SIAMO SPIACENTI, LA VITA DA LEI SOGNATA NON E' AL MOMENTO RAGGIUNGIBILE (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Nel corso della conferenza stampa tenutasi al Nazareno, indetta dal Partito Democratico per illustrare il suo piano per l’Italia,
Nicola Zingaretti
ha voluto rassicurare i giornalisti circa la possibilità di una imminente crisi di governo.
Egli ha comunque tenuto a sottolineare che “se finisce l’esecutivo Conte-Bis, finisce anche la legislatura”.

Ma è sul piano dei contenuti concreti, in verità ben pochi visto il perenne stallo che caratterizza l’attuale maggioranza sin dall’inizio della sua strampalata avventura,
che il nostro ha dimostrato di poter competere, con ottime possibilità di vittoria, nel campionato mondiale della balle spaziali.

D’altro canto, ci tengo a precisare, oramai l’intera politica italiana, tranne sporadici casi con ben poco seguito,
appare connotata da un uso smodato della propaganda, in cui non sembra esserci più alcuno spazio per un confronto ragionevole basato sui fatti e sui soliti numerini dalla testa dura.

In estrema sintesi il segretario dem, tentando di rimarcare una, a suo avviso, abissale differenza tra il precedente Governo giallo-verde e l’attuale, ha detto che

in agosto le famiglie italiane rischiavano la propria stessa sopravvivenza, a causa di una devastante crisi economica e fiscale
– sottintendendo la questione delle famigerate clausole di salvaguardia.

Crisi che invece sarebbe stata scongiurata dai geni della lampada sostenuti da Zingaretti, con l’aggiunta di essere riusciti
a far trovare 100 euro in più in busta paga a 16 milioni di lavoratori, a partire dal prossimo primo luglio.

Dunque, secondo questo illustre esperto nel campo dell’illusionismo, il Paese reale sarebbe passato in breve tempo dalle stalle di una imminente povertà
alle stelle di uno sviluppo tumultuoso, tale da renderci tutti più prosperi.

Tuttavia, a beneficio dei gonzi che sono disposti a bersi questa pozione di uno degli eredi di un partito che veniva da molto lontano
e molto lontano prometteva di andare, fino alle steppe russe, occorre precisare un paio di cosette.

In primis la citata, presunta crisi delle famiglie italiane è stata affrontata da Zingaretti e soci nel più classico dei modi:
nascondendo la cenere sotto il tappeto.
Infatti, gran parte delle risorse impiegate per non far scattare il paventato aumento dell’Iva si sono trovate facendo ricorso del deficit, alias nuovi debiti.


In secondo luogo, gli altrettanto presunti 100 euro che appesantiranno le buste paga di 16 milioni di lavoratori, non esistono per la maggior parte di questa grande platea di salariati.

In soldoni, si stima che meno di un milione di persone percepiranno per intero quanto sbandierato da Zingaretti.

Per la maggioranza degli altri, già raggiunti dal famoso bonus degli 80 euro, si tratterà di modestissime integrazioni.
Del resto, con meno di 3 miliardi di euro stanziati per il 2020 la coperta finanziaria risulta dannatamente corta,
tanto da non riuscire proprio a nascondere le balle spaziali dell’attuale presidente della Regione Lazio.

E come al solito, come sempre accaduto, la dura realtà si incaricherà molto presto di smentire la propaganda all’ingrosso di quest’altro genio della politica.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Mentre l’Italia va in recessione e la Germania in stagnazione, un paese europeo cresce, ed anche in modo sensibile.

Peccato che non abbia l’Euro e se ne infischi delle politiche comunitarie.

L’Ungheria registra un aumento del PIL nell’ultimo trimestre 2019, come si può facilmente vedere da questa immagine :



La crescita nell’ultimo quadrimestre è stata del 1%, mentre su base annua la crescita si è stabilizzata attorno al 4,5%, in lieve calo dal 5% del trimestre precedente.

Possiamo immaginare l’invidia di Germania e Italia, chiusi nella gabbia dell’Euro che non crescere.

Vediamo che il PIL prodotto dalla Manifattura sia in crescita, esattamene l’opposto di quanto accade in Italia e Germania….



Altro che calo del settore industriale, in Ungheria la manifattura tira. Alla fine è semplice :basta non avere l’Euro….

