sembra un'operazione GLADIO (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Attentati a Parigi, Assad: «È quello che noi viviamo da cinque anni»

Mattarella: «Apprensione e forte dolore». Renzi: «Europa saprà reagire». Obama: «Usa e Francia insieme contro il terrorismo». Il presidente iraniano Rouhani annulla visite in Francia, Italia e Vaticano. «Sgomento» del Papa

di Redazione Online

Attentati a Parigi, Assad: «È quello che noi viviamo da cinque anni» - Corriere.it







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(Reuters/Hartmann)
Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata


Terrore allo Stade de France: attacchi kamikaze durante Francia-Germania. Evacuazione a notte inoltrata



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Obama: «Attacco all’umanità»

Quello che sta accadendo a Parigi «è un attacco non solo al popolo francese ma a tutta l’umanità e ai valori che condividiamo. Ancora una volta siamo di fronte a un vergognoso tentativo di terrorizzare civili innocenti»: lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando in diretta tv dalla Casa Bianca. «I tre valori della Francia sono libertà, uguaglianza e fratellanza, che sono anche i nostri. Quelli che pensano di poter terrorizzare i francesi o i valori che condividono, sbagliano. Siamo a disposizione per qualsiasi aiuto possiamo dare e per assicurare i terroristi alla giustizia. La Francia è stata un partner straordinario nella lotta contro il terrorismo, noi siamo vicini alla Francia», ha concluso Obama che poi ha telefonato a Hollande assicurando che Stati Uniti e Francia «continueranno a lavorare insieme e con altri Paesi nel mondo per sconfiggere il flagello del terrorismo». «Non c’è alcuna specifica o credibile minaccia di un attacco sul suolo americano sul tipo di quello accaduto a Parigi», ha detto il segretario alla sicurezza interna, Jeh Johnson, in una nota.




Merkel e Cameron: «Scioccati»

«Sono scioccato dagli eventi di Parigi. I nostri pensieri e preghiere sono con il popolo francese. Faremo tutto ciò che possiamo per aiutare»: così il premier britannico David Cameron su Twitter. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha espresso «profonda commozione» per gli attentati di Parigi. In un breve comunicato diffuso dopo il discorso di Hollande, Merkel ha detto che i suoi pensieri sono in questi momenti con le vittime di questi «attacchi evidentemente terroristici», con le loro famiglie e con tutti gli abitanti di Parigi.




Ban Ki-Moon: «Vicino alla Francia»

«Vicino al governo e al popolo della Francia». Nel condannare i «disprezzabili attentati di Parigi», il segretario generale dell' Onu Ban Ki moon ha chiesto l'immediato rilascio degli ostaggi e espresso «fiducia che le autorità francesi faranno quanto in loro potere per portare i responsabili davanti alla giustizia». Con un tweet il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso solidarietà con la Francia: «Le notizie da Parigi sono angosciose e orribili. le mie preghiere sono per le famiglie delle vittime. Siamo insieme al popolo francese in questo tragico momento». Il presidente turco Erdogan ha inviato le sue «condoglianze più profonde» alla Francia e ha rivolto un appello alla comunità internazionale «contro il terrorismo».
 

big_boom

Forumer storico
ma e' chiaro Tontolina ti pare che la gente comune ha soldi per organizzare attentati?
solo i pazzi fanno atti terroristici per aiutare i potenti a farsi invadere e uccidere

ma la mia impressione e' che i veri terroristi stanno dietro a qualche scrivania e quello che scrivono non sono solo parole ma ordini ben pianificati
 

