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in slovenia il 60% della popolazione vive sotto l'ombrello dello stato (dipendenti pubblici, pensionati, politici, imprese appaltatrici di stato)

come in italia insomma ...
 

tontolina

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in slovenia il 60% della popolazione vive sotto l'ombrello dello stato (dipendenti pubblici, pensionati, politici, imprese appaltatrici di stato)

come in italia insomma ...
come la GRECIA ...


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L’urlo della Grecia non è mai stato così forte

by Antonio Merolla 0 Comments 27.set 2013

di Mauro Indelicato
Sono in molti a chiederselo: la Grecia che fine ha fatto? Sono finite le manifestazioni? Sono rientrati tumulti e scioperi? Assolutamente no. Semplicemente, se ne parla di meno, perché ciò che sta accadendo probabilmente è sfuggito dalle mani di chi ha voluto e causato il caos del Paese ellenico.
Partiamo da una notizia, che in tempi normali avrebbe del clamoroso: dopo la rimozione, nel 2011, degli apparati dirigenti dell’esercito, il governo nei giorni scorsi, di fretta e furia, ha anche rimosso diversi dirigenti della polizia. Motivo? Questi episodi dimostrano come il governo tema che gli apparati militari e di sicurezza possano da un momento all’altro andare contro le volontà dell’esecutivo, in poche parole ad Atene c’è “aria” da colpo di Stato.

Molti dirigenti della polizia infatti, avevano più o meno pubblicamente manifestato la propria contrarietà al clima di austerity imposto dalla troika europea, visto che gli stessi poliziotti spesso sono ridotti quasi alla fame e non riescono ad arrivare alla fine del mese; così, l’esecutivo ha pensato che era bene far piazza pulita ed evitare brutte sorprese. Ma in realtà, la mossa sopra descritta, può far propendere l’ago verso un contesto di paura ed insicurezza il quale, accompagnato da recenti sondaggi in cui i greci dimostrano nostalgia per i colonnelli, potrebbe rappresentare il preludio ad una svolta importante ad Atene.

Che il governo ha paura e che la stessa UE rischia di perdere il controllo della bomba che ha innescato, lo si capisce anche da un altro gesto: tentare di dividere la piazza. Infatti, qualche giorno fa c’è stata una misteriosa aggressione mortale verso un rapper ateniese considerato di estrema sinistra; senza alcuna prova, le autorità giudiziarie hanno messo in galera un giovane inizialmente considerato come un militante di Alba Dorata. Al di là, per l’appunto, del fatto che le prove non sembrano così schiaccianti per il ragazzo imprigionato, si è anche venuto a sapere che il giovane non era affatto iscritto al partito di estrema destra entrato in Parlamento durante le ultime elezioni. Ma tanto è bastato, per far esplodere la violenza politica e nelle strade greche, si era smesso di inveire contro la troika europea, riprendendo invece slogan antifascisti abbandonati da tempo, in nome della comune lotta contro l’Euro; in quei giorni, i media ellenici hanno tuonato pesantemente contro Alba Dorata, nel tentativo di isolare questo partito e soprattutto di dividere il fronte antisistema.

Ma è durato poco; scoperto l’arcano, anche i più facinorosi hanno smesso di incendiare bandiere di Alba Dorata e si è ripartiti con nuovi scioperi generali, bloccando il Paese e fermando di fatto ogni attività. Dunque, la Grecia non è recuperata e pacificata come il silenzio dei media europei porterebbe a pensare.
Oramai, oltre alla nostalgia verso il periodo dei colonnelli, vi è da sottolineare come il 60% dell’opinione pubblica ha perso ogni fiducia verso i partiti dell’ex “arco costituzionale”, dichiarandosi invece più propensa a sperimentare nuovi sistemi politici, ma soprattutto chiedendo a gran voce l’uscita dall’Euro o comunque la fine di un’austerity che condanna il Paese al sesto anno consecutivo di recessione.

In più, adesso anche i rettori delle Università iniziano a non ostacolare le proteste quotidiane che si svolgono negli atenei greci; questo perché, la stessa sopravvivenza dei presidi universitari, è a serio rischio: mancano bidelli, professori, manca anche il materiale, non si può far lezione in certi casi, insomma il sistema dell’istruzione superiore, e non solo, è a dir poco al collasso. Quindi, tra silenzi, omissioni, paure e proteste, la Grecia continua a far sentire il suo grido disperato e continua a resistere al tentativo sempre più aggressivo di svendita della sua sovranità, della sua storia e soprattutto della sua cultura. Il grido di Atene, è in realtà anche il grido di tutti gli europei che non si arrendono nel vedere maltrattato e ridotto a nuovo terzo mondo il vecchio continente.
Fonte: Ilfarosulmondo
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tontolina

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Speciale Slovenia: Crac delle Banche Pubbliche, Come Cipro o Come l’Irlanda?


