Sovrastimare le opere d'arte (1 Viewer)

Heimat

Forumer attivo
Torniamo in argomento. Vorrei avere la capacità di valutare un'opera indipendentemente dal suo autore. Ritengo che anche i grandi abbiano realizzato delle opere non alla altezza delle loro capacità. Occorre veramente osservare e guardare le opere con occhio critico a prescindere dal suo autore. In questo mi ritrovo con le osservazioni citate da Baleng. Non è facile però nel caso di autori riconosciuti poiché la loro fama a volte condiziona fortemente l'aspetto critico.
 

Loryred

Forumer storico
Forse è più fortunato chi come me ha davver o poca esperienza e prova ad allenarsi a valutare un'opera es. nei cataloghi, leggendo poi stima ed autore, ammesso che le stime siano mediamente centrate.
Lo faccio per verificare se sono in grado di distinguere "il grano dal loglio"... anche se ormai sono in grado di riconoscere l'artista dal lavoro e dallo stile, almeno in un certo numero di lavori, e vengo quindi in ogni modo condizionata.

Un punto a cui tengo in particolare è separare la valutazione di un artista per importanza e valore storico dal mero gusto personale, applicando un criterio di oggettività ed onestà intellettuale... penso in genere di riuscire a farlo, anche perchè non amo affatto il genere "collezionista-tifoso".
 

Cris70

... a prescindere
Qualche anno fa, posi lo stesso quesito prima a me e poi agli altri utenti del FOL, chiedendo loro se nello sfogliare le lunghe liste delle aste sul web, guardavano prima il nome dell'autore o prima l'opera. In sostanza, e facendo riferimento alle aste della Meeting, se il primo approccio era quello di guardare a dx oppure a sx.

Non ci fu molta adesione alla questione anche perché non avevo di fatto esplicitato dove volevo arrivare che poi è quello appena scritto da Lory.

La domanda mi nacque spontanea perché io guardo prima le opere e dopo l'autore e lo faccio tutt'ora. Un po' come l'altra abitudine di leggere i giornali partendo dal fondo. Che dite mi devo preoccupare?
:confused:
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Qualche anno fa, posi lo stesso quesito prima a me e poi agli altri utenti del FOL, chiedendo loro se nello sfogliare le lunghe liste delle aste sul web, guardavano prima il nome dell'autore o prima l'opera. In sostanza, e facendo riferimento alle aste della Meeting, se il primo approccio era quello di guardare a dx oppure a sx.

Non ci fu molta adesione alla questione anche perché non avevo di fatto esplicitato dove volevo arrivare che poi è quello appena scritto da Lory.

