SERBIA dopo essere stata bombardata a tappeto dalla NATO per volere di CLINTON (1 Viewer)

tontolina

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dopo essere stata bombardata a tappeto dalla NATO e 16 anni
dopo essere stata bombardata a tappeto dalla NATO e 16 anni dopo


Ex Jugoslavia, Corte Onu: "Serbia non colpevole di genocidio contro la Croazia".

L'Huffington Post


Pubblicato: 03/02/2015 14:59 CET Aggiornato: 2 ore fa

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Con un verdetto atteso da ben sedici anni, la Corte Internazionale di Giustizia ha sentenziato che né la Serbia né la Croazia si resero direttamente colpevoli di genocidio durante le guerre balcaniche seguite nei primi anni '90 al collasso dell'ex Jugoslavia.

La loro responsabilità è circoscritta al solo fatto di "non averlo impedito", ma non può essere estesa al di là di questo.
Nel corso di una pubblica udienza all'Aja, il presidente della massima istanza Onu, il magistrato e diplomatico slovacco Peter Tomka, ha osservato che le rispettive forze commisero sicuramente atrocità nei territori da esse occupati, ma "solo in alcuni degli episodi esaminati sono stati riscontrati gli estremi del genocidio, non in tutti". Inoltre, per poter formalizzare un'accusa di quel tipo, a giudizio della Corte "è necessario il proposito deliberato di eliminare un determinato gruppo etnico, sul piano fisico ovvero psicologico": nessuna delle due parti è tuttavia stata in grado di fornire "prove sufficiente" a sostegno delle proprie asserzioni incrociate.
La Corte, in particolare, ha respinto le accuse avanzate dal governo di Zagabria sulle tragedie di Vukovar e altre città nel 1991, affermando che la Serbia

"non commise genocidio nei confronti della Croazia durante la guerra dei Balcani".

Parlando davanti alla Corte, il giudice Peter Tromka ha sancito che non ci fu genocidio e che quindi il "caso è destituito di ogni fondamento".
Le prove fornite dal governo croato - ha aggiunto - non sono state sufficienti a dimostrare che le azioni commesse dalle forze armate serbe avessero "lo scopo specifico necessario perchè si parli di genocidio".
Secondo la Convenzione Onu, si prefigura un genocidio quando le azioni militari hanno l'obiettivo di distruggere in tutto o in parte un gruppo sulla base di ragioni etniche, razziali o religiose [come Kiev sta facendo nel DomBass].

La città croata di Vukovar venne distrutta in seguito all'occupazione serba durata tre mesi nel 1991: decine di migliaia di croati vennero sfollati e circa 260 di loro vennero arrestati e uccisi.

Dal canto loro, le autorità di Belgrado denunciarono i croati di aver espulso circa 200mila serbi dal territorio croato.

Quattro anni dopo, inoltre, le forze armate croate bombardarono la maggioranza di etnia serba presente nella regione della Krajina, provocando la fuga di circa 200mila persone dalle loro case.
"La Croazia non può essere soddisfatta del verdetto di oggi, del fatto che non è stato provato il genocidio (della Serbia contro i croati, ndr), ma d'altro canto i giudici hanno chiaramente stabilito che eccidi e distruzioni sono stati commessi, che c'è stata la pulizia etnica", ha dichiarato il primo ministro croato, Zoran Milanovic, commentando la sentenza con cui all'Aja la Corte Internazionale di Giustizia ha respinto le accuse di genocidio avanzate dalla Croazia contro la Serbia.
"Non siamo contenti, ma accettiamo il verdetto in un modo civile", ha detto Milanovic, aggiungendo però che la Croazia "non rinuncerà mai a insistere sulla necessità che venga fatta luce sulla sorte delle persone scomparse e che la Serbia restituisca i beni culturali" portati oltreconfine durante la guerra.
Soddisfazione invece è stata espressa dal governo serbo. "Credo che con ciò è stata chiusa una triste pagina del nostro passato, e ne è stata aperta un'altra sul nostro futuro", è il commento del ministro della giustizia serbo Nikola Selakovic. "Ci aspettavamo tale verdetto dei giudici. È stato provato che non ci fu genocidio da pare serba", ha detto Selakovic.
 
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Milosevic: criminale in vita, innocente da morto.
Si “scoprono” i veri motivi della guerra dei balcani.