tontolina

Forumer storico
Strage a Parigi, operazione militare truccata da jihadismo

Strage a Parigi, operazione militare truccata da jihadismo

Scritto il 14/11/15 • nella Categoria: segnalazioni

Orrendo massacro, lucida follia: ma non è follia. E’ un’operazione militare quella che ha sconvolto Parigi la sera del 13 novembre 2015, facendo 158 morti, colpiti per strada da esplosioni “kamikaze” o freddati a colpi d’arma da fuoco al Bataclan, locale gremito per un concerto. La strage, avverte Pino Cabras, non è solo un evento terroristico spettacolare: «È anche un evento militare di notevole entità nel cuore di una grande metropoli europea». Nel mirino di nuovo la Francia, dopo l’eccidio della redazione di “Charlie Hebdo”. Violenza opaca: sulle indagini relative alla mattanza del giornale satirico, il governo Hollande ha apposto il segreto di Stato dopo che gli inquirenti avevano scoperto che la pista delle armi lambiva i servizi segreti francesi, con una triangolazione che tocca la Slovacchia e il Belgio passando per il quartier generale dell’intelligence di Parigi. «Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo», annota Cabras su “Megachip”. «Non c’è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate».
Una “legione” di miliziani armata segretamente dall’Occidente e «schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale». E’ un fatto: sono ormai migliaia i combattenti jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi. «Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità». Ai governanti, scrive Cabras, ci sarebbe da dire: per i vostri sogni neocoloniali dalla tasca avete tirato fuori uno scorpione, non un gattino. Dopo la strage di Charlie Hebdo, fu facile fare una profezia fredda e precisa: «Lo scorpione pungerà ancora in Europa. I governanti europei, fra i più ricattabili e ricattati in ogni campo, subiranno pressioni enormi contro gli interessi dei propri paesi. È l’Impero del Caos che bussa, non l’Islam».
Il Caos, continua Cabras, ha lambito il presidente François Hollande, preso di peso mentre assisteva alla partita di calcio Francia-Germania, al momento in cui fuori dallo stadio si udivano esplosioni. «Il messaggio, data la circostanza, non certo casuale (proprio quella partita…), lo ha sentito sicuramente anche la Germania. E i lanciatori del messaggio non sono certo da cercare fra i soldati-terroristi, che sono meri esecutori. Gli autori si trovano fra i soggetti che vogliono che l’Europa non si sottragga alla grande guerra che si sta preparando. Sono pezzi di classi dirigenti occidentali, turche, petro-monarchiche. Gli sponsor dell’Isis e del Caos». Lo spiegava già a fine 2014 il profetico libro “Massoni”, di Gioele Magaldi, svelando le trame occulte di alcune delle 36 superlogge segrete del potere mondiale, tra cui la “Hathor Pentalpha”, fondata dai Bush, di cui – secondo l’autore – fanno parte personaggi decisivi come Tony Blair e il leader turco Erdogan, appena rieletto dopo una vigilia elettorale scadita da spaventosi attentati come quello di Parigi.
Definita “loggia del sangue e della vendetta”, creata nel 1980 quando a George Bush fu preferito Reagan, secondo Magaldi la “Hathor Pentalpha” – il cui nome è sinistramente consonante con Isis (Hathor è l’altro nome di Iside) sarebbe stata nella “cabina di regia” dell’11 Settembre e oggi sarebbe al corrente di parecchi retroscena del Medio Oriente, a cominciare proprio dalla comparsa dei “tagliagole” in Siria e in Iraq, macabro esito della “fabbrica di terroristi” armati sottobanco dal Pentagono, in collaborazione con Francia e Gran Bretagna e Turchia, nonché Arabia Sudita e altri paesi del Golfo. Non può non colpire la sincronicità della nuova, mostruosa strage di Parigi rispetto all’impegno dell’unica potenza finora schierata sul campo in modo trasparente – la Russia di Putin – per cercare di mettere fine alla sanguinosa strategia della tensione che sta devastando il teatro mediorientale. Altro motivo di preoccupazione, per i “burattinai del terrore”, le crescenti esitazioni della Germania, schierata coi russi nel sostegno al regime di Assad (il male minore) e sempre più contraria all’aggressione occidentale verso lo spazio russo, organizzata utilizzando l’espediente del golpe in Ucraina.
«Il governo di Angela Merkel – scrive Pino Cabras – sta sempre più prendendo atto dell’efficacia dei bombardamenti russi in Siria, delle divisioni in seno alle classi dirigenti statunitensi e dei rapidi cambiamenti negli equilibri strategici internazionali». Berlino, aggiunge Cabras su “Megaxchip”, sta dunque cercando di ritirarsi da una battaglia tutto sommato persa, e di giocare un nuovo ruolo pacificatore in Siria. «Il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, punta da settimane a organizzare un incontro del tipo 5+1 (il formato diplomatico che a Vienna ha spinto verso gli accordi per l’Iran) in modo da risolvere il buco nero terroristico che ha investito la Siria». Dentro quello stadio, accanto a Hollande, c’era proprio Steinmeier. «E fuori dallo stadio, sui selciati parigini, decine di innocenti ammazzati, lo stato d’emergenza, la solita strategia della tensione. Dentro e fuori dalla fortezza europea, le braci di una guerra che possono incendiarla. Dove sarà la prossima strage?». Un ottimo argomento, conclude Cabras, per l’imminente G-20 di Antalya. Sede del summit, la Turchia di “Hathor” Erdogan: un paese Nato che, fino all’intervento russo, ha sostenuto con armi, mezzi e logistica i tagliagole anti-Assad, l’esercito dello “scorpione” che ora ha di nuovo colpito Parigi.


