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attivisti / ribelli Siriani per la liberta', come trattano i prigionieri peraltro militari di stato?

ecco qua, faranno vedere mai queste cose nella tv stalinista italiana?

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=neE9gGIQpjw"]War crime? Syrian rebels execute POWs - YouTube[/ame]
 
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Siria: vescovo Aleppo accusa Usa e denuncia, islamisti anche dal Belgio


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8 agosto 2012 |
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Autore Lino Bottaro | Stampa articolo
07 Agosto 2012 – 20:26




(ASCA) – Roma, 7 ago – ”Ci sono scontri in atto in diverse zone e quartieri della citta’. Si odono continui colpi di arma da fuoco, tanti scoppi, alcuni molto forti, forse di mortaio. Siamo molto preoccupati perche’ non sappiamo cosa accadra’ e a cosa andremo incontro. Si dice che si stia preparando una battaglia, che genere di conflitto sara’, quando comincera’ e quanto durera’ non lo possiamo sapere.
Non possiamo fare altro che sperare in un compromesso che eviti uno spargimento di sangue, vittime innocenti. Altro sangue non fara’ che aumentare l’odio, le divisioni, e la distanza tra le parti”: e’ l’appello disperato lanciato all’agenzia Sir da mons. Jean-Cle’ment Jeanbart, arcivescovo greco-melkita di Aleppo, la seconda citta’ della Siria teatro da settimane dello scontro tra le forze del regime di Assad e i ribelli.

Il presule accusa gli Usa di fare scelte ”totalmente opposte” al dialogo e alla diplomazia volute dal popolo: ”Basti pensare alla decisione del presidente Usa, Barack Obama, di autorizzare missioni segrete in sostegno dei ribelli. Non e’ da oggi che gli Usa spingono in questa direzione”.[OBAMA ascolta la CLINTON]

Il vescovo non nasconde le sue preoccupazioni per una eventuale vittoria dei ribelli: ”Non sappiamo cosa succedera’ e la paura sale ogni ora di piu’ specialmente davanti alla non remota eventualita’ che i quartieri dove vivono i cristiani vengano occupati dai combattenti anti regime, tra i quali ci sono bande islamiste. Abbiamo paura che anche ad Aleppo accada cio’ che e’ successo ad Homs dove i quartieri abitati dai cristiani sono diventati teatro di scontri violenti costringendo i nostri fedeli a fuggire. I ribelli che combattono contro l’esercito di Assad – aggiunge l’arcivescovo greco-melkita – non sono tutti siriani, ma vengono da Egitto, Giordania, Libia, Turchia ed anche dall’Europa. Jaidisti – rivela – sono arrivati anche dal Belgio”.
Mons. Jeanbart parla di una citta’ ”paralizzata dalla paura, in cui e’ sempre piu’ difficile muoversi, dove il pericolo e’ in agguato, ma dove i cristiani non cessano di fare la loro parte portando aiuto a chi e’ nel bisogno maggiore”.
 

tontolina

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con Gheddafy era Berluscni che bagiava le mani


con Assad invece si è esposto Napolitano



Nel marzo del 2010 il Quirinale conferiva al presidente siriano Bashar al-Assad l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Oggi il governo chiede di revocare quel riconoscimento per indegnità. Ad accelerare l’azione della Farnesina una sessantina di senatori, di tutti gli schieramenti, che hanno presentato un’interpellanza urgente a Palazzo Madama.





 

Kronos

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con Gheddafy era Berluscni che bagiava le mani


con Assad invece si è esposto Napolitano



Nel marzo del 2010 il Quirinale conferiva al presidente siriano Bashar al-Assad l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Oggi il governo chiede di revocare quel riconoscimento per indegnità. Ad accelerare l’azione della Farnesina una sessantina di senatori, di tutti gli schieramenti, che hanno presentato un’interpellanza urgente a Palazzo Madama.