Milosevic: criminale in vita, innocente da morto. Si “scoprono” i veri motivi della guerra dei balcani.

By mora on 10 febbraio 2016 · Esteri
Il verdetto inaspettato della Corte dell’Aja riguardante la sorte dell’ex presidente serbo, Slobodan Milosevic, non ha ricevuto nessuna analisi politica obiettiva da parte dei media, a cui va ad aggiungersi l’omertoso silenzio della stampa alternativa e non allineata. Eppure il responso è inopinabile: Milosevic non ha commesso nessun genocidio, il testo della sentenza è visualizzabile da tutti in rete. 1
Forse, almeno ora, è il caso di chiarire qual è stato il vero significato della guerra contro la Serbia.

L’aggressione imperialista contro lo Stato indipendente serbo ha avuto una triplice valenza:

(1) gli stati europei si sono ritrovati vincolati alla struttura economica e sociale della potenza nord-americana;
(2) le regole sulla ‘’propaganda di guerra’’ sono state testate per la prima volta, con successo, anche sull’opinione pubblica di ‘’sinistra’’. Gli Usa sono riusciti a ‘’mettere interi popoli in armi’’ in nome dei propri interessi;

(3) nasce la ‘’sinistra imperiale’’. Alcuni settori del movimento anticapitalista – principalmente i trotskisti ( con qualche nobile eccezione ) e gli anarchici ( con qualche nobile eccezione ) – passano armi e bagagli dalla parte del neocolonialismo.

In Italia – come in Francia – anche i vetero ex partiti stalinisti decisero di far saltare ciò che restava del vecchio Stato socialista (pur se con le sue contraddizioni) jugoslavo.
Slobodan Milosevic si è visto trasformare in un novello dittatore fascista; ma per quale ragione ? Michel Collon ci spiega che Washington aveva il fermo interesse ‘’ di controllare le rotte strategiche dei Balcani (il Danubio e il progetto del gasdotto), installare basi militari (sottomettendo il forte esercito jugoslavo) e colonizzare economicamente questo paese. Attualmente molte fonti di informazione locale confermano una vergognosa colonizzazione da parte delle multinazionali (tra cui la US Steel), il saccheggio del paese, la miseria crescente sofferta dalla popolazione. Ma tutto ciò resta accuratamente nascosto all’opinione pubblica internazionale. Esattamente come le sofferenze patite dalle popolazioni nei vari paesi ricolonizzati’’. 2