Anche l’Inflazione tira, esempio di un’economia che cresce veramente e con una dinamica salariale positiva:
cresce la manifattura, cresce la domanda di lavoro, crescono stipendi e salari.

E , come vediamo, questo succede sia per chi ha scarse qualità lavorative, i cosiddetti “Low Skilled”



Sia per quelli che hanno invece delle qualità lavorative apprezzate dal mercato del lavoro.



A completare il discorso il ritorno della Seconda Legge di Kaldor, o Verdoorn:

la crescita della produttività del settore manifatturiero è strettamente correlata alla crescita della produttività della manifattura.

Infatti cresce la produttività alla crescita della produzione



Questo però non diciamo a Cottarelli o alla De Romanis, quelli per cui il “Problema dell’Italia è la produttività”.

Non facciamoli studiare: studiare è fatica…..
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il maggiore Clifford Hugh Douglas fu un ingegnere britannico, pioniere del movimento di riforma economica distributista basato sul credito sociale.

E’ un personaggio citato da John Maynard Keynes nel libro La teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta.



Tratto da Wikipedia:
Mentre stava riorganizzando il lavoro del Royal Aircraft Institut, durante la prima guerra mondiale,
Douglas notò che il costo totale settimanale di merci prodotte era maggiore delle somme versate ai lavoratori sommando salari, stipendi e dividendi.
Questo sembrava in accordo alla teoria marxiana del valore, che definisce tale differenza come plusvalenza.

Pensando di scollegare l’apparente tra il modo in cui scorreva il denaro e gli obiettivi sociali (“la consegna delle merci e dei servizi”, a suo avviso),
Douglas ideò il modo cui applicare metodi di ingegneria per il sistema economico, prendendo spunto anche dal Racconto della finestra rotta.

Douglas raccolse dati da più di un centinaio di grandi imprese britanniche, e rilevò che in ogni caso, esclusi quelli della voce “fallimento“,
le somme versate a titolo di stipendi, salari e dividendi erano sempre state inferiori ai costi totali dei beni e servizi prodotti ogni settimana:
ciò significava che i lavoratori non erano stati pagati abbastanza per poter acquistare ciò che avevano prodotto.

Ha pubblicato le sue osservazioni e conclusioni in un articolo in inglese dove ha suggerito:
“che stiamo vivendo nell’ambito di un sistema di contabilità che rende la consegna delle merci e servizi in sé una impossibilità tecnica”.

Il motivo, Douglas concluse, è che il sistema economico è stato organizzato al fine di massimizzare i profitti per coloro che hanno il potere economico di creare inutili scarsità.
Tra il 1916 e il 1920, ha sviluppato le sue idee economiche, con la pubblicazione di due libri nel 1920: Democrazia economica e Il credito e la democrazia.

Liberare i lavoratori da questo sistema di potere d’acquisto che, in linea con la produzione, è diventata la base delle idee di riforma che divenne nota come “credito sociale”.

Ci sono stati due elementi principali del programma di riforma di Douglas: un dividendo nazionale di ridistribuire la ricchezza per le classi più basse,
e un meccanismo di adeguamento dei prezzi al fine di garantire che i lavoratori potrebbero acquistare ciò che potrebbero produrre.

Libertà individuale, la libertà economica primaria, è stato l’obiettivo centrale della riforma di Douglas.

Douglas pronunciò questo importante discorso a Belfast, Irlanda del Nord, Regno Unito, il 24 novembre 1936, nel pieno della crisi economica degli anni 1930.
Il discorso fu pubblicato sul giornale Social Credit del 4 dicembre 1936.

Il fatto centrale della crisi mondiale che stiamo attraversando può essere condensato in un paragrafo.
Ciò che gli abitanti del mondo vogliono e sono determinati ad ottenere è una quantità sufficiente di beni e servizi;
non c’è una mancanza di beni e servizi, né attuale né potenziale, ma questi beni e servizi non possono essere ottenuti, se non tramite lo strumento del denaro, di cui vi è mancanza.
Questa mancanza di denaro non è in alcun modo naturale, nel senso di essere qualcosa di inevitabile [come la grandine o un terremoto, NDT],
ma è qualcosa di totalmente artificiale ed è il risultato di deliberate scelte politiche sul funzionamento del sistema monetario.