Questi, Tontolina, compreso l'altro presidente lobomotizzato( ci comincio a credere veramente che gli abbiano istallato un chip nel cervello) si stanno incartando su loro stessi.
E pero, cacchio John Titor non ci ha detto abbastanza.
Credo che in America sia già in atto una guerra civile in piccole dimensioni.
Non ci evincono i gringos guerrieri sulla follia quanto sia forte.
Episodi come Denver ed il tempio dei Sikc ed i tanti emuli del Joker credo non siano episodi tanto isolati. Barack è allo sbando continuando a far stampare i suoi fantastigliardi per le lobbies di potere, invece gli americani vivono nella miseria più nera.
 

Kronos

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Tratto da: Verso la Terza Guerra Mondiale – l’accerchiamento di Russia e Cina | Informare per Resistere Verso la Terza Guerra Mondiale – l’accerchiamento di Russia e Cina | Informare per Resistere
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

Al Pentagono, nel novembre del 2001, feci una chiacchierata con uno degli ufficiali superiori. Sì, stavamo ancora progettando la guerra contro l’Iraq, ma c’era anche altro. Quel progetto faceva parte di un piano quinquennale di campagne militari che comprendeva sette nazioni: a partire dall’Iraq, per continuare con la Siria, il Libano, la Libia, l’Iran, la Somalia e il Sudan. Il tono era indignato e quasi incredulo […] Cambiai discorso, non erano cose che volevo sentire.
Generale Wesley Clark, ex comandante generale dell’US European Command, che comprendeva tutte le attività militari americane in Europa, Africa e Medio Oriente. Da: Wesley K. Clark, Winning Modern Wars, p. 130).
[ame="http://www.amazon.com/Winning-Modern-Wars-Terrorism-American/dp/1586482181"]http://www.amazon.com/Winning-Modern-Wars-Terrorism-American/dp/1586482181[/ame].
Circa 10 giorni dopo l’11 settembre 2001 mi sono recato al Pentagono, ho visto il segretario alla difesa Rumsfield e il vice segretario Wolfowitz, sono sceso per salutare alcune persone dello Stato Maggiore che lavoravano per me e uno dei miei generali mi chiamò dicendomi: «Venga, Le devo parlare un momento», io gli dissi «ma lei avrà da fare…» e lui disse «no, no, abbiamo preso una decisione, attaccheremo l’Iraq» . Tutto questo accadeva attorno al 20 di settembre. E io gli chiesi: «ma perché?» e lui: «non lo so», e aggiunse «penso che non sappiano cos’altro fare». Io gli chiesi «hanno trovato informazioni che collegano Saddam Hussein con Al Quaeda?», disse «No, non c’è niente di nuovo. Hanno soltanto deciso di fare la guerra all’Iraq!», e disse «non so la ragione è che non si sa cosa fare riguardo al terrorismo, però abbiamo un buon esercito e possiamo rovesciare qualsiasi governo». Sono tornato a trovarlo alcune settimane più tardi e all’epoca stavamo bombardando l’Afghanistan. Gli chiesi: «bombarderemo sempre l’Iraq?», lui mi rispose «molto peggio!». Prese un foglio di carta e disse «ho appena ricevuto questo dall’alto», sarebbe a dire dall’ufficio del segretario alla difesa. «Questo è un memo che descrive in che modo prenderemo 7 paesi in 5 anni, cominciando dall’IRAQ, poi la SIRIA, il LIBANO, la LIBIA, la SOMALIA, il SUDAN e per finire l’IRAN». Gli chiesi: «è confidenziale?» e lui «si, signore».
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=fW8mLDtq9Ls&feature=player_embedded"]http://www.youtube.com/watch?v=fW8mLDtq9Ls&feature=player_embedded[/ame]
