SEL e l'inquinamento dell' ILVA di Taranto (2 lettori)

tontolina

Forumer storico

tontolina

Forumer storico
VENDOLA: SINISTRA ( vivere di filosofia e politica tutta la vita: il lavoro lasciamolo fare a chi ci vota), ECOLOGIA ( a parole, nella sostanza invece….) e LIBERTA’ ( di fare peggio degli altri).

Scritto il 16 novembre 2013 alle 12:10 da updown@finanzaonline
Al sottoscritto Marco Travaglio piace perchè, a differenza di Santoro ad esempio(che è bravo a essere pignolo e zelante con Berlusconi e compagnia bella, ma invece “meticolosamente chirurgico” nel nascondere e nell’omettere tutto quel che riguarda i suoi amici del Pd), quando c’è qualcosa da dire, non guarda in faccia nessuno( e Grasso giusto per fare un nome a casa ne sa qualcosa ).
Ecco l’ultimo pezzo sul filosofo di questo c….. Nicky Vendola(sintetica ricostruzione su chi sia veramente il personaggio)!!!

Buona lettura

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“Svendola” (Marco Travaglio, ilfattoquotidiano,it);

Ci sono tanti modi per finire una carriera politica. Quello che la sorte ha riservato a Nichi Vendola è uno dei peggiori, proprio perché Nichi Vendola non era tra i politici peggiori.
Aveva iniziato bene, con un impegno sincero contro le mafie e l’illegalità. Aveva pagato dei prezzi, ancor più cari di quelli che si pagano di solito mettendosi contro certi poteri, perché faceva politica da gay dichiarato in un paese sostanzialmente omofobo e da uomo di estrema sinistra in una regione sostanzialmente di destra.
Ancora nel 2005, quando vinse per la prima volta le primarie del centrosinistra e poi le elezioni regionali in Puglia, attirava vastissimi consensi e altrettanti entusiasmi e speranze. E forse li meritava davvero.
Poi però è accaduto qualcosa: forse il potere gli ha dato alla testa, forse la coda di paglia dell’ex giovane comunista ha avuto il sopravvento, o forse quel delirio di onnipotenza che talvolta obnubila le menti degli onesti l’ha portato a pensare che ogni compromesso al ribasso gli fosse lecito, perché lui era Nichi Vendola.
S’è messo al fianco, come assessore alla Sanità (il più importante di ogni giunta regionale) un personaggio in palese e quasi dichiarato conflitto d’interessi, come Alberto Tedesco. S’è lasciato imporre come vicepresidente un dalemiano come Alberto Frisullo, poi finito nella Bicamerale del sesso di Gianpi Tarantini, a mezzadria con Berlusconi.
Ha appaltato al gruppo Marcegaglia l’intero ciclo dei rifiuti, gratificato da imbarazzanti elogi del Sole 24 Ore quando la signora Emma ne era l’editore.
Ha attaccato, con una lettera di chiaro stampo berlusconiano, il pm Desirée Di Geronimo che indagava su di lui. Ha incassato un’archiviazione da un gip risultata poi in rapporti amichevoli con lui e la sua famiglia.
Ha stretto un patto col diavolo del San Raffaele, il famigerato e non compianto don Luigi Verzé, consegnandogli le chiavi di un nuovo ospedale a Taranto da centinaia di milioni.
E si è genuflesso dinanzi al potere sconfinato della famiglia Riva, chiudendo un occhio o forse tutti e due sulle stragi dell’Ilva. Il fatto che, come ripete con troppa enfasi, non abbia mai preso un soldo dai Riva (diversamente da Berlusconi e Bersani), non è un’attenuante, anzi un’aggravante.
Non c’è una sola ragione plausibile che giustifichi il rapporto di complicità “pappa e ciccia” che emerge dalla telefonata pubblicata sul sito del Fatto fra lui e lo spicciafaccende-tuttofare dei Riva: quell’Archinà che tutti sapevano essere un grande corruttore di politici, giornalisti, funzionari, persino prelati.
Un signore che non si faceva scrupoli di mettere le mani addosso ai pochi giornalisti non asserviti. In quella telefonata gratuitamente volgare, fatta dal governatore per complimentarsi ridacchiando con il faccendiere della bravata contro il cronista importuno, non c’è nulla di istituzionale: nemmeno nel senso più deteriore del termine, nel più vieto luogo comune del politico scafato che deve tener conto dei poteri forti e delle esigenze occupazionali.
C’è solo un rapporto ancillare e servile fra l’ex rivoluzionario che si è finalmente seduto a tavola e il potente che a tavola ha sempre seduto e spadroneggia nel vuoto della politica e dei controlli indipendenti, addomesticati a suon di mazzette.
Il darsi di gomito fra gli eterni marchesi del Grillo, “io so’ io e voi nun siete un cazzo”. Questo ovviamente in privato, mentre in pubblico proseguivano le “narrazioni” e le “fabbriche di Nichi”. La poesia sulla scena, la prosa dietro le quinte.
La telefonata con Archinà è peggio di qualunque avviso di garanzia, persino di un’eventuale condanna. Perché offende centinaia di migliaia di elettori che ci avevano creduto, migliaia di vittime dell’Ilva e i pochi politici che hanno pagato prezzi altissimi per combattere quel potere malavitoso.

