SPAGNA: è rivoluzione (1 Viewer)

BERLU SI SEMP NA KIA..KA E NA MER....

il M5S gia intervisto jeremy rifkin padre della terza rivoluzione industriale, basata su energie rinnovabili,lotta alla co2 con carbon tax, smart cities e idrogeno.

La presenza del M5S nelle commissioni parlamentari sarà forte e determinante per bloccare le fonti fossili e il programma del PD SEL è pro green economy, e allora certamente i privilegi andati dai cip6 alle fonti cosiddette assimilate (scarti di raffinazione vantaggi epr erg e saras oltre che eni enel edison) saranno attenuati. Di certo una ripresa degli investimenti versdi, lotteremo per eliminazione della robin tax e ci sarà lo scandalo dell energia pulita prodotta in serbia voluta da berlusconi e fatta pagare in italia 155 euro al mwh.-

la borsa dovrebbe punatre su falck renew e alerion,società small e indipendenti che investono nella prod di energia pulita,ma anche con possibilitàè di J.V.

chrtsrv.dll
BERLU SI SEMP NA MER..
 

big_boom

Forumer storico
COLPO DI STATO IN SPAGNA

il generale Chicharro"
“Quindi che faranno le Forze Armate?”, si è chiesto, ma senza dare una risposta. “Le regole sono una cosa, la pratica è un’altra,” ha detto in modo enigmatico. “Se il meccanismo della difesa dell’ordine costituzionale non funziona, per atto o per omissione, allora…” . non ha completato la frase. “Il Paese è più importante della democrazia”, ha detto. “Il patriottismo è un sentimento e la Costituzione non è nient’altro che legge”.

ComeDonChisciotte - SEGNALI OSCURI DI UN COLPO DI STATO IN SPAGNA
 

tontolina

Forumer storico
LA SPAGNA E L’EURO: “GUERNICA RELOADED” (tutto quello che non vi dicono sulla sua economia)

la Germania ha utilizzato l’arma totale: IL CICLO DI FRENKEL (da cui fallimenti e suicidi).
Il 5 settembre 2013 sul The Guardian esce il seguente articolo:
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Cresce in Spagna il numero di persone che pensa al suicidio
…Ci sono molti suicidi tra i giovani, che sono stati duramente colpiti dalla crisi: il 56% di loro ha meno di venticinque anni ed è senza lavoro.

Si uccidono nove spagnoli ogni giorno, e per ogni suicidio riuscito ci sono venti tentativi falliti.

Il numero di suicidi nel mondo supera, secondo l’ OMS, quello degli omicidi e delle morti in guerra messi insieme. Si tolgono la vita un milione di persone ogni anno, uno ogni 40 secondi.

Dei dieci paesi con il più alto tasso di suicidi nove si trovano in Europa.
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Con questa mia dedica alla terra dei tori vi dimostrerò che, in conseguenza dell’aggravarsi della crisi nell’area Euro, l’economia spagnola ha definitivamente cessato di esistere e per il fiero popolo Spagnolo il crepuscolo avanza, la decadenza è inevitabile! E con la decadenza, la psiche umana crolla ed esplode la catena di suicidi. Da tutto questo, nonostante quanto i giornali mainstream vi raccontano, si evince che il paese oramai è un “D.O.A “ (Dead On Arrive).
Il 2011 ed il 2012 si sono chiusi con dei preoccupanti deficit dovuti alla forte spesa delle Comunità Autonome e all’aumento degli oneri sul debito. E il 2013 non è che sia migliorato, anzi: da 9,6 a 10,6%!


L’analisi di ulteriori indicatori macroeconomici definisce un quadro, oserei dire, da terza guerra mondiale, difatti se guardiamo il debito pubblico vediamo che Contador e Valverde avrebbero pane per i loro denti: 2013 su 2012 = + 15,5%! Che salitona!