L’esito finale di questa deriva sarà probabilmente un conflitto con l’Iran e con gran parte del mondo islamico. Uno scenario plausibile di uno scontro militare con l’Iran presuppone il fallimento [del governo] iracheno nell’adempiere ai requisiti [stabiliti dall’amministrazione statunitense], con il seguito di accuse all’Iran di essere responsabile del fallimento, e poi, una qualche provocazione in Iraq o un atto terroristico negli Stati Uniti che sarà attribuito all’Iran, [il tutto] culminante in un’azione militare “difensiva” degli Stati Uniti contro l’Iran.
Zbigniew Brzezinski, uno dei massimi esperti di politica internazionale, dichiarazione davanti ad una commissione del senato americano (1 febbraio 2007)
http://foreign.senate.gov/imo/media/doc/BrzezinskiTestimony070201.pdf.
Molte grandi opere pertanto della città vostra (Atene) si ammirano, ma a tutte una ne va di sopra per grandezza e per valore; perocché dice lo scritto di una immensa potenza cui la vostra città pose termine, la quale violentemente aveva invaso insieme l’Europa tutta e l’Asia, venendo fuori dal mare Atlantico.
Platone, “Timeo”.
La NATO sta gradualmente accerchiando la Russia e la Cina, scacciandoli dall’Africa, dal Medio Oriente e dalle massicce riserve petrolifere e giacimenti minerari del Sud-Est asiatico. La Russia vuole da sempre lo sbocco nel Mediterraneo e ha bisogno di una base navale di appoggio che permetta alla sua flotta di non dover attraversare ogni volta i Dardanelli. Nel 2008 Gheddafi promise ai Russi di concedere l’usufrutto di Bengasi:
http://www.france24.com/en/20081031-gaddafi-offers-host-russian-naval-base-libya
Ora Bengasi è un porto NATO.
Dopo l’attacco aereo israeliano ad un impianto siriano nel 2007 e lo scellerato attacco georgiano alla Russia, appoggiato da Israele e dagli USA, è arrivato l’accordo russo-siriano (navale e militare) per l’espansione del porto siriano di Tartus, dove in teoria ci sarà una presenza navale russa permanente:
http://www.guardian.co.uk/world/2008/oct/08/syria.russia
http://news.xinhuanet.com/english/2010-01/14/content_12805592.htm
Ora la Siria sta per essere spinta oltre il baratro:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/la-partita-scacchi-globale-che-si-gioca.html
La prossima tappa è l’Iran. Tutte le basi militari americane utili per l’attacco all’Iran sono anche utili per attaccare la Russia. Ci sono distaccamenti militari americani in Iraq, Afghanistan, Turchia, Pakistan, Kuwait, Azerbaijan, Armenia, Turkmenistan, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kyrgyzstan. La Georgia è un alleato di ferro degli Stati Uniti e di Israele ed ha già aggredito scelleratamente la Russia, per essere facilmente invasa e ridotta a più miti consigli. Romania e Polonia hanno accettato di installare postazioni anti-missilistiche che dovrebbero, ufficialmente, intercettare missili intercontinentali iraniani che non potrebbero mai raggiungere la Polonia (hanno una gittata massima di 2000km e raggiungono a malapena Odessa e Creta). I Russi, che non sono stupidi, hanno avvertito che piazzeranno missili a Kaliningrad:
http://www.wallstreetitalia.com/article/1266037/scudo-usa-russia-minaccia-metteremo-missili-a-kaliningrad.aspx
Qui una magnifica rassegna degli eventi passati:
http://eastjournal.net/2011/08/20/dossier-tutti-i-missili-delleuropa-orientale/
Stiamo avvicinandoci a grandi passi ad una crisi come quella di Cuba, solo che questa volta pare ci sia veramente l’intenzione di arrivare allo scontro finale, alla resa dei conti con Russia e Cina (una lotta tra Mali, non tra Male e Bene). Pur escludendo che la terza guerra mondiale possa subire un’escalation nucleare – neppure degli psicopatici sarebbero così malati da autodistruggersi – queste strategie, anche nelle versioni più “soft”:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/lo-stratega-che-piace-tanto-david-h.html