Il potere essenziale che le banche hanno acquisito è il potere di monetizzazione e di demonetizzazione della ricchezza reale.
Vale a dire: il potere di creare ordinativi accettabili e accettati o domande verso il sistema produttivo e di distruggerli al momento del ritiro del denaro;
e l’essenza della loro frode sulla civiltà non sta nella magnifica tecnica del sistema che impiegano,
o anche nei ricarichi che applicano per l’uso di questi soldi che essi creano, anche se questi ricarichi, ovvero i loro tassi di interesse, possono in ogni caso essere considerati esorbitanti.

L’essenza della frode è pretendere che il denaro che creano sia il loro denaro e la frode non differisce in nulla riguardo alla qualità, ma solo nella grande quantità rispetto alla frode della contraffazione.

Su istigazione del sistema bancario, vengono barbaramente comminate severe condanne al falsario che emette una banconota da dieci scellini,
mentre viene nobilitato colui che emette denaro contraffatto tramite i metodi bancari per somme dell’ordine di centinaia di milioni.

Potrei rendere questo punto chiaro al di là di ogni dubbio? Il cuore del problema è la pretesa della proprietà del denaro.
Ogni persona od ogni organizzazione che può praticamente creare somme di denaro a volontà equivalenti ai valori in prezzo di tutti i beni prodotti dalla comunità
è il virtuale proprietario di questi beni e, quindi, la pretesa del sistema bancario di avere la proprietà della moneta che crea è una pretesa di proprietà del paese.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Questo paese è davvero ridicolo. Del resto un motivo doveva esserci ariprova del quale, nella storia, abbiamo sempre suscitato le risa degli altri.

La vicenda della Nave Gregoretti ormeggiata al sicuro per tre giorni nel porto di Augusta nel mese di luglio 2019 può essere così schematizzata:

da un lato vi sono 116 persone dal passato ignoto che pretendono di entrare in Italia senza documenti e senza visto per essere serviti à la carte;

dall’altra vi è un Ministro dell’Interno che pretende di tutelare la sicurezza nazionale, la sovranità del suo Paese, l’inviolabilità dei confini,
le leggi della Repubblica a cui è soggetto avendo prestato giuramento di fedeltà e che per queste ragioni rischia una condanna fino a 15 anni di reclusione
per l’accusa di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere;

da un altro lato ancora vi è la Magistratura che, sono in molti a ritenere, intende giudicare scelte politiche discrezionali;

vi sono, infine, il PD e il M5S che, votando a favore dell’autorizzazione a procedere contro Salvini, hanno definitivamente decretato la propria subalternità alla Magistratura,
ordine dello Stato privo di diretto collegamento con la volontà popolare.

Ma sussiste davvero il delitto di sequestro di persona?

Dal punto di vista tecnico, nel caso di specie, è sufficiente valutare l’elemento soggettivo per escludere la sussistenza del dolo e, quindi,
la configurabilità del delitto in questione nel caso in cui la privazione della libertà di movimento costituisca il risultato di un comportamento
contrassegnato dalla finalità di realizzare l’esercizio di un potere del quale il soggetto attivo (Salvini) sia legittimamente investito.

E il Ministro dell’Interno ha il dovere di far rispettare le norme del Testo Unico sull’immigrazione (D.lgs. n. 286/1998) a mente delle quali:

l’ingresso in Italia è consentito allo straniero in possesso di passaporto, visto di ingresso, documentazione atta a confermare lo scopo del soggiorno
e che abbia la disponibilità di mezzi di sussistenza (art. 4);
è disposto il respingimento degli stranieri privi dei requisiti richiesti (art. 10);
è previsto il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato (art. 10 bis) anche nel caso dei “salvataggi in mare”.


E’ bene rimarcare che l’art. 4 del T.U. dispone che non è ammesso in Italia lo straniero che sia considerato una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato.

L’utilizzo, da parte del legislatore, della locuzione “sia considerato una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza
postula l’esercizio di una consistente discrezionalità normativamente orientata nella valutazione della minaccia (che può essere anche potenziale)
da parte del Ministro dell’Interno su cui incombe il dovere di tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale e che, pertanto,
legittimamente può impedire l’ingresso in Italia di soggetti del cui passato e della cui condotta attuale nulla si sa.