Vi faccio notare che se per la Spagna fosse applicata la regola del 3%, che Leptas e Sakkodannis stanno cercando di far rispettare all’italia, la Spagna dovrebbe fare una manovra recessiva di almeno il 7/8%!
Ciò significherebbe che il trend di seguito riportato per il tasso di crescita (crescita !!!! ) annuo del PIL ………….

(Legenda: blu = dato buono…rosso = “Pe’ carità!…OSPEDALE! – da “Non ci resta che piangere” di Benigni e Troisi)

……sarebbe destinato a modificarsi (verso il basso) fino a sfondare il grafico e a sfracellarsi, così:

In pratica, smettere di spingere il PIL con il Deficit determinerebbe un tasso annuo di crescita del PIL che da -1,1%, cioè da una situazione già negativa, passerebbe a oltre il -10%! E questo dato è incredibilmente ottimistico perché avremmo anche l’effetto dei moltiplicatori Keynesiani che complicherebbe ulteriormente la vita.
Segno di un’economia morta è anche la domanda interna, che a partire dai consumi delle famiglie ha questo tipo di andamento:

Vi rammento la legenda, qualora ve la foste dimenticata:
- blu = dato buono…
- rosso = “Pe’ carità!…OSPEDALE! (da “Non ci resta che piangere” di Benigni e Troisi)
e ciò è normale quando la massa salariale distribuita si riduce:

Anche e soprattutto in conseguenza dell’esplosione della disoccupazione:

Ah! Già! Evidentemente le cime dei Pirenei non erano più all’altezza di Contador, Valverde e della Vuelta!
Tornando all’economia, grazie alla riduzione della massa salariale e all’esplosione della disoccupazione il paese, inevitabilmente, finisce nella più bieca deflazione:

La propensione al consumo delle famiglie è pur sempre uno degli elementi essenziali della domanda aggregata spagnola e, pertanto, se fortemente negativa, non promette nulla di buono per l’industria, difatti:


La produzione industriale oramai è in rosso fisso e la produzione manifatturiera anche:

E la Bilancia commerciale?
In un quadro di risultati negativi, uno dei possibili motori di crescita è l’export che, nonostante la crisi, ha dato segni di vitalità riducendo il deficit commerciale della Spagna (dal suo picco negativo di dicembre 2011 perché comunque la BoT è ancora negativa).
Nello specifico le esportazioni di beni e servizi hanno registrato un aumento ma in conseguenza dell’aumento delle importazioni, l’effetto migliorativo è ridotto nell’efficacia. Madrid può inoltre contare su alcuni grandi gruppi (bancari, costruzioni, energia, telecomunicazioni) fortemente internazionalizzati, soprattutto in America Latina, che continuano a realizzare profitti. I dati più recenti confermano che il giro d’affari complessivo delle maggiori società spagnole quotate in borsa origina per il 60% dall’estero.


Ma per fortuna la Spagna ha eroi che hanno fatto la storia del paese, uno per ogni specifico problema, che riusciranno a farla uscire dalla palude in cui si è impantanata.
Il primo di tutti è El Cid!

Dio quanto amo questo film!
E questa è la sua statua (il mitico Campeador):

Però questi non è adeguato, era uno soprattutto impegnato nella lotta contro i Mori!
Colui che, invece, riuscirà nell’intento in quanto specializzato in nemici nordici, è l’immenso Don Quijote (Don Chisciotte, il personaggio di Miguel De Cervantes)

abituato da sempre a combattere i Mulini a Vento!