In questo modo la Serbia è stata non solo allontanata dalla Russia ma anche dagli altri paesi del bacino euromediterraneo, ostacolando, preventivamente, una alleanza sud-europea contro la troika, vera puntella dell’imperialismo tedesco.
Il separatismo etnico dei kosovari, all’occorrenza, non poteva essere migliore piede di porco: ‘’Nel 1999, il Kosovo viene rappresentato come una terra invasa dai serbi. Ci parlano di una popolazione “albanese al 90% e serba per il restante 10%”. Ignorando il forte calo del numero dei serbi a causa del genocidio commesso nella provincia durante la seconda guerra mondiale e successivamente durante l’amministrazione albanese della provincia (anni ‘80). Si sorvola anche sull’esistenza di molte minoranze kosovare (rom, ebrei, turchi, musulmani, gorani, ecc. …). Minoranze di cui gli “amici” dell’UCK avevano pianificato la pulizia etnica, attuata oggi sotto gli occhi e con la benedizione della NATO’’.L’appoggio che la ‘’sinistra’’ ha dato all’UCK – organizzazione di tagliagole, non è stata una semplice scelta politica disastrosa, la situazione è molto più grave: la ‘’sinistra alternativa’’, dal ’99 in poi, inizierà a sovrapporre l’etnicità alla provenienza di classe, il conflitto etnico prenderà il posto delle istanze sociali progressiste. Le Costituzioni antifasciste, per i ‘’libertari moderni’’ non sono un patrimonio da difendere contro il militarismo della NATO ma, al contrario, un arnese antiquato da smantellare.
I pochi giornalisti seri italiani documentarono con grande precisione l’accaduto. Il nostro Fulvio Grimaldi domandò personalmente a Milosevic cosa fosse l’UCK ed ecco la risposta dell’ex presidente: ‘’I terroristi dell’UCK vengono utilizzati dagli USA in funzione antieuropea ed antibalcanica con il miraggio della “Grande Albania”. Instretta collaborazione con il regime turco, uno dei massimi finanziatori degli albanesi, si stanno attivando, sotto la direzione UCK e con la copertura politica di Rugova, tutte le minoranze albanesi nei paesi balcanici: Serbia del Sud, l’intera Macedonia e presto anche Bulgaria e Grecia, dove vivono forti comunità albanesi (800.000 inGrecia). In Romania, invece, vengono istigate alla rivolta le minoranze ungheresi. Lo scopo strategico è di mantenere in permanente subbuglio l’intera area, contro l’interesse europeo ad una stabilizzazione, inparticolare per contrastare le tendenze anti-Nato forti in Grecia e in crescita in Bulgaria e Romania e per assicurare ampi porzioni di territorio al controllo della criminalità narcotrafficante diretta dall’UCK.L’approccio politico è ancora una volta inteso a sfruttare ledifferenze etniche” 3.
Come hanno potuto alcuni gruppi trotzschisti, i quali dicono di rifarsi al pensiero rivoluzionario di Leon Trotsky, appoggiare un movimento reazionario come quello sopra descritto? Il lascito teorico di Trotsky, per nostra fortuna, va in tutt’altra direzione e mi obbliga a porre una domanda: i suoi presunti seguaci sono in buonafede? Non sanno questi figuri che il leader bolscevico nonché fondatore dell’Armata Rossa aveva tanto a cuore l’unità popolare che appoggiò, per primo insieme a Lenin, il processo di laicizzazione ‘’forzata’’ portato avanti da Mustafa Kemal, proprio per evitare lo smembramento su basi etniche di una nazione indipendente ( in quel caso la Turchia ).
Grimaldi ha giustamente chiesto a Milosevic come mai la sinistra occidentale non abbia preso le sue difese e l’ex presidente, amareggiato, puntò il dito contro i mezzi di comunicazione: ‘’Un meccanismo fondato sull’inganno che, dunque, ha abolito la democrazia sostanziale in America e in Europa. Si sono vendute menzogne anzichéverità. E’ incredibile: adesso non hanno più nessuno scrupolo ad ammettere di non aver trovato tracce di una pulizia etnica fatta dai serbi in Kosovo (mentre loro ne hanno protetto una dell’UCK), che le foto di presunti campi di concentramento serbi erano un fotomontaggio, che i duecentomila stupri erano secondo l’.ONU, tra tutte le parti e in tutta la guerra, solo 300, che non si sono trovate le fosse comuni. A che servono le istituzioni democratiche e la libertà se tu, governo, non diffondi che bugie? Una democrazia non è possibile senza la verità. Le istituzioni diventerebbero delle vuote quinte’’.

