SALVINI FONDERà UN NUOVO PARTITO? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Bossi ha distratto molti milioni ma il Giudice ordina il sequestro di 49 mil dalle casse della Lega ma NON a BOSSI e BELSITO

per me la Lega di Salvini è parte lesa ma questo poco importa ...
la Lega non è il PD
della serie: quando le sentenze sembrano molto addomesticate e antidemocratiche


[La polemica] La Lega non ha rubato 49 milioni e ridurla sul lastrico è un danno alla democrazia
Chiedere alla Lega la restituzione di 49 milioni (che non potrà mai pagare) significa di fatto bloccare la sua attività politica. Senza escamotage, infatti, il partito non avrebbe soldi nemmeno per stampare un manifesto. Ecco perché questo sequestro implica un problema di agibilità democratica che bisogna porsi. Un dubbio: cosa sarebbe accaduto se tale intimazione fosse stata rivolta al Pd? o a Berlusconi?
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di Luca Telese, editorialista
Dove sono finiti i famigerati “49 milioni” della Lega?
E soprattutto: sono davvero “49 milioni” i soldi che devono essere restituiti dopo le sentenze?
Ma soprattutto: è giusto che il partito di Salvini subisca un pignoramento di tutte le sue entrate passate, presenti e future?
Avevo già scritto di questa vicenda, in giorni non sospetti, (cioè prima della sentenza della Cassazione).
Sono convinto che questo sequestro non sia giusto, che questo provvedimento possa produrre delle conseguenze enormi per tutto il sistema, e vorrei spiegare perché intorno a questa inchiesta aleggiano molti misteri e stanno prendendo corpo tante balle mediatiche.


Premessa. Sono reduce da una lunga intervista con Matteo Salvini (quasi un duello), durante In Onda su La7. Nel corso di quella puntata - ad un certo punto - il leader della Lega ha sbottato e si è persino messo a prendere in giro me e David Parenzo con una punta di sarcasmo malizioso: “Siete due conduttori comunisti!”.
Gli ho ricordato che lui era “un giornalista leghista” e che le domande non sono leghiste o comuniste, ma semplicemente domande.
Salvini in quell’occasione ha accettato di farsi bombardare da una pioggia di domande senza rete, ma quando gli abbiamo mostrato le foto dei bambini morti in mare e l’intervista di una militante leghista a Pontida (secondo cui si trattava non di corpi ma “di bambolotti”) il leader del Carroccio si è arrabbiato.
È un suo diritto, proprio come il nostro, che è quello di non trattarlo con deferenza, di chiedergli conto - anche - degli effetti che le sue parole hanno (o possono avere) sul suo elettorato o sull’opinione pubblica.


Tuttavia sono convinto che si possa essere molto distanti dalle idee della Lega, ma che non per questo si debba gioire per la sentenza della Cassazione che potrebbe portare alla chiusura del partito.
Anzi: tifare per il sequestro perché non si è d’accordo con la Lega è una pessima idea che può produrre gravi danni alla dialettica democratica, un ennesimo grave esempio di doppiopesismo all’italiana.
Le questioni importanti, per capire questa vicenda dei soldi del carroccio sono semplici, infatti, e sono due:
1) può il partito di Salvini continuare la sua attività politica se dovrà consegnare qualsiasi contributo economico dovesse entrare (anche in futuro) nelle sue casse? Risposta: ovviamente no, visto che non esiste più nemmeno il finanziamento pubblico.
Chiedere alla Lega la restituzione di 49 milioni (che non potrà mai pagare) significa di fatto bloccare la sua attività politica. Senza escamotage, infatti, il partito non avrebbe soldi nemmeno per stampare un manifesto. Ecco perché questo sequestro implica un problema di agibilità democratica che bisogna porsi.