La pesante eredità di Zapatero è ora nelle mani del mitico duo:
- il Premier Don Rajote e
- il suo fido scudiero il Vice Premier Soraya “Sancho” Saenz “Panza” de Santamaria.
I nostri valenti e strenui difensori del popolo hanno subito varato le classiche manovre di fiscal retrenchment! Don Rajote (pare di sentire Leptas e Renzie) si concentra su:
1) Maggior flessibilità nel mercato del lavoro;
2) aumento dell’imposizione fiscale e maggior lotta all’evasione fiscale;
3) Miglior trasparenza, governance e solvibilità degli istituti di credito.
E quali sono i risultati conseguiti dal duo Don Rajote y Sancho Saenz?
Questi!
26 settembre 2013:
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ANSA – Economia: Spagna vara bilancio 2014 all’insegna della ripresa Spagna vara bilancio 2014 all’insegna della ripresa
Anche se …. e’ ancora una finanziaria sotto il segno dell’austerity, le previsioni … sono tutte in miglioramento. “Sono le prime stime macroeconomiche della ripresa”, ha fatto notare la vicepremier e portavoce del governo, Saenz “Sancho” de Santamaria.
Migliorate le previsioni sul fronte della disoccupazione per il 2014 dal precedente 26,7% al 25,9%. Il 2014 sarà “il primo esercizio in cui produrrà un aumento netto dell’occupazione nel secondo semestre, il primo dall’inizio della crisi nel 2008″, ha assicurato il ministro dell’economia, Luis De Guindos, aggiungendo che “tutti gli indicatori anticipati mostrano da mesi che si sta producendo un’incipiente ripresa”.
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Si spaccia per miglioramento e ripresa la ridicola crescita successiva allo sfracellamento degli ultimi anni (oltretutto, come vedremo, sostenuta ampiamente da deficit pubblico).!
6 novembre 2013.
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“Spagna, Rajoy: Economia tornerà a crescere nel 2014”
Madrid (Spagna), 6 nov. (LaPresse/AP) – L’economia della Spagna continuerà a contrarsi il prossimo anno, ma dovrebbe invertire la tendenza e tornare a crescere nel 2014.
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L’economia si contrae il prossimo anno MA inverte la tendenza e torna a crescere? Ma possibile che non vi sia un solo giornalista capace di rispondere a tono a questi incompetenti nonché venduti? Veramente sembra di sentir parlare Don Chisciotte che scambiava per nemici i Mulini a vento!
24 Dicembre 2013
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Quotidiano IL NORD:
INCHIESTA / SPAGNA: SISTEMA SANITARIO DEVASTATO DAI TAGLI DEL GOVERNO, CASI DI TUBERCOLOSI NON CURATI (MALATI MORTI)

La spesa sanitaria è stata ridotta del 13,7% nel 2012 e del 16,2% nel 2013 (inclusi i servizi sociali).

“Puoi escludere le persone, ma non puoi escludere le malattie”. Rifiutarsi di vaccinare i figli degli immigrati, per esempio, non è solo meschino, ma anche inefficiente. E’ molto meno costoso vaccinare piuttosto che dover affrontare il diffondersi di un’epidemia. Ciononostante, è quello che sta succedendo in molte regioni spagnole.

E’ evidente cosa ha causato l’euro. Ha provocato l’imbarbarimento dell’Europa, diventata un lager per i disperati e una gabbia per tutti gli altri.
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24 Dicembre 2013, la sinistra (finalmente) batte un colpo (in Italia no perché è allineata con le teorie e la metodologia Rajoy)
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EXPANSION.COM: Valeriano Gómez: ”la Spagna non crescerà abbastanza nel 2014 per ridurre l’”immensa” disoccupazione”
Valeriano Gómez:
1) la Spagna non crescerà abbastanza nel 2014 per ridurre la disoccupazione “immensa”;
2) “C’è una parte della disoccupazione che è off the record” con l’effetto scoraggiamento, i cittadini smettono di andare a chiedere il lavoro e si cancellano dalle reigistrazioni della disoccupazione;
3) “Molti cittadini sono poi emigrati;
4) “La riforma del lavoro è completamente sbilanciata, il quadro delle relazioni industriali, che è una chiave essenziale per il benessere sociale, non ha pagato: Ci sono più disoccupazione, meno lavoro, meno forza lavoro e salari più bassi “.
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A tali affermazioni mi permetto di aggiungere che le mitiche riforme del mercato del lavoro, auspicate per il recupero della produttività, in realtà non servono a un granché quando l’economia domestica non funziona (a dimostrazione dell’endogenità della medesima):


Il quarto trimestre 2008 la produttività era a 106, salita notevolmente dal 2007, mentre l’ultimo trimestre 2013 la produttività sempre a 106 è, senza considerevoli salti in avanti!