…mettono a repentaglio il futuro dell’umanità. Il 99,9 periodico per cento della popolazione mondiale non sa cosa sta per succedere e, se lo sapesse, si opporrebbe strenuamente all’uso del falso movente umanitario per scatenare l’inferno in terra, quando il vero motivo è l’accentramento del potere (per i leader megalomani), il riempimento della mangiatoia (per i grufolanti finanzieri/industriali) e la pretesa che un certo tenore di vita non è negoziabile (per i belanti cittadini-ovini, rincitrulliti dalla propaganda spacciata per libera informazione). Un paragone istruttivo è Oceania, in “1984” di George Orwell.
Se analizzate i cattivi di Hollywood vi accorgerete che sono, di norma, Francesi, Russi, Cinesi e musulmani. Solo l’ascesa di Sarkozy, il presidente francese più filo-americano e sionista della storia, ha mitigato l’offensiva manipolativa del cinema americano ai danni dei cugini transalpini. Finché al potere c’erano Chirac e de Villepin (momentaneamente fatto fuori con una persecuzione giudiziaria dalla quale è recentemente uscito completamente pulito), i Francesi erano criminali, incoscienti, arroganti e ostili.
Qui un’analisi del fenomeno che parzialmente condivido:
http://www.cartesio-episteme.net/ep8/ep8-hollyw.htm
Chirac e de Villepin hanno probabilmente evitato al mondo una catastrofe, durante le presidenze Bush-Cheney, e si meriterebbero il Nobel per la Pace:
http://blog.panorama.it/ultimora/2011/07/02/de-villepin-vuole-nobel-pace-per-chirac/
Con la Cina si sta impiegando la stessa strategia che ha avuto successo con il Giappone. La si taglia fuori dalle sue fonti di approvvigionamento, la si demonizza, la si umilia, in modo da metterla con le spalle al muro, contando su una sua reazione emotiva e suicida, come fu il caso del Giappone nel 1941.
Il messaggio inviato alla Cina nel corso dell’inaugurazione di una nuova base americana a Darwin, “fuori dal raggio dei missili balistici cinesi”, è piuttosto esplicito:
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=27709
Mentre negli anni Trenta e Quaranta Roosevelt era quasi certamente un “buono” e quella della guerra fu una decisione giusta, questa volta non sono le dittature a minacciare la pace nel mondo, ma le “democrazie”, che sono state prese in ostaggio da oligarchi che manovrano i loro burattini al governo e nei parlamenti – non crederete mica che Obama sia l’uomo più potente del mondo, vero? La Goldman Sachs è stata il secondo maggior finanziatore della sua campagna elettorale e se l’ha fatto è stato per ottenere qualcosa in cambio:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/premiata-ditta-goldman-sachs.html
Bloccare la guerra civile in Siria e l’attacco preventivo all’Iran significa impedire che si arrivi all’ultima mossa, la guerra totale globale:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/attacco-preventivo-alliran-armageddon.html
Per farcela non bastano le manifestazioni: ci sono state al tempo della guerra in Iraq e la guerra è stata fatta lo stesso. Serve il blocco totale, nonviolento, delle attività di tutte le maggiori nazioni coinvolte e, nella peggiore delle ipotesi, se la guerra dovesse scoppiare ugualmente, servirà una Rivoluzione Globale che però non sfoci nel Terrore Rivoluzionario: occorre che sia radicale ma anche di rapida soluzione, altrimenti ci troveremo in un mondo molto peggiore di prima.
Fonte: Stefano Fait


