SAREBBE IL COLMO SE A CARNEVALE CI TOGLIESSERO LE MASCHERINE (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
:d:
Buona settimana a tutti:)
Mentre a Roma lavorano alacremente e senza sosta :ordine::rolleyes:... io mi sono finalmente fatta un giretto in montagna (solito giretto annuale in Val Varaita). Giornata splendida.. al cospetto del Monviso... tuuuuuuutta la pianura padana (oggi si vedevano persino le Alpi lombarde :eek:)
IMG_20210131_115716-1.jpg
Panorama 01-1.jpg
Panorama 02-1.jpg
IMG_5654-11.jpg
IMG_20210131_125043-1.jpg
Panorama 04-1.jpg
Panorama 07-1.jpg
Panorama 08-1.jpg
 
Ultima modifica:

Val

Torniamo alla LIRA
Intervenuto a TeleLombardia, il leader della Lega ha così commentato:

“Se ti dicono che i dati scientifici ti permettono di uscire perché il contagio è tornato a livelli di mesi fa, la gente esce.
La gente non ne può più, inizia a prendere gli psicofarmaci, inizia ad arrabbiarsi. Non se la prendano con i cittadini se fanno due passi".

Sono state infatti molte le polemiche arrivate in seguito a immagini e video di persone
che hanno letteralmente preso d’assalto le vie dello shopping, complici anche le giornate di sole in diverse città,
nonostante ieri i ristoranti e i bar fossero ancora chiusi ai clienti.

"Non rompete le scatole alla gente, che dopo due mesi chiusa in casa, vuole fare due passi" ha continuato Salvini.

"Oggi torniamo in zona gialla, finalmente dopo settimane di sacrificio.
Ho letto su qualche giornale che c'è il processo alla gente che è uscita perché c'era bello. Lasciateli vivere".


Sabato scorso la tanto sognata zona gialla non era ancora iniziata,
stranamente è entrata in vigore da oggi e non dalla domenica,
che già si era scatenato un diluvio di polemiche riguardanti gli assembramenti.

Con il ministro della Salute Roberto Speranza che aveva tenuto a sottolineare,
quasi per spaventare la popolazione, che serve ancora la massima prudenza,

“se non vogliamo tornare indietro rispetto ai passi avanti delle ultime settimane" .

In poche parole, fate i bravi bambini o tornate arancioni o rossi e vi richiudo tutto.



Subito gli aveva fatto eco anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico,
che aveva tenuto a sottolineare il rischio assolutamente reale che la curva schizzi rapidamente verso numeri difficilmente gestibili.

E intanto a Milano, i Navigli e il centro hanno ripreso un po’ di vita.

Così come a Roma, dove sono anche fioccate delle multe nella serata di sabato a causa di assembramenti nella zona della movida.

E a Napoli, dove sono state 44 le persone sanzionate.


Non c’è da stupirsi, la gente è stanca e ha voglia di uscire e respirare.
Ovviamente, sempre mantenendo le distanze e utilizzando le mascherine.
 

Val

Torniamo alla LIRA
E basta con questo terrorismo, basta criminalizzare chi esce a fare una passeggiata,

poi ci lamentiamo dei suicidi anche di bambini costretti a non poter socializzare e giocare con coetanei.

Hanno chiuso ristoranti, teatri , musei senza una ragione logica.

La colpa è anche dei giornalisti, che appena vedono 2 persone vicine terrorizzano,

o vigili e/o polizzia che multano fidanzati che si baciano o handiccappati che si vogliono riparare dal freddo,

solo per dimostrare il loro potere.


Attenzione che a tirare troppo la corda prima o poi si rompe.

FINITELA CON QUESTO TERRORISMO.
 

vetro

valgo zero ma non sono scemo
E basta con questo terrorismo, basta criminalizzare chi esce a fare una passeggiata,

poi ci lamentiamo dei suicidi anche di bambini costretti a non poter socializzare e giocare con coetanei.

Hanno chiuso ristoranti, teatri , musei senza una ragione logica.