Complimenti Don Rajote e Saenz Panza, il vostro è un grandissimo successo: meno crescita, più debito e più malessere sociale.
Non c’è che dire, proprio gli Statisti adatti ad un paese, la Spagna, terra di sangue e gladiatori, paese di arene, dove sacrificio e crudele eleganza ripetono all’infinito il rito del confronto fra la vita e la morte. Questo da sempre è la Spagna e questo hanno deciso di dar loro quelli del centrodestra spagnolo.

E pensare che il Natale altro non è che “aumento dell’Offerta di Moneta” (Massa Monetaria M3)!

Potrebbe essere Natale ogni giorno!

Maurizio Gustinicchi
Economia 5 Stelle



LA SPAGNA E L?EURO: ?GUERNICA RELOADED? (tutto quello che non vi dicono sulla sua economia) | Scenarieconomici.it
 
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tontolina

Forumer storico
Spagna. Reuters. Disoccupazione al 25.93%.

Stagnazione e depressione sono una pessima accoppiata.
Il 26% di disoccupazione significa che quasi uno spagnolo su tre non ha reddito da lavoro.
Sembrerebbe inutile ribadire che il tasso di disoccupazione è forse l’indice più sensibile nel monitorare l’andamento di questa situazione economica.
Non che dati quali il Pil, lo spread e così via non siano di interesse, anzi. Ma non danno un polso realistico della situazione concreta, quella dei cittadini.
Ci si domanda stupefatti per quale motivo in una emergenza del genere i governi non diano atto ai mini-job completamente deregolamentati e detassati. Come fece a suo tempo ed in una condizione decisamente molto più florida la Germania.
Non costerebbero nulla allo stato, anzi, ridurrebbero la necessità di sussidi pubblici.
Ridarebbero una parvenza di dignità alle persone e contribuirebbero ad aumentare il reddito, e quindi il prelievo fiscale, delle imprese.
Il poco è sempre meglio del niente.

Asca. 2014-04-29. Spagna: aumenta ancora la disoccupazione e sfiora il 26%.
(ASCA) – Roma, 29 apr 2014 – Continua ad aumentare la disoccupazione in Spagna sfiorando il 26%. Secondo i dati dell’Ufficio statistico nel primo trimestre dell’anno i senza lavoro ammontano al 25,93% rispetto al 25,73% del precedente trimestre.
 

Meres

Forumer attivo
La Spagna la conosco da decenni, non e' un popolo di pecore come quello italiota... e storicamente NON LO E' MAI STATO.
Ne uscira' PRIMA E MEGLIO.
 

tontolina

Forumer storico
se il pil spagnolo fa +2,6% però la popolazione soffre e il defici aumenta, a seguire il debito aumenta che ormai è al 99,8% del PIL [prima dellausterity era al 60%]


KEEP TALKING SPAIN: SI PROFILA UNA CRISI DI BILANCIA DEI PAGAMENTI

8 luglio 2014 Di Kappa di Picche



Fila di disoccupati davanti ad un ufficio di collocamento in Spagna (Fonte: The Telegraph)