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Kronos

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Se un lancio balisico dalla Russia impiega 25 minuti per arrivare negli USA, un lancio da Cuba ne impiega meno di 10. Un lancio al largo delle coste USA siamo a meno di 5 minuti. Sono tempi rapidissimi. E non a caso questo è l'incubo di tutti gli analisti militari. Un singolo sommergibile armato missili MIRV (multitestata) atomiche che lancia i suoi missili al largo delle coste USA. Tempo di reazione e attivazione delle difese pari a zero !!!

Mosca negozia basi navali estere - Esteri / Attualità - Tuttosport


Mosca negozia basi navali estere

A Cuba e in Vietnam. Ora ne ha solo una in Siria
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(ANSA) - MOSCA, 27 LUG - Mosca negozia la creazione di basi per la sua Marina a Cuba, in Vietnam e nelle Seychelles: lo ha detto il comandante delle forze navali russe, il vice ammiraglio Viktor Cirkov, all'agenzia Ria Novosti. In epoca sovietica, la Marina possedeva una base in Vietnam (a Kamran), e una in Siria, quella di Tartus, che ora e' l'unica al di fuori della Russia. Proprio oggi Putin ricevera' il presidente vietnamita Truong Tan Sang; nelle scorse settimane ha incontrato il presidente cubano Raul Castro.
 

Kronos

Forumer storico
cominciano con la no-fly zone
poi finiscono il lavoro come in Iraq usando il fosforo bianco ed uccidendo i neonati

Chiaramente non è il caso di parteggiare per l'uno o l'altro degli schierimenti. Comunque ogni vincitore, come ha dimostrato la storia, sarebbe peggio di quello che c'era prima.
Domanda.
Se la Russia e la Cina bloccano il consiglio di sicurezza, gli USA s'azzarderebbero ad intervenire senza il lasciapassare della legalità?
No perchè, non so proprio superiori e sanno benissimo che, a parte una formazione mentale guerrafondaia, andrebbero verso quello che sembrerebbe "un suicidio", a detta anche della loro conoscenza in materia.
La prova che noi siamo una colonia e l’Arabia Saudita no (gli F35)

11 luglio 2012 a 11:38 (Nuovo Ordine Mondiale, verità scomode)
Tags: 1976, aeronautica saudita, Arabia Saudita, aviazione italiana, aviazione militare, Boeing, caccia cinesi, caccia russi, corruzione, costi di manutenzione, Eagle, esercito, F-15SA, F-16, F-22, F-35, F35, fallimento, Frank Kendall, Giovanni Leone, invisibilità, J-20, John McCain, l'Italia è una colonia, Lightining II, Lockheed, manutenzione, neocolonialismo, Northrop Grumman, Pentagono, Raptor, Richard Koch, Robert Gates, Royal Saudi Air Force, spending review, spese militari, stealth, Su-35, T-50, tangenti, USAF