Domanda: se non c’è democrazia nei media, le istituzioni politiche a cosa realmente servono ? In un mondo unipolare – ovvero dominato dalla guerrafondaia triade imperialistica: Usa, Inghilterra e Israele – abbiamo, da sinistra, la forza per realizzare, come punto di partenza, una sorta di multipolarismo mass-mediatico ? La capacità di valutare i rapporti di forza, gli antagonismo sociali e le novità insite nel conflitto di classe, pongono il giornalismo non asservito in un rapporto marxianamente dialettico con la realtà. La lezione della Serbia non deve essere vana.
Milosevic non ha realizzato un genocidio, le cose sono andate in modo molto diverso, e allora la storia ufficiale deve essere riscritta. Si abbia il coraggio di dire, una volta per tutte, che le truppe serbe, in Croazia, hanno difeso la minoranza serba dai neonazisti ustascia, rimessi in circolazione dagli Usa subito dopo la morte dell’eroe antifascista Josif Broz Tito. Troppi uomini sono stati seppelliti nel letame perchè poco inclini a compromessi con l’occidente.
La distruzione della Serbia coincide con la fine del trotskismo politico
Di fronte all’aggressione imperialista allo Stato sovrano serbo, i ‘’comunisti antistalinisti’’ hanno dimostrato una assoluta incapacità di analisi, solo le poche dissidenze interne al mondo trotskista, con una serietà inaspettata, sono riuscite a sottolineare le cause della ‘’disgregazione teorica’’ della vecchia Quarta Internazionale, cogliendo aspetti a molti poco chiari.
Moreno Pasquinelli, all’epoca militante di Voce Operaia, spiega in questo modo l’aderenza dei suoi ‘’ex compagni’’ alle ragioni neocoloniali: ‘’Il trotskysmo è sorto per epurare il movimento operaio dal tumore dello stalinismo. In decenni di espansione del movimento staliniano quello trotskysta trovava la sua ragion d¹essere in questa lotta terribile ed è diventato essenzialmente un¹antitesi. Ciò ha instillato il virus letale della stalinofobia, fino a satellitare il movimento quart¹internazionalista nell¹orbita delle socialdemocrazie. Crollato lo stalinismo come fenomeno storico mondiale ( e contestualmente l¹intero movimento operaio occidentale, diventato socio in affari della propria borghesia imperialista), coloro che non hanno saputo prontamente afferrare che per ciò stesso il trotskysmo era morto per sempre; coloro che erano accecati dalla stalinofobia, hanno finito per fare la fine di Don Chisciotte, hanno continuato a scagliarsi contro i mulini a vento dello stalinismo, e ciò mentre alle loro spalle avanzava il reale nemico: l¹imperialismo. Morale della favola: il grosso dei trotskysti è diventato spazzatura reazionaria e il marxismo rivoluzionario è tutto da ricostruire su nuove fondamenta (né stalinofile né stalinofobe). 5
Questo non implica che, mantenendo basi trotskiste, ci sia preclusa la possibilità di portare a compimento studi ricchi di riferimenti, sia come studiosi che come giornalisti antimperialisti. E’ il caso di Dino Albani il quale, proprio suVoce Operaia, inquadrò magistralmente la catastrofe postuma della ‘’sinistra imperiale’’: ‘’L’estrema sinistra occidentale, quella almeno che ha avuto il pudore di non appoggiare sloveni, croati e musulmano-bosniaci, ha assunto una posizione disfattista, anteponendo al criterio marxista su esposto, quello per cui tutti i nazionalismi sono orribili, in quanto le direzioni di quei movimenti sono organicamente reazionarie. Organicamente a cosa? Rispetto al proletariato i cetnici non sono migliori degli ustascia. Ma nemmeno Ciang Khai Shek lo era rispetto ai giapponesi, ciononostante i comunisti dovevano allearsi militarmente con lui per schiacciare l’esercito nipponico e le sue svariate agenzie cinesi locali’’ 5. La rivoluzione proletaria non ha risparmiato il Kuomintang quindi nemmeno i cetnici, in prospettiva, avrebbero fatto una bella fine, ma ‘’nonostante il loro carattere controrivoluzionario, dal momento che combattono le truppe imperialiste e i loro alleati locali, debbono essere appoggiati perché svolgono una funzione antimperialista. Cesseremo di sostenerli quando e se diventeranno anch’essi puro strumento di una o più potenze imperialistiche. Il che non è affatto escluso’’.
I ‘’trotskisti moderni’’ si sono mai chiesti quale fosse la natura di classe dello sciovinismo di Milosevic ? Albani procede con tutt’altro metodo: ‘’La rinascita del nazionalismo serbo è molto più contraddittoria di quanto si pensi. Dopo il 1989 la rinascita nazionale serba, di cui il cosiddetto Partito Socialista di Milosevic si è fatto interprete, era anche resistenza alla restaurazione capitalista, alla svendita della Jugoslavia alle potenze imperialistiche, Germania in primo luogo’’. Un articolo di grande attualità, perchè ciò che dice a riguardo del ‘’nazionalismo serbo’’, noi possiamo riaffermarlo, oggigiorno, per il ‘’nazionalismo arabo’’ ( libico, irakeno e siriano ) messo a dura prova dalle continue minacce statunitensi ed israeliane. Non mi pare che i ‘’marxisti rivoluzionari’’ davanti alle ‘’primavere arabe’’ ( o inverni imperialisti ? ) abbiano dimostrato lungimiranza di vedute, analisi e quant’altro. Certo, chi scrive ha salutato con favore le ‘primavere arabe’ ma mai si è sognato di mettere il governo antirazzista e anticolonialista di Gheddafi sullo stesso piano di Ben Alì o Mubarak ( ed ora El Sisi ), essendo i militari egiziani un ponte verso Israele.
Insomma, nonostante fosse un nazionalista borghese, Milosevic ha saputo morire a testa alta. Una morte esemplare per chi non si è non venduto alle lusinghe occidentali. Questo, con la massima onestà, è il riconoscimento migliore che oggi possiamo fargli. Inutile perderci nella retorica.
 

tontolina

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IL SILENZIO SU SLOBODAN MILOSEVI: è innocente!