Perché non si è fatto lo stesso con il Pd?
Un dubbio: cosa sarebbe accaduto se tale intimazione fosse stata rivolta al Pd?
Risposta: avremmo avuto manifestazioni di protesta in strada, e probabilmente a ragione.
Anche il Pd (come la Lega) è stato truffato da un suo senatore - Luigi Lusi - che secondo i pm quando era tesoriere della Margherita aveva sottratto 27 milioni di euro. In quel caso la sentenza aveva considerato il partito “parte lesa”, in questo caso lo considera di fatto “complice”. C’è una bella differenza, e infatti il sequestro diventa punitivo, mentre nel caso Lusi i magistrati imposero la restituzione dei beni sequestrati al partito.

Ed ecco la seconda questione 2) La Lega deve restituire 49 milioni che ha “sottratto” all’erario. Ma ha davvero “rubato” quella cifra? Molti leggendo sommariamente i resoconti si sono convinti che secondo i giudici di Genova e secondo la Cassazione che da loro ragione sul provvedimento di sequestro (manca ancora il giudizio del tribunale del riesame, quindi il provvedimento non è esecutivo) deve farlo perché sono stati “rubati” effettivamente 49 milioni di euro. Risposta: non è così. Bossi e Belsito sono condannati per aver gonfiato i rimborsi, ma 49 milioni sono il totale dei rimborsi percepiti, comprendendo in questo totale sia i fondi che lecitamente dovuti che gli alti , prodotti dalla truffa. C’è una bella differenza.

Molti partiti ormai senza fondi
Infine il nodo decisivo della mancata costituzione parte civile. Durante il primo processo, la Lega si era costituita come parte lesa contro Bossi e Belsito. Poi, quando i due tronconi del del procedimento penale se non divisi, aveva smesso di farlo.
Può bastare questa mancata scelta per spiegare un giudizio più severo?
Può essere l’indizio di una collusione tra la nuova lega di Salvini e la vecchia di Bossi?
In primo luogo bisogna dire che questo gesto non impedisce alla Lega di chiedere un risarcimento del danno. Ma poi bisogna aggiungere che questo passaggio è un punto decisivo, in cui la politica, offre una spiegazione totalmente diversa dalle carte bollate. Salvini non si è costituito contro Bossi, non perché il quel momento fosse suo amico, ma proprio perché in realtà il Senatùr era in quel momento il suo principale nemico politico nel partito. Siccome i due si stavano dando battaglia nella Lega (come è noto Salvini ha stravinto) se il nuovo leader avesse combattuto Bossi anche con gli strumenti giudiziari, lo avrebbe trasformato in una vittima. Ha scelto invece (e con successo) un doppio binario: ti rispetto come fondatore del movimento, ma ti combatto sul piano politico. Ecco perché questo giudizio diventa un precedente importante. Un caso che ancora una volta - è in questo mi rendo conto di essere controcorrente - getta la luce sulla ricchezza passata e sulla povertà presente dei bianco dei partiti. Forza Italia in profondo rosso, il Pd quasi in bancarotta, la Lega senza un euro in cassa e inseguita dai pignoramenti, la Sinistra costretta a licenziare i sui dipendenti. Davvero pensiamo che la democrazia possa funzionare così?

6 luglio 2018
 
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
La Lega rischia di dover restituire 49 milioni di euro allo Stato
A causa della condanna a Bossi e Belsito per la truffa sui rimborsi elettorali: se la condanna diventerà definitiva, il partito rischia la bancarotta


Lunedì il tribunale di Genova ha condannato per truffa ai danni dello Stato il fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi, e l’ex tesoriere del partito, Francesco Belsito, oltre ad altri tre dipendenti del partito e due imprenditori coinvolti nello scandalo dei rimborsi falsi che nel 2012 coinvolse il partito e la famiglia Bossi.
Ma c’è una decisione ancora più grave per il futuro del partito: il tribunale ha deciso di procedere alla confisca di 49 milioni di euro al partito, a titolo di risarcimento per i rimborsi ingiustamente riscossi nel periodo 2008-2010.
«Mi viene da ridere», ha detto al Corriere della Sera l’attuale segretario Matteo Salvini. «Al massimo possiamo pagare 49 euro».