La colpa è anche dei giornalisti, che appena vedono 2 persone vicine terrorizzano,

o vigili e/o polizzia che multano fidanzati che si baciano o handiccappati che si vogliono riparare dal freddo,

solo per dimostrare il loro potere.


Attenzione che a tirare troppo la corda prima o poi si rompe.

FINITELA CON QUESTO TERRORISMO.

e questa allora che dire?
blitz contro pericolosissime persone.....che si stavano curando gli acciacchi...... età media 60 anni... più demenziale di così:mad:

 

Val

Torniamo alla LIRA
L’influenza cinese ci sta aiutando a vedere come potrebbe essere il nostro futuro,

quando il lavoro verrà svolto dalle macchine e dai robot

mentre ai cittadini verrà dato un reddito minimo di sussistenza (MINIMO SUSSISTENZA), detto anche pasto gratis.


I grillini e i loro simili lo vedono come l’eldorado, perché – dicono loro – se noi non possiamo più lavorare (non vedono l’ora),
perché saremo impegnati a evolverci culturalmente (lo dicono sul serio) allora chi comprerà le loro (dei produttori) merci?


Osserviamo la situazione a influenza cinese in corso:

attività ed aziende chiuse,

la maggior parte delle persone non lavora e non consuma,


quindi non può permettersi di vivere con più spesa di quella per la SUSSISTENZA.


Di contro i pochi distributori online si approvvigionano dall’unica economia pienamente in funzione: quella cinese.

Così in pochi si arricchiscono e tutti gli altri sopravvivono (ops, si sostentano) nella tristezza più totale,

senza avere nulla da fare se non rincoglionirsi sui social e su Netflix.



Addio negozi, c’è Amazon
;

addio aziende, c’è la Cina


quindi addio lavoro.




Adesso ipotizziamo di essere fra vent’anni :

I robot hanno sostituito l’uomo nella maggior parte dei lavori.

I pochi produttori sono in grado di fare tutto
da soli.

Detengono le tecnologie, quindi il potere assoluto.


Niente negozi, c’è Amazon (o surrogato);

addio aziende, ci sono i monopolisti della produzione automatizzata


quindi addio lavoro.


Che differenze dovrei notare?



In quel tempo gli uomini credevano che le macchine si fossero impadronite del mondo.


Le macchine facevano tutto, producevano ed organizzavano ogni cosa, gli avevano rubato il lavoro, prendevano decisioni.

In alcuni casi avevano sostituito gli umani nel ruolo degli umani,
da quanto poco valevano quei soggetti che era necessario sostituire in tutto e per tutto purché non facessero danni.

Le macchine erano al centro di tutto.


I diritti che appartenevano agli uomini, non erano certo passati alle macchine;

ma non potevano neanche essere esercitati contro le macchine.



Del resto le macchine non ricoprivano ancora nessuno status giuridico.

I diritti avevano semplicemente cessato di esistere.


Le aziende in cui i robot lavoravano, erano dirette da altre macchine.

Provvedevano a tutto loro.

Cibo, vestiario, arredi e divertimenti.


A cosa servono i diritti in un mondo così?


A tutto ciò che serviva provvedevano le aziende.

Le aziende automatizzate fornivano persino case ed alloggi ai loro consumatori, a seconda di quanto spendevano per loro.






Amazon costruirà case popolari



Erano state anche in grado di provvedere alla moneta per comprare quegli abiti,
affittare gli alloggi e svaghi che esse stesso producevano.

Le loro monete virtuali all’inizio erano state viste con molta diffidenza, persino prese per truffe,
ma poi con il declino delle monete degli Stati, i grossi gruppi di investimento – i cosiddetti mercati –
avevano disinvestito sulle vecchie valute e riversato ingenti somme su questo settore,
andando così a incidere positivamente sulla loro credibilità e sull’andamento del curve di mercato
esposte dai siti delle borse e dei giornali specializzati in finanza,
fino agli schermi di tutte le persone che così presero fiducia verso quelle monete.

