SONO UNA DONNA SEMPLICE. SE TU M'IMPONI DI FARE UNA COSA, IO NON LA FACCIO (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
(cit.) :d:
Buona settimana a tutti :)
Oggi le foto sono del lungomare tra Varazze, Cogoleto ed Arenzano (Liguria).:)
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apprendistamuratore

Nuovo forumer
Leggendo oggi dell'editto sul divieto di tagliarsi la barba è da un po'che mi chiedo chi sia il presunto talebano sulla sinistra....
 

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Val

Torniamo alla LIRA
Avevo lasciato qui .....


Succedevano una serie di eventi inerenti quello che all'inizio era "l'anticorpo GSK-Vir" (VIR-7831), ora noto come sotrovimab.

Il 26 maggio FDA aveva concesso a sotrovimab una Emergency Use Authorization,

mentre EMA il 21 dello stesso mese aveva espresso parere favorevole e indicazioni sull'uso.


Il 13 luglio, sorpresa: Speranza annuncia l'autorizzazione alla distribuzione di sotrovimab in Italia
(https://www.aboutpharma.com/.../anticorpi-monoclonali.../).


Il 27 di luglio la Commissione Europea firma un accordo di joint procurement per 220.000 dosi del farmaco
(https://ec.europa.eu/.../presscorner/detail/en/mex_21_3942).


Da un certo punto di vista sotrovimab non cambia molto il quadro "mAb e COVID":

è un anticorpo diretto contro la proteina spike e si tratta di un farmaco da somministrare per endovena destinato a pazienti a rischio con sintomi COVID moderati.


La cosa notevole di sotrovimab è che è stato sviluppato a partire da un campione di sangue del 2003 di un paziente SARS

(https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2021.03.09.434607v5):

a dimostrazione che, nonostante si parli di continuo delle sue mutazioni,

anche la spike di SARS-CoV-2 esibisce tratti molto conservati rispetto al suo predecessore (il fenomeno è eclatante con la proteasi 3CL).


Questo che significa?

Che il farmaco potrebbe risultare più efficace di altri mAb sulle varianti presenti e future.

Vedremo cosa verrà fuori dal suo uso clinico e da ulteriori studi.


Usciti largamente di scena i Mab Lilly davanti a varianti su cui non sono più efficaci,
a questo punto restano in campo REG-COV e sotrovimab.

Degli anticorpi BMS non si hanno notizie da mesi,

mentre AZD7442 ha ottenuto buoni risultati in fase III, stando al comunicato dell'azienda
(https://www.astrazeneca.com/.../azd7442-prophylaxis-trial...).


AZD7442 sarebbe il primo mAb anticovid somministrato per iniezione intramuscolo, in caso di approvazione,

il che ne renderebbe possibile la somministrazione domiciliare.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Con una laurea in Chimica Industriale
(ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane)

mi sono ritrovato a lavorare in ambito chimico farmaceutico tra laboratorio e impianto pilota a metà anni 90,

quando GSK non esisteva, ma c'erano Glaxo Wellcome e Smithkline & Beecham,

quando la Lombardia era costellata di medie aziende chimico farmaceutiche,

quando il polo farmaceutico dell'agro pontino aveva iniziato la scalata verso quelli che sarebbero stati i suoi 7 miliardi di euro dell'inizio del nuovo millennio.


Quindi chimica di processo, tra batch tossicologi, trasferimenti di tecnologia, sviluppo chimico per NDA, continuamente con dossier CMC tra le mani.

E poi supporto sintetico alla chimica medicinale, e poi a coordinare un progetto oncologico in cui era coinvolta una struttura universitaria.


Quindi negli ultimi dieci anni ho visto il tracollo di quello era un settore fiorente:

nel Lazio si è scesi dai 7 miliardi a quasi 3,

BMS non ha più strutture produttive chimiche in Italia,

il centro ricerche GSK di Verona non è più,

quello Menarini di Pomezia neanche,

non esistono più una quantità di aziende, Sigma Tau su tutte.