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11 ago, 2016 — Giulietto Chiesa
La Corte Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia ha scagionato Slobodan Milosevic dalle responsabilità per i crimini di guerra della guerra bosniaca 1992-95.
Si tratta di una notizia di prima grandezza; enormi le implicazioni politiche che essa comporta. Ma stranamente nessuno ne ha parlato tra i grandi media di informazione di massa del mondo intero. Ed è comprensibile che tutti tacciano: coloro che in un coro unanime lo definirono il "macellaio dei Balcani"; coloro che lo paragonarono a Hitler, iniziando la serie che sarebbe poi continuata con Saddam Hussein, con Muhamar Gheddafi, e che vorrebbero continuare con Bashar el Assad. E' comprensibile che tacciano le cancellerie occidentali, in specie quella americana, che vollero la fine della Jugoslavia bombardandola e la fine di Milosevic.

Possono farlo, perché la "riabilitazione" di Slobodan Milosevic non c'è ancora stata. La sentenza che la contiene è quella che ha portato lo stesso tribunale a condannare a 40 anni di reclusione Radpvan Karadzic. Dunque bisogna leggere quella lunghissima sentenza per scoprire che Milosevic non fu colpevole delle accuse per cui passò in prigione gli ultimi cinque anni della sua vita, da tutti esecrato. Il trucco è tutto qui. La sentenza contro Karadzic risale al 24 marzo di quest'anno.
Siamo quasi alla metà di agosto e tutto il mainstream mondiale non si è accorto di niente. Oppure ha ritenuto utile non accorgersi di niente. Così tutti i leader occidentali non sono costretti a chiedere scusa, alla Jugoslavia, alla Serbia, ai popoli europei ignari. In realtà, a ben vedere, toccherebbe a loro adesso sedere sul banco degl'imputati. Infatti, nella sua sentenza del 24 marzo, il tribunale che processò Milosevic dice che "non è soddisfatto dell'insufficiente prova che Milosevic fu favorevole " al piano di espulsione dei musulmani bosniaci e dei croato-bosniaci dal territorio della Bosnia preteso dai serbi. Ma la formulazione è qui volutamente fumosa. Non si tratta di "prove insufficienti".

La stessa sentenza, a più riprese, ribadisce, citando documenti, l'esistenza di divergenze sostanziali tra Milosevic e Karadzic in diversi passaggi cruciali della tragica crisi. Dice la sentenza che Milosevic si oppose alla decisione della costituzione della Repubblica Srpskaja. E tante altre circostanze, ora scoperte, rivelano quello che coloro che volevano sapere già sapevano: e cioè che Milosevic, fino alla fine, cioè fino all'inizio dei bombardamenti della Nato sulla Serbia, aveva cercato un accordo con gli occidentali e che fu la signora Albright che decise che quell'accordo non dovesse essere siglato.

Cinque anni di prigione - gli ultimi della sua vita - furono decisi nelle capitali europee e americana in spregio a ogni giustizia, in nome del sopruso con cui lo stato Jugoslavo venne fatto a pezzi. E la sua morte in carcere avvenne in circostanze estremamente sospette e particolarmente disumane. Ufficialmente ebbe un attacco di cuore. Ma esso arrivò due settimane dopo che il Tribunale gli aveva negato il permesso di essere curato in Russia, come aveva chiesto. Morì nella sua cella, l'ex presidente jugoslavo, tre giorni dopo che il suo avvocato aveva inviato una sua lettera al Ministro degli esteri russo, in cui diceva di temere di essere avvelenato.

Adesso sappiamo quale fu la "giustizia" che quel tribunale perseguiva: quella dei vincitori. Scagiona ora Milosevic, ma tiene nascosta la sua decisione. Non è una distrazione. Il giudice che ha presieduto il processo contro Karadzic, il coreano O-Gon, era anche tra i giudici che stavano processando Milosevic, prima che morisse. Costui conosceva tutti gli atti di entrambi i processi. Adesso non resta che chiedersi chi paga il suo stipendio e quello dei suoi onorati colleghi. L'occidente affonda nella sua stessa melma, insieme ai "valori" che ogni giorno, impunemente, proclama di voler difendere.