Traduciamo di seguito un articolo apparso sul blog spagnolo Voxpopuli a firma Juan Laborda, corredando la narrazione che l’autore compie della disperata situazione economica spagnola con alcuni grafici, al fine di poter visualizzare in maniera sintetica lo stato delle grandezze su cui Laborda si focalizza.
Appare ancora una volta evidente, anche all’occhio del lettore più distratto, di quanto la realtà strida con il wishful thinking dei sostenitori dell’austerità. La Spagna ha attuato diligentemente tutti i diktat della Troika, comprimendo la spesa pubblica e tagliando i salari. Ciò nonostante, la sua economia non solo non è ripartita – come gli Austerians pensavano facesse grazie all’approccio mercantilista – bensì si è avvitata in una spirale deflattiva che ha aggravato la già precaria condizione del suo sistema bancario, salvato solo grazie agli aiuti statali ed europei (40 Miliardi di Euro).
Spagna: Lending rate bancario – 2007/2014

La fuga degli skilled workers e lo spostamento dei settori dell’export iberico verso segmenti a basso valore aggiunto, non ha permesso di conseguire vantaggi sostaziali in termini di bilancia dei pagamenti, anzi ha costretto le imprese esportatrici – in massima parte nel settore automobilistico – ad approvvigionarsi di macchinari avanzati dall’estero, peggiorando la bilancia commerciale.


Il “repentino” e intenso peggioramento del nostro settore estero negli ultimi trimestri ha incrementado il debito estero netto della nostra amata Spagna fino ad arrivare ad un nuovo record storico: né pià né meno di 1,021 miliardi di euro, il 99,8% del PIL. Ancora non siamo usciti dalla crisi e una nuova crisi di bilancia dei pagamenti si prepara sulla nostra economia.

Spagna: Current Account (in milioni di Euro) – 2007/2014

Com’è possibile che stia succedendo ciò, si domandano i consulenti della Moncloa (ndr: residenza del primo ministro spagnolo) ?
Non doveva la svalutazione interna – eufemismo con il quale si riferiscono all’impoverimento massivo della cittadinanza via tagli salariali, generare un boom del nostro settore estero? Non era la Spagna incamminata verso un nuovo Eldorado che ci avrebbe garantito grandi surplus en la bilancia di conto corrente, nello “stile tedesco”?
Spagna: Costo del lavoro (in migliaia di Euro) – 2007/2014 [2008 = 100]

Torniamo di nuovo al punto di partenza di questa crisi. La diagnosi realizzata dall’ortodossia economica, tra i quali si annoverano senza dubbio i consulenti dell’attuale esecutivo, sui problemi della nostra amata Spagna era sbagliata, e, per tanto, le sue raccomandazioni di politica economica tremendamente dannose, molto dannose. Però andiamo per gradi.
Effetti perversi della riforma del lavoro
Coloro che sono attualmente al governo attribuivano la colpa dei mali dell’economia spagnola all’inefficienza del settore pubblico e ad una bassa produttività del fattore lavoro.
Spagna: salari nominali – 2007/2014 [2011 = 100]

Di conseguenza era una questione irrinunciabile e non negoziabile, secondo loro, imporre una svalutazione interna, un taglio salariale in piena regola. Ancora ricordo degli studi memorabili del servizio studi della BBVA dove si poteva incontrare questa nuova manna, l’evidenza empirica per la quale la discesa dei salari reali in Spagna si sarebbe accompagnata alla riduzione del tasso di disoccupazione.
Tasso di disoccupazione (in % della forza lavoro) – 2007/2014

Pura correlazione spuria, poiché c’era una terza variabile che loro non consideravano, e che in realtà provocava questa correlazione spuria. Ci riferiamo al debito.
Le riduzioni dei salari non sono efficaci nella lotta contro la disoccupazione, invece la domanda risulta importante, e molto.
Già da tempo gli economisti Engelbert Stockhammer e Özlem Onaran dimostrarono che per economie così differenti come quelle degli Stati Uniti, Regno Unito o Francia, e contrariamente alle aspettative neoclassiche, non esisteva nessuna evidenza che un cambiamento nei salari reali, e quindi della distribuzione dei redditi, avessero un effetto sulla disoccupazione. Non solo, la sostituzione dal lavoro al capitale in risposta a una maggiore partecipazione dei salari non si verificava empiricamente.
La conclusione politica più importante è molto semplice: le riduzioni salariali non sono efficaci nella lotta contro la disoccupazione, mentre la domanda risulta molto importante.
In verità , la riforma del lavoro ha convertito la Spagna in un paese di camerieri – impiego precario, part-time, salario miserabile, con straordinari non retribuiti – e di assemblatori. Lasciate che spieghi quest’ultimo punto con un esempio.
Il settore dell’automobile è uno dei nostri principali settori esportatori.
Spagna: esportazioni su base mensile (in migliaia di Euro) – 2007/2014