Decine di miei colleghi (o un paio di centinaia, o più? Nessuno ha fatto i conti) si sono trovati esodati,
in mobilità, disoccupati, costretti a emigrare, hanno cercato altri lavori, in altri campi,
disperdendo un capitale umano di difficile ricostituzione.


Per ora non li ho raggiunti né ho seguito il loro esempio,
ma non è escluso che in un futuro non troppo lontano non succeda.

Quindi tanti altri potrebbero raccontare esattamente la stessa storia, sono solo uno di loro.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Diciamola tutta: il vituperato riporto arancione non è mai passato sopra a FDA facendo finta che non esistesse.

L'amministrazione Biden invece ora che ha iniziato
non vuole correggere la rotta in nessun modo.

Ma a questo giro pure quella che fino a ieri era stata la sponda dell'Amministrazione, CDC,
si unisce alla Woodcock nel chiedere di non mettere il carro avanti ai buoi.


Il fatto è che l'amministrazione Biden è decisa a varare la terza dose dei vaccini hell bent for leather,
con un calendario serrato, senza preoccuparsi del fatto che non solo FDA non abbia finito di esaminare la cosa,
ma che non c'è verso che concluda la sua revisione prima della data stabilita dall'Amministrazione,
per cui la somministrazione delle terze dosi dovrebbe partire entro la fine del mese.


La pandemia COVID in occidente ha messo a dura prova la regolazione farmaceutica occidentale.

L'anno scorso le voci che si levavano chiedendo immediata approvazione per questo o quel vaccino non si contavano.

I tempi richiesti dal lavoro dei regolatori per alcuni provocavano morti evitabili.


La Commissione Europea lo scorso anno faceva e disfaceva ignorando completamente EMA,

firmando contratti e programmando date di dispiegamento dei vaccini senza in alcun modo prendere in considerazione la sua agenzia regolatoria.



Oltreoceano le cose erano assai diverse e dato che a nessuno era venuto in mente di negare il ruolo di FDA
l'agenzia e il suo commissioner Hahn sono stati messi sulla graticola.

Trump voleva la testa di Hahn e ha fatto vari tentativi per avere le sue dimissioni (voleva i vaccini approvati prima delle elezioni presidenziali).

I democratici accusavano FDA di essere agli ordini di Trump.


Oggi pare che l'amministrazione Biden abbia deciso di perseguire una linea "europea",
e fare come se FDA non ci fosse (https://www.nytimes.com/.../coronavirus-booster-shots.html).


Ma gli "ammutinati di FDA" non ci stanno.
Non intendono "andarsene docili", per niente.

I dati mondiali non supportano l'introduzione della terza dose, e lo gridano.

Lo gridano su Lancet, per la precisione.


"Benché l'idea di ridurre ulteriormente i casi di COVID-19 aumentanto l'immunità nei vaccinati sia attraente,

qualsiasi decisione di agire in questo modo deve essere basata sull'evidenza e considerare benefici e rischi per gli individui e per la società.

I vaccini COVID-19 continuano ad essere efficaci contro la malattia grave, inclusa quella provocata dalla variante delta.

La maggior parte degli studi osservazionali su cui questa conclusione è basata, comunque, sono preliminari

e difficili da interpretare, precisamente a causa di potenzionali confondimenti e report selettivi


(cioè che scelgono i dati che gli danno ragione lasciando da parte gli altri, NdCS)


(https://www.thelancet.com/…/PIIS0140-6736(21)02046…/fulltext),




Se c'è stata una cosa "bella" di questa pandemia è stata l'incontrollata proliferazione degli studi osservazionali,

citatissimi da chi poi dà addosso ad altri , dicendo "basato su empirismo e studi osservazionali!".


Due facce della stessa medaglia di materia assai poco nobile.
 

Val

Torniamo alla LIRA
In che rapporti l’intelligenza sta con l’intellighenzia?


Beh, i rapporti non sono mai automatici, naturali per così dire, come sembrerebbe dai nomi.
Sinonimi, addirittura.

L’intellighenzia viene definita come l’insieme degli intellettuali di una nazione.