Le norme del D.lgs. n. 286/1998 sono pienamente conformi alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo
come si evince dalla sentenza n. 57433 del 14.02.2019 con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha affermato a chiare lettere che :

“la Convenzione non sancisce alcun diritto per uno straniero di entrare o risiedere sul territorio di uno Stato

sicchè i governi hanno non solo il potere ma soprattutto il dovere di impedire l’immigrazione irregolare con i mezzi ritenuti più efficaci
sulla base di una insindacabile valutazione politica stante la legittimazione popolare ottenuta con l’esercizio del voto
da parte dei cittadini titolari della sovranità nazionale a mente dell’art. 1, comma 2, della Costituzione.

Quando gli elettori hanno votato per il partito di cui Salvini è leader ben conoscevano la linea politica di forte contrasto all’immigrazione irregolare.

La suddetta linea era nota anche all’altro partito della coalizione di governo, a tutti i ministri del Gabinetto Conte e allo stesso Presidente del Consiglio
che dovendo promuovere, dirigere, coordinare e sovraintendere all’intera attività di governo era pienamente a conoscenza delle decisioni adottate
dal ministro Salvini sulla vicenda della nave Gregoretti peraltro ampiamente pubblicizzate dai mezzi di informazione.

Per queste ragioni, nel momento in cui le disposizioni diramate dal ministro dell’interno hanno comportato il superamento della soglia minima
giuridicamente apprezzabile ai fini della durata della privazione della libertà necessaria per l’integrazione del delitto di sequestro di persona,
il responsabile della politica generale del Governo ovvero il Presidente del Consiglio, aveva l’obbligo giuridico di intervenire per porre fine al fatto illecito
avendo anche il potere di ordinare lo sbarco immediato dei migranti da una nave militare.
Anche tutti i pubblici ufficiali della catena di comando dal Viminale fino a Catania che ben potevano sottrarsi all’esecuzione di ordini illeciti,
avevano il dovere di impedire il fatto di reato così come gli stessi magistrati della città etnea.

L’art 40, comma 2, del codice penale a mente del quale non impedire un evento che si obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo è senz’altro conosciuto da chi ricopre incarichi di responsabilità.

Il senatore Salvini sarà processato non certo per essersi macchiato di un crimine odioso ma per le sue idee politiche
e per la paura matta che di lui hanno gli avversari politici che cercano di farlo fuori per mezzo di inchieste giudiziarie.


Sul banco degli imputati, a Catania, siederanno anche tutti gli elettori della Lega mentre la difesa di Salvini sarà autorevolmente assunta
dalle parole che la Corte Costituzionale ha utilizzato nella motivazione della sentenza n. 353 del 21.11.1997
in un giudizio in materia di espulsione di extracomunitari e che mi piace riportare testualmente:

“le ragioni della solidarietà umana non possono essere affermate al di fuori di un corretto bilanciamento dei valori in gioco di cui si è fatto carico il legislatore.
Lo Stato non può infatti abdicare al compito, ineludibile, di presidiare le proprie frontiere: le regole stabilite in funzione d’un ordinato flusso migratorio
e di un’adeguata accoglienza vanno dunque rispettate, e non eluse, o anche soltanto derogate di volta in volta con valutazioni di carattere sostanzialmente discrezionale,
essendo poste a difesa della collettività nazionale e, insieme, a tutela di coloro che le hanno osservate e che potrebbero ricevere danno dalla tolleranza di situazioni illegali”.


Da italiano le sono grato di aver difeso gli interessi del mio Paese.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il fatto che Renzi faccia cadere Conte per tornare a votare è da escludere.

Il senatore di Firenze non ha alcun interesse ad aprire una crisi di governo per andare al voto subito,
tra l’altro con un Parlamento quasi dimezzato dal referendum di marzo (la data del referendum è fissata e ora indietro non si può tornare).

Col Rosatellum, e parlamento quasi dimezzato, ItaliaViva non toccherebbe palla.
Per questo Renzi ha bisogno di tempo per recuperare consenso e giocarsela.
Può portare a casa il Germanicum e tentare, dopo il voto, persino di fare da ago della bilancia.

Col proporzionale tutto è possibile.

Renzi però sa anche che, tenendo in piedi questa maggioranza, finirebbe per logorare non il governo, ma se stesso.

