti a parlare di una possibile bancarotta.
Non ha certo aiutato la nuova impennata dei prezzi del petrolio che sono arrivati a segnare un nuovo record storico al di sopra dei 108 dollari al barile, chiudendo gli scambi poco al di sotto di tale quota. A nulla sono serviti infine i rumors, diventati sempre più insistenti, di un possibile intervento a mercati aperti da parte della Federal Reserve. A rilanciare la probabilità di un taglio dei tassi a sorpresa è stata quest’oggi Goldman Sachs, che pure ha evidenziato come tale manovra sia via via sempre meno probabile man mano che ci si avvicina al meeting già fissato per il 18 marzo prossimo.
A fine giornata così i listini si sono presentati al suono della campanella tutti in deciso calo, a ridosso dei minimi segnati nell’intraday. Il Dow Jones e l’S&P500 hanno ceduto rispettivamente l’1,29% e l’1,55%, ma è andata peggio al Nasdaq Composite, fotografato a 2.169,34 punti, con una flessione dell’1,95%, dopo un minimo a 2.168 e un massimo a 2.242 punti.
Tra i titoli del Dow Jones, riesce a superare indenne la seduta odierna McDonald’s che si muove in controtendenza con un progresso del 2,93%. Nel mese di febbraio il colosso dei fast-food ha registrato un incremento delle vendite superiore all’11% a livello globale, battendo le attese degli analisti, con un incremento dell’8,3% negli Stati Uniti.
Si salvano anche Microsoft e Altria, in salita dello 0,65% e dello 0,3%, insieme ad Intel e a IBM che si fermano poco sopra la parità, con un lieve progresso rispettivamente dello 0,25% e dello 0,06%. Poco mosso anche Exxon Mobil che ha ceduto lo 0,04% nonostante il rally del petrolio, mentre le vendite hanno colpito Wal-Mart che ha accusato un ribasso del 2,1%, dopo che il titolo non è stato confermato nella convitcion buy list di Goldman Sachs.
I più penalizzati sono ancora una volta i finanziari, con AIG e JP Morgan in discesa del 2,17% e del 2,88%, preceduti da American Express e da Citigroup che hanno lasciato sul parterre il 3,59% e il 5,83%.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, spicca il rally di Virgin Media che ha messo a segno un rialzo del 6,68%, sulla scia di indiscrezioni di stampa secondo cui un gruppo di fondi di private equity avrebbe allo studio un’offerta sull’operatore via cavo da 6 a 7,5 miliardi di dollari.
Tra i big riesce a fare bene Oracle che guadagna l’1,47% e limitano i danni eBay e Cisco Systems, in rosso dello 0,23% e dello 0,5%. In rosso dell’1,79%Yahoo, ma è andata decisamente peggio a Google che è arretrato del 4,55%, dopo che il settimanale Barron’s ha scritto che il titolo potrebbe perdere ancora il 20% dai valori attuali. Pesante Nvidia Corporation che ha ceduto il 5,73%, complice la cattiva intonazione del comparto, nel quale però si è distinto Texas Instruments, avanzato dell’1,19% in attesa dell’aggiornamento infratrimestrale diffuso dopo la chiusura dei listini.
Texas Instruments: vendite in after-hours dopo revisione al ribasso dell’outlook
Al termine di una seduta decisamente pesante, soprattutto per il Nasdaq Composite, cattive notizie sono arrivate proprio per il comparto high-tech da Texas Instruments. Il gigante dei chip per la telefonia ha presentato dopo il suono della campanella un aggiornamento infratrimestrale, che ha deluso le attese degli analisti, complice una revisione al ribasso dell’outlook per il trimestre in corso.
Per i primi tre mesi dell’esercizio fiscale in corso, la società ha fatto sapere di attendersi ora un fatturato compreso tra 3,21 e 3,35 miliardi di dollari, rispetto alla precedente forchetta segnalata a gennaio tra 3,27 e 3,55 miliardi. Un’indicazione che ha deluso le aspettative del mercato che invece punta ad un giro d’affari di 3,4 miliardi di dollari per il trimestre che si chiuderà il prossimo 31 marzo.
Rivisitato al ribasso anche il target sull’utile per azione che dovrebbe aggirarsi tra 0,41 e 0,45 dollari, in confronto al precedente range individuato tra 0,43 e 0,49 dollari. Anche in questo caso la nuova stima è inferiore a quella del consensus che si aspetta invece un eps di 0,46 dollari.
Immediata la reazione del mercato che sta penalizzando il titolo con un’ondata di vendite, visto che, dopo aver concluso la sessione diurna in rialzo dell’1,19% a 29,65 dollari, Texas Instruments arretra pesantemente in after-hours dove lascia sul parterre oltre cinque punti percentuali.