Re: occhio all'incrocio
felixeco ha scritto:
più che il pe......guardo il ................pd
........
continua la follia a wally.....
La FED taglia i tassi ma conferma i rischi al ribasso sull’economia
Al termine della riunione di politica monetaria iniziata ieri, la prima del 2008, la Banca Centrale americana ha deciso di intervenire nuovamente sui tassi di interesse. A distanza di circa un mese e mezzo dall’ultimo meeting e a circa una settimana dall’intervento straordinario di martedì scorso, il Board ha portato avanti la politica monetaria espansiva avviata lo scorso settembre. Per la quarta volta consecutiva nell’arco di cinque mesi, la Fed è intervenuta sul costo del denaro, con una sforbiciata questa sera di mezzo punto, che ha portato i Fed Funds dal 3,5% al 3%, ad un livello inferiore a quello dell’inflazione. Contestualmente è stato deciso un abbassamento dello 0,5% del tasso di sconto, sceso così al 3,5%. Mentre quest’ultima manovra è stata approvata all’unanimità, la misura sui Fed Funds è stata votata a larga maggioranza, ma con il voto contrario di Richard Fisher, presidente della Fed di Dallas che avrebbe preferito invece mantenere invariato il costo del denaro. Ricordiamo che anche in occasione delle riunioni precedenti il voto non era stato unanime, visto che martedì scorso era stato William Poole ad opporsi alla mossa in anticipo della Fed, mentre a dicembre si era dissociato Eric Rosengren.
La mossa di questa sera ha rispettato pienamente le attese del mercato che fino a pochi minuti prima l’annuncio ufficiale, scontava al 77% la probabilità di un taglio di mezzo punto, nonostante fossero sorte alcune perplessità, sull’ipotesi di una sforbiciata meno aggressiva di un quarto di punto.
Nel comunicato che ha accompagnato la decisione ufficiale sui tassi, la Banca Centrale americana ha spiegato che i mercati finanziari sono ancora oggetto di un considerevole “stress”. Si è ridotto ulteriormente l’accesso al credito sia per le imprese che per le famiglie e sulla base delle ultime informazioni disponibili è emerso un approfondimento della contrazione del mercato immobiliare e di quello del lavoro.
Minori preoccupazioni si ravvisano invece sul fronte dell’inflazione che dovrebbe mantenersi su livelli moderati nei prossimi trimestri, anche se questo non esclude la necessità di continuare a monitorare con molta attenzione la dinamica dei prezzi.
L’attenzione della Fed continua ad essere concentrata sul versante della crescita economica, per la quale restano significativi rischi al ribasso. Anche per questo motivo il Board manterrà un atteggiamento vigile sugli effetti finanziari e gli altri sviluppi relativi alle prospettive economiche, agendo in maniera tempestiva per fronteggiare tali rischi.
La Banca Centrale americana ha inoltre aggiunto che la riduzione dei tassi decisa oggi, insieme ai precedenti allentamenti della politica monetaria, dovrebbe contribuire a favorire una moderata crescita nel tempo, mitigando i rischi sull’attività economica.
Anche nello Statement di questa sera, appare decisamente più marcata l’enfasi sulla crescita rispetto a quello sull’inflazione. Del resto ulteriori timori in questa direzione sono stati alimentati dal dato odierno relativo alla lettura preliminare del PIL del quarto trimestre 2007, che ha evidenziato un asfittico progresso dello 0,6% rispetto all’1,2% atteso dal mercato.
Questo spiega anche la reazione dei listini che in un primo momento hanno risposto molto positivamente all’annuncio della Fed. Gli indici infatti hanno invertito subito direzione di marcia, arrivando a segnare rialzi superiori anche ad un punto e mezzo percentuale. Nell’ultima mezz’ora di contrattazioni però si è avuto un rapido ripiegamento che ha portato non solo ad annullare questo vantaggio, ma a scivolare nuovamente in rosso, con una chiusura poco distante dai minimi odierni.
sembrano ancora fortemente preoccupati per il rallentamento della congiuntura a stelle e strisce, vivendo quotidianamente la minaccia di una recessione. Qualche segnale incoraggiante arriva invece dal mondo del lavoro, secondo quanto evidenziato dalle stime ADP che hanno restituito oggi 130mila nuovi posti di lavoro, a fronte dei 40mila attesi. Preziose indicazioni in tal senso giungeranno venerdì prossimo, con il report del mese di gennaio che potrebbero confermare o meno questi segnali di ripresa. Anche in vista di questo appuntamento così il mercato ha preferito optare per la cautela, rimandando eventualmente alle prossime ore gli acquisti rientrati quest’oggi nel finale.
