baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Ne parla solo Aldo Grasso sul Corriere, ma non vedo perché non dovremmo commentarli anche noi.
Muovono un sacco di denaro, sia per farli che per trasmetterli che pure e soprattutto dopo trasmessi, sul mercato dei consumi.
Impegnano registi anche famosi, talora con risultati estetici apprezzabili.
Certo, non muovono collezionismo. Però possono sfiorare l'arte, un po' come i manifesti cartacei di fine 800. Hanno poi un ritorno materiale sugli oggetti da collezione nei mercatini e simili. Insomma, se qualcuno ha altri motivi per parlarne li aggiunga , a me questi possono bastare.
E comincio con lo spot televisivo di un caffè (mi tocca beccarlo più volte in quanto trasmesso nei dintorni dei telegiornali, che sono l'unica cosa che vedo alla tv), marca che non nomino qui per non darle immeritata pubblicità: spot che è quanto di più malfatto, imbranato e controproducente si sia mai visto, in tv o al cinema.
Quasi tutti lo avranno subìto: dopo una incomprensibile disputa che porta a scegliere un caffè in capsula (non si sa perché, forse perché l'azienda ci guadagna di più, boh) lui e lei si siedono al tavolo, e mentre in un sonoro slegato e mal udibile lei o chi per lei recita la poesiola sciocca di turno, i due stanno seduti al tavolo per un tempo interminabile, afasici, bloccati in pose parafantozziane, senza proprio saper che fare se non attendere con angoscia comprensibile la fine dello spot.
2 agli interpreti, ma zero al regista
E di conseguenza al caffè
Muovono un sacco di denaro, sia per farli che per trasmetterli che pure e soprattutto dopo trasmessi, sul mercato dei consumi.
Impegnano registi anche famosi, talora con risultati estetici apprezzabili.
Certo, non muovono collezionismo. Però possono sfiorare l'arte, un po' come i manifesti cartacei di fine 800. Hanno poi un ritorno materiale sugli oggetti da collezione nei mercatini e simili. Insomma, se qualcuno ha altri motivi per parlarne li aggiunga , a me questi possono bastare.
E comincio con lo spot televisivo di un caffè (mi tocca beccarlo più volte in quanto trasmesso nei dintorni dei telegiornali, che sono l'unica cosa che vedo alla tv), marca che non nomino qui per non darle immeritata pubblicità: spot che è quanto di più malfatto, imbranato e controproducente si sia mai visto, in tv o al cinema.
Quasi tutti lo avranno subìto: dopo una incomprensibile disputa che porta a scegliere un caffè in capsula (non si sa perché, forse perché l'azienda ci guadagna di più, boh) lui e lei si siedono al tavolo, e mentre in un sonoro slegato e mal udibile lei o chi per lei recita la poesiola sciocca di turno, i due stanno seduti al tavolo per un tempo interminabile, afasici, bloccati in pose parafantozziane, senza proprio saper che fare se non attendere con angoscia comprensibile la fine dello spot.
2 agli interpreti, ma zero al regista
E di conseguenza al caffè