Si erano in tutto per tutto sostituite agli Stati e ai governi.








Libra, la moneta digitale di facebook





E poi, in fondo, non avevano bisogno di cittadini, ma di consumatori.

Le città avevano perso i confini e i nomi, non c’erano frontiere da proteggere, perché tutto era regolato dai consumi.

Il potere era sovranazionale e si misurava con la capacità di offrire servizi e in segmenti di clientela.

Come oggi valgono di più i like, in quel tempo contava di più chi aveva più clienti che utilizzavano la loro moneta privata.

Per imporre le proprie valute, le aziende ricorrevano a vari stratagemmi basati sia sulla concorrenza tra gruppi commerciali,
sia riservando offerte e prodotti esclusivamente riservati ai propri dipendenti.

Questi si trovavano sui gradini più bassi della catena produttiva,
laddove lo sviluppo della robotica non giustificava investimenti significativi
perché non era richiesta particolare efficienza ed il costo della manodopera era sufficientemente basso da non incidere sul prezzo delle merci.

Dunque ciascuno aveva la propria tessera per gli acquisti nella specifica valuta; ovvero di uno specifico gruppo aziendale.



Consumi riservati solo ai propri dipendenti.




I più ricchi, cioè quelli che possedevano più tessere per i consumi,
marchiate da differenti aziende, avevano la capacità di consumare presso più brand.

E dato che con la medesima tessera ci si poteva spostavare sui mezzi di trasporto
ed andare più o meno distante, essere ricchi significava potersi muovere più liberamente e viaggiare.


La geografia si esprimeva sugli assi cartesiani in base a coordinate.


Dunque i tribunali erano stati sgravati dall’onere di difendere assurdi ed obsoleti diritti.

Si occupavano di gestire le beghe contrattuali e le giurisdizioni dei vari poteri commerciali.


Complessi algoritmi avevano sostituito giudici e corti.

Gli esiti delle cause erano decisi con complessi calcoli svolti da altre macchine
che emettevano giudizi tanto rapidi quanto precisi da non essere appellabili, perché matematicamente corretti.


Del resto contratti erano smart, ovvero basati sulla blockchain,
un sistema decentralizzato e autogestito dietro cui non vi era alcuna manipolazione dell’uomo,
quindi facilmente gestibili anche sotto il profilo giuridico.


Le macchine erano al centro di tutto


In quel mondo avevano fatto una perfetta pulizia di tutta la burocrazia.

Una volta le chiamavano riforme.


Insomma tutto era automatizzato e perpetuo, poiché,
come le pareti dei palazzi erano state progettate per mantenere costante il punto di colore
stabilito da un algoritmo cui spettava il rispetto delle norme sulle corrette gradazioni di colori,
armoniosamente coordinate tra di loro, così la legge si applicava in maniera automatica saltando i vecchi processi.

Grazie all’algoritmo giusto.

Tutto era immutabile, costante e rassicurante.

Un mondo ideale.

Senza la fatica del lavoro, senza il tedio degli ignoranti che votavano male.

Senza il tedio degli istruiti che votavano anche peggio.

Anche il programma politico-organizzativo era stato ceduto all’efficienza dei calcoli svolti dagli algoritmi.


Credevano che fossero state le macchine a togliergli la democrazia, il lavoro, la libertà, il potere.


Invece era solo successo che, attraverso le generazioni

avevano perso la memoria del fatto che le macchine non gestivano il potere.


Il potere lo avevano quei pochi che quelle macchine le possedevano.


Gli stessi a cui i loro progenitori avevano consegnato le vite

(convinti che anche dietro alla blockchain davvero non ci fossero sempre loro),

in cambio, non della libertà, ma del diritto alla sussistenza.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Oggi termina il periodo natalizio.

Cerchiamo di capire cos’è e cosa rappresenta la Candelora:

si tratta, com’è noto, della famosa ricorrenza che celebra, il 2 febbraio,
la presentazione di Gesù al Tempio dopo 40 giorni dalla sua nascita,
dove Simeone si accorge che è lui la luce della rivelazione.

