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ed io che pensavo che fosse Enel che aveva il debito più alto
Guardate ITALGAS-TERNA-FERROVIE-SNAM
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Lammericano
MA SE NON C'è GAS, COSA TRASPORTERà SNAM????
al di là delle rassicurazioni di Cingolani, pare che il gas stoccato sia solo il 50% di quello necessario per passare l'inverno in tranquillità


Energia, Gazprom all’Ue: «Non passerete l’inverno». Cnel: «Misure insufficienti, recessione nel 2023»

Da Claudia Monaci - 18 Ottobre 2022

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Milano – Dal 1 gennaio al 15 ottobre 2022, secondo i dati preliminari, le esportazioni di gas effettuate da Gazprom verso i paesi non CSI ammontano a 89,3 miliardi di metri cubi, il 41,4% in meno (63 miliardi di metri cubi) rispetto allo stesso periodo del 2021.
Gazprom ha prodotto 327,4 miliardi di metri cubi di gas, si tratta del 18% (72 miliardi di metri cubi) in meno rispetto allo scorso anno.
La domanda di gas della società dal sistema di trasporto del gas nel mercato domestico in questo periodo è diminuita del 5,2% (di 9,5 miliardi di metri cubi).
Gazprom fornisce gas “secondo gli ordini confermati”, precisa.

Quanto alle esportazioni di gas di Gazprom verso la Cina, attraverso il gasdotto Power of Siberia nell’ambito di un contratto bilaterale a lungo termine tra Gazprom e CNPC- China National Petroleum Corporation, “stanno crescendo”. “Le consegne vanno regolarmente oltre le quantità contrattuali giornaliere”, precisa Gazprom.
Nelle strutture di stoccaggio di gas sotterranee (Underground Gas Storages- UGS) dell’Ucraina al 15 ottobre sono stati accumulati 14,3 miliardi di metri cubi di gas, a fronte dei 19 miliardi di metri cubi necessari per l’inverno, sostiene la società russa. “In Ucraina ammettono che esiste solo una possibilità teorica per riempire gli impianti di stoccaggio, ma non ce n’è una pratica”, afferma ancora Gazprom.

“Le riserve massime degli impianti di stoccaggio di gas nei grandi paesi europei non garantiscono un passaggio affidabile del prossimo autunno-inverno”, prosegue Gazprom.
“Secondo Gas Infrastructure Europe, al 15 ottobre le riserve di gas negli UGSF in Europa sono state reintegrate di 66 miliardi di metri cubi”, scrive Gazprom, “per raggiungere il livello di riempimento delle strutture di stoccaggio di gas sotterranee dell’inizio della stagione di ritiro 2019/2020, le aziende dovranno pompare altri 6,4 miliardi di metri cubi di gas.

In Europa anche il Cnel vede recessione nel 2023, “come emerge dai primi segnali sull’inflazione altissima registrati nell’area euro: per uscire dalla crisi energetica serve un’azione congiunta UE-Stati membri con un Piano simile al Next Generation adottato per contrastare la crisi dovuta all’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia. Nessun Paese può agire in proprio mettendo in campo iniziative singole per il contrasto al caro energia e all’aumento delle materie prime. La guerra in Ucraina e la crisi del gas hanno posto in evidenza il tema della ricerca dell’autonomia energetica anche nell’area euromediterranea. Tra i Paesi europei e quelli africani della sponda mediterranea è necessario un reale partenariato improntato a criteri condivisi di sviluppo e sostenibilità. E il metodo è quello del dialogo sociale al fine di instaurare una politica comune per la lotta ai cambiamenti climatici, per la garanzia della sicurezza degli approvvigionamenti in armonia con gli obiettivi legati alla sostenibilità e per un benessere veramente comune”.
È quanto emerso durante la Conferenza congiunta CESE-CNEL su Geopolitica delle strategie energetiche nella regione euromediterranea che si è svolta ieri a Roma. “Le misure finora ipotizzate come la possibilità di utilizzare le risorse residue dei Fondi UE 2014-2020 non impegnate o la tassazione degli extraprofitti non sono sufficienti a fronteggiare la crisi energetica. L’Europa, dove i vertici politici formali e informali si susseguono senza esito, deve fare di più, deve decidere su una risposta unitaria e solidale di fronte alla crisi energetica, che appare peggiore della crisi pandemica”, ha detto il presidente CNEL Tiziano Treu. “La guerra in Ucraina ha posto l’energia al centro delle relazioni euromediterranee. Dobbiamo intensificare la nostra cooperazione in tutta la regione e garantire una transizione di successo verso un sistema energetico sostenibile in grado di migliorare la sicurezza energetica e la nostra autonomia. Tali riforme possono essere realizzate solo con il pieno coinvolgimento della società civile organizzata. In questo settore, serve maggiore solidarietà all’interno dell’UE e nei rapporti con i Paesi terzi”, ha dichiarato la presidente del CESE Christa Schweng.
Molti settori economici sono in ginocchio e centinaia di imprese rischiano la chiusura con conseguente aumento della disoccupazione. Migliaia di famiglie sono in difficoltà.