C’è chi può scegliere cosa comprare e chi no.
“Restano praticamente inalterate le spese previste per gli acquisti militari (compreso il capitolo da 12 miliardi per i contestati F35) mentre sul taglio del personale va in scena una sorta di deroga alla regola generale del 10% che è stata imposta agli altri comparti dello Stato ma che di fatto risparmia i militari: per loro il taglio sarà della metà, forse meno”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/10/spending-review-alla-difesa-tagli-solo-alle-missioni-allestero-restano-f35/289679/
“Il recente contratto “monstre” da circa 30 miliardi di dollari firmato dall’aeronautica saudita per 84 F-15SA, induce ad interessanti riflessioni. In questi tempi in cui, nel bene e nel male, l’F-35 è sotto i riflettori, un contratto così importante per valore economico e strategico assegnato ad un caccia in servizio dal 1974, merita un approfondimento a tutto campo sul settore dei cacciabombardieri supersonici.
Da decenni, i vari aeroplani da combattimento si collocano per convenzione in diverse generazioni. Attualmente siamo giunti alla quinta, cui appartengono gli americani F-22 e F-35, e, in teoria, il russo T-50 ed il cinese J-20, ovviamente con diverse peculiarità, ma con la matrice comune della bassa immagine radar, l’arcinota “stealthness”. Per molti analisti ed addetti ai lavori, pare che tutte le altre caratteristiche siano totalmente insignificanti o nettamente secondarie, ma evidentemente qualche generale e consulente della Royal Saudi Air Force e di molte altre forze aeree non la pensa così.
Gli 84 F-15SA ordinati dalla monarchia feudale più ricca e potente del mondo, sono tra i caccia più efficaci e sperimentati del pianeta. Dotati di una suite avionica e sensoristica di primordine, potranno in futuro incorporare anche alcune caratteristiche della recente versione semi-stealth F-15SE “Silent Eagle”, con cui Boeing spera di contrastare il Lightining II (l’F35, NdR).
Per meglio comprendere le differenze e le peculiarità di due caccia così diversi, giova rammentare la genesi dei due progetti. L’Eagle nacque a fine anni ’60 dal requisito F-X, con cui l’USAF richiedeva un air superiority fighter ad altissime prestazioni, in grado di spazzare dal cielo ogni rivale presente e futuro, mentre il requisito del JSF (Joint Strike Fighter – caccia bombardiere interforze) risale ai primi anni ’90 ed identificava un caccia relativamente leggero, con vocazione primaria d’attacco al suolo e caratteristiche stealth.
Estremizzando, l’F-15 è il campione delle missioni aria-aria, mentre l’F-35 assomiglia molto ad un F-117 più evoluto e supersonico, con vocazione primaria aria-superficie e solo secondariamente aria-aria.
Il vero successore dell’Eagle (F-15) avrebbe dovuto essere l’F-22 Raptor, definito con toni roboanti “air dominance fighter”, ma in realtà per gravi problemi tecnici e finanziari, il super caccia Lockheed ha già terminato la sua produzione, mentre quella dell’Eagle proseguirà per almeno altri 10 anni.
Nelle intenzioni dell’USAF, l’F-22 e l’F-35 avrebbero dovuto ricreare l’azzeccato “hi-low mix” F-15/F-16, ma con l’improvviso arresto della produzione a neanche 200 esemplari del costosissimo Raptor, l’F-35 ha dovuto improvvisamente assumere il ruolo di caccia di punta dell’industria statunitense.
Senza addentrarsi nei meandri della radaristica più spinta, secondo i cui esponenti nessun F-35 riuscirebbe ad eludere i radar 3D o di scoperta ed attacco dell’ultima generazione (e forse anche alcuni della penultima), non fosse altro perché nei 20 anni di sviluppo dell’F-35 sono state realizzate decine di radar con caratteristiche mirate proprio a scoprire i bersagli stealth, la grande valenza della bassa osservabilità radar appare se non un mito, quanto meno una caratteristica troppo enfatizzata.