Il suo progetto politico non cresce facendo parte di questa maggioranza, perché Renzi e Conte sono politicamente incompatibili.

C’è bisogno di un centro, non di due.
O scompare Conte o scompare Renzi: per questo sta cercando di far cadere Conte sostituendolo con qualcun altro.
A quel punto sarà difficile per il M5S accettare un Presidente del consiglio espressione di Renzi, e magari proveniente dal Pd.
Un governo di questo tipo, la stessa maggioranza senza Conte, ci pare dunque una ipotesi non praticabile.

L’altra soluzione, peraltro già avanzata da qualcuno, sarebbe un’alleanza tra ItaliaViva e tutto il centrodestra, ma sia alla Camera che al Senato non ci sono i numeri.
Mancano trenta voti a Montecitorio e cinque a Palazzo Madama.
Occorrerebbe qualcuno del gruppo misto e una pattuglia di grillini disposti a questa operazione.
Ipotesi che alla Camera è difficile da realizzarsi. E poi converrebbe a Salvini? Rischierebbe, a nostro avviso, di bruciarsi.

Esiste una terza via di cui parlano in pochi, quella del governo istituzionale.

A differenza del governo tecnico, composto da soli ministri estranei ai partiti (vedesi l’esecutivo Monti),
il governo istituzionale è solitamente presieduto da una figura autorevole, coi singoli ministri indicati da gran parte dei gruppi parlamentari, con tutti dentro (o con quelli che ci stanno).

L’esempio più significativo nell’esperienza parlamentare è il Governo Ciampi (aprile 1993 – gennaio 1994),
presieduto dall’ex governatore di Bankitalia e composto da quasi tutti i partiti, compreso l’ex Partito comunista,
da soli due anni divenuto Partito democratico della sinistra.
Un governo che in nove mesi portò il Paese alle urne traghettandolo dalla Prima alla Seconda Repubblica.

Renzi ha bisogno di tempo per costruire il suo progetto politico, ma deve sbarazzarsi al più presto di Conte, suo unico competitor per il “nuovo centro”.
E allora la soluzione più praticabile sarebbe proprio quella del governo istituzionale con chi ci sta.
A quel punto è probabile che il M5s si sfili (dall’opposizione recupererebbe consensi), col Pd pronto a sedersi al tavolo con centrodestra e ItaliaViva.

Un governo di scopo che faccia la legge elettorale e approvi i nuovi regolamenti parlamentari a seguito della riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari.

Un percorso che necessita di diversi mesi, diciamo fino a settembre.
Si potrebbe dunque tornare realisticamente a votare a settembre o al massimo agli inizi dell’anno prossimo
, considerato che da ottobre a dicembre inizia il percorso della legge di bilancio.

Forse è questo l’unico modo che Renzi ha per far fuori Conte.

Tirare a campare
altre 2-3 anni con Conte a Palazzo Chigi significherebbe per il senatore di Rignano sull’Arno perdere consensi al centro a vantaggio di Conte.

Dall’altra parte della barricata la soluzione sarebbe vista di buon occhio sia da Salvini che da Berlusconi
(del resto come farebbe FI a votare la fiducia a Conte su temi come la prescrizione?)
che finirebbero in maggioranza per un po’ di tempo – senza peraltro sporcarsi le mani –
con la garanzia di tornare alle urne in un tempo ragionevole
, mentre Meloni potrebbe essere tentata di restare fuori dal governo
per cercare di recuperare qualche voto in più nel bacino elettorale di centrodestra.

Il problema è vedere se Conte (da sempre sottovalutato) non sia già riuscito a costruirsi trasversalmente una sua maggioranza significativa.
Ci sta lavorando da tempo e più il tempo passa più si rafforza.

E il Colle?
Il Presidente Mattarella ha già fatto sapere per vie traverse che, in caso di crisi di governo, non favorirà la costituzione di altri esecutivi.
Ciò blinda Conte a Palazzo Chigi?

Sarà, ma è anche vero che se dalle consultazioni al Quirinale risultasse un’ampia maggioranza per un governo istituzionale che ci porti alle urne, Mattarella difficilmente potrebbe opporsi.
Anche tenendo conto del fatto che dopo la conferma del referendum il Parlamento risulterebbe delegittimato per via del numero dei parlamentari.

Giochi politici, ma c’è dell’altro.

