Spagna: i disoccupati emigrano... in nordafrica (1 Viewer)

tontolina

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Alla Spagna conviene uscire dall'euro e Rajoy lo sa. Ecco perchè

http://it.finance.yahoo.com/notizie/spagna-conviene-uscire-dalleuro-rajoy-092400286.html
 

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La Bce Boccia Il Piano Di Ricapitalizzazione Bankia (ft)

(ASCA) - Roma, 30 mag - La Bce boccia il piano di ricapitalizzazione della banca spagnola bankia. E' quanto scrive il Financial Times spiegando che lo schema prevede il conferimento a Bankia di titoli di Stato spagnoli cosi' che la banca possa ottenere liquidita' dalla banca centrale europea. Secondo il quotidiano finanziario, citando fonti europee, la Bce avrebbe giudicato ''inaccettabile'' un tale piano in quanto la ricapitalizzazione sarebbe assimilabile a un finanziamento dello Stato spagnolo da parte della Bce che e' contro lo statuto della banca centrale europea. Anche il Wall Street Journal scrive oggi che la BCE si opporra' al piano di ricapitalizzazione messo a punto dalla Spagna per Bankia di cui il governo di madrid gia' possiede il 45%.
 

tontolina

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Verdemoneta banche Euro crisi Spagna Crisi euro – Spagna insolvente, ma Bce e Germania non la lasceranno fallire
Crisi euro – Spagna insolvente, ma Bce e Germania non la lasceranno fallire

Banche spagnole al collasso, un intero settore disastrato da bolla immobiliare e crollo dei consumi, urge una mega ricapitalizzazione, la BCE sta studiando un intervento dato che il governo iberico non può farcela da solo.

3 giugno 2012 , ore 10:51 - 0 Commenti







La crisi del debito sovrano europeo ha oramai spostato il proprio baricentro più ad ovest.
Nelle cronache quotidiane, da giorni, la Spagna sta facendo la parte del leone, mentre non si sente più parlare della Grecia.
Il paese ellenico, probabilmente tornerà a far parlare di sè in occasione delle elezioni del 17 giugno, ma anche in quell’occasione a prescindere da cosa succederà, non si attendono reazioni drammatiche.
Ormai il paese è finanziariamente distrutto ed economicamente al collasso, se a questo aggiungiamo che ‘esposizione delle banche dell’Eurozona non supera i 260, si capisce come mai la sorte della Grecia non interessa più di tanto.
Detto così, non e certo bello, ma purtroppo la realtà a volte non è bella nè da sentirsi, nè tanto meno da vedersi, ma rimane comunque la realtà dei fatti.
Era prevedibile che una volta alleggeriti i portafogli dei maggiori gruppi bancari, il destino della Grecia fosse predestinato al fallimento, che questo avvenga prima della nuova stagione o dopo non è più di grande interesse per al classe politica europea.




L’attenzione ora si è spostata sulla Spagna, che con un debito/Pil che rischia di balzare a fine anno attorno all’80% fà molta più paura.
In particolare il timore è suscitato dalle condizioni delle banche spagnole.
I maggiori istituti di credito iberici, sono infatti fortemente esposti alla crisi immobiliare che prosegue da anni e che secondo gli esperti, dovrebbe vedere anche nel 2012 prezzi in ulteriore discesa.
Con gruppi immobiliari e delle costruzioni in crisi, anche di primissimo livello come Metrovecesa, tanto da non escludere nuove fusioni tra operatori e qualche fallimento.
Per questo motivo, il governo di Madrid, ha chiesto agli istituti finanziari di aumentare le riserve di altri 35 miliardi, che si aggiungono ai 54 miliardi già stanziati.
Condizione, che a sentire alcuni intermediari esteri, non sarebbe comunque sufficiente, Barclays stima svalutazioni e perdite legate al comparto immobiliare per ulteriori 200 miliardi di euro.
Gli analisti di Kairos Partners, segnalano come sia probabile che “la Spagna, in queste ore, stia trattando un salvataggio internazionale da 300-400 miliardi.

Per ragioni di prestigio, e per evitare panico sui mercati,probabilmente verrà fatto passare sotto altro nome, aggiungono da Kairos, ma in sostanza, come ha dichiarato più “ruvidamente” il chief strategist dei Lloyds, la Spagna “è nella sostanza insolvente”.