Una definizione che, all’apparenza, rimanda ad un fronte compatto delle intelligenze.
Ma in realtà gl’intellettuali, proprio perché tali, quasi mai formano un fronte compatto.
Non solo perché le intelligenze non si omologano.
Anche perché le intelligenze non sono assolute, ma settoriali.
Infine, perché tante intelligenze non lo sono affatto ma vengono accreditate dai loro simili.


Che tutte le opinioni siano rispettabili è certamente un’opinione da non rispettare.

Lo prova proprio l’intelligenza, vagliandone la fondatezza, la logicità, le conseguenze dell’applicazione.


Nel secolo scorso abbiamo dovuto constatare la più profonda discrasia tra intelligenza e intellighenzia
a proposito delle due più distruttive ideologie comparse nella Storia: nazismo e comunismo.

Finché sembravano trionfare (i mille anni del Terzo Reich, l’ineluttabile avvento mondiale del collettivismo),
il fior fiore dell’intellighenzia, avversando il nazismo in favore del comunismo e viceversa, ha dimostrato di essere abbastanza stupido.

E stiamo parlando di personalità osannate nel loro campo specifico:
letterati, scienziati, a tacere dei tanti politici di prima grandezza.


Queste personalità davano, ovviamente, dello stupido a quei dissenzienti che non condividevano le loro certezze.


La sconfitta del nazismo e l’implosione del bolscevismo hanno comportato la paradossale conseguenza che i sostenitori,
in genere senza genuino pentimento o pubblica confessione dell’errore in cui erano caduti,
si son persino impancati a fare la morale agli avversari che avevano avuto il torto di avere ragione,
essendo stati intelligenti quanto stolida l’intellighenzia.

Nella tardiva ricerca della perduta verginità intellettuale, l’intellighenzia ha dimostrato, bisogna riconoscerlo, un’intelligente resipiscenza.


La pandemia ha messo in luce la nuova spaccatura tra l’intellighenzia e l’intelligenza.


Hanno la verità in tasca non solo gli scienziati,
ma pure l’intellighenzia ascientifica ovvero altrimenti scientifica.

Giornalisti,
soubrette,
poliziotti,
storici dell’arte,
filosofi professionali,
comici
e ogni altra benemerita categoria sociale
propalano dai media impazziti
ogni genere di apodittiche opinioni sulla materia,
circa la quale i veri esperti nutrono invece poche certezze prudentemente affermate.


Wittgenstein ammonì a tacere su ciò di cui non si può parlare.

Il nostro Collodi lo disse molto prima in Pinocchio con più arguzia,
riferendosi proprio ai medici, guarda un po’.


Incuranti del monito, stampa e televisione sono quotidianamente in fregola
alla ricerca di intelligenti nella meglio intellighenzia nazionale
e a caccia di novità riguardanti virus, terapie, comportamenti risolutivi.


Per qualche lettore o spettatore in più, e con l’alibi della libertà di parola,
della completezza dell’informazione e dell’autorevolezza del parlatore,
i media contribuiscono in modo decisivo ad avallare un’unica verità:

anche l’intellighenzia intelligente non è, quanto a questo.


Lo dimostrano due citazioni impeccabili di autori ragguardevoli, loro sì intelligenti.


Ludwig von Mises:
“Non sono le persone dotate della miglior vista che possono dirsi esperte in oftalmologia bensì gli oculisti, anche quando sono miopi”.


Raymond Aron: “Per riprendere una espressione del mio amico Jon Elster:
a quale condizione si può essere allo stesso tempo marxista-leninista, intelligente ed onesto?
Si può essere marxista-leninista ed intelligenti, ma in questo caso non si è onesti (intellettualmente).
Certo non mancano marxisti-leninisti sinceri, ma allora è l’intelligenza che non è granché”.


Sostituite, nelle citazioni, le parole e i personaggi a cui è facile alludere,
e raggiungerete la prova provata che certi pezzi grossi dell’intellighenzia nostrana
forse intelligenti non sono in tutto e per tutto.


Non bisognerebbe scomodarne la vanità.
 

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