Corsa pazza a Wall Street: i listini aprono l’ottava in rally. Citigroup guida il riscatto dei finanziari al Dow
Un finale tutto a sorpresa per la piazza azionaria americana che, superata l’incertezza iniziale, ha visto gli indici impennarsi progressivamente nella parte finale, tanto da arrivare ad azzerare quasi interamente le perdite di venerdì scorso. La giornata è stata vissuta all’insegna di una forte volatilità, anche se in chiusura l’indice Vix ha registrato una decisa contrazione dei suoi valori, con una perdita di quasi il 9%, poco al di sotto dei 23 punti, ma sempre vicino ai massimi delle ultime giornate.
L’assenza di dati macro di rilievo ha portato gli investitori a concentrare ancora una volta la loro attenzione sulla crisi dei mutui subprime e più in generale del mondo del credito. Oggi American Home Mortage Investment ha dichiarato ufficialmente bancarotta e il numero uno operativo di Bear Stearns si è dimesso, seminando ulteriori incertezze sulla difficile situazione del comparto.
Nella seconda parte della giornata però i listini sono stati capaci di riscattarsi, spingendosi in territorio positivo, con un bilancio che è divenuto progressivamente sempre più consistente. A condizionare gli scambi odierni ha contribuito anche l’attesa per la riunione del FOMC di domani, quando insieme all’annuncio di tassi fermi al 5,25%, secondo le previsioni, dovrebbero arrivare ulteriori indicazioni sulla crisi del settore del credito e sulle eventuali implicazioni per gli altri comparti dell’economia.
Gli investitori hanno voluto guardare con fiducia a questo importante appuntamento e così a fine giornata i listini hanno realizzato un vero e proprio rally, chiudendo gli scambi sui massimi odierni. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,18%, preceduto dal più ampio S&P500 che ha messo a segno un progresso ancora più significativo del 2,42%. In luce verde anche il Nasdaq Composite che è rimasto più indietro, fermandosi a quota 2.547,33 punti, top di oggi, con un rialzo dell’1,44%, dopo aver segnato un minimo a 2.491 punti.
Tra i titoli del Dow Jones, gran denaro sul settore finanziario, con Citigroup in crescita del 5,69%, seguito da American Express che ha guadagnato il 4,7%, ma è riuscita a fare bene anche Jp Morgan che ha portato a casa il 3,18%.
Pimpante anche Wal-Mart , salita del 3,3%, sulla scia della nuova joint-venture avviata in India con Bharti Enterprises, ma nel settore della grande distribuzione ha guadagnato posizioni anche Homde Depot, in ascesa dell’1,93%.
Sale del 2,11% Merck che ha beneficiato dell’upgrade da parte di Cowen, i cui analisti hanno alzato il giudizio sul titolo da “neutral” ad “outperform”.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, grandi acquisti per Intuit e Juniper Networks che hanno guadagnato oltre sette punti percentuali. Tra i big si è distinto in positivo eBay, salito del 3,9%, ma gli acquisti hanno interessato anche Amazon.com e Apple, cresciuti rispettivamente del 2,86% e del 2,58%.
Poco mossa invece Cisco Systems che ha portato a casa un rialzo frazionale dello 0,18%, in attesa dei conti del trimestre che saranno diffusi domani sera dopo la chiusura dei listini.
Petrolio: deciso affondo dei ribassisti. I timori sul calo della domanda scatenano vendite a go-go
Avvio di settimana decisamente incoraggiante per i prezzi del petrolio che dopo la flessione di venerdì scorso, quando la giornata si era chiusa con un calo di quasi due punti, hanno continuano a perdere posizioni anche oggi, in maniera decisamente più significativa. La sessione si è aperta già all’insegna delle vendite, con le quotazioni che sono scivolate da subito al di sotto dei 75 dollari, ma successivamente si è avuta una vera e propria pioggia dei vendite. Si è avuto così un pesante raid ribassista che ha portato i prezzi a scendere perfino sotto i 72 dollari al barile, livello però riconquistato al close. Il future con scadenza settembre è stato infatti fotografato a 72,04 dollari, con un deciso calo del 4,6% rispetto ai valori di venerdì scorso, facendo così segnare la flessione più ampia mai avuta dallo scorso 4 gennaio.
A pesare sull’andamento odierno delle quotazioni hanno contribuito le preoccupazioni relative ad un possibile rallentamento dell’economia americana che potrebbe tradursi in una contrazione della domanda. Una prospettiva che ha fatto subito passare in secondo piano i timori vissuti fino a qualche giorno fa relativamente alla sufficiente disponibilità di scorte strategiche.