L’economia è a pezzi e il Paese potrebbe presto finire in recessione, con la produzione industriale in caduta libera.

Davvero Renzi vuole assumersi la responsabilità politica di questo disastro?
Questo governo lo ha fatto lui ed è ancora in tempo per disfarlo.

La soluzione potrebbe essere proprio quella del governo istituzionale
con a capo una figura terza,
meglio se avanti con l’età e senza personali ambizioni politiche, coi singoli ministri espressi dai partiti che ci stanno.

Poi tutti al voto
.
 

Val

Torniamo alla LIRA
In Messico il presidente Andrés Manuel López Obrado, detto AMLO, si è trovato davanti ad un bel problema.
Eletto con la spinta delle istanze di una società stanca della corruzione e delle enormi differenze sociali fra ricchi e poveri,
oltre che per le violenze dei cartelli della droga, aveva ereditato un lussuoso ed enorme jet, un nuovissimo Boeing 787.



La sola esistenza e presenza di questo aereo era una offesa alla povertà ed una palese contraddizione al programma sociale e di semplicità con cui AMLO era stato eletto.
AMLO, come si direbbe in spagnolo, è uno “Que Comple”, che mantiene la parola, e come sindaco di Città del Messico a sui tempo
si era guadagnato il titolo di miglior sindaco del mondo (come la Raggi, nevvero?).

Però vendere l’aereo avrebbe portato ad una grande perdita economica. Che fare?

La prima idea è stata di organizzare una lotteria popolare , a 27 dollari a biglietto, con come premio l’aereo



Il ricavato sarebbe andato ad acquistare materiale ed attrezzature mediche per gli ospedali messicani.
Però che se ne fa una persona normale di un lussuoso jet di linea?

Ecco la seconda idea, che invece è andata in porto: una lotteria, ma riservata solo a ricchi contributori, 75 biglietti in tutto, per i leader economici del Messico.
Questa soluzione ha permesso di raccogliere 80 milioni di dollari che andranno agli ospedali.

Purtroppo l’aereo era costato al precedente presidente 219 milioni, pagati alla Boeing.



Renzi non ha vinto il premio come miglior sindaco del mondo, ma avrebbe potuto pensare ad una soluzione simile:
si chiamavano i 100 italiani, o società italiane, più facoltose e si organizzava una riffa
. Il vincitore avrebbe avuto l’aereo ed il ricavato avrebbe potuto andare , ad esempio, per allestire un nuovo ospedale infantile, o migliorare quelli esistenti.

Non credo che, adeguatamente pubblicizzato, non si sarebbero trovati i benefattori.
Non si sarebbe potuto raccogliere un centinaio di milioni?

Magari, come extra, si poteva aggiungere una gradevole cena con la Boschi e con il Renzaccio….
 

Val

Torniamo alla LIRA
Sulla Diamond Princess, la nave da crociera ormeggiata in Giappone, i casi di Covid-19 sono cresciuti del 30% in un solo giorno.
Un evento che fa capire la fortissima infettività del virus, ma che fa sorgere qualche dubbio sulle modalità specifiche di diffusione.

Il dottor Dr Richard Dawood, esperto in malattie tropicali, sul giornale inglese Metro afferma che la diffusione del virus potrebbe avvenire attraverso l’impianto di condizionamento:
infatti se l’impianto è costituito da singole unità separate per camera o per area non ci sarebbe pericolo, ma se invece l’impianto fosse, anche parzialmente, centralizzato,
con tubazioni che collegano vari locali, allora potrebbe essere uno strumento di contagio.

Questo potrebbe spiegare come mai il virus si sia diffuso così rapidamente sulla nave, che è completamente condizionata per il miglior comfort dei passeggeri.

Lo stesso dubbio è sorto al quotidiano francese Le Figarò ed ha dei precedenti:
il batterio della Legionella si diffonde spesso tramite gli impianti di condizionamento centralizzati non sufficientemente ben igienizzati.
Se questo sospetto fosse verificato come reale allora potrebbero esservi dei grossi problemi in tutti quei palazzi e locali
dove si utilizzano impianti di riscaldamento e condizionamento con unità centralizzate: la presenza di un caso in una stanza può diffondere il virus nell’intero edificio.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il livello di sfida fra ribelli Houthi ed i sauditi si innalza: gli yemeniti hanno utilizzato un missile “Avanzato”
per abbattere un bombardiere Tornado in forza all’aviazione di Riad, sulla regione diAl Jawf, nel nord dello Yemen.