Oltre a Bankia, già nazionalizzata al 45% e che avrà bisogno di altri 19 miliardi di euro di capitali per evitare il default, sono saltate già altre tre casse di risparmio, a cui necessitano almeno una decina di miliardi di euro di aiuti di stato a testa per non chiudere i battenti.
Se a questo, si sommano altri 25 miliardi che potrebbero essere necessari a istituti quotati tipo CaixaBank, Banco Santander, Banco Popular Espanol, Bbva, Banco Espanol de Credito e Bankinter, si giunge ad una somma di 75 miliardi di fondi solo per il primo intervento, che potrebbe concludersi con una semi nazionalizzazione dell’intero settore creditizio spagnolo.
Si capisce quindi, come il problema del settore bancario spagnolo, non sia nazionale ma europeo, alla stessa stregua di quanto successo con la Grecia.
Mentre nel caso ellenico, l’istituto più esposto era di nazionalità francese, nel caso spagnolo, troviamo in prima fila alcune banche tedesche come, Deutsche Bank e Commerzbank, per un esposizione totale pari a 112 miliardi di euro, da qui nasce l’impressione che qualcosa per la Spagna si farà.
Certo la Spagna non ha le dimensioni della Grecia, il problema qui è molto più serio, anche perché diversamente dalla Grecia, la crisi non nasce dalla dissolutezza ma da un delevaraging e da un credit crunch che prosegue a rapida velocità.
A questo, va aggiunto il crollo del mercato del lavoro, con una disoccupazione a fine aprile pari al 24,3%, che sta distruggendo la domanda interna.

In sintesi le prospettive non sono affatto rosee, per ora si prevede un ulteriore aumento della fase recessiva, con primi segnali di una graduale ripresa l’anno venturo, visto cosa è successo con la Grecia, non si può certo dormire sonni tranquilli, anche in virtù del fatto che a livello politico, l’attore europeo di “peso” è rimasto il medesimo.
La spinta che il premier spagnolo sta dando, nel tentativo di riformare il settore delle “caixas” oltre che il mercato del lavoro, recuperando competitività, dovrebbe consentire alla Spagna di non fare la fine di Grecia, Irlanda e Portogallo almeno formalmente.
Se a questo si aggiunge, un auspicabile determinazione della Bce, si dovrebbe evitare un numero eccessivo di fallimenti nel settore bancario.


Di fronte ad un quadro del genere, i consigli restano quelli di sempre, evitare di esporsi, restare liquidi, se proprio si vuole acquistare andare su strumenti monetari in valute forti o stabili, corone norvegesi, dollari americani, dollari australiani,sterline.
Non impegnarsi in investimenti con range temporale superiore ai 3 anni, approfittare del calo delle quotazioni di oro e metalli preziosi per puntare su qualche ETF.


Rimanere alla finestra nei confronti dei comparti azionari, in particolare per quello europeo.


Per chi ama il rischio, si sta invece aprendo la possibilità di acquisti sulla debolezza, quindi a quotazioni sotto stimate.
Strategia, messa in risalto dalle dichiarazioni degli analisti di Credit Suisse, che ritengono valida per tre motivi:



La Bce, continuerà a fare ogni sforzo per tenere uniti gli stati dell’eurozona, concedendo tempo alle autorità politiche per realizzare l’unione bancaria, primo passo verso un’unione politica sempre più necessaria per tenere in piedi il progetto comunitario.
Secondo, perché anche nel caso in cui le elezioni greche andassero alla sinistra estrema, non è detto che questa porti al Grecia fuori dall’Euro.
Responsabilità storica troppo grande da assumere, al di là delle dichiarazioni di rito, piuttosto ci si aspetterebbe una richiesta di rinegoziazione del piano di salvataggio comunitario.
Terzo, perché nel tempo, vi sono alcuni meccanismi di regolazione automatica, che aiuteranno l’economia mondiale ad affrontare “il deficit di crescita che è la causa principale della crisi dell’euro e delle difficoltà di bilancio degli Stati Uniti”.
Crescita, che avrebbe come conseguenza un miglioramento dei bilanci dei principali istituti di credito europei, consentendo a chi avrà saputo cogliere il momento migliore per un acquisto, di portare a casa cospicue plusvalenze.
Certo è più facile dirlo che farlo, ed onestamente questa tesi resta molto semplicistica, a confronto dei tanti problemi irrisolti che si stanno accumulando.
Difficile ipotizzare la nascita di una politica europea, se neppure all’interno dei singoli stati si riesce ad arrivare, seppure pressati da una crisi globale, ad equilibri tra le parti.
Il litigio tra Merkel e gli altri leader europei è ancora fresco, a testimonianza di quanto siano lontani i tempi per intese continentali.
Poi ognuno……….
Per ulteiori informazioni :
Crisi Spagna: nessuna richiesta di aiuto al Fondo Monetario Internazionale
Crisi Spagna: Europa vuole vedere il piano per Bankia
Crisi Spagna: il piano di salvataggio è quasi inevitabile
La Bce non si fida della Spagna
Bankia è sull�orlo del fallimento
Nazionalizzazione Bankia insufficiente: servono altri 15 mld per galleggiare