Forse troppi dimenticano che un aeroplano deve soprattutto volare bene e volare sempre, intendendo in ogni condizione meteo e per tutta la sua vita operativa, come ben sa una forza aerea come quella israeliana che ha fatto della combat readiness il suo credo operativo ed il cardine del suo successo. Inoltre, appena un caccia incomincia a manovrare, la sua immagine radar, per quanto piccola, si altera bruscamente ed altrettanto accade montando gli inevitabili piloni esterni, pena un armamento ed una persistenza di combattimento risibili.
Fin qui si potrebbe obiettare che al di là della stealthness comunque l’F-35 ha in sé una valenza estremamente innovativa, rappresentata dagli inediti sensori, in particolare il nuovo radar AESA Northrop Grumman AN/APG-81, il FLIR/EO di nuova generazione e la suite di autoprotezione, ma questo non basta.
Al di là degli slogan commerciali, un aereo da combattimento, indipendentemente dalla sua generazione, deve appunto combattere con efficienza ed efficacia. Questo spiega l’affermazione dell’F-15 in una gara così importante, in cui il cliente saudita ha privilegiato l’affidabilità e la combat readiness di un aeroplano supercollaudato, qualità inequivocabilmente dimostrate dall’Eagle in circa 40 anni di operazioni, sia in missioni di caccia ed intercettazione, sia di strike ed attacco.
Per giunta, quando il gioco si fa duro ed è necessario utilizzare armi quali le bombe “bunker buster” GBU-28 da oltre 2.200 kg, l’Eagle rimane l’unica opzione possibile.
Da notare che gli F-15SA (al cui standard saranno poi trasformati anche i 72 F-15S già in servizio, nell’ambito del medesimo contratto), adottano molti componenti equivalenti a quelli montati dal Lightning II, tra cui il radar AESA Raytheon AN/APG-63(V)3 (già sperimentato su alcuni F-15C USAF dispiegati in Alaska e sugli F-15SG di Singapore) e la suite di autoprotezione BAE Systems (North America, la ex Loral) DEWS, praticamente identica a quella dell’F-35.
Finora il rivoluzionario Lightning II ha dimostrato soprattutto uno sviluppo quanto mai problematico ed un innalzamento dei costi che ha dell’incredibile, mentre l’Eagle nelle varie versioni si è distinto in combattimento per una notevole efficacia ed un’altrettanto evidente versatilità. Probabilmente molte altre aeronautiche militari dimostreranno il pragmatismo e la sagacia della forza aerea saudita“.
http://www.cesi-italia.org/dettaglio.php?id_news=833
N.B. RINGRAZIO LEONARDO GIOVANNELLI PER IL SUO FONDAMENTALE CONTRIBUTO.
Al progetto di sviluppo hanno collaborato anche gli Australiani ed ecco cosa hanno concluso a febbraio 2012 (commissione parlamentare):
“There has been a lot of effort in pulling together this great collaborative goodwill and industry network. The only trouble is that we are building the wrong aircraft“.
La simulazione australiana conferma il terribile scenario della RAND Corporation di qualche anno fa. Contro gli aerei cinesi, solo 30 F35 tornerebbero alla base, su 240 inviati.Ecco un significativo scambio di battute in commissione:
Mr O’DOWD: Do I get this right: Russia and China have already got a better aircraft than the F35? (Russi e Cinesi hanno già aerei migliori dei nostri?)
Mr Goon : Yes. (sì)
Mr O’DOWD: We have got 14 F35s on order, have we? (abbiamo ordinato 14 F35?)
Mr Goon : Two. (2)
Mr O’DOWD: Two, 12 or 14, whatever it is. Where do we go from here? I hear what you are saying, but do we stop, progress or change our path? (che si fa? andiamo avanti o torniamo indietro?)
Mr Goon : I see there are great opportunities for Australia—I honestly do. I see sitting down with our American colleagues and together saying, ‘Hey, we have got a problem!” (c’è una grande opportunità: sederci al tavolo con i colleghi americani ed ammettere che abbiamo un problema)