L’aereo stava compiendo un’azione di bombardamento a bassa quota in appoggio alle forze governative saudite
che appoggiano il presidente Mansour Hadi nel suo tentativo di riconquistare un paese ormai in gran parte in mano ai ribelli Houthi, sciiti ed appoggiati dall’Iran.

Di particolare è che l’abbattimento non è stato effettuato attaverso un Manpad, un missile leggero spalleggiabile,
ma con un missile più sofisticato, probabilmente a due stadi, come si può osservare dal video diffuso dai ribelli:

Yemeni Houthis showed videos as their airdefence forces shot down the Saudi "Tornado" fighter-bomber over Al-Jawf province by new SAM.
Saudi Arabia confirmed today, that lost it's jet there on 23.45 14 Feb 2020. pic.twitter.com/qazcPB0ser

— Yuri Lyamin (@imp_navigator) February 15, 2020

Il Tornado èun mezzo ancora in uso anche alla nostra aviazione, anche se è previsto che verrà sostituito dal F35 multiruolo.
Un missile antiaereo di questo tipo è un apparato sofisticato, che richiede manutenzione e supporto, e quindi indica un ulteriore passo avanti nel livello di preparazione egli Houthi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
La Lega è di gran lunga la prima forza politica: si attesta comunque al 29,2 per cento.

Riduce la distanza il Pd che ora vede i leghisti a meno di 10 punti (sempre parecchi):
i dem sono al 20,6 e si riavvicinano dunque al 22,5 di luglio, prima della scissione di Matteo Renzi avvenuta a settembre.

Va male invece al M5s che Demos&Pi dà al 14,4: ha perso oltre tre punti da dicembre, solo due mesi fa, quando era a quota 18,1.
Il dato è ancora più significativo per il fatto che i Fratelli d’Italia è praticamente a ridosso dei Cinquestelle:

il partito di Giorgia Meloni viene stimato da Demos al 13,1, con un aumento di due punti in due mesi e di 7 da luglio.

Fdi doppia in sostanza Forza Italia che resta stabile da mesi intorno al 6-7 per cento.

Continua a non avere particolari svolte il percorso di Italia Viva che in questo caso è in risalita al 3,9, lo stesso gruzzolo di voti di ottobre.

Si tratta infatti di una cifra che va di poco oltre quella di Leu e la Sinistra (al 3,6, in rialzo rispetto a tutte le stime degli ultimi mesi)

e di +Europa (al 2,6, anche in questo caso in ripresa).
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il male che si ripresenta. Ma gli americani saranno così cojoni ? .................

Novità nelle primarie USA: il potenziale candidato democratico Mike Bloomberg, ex sindaco di New York, repubblicano convertito all’anti trumpismo,
farà team con Hillary Clinton per correre alle primarie democratiche e quindi alle presidenziali.

La notizia è stata diffusa da Drudge Report, di solito una fonte molto ben informata su questo tipo di faccende presidenziali USA.

EXCLUSIVE: BLOOMBERG CONSIDERS HILLARY RUNNING MATE

DRUDGE: Bloomberg himself would go as far as to change his official residence from NY to homes he owns in CO or FL,
since electoral college makes it hard for a POTUS and VPOTUS to be from same state. DRUDGE REPORT 2020® pic.twitter.com/NuOy9w6HM8

— MATT DRUDGE (@DRUDGE) February 15, 2020

La scelta di Bloomberg sarebbe stata fatta per aumentare le proprie chance di vittoria,
dopo che il team del potenziale candidato ha scoperto che il team con l’ex segretario alla difesa avrebbe le maggiori chance di vittoria.

Per far comprendere a che punto sia pronto a rischiare o impegnarsi il miliardario newyorkese sta valutando di cambiare la propria residenza in Colorado,
Florida o Nevada per aumentare la probabilità di successo in uno stato in bilico.

La mossa era stata prevista da Steve Bannon in una intervista alla Fox, nella quale aveva previsto che l’apparato democratico
sarebbe stato pronto a devastare tutti i candidati centristi, da Biden alla Warren, nel tentivo di bloccare Trump per poi riesumare la Clinton.
 

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