 

tontolina

Forumer storico
ALTRO CHE GRECIA! LA PRIMA A USCIRE DALL’EURO SARÀ LA SPAGNA - “OGGI È, PIÙ DI QUANTO APPAIA DALLO SPREAD, SULL’ORLO DEL BARATRO” - LA CAUSA? LE CASSE DI RISPARMIO PUBBLICHE IN MANO AI PARTITI, VEDI BANKIA E CAIXA, SONO STATE IL MOTORE DELLA BOLLA SPECULATIVA 2005-2007 E HANNO BRUCIATO MILIARDI DI EURO - LE BANCHE PRIVATE CORRONO AI RIPARI, CHIUDONO I RUBINETTI DEL CREDITO E L’ECONOMIA SI BLOCCA…

Di Michele Boldrin* per il "Fatto quotidiano"
*Washington University in St Louis

crisi spagna
Sarà la Spagna a farla finita con l'euro come lo conosciamo, realizzando l'opera non riuscita a portoghesi e greci nonostante questi ultimi ci abbiano tentato (e continuino a farlo) con ammirevole dedizione? Se mi avessero posto questa domanda nel mezzo dell'estate 2011, durante la quale gli italiani fecero inimicizia con lo spread, avrei risposto con un tranquillo "no": la situazione spagnola era grave, lo è dal 2006, ma non drammatica. C'erano ancora margini relativamente abbondanti per evitare disastri.
spagna
Ora, devo ammetterlo, non è più così e questo drammatico cambio, che ha cominciato a materializzarsi fra settembre e novembre dell'anno scorso, va compreso e interpretato. Perché ha in serbo gravi e utili lezioni anche per noi, oltre che per tutta l'Europa. La Spagna oggi è, più di quanto forse appaia dallo spread sul suo debito pubblico e dalla caduta dell'Ibex, sull'orlo del baratro.
manifestazione-spagna
E lo è a causa di una parte del suo sistema finanziario: le "cajas" pubbliche e un pezzo piccolo della banca privata. Le cajas sono le nostre vecchie casse di risparmio, tali e quali. Controllano più della metà del sistema bancario spagnolo e le due più grandi (La Caixa, catalanissima, e Caja Madrid ora Bankia dopo una serie di fusioni una più demente dell'altra, madrilena) sono rispettivamente la terza e la quarta banca del paese (Santander e BBVA son la prima e la seconda).
ZAPATERO
Le cajas sono quasi tutte fallite (fatta eccezione forse per La Caixa ma non è più il caso di mettere la mano sul fuoco per nessuno) e lo sono perché sono state il motore finanziario della bolla speculativa 2005-2007 legata al ladrillo, noto da noi come mattone. Le cajas sono da sempre in mano ai partiti e lo sono così esplicitamente che gli spagnoli parlano ufficialmente di "cajas del PP, del Psoe, di CyU" e così via. Il buco si stima attualmente fra gli 80 e i 120 miliardi di euro ma, visto che Bankia (del PP, appena "nazionalizzata") è passata da un buco stimato di 10 a uno rivelato di 40, meglio anche qui non mettere la mano sul fuoco.
Dal 2007 in poi questo buco è stato attivamente coperto dai consigli delle varie cajas (composti quasi essenzialmente di politici, sindacalisti e qualche prete), dal Psoe, dal PP, dal governatore del Banco de España e anche da buona parte dei media spagnoli coscienti del potere delle cajas medesime. Chi provava a mettere in evidenza che i conti non tornavano veniva rimbrottato mentre, nel frattempo, le cajas continuavano a rifinanziare il capitale e gli interessi di progetti residenziali falliti, aumentando così la loro esposizione.
BANKIA
Da circa un anno la liquidità si è fatta drammaticamente scarsa e il giochetto del rilancio non ha più funzionato. Oggi non solo le cajas sono quasi tutte fallite e praticamente non operative (ossia, non fanno credito a nessuno, buono o cattivo che sia) ma la loro malattia - che avrebbe potuto essere isolata in maniera costosa ma non troppo quattro anni fa - ha ora contagiato l'intero sistema bancario. Quest'ultimo, che soffre di una progressiva emorragia di depositi e fatica a finanziarsi sul mercato, sta sottoponendo il proprio paese a una restrizione brutale del credito.
È fondamentalmente per questo che la Spagna è entrata in una recessione forse più profonda di quella in corso pure in Italia (la quale ha le stesse radici, anche se la condizione delle banche italiane è meno grave di quella delle spagnole) e non certo per i piccoli tagli di spesa effettuati sino ad ora: la spesa pubblica spagnola, nel 2012, sarà ancora superiore a quella del 2011.
BANKIA SPORTELLO BANCOMAT
Sono le banche e soprattutto le cajas che stanno uccidendo la Spagna ed è per questo che bisogna intervenire su (quasi) tutte al più presto, i loro consigli d'amministrazione cacciati e i loro capitali ricostruiti con nuovi fondi. E questo deve essere fatto al più presto perché l'economia spagnola si sta avvitando su se stessa con sintomi greci - per chi non se ne fosse reso ancora conto: non è stata l'austerità a massacrare la Grecia, ma il collasso del suo sistema bancario. Ed è qui che casca l'asino: lo Stato spagnolo non è oggi in grado di indebitarsi sul mercato per i 100-120 miliardi di euro addizionali di cui avrebbe bisogno per nazionalizzare.
Se provasse a farlo rischierebbe la sindrome irlandese, avvitandosi. Ha quindi bisogno di aiuti esterni che possono venire solo dallo Efsf/Esm o, pensano i politici spagnoli, dalla Bec. Sì, perché Psoe e Pp, che si aggrediscono su tutto in maniera violenta da anni, su una cosa sono riusciti neanche tanto segretamente a "pactar" la settimana scorsa: che richiedere l'aiuto dell'Efsf/Esm comprometterebbe l'indipendenza nazionale e che, quindi, le cajas devono sopravvivere grazie a finanziamenti straordinari della Bce.
La quale, non avendo alcuna intenzione da un lato di violare il proprio mandato e dall'altro di aprire l'ennesimo vaso di Pandora pieno di mostri, ha immediatamente risposto picche.