Ciò nonostante, qui, sfruttando una manodopera molto a basso costo e qualificata, si fa solamente assemblaggio. Nosostante ciò sia un bene, perché fa mantenere i posti di lavoro, in realtà tutti i componenti si importano, inclusi i macchinari necessari per la produzione. Il valore aggiunto va tutto all’estero, essenzialmente in Germania.
Spagna: Importazioni su base mensile (in migliaia di Euro) – 2007/2014

Come risultato la bilancia commerciale del settore alla fine si riduce praticamente a zero.
Lo specchio della bilancia dei redditi
Se il motore della crescita della nostra economia fosse il settore estero, il surplus crescente della bilancia commerciale si vedrebbe accompagnato da un processo netto di investimento que migliorerebbe il nostro apparato produttivo.
Questo però non sta accadendo. Né gli investimenti diretti esteri nel nostro paese stanno migliorando, né le imprese spagnole stanno implementando processi di investimento sui beni di produzione con i loro per nulla disdegnabili ritorni di capitale. Preferiscono, incomprensibilmente, ridurre il debito e investire fuori a tassi irrisori. E di questo il governo neppure si accorge.
Pertanto, dove sono andate questi milioni di euro stranieri che secondo i diversi portavoce dei media stanno o stavano entrando nel nostro paese? Sono andati a migliorare il nostro apparato produttivo? Oppure semplicemente approfittavano della brutale caduta dei prezzi in diversi attivi immobiliari e finanziari per ottenere rapidi, effimeri e grassi guadagni? La mia tesi è che si tratti di denaro caldo il cui unico obiettivo è ottenere una rendita rapida ed elevata per il solo fatto di comprare a basso costo.
Per supportare questo argomento, ci concentriamo nella componente delle rendite della nostra bilancia dei pagamenti. Negli ultimi mesi questa sta registrando un deficit crescente. Da un lato gli investimenti stranieri ottengono un importante ritorno, il che si traduce in importanti aumenti di rendita. La principale spiegazione è che hanno comprato a prezzi molto bassi, prezzi di saldo. Dall’altro lato, gli importanti investimenti diretti spagnoli all’estero, in pieno processo di internazionalizzazione della grande impresa spagnola, producono un rendimento bassissimo, che si traduce in un ingresso di rendita ridicolo. La principale spiegazione è che comprarono ad un prezzo molto caro.
Spagna: FDI su base mensile – 2007/2014

Di fronte alla verbosità del governo, pertanto, non c’è nessun nuovo modello di crescita basato sulle esportazioni, chiediamo prestiti all’estero per finanziare un debito pubblico crescente, parte del quale non va più a finanziare la spesa corrente, bensì a terzi.
Spagna: debito pubblico/Pil – 2008/2014

A ciò dobbiamo aggiungere che ancora non abbiamo ridotto e ristrutturato il sistema bancario nazionale in accordo alla dimensione dell’economia reale, e al costo di gestione e ai creditori. Nemmeno si è fatto nulla per diminuire mediante deroghe il volume del nostro debito totale – privato più pubblico, che risulta impagabile. In definitiva, se nessuno pone rimedio a questi punti ci vedremo condotti verso una crisi di debito sovrano e bilancia dei pagamenti.

Spagna: Bilancia dei pagamenti – 2007/2014

Articolo originale: Se vislumbra una crisis de balanza de pagos
Fonte grafici: Trading Economics
Postato da: spud85
 

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