Alla fine anche il sstema bancario Sloveno, o meglio le due grandi banche di Stato (uhmm… come Cipro), dovrà essere salvato con soldi pubblici (uhmm…. come l’Irlanda e Cipro), ma la Slovenia VUOLE fare tutto da sola e NON vuole l’intervento condizionato di UE e FMI


da Reuters
(Reuters) – Slovenia is expected to need as much as 5 billion euros ($6.8 billion) to recapitalize its banks, sources familiar with the matter told Reuters, a figure some officials say would not require an international bailout.
Slovenia’s government is determined not to seek international aid and one government official recently said that even were the bill for repair to reach 4.6 billion euros it would not trigger a request for help.
The banks are nursing some 8 billion euros in bad loans, equivalent to almost one quarter of economic output, raising speculation that Slovenia, with a population of just 2 million, might become the sixth euro zoneeconomy to need outside help….
Ora facciamo due conti, la Slovenia ha :
2,058 milioni di abitanti (ovvero circa 1/30 dell’Italia)
33,68 mld di € in PIL (ovvero circa 1/46 dell’Italia)
Quindi per darvi una idea di che significhino 5 miliardi di euro (almeno ) in termini Italiani abbiamo:
150 mld (italiani) di euro se prendiamo a riferimento la popolazione
230 mld (italiani) di euro se prendiamo a riferimento il PIL
Bene ora che abbiamo inquadrato il problema, e preso atto che probabilmente servirà anche una cifra più grande di 5 miliardi di euro.

La domanda è come fara la Slovenia.

Essenzialmente ci sono tre strade nell’Euro area (cioè senza stampare moneta)
1. Aumento del Debito Pubblico (Soluzione Irlanda)

Cioè passare dall’attuale 54,4% del PIL (stima 2013) al 69,5%. Il che è fattibile a patto che poi i 5 miliardi bastino. Si consideri che il deficit sloveno è già aoltre il 3%




2. Bail In (Soluzione Cipro)
Ovvero fare pagare ad obbligazionisti, azionisti e al limite correntisti il conto. Da vedere se spalmando solo sulle banche coinvolte oppure su tutte.
Diciamo che la Slovenia ha un problema con due gigantesche MontePaschi a controllo pubblico e usate come bancomat dai politici (di questo si tratta alla fine). Vedremo quale sarà la soluzione, probabilmente un ibrido fra le due proposte.
….. ma siamo sicuri che bastino 5 mld? (potrebbero servirne 12,5, mi ha detto un uccellino da Londra, e in quel caso sarebbero bitter dicks)
per capire di più, da imille.org
…La radice del problema sta nella governance del sistema bancario, e nelle scelte sbagliate di allocazione del credito. In Slovenia vi è un’anomala presenza di banche pubbliche. Circa il 40% dei prestiti bancari sono stati erogati da istituti di credito controllati dal governo, che costituiscono l’ossatura del sistema bancario nazionale. Il rapporto OCSE parla esplicitamente di “misallocation of credit” e addirittura – citando il rapporto della Commissione Slovena per la Prevenzione della Corruzione – di scelte legate a probabili dinamiche di corruzione diffusa. L’episodio paradigmatico riguarda le due banche pubbliche maggiori, la Nova Ljublijanska Banka e la Nova Kreditna Banka Maribor, che hanno prestato rispettivamente il 20% e il 15% del loro capitale ad un solo soggetto. Questo comportamento – in palese violazione di ogni elementare principio di diversificazione del rischio – è ancor più incomprensibile se si pensa che l’impresa in questione (una holding finanziaria chiamata Zvon Ena) era da tempo alle prese con procedure di bancarotta. Le banche pubbliche hanno commesso altri gravi errori nelle loro politiche di allocazione del credito: i prestiti sono stati elargiti a piene mani (il rapporto tra prestiti e PIL è salito dal 40% del 2003 al 92% del 2011), ma in direzione completamente sbagliata, visto che la percentuale dei crediti in sofferenza è la quarta più alta dei paesi OCSE, dopo Grecia, Irlanda e Ungheria. E più della metà di questi prestiti in sofferenza sono stati elargiti da banche pubbliche. Le sciagurate scelte creditizie si evidenziano anche – ma qui la Slovenia è in ottima compagnia – in un indebitamento del settore edilizio che ha ormai raggiunto il 315% del capitale….
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big_boom

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ormai la tecnica l'abbiamo capita

a trarne vantaggio e' una ristretta fetta della popolazione: pensionati e statali

il punto e' che questa popolazione salvata dalla crisi verra' mazzolata piu' in la :D

e sara' molto peggio per loro :-o
 

tontolina

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UE Approva Gli Aiuti di Stato alle Banche Slovene…..