Orrendo massacro, lucida follia: ma non è follia. E’ un’operazione militare quella che ha sconvolto Parigi la sera del 13 novembre 2015, facendo 120 morti, colpiti per strada da esplosioni “kamikaze” o freddati a colpi d’arma da fuoco al Bataclan, locale gremito per un concerto. La strage, avverte Pino Cabras, non è solo un evento terroristico spettacolare: «È anche un evento militare di notevole entità nel cuore di una grande metropoli europea». Nel mirino di nuovo la Francia, dopo l’eccidio della redazione di “Charlie Hebdo”. Violenza opaca: sulle indagini relative alla mattanza del giornale satirico, il governo Hollande ha apposto il segreto di Stato dopo che gli inquirenti avevano scoperto che la pista delle armi coinvolgeva i servizi segreti francesi, con una triangolazione che tocca la Slovacchia e il Belgio passando per il quartier generale dell’intelligence di Parigi.

«Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo», annota Cabras su “Megachip”. «Non c’è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate».

Una “legione” di miliziani armata segretamente dall’Occidente e «schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale». E’ un fatto: sono ormai migliaia i combattenti jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi.



«Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità».



Ai governanti, scrive Cabras, ci sarebbe da dire: per i vostri sogni neocoloniali dalla tasca avete tirato fuori uno scorpione, non un gattino. Dopo la strage di Charlie Hebdo, fu facile fare una profezia fredda e precisa: «Lo scorpione pungerà ancora in Europa. I governanti europei, fra i più ricattabili e ricattati in ogni campo, subiranno pressioni enormi contro gli interessi dei propri paesi. È l’Impero del Caos che bussa, non l’Islam».
Il Caos, continua Cabras, ha lambito il presidente François Hollande, preso di peso mentre assisteva alla partita di calcio Francia-Germania, al momento in cui fuori dallo stadio si udivano esplosioni. «Il messaggio, data la circostanza, non certo casuale (proprio quella partita…), lo ha sentito sicuramente anche la Germania. E i lanciatori del messaggio non sono certo da cercare fra i soldati-terroristi, che sono meri esecutori. Gli autori[leggi NATO] si trovano fra i soggetti che vogliono che l’Europa non si sottragga alla grande guerra che si sta preparando. Sono pezzi di classi dirigenti occidentali, turche, petro-monarchiche. Gli sponsor dell’Isis e del Caos».



Lo spiegava già a fine 2014 il profetico libro “Massoni”, di Gioele Magaldi, svelando le trame occulte di alcune delle 36 superlogge segrete del potere mondiale, tra cui la “Hathor Pentalpha”, fondata dai Bush, di cui – secondo l’autore – fanno parte personaggi decisivi come

Tony Blair, l’inventore delle “armi di distruzione di massa” di Saddam,
Nicolas Sarkozy (fautore della guerra in Libia)

e il leader turco Erdogan, appena rieletto dopo una vigilia elettorale scandita da spaventosi attentati come quello di Parigi.