Secondo l’ultimo bilancio del partito, chiuso pochi giorni fa, la Lega Nord ha a disposizione liquidità per appena 165 mila euro, beni patrimoniali per 5 milioni e 671 mila euro, soprattutto sotto forma di immobili come le sedi di partito, mentre i debiti sono pari a 1 milione e 569 mila euro. A causa di questa situazione, la Lega ha licenziato cinque dipendenti, che sono passati così da 34 a 29, per i quali ha chiesto la cassa integrazione anche per il 2017 (lo erano già dal 2016).


Per la Lega Nord la fortuna, diciamo, è che – come scrive sul Corriere della Sera Luigi Ferrarella – «la confisca, essendo in primo grado, non è immediatamente esecutiva». La Corte Europea ha infatti stabilito nel 2013 che le confische non possono avvenire se non in seguito a una sentenza di condanna definitiva.
La condanna, che potrebbe mandare in bancarotta il partito, non sarà esecutiva fino al termine del processo di Cassazione, che potrebbe richiedere ancora un paio di anni.

Nel frattempo è probabile che Bossi e Belsito riescano a beneficiare della prescrizione, che cancellerà le loro condanne. Ferrarella precisa però che questo scenario non migliora molto le prospettive per la Lega Nord. La Cassazione, infatti, ha stabilito in una sentenza precedente che la prescrizione non cancella la confisca del profitto ingiustamente conseguito. In altre parole l’unica possibilità per la Lega Nord per evitare il rimborso è che Belsito e Bossi vengano assolti o che la sentenza di appello riduca di molto l’importo della confisca.

Le possibilità che la Lega Nord riesca a trovare anche soltanto una decina di milioni di euro sembrano infatti piuttosto scarse. Come tutti i partiti, anche quello guidato da Salvini si trova in grosse difficoltà economiche a causa dell’abolizione dei rimborsi elettorali nel dicembre 2013, durante il governo Letta. Per i partiti è stato un cambiamento epocale.
Come ricorda oggi Sergio Rizzo su Repubblica, in precedenza il rimborso elettorale (calcolato sul numero di voti raccolti da ogni partito alle elezioni politiche) era così ampio da coprire più che ampiamente non solo le spese per le campagne elettorali, ma anche la gestione quotidiana della complessa macchina amministrativa dei vari partiti.

Nel 2008, le spese elettorali dichiarate [dalla Lega Nord] erano però salite a tre milioni e mezzo e i rimborsi, per l’intera legislatura, tenetevi forte, a quasi 38 milioni.
I partiti nuotavano nell’oro.
Tutti.
Rifondazione comunista dichiarò di aver investito in campagna elettorale 2,7 milioni, per incassare 35 milioni e mezzo di rimborsi.
Mentre il Partito democratico spendeva 18,4 e intascava 180,2
e il Popolo della libertà di Silvio Berlusconi stracciava ogni record, con una spesa monstre di 68,4 milioni che però gli avrebbe fruttato rimborsi per 206,5.

Dalla fine del 2013 il sistema dei rimborsi è stato gradualmente sostituito dalle donazioni volontarie.
Oggi tutti i cittadini possono decidere di versare lo 2 per mille della loro IRPEF ai partiti politici (se siete interessati a versare il vostro 2 per mille alla Lega Nord, il sito ufficiale della campagna si chiama www.duepermilleruspa.com). Si tratta pur sempre di un finanziamento pubblico, visto che anche quel 2 per mille sono soldi che spetterebbero allo stato, ma, visto che pochissime persone decidono di donare ai partiti, le risorse raccolte sono diminuite enormemente. La Lega, ad esempio, nel 2016 ha ricevuto dal 2 per mille poco più di 1,4 milioni di euro, cioè circa un quinto di quanto riceveva prima dell’abolizione del rimborso elettorale.
 

tontolina

Forumer storico
"Oggi rischia di essere bloccato, per via giudiziaria, un Partito votato da milioni di italiani. Né mi stupiscono le voci su una possibile resurrezione di Renzi, in un nuovo Partito ‘finanziato da Soros’ con la Bonino, Tabacci, la Lorenzin…”