La domanda mi nacque spontanea perché io guardo prima le opere e dopo l'autore e lo faccio tutt'ora. Un po' come l'altra abitudine di leggere i giornali partendo dal fondo. Che dite mi devo preoccupare?
:confused:
Sull'ultimo punto, non ti stupirà sapere quanto segue: si tratta di una modalità che lascia intravvedere un carattere ribelle o quantomeno anticonvenzionale. Poi di mio (perché queste definizioni non venivano da me) ragionerei sul fatto che, se siamo destrimani, girare le pagine con la sinistra, come usualmente si è costretti a fare, avrebbe senso solo se contemporaneamente intendessimo fare con la destra altro. Che di solito non è (magari a pranzo sì, ma il Corriere sul tavolo ... ). Insomma, leggere dal fondo il giornale mostra una forma di renitenza, ma anche di mancanza di pregiudizi.
Però, se nel catalogo guardi sempre prima le opere, sottolineo sempre, in effetti rinunci ad una comoda modalità di "trichage", che ti farebbe guadagnare tempo, o perlomeno risparmiare energie attenzionali, anche se con il piccolo rischio di perderti il capolavoro nascosto di Migneco o l'unico buon lavoro di Cantatore sul mercato :-D .
Io però dovrei stare zitto, primo perché mi guardo tutto, sia la foto che la scritta, secondo perché in effetti la "tua" modalità la adopero proprio quando vado in un museo: guardo sempre prima l'opera e solo dopo l'etichetta. E magari cerco anche di indovinare, nei casi di autori minori. Lo considero un modo di affinare ed allenare, come si diceva pochi post fa, le proprie capacità critiche.
Un altro modo, per cui nutro una vera passione, consiste nel chiedersi "autentico o falso"? Studio con estremo piacere le storie dei falsari d'arte, lì si è veramente messi alla prova della qualità. Né nego che in vari test, o giochi, ho fatto dei formidabili errori: ma sono necessari per imparare, che diamine. Ritengo però di aver riconosciuto errori grossolani in certe attribuzioni: per dirne una, al museo Jacquemart-Andrè di Parigi ci sono dei Mantegna :rolleyes: che il buon Andrea non deve aver nemmeno visto da lontano.
Infine, chi ricorda quel 3d, su un forum di alcuni eoni fa, in cui vennero presentate opere d'arte africana, alcune di valore, altre dozzinali, in modo che il lettore dovesse riconoscere distinguendo le une dalle altre? Ecco, quale grande occasione di carpire e capire sin dall'inizio la creazione dentro di noi di quei valori che poi corrisponderanno a quelli collettivi!, ma anche di comprendere dove siamo incerti, o dove zoppichiamo, cioè quali nostri aspetti individuali ci possano traviare nel riconoscimento di un bello, lo si voglia o no, piuttosto oggettivo..
 

Loryred

Forumer storico
Qualche anno fa, posi lo stesso quesito prima a me e poi agli altri utenti del FOL, chiedendo loro se nello sfogliare le lunghe liste delle aste sul web, guardavano prima il nome dell'autore o prima l'opera. In sostanza, e facendo riferimento alle aste della Meeting, se il primo approccio era quello di guardare a dx oppure a sx.

Non ci fu molta adesione alla questione anche perché non avevo di fatto esplicitato dove volevo arrivare che poi è quello appena scritto da Lory.

La domanda mi nacque spontanea perché io guardo prima le opere e dopo l'autore e lo faccio tutt'ora. Un po' come l'altra abitudine di leggere i giornali partendo dal fondo. Che dite mi devo preoccupare?
:confused:

Non so se ti devi preoccpare, magari già solo il fatto di avere un approccio simile al mio!!! :D O forse semplicemente, almeno per me credo lo sia, oltre alla necessità di allenamento, una sfida con se stessi, che almeno per me è una motivazione piuttosto forte, nella capacità di riconoscere il "bello" o "quello che merita".

Leggere dalla fine non mi è mai capitato, anzi per me vale una certa disciplina nell'arrivare alla fine anche dei libri che non mi piacciono, ho però il difetto soprattutto in rete dove divoro famelicamente, di scorrere velocemente per arrivare alle parti che reputo interessanti e così si rischia la lettura parziale o superficiale.
 
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baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Torniamo in argomento. Vorrei avere la capacità di v
Calutare un'opera indipendentemente dal suo autore. Ritengo che anche i grandi abbiano realizzato delle opere non alla altezza delle loro capacità. Occorre veramente osservare e guardare le opere con occhio critico a prescindere dal suo autore. In questo mi ritrovo con le osservazioni citate da Baleng. Non è facile però nel caso di autori riconosciuti poiché la loro fama a volte condiziona fortemente l'aspetto critico.
Tanto per evitare che questo 3d diventi quello delle confessioni intime e irrivelabili ... :ombrello:
Concordo che il facile riconoscimento dell'autore condizioni l'aspetto critico. Vale però nei due sensi, perché molta arte abbiamo imparato a gustarla con lo studio e l'affinamento dei mezzi: quindi non si diventa improvvisamente "vergini" (sarebbe come avere le capacità di giudizio di un bambino, magari utile per capire certe cose, ma non per valutare la qualità artistica - questo riguarda anche il problema della BioSiArt). Semplicemente si tratta di tenere a bada i pregiudizi, lasciando sempre una porta aperta all'inaspettato. In pratica, va bene cercare di inserire l'opera in esame in una qualche "casella" dove la si possa apprezzare con più consapevolezza, ma contemporaneamente si dovrebbe avere il coraggio di allungare la propria antenna, se ben "formata", nel mare magnum del nuovo e dell'imprevisto. Magari un po' alla volta.
 