Come avvenuto durante la pandemia serve urgentemente un piano emergenziale e soprattutto un’Europa unita e solidale capace di impegnare il proprio bilancio per sostenere tutti i Paesi membri. E’ questo l’unico modo che consentirà di proseguire il percorso di sviluppo delle fonti rinnovabili per realizzare una autonomia energetica europea – ha detto il Consigliere Gian Paolo Gualaccini, Coordinatore della Commissione CNEL per le Politiche Europee e la Cooperazione internazionale -.

Bisogna fissare un tetto al prezzo del gas, come sostenuto dai 15 Paesi membri dell’UE, disaccoppiando il prezzo da quello dell’elettricità, sui mercati all’ingrosso e al dettaglio, e introdurre una reale borsa europea del gas sganciata dalle tendenze speculative di quella di Amsterdam”. Per Grammenos Mastrojeni, vicesegretario generale Unione per il Mediterraneo responsabile per l’energia e il clima: “Nessuno dei Paesi della regione euromediterranea, neanche i più ricchi, ha risorse sufficienti per affrontare da solo una crisi di tale ritmo e ampiezza. Ma insieme bisogna farlo. Se lo capiamo, oltre ad affrontare efficacemente il cambiamento climatico, costruiremo quell’economia condivisa e più equa che potrà finalmente raggiungere anche una pace stabile in tutti gli angoli della nostra regione”.
Invece l'inverno lo passiamo
 

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Milano – Snam ha da poco presentato il piano strategico 2022-2026, che prevede investimenti per complessivi 10 miliardi di euro. Si tratta di un significativo aumento del 23% rispetto al piano 2021-2025 (8,1 miliardi di euro) che sarà impiegato principalmente (9 miliardi) per aumentare la capacità di stoccaggio e trasporto di gas, con la linea Andriatca ed i rigassificatori di Piombino e Ravenna, ed in parte per sviluppare i gas verdi (bimetano ed Idrogeno) e per la cattura della CO2. “Questi investimenti – ha detto Stefano Venier, Amministratore delegato del Gruppo – sono orientati, da una parte, al potenziamento della capacità di importazione di gas liquefatto attraverso le due navi galleggianti che abbiamo acquistato e che andremo ad ancorare a Piombino ed a Ravenna, dall’altro lato al potenziamento della capacità di trasporto da Sud a Nord, che è diventata essenziale per la sicurezza del sistema”.

“Questo – ha aggiunto – si traduce nella realizzazione della dorsale Adriatica, 425 chilometri di condotta tra Sulmona e Minerbio, vicino a Bologna, che dovrebbero aggiungere circa 10 miliardi metri cubi di capacità di trasporto al nostro sistema”. Per quanto riguarda invece la transizione energetica, “le aree su cui lavoriamo sono, da un lato, quella dei gas ‘verdi’, quindi biometano e idrogeno, dall’altra la cattura della CO2 e quindi la riduzione degli emissioni da parte dei nostri clienti finali. Questa seconda parte si è arricchita recentemente dell’accordo con Eni per lo sviluppo del primo progetto in Italia di cattura della CO2 nell’area di Ravenna”.

Snam guarda anche a possibili operazioni di M&A di asset strategici ed anche all’eventuale dismissione di asset non strategici. Fra questi ultimi non è certamente compresa la partecipazione del 25% in De Nora, che rientra nel cluster degli asset definiti strategici dal Gruppo. “In De Nora – ha spiegato l’Ad – abbiamo un ruolo come partner strategico, è stata una delle più grandi quotazioni fatte lo scorso anno ed il titolo ha rifesso con un buon andamento il valore della società. E’ chiaro che come azionisti noi guarderemo ad opzioni che aiutano a valorizzare ancora meglio il titolo” e se cio volesse dire “mettere più liquidità sul mercato”, risponderemo a questa esigenza quando il titolo “eprimerà una valutazione che riteniamo congrua e ciò riguarderà una quota marginale della nostra partecipazione”.

Discorso diverso per Italgas, che Venier definisce “un asset importante che sìno ad oggi ha contribuito in modo significativo ai rosultati del Gruppo”. “E’ logico che, in una prospettiva in cui ci troviamo a finanziare un importante piano di investimenti – afferma – guardiamo anche a questa partecipazione come ad uno strumento per possibili opzioni di finanziamento, che non vuol dire necessariamente dismettere la partecipazione”.