Pubblicato: Lunedì, 09 Luglio 2018 15:18
Postato da Vincenzo Bellisario
“Oggi rischia di essere bloccato, per via giudiziaria, un Partito votato da milioni di italiani. Né mi stupiscono le voci su una possibile resurrezione di Renzi, in un nuovo Partito ‘finanziato da Soros’ con la Bonino, Tabacci, la Lorenzin…”


Segue un articolo dal titolo “Carpeoro: fermare la Lega, giudici brutali e intellettuali servi”,pubblicato da “Libreidee”: Carpeoro: fermare la Lega, giudici brutali e intellettuali servi | LIBRE

“Libreidee”:
«Ora la campagna mediatica contro Salvini coinvolge anche il mondo dello spettacolo, con il discusso appello su “Rolling Stone”? Il problema di fondo è che la cultura italiana è fatta di meretricio intellettuale. Uno firma e fa i girotondi perché “fa bello”, giova alla carriera e giova all’immagine aggregarsi nel politicamente corretto. I cosiddetti artisti e intellettuali italiani hanno voglia di omologazione, hanno voglia di essere branco. Ed è esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere un intellettuale o un artista. Io lo trovo l’esempio della gregarietà del mondo culturale, intellettuale e artistico italiano.
Questo è un paese di moralisti, non è un paese di morale. La maggior parte di quelli che fanno la morale agli altri, se vai a guardare a casa loro, scopri che fanno di peggio.
A livello nazionale è partita la guerra contro Salvini.
Non che la Lega non debba risarcire la somma che è stata stabilita (in primo grado).
A ingenerare sospetto è la fretta.
Una sentenza di primo grado che condanna un partito a rifondere 49 milioni di euro mi desta un po’ di perplessità per la cifra. Mi sembra un po’ alla carlona il fatto che tutti i rimborsi elettorali debbano essere sostituiti, e mi sembra di ricordare che il merito di quel provvedimento fosse di gran lunga inferiore a queste cifre.
Il problema è che è stata resa esecutiva la decisione di primo grado, e che – cosa che non fanno quasi mai – i magistrati hanno deciso di dare a queste esecuzioni delle modalità piuttosto brutali.
Che succede, se ad un partito sequestri tutti i conti bancari e anche i rimborsi correnti?
Se gli esponenti precedenti della Lega hanno mal disposto dei rimborsi, ciò non significa automaticamente che l’intero partito debba essere ritenuto responsabile. Probabilmente lo stesso partito è una parte lesa nei confronti di costoro.
Quindi a me sembra che una vicenda affrontata con questa brutalità e con questa fretta, molto sospetta, voglia mettere in ginocchio il partito della Lega.
Da parte mia, non ho alcuna simpatia, per la Lega: se avesse perso le elezioni non ne sarei stato rattristato.
Ma il problema è che le ha vinte, e questo oggi sembra quasi una colpa.
Come si è visto, il provvedimento giudiziario è stato deciso a pochissima distanza dalla vittoria della Lega, nonostante questa decisione (di primo grado) fosse esecutiva da tempo. Con molto zelo, invece, la magistratura ha deciso di realizzare un esecuzione a tempi di record. Ricordo che la Lega non difese le ragioni del diritto durante Tangentopoli, quando Craxi fu condannato a tempo di record, in un’Italia in cui i processi duravano vent’anni.
Questo è dunque un film già visto, che oggi vede la Lega passare da carnefice a vittima.
Io non gioisco quando il carnefice diventa vittima, perché per me le vittime sono tutte uguali.
E’ il meccanismo che mi preoccupa, il meccanismo per cui uno possa diventare vittima.
E’ un meccanismo che interessa tutti, ed è interesse della comunità che un individuo non diventi vittima, qualunque sia l’individuo, perché ognuno deve pagare le sue colpe.
Perché eseguire così brutalmente il sequestro dei conti correnti della Lega, immobilizzando l’intero partito?
Giustamente Salvini si lamenta, nonostante la tradizione del suo partito non lo legittimi, politicamente.
Fa bene Salvini a disegnare uno scenario antidemocratico: si blocca la vita di un partito, che teoricamente dopodomani deve chiudere, perché questo sequestro incombente riguarda tutti i soldi in ingresso – che la Lega non potrà più usare per finanziare la sua legittima attività politica.
Questo a me non sembra una cosa saggia, da parte della giustizia.