Perché cancella quello che di buono (capirai, in otto anni) è stato fatto in Puglia. Perché diffonde il qualunquismo del “sono tutti uguali”. Perché smaschera la doppia faccia di Nichi. Perché chi ha due facce non ce l’ha più, una faccia.
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Vi consiglio infine questa splendida clip di Checco Zalone su Vendola, che a modo sua ben ne rappresenta il personaggio.
Checco Zalone - Nichi Vendola.mp4 - YouTube
 

Franzo

PELO e CONTROPELO
Tontolina complimenti per il 3d... a testimonianza della tua indipendenza da qualsiasi schifosa frangia politica.

Però noto una robina, perdonami, ma ti ricordi quando giustamente un simile postare lo rivolgevi al sig. Berlusconi (che sia maledetto) ... avevi sempre un consenso enorme , ... ma appena si scrive di qualcuno tipo Vendola e compagni, ... il vuoto, ...

Repubblica, Scalfari e De Benedetti dirigono i suonatori, Napolitano fa da testa di legno
... ed il popolino ottuso continua a votare per questi infami ladri corrotti ... quelli che nel '96 cambiarono a 2000 lire ...

A proposito, ... il sel s'è cuccato tutti i finanziamenti riservati ai "partiti" ... zitti zitti.
 
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tontolina

Forumer storico
Tontolina complimenti per il 3d... a testimonianza della tua indipendenza da qualsiasi schifosa frangia politica.

Però noto una robina, perdonami, ma ti ricordi quando giustamente un simile postare lo rivolgevi al sig. Berlusconi (che sia maledetto) ... avevi sempre un consenso enorme , ... ma appena si scrive di qualcuno tipo Vendola e compagni, ... il vuoto, ...

Repubblica, Scalfari e De Benedetti dirigono i suonatori, Napolitano fa da testa di legno
... ed il popolino ottuso continua a votare per questi infami ladri corrotti ... quelli che nel '96 cambiarono a 2000 lire ...

A proposito, ... il sel s'è cuccato tutti i finanziamenti riservati ai "partiti" ... zitti zitti.
ahò
ti faccio tanti augurissimi di buon natale
a te e atutti gli amici del forum :clap:


in quanto ai politicanti poi .. ho trovato una vecchia canzone di Modugno che lio descrive alla perfezione
Domenico Modugno - Malarazza (2013) - YouTube
 

tontolina

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Cronache


Ilva, nuovo mandato d'arresto per Fabio Riva


Mercoledì, 22 gennaio 2014 - 09:04:00

Nuova ordinanza di custodia cautelare a carico di Fabio Riva, uno dei figli di Emilio Riva, ex patron dell'Ilva, nell'ambito dell'inchiesta milanese coordinata dal procuratore aggiunto Francesco greco e dai pm Mauro Clerici e Stefano Civardi. Fabio Riva si trova a Londra dal gennaio dell'anno scorso dopo che era stata dichiarata la sua latitanza perche' non rintracciato sulla base di un mandato di arresto europeo.