Il suo nome deriva da “candelorum“, benedizione delle candele,
perché in questa speciale occasione vengono benedette le candele che simboleggiano Cristo,
inteso come luce che illumina le genti.


Ma in realtà la tradizione è più antica, già celebrata in una forma diversa in Oriente
e anche nell’antica Roma e in varie parti d’Europa, poi assorbita dal Cristianesimo.


La Candelora, come premesso, cade il 2 febbraio ed è preceduta dai cosiddetti giorni della merla,
che corrispondono al 29, 30 ,31 gennaio.

Sono chiamati della merla perché una delle tante leggende che li riguarda,
racconta che il 28 di gennaio un merlo, dopo aver resistito al mese più freddo dell’anno, gridò al cielo:
Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno”.

Una bestemmia che Gennaio non gradì e a cui rispose con una vendetta,
prestando 3 giorni di freddo a febbraio, che li rese ancora più gelidi.


Ecco, la Candelora, arriva proprio in quel febbraio freddissimo, e coincide con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.


La Candelora viene anche chiamata in alcune regioni, tra cui il Piemonte, “Giorno dell’orso“,
perché la leggenda racconta che l’orso si sveglia dal letargo e uscendo fuori dalla tana
valuta se il tempo è abbastanza buono per uscire definitivamente.

A Mentoulles nel periodo di Carnevale si usava far vestire un uomo da orso e farlo schernire e bastonare
mentre vagava per le strade tirato da una catena o da una corda.

In Puglia l’orso ballava la tarantella mentre girovagava per le strade del paese.

E feste simili si ritrovano in molte altre località,
anche perché questo animale simboleggia la forza primitiva della natura che in inverno va in letargo e si risveglia in primavera.


Nella tradizione celtica la Festa della Candelora corrisponde alla Festa di Imbolc, che però si festeggia il primo febbraio.
Si tratta della festa della luce, che pian piano torna a risvegliarsi sebbene sia ancora inverno.
Una vera e propria rinascita.


Nella cultura popolare sono molti i proverbi che riguardano la Candelora
e secondo alcuni di essi, in base al clima che la caratterizza,
è possibile ipotizzare come sarà la seconda parte dell’inverno e quando finirà.

Forse perché, stando a metà tra inverno e primavera, si ipotizzava potesse fornire informazioni sul tempo futuro, ma non è ben chiaro.


Uno dei proverbi più famosi recita:

Madonna della Candelora| dell’inverno sèmo fòra| ma se piove o tira vento,| de l’inverno semo ancora dentro.”

Quindi se in questo giorno il tempo è brutto, l’inverno continua, se è bello finisce.


Tuttavia esiste un altro detto che sostiene esattamente il contrario,
Per la Santa Candelora| se nevica o se plora| dell’inverno siamo fora,| ma se l’è sole o solicello| siamo sempre a mezzo inverno’‘.


Nel nord-est, per la precisione a Trieste, in Friuli Venezia Giulia,
si va dicendo che la Candelora caratterizzata da sole e bora indica la fine dell’inverno,
mentre se ci sono pioggia e vento, l’inverno continua:
‘Se la vien con sol e bora| de l’inverno semo fora.| Se la vien con piova e vento, |de l’inverno semo drento.”


Per i bolognesi il giorno della Candelora, se è soleggiato, predice ancora un mese di inverno,
Al dé dl’Inzariôla, o ch’al naiva o ch’al piôva dal invêren a sän fòra, mo s’ai é al suladèl a in arän anc pr un msarèl“,
ovvero “Il giorno della Candelora, che nevichi o piova, dall’inverno siamo fuori, ma se c’è il sole ne avremo ancora per un mesetto“.


A Foggia il detto popolare afferma che se non piove alla Candelora, allora l’inverno finisce,
Se p’a Cannelore ne chòve ‘u virne se ne more” ovvero: se nella Candelora non piove, l’inverno muore.”



Insomma, tra un detto e l’altro si dice tutto e il contrario di tutto!
 

Users who are viewing this thread

Alto