Mi sarebbe sembrato saggio aspettare il terzo grado di giudizio e comunque concordare, dopo il terzo grado, delle forme di rientro economiche per questo partito. In Italia, misure simili sono stati garantite a cani e porci, e invece questi pretendono 49 milioni sull’unghia, dalla Lega, dopo il primo grado di giudizio. Capisco che probabilmente gli scopi sono diversi da quelli della giustizia. Ed è un problema che si ripete, come se la giustizia fosse la foglia di fico dietro cui nascondersi: è ora di riconoscere che in Italia la giustizia è uno strumento, una variabile che incide profondamente sulla politica e sulla vita democratica, e questo a me non piace.
Attenzione: far sparire soldi sequestrati dalla magistratura configura un reato, ma presuppone l’accertamento del reato. Se io veramente li ho fatti sparire, quei soldi, tu – magistrato – hai modo di accertarlo, identificando anche i responsabili. Per certi aspetti hai anche la possibilità di scoprire dove sono finiti quei soldi, perché 49 milioni di euro non spariscono con la bacchetta magica. Se veramente sono spariti, sono scomparsi quasi in un’unica soluzione, perché il periodo sospetto è limitato a un tempo ristretto di attività criminosa. In effetti la procura di Genova ha aperto un’inchiesta. Siccome sul conto corrente della Lega non ci sono soldi, sarebbe giusto che – se questa inchiesta portasse alla conclusione che l’attuale dirigenza della Lega ha predisposto un piano criminoso per farli sparire – la giustizia fosse spietata, in questo senso. Il problema però è che tu non puoi darla per scontata, questa teoria, avendo solo aperto un’inchiesta. La giustizia non è fatta solo di leggi, è fatta anche di buon senso. Quindi, prima di immobilizzare un partito che prende milioni di voti, tu devi avere certezze – altrimenti può darsi, effettivamente, che in quel partito i soldi li abbiano fatti sparire i malversatori o che tu abbia sbagliato i conti, paralizzando – solo per i tuoi sospetti – un partito che prende milioni di voti.
C’è un evidente problema politico: certi magistrati fanno politica perché sanno che se assumono certe posizioni fanno carriera, col clima che c’è nel Csm, nella Corte Costituzionale e presso tutte le cariche istituzionali. Vorrei che ci fosse meno politica, nella magistratura, altrimenti lo Stato dovrebbe dire: “Sui magistrati non indagano magistrati”. La cosiddetta autogestione e indipendenza delle toghe diventa un valore minore, se i magistrati non sono effettivamente indipendenti, se non sono “terzi”. Perché mi dovrei fidare dell’indipendenza della magistratura come valore teorico se questa non si traduce anche in esercizio pratico? Io credo che se lo Stato “facesse lo Stato” il sistema attuale potrebbe funzionare bene, con qualche piccola modifica. Ma lo Stato fa davvero lo Stato? Noi abbiamo un presidente della Repubblica che ha inciso fortemente (e io sostengo che non poteva farlo) sulla stessa composizione del governo. Abbiamo una situazione in cui lo Stato non fa lo Stato. E perché dovremmo ritenere che la magistratura non abbia ripercussioni da tutto questo? Tant’è vero che Salvini non ha chiesto un colloquio col vicepresidente del Csm, tradizionale vertice operativo dell’organo. Prima di certe iniziative intraprese da Cossiga, il presidente della Repubblica era solo una figura onorifica e simbolica, in qualità di presidente del Csm. Era il vicepresidente a rappresentare il vertice.
Ora invece Salvini (giustamente, dal suo punto di vista) ha chiesto un colloquio direttamente al presidente della Repubblica, e non al vicepresidente del Consiglio Superiore. La verità è che abbiamo creato una Costituzione materiale che è diversa dalla Costituzione scritta, che è fatta di stereotipi, di cose che non sono scritte, di forzature fatte passare dando per scontato che quello costruito dai costituenti forse un sistema perfetto e non modificabile, come se i costituenti avessero detto “noi siamo Dio e facciamo le dodici tavole”. Ma i principi “perfetti” per una certa epoca possono rivelarsi imperfetti un’altra epoca. Così oggi rischia di essere bloccato, per via giudiziaria, un partito votato da milioni di italiani. Né mi stupiscono le voci su una possibile resurrezione di Renzi, in un nuovo partito “finanziato da Soros” con la Bonino, Tabacci, la Lorenzin. Gli italiani potrebbero “bersi” la nuova, ipotetica “verginità” di Renzi? E’ possibile, perché gli elettori si accontentano della “verginità” formale, non badano a quella sostanziale. E’ una mentalità italiana che è all’origine anche del successo degli attuali partiti: Lega e 5 Stelle hanno avuto successo facendo agli altri quello che adesso viene fatto a loro. Il successo degli attuali partiti ha le stesse radici, purtroppo, dell’insuccesso degli altri.»
 