Quanto agli asset cui Snam potrebbe essere interessata, il numero uno del Gruppo ha confermato l’interesse per Edison stoccaggi. “Nel caso in cui gli azionisti di Edison dovessero fare delle valutazioni in merito a questo asset – ha sottolineato – non possiamo non essere interessati a guardarlo, perchè dall’unione di queste attività si potrebbero trarre importanti sinergie ed ottimizzazioni”. Il manager ha parlato anche del processo di revisione del PNRR e della possibilità di finanziare l’investimentoesto discorso rientrano anche i due rigassificatori che il governo vuole mettere in finzione. A proposito delle dichiarazioni del Ministro algerino, relative alla possibile costruzione di una nuova pipeline, l’Ad di Snam ha affermato “non abbiamo in progetto una nuova infrast
nella linea adriatica, che vale 2,5 miliardi, con le risorse che giungono dalla UE. “Se ci fosse una revisione – spiegal’Ad di Snam – noi opteremmo per avere questi fondi per supportare questo investimento”.


Venier ha parlato lungamente anche del problema di riempimento degli stoccaggi ed ha affermato che “è ancora superiore all’80% e questo è un numero importante perchè significa che, rispetto allo scorso anno, abbiamo almeno 2,5 miliardi di metri cubi in più” e questo “è uno strumento di garanzia sia per afforntare l’effetto di queste settimane, sia in vista della campagna di riempimento della prosisma estate”. “Se chiudessimo la stagione con 3-4 miliardi” – ha aggunto il manager – la corsa al riempipmento vista la scorsa estate sarebbe meno pressante e la speculazione dei prezzi minore. In questo discorso rientrano anche i due rigassificatori che il governo vuole mettere in finzione. A proposito delle dichiarazioni del Ministro algerino, relative alla possibile costruzione di una nuova pipeline, l’Ad di Snam ha affermato “non abbiamo in progetto una nuova infrastruttura”.
 

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Snam-Eni, per partnership gasdotti Algeria-Italia closing entro metà gennaio
30 dic 202218:09

SRG−0.63% ENI−0.85%
Snam SRG ed Eni ENI comunicano che si sono avverate le condizioni per realizzare la partnership sui gasdotti Algeria-Italia; il closing è previsto entro metà gennaio.
E' quanto si legge in una nota.
Il 27 novembre 2021 le due società avevano sottoscritto il contratto di compravendita relativo all'acquisizione da parte di Snam del 49,9% di una società di nuova costituzione del gruppo Eni nella quale sono state conferite tutte le partecipazioni detenute dalla major petrolifera nelle società che gestiscono i due gruppi di gasdotti internazionali che collegano l'Algeria all'Italia.
Si tratta dei gasdotti onshore che si estendono dal confine tra Algeria e Tunisia fino alla costa tunisina e i gasdotti offshore che collegano la costa tunisina all'Italia.
Snam ed Eni stanno procedendo agli ulteriori adempimenti per il perfezionamento dell'operazione che è atteso entro la prima metà di gennaio 2023, si legge nel comunicato.

Tap avvia primo livello espansione capacità gasdotto
30 gen 202311:12

SRG−0.63%
Il consorzio Trans Adriatic Pipeline (Tap), il gasdotto controllato al 20% da Snam SRG, punta a raddoppiare la propria capacità di trasporto di gas entro il 2027 e per raggiungere questo obiettivo ha chiuso il 22 gennaio una finestra per l'invio delle offerte vincolanti da parte degli operatori.
Secondo una nota, Tap - che porta il gas dall'Arzebajan alla Puglia - avvierà il primo livello di espansione e allocherà 1,2 miliardi di metri cubi di capacità incrementale l'anno attraverso contratti a lungo termine a partire dal 2026.
Una seconda fase di offerte è attesa nel corso di quest'anno e le parti interessate potranno sottoporre le offerte.
 

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ATTUALITÀ

Blackrock si comprerà la rigassificazione nell’Adriatico​


 

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Snam ha terminato i primi nove mesi del 2023 con un utile netto adjusted di 942 milioni di euro, in aumento dell’1,1% rispetto ai 932 milioni contabilizzati nei primi tre trimestri dello scorso anno, per la crescita dell’EBITDA adjusted in parte assorbita dai maggiori ammortamenti legati all’entrata in esercizio degli investimenti e dall’incremento degli oneri finanziari attribuibile all’aumento dei tassi di interesse. Il consensus degli analisti indicava un utile netto adjusted di 911 milioni di euro. L’utile netto contabile è stato pari a 1,05 miliardi di euro.

purtroppo il debito è aumentato di più di 2 miliardi
 

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