Eccolo qui ancora una volta in piazza, il pupazzo ballerino.
E noi stiamo in mezzo, con una guerra che - invece che finire -
andrà ad ampliarsi. Bella roba. Grazie ai "democratici".
BUFFONI
Dal secco no di ieri alle nuove concessioni di stamattina.
Si fa sempre più intricata la strategia geopolitica di Joe Biden,
dopo che il leader della Casa Bianca ha risposto negativamente alle richieste di Kiev circa l’invio dei caccia F-16,
ma ha acconsentito al nuovo pacchetto militare dal valore complessivo di 2 miliardi di dollari.
Anche in questo caso, però, ci sono novità non trascurabili, segno che – nonostante alcune freddure delle ultime ore –
il sostegno alla causa ucraina, da parte dell’alleanza atlantica, prosegue in maniera sempre più cospicua.
È il caso dell’invio delle Glsdb, bombe con un raggio di circa 150 chilometri,
ordigni molto precisi sviluppati dalla Boeing e dalla svedese Saab, in grado di essere lanciati come razzi dagli Himars.
Una scelta che ha iniziato a far preoccupare i vertici di Mosca :
la nuova fornitura americana garantirebbe all’Ucraina non solo di difendere e riconquistare i territori persi,
ma di estendere il proprio raggio d’azione, potendo colpire obiettivi prima irraggiungibili.
Difficile stabilire come e quando tali sistemi verranno utilizzati dalle truppe della resistenza.
Notevole, però, è l’apporto che essi potranno offrire a Kiev,
soprattutto quando in autunno arriveranno i primi carri armati americani e tedeschi, rispettivamente gli Abrams e i Leopard.
A quel punto, ecco che l’Ucraina potrebbe estendere i propri obiettivi militari
anche ai territori russi che si affacciano direttamente all’Est del Paese.
Una strategia non campata per aria, sia chiaro, ma che ha già trovato applicazione in forma minore in questi mesi,
come avvenuto nell’attacco alle basi militari nella regione russa di Belgorod.
A ciò, si aggiunge anche la dichiarazione choc del vice capo dell’intelligence della Difesa ucraina, Vadym Skibitskyi,
il quale ha promesso che gli 007 di Kiev arriveranno a colpire il Cremlino.
Rimane ancora difficilissimo stabilire se si tratti di propaganda o di realtà.
Insomma, il rischio che la guerra difensiva ucraina si trasformi anche in un conflitto di aggressione non può più essere escluso.