Definita “loggia del sangue e della vendetta”, creata nel 1980 quando a George Bush fu preferito Reagan, secondo Magaldi proprio la “Hathor Pentalpha” (il cui nome è sinistramente consonante con Isis: Hathor è l’altro nome di Iside) sarebbe stata nella “cabina di regia” dell’11 Settembre e oggi sarebbe al corrente di parecchi retroscena del Medio Oriente, a cominciare proprio dalla comparsa dei “tagliagole” in Siria e in Iraq, macabro esito della “fabbrica di terroristi” armati sottobanco dal Pentagono, in collaborazione con Francia, Gran Bretagna e Turchia, nonché Arabia Sudita e altri paesi del Golfo.

Non può non colpire la sincronicità della nuova, mostruosa strage di Parigi rispetto all’impegno dell’unica potenza finora schierata sul campo in modo trasparente – la Russia di Putin – per cercare di mettere fine alla sanguinosa strategia della tensione che sta devastando il teatro mediorientale.



Altro motivo di preoccupazione, per i “burattinai del terrore”, le crescenti esitazioni della Germania, schierata coi russi nel sostegno al regime di Assad (il male minore) e sempre più contraria all’aggressione occidentale verso lo spazio russo, organizzata utilizzando l’espediente del golpe in Ucraina.


«Il governo di Angela Merkel – scrive Pino Cabras – sta sempre più prendendo atto dell’efficacia dei bombardamenti russi in Siria, delle divisioni in seno alle classi dirigenti statunitensi e dei rapidi cambiamenti negli equilibri strategici internazionali». Berlino, aggiunge Cabras su “Megachip”, sta dunque cercando di ritirarsi da una battaglia tutto sommato persa, e di giocare un nuovo ruolo pacificatore in Siria.

«Il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, punta da settimane a organizzare un incontro del tipo 5+1 (il formato diplomatico che a Vienna ha spinto verso gli accordi per l’Iran) in modo da risolvere il buco nero terroristico che ha investito la Siria». Dentro quello stadio, accanto a Hollande, c’era proprio Steinmeier. «E fuori dallo stadio, sui selciati parigini, decine di innocenti ammazzati, lo stato d’emergenza, la solita strategia della tensione. Dentro e fuori dalla fortezza europea, le braci di una guerra che possono incendiarla. Dove sarà la prossima strage?». Un ottimo argomento, conclude Cabras, per l’imminente G-20 di Antalya. Sede del summit, la Turchia di “Hathor” Erdogan: un paese Nato che, fino all’intervento russo, ha sostenuto con armi, mezzi e logistica i tagliagole anti-Assad, l’esercito dello “scorpione” che ora ha di nuovo colpito Parigi.
 

tontolina

Forumer storico
GLADIO è sinonimo di NATO che organizzano operazioni militari-terroristiche USA
dove USA altro non sono che la principale nazione del CAOS

02 giu 2014

4 Commenti

AutoreRedazione
Pubblicato inGeopolitica




Clamoroso: gli USA stanno preparando il primo attacco nucleare contro Russia e Cina

Estratti dell’intervista di RT a Richard Cottrell, Rick Rozoff e Bruce Gagnon
RT: Clausole segrete della NATO stabiliscono che gli USA possono deporre i governi europei su ordine della Casa Bianca, e gli USA lo fanno.
A suo tempo, Hans Otto svelò la lista di politici europei da eliminare, che fu successivamente confermata dalla polizia. I documenti stabilivano gli assassinii da attuare “nel caso X”, caso che potrebbe riferirsi, secondo lo studioso Dr. Daniele Ganser, a proteste di massa contro i governi appoggiati dagli USA, o a una vittoria elettorale di un partito genuinamente alternativo. Le istruzioni per queste operazioni erano conservate nel quartiere generale della NATO, a sud di Bruxelles.
Quando il parlamento europeo ha richiesto ufficialmente che la NATO interrompesse queste operazioni, conosciute con il nome in codice di Gladio, gli USA l’hanno semplicemente ignorato.
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Abbiamo con noi Rick Rozoff, eminente analista militare e direttore di “Fermate la NATO”. Cosa succederà alla gente quando gli ultimi paesi cadranno sotto il controllo degli USA? Rick Rozoff: La risposta è schiavitù globale