tontolina

Forumer storico
Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, ha chiesto in via formale al ministro della Giustizia di pronunciarsi sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, pendente dal 2016. Il capo della procura piemontese aveva infatti aperto un fascicolo contro l’attuale capo del Viminale per vilipendio all’ordine giudiziario perché, il 14 febbraio 2016, durante un comizio a Collegno aveva definito “una schifezza” la magistratura.
Secondo l’articolo 290 del codice penale, Salvini rischia una multa che va dai 1.000 ai 5.000 euro.
Posizioni del genere si prendono e si mantengono solo in due casi:
A. quando non hai un cazzo da fare;
B. quando hai votato Pd e non riesci a mandare giù il boccone.
 

tontolina

Forumer storico
TRAVAGLIO, C’E’ POSTA PER TE – SAVIANO PUNGE IL DIRETTORE DEL ‘FATTO’, CHE AVEVA BACCHETTATO LO SCRITTORE PER AVER DEFINITO SALVINI 'IL MINISTRO DELLA MALA VITA': “DOVREMMO FORSE ACCETTARE LE PAROLE DI SALVINI PERCHÉ QUELLI CHE C'ERANO PRIMA ERANO PEGGIO? DA OGGI PER ME IL LEADER LEGHISTA DIVENTA IL CAGNOLINO DI PUTIN” – E TRAVAGLIO RISPONDE...
si salvini chi puo’-il botta e risposta tra saviano e travaglio

Lettera di Roberto Saviano al Fatto Quotidiano

Caro Marco, ho letto il tuo riferimento a me nel tuo editoriale di oggi e francamente non comprendo come quello che scrivi possa essere messo in relazione alle mie critiche a Salvini e al governo, anche se converrai che il primo è stato il governo in queste prime settimane.
Il tuo commento alla sentenza emessa nel processo trattativa, il racconto delle responsabilità accertate in primo grado, lo utilizzi per dirmi che erano quelli i ministri della Mala Vita e non Salvini?
Non capisco e non credo si tratti di una versione più paludata dell' inflazionato "e allora il Pd?".
Dovremmo forse accettare le parole e le azioni di Salvini perché quelli che c' erano prima erano peggio?
E davvero tu credi che il 4 marzo abbia rappresentato questo cambio epocale?
Sto leggendo con attenzione le inchieste del tuo giornale sull' inferno libico e sulle nefandezze della Guardia costiera di quello Stato in disarmo e mi sembra che tale sia l' orrore raccontato, che le parole di Matteo Salvini e dei ministri di punta dei 5stelle contro le Ong siano del tutto inaccettabili.
Ho l' impressione che i colpi inferti in queste poche settimane all' idea di Stato di diritto rappresentino una escalation che forse non tutti comprendono. E non regge neppure l' idea di Salvini cattivo, 5stelle buoni.