Ieri la discussione in aula ha riguardato soprattutto l'emergenza ambientale dei Comuni campani, oggi invece si entrera' nel merito delle questioni del siderurgico di Taranto per il quale il decreto legge delinea due percorsi.

A Fabio Riva viene contestata una truffa ai danni dello Stato per circa un centinaio di milioni di euro alla quale avrebbero contribuito altre due persone arrestate, un professionista residente in Svizzera e un dirigente della Riva Fire. I pm hanno iscritto nel registro degli indagati per questo nuovo capitolo giudiziario sull'acciaieria anche l'Ilva, accusata di violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilita' amministrativa degli enti per reati commessi dai dipendenti. I finanzieri hanno effettuato sequestri per decine di milioni di euro.

Il primo attiene il potere del commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, di aumentare il capitale sociale dell'Ilva partendo dai Riva, che sono la proprieta' dell'azienda, ma anche estendendolo, in caso di rifiuto degli stessi Riva, a investitori terzi oppure utilizzando le risorse che agli industriali dell'acciaio hanno sequestrato i giudici di Milano per reati valutari e fiscali. Il secondo percorso, invece, riguarda le misure di prevenzione ambientale e di tutela della salute delle popolazioni esposte alle fonti inquinanti nelle due aree territoriali.
 

tontolina

Forumer storico
SEL non è più Ecologista ma ....

Amianto in arrivo dalla Sicilia al Salento: scoppia la polemica


Venerdì, 24 gennaio 2014 - 15:05:00

Quello tra Galatone e Nardò è uno dei più bei litorali non solo del Salento ma di tutta Italia.

E che cosa hanno pensato bene di fare i nostri politici?

Farlo diventare una discarica con l'arrivo di una nave carica di 25 mila tonnellate di amianto. Scoppia la polemica. Proprio la Puglia, una regione che dovrebbe esaltare la slow life e lo sviluppo sostenibile, continua a essere trattata come una pattumiera. Il tutto, almeno per ora, sotto il silenzio del governatore e leader di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola...
E' in arrivo sulle coste del Salento una nave carica di amianto. Anche se per il momento c'è solo la richiesta di un'agenzia marittima indirizzata alla Capitaneria di porto di Gallipoli, i comuni sullo Ionio sono già in allarme. Nessuno vuole una nave carica di amianto. Nei prossimi giorni, infatti, nel porto di Gallipoli potrebbe attraccare una nave proveniente dalla Sicilia con 25mila tonnellate di amianto.

Secondo le poche notizie trapelate il carico dovrebbe essere trasportato e smaltito presso la discarica della Ditta R.E.I., in contrada ‘Castellino’ tra Galatone e Nardò ed autorizzata sin dal 2009 per i rifiuti inerti e dal 2011 per l’amianto. l primo cittadino ritiene che è necessario "porre in essere tutte le attività di controllo e di verifica del caso, sia all’interno dell’area portuale, sia durante la fase del trasporto fino alla discarica, sia per lo smaltimento all’interno della stessa".

Per il sindaco di Galatone, Livio Nisi è necessario verificare la compatibilità del materiale di rifiuto, nonché le reali quantità da smaltire – in considerazione di quanto in generale previsto negli atti autorizzativi ed in particolare rispetto alle “prescrizioni generali sul conferimento” – tenendo presente la capienza della discarica per come autorizzata.


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e pensare che i tedeschi sanno rendere inerte l'aminato portandolo ad una temperatura altissima e noi in Italia siamo poco Ecologisti e amiamo inquinare il bel territorio del mondo.
 