Clamoroso: gli USA stanno preparando il primo attacco nucleare contro Russia e Cina | controinformazione.info
 

tontolina

Forumer storico
[FONT=&quot]Terrorismo: gli Usa, la Francia e il Regno Unito hanno aiutato l'Isis [/FONT]
[FONT=&quot]L'ANALISI DI PAOLO SENSINI - I siriani stanno fronteggiando da cinque anni l'assalto sanguinario di quegli integralisti islamici che, in varia misura, vengono supportati da Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Israele, Stati Uniti, Inghilterra e Francia[/FONT]
[FONT=&quot]Domenica, 15 novembre 2015 - 13:37:00[/FONT]
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[/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot]
Di Paolo Sensini[/FONT]

"La Francia ha conosciuto ieri ciò che noi in Siria viviamo da 5 anni". Sono queste le parole con cui il presidente siriano Bashar al-Assad, ricevendo una delegazione guidata dal parlamentare francese Thierry Mariani, ha commentato gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 che hanno lasciato sul terreno quasi 140 morti. Parole che pesano come macigni e con le quali, volente o nolente, Paesi come la Francia stanno iniziando a fare drammaticamente i conti. E siamo solo agli inizi.
Un ulteriore paradosso consiste nel fatto che i siriani stanno fronteggiando da cinque anni l'assalto sanguinario di quegli integralisti islamici che, in varia misura, vengono supportati da Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Israele, Stati Uniti, Inghilterra e Francia. E ora, dopo aver scatenato l'inferno lontano dai propri confini nazionali, taluni di quegli Stati che maggiormente hanno contribuito a sostenere i terroristi nel Levante si trovano il Paese in stato d'emergenza.
L'escamotage che alcuni strateghi da tavolino si sono inventato per appoggiarli, rifacendosi al solito armamentario del politicamente corretto, è stato quello di dipingerli come "ribelli moderati" che combattevano per ristabilire i diritti umani in Siria; ma è solo un trucco semantico per gabellare al pubblico occidentale dei terroristi che non hanno nulla né di "moderato" né tantomeno di "democratico".
Solo che l'opinione pubblica, si sa, è molto "scordevole" e nell'immaginario collettivo anche fatti di primaria importanza scoloriscono molto rapidamente. Vediamone qualcuno.
Nel febbraio 2011 la Francia di Sarkozy ha iniziato a bombardare la Libia utilizzando come foglia di fico una risoluzione ONU (n. 1973) del tutto fraudolenta e illegittima sul piano del diritto internazionale, per sostenere degli integralisti islamici presentati al mondo come "ribelli democratici" e cambiare in questo modo gli assetti politici del Paese. In altre parole Parigi ha fornito sostegno e armamenti ai "ribelli" jihadisti libici affiliati ad al-Qaeda che poi hanno millantato la loro adesione al Califfato. Il risultato è di aver fatto della Libia un campo di battaglia in cui sono morte più di 150mila persone e dove hanno trovato terreno fertile gruppi tribali e fanatici di ogni sorta. In breve, l'hanno ridotta a quello che gli americani definiscono uno "Stato fallito". Il tutto a poche centinaia di miglia nautiche dai confini italiani e da cui parte l'intero flusso di immigrati che giungono senza posa sulle coste italiane. In buona sostanza la Francia (in compagnia di Inghilterra, Stati Uniti … e Italia), desiderava per propri calcoli politici togliere di mezzo Gheddafi e gettare nel caos un Paese come la Libia che vantava uno dei livelli più alti di benessere dell'intera Africa. E, bisogna riconoscerlo, è riuscita pienamente in questa criminale operazione.

Ma agli alti papaveri francesi ancora non bastava. L'anno seguente, il nuovo presidente socialista François Hollande è stato tra coloro che maggiormente hanno sostenuto i terroristi che volevano scalzare manu militari Bashar al-Assad dalla presidenza della Siria. Evidentemente la lezione libica non era sufficiente e si desiderava replicare nuovamente "il colpo" con la vecchia colonia siriana. Ma in quel frangente le cose non sono andate come previsto e l'esercito di Damasco è riuscito nel 2012 a riconquistare la città di Bab Amr, nel distretto di Homs. Cosa scoprirono in quell'occasione i militari siriani una volta entrati nel santuario dei tagliagole? Un fatto non molto edificante per l'Eliseo, e cioè che insieme ai ribelli, la gran parte dei quali jihadisti, vi erano anche ufficiali francesi, dell'Arabia Saudita e del Qatar. Una notizia che non poteva evidentemente essere rivelata all'opinione pubblica per non mettere in imbarazzo il presidente Hollande, responsabile di aver armato in Siria gruppi terroristici che nulla avevano a che fare con la democrazia o i "diritti umani".