Toninelli ha mentito in maniera continuata sulla apertura/ chiusura dei porti e, cosa più grave, lo ha fatto con esseri umani sofferenti in mare. Credo sia evidente a tutti come Salvini sia nella totale disponibilità di Vladimir Putin, che condivide con Donald Trump il superamento dell' Europa, per finalità evidenti di spartizione. Lo afferma lui continuamente, non lo dico io. Purtroppo chi dovrebbe bilanciare (pia illusione) tutto ciò, continua a fare campagna elettorale, in maniera distinta sui temi, ma non nei modi.

L' altra sera mi è capitato di ascoltare il tuo vice, Stefano Feltri, intervistato su RadioUno, che affermava che con ogni probabilità Luigi Di Maio ha mentito sulla questione stime Inps. La cosa che però mi ha colpito di più dell' intervista è che Feltri, con ogni ragione, non si capacitava del fatto che Di Maio, pur di fare comunicazione, ha deciso di non difendere un provvedimento anche giusto, ma che ovviamente porterebbe a dei possibili (ma pare minimi) effetti collaterali. È questo il "cambiamento" cui dovremmo dare fiducia? Menzogne e poco coraggio? Francamente è un film già visto in più condito da un marketing asfissiante sulla supposta novità di un indirizzo politico che sconta la sconcertante invisibilità del presidente del Consiglio.

LA QUERELA DI SALVINI contro SAVIANO

A questo proposito, mi ha molto colpito il titolo dell' intervista che gli hai fatto nei giorni scorsi, "Ecco chi sono": non mi pare rassicurante che a distanza di settimane dal suo insediamento, sia lo stesso presidente a porsi il problema di dover spiegare lui chi è e ti posso assicurare che ancora oggi io non ho idea di chi sia e a chi risponda poiché lo si è visto sempre, e in maniera anche poco dignitosa, accucciarsi non appena richiamato all' ordine.
Però, su Salvini, voglio cogliere il tuo suggerimento, anche per evitare altre querele su carta intestata del ministero: da oggi per me il ministro della Mala Vita diventa il cagnolino di Putin.

Ai 5stelle la scelta di seguire il capo branco o essere qualcos' altro.
Ma perché ci riescano c' è bisogno di maggiore rigore, soprattutto da parte di chi negli anni ha dimostrato di saperlo fare con inflessibilità.



2. risposta di Marco Travaglio a Saviano per il Fatto Quotidiano


Caro Roberto, anzitutto riporto qui la mia frase che ha originato la tua lettera: "Caro Roberto Saviano, chi governa merita certamente le critiche più feroci. Ma prima dev' essere chiaro a tutti quali 'ministri (e governi) della malavita' hanno infestato l' Italia fino a quattro mesi fa". È la coda di uno degli articoli che ho dedicato alla sentenza della Corte d' Assise di Palermo sulla trattativa Stato-mafia.
Una sentenza che ti consiglio di leggere, da esperto appassionato di mafie come sei.
Tu mi domandi che cosa volevo dirti fra le righe. Forse che è sempre colpa del Pd? O che "dovremmo accettare le parole e le azioni di Salvini perché quelli che c' erano prima erano peggio"? No, volevo dirti semplicemente quello che ti ho scritto: le critiche a questo governo quando sbaglia, come a tutti i governi quando sbagliano, sono doverose. Ma, in tema di mafie, a questo governo nato due mesi scarsi fa non si può (ancora?) rimproverare nulla. Perciò non ho capito la tua definizione di Salvini "ministro della malavita".
E non perché io nutra simpatie per Salvini: il quale, prima di provarci con te, ha querelato per ben 7 volte me e il Fatto, uscendo sempre sconfitto (te lo dico perché hai ottime speranze di vincere anche tu).