Ma a Condizione che……




Notizia bella Fresca dal Wall Street Journal
The European Commission, the European Union’s executive branch, Wednesday approved Slovenia’s planned €3 billion capital injection for five of its major banks, saying the state support is in line with the bloc’s antitrust regulations and won’t distort the market.
Confidence in Slovenian banks will be strengthened by the move, and the planned restructuring and resolution measures “will ensure that Slovenia’s economy can count on a viable, healthy banking sector,” said Commission Vice President Joaquín Almunia, who is also responsible for competition.
The five banks must fully write-down shareholders’ equity and outstanding subordinated debts before they can start receiving new state support, the Commission said.
“This will ensure an appropriate contribution by the bank and its owners to the restructuring effort,” the Commission said, adding that EU state aid rules don’t require any contribution from depositors or other senior debtholders.
Consumers and businesses in Slovenia took on large debt during the country’s economic boom years. But recent years of recession and fiscal crises in Europe have caused its economy to stall, leaving the largely state-managed banking sector in a severely weakened state.
In the past year, it looked like Slovenia would become the euro zone’s sixth international bailout case, but that has been narrowly averted.
Last week, the Slovenian government said it would be able to finance the recapitalization without an international bailout despite a capital shortfall of €3.01 billion ($4.15 billion) at the three largest state-owned banks.
The shortage was revealed by bank stress tests that also asked other smaller Slovenian banks, which aren’t controlled by the state, to raise an extra €1.77 billion.
Dunque lo Stato Sloveno userà 3 miliardi dei soldi dei contribuenti per ricapitalizzare 5 banche slovene(facendo le proporzioni è come se lIitalia tirasse fuori 132 miliardi!!!!).


MA
Dopo avere azzerato il valore delle azioni di quelle banche
Dopo avere azzerato il valore delle obbligazioni subordinate di quelle banche.
Per ora salve obbligazioni senior e conti correnti.
Come al solito dipende sempre da cosa c’è da azzerare, la scaletta è questa:
Azioni
Obbligazioni Subordinate
Obbligazioni Senior
Conti Correnti sopra i 100.000€
Conti Correnti sotto i 100.000€
ATTENZIONE: UE Approva Gli Aiuti di Stato alle Banche Slovene?..Ma a Condizione che?? | Rischio Calcolato
 

big_boom

Forumer storico
ma questa degli "aiuti" della UE e' una barzelletta :D

tanto si sa che non lo fanno gratis ti danno carta con scritto "miliardi" e in cambio tu devi renderti schiavo!

e tutto questo perche' gli europei accettano l'euro come moneta per il loro lavoro e per il debito dello stato

se gli europei accettassero una moneta tipo bitcoin senza interessi senza banca centrale, non copiabile o duplicabile e non su banconota ma su chip noi tutti saremo piu' liberi
 
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
ELEZIONI POLITICHE SLOVENE: STRAVINCE IL PARTITO INDIPENDENTE (DA BRUXELLES) GUIDATO DA MIRO CERAR (ADDIO AUSTERITA'!)

lunedì 14 luglio 2014
LUBIANA - E' il giurista Miro Cerar, classe 1963, l'uomo che prendera' le redini della Slovenia



Da forza politica "indipendente", alternativa alla destra e alla sinistra tradizionali,





Il governo che nascera' nei prossimi giorni avra' in ogni caso importanti decisioni da prendere, soprattutto in materia di politica economica. Lubiana deve infatti - secondo la UE - rimettere a posto i conti pubblici per "rispettare i parametri" imposti da Bruxelles e per farlo dovra' approvare nuovi tagli alla spesa pubblica e un aumento della pressione fiscale. Sempre che decida di farlo, però. E tutto indica il contrario.


L'ultimo arrivato sulla scena politica slovena, il partito che prende il nome dal suo fondatore Miro Cerar, ha vinto con ampio margine le elezioni anticipate che si sono tenute ieri, in un paese sfiduciato nei confronti dei partiti tradizionali e ostile alle grandi privatizzazioni varate dal governo uscente e volute - anzi, imposte - dall'Unione Europea. Miro Cerar, quindi, si avvia a diventare il quarto premier sloveno dall'inizio della crisi globale del 2008.

ELEZIONI POLITICHE SLOVENE: STRAVINCE IL PARTITO INDIPENDENTE (DA BRUXELLES) GUIDATO DA MIRO CERAR (ADDIO AUSTERITA'!) - I fatti e le opinioni del Nord - ilnord.it

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big_boom

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partiti garantisti per gli statali, per chi vive da tasse

si chiede piu' stato = piu' tasse

la slovenia non vuole austerita' ok, allora come in italia + tasse
 

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