*****

“Il progetto JFS si è però rivelato ben presto fallimentare. I ritardi ed i costi del programma si sono rivelati più alti del previsto e continuano ad aumentare giorno dopo giorno.
Sembra di essere di fronte ai nostri lavori pubblici: il costo medio ad aereo è aumentato dell’81%, passando da 62 milioni di dollari a 112,4 calcolando ricerca, sviluppo e produzione.
Ancor peggio per i costi di produzione del singolo aereo, aumentati dell’85% passando da 50 a 92,3 milioni. E la fase iniziale, quella finanziata con il miliardo dell’Italia, è passata dai 20 miliardi previsti ai 40 miliardi effettivi.
L’aumento è stato tale da sforare la legge Nunn McCurdy, che impone una riapprovazione politica dei programmi militari nel caso il loro costo superi del 25% quello previsto all’origine (ma gli USA sono ormai in ballo e la riapprovazione è data per certa).
Gli USA dovrebbero comprare ben 2.443 esemplari di F35, per un esborso che, al momento, si stima di 323 miliardi di dollari, ma come detto è un costo che continua ad aumentare.
L’Italia invece aveva dichiarato nel 2007 di volerne comprare 131, per una spesa stimata all’epoca in 7 miliardi di euro, ma che oggi, con i prezzi che sono lievitati, ha raggiunto la cifra di 15 miliardi di euro. Ma anche questa folle cifra sembra destinata ad aumentare.
Fallimento per fallimento: un aereo che fa “venire i sudori freddi”
Sede della Rand Corporation
L’F35 sembra essere un fallimento su tutto il fronte. La RAND Corporation, società di analisi strategiche che collabora col Dipartimento della Difesa USA, ha apertamente criticato l’F-35, che, secondo le proprie simulazioni non sarebbe in grado di competere con il cacciabombardiere russo Su-35 in un combattimento aereo, non essendo veloce nel virare, salire di quota e accelerare.
Vien da chiedersi “ma cosa sa fare allora?”.
Critiche simili da Pierre Sprey, il progettista dell’F-16, per il quale l’F35 è pesante e poco reattivo.
Ancora più pesante ci è andato il maggiore Richard Koch dell’United States Air Force (USAF), a capo dell’ufficio di superiorità aerea del “USAF Air Combat Command”, che
Tutti i problemi che il progetto ha vissuto, hanno fatto subire al velivolo anche critiche sulla sua autonomia di volo.
ha dichiarato di “svegliarsi la notte con i sudori freddi al pensiero che l’F-35 avrà solo due armi per la superiorità aerea”.
Altre critiche sono state sulla scarsa autonomia di volo, e soprattutto sui costi del progetto.
Quella che doveva essere una idea geniale, ovvero creare un unico aereo per 3 ruoli operativi, si è rivelata una vera catastrofe economica, tanto che la stessa Marina americana ha stimato che i costi di manutenzione degli F35 saranno del 30-40% superiori a quelli dei caccia attualmente in uso.
L’Italia viene colpita da questo ultimo dato: la manutenzione degli F35 che intende comprare sarà infatti più costosa, e nulla ci garantisce che tali costi non siano ancora superiori.
Evidentemente anche gli USA hanno le loro Salerno-Reggio Calabria, ma noi di un altro progetto fallimentare non ne sentivamo il bisogno.
L’intero programma rischia di essere “terminato”
Oltre ad un aumento enorme dei costi, gli F35 si stanno dimostrando pieni di problemi, tanto che il loro vero debutto è ormai slittato al 2018, ovvero con 7 anni di ritardo rispetto al previsto.
In un importante report redatto da Frank Kendall, del Pentagono, sono usciti fuori ben 13 gravi problemi, uno dei quali addirittura è connesso alla “invisibilità” dell’aereo ai radar, che invece pare non sia così invisibile come promesso dalla azienda costruttrice Lockheed Martin.
Ed ogni giorno si scoprono nuovi problemi, ed è necessario cambiare qualcosa: il totale dei cambiamenti richiesti sinora sull’aereo ha raggiunto una cifra vertiginosa: 725.
Ed ogni cambiamento richiede altri soldi. Un pozzo senza fondo, tanto che il Pentagono stesso, sta riducendo il numero degli aerei che sta acquistando.
A Gennaio, dunque poche settimane fa, il segretario della difesa Usa Robert Gates ha sentenziato: se Lockheed non risolverà i problemi sulla versione a decollo verticale entro due anni, cancelleremo l’acquisto.
E i membri del Congresso USA cominciano a non poterne davvero più, tanto che un Repubblicano come John McCain (contese ad Obama la presidenza 4 anni fa), ha dichiarato che se le cose non miglioreranno alla svelta, tutte le opzioni dovranno essere messe sul tavolo.
E tutte le opzioni significa cancellare il programma, perdere quello che si è speso, ma almeno non continuare a buttare i soldi in un progetto fallimentare.
http://www.investireoggi.it/finanza/f35-un-progetto-fallimentare-e-pieno-di-problemi/
Commento di un lettore: “l’attenersi a un contratto è cosa buona, l’associazione allo sviluppo di qualcosa di non buono con impegno all’acquisto invece puzza di commessa mafiosa o chiamatela come volete, pur di spillare quattrini ai rispettivi governi. Diciamo che le “recensioni” sull’F-35 non sembrano ottimali, anzi, e a giudicare dal profilo che se ne può tracciare sembra quasi un affare sporco per spillare soldi pubblici”.
INFATTI: Nel 1976 l’azienda Lockheed (oggi Lockheed Martin) ammette di aver pagato tangenti a politici e militari stranieri per vendere a stati esteri i propri aerei. In Olanda è coinvolta la stessa monarchia, mentre in Germania, Giappone, e Italia i corrotti dalla Lockheed sono le strutture preposte alle valutazioni tecnico-militari dei Ministeri della Difesa, i Ministri della Difesa, e in Italia e Giappone anche i Primi Ministri. In Italia nel 1978 il Presidente della Repubblica viene travolto dallo scandalo Lockheed e si dimette.
http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Lockheed



Allego l'oggetto delle loro preoccupazioni.:D
 
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