Bensì perché sono anch' io preoccupato per le sue sparate razziste, le sue politiche xenofobe e i suoi rapporti con Putin, ma ancor più per la folla plaudente e tracimante che si assiepa sotto il suo balcone (o la sua ruspa). E temo che le tue denunce su quei temi escano non rafforzate, ma indebolite dall' attribuirgli condotte o relazioni malavitose.

Ci sarà tempo per analizzare la portata delle elezioni del 4 marzo che, grazie anche all' aventinismo folle e suicida del Pd, hanno partorito questo governo Frankenstein tra due forze molto diverse, capaci di produrre contemporaneamente misure "di sinistra" come il dl Dignità e "di destra" come quelle sui migranti.

Non penso certo a un partito buono e a uno cattivo, ma a due esperienze molto variegate che sarebbe sbagliato schiacciare in un unico giudizio monolitico, liquidatorio e definitivo. Lo stesso vale per quell' Ufo di Giuseppe Conte, oggetto misterioso ancora tutto da scoprire (perché non provi a incontrarlo anche tu? Io qualche curiosità me la sono levata).
Giuseppe Conte Intervista con Marco Travaglio (INTEGRALE)


Sulle politiche migratorie siamo in dissenso dall' anno scorso, quando io, diversamente da te, condivisi molte scelte di Minniti: per esempio, il Codice di condotta per le Ong e una politica più attiva per stabilizzare la Libia. Una linea proseguita ora da Conte e Moavero, anche con piccoli passo in avanti con l' Ue e con alcuni partner comunitari, e sporcata dalle vergognose sparate di Salvini sulle "crociere" e la "pacchia" dei migranti.

Come tu noti nella tua lettera, non abbiamo smesso un solo giorno di indagare sulle magagne e le disumanità della cosiddetta "Libia", ancora poco più che un' espressione geografica, ma al contempo di augurarci che: prima o poi diventi uno Stato degno di questo nome; ci aiuti a combattere il vero nemico cioè le organizzazioni criminali del traffico di esseri umani (di cui l' antimafia ufficiale parla malvolentieri); sottoscriva e poi rispetti la convenzione di Ginevra; si doti di una Guardia costiera in grado di salvare vite umane, di porti sicuri in cui rimpatriare gl' irregolari e di strutture di accoglienza e smistamento dei profughi controllate da Onu e Ue.

Questo nostro sforzo di affrontare in termini complessi una questione complessa presta il fianco a entrambi gli opposti estremismi: quello di chi pensa di risolvere il problema indossando una maglietta rossa e urlando "porti aperti a tutti per sempre" (e non mi riferisco a te e a tutti gli aderenti alla campagna di don Ciotti, ma solo a chi l' ha trasformata in défilé senza argomentare); e quello di chi, specularmente, liquida la faccenda indossando una felpa verde o blu strillando "negher fora dai ball" o blaterando di "aiutarli a casa loro" (slogan caro anche a Renzi). Certo, è molto più comodo intrupparsi in una delle due tifoserie, ma è anche molto più inutile: i problemi si affrontano proponendo soluzioni, non lanciando slogan per esorcizzarli.

Infine: lo so anch' io che la Lega non è il nuovo, e non solo perché è il partito più antico su piazza; e che i 5Stelle già manifestano molti vizi del "vecchio". Ma è indubbio che il voto degli italiani, il 4 marzo, abbia spazzato via un sistema di potere consociativo che aveva retto l' Italia per 24 anni e che affonda le sue radici proprio nella trattativa bipartisan Stato-mafia.
Che storicamente fu avviata sotto il vecchio centrosinistra (governi Amato e Ciampi) e chiusa dal Berlusconi I, ma poi proseguita con una serie sciagurata di norme bipartisan che hanno smantellato il meglio dell' antimafia. Infatti solo ora che i vecchi centrodestra e centrosinistra sono out si intravede qualche spiraglio di luce su quella stagione nera, lasciata al buio da quel sistema per un quarto di secolo. Merito di Salvini o dei 5Stelle? No, colpa di chi c' era prima. Che va sempre ricordato, perché ci aiuta a comprendere quel che accade oggi.
 

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