Perché qui non si tratta di fare il prestatore di ultima istanza di alcune banche in crisi di liquidità, ma di ricapitalizzare banche fallite, che non è mai stato compito di una Banca centrale.
Mariano Rajoy
Su questo stallo che dura oramai da una decina di giorni si è inserita oggi l'iniziativa della Commissione Eeuropea che ha suggerito di utilizzare l'Efsf/Esm per ricapitalizzare le banche. Proposta saggia, non tanto di mediazione, ma di superamento dello stallo guardando ai suoi aspetti più generali: l'Europa non può avere una Banca centrale comune senza avere un regolatore bancario comune capace di intervenire sulle singole banche nazionali e assumerne il controllo quando la stabilità del sistema lo richiede.
Assumere il controllo, però, deve voler dire davvero assumere il controllo. Ammesso e non concesso che su questa nuova proposta si aggreghi il consenso europeo, non è detto che ai politici spagnoli piaccia l'idea di dover perdere per sempre i loro giocattolini chiamati cajas che finirebbero per essere gestiti da tecnocrati provenienti dai quattro angoli d'Europa invece che dai loro amici di provincia. Perché forse sarà anche vero che questa crisi infinita è frutto dell'irrazionalità dei mercati ma quella spagnola è tutta e solo figlia della voracità e del cinismo dei politici. E non è la sola.
 
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big_boom

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la Spagna puo' ancora giocare un po debito pubblico da regalare alle banche ha ancora spazio per raggiungere il 120% dopo premeranno maggiormente per l'austerity

le banche sono diventate come i nobili della Francia di Luigi XIII manca solo che le brucino
 

tontolina

Forumer storico
Economia Europa, Hot News
I costi per salvare le banche spagnole. Lacrime per tutti

Potrebbero essere necessari oltre 80 mld per salvare le banche iberiche. Più debito per tutti