Loryred

Forumer storico
Tanto per evitare che questo 3d diventi quello delle confessioni intime e irrivelabili ... :ombrello:
Concordo che il facile riconoscimento dell'autore condizioni l'aspetto critico. Vale però nei due sensi, perché molta arte abbiamo imparato a gustarla con lo studio e l'affinamento dei mezzi: quindi non si diventa improvvisamente "vergini" (sarebbe come avere le capacità di giudizio di un bambino, magari utile per capire certe cose, ma non per valutare la qualità artistica - questo riguarda anche il problema della BioSiArt). Semplicemente si tratta di tenere a bada i pregiudizi, lasciando sempre una porta aperta all'inaspettato. In pratica, va bene cercare di inserire l'opera in esame in una qualche "casella" dove la si possa apprezzare con più consapevolezza, ma contemporaneamente si dovrebbe avere il coraggio di allungare la propria antenna, se ben "formata", nel mare magnum del nuovo e dell'imprevisto. Magari un po' alla volta.

Io non ho nulla di intimo davvero inconfessabile... :censored:
Vorrei capire se quello che hai scritto, sgombrare la mente dei "pre-giudizi" si riferisce ad aperture di credito nei confronti di "artisti emergenti", all'affrontare movimenti/generi diversi non praticati per gusto o affinita, ad opere/evoluzione di stili/periodi nella produzione di uno stesso artista o ad altro.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Io non ho nulla di intimo davvero inconfessabile... :censored:
Peccato ... :fiu: Io invece non ho nulla di intimo davvero confessabile :-o
Vorrei capire se quello che hai scritto, sgombrare la mente dei "pre-giudizi" si riferisce ad aperture di credito nei confronti di "artisti emergenti", all'affrontare movimenti/generi diversi non praticati per gusto o affinità, ad opere/evoluzione di stili/periodi nella produzione di uno stesso artista o ad altro.
Qui la mia risposta sarebbe multipla.
Con un emergente, o anche una persona che conosco, mi pongo ai due estremi, come si può guardare un filo d'erba: in positivo, da sotto, apprezzando ciò che è "cresciuto"; in negativo, o meglio, criticamente, confrontandolo con i massimi esempi, cioè guardandolo dall'alto dell'alberello con cui lo confronto. Somiglia alla tecnica del bastone e della carota, che ogni insegnante dovrebbe attivare con gli alunni: bastone quando pensano di essere "arrivati", carota quando si scoraggiano.
Sull'affrontare generi non affini, qualcosa di simile: accettare che non interessano più di tanto, però, in compenso, provare a capirne i valori intrinseci. Solo che ci vuole molto tempo (a 25 anni il Liberty mi dava persino fastidio), e non sempre le cose vanno in porto (posso capire che qualcuno forse è meglio di qualcun altro, ma tra cinetici, op ecc. mi rimane un sovrano disinteresse). In pratica, aprendoci possiamo incocciare in qualcosa di nuovo che è destinato ad interessarci sempre più. Oppure, con il tempo certe espressioni artistiche mutano di valore e significato ai nostri occhi.
All'interno del percorso di uno stesso artista, invece, credo sia più facile "organizzarsi". Capisco che il Music dei deportati sia una sua espressione profonda, ma ritengo più validi i cavallini e e terre dalmate, e da sempre questo è il mio parere. Ammiro tutto il percorso di Kandinski, ma l'ultimo suo periodo "figurativo" mi tocca maggiormente rispetto alla media degli astratti geometrici posteriori.