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tontolina

Forumer storico
e per fortuna che SEL dice di essere un partito ecologista...

Taranto: dopo l’amianto, processo alla diossina. Storia di una ribellione


di Alessandro Marescotti | 24 maggio 2014

Quando ieri i vertici Ilva/Italsider sono stati condannati per l’amianto, ho avvertito dentro di me la fiducia che ce la potremo fare anche nel nuovo processo Ilva. Se riusciremo a disinnescare i pericoli contenuti nel disegno di legge sui reati ambientali, la giustizia farà il suo corso.

Taranto sta diventando il banco di prova nazionale della giustizia ambientale. Ed è il laboratorio sociale di una lotta che ha messo assieme la passione civile e la competenza scientifica.

A Taranto la diossina ha contaminato per anni il territorio e il mare senza che nessuno dicesse e misurasse nulla. Ancora oggi gli enti locali – dal Comune alla Regione - non hanno messo nero su bianco chi è stato ad inquinare i pascoli e i quartieri.Nel quadro desolante di questi anni sono stati i cittadini a riempire il vuoto delle istituzioni e a sostituirsi alla loro ignavia che a volte è sconfinata nella complicità con gli inquinatori.
Nel 2008, mentre la Regione non aveva portato in Procura alcun dato utile ad avviare le indagini, PeaceLink forniva i primi dati della contaminazione della catena alimentare. Da lì è partita l’inchiesta che sta per trasformarsi nel più grande processo nazionale per disastro ambientale.

Vorrei raccontare un retroscena di questa storia. La prima perizia ordinata dalla magistratura per individuare la fonte della contaminazione da diossina è stata un flop. La perizia “assolveva” l’Ilva o per lo meno non dichiarava esplicitamente che fosse la fonte inquinante. Chi l’ha coordinata è ora finito sotto inchiesta per accertati contatti con l’Ilva. La Procura ha dovuto far pedinare un suo perito.
Ebbi allora il sentore che saremmo stati sconfitti se non avessimo preso l’iniziativa e se tutto fosse rimasto nelle sole mani dei primi esperti della Procura.
Gli attivisti di PeaceLink e dell’AIL (Associazione Italiana Leucemie) di Taranto decisero di incontrarsi con gli allevatori e di passare all’azione. Nacque così la decisione degli allevatori di diventare nostri alleati.

A guidarli fu Vincenzo Fornaro, un giovane dalle idee chiare e molto combattivo.
Grazie a lui si costituirono parte offesa nell’incidente probatorio. Noi li aiutammo a disporre dei dati decisivi per ribaltare la prima perizia che aveva “assolto” l’Ilva.
Vincenzo Fornaro presentò così una perizia di parte, firmata dal dottor Stefano Raccanelli, uno dei chimici italiani più esperti in diossina. Quella perizia diceva chiaro e tondo che la diossina che aveva contaminato i pascoli proveniva dall’Ilva. La Procura sostituì i primi periti (due dei quali sono stati indagati) e ne nominò degli altri che giunsero alle stesse conclusioni della perizia firmata dal dottor Stefano Raccanelli e presentata in tribunale da Vincenzo Fornaro.

A Fornaro, le cui pecore e capre erano state abbattute perché contaminate da diossina, va il merito di aver rappresentato nell’incidente probatorio la volontà di riscatto di un’intera comunità. I dati raccolti erano così schiaccianti che gli esperti dell’Ilva non li hanno neppure contestati nel contraddittorio, come pure era loro diritto.
Vincenzo Fornaro sta oggi lottando per riconvertire la sua masseria piantando canapa nell’ambito di un progetto scientifico di disinquinamento.
Quando ripenso a questa lotta, fatta di chimica e di passione civile, coltivo la concreta speranza che la sentenza di ieri sull’amianto sarà replicata nel nuovo processo sulla diossina. Ieri per l’amianto, oggi per la diossina.
 

tontolina

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