Lo stesso anno, non paga dei propri risultati, la Francia si lanciava in una nuova guerra in Mali contro quegli stessi ribelli jihadisti che aveva sostenuto in Libia e a cui dava contemporaneamente supporto Siria. Ma in questo caso erano in ballo i propri interessi geopolitici e non c'era più spazio per declamazioni retoriche sui diritti umani violati.
Ma non è finita qui. Nel settembre 2013 Francia e Gran Bretagna fecero sforzi straordinari affinché l'Unione Europea togliesse un (presunto) embargo sulle armi da far giungere ai combattenti sul fronte siriano. Lo sforzo venne coronato da successo perché l'Europa diede parere favorevole e le armi arrivarono copiose ai terroristi che in questo modo hanno potuto prolungare le stragi di civili in Siria per altri due anni.
Quindi nessuno oggi può dire, in tutta franchezza, "non sapevamo". Si sa per esempio che dietro queste orde di tagliagole che scorrazzano in Siria e Iraq vi è da luogo tempo l'Arabia Saudita, la quale li sostiene finanziariamente, ideologicamente e fornisce buona parte dell'equipaggiamento militare. O anche la Turchia di Erdogan, che molti vogliono addirittura come membro permanente dell'Unione Europea. Ma in Occidente si fanno spallucce, e qualche giorno prima che a Parigi vi fosse la strage più efferata della storia della Repubblica, il Premier Matteo Renzi era in visita ufficiale in Arabia Saudita a ossequiare i satrapi di quel Regno feudale che sono tra i massimi sponsor del terrorismo internazionale. Che moralità vi è in tutto questo?
La malafede dei Paesi occidentali si è evidenziata in maniera ancor più nitida quando la Russia di Putin ha deciso d'intervenire per sradicare la presenza dei jihadisti in Siria. A quel punto abbiamo visto all'opera tutte le gamme cromatiche del "fumo di guerra" per screditarne l'intervento e denigrarlo davanti all'opinione pubblica internazionale. Invece di sostenere il suo sforzo e magari affiancarli per renderne ancora più incisiva l'azione contro i tagliagole, per tutta risposta è iniziata un'opera incessante di svilimento teso a infangare il loro operato.
In occasione della recente esplosione dell'airbus russo sui cieli del Sinai che ha visto la morte di 224 passeggeri, la notizia è stata minimizzata e nessun capo di Stato, anche dopo la rivendicazione di paternità dell'azione da parte dell'ISIS, ha espresso solidarietà o fatto le proprie sentite condoglianze alla Russia. Niente, silenzio, o tutt'al più vignette che mettevano in burla l'attentato aereo come ha subito fatto il noto giornale satirico francese "Charlie Hebdo". Stesso copione con l'attentato in un quartiere di Beirut della settimana scorsa dove hanno perso la vita 41 persone e circa 200 sono rimaste ferite. Anche in questo caso la notizia non ha avuto quasi alcun rilievo sulla stampa occidentale mostrando ancora, se ve ne fosse ulteriore bisogno, un atteggiamento di menefreghismo o, che è addirittura peggio, disprezzo per le vittime innocenti.
Cosa possiamo allora aggiungere a quello che, con tempismo perfetto, è stato definito "l'11 settembre francese" ma di cui sappiamo pochissimo ancora circa la reale dinamica dei fatti? Che con molta probabilità il sangue versato sulle strade di Parigi verrà utilizzato dalle centrali della propaganda bellica per spronare a un intervento militare in Siria e Iraq contro quegli stessi "ribelli" che hanno foraggiato fino al giorno prima. O magari per introdurre a furor di popolo una sorta di versione in salsa europea del "Patriot Act" per limitare ancora di più le già residue libertà dei cittadini. Una politica a dir poco schizofrenica e suicida, come quando la coalizione alleata di cui era partecipe la Francia voleva attaccare Damasco nell'agosto 2013 per l'uso di armi chimiche che oggi gli organismi internazionali attribuiscono unanimemente ai "ribelli democratici", ma che venne scongiurato per un soffio grazie al provvidenziale veto della Russia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti.
Per cui diciamolo chiaramente: le classi dirigenti dell'"Uccidente" si credono molto abili in questa politica spregiudicata del doppio gioco, ma può accadere che la partita si faccia sempre più pericolosa e vi sia il rischio concreto di rimanere vittime del proprio bluff. È un'eventualità che conviene tenere nella massima considerazione, vista anche la consistenza numerica in continua crescita delle comunità islamiche presenti in Europa. Il tempo dunque stringe e occorre che si ponga fine al più presto a questa tragica sceneggiata che ha lasciato dietro di sé fin troppi morti.
 