(9 agosto 2016)

Il Punto di Giulietto Chiesa: il Tribunale dell'Aja scagiona Milosevic | Pandora TV
Sottotitoli in italiano] Intervistato da RT, Assange si focalizza su Hillary Clinton: la strategia per distogliere ... Lo scenario politico...
http://www.pandoratv.it


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tontolina

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Per la Serbia l’ideale sarebbe lo stesso schema contrattuale per la costruzione del “South stream”. Sarebbe a dire la Russia finanzia la costruzione e la Serbia successivamente restituisce il finanziamento con il ricavato dal transito. Così ritiene la specialista nel settore energetico Eliza Putnikovic.

Secondo lei la "Gazprom" si è già accordata con la Turchia e ha stabilito il punto di uscita del gasdotto dal fondale del mar Nero. È rimasto da determinare il percorso che seguirà in Bulgaria.

Per quanto riguarda i paesi balcanici, la Putnikovic sottolinea che il gigante russo sta conducendo negoziati con Bulgaria, Serbia e Ungheria su chi si assumerà l'onere della costruzione del gasdotto e su chi lo finanzierà.

"È importante ottenere le autorizzazioni di costruzione in Bulgaria, Serbia e Ungheria affinché non nascano nuovamente problemi con l'UE, sarebbe a dire che Bruxelles non torni di nuovo ai negoziati sul Terzo pacchetto energetico" ha avvisato la Putnikovic.

Ha ricordato che secondo il Terzo pacchetto energetico, la "Gazprom" non può essere co-proprietaria di un gasdotto. Le leggi UE vietano ad un titolare di gestire contemporaneamente gasdotto e il transito di gas al suo interno.

Dunque ha aggiunto la Putnikovich, è necessario trovare altri metodi di difesa dalla "Gazprom" nel caso essa finanzierà il progetto. A quanto pare, secondo lei, oltre alla Serbia, l'aiuto è necessario anche per la Bulgaria.

La "Gazprom" ha avviato la preparazione per i lavori di costruzione della seconda linea del "Turkish Stream" con la quale il gas russo giungerà in Europa attraverso Turchia, Bulgaria e Ungheria.

L'informazione è stata comunicata dal rappresentante ufficiale del gigante del gas, Sergey Kupryanov dopo che il quotidiano russo "Vedomosti" ha scritto che la costruzione della nuova linea è già iniziata, e che sono stati posati già 25km di tubi.

Kupryanov ha specificato che si tratta ancora di lavori preparativi.
 

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n Serbia stanno studiando gli effetti dei bombardamenti NATO del 1999
© flickr.com/ Leo Koolhoven

E' un'iniziativa di un gruppo di medici, scienziati e militari, che ha inviato ai ministeri della Salute e dell'Ambiente in Serbia una richiesta per l'indagine delle conseguenze dei bombardamenti NATO del 1999.

"Per le malattie patologie oncologiche, faremo un confronto di terapia standard, del prima e dopo i bombardamenti. Il secondo aspetto da studiare sono le malattie autoimmuni, il terzo l'infertilità, soprattutto maschile, cresciuta di oltre cento volte, dopo l'aggressione della NATO", ha dichiarato il professor Danica Gruicich, capo del dipartimento di neurochirurgia del centro clinico della Serbia.

E' stato rilevato che, subito dopo il bombardamento, sono diventate contaminate le zone di Bujanovasta, Preshevo e Brania a sud della Serbia, vicino la linea amministrativa del Kosovo.

"E' stato più volte sottolineato, che la terra dove si è verificato il crimine di guerra è infetta, il fatto è stato reso pubblico, continueremo a partecipare alla formazione della commissione" ha detto il ministro dell'Ambiente Goran Trivan.

Si presume che gli studi vedranno la partecipazione di medici di varie specializzazioni, tra cui radiologi, epidemiologi e tossicologi, che potranno esplorare il terreno, l'acqua e l'aria, esaminare i prodotti alimentari. Dopo, il corpo di coordinamento dovrà stilare un dossier e il materiale raccolto, come osserva RTS, può essere la base per un'azione legale della Serbia ai 19 paesi membri dell'alleanza atlantica, che hanno partecipato all'attacco.
 

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