L'allenamento a deporre i pregiudizi viene esemplificato spesso con la storia dell'asino che vola. Se mi dici che l'hai visto, è mio dovere non scartare subito sic et simpliciter la pur improbabile affermazione, tante sono le facce possibili della realtà. Basta aspettare ...
Tra l'altro, ho vissuto in prima persona che significhi essere oggetto di pregiudizi: parlando in un gruppo di specialisti durante un corso di aggiornamento, raccontai la storia (realissima!) della chiesetta di Santa Maria di Sala, che causa la costruzione di una strada che passava proprio là, fu spostata di una cinquantina di metri con l'antica tecnica del farla lentamente scivolare su sostegni coperti di cotiche suine. Apriti cielo, non solo non mi credette, ma continuò a sbeffeggiarmi con gli altri partecipanti per tutta la durata del corso, come fossi un contaballe dalla faccia più tosta che mai. Mi fece anzi i complimenti per aver inventato una storia così incredibile.

Poi, naturalmente, se uno mi racconta che un marziano gli ha pagato due milioni di euro per un tovagliolino non è che ci credo ad occhi chiusi: ma è giusto lasciare una porta aperta, perché, ripeto, la realtà ha mille facce. Improbabile non significa impossibile. Solo che di questo abbattimento dei pregiudizi pretendono di godere anche pseudo artistucoli dall'ego gonfiato che guai a te se non apprezzi le loro opere, sei uno chiuso, pieno di pregiudizi, ignorante ecc. sono cose nuove e devi accettarle per poterle capire. A quel punto, mi ritraggo e li lascio al loro blaterare.

Nel concreto, si veda il caso di Samorì. Il ragazzo ha capacità di lavoro classiche, ottimo artigiano, direi. Solo che, volendo fare l'artista (e guadagnare :-D ) queste capacità oggi non bastano. Allora, con grande modestia inventiva, si mette a violare ciò che ha appena fatto buttandola sul macabro, o sullo scontro di tecniche, con risultati grandguignoleschi che forse strappano l'ooooh agli impreparati, ma certo annichiliscono l'apparato delle gonadi a chi legga il suo lavoro senza pregiudizi, certo, ma anche senza volersi far infinocchiare da quattro effetti da baraccone..
Non metto immagini perché la congrega del suddetto, la quale risulta assai feroce, potrebbe magari richiedere diritti o altro (denaro, dichiarazioni di sottomissione ...) per colpire i nemici del loro "gggenio" - con i suoi Dylan Dog a olio e bitume :pollicione:
 

Loryred

Forumer storico
Sottoscrivo assolutamente tutto, credo di essere stata poche volte così integralmente in sintonia con un tuo intervento articolato, incluse le opinioni, con max della modestia ed umiltà, sia con riferimento ai lavori di Music che su Samorì, che mi risulta consapevolmente artificioso. ;)

Credo anch'io si debba mantenere un atteggiamento di apertura e contemporaneamente disincanto perchè anche noi mutiamo nel tempo in base alle esperienze ed alle conoscenze accumulate... non a caso mi sono spesso definita "onnivora", trovando invece piuttosto irritanti i collezionisti da tifoseria come si sarà pure capito dalle mie recenti esternazioni.
 

Ziig

Forumer attivo
Come approccio generale scorro un catalogo a velocità fotonica fermandomi solo sulle immagini che mi interessano: nel 99% dei casi guardo la stima e la base, smadonno e proseguo :D
Non mi vergogno a dire che guardo solo le opere diciamo post - prima guerra mondiale, salto quasi tutto ciò che esiste di figurativo, guardo con più attenzione l'inizio dei cataloghi (dove mediamente stanno i multipli) rispetto alla fine, gli unici cataloghi che "leggo" sono quelli delle major ma solo perchè le opere sono presentate più approfonditamente.
Mediamente un catalogo-fiume lo scorro in mezz'ora, sui lotti che seleziono però mi ci vogliono almeno un 15 minuti ciascuno per fare tutte le ricerche del caso ;)
 

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