tontolina

Forumer storico
http://cambiailmondo.org/category/geopolitica-conflitti-pace/
La creatura americana: 26 punti che svelano l’alleanza tra Usa e Isis

http://cambiailmondo.org/2014/11/22...6-punti-che-svelano-lalleanza-tra-usa-e-isis/
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La guerra al terrore è in realtà un supporto all’Islam radicale. La creatura americana compie 40 anni: 26 punti che svelano l’alleanza tra Usa e Isis. Un professore emerito dell’Università di Ottawa, in Canada, ha spiegato in 26 concetti perché lo Stato islamico è un importante alleato degli Stati Uniti e come la “guerra al terrore” è in realtà un supporto all’Islam radicale.



“La guerra degli Stati Uniti contro lo Stato islamico è una grande bugia.” Così inizia il suo articolo Michel Cossudovsky, un economista canadese, scrittore e professore dell’Università di Ottawa, in Canada, pubblicato sul sito web del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione.


Dopo aver analizzato centinaia di documenti, il professore giunge ad una serie di conclusioni che a prima vista sembrano un paradosso: l’intera politica degli Stati Uniti relativa alla lotta contro il terrorismo in realtà serve gli interessi jihadisti, a loro volta, sono supportati e finanziati dal governo degli Stati Uniti.

In 26 concetti Cossudovky spiega come è arrivato ad avere questa opinione.


Storia di Al Qaeda
1. Al Qaeda ed i suoi affiliati ricevono il pieno sostegno degli Stati Uniti quasi 40 anni fa, all’inizio della guerra sovietico-afghana (1979-1989).
2. In un periodo di dieci anni 1982-1992 circa 35.000 jihadisti provenienti da 43 paesi sono reclutati per la jihad afgana nei campi di addestramento della CIA (Agenzia di intelligence) in Pakistan. Migliaia di annunci, pagati dagli Stati Uniti, sono apparsi nei media di tutto il mondo per motivare i giovani a unirsi alla jihad.
3. L’Università del Nebraska, negli Stati Uniti, pubblica libri jihadisti per diffonderli, a quel tempo, nelle scuole dell’Afghanistan.
4. Osama bin Laden, il terrorista “numero uno” per gli Stati Uniti, è reclutato dalla CIA nel 1979 quando lancia la guerra jihadista patrocinata dagli USA contro l’Unione Sovietica in Afghanistan. Ha 22 anni quando termina la sua formazione nel campo di guerriglia della CIA.
5. Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli Stati Uniti, chiama i terroristi di Al Qaeda “combattenti per la libertà”. Il governo statunitense fornisce armi alle brigate islamiche per combattere contro l’Unione Sovietica. Il cambio di regime porta alla fine del governo laico in Afghanistan.
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Lo Stato islamico (IS)