Wall Street non trova sostegno nella Fed e chiude in rosso
Wall Street non riesce a superare con successo l’appuntamento con la Federal Reserve e confermando le indicazioni già emerse nella prima parte della seduta, ha terminato gli scambi in rosso, anche se con ribassi contenuti. Gli indici hanno imboccato da subito la via delle vendite, in seguito alla deludente indicazione del PIL relativo al quarto trimestre del 2007. La lettura preliminare ha evidenziato una crescita dello 0,6%, ben al di sotto dell’1,2% previsto dagli analisti. Non ha aiutato invece la stima ADP con 130mila nuovi posti di lavoro a gennaio, saliti oltre le aspettative, visto che il consensus era per una conferma del dato precedente a 40mila unità. Le notizie contrastate arrivate dal mondo societario hanno contribuito a determinare il tono dimesso dei listini che hanno ritrovato un immediato sollievo subito dopo l’annuncio della Fed. Quest’ultima ha infatti rispettato le attese del mercato, abbassando di mezzo punto i tassi di interesse, scesi così al 3%, unitamente ad una riduzione dello 0,5% del tasso di sconto che passa al 3,5%. La Banca Centrale americana ha confermato che esistono ancora rischi al ribasso per l’economia, aggiungendo però che la mossa di stasera, insieme alle precedenti, dovrebbe contribuire ad offrire un sostegno alla congiuntura. Gli indici hanno così reagito inizialmente in maniera molto positiva, spingendosi con decisione in avanti, ma l’effetto Fed è svanito nell’ultima mezz’ora di contrattazione. I listini infatti si sono riportati tutti in territorio negativo, presentandosi al close in rosso, anche se al di sopra dei minimi odierni.
A fine giornata così il Dow Jones e l’S&P500 registrano un calo rispettivamente dello 0,3% e dello 0,48%, mentre il Nasdaq Composite viene fotografato a 2.349 punti, con un rosso dello 0,38%, dopo aver segnato un minimo a 2.343 e un massimo a 2.396
punti.
Tra i titoli del Dow Jones, si muove in controtendenza Boeing che sale del 2,84%, nonostante la trimestrale a due velocità che ha visto gli utili crescere oltre le attese, a fronte di ricavi in discesa da 17,54 a 17,48 miliardi di dollari.
Ancora denaro sui finanziari con JP Morgan in salita dell’1,1%, seguito da Citigroup che è avanzato dello 0,54%, mentre chiude in calo dello 0,44% American Express. Bene Altria che porta a casa l’1,1%, dopo il forte calo degli utili nel quarto trimestre, anche se il risultato per azione è stato superiore alle attese.
A pagare pegno per la trimestrale è stata invece Merck che ha lasciato sul parterre il 4% dopo aver chiuso in rosso gli ultimi tre mesi del 2007. La società ha confermato l’outlook per l’anno in corso, ma il titolo è stato penalizzato per la mancata chiarezza sul possibile rallentamento delle vendite.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, si salvano Cisco Systems, Oracle e Intel, tutti in salita di circa un punto percentuale, ma riescono a chiudere in positivo anche eBay e Apple con una crescita più modesta dello 0,69% e dello 0,49%. In frazionale progresso dello 0,35% Amazon.com in attesa della trimestrale che sarà consegnata dopo la chiusura dei listini.
Ancora un calo per Google che cede lo 0,41% alla vigilia dei conti trimestrali, mentre i dati di bilancio hanno provocato un vero e proprio crollo per Yahoo che è arretrato dell’8,46%. Il gruppo ha archiviato l’ultimo trimestre con utili in calo ma meno delle attese, a fronte di un fatturato in linea con le previsioni. A preoccupare il mercato è stato però il deludente outlook per i primi tre mesi dell’anno da poco iniziato.