Oggi, ore 10:06 - 0 Commenti
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La crisi delle banche spagnole, con l’annesso rischio di assalto agli sportelli da parte dei correntisti, è stato il grande fardello con cui i mercati azionari europei hanno dovuto fare i conti negli ultimi tempi. Tutto è iniziato dalla nazionalizzazione di Bankia, la quale ha avuto il pregio di far emergere il reale stato di salute delle banche iberiche. Il governo di Madrid, dal canto suo, non ha mai nascosto la gravità della situazione in atto, sottolineando a più riprese, la necessità di massicce di iniezioni di liquidità nella pancia delle banche iberiche, per evitare guai peggiori.
Ma a quanto ammonta il buco del sistema bancario iberico? Secondo un rapporto del Fondo Monetario Internazionale, le banche spagnole hanno bisogno di una cifra compresa tra i 40 e gli 80 mld. Gli scenari tracciati dall’Fmi sono due: uno peggiore dell’altro. Secondo gli analisti se la situazione dovesse restare come quella attuale, le banche iberiche avrebbero bisogno di 40 mld (di cui 23 a Bankia). Se viceversa la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi allora le banche spagnole avrebbero bisogno di 80 mld di euro.
 

tontolina

Forumer storico
ciao tontolina.
Io ti leggo sempre con piacere:)
ciao
grazie



Banche Spagna – 100 miliardi di euro di aiuti dalla UE per non farle fallire

Finalmente si sono decisi, non ancora la Spagna che non ha formalizzato la richiesta, ma l'eurogruppo a dare l'OK al finanziamento delle Banche spagnole in difficoltà, i mercati gradiranno ?


Banche Spagna – 100 miliardi di euro di aiuti dalla UE per non farle fallire | Verdemoneta


i mercati magari gradiranno pure
ma gli Irlandesi si incapzano

e pure gli altri europei...
insomma non si trovano i soldi per la popolazione
ma per salvare le banche ... sì a danno poi del popolo che viene ingiustamente tassato
 

big_boom

Forumer storico
ciao
grazie



Banche Spagna – 100 miliardi di euro di aiuti dalla UE per non farle fallire

Finalmente si sono decisi, non ancora la Spagna che non ha formalizzato la richiesta, ma l'eurogruppo a dare l'OK al finanziamento delle Banche spagnole in difficoltà, i mercati gradiranno ?


Banche Spagna – 100 miliardi di euro di aiuti dalla UE per non farle fallire | Verdemoneta


i mercati magari gradiranno pure
ma gli Irlandesi si incapzano

e pure gli altri europei...
insomma non si trovano i soldi per la popolazione
ma per salvare le banche ... sì a danno poi del popolo che viene ingiustamente tassato


ahaha aiuti, si con gli interessi :lol:

non sono aiuti sono debiti!! sono debiti privati spalmati nel pubblico e quindi nelle tasse

perche' pagate le tasse? volete pagare lo stipendio al manager bancario che invece di stare in mezzo alla strada ad elemosinare un lavoro sta li a pontificare sulla crisi economica e si pappa miliardi di dividendi, volete salvare una banca fallita?

come dicono quei supercazzola di tecnici "colpiremo duramente l'evasione"

ma quale evasione siete voi il cancro della europa
 

tontolina

Forumer storico
Spagna/ Schaeuble smentisce Madrid: controllo troika c'è eccome

Ministro Bilancio Montoro aveva detto: da noi no "Men in black"


Roma, 11 giu. (TMNews) - La Spagna dovrà sottoporsi ai controlli della "troika" come tutti gli altri paesi europei che hanno ricevuto aiuti, ha detto chiaro e tondo il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble. Solo che questi controlli saranno limitati al suo settore finanziario, ha puntualizzato in una intervista alla radio Deutschlandfunk, che oggi viene ripresa da molti media spagnoli perché indirettamente Schaeuble smentisce i proclama di vari esponenti del governo di Madrid in merito al piano di sostegni che intendo chiedere all'Ue. In particolare il ministro del Bilancio spagnolo, Cristobal Montoro, aveva sostenuto che in Spagna non sarebbero arrivati i "men in black" della troika, riporta El Mundo, in riferimento ai tecnici di Commissione europea, Bce e fondo monetario internazionale che hanno l'incarico di effettuare ispezioni di controllo nei paesi che hanno ricevuto aiuti: Grecia, Irlanda e Portogallo. Invece già nel fine settimana il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn aveva avvertito che dei controlli in Spagna ci sarebbero stati. E Schaeuble ha rincarato la dose affermandolo in modo anche più esplicito: "Ci sarà una troika come è avvenuto in altri casi. In questo modo - ha detto - verrà monitorato il programma che si esegue", posto che questo monitoraggio in Spagna sarà appunto limitato alla gestione del settore bancario, laddove nei paesi che sono stati 'salvati' riguarda tutta la politica economica e le riforme.
 

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