6. Lo Stato islamico è inizialmente un’entità affiliata di Al Qaeda creata dai servizi segreti americani, con il sostegno del MI6 britannico, dal Mossad di Israele e dalle intelligence di Pakistan e l’Arabia Saudita.
7. Le brigate dell’Is partecipano con gli Stati Uniti e la NATO nella guerra civile in Siria diretta contro il governo di Bashar al Assad.
8. La NATO e gli alti funzionari turchi sono i responsabili del reclutamento di militanti dello Stato islamico e di al-Nusra (gruppo radicale islamico siriano) dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011.
9. Nelle file dell’Isis c’è una rappresentanza dell’esercito e dell’intelligence degli stati occidentali.Così, il MI6 britannico partecipa alla formazione dei jihadisti ribelli in Siria.
10. In una informazione della CNN il 9 Dicembre 2012 un alto funzionario statunitense e diversi diplomatici di alto livello ammettono che Stati Uniti e alcuni alleati europei, attraverso militari specializzati, addestrano i ribelli siriani affinché garantiscano scorte di armi chimiche in Siria.”
11. La pratica delle decapitazioni dell’Isis fa parte di programmi di formazione degli jihadisti attuati in Arabia Saudita e Qatar.
12. L’Arabia Saudita, alleato degli Stati Uniti, libera dalle sue carceri migliaia di detenuti a condizione che si uniscano alla lotta dell’Isis contro Assad in Siria.
13. Israele sostiene le brigate di Is e al-Nusra nel Golan, un territorio conteso da Israele e Siria. Nel febbraio 2014 il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, visita un ospedale al confine con la Siria, dove stringe la mano ad un ribelle siriano ferito.
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Siria e Iraq.
14. L’Isis agisce come un avamposto militare degli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati dal momento che causa distruzione e caos politico ed economico in Siria e Iraq.
15. L’attuale senatore degli Stati Uniti John McCain incontra i leader terroristi jihadisti, tra cui militanti dell’Isis, in Siria.

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16. Lo Stato islamico, che presumibilmente resiste al bombardamento della coalizione guidata dagli Stati Uniti, continua a ricevere aiuti militari segreti dagli Stati Uniti.
17. I bombardamenti di Usa e dei suoi alleati non sono diretti allo Stato islamico, ma all’infrastruttura economica dell’Iraq e della Siria tra cui fabbriche e raffinerie di petrolio.
18. Il progetto del califfato si inserisce perfettamente nell’agenda della politica estera degli Stati Uniti da molti anni al fine di dividere Iraq e Siria in tre aree distinte: una repubblica del Kurdistan, un califfato islamico sunnita e una Repubblica araba sciita.




“La guerra contro il terrorismo”
19. “La guerra contro il terrorismo”, una campagna degli Stati Uniti iniziata nel 2001 e supportata da alcuni membri della NATO, si presenta come uno “scontro di civiltà”, quando in realtà persegue obiettivi economici e strategici.
20. Gli Stati Uniti appoggiano segretamente vari affiliati di Al Qaeda in Medio Oriente, in Africa sub-sahariana e in Asia per creare conflitti interni e destabilizzare i paesi indipendenti.
21. In questi gruppi si possono nominare Boko Haram in Nigeria, il Gruppo combattente islamico in Libia o Jemaah Islamiyah in Indonesia.
22. Le organizzazioni affiliate ad Al Qaeda nella regione autonoma di Xinjiang Uigur, in Cina, ricevono anche il sostegno degli Stati Uniti. Lo scopo dichiarato di queste organizzazioni jihadiste è di stabilire un califfato islamico nella Cina occidentale.


“I nostri” terroristi.
23. Il paradosso è che, mentre l’Isis è cresciuta grazie al sostegno americano, l’obiettivo “strategico” degli Stati Uniti è la lotta contro l’islamismo radicale del gruppo jihadista.
24. La minaccia terroristica è una creazione puramente americana che è promossa da altri governi occidentali e dai media. Sotto l’obiettivo della difesa della vita dei suoi cittadini, dall’altra parte libertà civili e privacy vengono violate.
25. La campagna anti-terroristica contro Al Qaeda e lo Stato islamico ha contribuito notevolmente alla “demonizzazione” dei musulmani, che vengono associati alle crudeltà dei jihadisti.
26. Chiunque metta in discussione la “guerra al terrore” è dichiarato terrorista e sottoposto alle numerose leggi anti-terrorismo approvate negli ultimi dieci anni negli Stati Uniti.



Fonte: La grande bugia: i 26 punti che svelano l'alleanza tra Usa e Isis - World Affairs - L'Antidiplomatico
 

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